ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova Serie - Volume I (LXXV della Raccolta) PASQUALE LISCIANDRELLI TRATTATI E NEGOZIAZIONI POLITICHE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA (958 - 1797) REGESTI Con prefazione di GIORGIO COSTAMAGNA GEN OVA — MCMLX NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE Di STORIA PATRIA PALAZZO TURSI PREMESSA La Società Ligure di Storia Patria, cominciando il secondo secolo ■della sua attività, inizia pure una nuova serie di Atti in un formato più agile e maneggevole. La serie dei primi settantaquattro volumi, che si chiude con gli Indici analitici e sistematici e con la cronaca di un secolo di attività scientifica del Sodalizio, costituisce una testimonianza per vero imponente del lavoro assiduo e in gran parte nuovissimo cui hanno contribuito maestri insigni ed indimenticabili, la cui tradizione non sarà facile ai giovani rinnovare, anche se le fonti sono ben lungi dall’essere esaurite e molto lavoro critico rimane da fare, o da riformare, sempre alla luce di nuovi dati e di nuove ricerche. Come i priìni volumi del secolo scorso affrontavano l’edizione di testi fondamentali, quale il « Registro Arcivescovile », così questo primo volume della nuova serie pubblica un importante « fondo » politico del nostro Archivio di Stato, limitandosi peraltro ai regesti, sia per ragioni contingenti che verranno illustrate nelle pagine seguenti, sia per il fatto che molti dei documenti del fondo, specie della parte più antica, hanno già avuto edizione ed illustrazione in sedi diverse. Esso peraltro ha il pregio di trattare la materia politica per un periodo continuato di ampiezza eccezionale, che, pur senza esaurire la « materia politica » dell’Archivio di Stato, in parte dispersa in altri fondi, va comunque dal secolo X alla caduta della Repubblica aristocratica, nel 1797. Licenziando quindi dopo un periodo di moderato silenzio questo nuovo volume degli Atti in veste rinnovata, ci auguriamo che ad esso ed alla serie che con esso comincia arridano le fortune che resero gloriosa la nostra Società nel quadro della cultura storica nazionale nel suo primo secolo di esistenza. La Presidenza INTRODUZIONE Quasi contemporaneamente alla pubblicazione del « Breviario della Storia di Genova » (1), che doveva avere così ampia risonanza tra gli studiosi, 1 Archivio di Stato, grazie alla tenacia ed alla passione del dr. Pasquale Liscian-drelli, portava a termine l’inventario-regesto della raccolta « Materie politiche : Privilegi, concessioni, trattati diversi e negoziazioni », che dell’opera del compianto Prof. Vito Vitale si può dire costituisca quasi la documentazione e 1 illustrazione diplomatica. L’inventario-regesto viene, almeno in parte, a colmare, per quanto riguarda le fonti documentarie, la grave lacuna esistente tra l’inizio del secolo XIII e la fine del secolo XV, giacché nell’interrotta pubblicazione del Codice Diplomatico della Repubblica di Genova (2) gli ultimi documenti portano la data dei primissimi anni del ’200, mentre in quella, tuttora in corso, delle Istruzioni e relazioni degli ambasciatori Genovesi, curata con tanto amore dal Prof. Raffaele Ciasca (3), le più antiche scritture risalgono soltanto alla fine del ’400. E' ben vero che per la prima parte del periodo precisato esiste la pubblicazione, nei « Monumenta Historiae Patriae », dei Libri Jurium Reipubltcae Genuensis (4), contenenti la trascrizione dei documenti interessanti il Comune, ma occorre osservare, da un lato, che la raccolta in esame non conserva soltanto memorie che trovarono la loro perfetta espressione in un vero documento nell’accezione diplomatistica del termine, ma, spesso, anche tutte quelle scritture che servirono di preparazione o di corredo al documento stesso pur non avendone la forma nè il carattere, dall’altro che, come si è avuto altra volta (1) V. Vitale, Breviario delia Storia ili Genova, Genova 1955. (2) C. Imperiale di S. Angelo, Codice diplomatico deila Repubblica di Genova, in < Fonti per la Storia d’Italia » dell'istituto Storico Italiano per il Medioevo, nn. 77, 79, 89. lì) R. Ciasca, Istruzioni e relazioni degli ambasciatori genovesi, a cura dell’» Istituto Storico Italiano per l'età moderna e contemporanea» Roma 1951. (4) Historiae Patriae Monumenta, Libri Jurium Reipublicae Genuensis, Augusta Taurinorum. IS54-1857. VU occasione di osservare (5), la pubblicazione fu condotta con criteri tali per cui vennero trascurati elementi importantissimi e, talora, risulto errata la datazione o la stessa ricostruzione critica del testo. Il riordinamento e l’analisi minuta delle scritture, resisi necessari per la preparazione dell’inventario, hanno invece, a questo proposito, permesso interessanti osservazioni sulla natura di alcuni tipi del documento medievale, portando a considerare originali alcuni trattati che lo stesso Imperiale aveva giudicato semplici copie, e permettendo uno studio più approfondito del valore e delle caratteristiche della diplomatica comunale (6). Del resto una scorsa, anche rapida, agli ottimi Orientamenti bibliografici che completano l’opera del Vitale (7) fa rilevare come per gli stessi periodi rispetto ai quali più larga è stata la pubblicazione delle fonti documentarie non manchino gli argomenti di studio cui il regesto può fornire utili riferimenti. Si pensi ai rapporti tra Genova e l’impero all’epoca di Enrico VII di Lussemburgo meritevoli di ulteriore approfondimento, oltre la controversia tra il Caro (8) ed il Samenek (9), o alla necessità di un quadro riassuntivo, quale quello tracciato dal Lopez per le colonie (10), che illustri l’attività commerciale della Città nel fortunato periodo tra i secoli XIII e XIV, completando e perfezionando le sempre fondamentali ricerche dell’Heid (11), dello Shaube (12), del Bratianu (13), ecc. ecc. Senza contare che anche certi aspetti dell’apporto genovese alle Crociate, argomento pur affrontato da valentissimi studiosi (14), potrebbero ancora essere meglio illustrati, portando a termine quell’opera di rivalutazione già abbozzata dal Vitale (15) nei confronti di certa storiografia, specie d’oltralpe (16), che volle vedere nei marinai della Dominante soltanto avidi mercanti pronti a speculare sul mistico entusiasmo altrui. (5) G. Costamagna, La convalidazione delle convenzioni tra comuni a Genova nel sec. \llt in < Bullet-tino dell’Archivio Palcografico Italiano», N. S., I, 1955, p. 112, nota 2. 6) G. Costamagna, op. cit. pagg. Ili e segg. (7) V. Vitale, op. cit., Parte II, Orientamenti bibliografici e Indici, a cura di T. O. De Negri. (8) G. Cabo, Genua und die Machie am Mittelmeer (2257-/311), Malie 1895, vol. II, pagg. 396 e segg. (9) V. Samenek, Die Verfassungrechtliche Stellung Genuas, 1311-1313, in « Mittheillungen Instit. òster. Geschichforschung », 1906. (10) R. S. Lopez, Storia delle colonie genovesi nel Mediterraneo, Bologna 1938. (11) G. Heyd, Le colonie commerciali degli Italiani in Oriente nel Medioevo, trad. G. Mülleu, Venezia 1866-68. (12) A. Schaube, Stona del commercio dei popoli latini nel Mediterraneo sino alla fitte delle Crociate, trad. in « Biblioteca dell’economista », vol. XI, Torino 1934. (13) G. I. Bratianu, Recherches sur le commerce génois dans la Mer Noir au XIII siècle, Paris 1929. (14) Cfr. G. Heyd, op. cit.; A. Schaube, op. cit.; R. S. Lopez, op. cit.; C. Manfroni, Storia della marina Italiana dalle invasioni barbariche al trattato di Ninfeo, Livorno 1899; C. Imperiale di S. Angelo, primi documenti dell'espansione coloniale genovese in Oriente, in « Atti II Conv. di studi coloniali », t. II, Firenze 1936; G. Soranzo, Venezia e le Repubbliche marinare nella storia delle Cro■ ciate, in « Atti XVI Riun. Soc. It. Progr. Scienze », III, I, 1938; R. Cessi, Le colonie meridionali Itoltane in Oriente, Bologna 1940; G. M. Monti, L’Italia e le Crociate in Terra Santa, Napoli 1940. (15) V. Vitale, op. cit. pag. 21. (16) Si veda, ad esempio, Grousset, Histoire des Croisades et du Royaume franc de Jérusalem, Paris, VIII E’ naturale, tuttavia, che il Regesto assuma un’importanza molto maggiore per lo studio di quel periodo storico per il quale non esistono pubblicazioni di fonti documentarie e soprattutto per quei due secoli, XV e XVI, di vita genovese tanto agitata e pur così intimamente legata, specie al momento dell’urto fra le massime potenze dell’epoca, alle vicende dell’Italia tutta e dell’Europa. Ciò tanto più appare vero quando si consideri che i documenti e le scritture della Raccolta possono essere utilmente integrati con quelli riportati nei Libri Jurium recentemente restituiti dalla Francia e dei quali pochissimo si conosce, anche se neH’Archivio di Stato di Genova si conservano alcuni antichi indici oggi, tuttavia, ben poco utilizzabili. Già è doveroso osservare, in accordo con il Vitale (17), come manchi una trattazione completa della politica relativa all’accerchiamento aragonese iniziato con la guerra del Vespro. Soltanto un breve articolo della Duvergè (18) ha illustrato, in questi ultimi anni, alcuni aspetti del problema in relazione alla funzione esplicata dal Papato nella guerra (1351-1356) tra Genova ed Aragona, ma è indubitato che soltanto un accurato studio basato sulla documentazione genovese potrebbe portare un utile contributo per una completa trattazione. Anche le aspirazioni dei Visconti ad aprirsi, durante il secolo XIV, una via verso il mare non hanno ancora subito una approfondita indagine. Più studiate le guerre combattute tra Genovesi e Veneziani, sia dal punto di vista militare che da quello politico (19), ma, anche in questo campo, il Regesto potrebbe permettere chiarimenti, specie in relazione all’opera di mediazione svolta dai Savoia. Così, se è stato ampiamente studiato, soprattutto ad opera dello Jarry (20), il lavorio diplomatico che ha preceduto e preparato il dominio francese in Genova, non altrettanto si può dire per il periodo del governo francese nella città, tenuto per Carlo VI dal Maresciallo Boucicault. Importante, quindi, il gruppo di documenti ora segnalati dal Regesto che offrono l’occasione di prendere in esame l’argomento, sfruttando anche l'apporto della documentazione contenuta nel IX dei Libri Jurium, restituito dalla Francia, che, come è stato opportunamente segnalato (21), è tutto costituito da documenti relativi alla dominazione di Carlo VI, dal 1396 al 1409. (17) V. Vitale, op. cit., parle II, pag. 65. (18) S. DuvrncÉ, l.e rôle de lo papauté dans la guere de l'Aragon contre Gènes, 1351-1356, in « Mélanges d’arcbeol. et d’hist. », 1933, pag. 221 e segg. (19) Oltre le opere generali ricordate si vedano: C. Manfiîoni, Il piano della campagna navale veneto-aragonese del 1351 contro Genova, in c Riv. Marittima», 1902; A. Soubelli, La lotta tra Genova e Venezia per il predominio del Mediterraneo (1350-1353), in « Memorie Accad. Scienze» di Bologna, 1920; M. Volkov, La rivalità di Venezia e di Genova nel XIV secolo, Odessa 1860, estr. dal IV voi. della Soc. di St. ed Ant. di Odessa. (20) E. Jamiy, Les origines de la domination Française a Gènes (1392-1402), Parigi 1906. (21) V. Vitale, op. cit., p. II, pag. 70. L'ingiusto verdetto di frettolosa condanna del Maresciallo di Francia da parte di gran parte della storiografia locale, brillantemente combattuto dal Virgilio (22), potrebbe ora essere riveduto, come potrebbe essere serenamente valutata, accanto alla più studiata impresa di Cipro (23), anche la sua opera di governo severa e rude, sia pure, ma cui si deve, è bene non dimenticarlo, il vasto complesso legislativo, che va sotto il suo nome, e la costituzione del Banco di S. Giorgio, che tanta importanza doveva avere nella vita economica non solo italiana ma europea. Non è qui il caso di segnalare l'ampia bibliografia relativa al Banco del cui importantissimo Archivio si è cercato di dare, da parte del Prof. Mario Chiaudano e dello scrivente, una sommaria descrizione alla quale si rimanda (24). Analoghe considerazioni si possono fare per la parte che Genova ebbe, anche se non di primissimo piano, nella politica italiana all’epoca di Filippo Maria, quando i rapporti con Visconti ed Aragonesi si fanno tumultuosi e quando ormai diviene palese la rovina delle colonie orientali. Purtroppo il lavoro di ampio respiro iniziato dal Pesce (25) non è andato oltre il primo volume (1435-38), mentre la documentazione offerta dal Regesto a questo proposito è varia ed interessante, a partire dal trattato stipulato da Venezia, Firenze e Genova contro i Visconti, attraverso le negoziazioni con il Papato avverse alla Sicilia, fino alla pace con gli Aragonesi del 1447. Ma soprattutto particolari, ampi studi meriterebbe il periodo del governo degli Sforza sulla città fino all’epoca di Ludovico il Moro. Sono gli anni in cui Genova va preparandosi ad un ruolo di primaria importanza nella politica europea. Ed anche in questo campo il Regesto può fornire informazioni, specialmente attraverso le istruzioni agli inviati a Milano. In realtà nella gigantesca lotta accesasi quando la Francia tndirizzò verso 1 Italia la propria politica d’espansione, la parte riservata alla citta doveva necessariamente essere notevolissima, sia a causa della sua posizione finanziaria sia per la sua particolare ubicazione. Come misero giustamente in luce il Fueter (26) ed il Ciasca (27), la lotta ti a le grandi potenze che apre l’epoca moderna ha uno dei suoi principali obbiettivi nella gara per assicurarsi il dominio di Genova e la disponibilità della sua flotta. Più spregiudicata dell’aristocrazia veneta (28), quella genovese (22) A. Virgilio, Conversazioni per «Storia Nostra*, marzo 1950, riassunto in «Bollettino Ligustico», 1950, pag. 118. (23) P. Piattoli, La spedizione del maresciallo Bcnicicault contro Cipro e i suoi effetti, dui careggio di un mercante fiorentino, in « Giornale stor. e lett. della Liguria », 1929, pagg. 34 segg. (24) M. Chiaudano e G. Costamagna, L’Archivio storico del Banco di S. Giorgio di Genova (1386-1845), in «Archivi storici delle Aziende di credito», vol. I, Roma 1956. 1 ”^ ' A- Pesce, Sulle relazioni tra la Repubblica di Genova e Filippo Maria Visconti dal 1435 al 1447, BSSS, LXXXVIH, 1921. (26) E. Fueter, Storia del sistema degli Stati europei dal 1492 al 1559, Firenze 1932, pag. 339. (27) R. Ciasca, op. cit., pag. XI. (28) R. Ciasca, op. cit., pag. XI. X non esitò a mettere a disposizione dell’una o dell’altra potenza i proprii cantieri a seconda dei proprii interessi ed anche se, dapprincipio, politicamente dipendente dalla Francia, non ruppe con la Spagna, ma intensificò, anzi, i rapporti soprattutto per difendere il commercio del grano, fonte di ricchi guadagni per Genova e per le Riviere. Se si può affermare che da un punto di vista politico, contrariamente al periodo immediatamente precedente, la bibliografia relativa alle vicende susseguitesi tra la fine del XV ed il XVI secolo sia ricca e notevole, non altrettanto si può dire da quello finanziario ed economico. Di particolare interesse, quindi, la documentazione delle spese e dei prestiti soprattutto nei riguardi della Francia, quando si pensi che, come ricorda il Ciasca (29) e venne attestato da storici contemporanei (30), l’impresa d’Italia fu decisa da Carlo Vili dopo che il banchiere genovese Antonio Sauli la rese possibile con un prestito di 100.000 ducati. Con l’inclusione della Repubblica nel sistema politico degli Asburgo, obbiettivo cui da tempo miravano Impero e Spagna per assicurarsi 1 indispensabile continuità di comunicazioni, e col venir meno del continuo intrecciarsi e disfarsi di rapporti e di alleanze, imposto dalla mutevolezza degli interessi politici ed economici, quasi spariscono dal Regesto i testi di trattati. Non per questo perde d'interesse il lavoro, perchè non rari sono i documenti relativi agli aspetti politico-economici dei rapporti ispano-genovesi, cui in una rapida sintesi ha accennato il Lopez (31) e che trovano anche ampia illustrazione nelle Istruzioni e relazioni degli ambasciatori (32). Certo meriterebbe ulteriore indagine la funzione esplicata da Genova in quel secolo nel campo finanziario .Solo, infatti, « ricerche negli Archivi della città, completate », come scrisse il Sapori (33), « da altre negli Archivi del Belgio, aiuteranno a risolvere un altro problema che concerne, nel suo complesso, la storia economica italiana ed europea: la posizione di chiave dell alta finanza genovese nel credito di Stato dei poteri europei nel Cinquecento e nel Seicento, avanti l’ascensione di Amsterdam come centro di alta finanza ». Nè si possono trascurare altri interessantissimi argomenti di studio che nel Regesto trovano riscontro in documenti e scritture, quali la guerra di corsa con le relative « rappresaglie », le lunghe questioni e le lotte per il riconoscimento di diritti politici e commerciali, i contatti ed i traffici con le nazioni nordiche, i tentativi di avviare rapporti con 1 Impero Ottomano, la guerra di Candia e la vessata questione relativa al comportamento tenutovi dai Genovesi ecc. ecc. (29) R. Ciasca, op. cit., pag. X. <30) M. Guazzo, Historié, Venezia 1547, pag. 12. (31) R. S. Lopez, 11 predominio economico dei Genovesi nella Monarchia spagnola, « Giornale stor. leu. della Liguria », 1936, pagg. 65-74. (32) R. Ciasca, op. cit. (33) A. Sapori, L'Italia e la storia economica Europea, nel volume Studi di storia economica medioevale, Firenze 1940, pag. 315. XI Una particolare menzione meritano anche tutti i documenti in lingue orientali, pubblicati bensì in buona parte, ma che, come è stato recentemente dimostrato dall'interesse loro rivolto da studiosi francesi, quale la Signora Bibicou (34), mostrano di essere ben lungi dalFaver esaurito ogni attrattiva nei confronti degli studiosi. Infine, prima di chiudere queste brevi note, sarà bene accennare a come è pervenuta fino a noi l'insigne raccolta documentaria. Si è sempre parlato di « raccolta », infatti, in quanto non ci si trova di fronte ad una vera e propria « serie » archivistica. Dall'esame di antichi inventari esistenti in Archivio (35), è stato possibile accertare come i 1635 documenti che ora ne fanno parte originariamente fossero conservati, con molti altri, in una ampia, inarticolata sezione dell Archivio « Segreto » della Repubblica, detta delle « 55 cantere » dalle suddivisioni dell'armadio in cui erano custoditi. Forse una prima scelta tra documenti d’interesse pubblico e documenti d’interesse privato fu tentata, intorno al 1660, quando i deputati all’Archivio lamentarono di fronte ai Serenissimi Collegi le difficoltà che incontravano per la ricerca delle scritture relative « alle principali e più gravi materie di Stato », fatto, dicevano, « dovuto alla confusione delle carte frammischiate ad altre di nessun rilievo o riguardanti interessi particolari » (36). Certo, però, al momento del trasporto degli archivi genovesi a Parigi, per ordine di Napoleone, i trattati e le negoziazioni politiche formavano un unico gruppo di carte con « moltissime pergamene relative all’antico commercio dei genovesi col Levante ed i suoi scali, alcuni trattati di commercio con potenze greche e del Levante, moltissimi titoli d’acquisto di paesi e territori delle due Riviere ecc. » (37). Troviamo, invece, già nettamente delineato l’attuale ordinamento della « Sezione Governativa », con la precisa distinzione tra carte riguardanti i « Paesi » deH’interno del dominio e le « Materie Politiche » relative ai rapporti con 1 estero, nelle ricevute rilasciate dall’Archivio di Genova a quello di Torino al momento della riconsegna del materiale restituito dalla Francia (38). Se ne deduce, pertanto, che la raccolta venne formata tra il 1808 ed il 1866, epoca del rientro a Genova, e, con tutta probabilità negli ambienti archivistici torinesi, a giudicare anche dall’evidente parallelismo degli ordinamenti (39). La formazione della raccolta spiega la disparità della natura dei documenti che la compongono. Troviamo, infatti, concessioni e privilegi di Papi, Impe- (34) Centre Nationale de la recherche scientifique, Paris. (35) A. S. G., ms. n. 328. (36) D. Gioffré, Alcuni aspetti della legislazione archivistica della Repubblica ili Genova, in * Bullet-lettino dell’* Archivio Paleografico Italiano», Nuova serie, II-III, p. 1. (37) A.S.G., ms. n. 326. (38) A.S.G., ms. d. 328. (39) Ministero dell'interno, Gli Archivi di Stato Italiani, Bologna 1944, pagg. 108 c 408. XII ratori e Principi, trattati di pace, di alleanza, di commercio, giuramenti di fedeltà pi estati da vassalli o dalla Repubblica a Principi, istruzioni agli ambasciatori e relative relazioni, sentenze arbitrali e, sebbene rari, documenti privati che, o per le persone tra le quali si compie il negozio giuridico o per l’oggetto della contrattazione o ancora per il luogo in cui questa avviene, sono stati considerati di carattere politico ed inclusi nella raccolta. La particolare natura specie di alcune tra le scritture cui si è accennato ha reso spesso ardua la compilazione dei regesti, considerata la difficoltà di illustrare in un periodo relativamente breve il contenuto di ogni documento, e si deve essere grati al Lisciandrelli che ha affrontato e risolto gli innumerevoli quesiti determinati dalla presenza di pergamene greche, arabe, armene nonché dai ricorrenti problemi di natura paleografica, diplomatica e cronologica, resi più difficili dall’uso dei diversi calendari e dalla particolare toponomastica dell’Asia Minore, dei paesi rivieraschi del Mediterraneo e della Liguria stessa. Felicissima, poi è da considerarsi la decisione della Società Ligure di Storia Patria che, puntigliosamente legata al buon metodo che vuole le idee saldate alle cose, ha voluto offrire il regesto agli studiosi rendendo più facili le loro fatiche, nella consapevolezza che la ricerca storiografica è legata all’empiria dei fatti e dei dati documentariamente accertati e soppesati. GIORGIO COSTAMAGNA XIII AVVERTENZA 11 lavoro, nato come inventario di un « fondo » dell Archivio di Stato genovese a fini essenzialmente archivistici e non storici, risente di questa sua origine nella rigorosa limitazione dei regesti a quel fondo, pur ricostruito sulla base dell’ordine cronologico dei documenti, e nella sobrietà discreta dei singoli regesti. Del pari la bibliografia non vuol essere un repertorio critico e non intende richiamare tutte le edizioni comunque eseguite dei diversi atti, ma limita i riferimenti alle edizioni principali, apparse nelle raccolte sistematiche più comunemente accessibili, ed a quanto fu pubblicalo del codice diplomatico dell Imperiale. Si è ritenuta peraltro utile anche una serie di riferimenti agli Annali di Caffaro e Continuatori per i passi in cui si ricordano i fatti significati dai documenti del fondo. Il lettore d’altra parte facilmente rileverà che tale apparato si riferisce con larga prevalenza ai secoli del Medio Evo; il che rappresenta un fatto pieno di significato, anche se la serie dei richiami, come si è detto, e largamente incompleta. Gli indici, alla cui redazione ha direttamente collaborato, col dott. Liscian-drelli ed il dott. Costamagna, anche il Segretario prof. T.O. De Negri, che ha curato l’edizione, si riferiscono strettamente ai nomi riportati nei Regesti, ove spesso, per ovvie ragioni, i nominativi personali sono suppliti da richiami anonimi o da titoli generici (re, pontefice1, imperatore...). Essi hanno quindi un valore indicativo di massima e non possono esaurire la serie dei riferimenti. Per maggior chiarezza diamo di seguito, col richiamo alle sigle e nell ordine alfabetico delle sigle stesse, l’elenco delle pubblicazioni utilizzate. Pochissimi altri lavori cui talora è occorso di fare riferimento in modo del tutto occasionale sono citati al luogo rispettivo. •r. o. d. xiv BIBLIOGRAFIA ED ABBREVIAZIONI Accame Amari Belgrano, Cinque documenti Belgrano, Docc. di Pera Belgrano. Registro Bertolotto Bigoni Caffaro I, II, III, IV, V Caffaro 1828 Chart I, vel li Desimoni, Annuali di Gavi Desimoni, Docc. di Gavi Desimoni, Massa e Parodi Desimoni, Quartieri sec. XII vel sec. XIII Desimoni, Regesti Accame Paolo, Notizie e documenti per servire alla storia delle relazioni tra Genova e Bologna, Atti e Mem. Deput. St. P. per le province di Romagna, S. II, vol. XIV, Bologna, 1893. Amari Michele, Nuovi ricordi arabici per la storia di Genova (1234-1517) - Testi arabici e fac-simili. Atti Soc. Lig. St. P., V, 549-680 - Aggiunse e correzioni..., ASLi, XIX, 147-159. Belgrano Luigi Tommaso, Cinque documenti genovesi-orientali, ASLi, XVII, 221-251. Belgrano L. T., Prima serie di documenti riguardanti la colonia di Pera, ASLi, XIII, 97-336, e Appendice. Belgrano L. T., Registro della Curia Arcivescovile di Genova, pubblico ed illustrato, ASLi, Vol. II, Parte II. Bertolotto Girolamo, Nuova serie di documenti sulle relazioni di Genova con l'impero Bizantino, raccolti dal cav. Angelo Sanguineti e pubblicati con molte aggiunte dal prof G B, ASLi, XXVIII, 339-573 Bigoni Guido, Quattro documenti genovesi sulle contese d’oltremare nel sec. XIII, Arch. St. It., XVI, 1899. Annali di CaOaro e de’ suoi continuatori, I, a cura di L. T. Belgrano, 1890, e II-V, a cuna di C. Imperiale di Sant’Angelo, 1901-1926. Annali di Caffaro..., Genova, Tip. Luca Carniglia. 1828. Chartarum I e II, Historiae Patriae Monumenta, I e V, Torino, 1836 e 1853. Desimoni Cornelio, Annali storici della città di Gavi, Alessandria, 1896, Desimoni C.. Documenti ed Estratti di Documenti per la Storia di Gavi, Alessandria, 1896. Desimoni C., Sui Marchesi di Massa in Lttnigiana e di Parodi nell’Oltregiogo ligure, ASI, 1882, 28 sgg. Desimoni C., Sui quartieri genovesi in Costantinopoli, Giorn. Lig., I, 1874, 137-180, e I Genovesi e i loro Quartieri a Costantinopoli, Giora Lig. III, 1876, 217-274. Desimoni C., Regesti delle lettere pontificie riguardanti la Liguria dai più antichi tempi fino all'avvenimento di Innocenzo III..., ASLi, XIX, 1-175. XV Ferretto, Alba e Genova Ferretto, Novi e Valle Scrivia Gorrini, Voghera e Genova Imperiale I, II, III Jurium 1, vel II Kehr Leges Genuenses Leges Municipales Manfroni Manno I, vel II Sauli Tola Vigna VI, vel VII Ferreito Arturo, Documenti intorno alle relazioni fra Alba e Genova, Bib. Soc. Sti. Subalpina XXIII, 1906, e L, 1910. Ferretto A., Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, BSSS, LI, 1909, e LI1, 1910. Gorrini Giacomo, Docc. sulle relazioni fra Voghera e Genova, BSSS, XLVII1, 1908. Imperiale di Sant'Angelo Cesare, Codice diplomatico della Repubblica di Genova, « Fonti per la Storia d'Italia » dell’Ist. Stor. It., I, 1936, II, 1938, III, 1942. Libri Jurium Reipublicae Genuensis, edito in Hist. P. Mon., VI e VII, Torino, 1854 e 1857. Kehr P. F., Regesta Pontificum, VI, II, Pedemontium - Liguria Maritima, Berlino, 1914. Leges Genuenses, in H.P.M., voi. XVIH, Torino 1901. Leges Municipales, in H.P.M., vol. I, Torino, 1838. Manfroni Camillo, Le relazioni fra Genova, l’impero Bizantino e i Turchi, ASLi, XXVIII, 1898, 575-856. Manno Giuseppe, Storia di Sardegna, Milano, 1835. Sauli Lodovico, Della colonia dei Genovesi in Calata, 2 vol., Genova, 1831. Tola Pasquale, Codex Diplomaticus Sardiniae, H.P.M., Torino. 1831. Vigna P. Amedeo, Codice diplomatico delle Colonie Tauro-Liguri durante la Signoria dell’Ufficio di S. Giorgio (1453-1475), ASLi, vol. VI e VII, Parte I, 1868-1874. XVI i . • REGESTI SECOLI X - XII Berengario II e Adalberto, re d’Italia, confermano agli abitanti di Genova quanto posseggono con qualsiasi titolo secondo le consuetudini, entro e fuori la città. Cop. infor. sec. XI1 su perg. 66,5 x 34,5, conten. pure l’atto di cui al it. 6. Caffaro (1828), pp. 151-2; - Chart. II, col. 44,5; - Jurium, I, col. 1-2; - Bel-grano, Registro, p. 310-11; - Imperiale I, pp. 3-4. L'Imperatore Ottone I dona al Marchese Aleramo le corti poste in luoghi deserti tra i fiumi Tanaro ed Orba e la spiaggia del mare; gli conferma tutte le cose e proprietà avute per eredità di parenti o per acquisto. Due copie infor. cart. sec. XVIII. Nella filza 1/1008, Serie « Jurium », Arch. Segreto, si conserva una copia autent. cart. del 29 lug. 1530, ricavata da altra pure autent. del 20 feb. 1505, a sua volta da altra autent. del 4 ott. 1339. Chart. I, col. 217-8. Teodolfo, Vescovo di Genova, dà a livello per 29 anni a certi Pietro ed Andrea di Gavi alcuni beni siti in Gavi e Mariana. Orig. membr. gravent, deter., 24,5 x 18,5. Belgrano, Registro, pp. 418-9; - Desimoni, Annali di Gavi, p. 1; - Desimoni, Documenti di Gavi, p. 5; - Ferretto, Novi e Valle Seri via, pp. 2-3. L'Imperatore Enrico II conferma agli uomini della Marca di Savona tutte le proprietà e li emancipa da ogni soggezione dei Marchesi, Vescovi, Conti, Visconti e Gastaldi, proibendo a questi di innalzare in quei luoghi castelli e d’imporre pesi tributari, pena la multa di mille lire oro. Orig. membr. 47 x 51; trac. sig. pend. Cop. infor. cart. sec. XVI del detto privilegio e dell’atto di cui al n. 195. Chart. I, col. 404. Bonizone fu Pietro e Genoardo suo figlio confermano a Ge-noardo fu Giovanni ed a Bonosa sua moglie la vendita di un pezzo di terra sita in Multedo. Orig. membr. 47 5 x 51; trac. sig. pend. Belgrano, Registro, pp. 127-8. 6 - 1056, mag. B. 1/1 7 - 1104 B. 1/5 8 - 1109 (?) B. 1/6 9 - 1120 giù. [1121 st. B. 1/7 10 - 1130, B. 1/8 Il Marchese Alberto Màlaspina riconosce e giura di rispettare le consuetudini dei Genovesi. Cop. infor. scc. XII, sulla perg. di etti al n. I. Belgrano, Registro, pp. 311-14; - Imperiale, I, pp. 6-9. Balduino I, re di Giudea e di Gerusalemme, dona con giuramento alla Chiesa di S. Lorenzo in Genova una piazza in Gerusalemme e Giaffa, la terza parte di Arzuf e del territorio circostante, la terza parte di Cesarea e di Acri, la terza parte dei redditi di questa città e del suo porto. Si obbliga a pagare ogni anno trecento bisanzii. Promette ai Genovesi la terza parte di ogni città, di ogni terra che col loro aiuto potrà conquistare in avvenire, fra queste la città di Babilonia; di non arrecare danno alle persone loro o alle loro cose, esenzione da ogni diritto doganale nelle sue terre, così come agli abitanti di Savona, di Noli, di Albenga e alla casata di Gandolfo Pisano. Orig. membr. 25 x 15; irac. sig. pend. Cop. autent. del 15 nov. 1254 su perg. 28 x 32. Jurium, I, col. 16-7; - Caffaro, I, p. 113, n. 2, pp. 121-2, p. 128; - Imperiale, I, pp. 20-22. :■ io Bertrando, Conte di S. Gilles, promette di pagare alla Chiesa di S. Lorenzo di Genova mille soldi all’anno, completa ed esclusiva libertà di commercio al popolo Genovese nei suoi dominii dal giorno in cui riuscirà a conquistare il borgo di S. Gilles. Cop. infor. sec. XII, su perg. 12x22• Jurium, I, col. 19; - Imperiale, I, pp. 28-30. 16 Convenzione tra i fedeli del Papa Callisto II e gli ambascia-tori del Comune di Genova, Caffaro e Barisone, con la quale i primi promettono la revoca del privilegio concesso al Vescovo di Pisa di consacrare i Vescovi della Corsica, purché i Genovesi paghino 1500 marchi d’argento alla Curia di Roma, e promettano con giuramento di aiutare la Chiesa Romana se per questa causa le sarà mossa guerra da parte dei Pisani, coi quali essi Genovesi non dovranno far pace o tregua senza lordine del Papa. Cop. infor. sec. XII su perg. 42,5x11. Desimottc, Regesti, p. 53, n. 73; - Keiih, p. 323; - Cafffaro, I, p. 20, n. 1; -Imperiale, I, pp. 38-40. 1 I Genovesi promettono per dieci anni di salvare e difendere persone e cose dei Pavesi nel proprio distretto, di far guerra contro Porrada, suo figlio e suo fratello Guglielmo, contro il Comune di Tortona, Alberto di Gavi, gli abitanti di Gavi, di - 4 - 11 - [1130] B. 1/9 12 - 1131, dic. B. 1/10 13 - dopo il 1130 (1132?) B. 1/11 14 - 1132, mar. 26 B. 18 A/3 Montalto, di non far pace o tregua con questi senza il parere dei Consoli Pavesi, etc. Cop. infor. sec. XII, sm perg. 27 x 18; annot. dors., data ed ogg. Chart., II, col. 213-4; - Desimoni, Massa e Parodi, pp. 235-6; 264-5; - Gorkini, Voghera e Genova, p. 2; - Imperiale, I, pp. 66-7. 11 popolo Genovese s’impegna ad aiutare i Marchesi Guglielmo ed Opizzo M alaspina nel suo distretto, contro tutti, eccezion fatta contro l’imperatore Romano, salvi gli obblighi con gli uomini di Vezzano, di Passano e di Lavagna. I suddetti Marchesi s’impegnano a diventare cittadini di Genova, ad aiutare il Comune contro tutti, eccettuato l’imperatore Romano, ed a salvare persone e cose dei Genovesi nel loro distretto. Cop. infor. sec. XII su perg. 57x19. Olivieri, pp. 325-6; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 26-7; - Imperiale, 1, pp. 127-9 (1140?). Comita II, Giudice di Arborea, dona alla Chiesa di S. Lorenzo ed al Comune di Genova una chiesa, una tenuta con servi, armenti e terre ad essa annesse e metà dei monti nei quali si trova una miniera di argento esistenti nel suo regno, promette di difendere insieme ai suoi eredi la donazione fatta contro chiunque e di restituire il doppio del suo valore nel caso in cui non potrà difenderla, di donare loro altre quattro tenute e la quarta parte dei monti in cui si trova una miniera d’argento, esistenti nel regno di Torres, quando l’avrà acquistato. Due orig. membr. 47 x 18 e 47 x 17,5; trac. sig. pend. Caffaro (1828), pp. 61-3; - Manno, I, pp. 301-3; - Chart. I, col. 767-8-, - Jurium 1, col. 37-8; • Tola, pp. 207-8; - Imperiale, I, pp. 68-9. Il popolo genovese concede al Marchese Opizzo Mala-spina in Rivarolo cinque case ed una zona di terreno in cui gli uomini del Marchese possano costruire abitazioni. Dà inoltre in feudo al Marchese Opizzo ed a suo fratello la terza parte dell’eredità dei suoi nemici Lavagnini in Sestri e Lavagna, una parte della pieve di Cisigna, una parte della pieve di Varese, etc. S’impegna a non far pace, tregua o guerra coi Lavagnini senza il consenso del M alaspina. Cop. infor. sec. Xll su perg. 31x22. Olivieri, pp. 326-7; - Imperlale, I, pp. 72-3. I Consoli di Tortona investono Oberto Scopello ed Anseimo Businello di un « manso ». Orig. membr. 18*15. - 5 - 15 - 1132, giù. Il popolo Narbonese in riparazione delle offese fatte ai Ge-B 1/1_ novesi, concede loro l’esenzione di una parte dei dii itti che erano soliti pagare nella sua terra, terreno sulla i iva di un fiume per costruirvi un fondaco e due torri, protezione e sicurezza alle persone e cose dei Genovesi anche quando una loro nave dovesse naufragare nelle acque soggette al dominio Narbonese, perdona tutte le offese arrecate finoia dai Genovesi ai Narbonesi, promette di non imporre nuovi tributi, di far risarcire i danni che eventualmente saranno piocurati dai Narbonesi ai Genovesi. Cop. infor. sec. XII su perg. 28x26. Jurium ì, col. 39-40; - Imperiale 1, pp. 73-5. 16 - 1133, mar. 20 Papa Innocenzo II ingiunge ai Pisani di far pace coi Genovesi notificandone loro le modalità. Orig. membr. 17x18,5; trac. sig. pend.; annot. dors. Desimoni, Regesti, pp. 92-3; - Kehr, p. 326; - Caffaro I, p- -*>> 11 ' Imperiale I, pp. 75-7. 17 - 18 - 19 - 1133, nov. Martino fu Rustico Gentile vende ad Oberto Giovenale un B. 18 A/4 pezzo di terra sito in Luceto. Orig. membr. 20x15,5. [1133, nov.] I Consoli di Genova vietano di alienare o di impegnare oltre B 18 A/? la durata del consolato i diritti della mina e del quartino sulla riva del mare. Estr. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 44; - Imperiale I, p. 81. 1135, gen. J1 popolo di Novi dona metà del suo castello alla chiesa di BS. Lorenzo in Genova e metà alla chiesa di S. Sii o in Pavia, promette di soccorrere i Genovesi ed i Pavesi nel suo tei rito rio, di far guerra contro i Tortonesi, di aiutare i Genovesi e i Pavesi contro tutti, eccettuato il Comune di Marenco et escluso il caso in cui i Genovesi od i Pavesi offendano a terra del Marchese Rainero o del Marchese Anseimo Da Bosco, di aiutare i Genovesi nella guerra contro Montalto. Orig. membr. 82 x 30. Jurium I, col. 48-50; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 27-9; - Imperiale I, pp. 87-90. 20 - [1135, nov.] il Marchese Aleramo prende col figlio la cittadinanza genovese, presta giuramento di fedeltà al Comune di Genova al quale darà i proprii castelli, etc., con la riserva di non combattere contro il Comune di Acqui. Cop. inform. sec. XII su pergam. 30x11; annoi, dors. ogg. Jurium I, col. 51-2; - Imperiale, 1, pp. 90-2. - 6 - 21 - 1136 apr. B. 1/15 22 - 1138, B. 1/16 23 - B. 1/17 24 - 1140, B. 1/18 25 - 1143, B. 18 A/7 26 - 1145, feb. B. 18 A/8 27 - 1145, ag. 5 [1146, st. pis.] B. 1/19 28 - 1146, sett. B. 1/20 I Genovesi promettono per venti anni ferma pace ai Veneziani, il risarcimento dei danni loro arrecati da qualunque genovese, il loro aiuto nelle guerre. Cop. infor. sec. XII su perg. 24x11,5. Chart. II, col. 222; - Imperiale, I, pp. 94-5. I Marsigliesi promettono per dieci anni di salvare persone e cose dei Genovesi e dei loro amici in terra ed in mare; di considerare come proprii gli amici ed i nemici di Genova; di concorrere con cento uomini in ogni impresa navale dei Genovesi, e con lo stesso numero di combattenti in ogni spedizione terrestre o marittima contro i Saraceni. Se per dieci anni i Genovesi li manterranno in pace coi Saraceni del re del Marocco o li difenderanno da questi, i Marsigliesi risarciranno i danni arrecati ai Genovesi durante l’ultimo decennio e quelli inferti contro il loro divieto ai sudditi del re del Marocco. Orig. membr. 14x19,5; carta «partita ». Chart. II, col. 229; Jurium I, col. 56-7; - Imperiale I, pp. 102-3. Nota di privilegi concessi alla Repubblica di Genova da diversi imperatori dall’anno 1138 al 1577. Infor, cart. sec. XVII in ital. Trattato di alleanza tra i figli del Marchese Bonifacio ed il Comune di Genova per la conquista e la difesa di Ventimi-glia e del suo contado. Orig. membr. 25 x 20, lacunoso nella parte super, sinis., carta « partita ». Caffaro (1828), p. 77; - Jurium I, col. 70-1; - Imperiale I, pp. 126-7. Statuto che i Consoli del Comune di Genova devono giurare di osservare entrando in carica. Cop. infor. se c. XVIII in un quader. cart. Leges Municipales, pp. 235-94; - Imperiali-: I, pp. 153-66. I Consoli del Comune di Genova escludono da ogni pubblico ufficio della città i genovesi vassalli di una signoria forestiera. Cojk infor. cart. sec. XVII. Caffaro (1828), pp. 85 e 88; - Jurium I, col. 101-2; Imperiale I, p. 182. Trattato di reciproca protezione stipulato tra Pisa ed Alben-ga per trenta anni. Due orig. membr. dei quali uno lacunoso nel «Mitro - 19x24,5 e 24x28. I Genovesi promettono di allestire per il prossimo mese di maggio un esercitio per andare ad Almeria, di restarvi secondo quanto sarà concordato con l’imperatore; di salvare - 7 - 29 - 30 - 31 - la sua persona e le sue cose, a patto che di ogni citta o terra insieme conquistata, due parti spettino aH’Imperatore ed una a Genova, Ubera da ogni gravezza; che la chiesa genovese abbia la stessa parte nel campo spirituale; che essi non siano costretti ad altre spedizioni e subordinatamente alla stipulazione di un accordo col conte di Barcellona. Cop. infor. sec. XII su perg. 34*18. Jurium I, col. 122; - Caffaro I, p. 80; - Imperiale I, pp. 204-6. [1146] j Genovesi promettono di allestire dopo la spedizione del- l’imperatore un esercito per assediare ed espugnare Tortosa, di salvare il Conte di Barcellona, i suoi uomini e le sue cose a condizione che di ogni città o castello conquistato due parti spettino al Conte ed una a Genova, libera da ogni gravame; che la chiesa genovese abbia la stessa porzione nel campo spirituale; promettono inoltre ai sudditi del Conte in terra ed in mare esenzione di tasse e sicurezza di vita. Determinano la competenza giudiziaria nelle cause civili o penali vertenti fra i Genovesi ed i sudditi del Conte, ai quali non potrà essere imposto il duello giudiziario. Min. su perg. 19 x 31. Jurium I, col. 118-9; - Caffaro I, pp. 80-1, e n. 2; - Imperiale I, pp. 211-2. [1146] Raimondo Berengario IV, conte di Barcellona e Principe del B' 1/22 regno degli Aragonesi, promette ai Genovesi, appena ritor- neranno dall’impresa dell’imperatore, di unirsi a loro col suo esercito in Tortosa ed altre località marittime; di salvare persone e cose dei Genovesi, di dar loro, libera da ogni gravezza, la terza parte delle città e terre insieme conquistate; nelle altre città, una chiesa con dotazioni e case sufficienti ad assicurare vita decorosa a cinque chierici, un forno, un bagno, un fondaco ed un giardino, ed in tutti i suoi dominii sicurezza di vita; esenzione di tasse in terra ed in mare dal Rodano ad occidente dai giorno in cui i Genovesi lo aiuteranno nell’espugnazione di una città. I Genovesi che avranno in possesso la parte di città e terre stabilita, riconosceranno la sovranità del conte e dei suoi eredi. Orig. membr. 45x21,5; trac. sig. pend. Caffaro (1828), pp. 92-4; - Jurium I, col. 125-7; - Caffaro I, p. 81; - Imperiale I, pp. 214-7. 1147, mag. I Consoli del Comune di Genova, riconosciuto Filippo di B 18 A /9 Lamberto irresponsabile della cattura di cittadini e beni genovesi da parte degli uomini di Ruggero II, re di Sicilia decretano che egli possa ricoprire cariche pubbliche. Cop. infor. cart. sec. XVII. Caffaro (1828), p. 120; - Jurium I, col. 130-1; - Imperiale I, pp. 226-7. - 8 - 32 - 11148] B. 1/23 33 - [1148] B. 1/23 34 - 1148, mag. B. 1/23 35 - 1149, gen. B. 1/26 36 - 1149, feb. B. 18 A/10 37 - 1149, apr. 17 11150 st. pis.] B. 1/27 La Contessa Matilde [di Parodi] s’impegna a dare al Comune di Genova il castello, la torre e metà del territorio di Parodi, di far adempiere la promessa dal Marchese entro un mese dalla sua liberazione. Il Marchese dovrà giurare l’abitazione e la Compagna di Genova. Cop. infor. sec. XII su perg. 43 x 28, contcn. pure i doc. di cui ai nn. 33, 34, 38, 39, 40 e 42. Jurium I, col. 136; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 44-5; - Imperiale I pp. 232-3. Il Marchese Alberto Zueta s’impegna a prendere la cittadinanza e la residenza in Genova e giura la Compagna genovese. Cop. infor. sec. XII, sulla perg. conten. il docum 32. Jurium 1, col. 137; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 45-6; - Imperiale I, p. 236. Il Marchese Alberto Zueta e la Contessa Matilde vendono al Comune di Genova il castello e metà del territorio di Parodi per il prezzo di L. 700, inferiore al suo valore, in compenso del servizio e delle spese fatte dai Genovesi per la liberazione del Marchese. Cop. infor. sec. XII sulla perg. conten. il docum. n. 32. Caffaro (1828), p. 107; - Jurium I, col. 135-6; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, p. 46; - Caffaro I, p. 36; - Imperiale I, p. 235. Raimondo, Conte di Barcellona, Principe degli Aragonesi e Marchese di Tortosa, per il servizio resogli dai Genovesi nella presa di Tortosa accorda loro esenzioni di tasse e libertà di commercio in Spagna ed in tutte le sue terre. Orig. membr. 31x21; trac. sig. pcnd. Caffaro (1828), pp. 112-3; - Jurium I, col. 138; - Caffaro I, p. 88; - Imperiale, I, pp. 238-9. I Consoli del Comune di Genova per pagare il debito contratto per l’impresa di Tortosa, vendono per 15 anni per lire milletrecentouna gli introiti di alcune imposte ad una società. Cop. infor. cart. sec. XVII. Caffaro (1828), pp. 112-3; - Jurium I, col. 139; - Caffaro I, p. 88; - Imperiale I, pp. 240-2. Trattato di pace e di alleanza offensiva e difensiva stipulato per ventinove anni tra Pisa e Genova, eccezion fatta per la Sardegna. Orig. membr. 74x 59; trac. sig. pcnd. Cop. infor. sec. XII su perg. 70 x 47. Imperiale I, pp. 243-7. - 9 - 38 - [ 11501^ Alberto, Marchese di Gavi, coi suoi figli giura la Compagna genovese, promette di salvare e difendere persone e cose dei Genovesi, di esentarli dal pagamento del pedaggio. Cop. infor. sec. XII, sulla perg. conten. il docum. n. 32. Jurium I, col. 146; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, p. 49; - Imperiale I, p. 262. 39 - uso, ^gen. Alberto, Marchese di Gavi, rinuncia al pedaggio dovuto dagli uomini del vescovato genovese, pena la multa di L. 300 nel caso in cui lo esigerà. Cop. infor. sec. XII, sulla perg. conten. il docum. n. 32. Jurium I, col. 146-7; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 50-1; - Imperiale I, p. 261. 40 - 1 150, giù. Guglielmo, Marchese di Monferrato, cede a Genova quanto B' 1/_'' gli spetta da parte paterna per il servizio di Montalto ed i suoi diritti sul castello di Parodi per L. 500 ed una casa datagli dal Comune genovese, impegnandosi a non chiedere altro in avvenire, pena la multa di 10 mila marchi d argento. Cop. infor.. sec. XII, sulla perg. conten. il docum. n. 32. Jurium I, col. 148; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, p. 51; - Imperiale I, pp. 262-3. 41 ~ B*^l8 A/n'3 Guglielmo di Bombello ed Ottone Pisano vendono al Mar- chese.... per tre lire genovesi la ventiquattresima parte di un mulino sul fiume Bisagno. Orig. membr. 16,5 x 13, forato in due punti; annot. dors, data ed ogg. 42 " B * ^i° ^3 Guglielmo, Marchese di Monferrato, giura l’abitazione e la Compagna della città di Genova, promette sicurezza e protezione ai Genovesi ed alle loro cose nella sua terra, di mai -ciare nell’esercito genovese in persona con dieci soldati, di dare consigli ai Consoli genovesi, d’intervenire ai loro parlamenti. Cop. inform. sec. XII, sulla perg. conten. il doc. 32. Jurium I, col. 153-4; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, p. 51; - Imperiale I, pp. 263-4. 43 - [1150 ?] Alleanza conclusa tra il Comune di Genova ed il Comune di B. 1/32 Albenga contro i figli del defunto Marchese Bonifacio. Orig. membr. 33x15 deter. ed illegg. nella prima parte; carta < partita ». 44 - 1154, apr. Goffredo, Ugo e Bertramo di Marsiglia promettono ai Geno-B' 1/33 vesi che ogni anno si recheranno alla fiera di S. Martino, si- curezza alle loro persone e cose, agevolazioni fiscali ed aiuto nella guerra contro un Raimondo Goffredo di Marsiglia. Orig. membr. 44x18, lacun. nella prima parte per guasto della perg.; trac. sig. ader.; carta « partita ». Imperiale I, pp. 301-2. - 10 - 45 - 1 155, mag. B. 1/34 46 - 1155 B. 1/75 47 - 1155, ott. 12 B. 1/36 48 - 1156, nov. 11157 st. pis.l B. 1/37 I 49 - 1157, gen. B. 1/38 Il Comune di Genova, il Conte Bernardo di Milgorio e la Contessa Beatrice promettono reciprocamente, per 5 anni, sicurezza alle persone e cose dei loro sudditi in terra ed in mare. Orig. membr. 19x19,5; carta * partita». Oi.rviERi, p. 288; - Imperiale, I, pp. 321-2. I Marchesi Manfredo, Enrico ed Ottone Boverio promettono di prendere la residenza a Genova, di unirsi ai Genovesi in guerra con 25 soldati a spese del Comune che dovrà inoltre sborsare loro la somma di L. 500, di non imporre nuovi usi e consuetudini agli abitanti di Noli, di riconciliarsi con Savona ed Albenga, di essere fedeli alla Compagna genovese, etc. I Genovesi promettono di riconsegnare il castello di Noli 15 giorni dopo esserne entrati in possesso, di non costruire castelli nella Marca di Savona etc. Cop. infor. sea. XII sulla perg. di cui al n. 88. Jurium I, col. 186-8; - Imperiale I, pp. 323-6. L’Ambasciatore di Emanuele Porfirogenita Comneno, Imperatore di Costantinopoli, promette ai Genovesi sicurezza nelle terre dell’impero, la stessa tariffa doganale che pagano i Pisani, un donativo annuo di 500 iperperi e di due pallii al Comune di Genova, un altro di 60 iperperi e di un pallio all’Arcivescovo della stessa città; a Costantinopoli un embolo e degli scali come quelli concessi ai Pisani ed ai Veneziani. I Genovesi si obbligano a non partecipare all’occupazione di terre dell’impero greco, a difenderlo se altri lo assalirà. Orig. cart. conten. altresì le emendazioni e le istruzioni del governo della Repubblica; carta « partita ». Cop. iìifor. sec. XII (vedi n. 108). Caffaro (1828), pp. 134-5; - Jurium I, col. 183-6; - Bertolotto, pp. 343-7; -Manfroni, pp. 598-601; - Caffaro I, p. 42; - Imperiale, I, pp. 327-30. Guglielmo I, re di Sicilia, a richiesta di Ansaldo Doria e Guglielmo Vento, ambasciatori di Genova, conferma ai Genovesi usi e consuetudini concessi da lui e dal padre Ruggero nel regno di Sicilia, obbligandosi ad escludere dai proprii porti le navi provenzali, ed a non permettere che navi siciliane frequentino i mercati della Provenza. Orig. membr. 46 x66, priv. del sig.; carta « partita ». Cop. infor. sec. XII su perg. 48 x 29. Caffaro (1828), pp. 138-9; - Jurium I, col. 202-3; - Olivulri, p. 290; - Maniconi, p. 602; - Caffaro I, pp. 46-7; - Imperiale I, pp. 338-41. I Consoli di Genova e 300 notabili genovesi, presenti gli ambasciatori di Guglielmo I, re di Sicilia, giurano di osservare l’amicizia conclusa con questi ed il figlio suo Ruggero, - 11 - 50 - 51 - 52 in forza della quale nessun abitante di Genova e del suo distretto potrà prendere servizio presso l’imperatore di Costantinopoli contro il re Guglielmo e gli eredi di lui- Orig. membr. 31x61; trac. sig. pend.; carta « partita». Caffaro (1828), pp. 137-8; - Olivieri, pp. 292-9; - Manfroni, p. 602, Caf faro I, p. 47; - Imperiale I, pp. 344-9. B^l/39Slt 10 ^ Genovesi promettono con giuramento ai Lucchesi per dodici anni la fornitura esclusiva in determinate zone del litorale tirreno di tutto il sale che possa loro occorrere, fissandone il prezzo e le modalità della consegna; obbligandosi ad aiutarli in una eventuale guerra contro i Pisani, se questi ne ostacoleranno il trasporto. Orig. membr. 34 x 25, guasto e lacun. in diversi punti. Caffaro (1828), pp. 157-8; - Imperlale, I, pp. 373-5. 1159, fsett. 10] j Lucchesi promettono con giuramento di osservare, per dodici anni, la convenzione conclusa coi Genovesi per la fornitura esclusiva del sale. Orig. membr. 53 x 28, guasto e lacun. Imperiale I, pp. 375-7. 1161> Statuto della Compagna di Genova. B 18 A/12 Cop. infor. sec. XII su pergam. 66 * 58, corrosa ed illegg. rwi margini latera i. Olivieri, pp. 173-94. 1162, giù. 5 L’Imperatore Federico I concede in feudo al Comune di Gc nova il litorale da Mònaco a Portovenere, il diritto di eleggere i propri consoli, di amministrare la giustizia, conferma la proprietà di tutti i castelli, porti e diritti, dà in feudo a città di Siracusa e 250 terre in Val di Noto; in ogni città marittima che conquisterà una via, una chiesa, un bagno, un fondaco ed un forno; esenzione da qualunque dazio, facoltà di scacciare i Provenzali ed i Francesi dal commercio in Sicilia, in Calabria, in Puglia e nel territorio veneto, metà del bottino di guerra; proibisce a chiunque di offendere nello persone e nelle cose i Genovesi pena la multa di mille lire di oro; s’impegna a non far pace o tregua col re di Sicilia nè con altri senza il consenso dei Consoli Genovesi. I Genovesi presteranno giuramento di fedeltà all’imperatore, impegnandosi ad allestire per lui una flotta, ad aiutarlo nella conquista della Sicilia, della Puglia, della Calabria e del Principato di Capua, a combattere anche contro i Saraceni nel regno di Lupo, del Re di Maiorca e di Minorca, a richiesta dell’imperatore, purché dopo spirato il termine della pace - 12 - 54 - [1162], giù 7 B. 1/42 55 - 1164, sett. B. 1/43 56 - 1164, selt. B. 1/44 57 - 1165, nov. B. 1/45 conclusa col Re di Majorca ed a patto di ricevere in compenso la terza parte del bottino. Cop. autent. cart. del 30 genn. 1638 ricavata da altra pure autent. dell’agos. 1229. Due cop. infor. cart. sec. XVII e XVlll. Caffaro (1828), pp. 177-9; - Jurium I, col. 207-13; - Caffaro I, p. 66; -Imperiale I, pp. 395-404. Papa Alessandro III informa l’Arcivescovo, il clero ed il popolo di Genova del consiglio e dell’aiuto dato al cancelliere genovese per una loro conciliazione col Conte di S. Gilles ed i suoi uomini; della solenne accoglienza avuta a Montpellier, dove ha ricevuto gli onori di arcivescovi, vescovi, Re, principi e di tutta la chiesa occidentale; della sentenza di scomunica da lui pronunciata nel giorno dell’Ascensione contro l’antipapa Ottaviano, contro l’imperatore Federico I e tutti i loro complici. Orig. membr. 21,5x26. Desimoni, Regesti, p. 66, n. 171 e pp. 102-3; - Kehr, pp. 269, 283, 329; -Imperiale I, pp. 393-5. Barisone II, re di Sardegna, riconoscendo l’aiuto prestatogli dai Genovesi nell’acquisto del suo regno, promette loro lire 100 mila per le guerre che dovranno sostenere, 400 marchi d’argento ogni anno, 2 tenute in Sardegna a scelta dei Consoli genovesi, per la fabbrica della chiesa di S. Lorenzo in Genova; la costruzione per sè di un palazzo reale a Genova entro 3 anni dopo che i predetti Consoli gli avranno fornito l'area necessaria, il suo aiuto perchè l’Arcivescovo di Genova ottenga il primato e le legazioni in Sardegna, la cessione dei castelli di Arcolento e di Mamilla, e di tanta area in Oristano sufficiente per la costruzione di 100 case per i mercanti genovesi, etc. La moglie di Barisone aderisce col proprio giuramento e promette di far giurare quello dei suoi figli cui spetterà il regno, prima di succedere. Cop. infor. sec. XVI su un fogl. cart. conten. pure i docttm. di cui at nn. 132, I33, 149 e 170. Manno I, p. 316; - Tola, pp. 227-8. Barisone II, re di Sardegna, promette con giuramento di aiutare i Genovesi, se essi lo vorranno, perchè il loro arcivescovo ottenga il primato e la legazione pontifìcia in Sardegna. Orig. menilir. 25 x 22, priv. del sig. pcnd. Caffaiio (1828), pp. 208-9; - Manno I, p. 316; - Chart. I, col. 841; a Jurium II, col. 11; - Tola, pp. 231-2; - Caffako I, pp. 165-6; - Imperiale II, pp. 14-5. 1 Romani ed i Genovesi, condonatesi reciprocamente le offese, si promettono vicendevolmente per 29 anni pace, sicu- - 13 - rezza, protezione e libertà di commercio ciascuno nell ambito del proprio dominio, alleandosi contro Pisa. Orig. membr. 62x39. Orig. membr. gravem, dantiegg. 62 x 38. Imperiale II, pp. 11-12 e 22-27. 58 - 1166. n Senato di Roma ratifica il trattato di pace, di commercio e di alleanza stipulato con Genova il 23 (?) novembre 1165, Orig. membr. 65 x 53 trac. sig. ader. Imperiale II, pp. 29-34. 59 - 1166, apr. Uguale trattato di pace, di alleanza e di commercio concluso B 1/47 tra i Consoli di Genova e quelli dei Mercanti e dei Marinai dell’Urbe. Orig. membr. 65 x 53; trac. sig. ader. Chart. II, col. 997-1001; - Imperiale II, pp. 34-9. 60 - I' 166] L’Arcivescovo d’Arles, i Signori del Borgo ed i Conso i 1 questa città, notificano ai Consoli ed al popolo di Genova i aver dato piena esecuzione alla richiesta presentata da Fi ip-po di Bonifacio, loro console ed ambasciatore, e li pregano di mandare entro la festa di S. Martino lo stesso ambasciatore od altro per definire ogni eventuale vertenza che potesse essere insorta in seguito ad involontaria infrazione dei patti antecedentemente conclusi fra Genova ed Arles. Orig. membr. 19x30; trac. sig. pend. Caffaro I, pp. 179-80 e 184-5; - Imperiale II, pp. 47-9. 61 - 1166. ott. 7 I Lucchesi giurano di osservare il trattato di pace e di al- B 1/49 leanza concluso per 29 anni coi Genovesi, ai quali promet- tono sicurezza, libertà di commercio in Lucca, buona giustizia, aiuti contro i Pisani, i Malaspina od altri nella difesa di Portovenere in caso di assedio, o nel recupero di esso, in caso venisse conquistato; di non far pace, guerra o tregua coi Pisani senza il consenso dei Genovesi, di rispettare il patto concluso precedentemente con loro per la fornitura esclusiva del sale, di confermare ogni 6 anni il presente trattato con un giuramento di 200 cittadini lucchesi, salva la facoltà di modificarlo di comune accordo coi Genovesi. Cop. infor. se c. XII su perg. 42,5 * 42,5. Caffako I, p. 193 en. 1; - Imperiale II, pp. 40-7. 62 - 1166, ott. 310 lucchesi ed il messo dei Consoli Maggiori di Lucca giu- rano pubblicamente l’osservanza del trattato stipulato coi Genovesi. Orig. membr. 66 *27,5 priv. del sig. pcnd. Caffako I, p. 193; - Imperiale II, pp. 44-6 (in nota). - 14 - 63 - [1166-67] gen. 18 B. 1/51 64 - 1167, feb. 13 B. 1/52 65 - 1167, mar. B. 1/53 66 - 1167, giù. 2 B. 1/54 11 Pontefice Alessandro III partecipa all'Arcivescovo di Genova il felice ritorno suo e della Corte Pontificia a Roma, 1 ottima accoglienza ricevuta dai senatori, dal clero e dal popolo romano; esprime la sua piena fiducia che Iddio fra poco largirà la pace e la quiete alla sua Chiesa. Lo prega di ammonire i Consoli Genovesi a difendere la Sardegna contro i Pisani che tentano di sottrarla al dominio ed alla giurisdizione della Chiesa Romana. Orig. membr. 16x22; trac. sig. pend. Tola, p. 223 (con data 1162); - Desimoni, Regesti, p. 67, n. 175; - Kehr, p. 269, n. 16 e p. 329, nn. 31 e 32; - Imperiale II, pp. 27-8, in data 1166. Rainaldo, Arcivescovo di Colonia ed Arcicancelliere dell’imperatore in Italia, dichiara incorsi nel bando imperiale il Marchese Guglielmo Saraceno, suo fratello ed i Marchesi di Gavi per non aver obbedito al precetto imperiale di restituire ai Genovesi il castello di Parodi da essi occupato violentemente. Promette ai Consoli Genovesi che l’imperatore intimerà al Comune di Pavia, ai Marchesi del Vasto, di Ponzone, del Bosco e Malaspina, al Conte Geveardo di prestare aiuto ai Genovesi per il recupero del castello, proibirà a Guglielmo, Marchese di Monferrato, d’intervenire nel conflitto contro i Genovesi. Orig. membr. 24,5x21, privato del sig. pend. Jurium I, col. 225-7; - Gorrini, Voghera e Genova, pp. 4-5; - Caffaro I, pp. 193-4; - Imperiale II, pp. 63-6. Pace stipulata per 50 anni tra i Comuni di Cremona, Milano, Mantova, Bergamo, Brescia, i quali si promettono reciprocamente protezione e difesa dei loro uomini e sostanze, salva sempre la fedeltà all’imperatore Federico, il risarcimento dei danni eventualmente subiti, il pagamento dei debiti, etc., impegnandosi a rinnovare il presente trattato ogni 10 anni e ad osservarlo anche nei riguardi di altri che vi vorranno aderire. Cop. infor. sec. XII, su una perg. 66 x25 deter. dall'umid. e conten, pure l'atto di cui al n. 68. Chart. II, col 1010-11. I Consoli di Genova determinano il tributo che i mercanti lucchesi devono pagare ai Signori di Cogomo, della Torre ed ai Valvassori Moreschi di Lavagna per la sicurezza del loro transito da Sestri a Rovereto. Cop. infor. sec. XVilJ in un fogl. cart. conten. pure l'atto di cui al n. 168. — 15 — 67 - 68 - 69 70 71 72 - 1167, lug. 17 £ Consoli di Genova e di Lucca si concedono vicendevol-B. 1/55 mente la facoltà di firmare una tregua di 10 anni con Pisa, ferma restando la convenzione conclusa tra Genova e Lucca. Orig. membr. mutilo e lacun. nella prima parte, 31,5x16,5 carta « partita ». Olivieri, p. 333; - Caffaro I, pp. 202 e 210-11; - Imperiale II, pp. 68-9. 1167, dic. i Salva la fedeltà all’imperatore Federico e salvi 1 diritti dei B' 1 Re e degli Imperatori, i Cremonesi, i Milanesi, i Bergama- sci, i Bresciani, i Mantovani si alleano per 20 anni cogli uomini di Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Ferrara, Piacenza, Lodi e Parma, promettendosi con giuramento vicendevole aiuto contro chiunque, impegnandosi a non fare pace o guerra o alleanza senza il comune accordo dei rettori delle suddette città. (Segue la formula del giuramento dei rettori). Cop. infor. sec. XII sulla perg. di cui al n. 65. Chart. II, col. 1013-15. g16j’/5™ar- Ugo Embriaco, Signore di Gibelletto, concede ai Genovesi la esenzione da ogni imposta tanto personale che reale in tutti i suoi dominii. Orig. membr. 26,5 x 20,5; trac. sig. pend. Cop. infor. cart. sec. XVII. Caffaro (1828), pp. 54-5 (con data errata 1178); - Jurium I, col. 230, - Impe riale II, pp. 74-5. 1168, ott. 23 II Marchese Opizzo Malaspina insieme al figlio Moroello B 1/58 e 59 g*ura fedeltà all’Arcivescovo ed al Comune di Genova, promette con giuramento protezione e sicurezza ai Genovesi ed alle loro sostanze nel suo territorio, buona giustizia tanto nelle cause patrimoniali che nelle penali, manutenzione, vigilanza e libero e sicuro transito delle strade di accesso a Genova; dona al Comune della città ogni suo diritto sul castello e territorio di Monleone, promette infine di osservare le sentenze emesse dai Consoli di Genova presenti e futuri nelle controversie che potranno sorgere fra lui od i suoi vassalli e gli arimanni e i commendati di Cicagna, o fra lui Marchese e i suoi uomini ed i Genovesi; di prendere servizio a proprie spese pel Comune di Genova con 15 cavalieri e 100 arcieri; perdona tutte le offese, incendi e rapine perpetrate dai Genovesi. Cop. infor. sec. XVII in un fase. cart. conten. pure l'atto di cui al n. 72-Jurium I, col. 232-5; - Imperiale II, pp. 76-81. 1168, ott. 23 I Consoli del Comune di Genova avendo accettato la sen-B. 1/58 e 59 tenza pronunciata da Simone D’Oria e Folco de Castro sulla vertenza per Monleone, si obbligano a pagare L. 300 al - 16 - Marchese Opizzo M alaspina, a dare 2 cavalli, 2 bandiere e L. 12 ai mediatori della convenzione tra loro conclusa. Promettono inoltre di far pagare ogni anno, spirato il termine del loro consolato, 25 lire genovesi per ciascuno ai Marchesi Opizzo e Moroello, e di far assegnare loro una casa di abitazione; di rendere conto di ogni offesa arrecata da un genovese ai suddetti Marchesi o ai loro uomini, di emettere un buon giudizio nelle contese che potranno sorgere fra essi Ma-laspina ed i loro commendati ed arimanni, di osservare le sentenze pronunciate dai detti Marchesi nelle controversie fra i loro uomini ed i Genovesi; condonano tutte le offese ed i danni arrecati ai Genovesi od a quelli di Cicagna. Cop. infor. sec. XVII nel fase, di cui ai nn. 70 e 71. Jurium I, col. 235-7; - Imperiale II, pp. 81-4. Barisone II, Re di Sardegna, promette di consegnare ai Genovesi, fornito di viveri per i custodi di esso, il castello di Arcolento, ogni sua terra e possedimento a garanzia dei debiti che ha verso il Comune ed i cittadini di Genova; di dare 140 ostaggi scelti fra i migliori sardi; di versare subito 4.000 lire in oro, argento e stoffe di seta nelle navi con le quali ritornerà a Genova insieme alla moglie ed ai suoi figli. Min. in un fogl. cart. conten. pure i docum. di cui ai nn. 74, 75, 76, 77 e 78. Manno I, p. 323; - Jurium I, col 241; - Tola, pp. 235-6; - Caffaro I, p. 212; - Imperiale II, pp. 84-5. I Consoli del Comune di Genova promettono con giuramento a Barisone II,. Re di Sardegna, di restituirgli il castello di Arcolento ed ogni altro suo possedimento a sue spese custoditi e difesi; di lasciarlo partire liberamente assieme alla moglie, ai figli ed agli ostaggi non appena egli avrà pagato tutti i suoi debiti tanto al detto Comune che ai creditori genovesi. Obbligheranno i loro successori nel consolato a mantenere queste promesse. Min. nel fogl. cart. di cui al n. 73. Jurium I, col. 242; - Tola, p. 236; - Imperiale II, pp. 85-6. Alcuni vassalli s'impegnano ad armare, a loro spese, 4 galee per trasportare in Sardegna il Re Barisone ed a sottostare insieme all’equipaggio, tanto all’andata che al ritorno, agli ordini dei Consoli genovesi. Min. nel fogl. cart. di cui al n. 73. Manno I, p. 323; - Jurium I, col. 241; - Tola, p. 236; - Caffabo I, p. 212; -Imperiale II, p. 86. - 17 - 76 - 11168], B. 1/61 I Consoli del Comune di Genova promettono agli armatori delle 4 galee che dovranno trasportare in Sardegna il Re Barisone di rimborsar loro le spese sostenute appena riscossa la prima parte di denaro promesso dal suddetto Re alla Repubblica e di renderli partecipi ogni anno delle esazioni che si faranno in Arborèa fino al completo rimborso di ogni altro loro credito. Min. nel fogl. cart. di cui al n. 73. Jurium I, col. 242-3; - Tola, p. 236; ImperialB II, pp- 86-7. 77 - 11168], B. 1/61 78 11168], B. 1/61 79 1169, mag. B. 1/67 I Consoli del Comune di Genova incaricano Nuvelone perchè procuri di far stipulare una convenzione fra 1 giudici di Sardegna ed il Re Barisone II, che dovrà essere poi ricondotto a Genova, o di ottenere, prima di lasciarlo libero m Sardegna, lo sborso di L. 10.000 e la consegna e caste o di Erculento e di un sufficiente numero di ostaggi, in ormano inoltre Nuvelone che i giudici di Torres e di Cagliari ovian no pagare L. 10.000 per il riscatto del Re di Arborea, il quale dovrà rinunciare al privilegio della Sardegna concesso gli dall’imperatore e prestare sufficiente garanzia per osser vanza della pace. Min. nel fogl. cart. di cui al n. 73. Jurium I, col. 243; - Tola, p. 237; - Imperiale II, pp. 87-8. Nota dei debiti di Barisone II, Re di Sardegna, verso il Co mune ed i privati cittadini genovesi. Min. nel fogl. cart. di cui al n. 73. Jurium I, col. 243-4; - Tola, p. 237; - Imperiale II, p- 88. Trattato di pace stipulato per 29 anni tra Genova e Pisa, col quale, fra l’altro, i Pisani s’impegnano a restituire tu o quello che hanno preso ai Genovesi dopo la tregua fatta a l’imperatore, a consentire libero commercio in Pisa, a ivi dere coi Genovesi, in parti uguali, ogni riscossione che a ranno in Sardegna dove avranno possedimenti eguali pei numero e qualità a quelli dei Genovesi, ad eleggere uè Consoli per risolvere le controversie tra Pisani e Genovesi. Cop. infor. sec. XII su perg. 35x24,5. Jurium I, col. 244-6; - Tola, p. 238; - Caffaro I, pp. 224-5; - Imperiale li, pp. 99-102. 80 - 1169, lug. 1 B. 18 A/13 Tre Consoli del Comune di Genova promettono di pagare entro la metà di genn. a due lucchesi ivi nominati lire 145 di cui sono debitori. Orig. membr. 25,5x15,5; annoi, dors, data ed ogg. carta * incisa*. - 18 - 81 - 1169, B. 1/68 82 - 1169, oit. B. 1/69 83 - 1170, feb. B. 1/70 Boamondo III, Principe di Antiochia, conferma le donazioni ed i privilegi concessi ai Genovesi in Antiochia, Laodicea e nel porto di Suidino da Boamondo, figlio del Principe Roberto il Guiscardo; promette con giuramento di far risarcire le offese ed i danni che potranno essere arrecati ai Genovesi in quei luoghi; libertà di commercio, protezione e sicurezza alle loro persone e cose in tutto il suo territorio. Il legato genovese giura a nome del Comune di difendere contro chiunque la persona e le cose del Principe di Antiochia e dei suoi uomini. Orig. membr. 28x21. Jurium I, col. 249-50; - Imperiale II, pp. 102-3. Amico di Murta, legato genovese, promette a nome del suo Comune, che i Genovesi non recheranno mai in alcun modo danno all’imperatore greco o al suo territorio che in caso di assedio sarà pure difeso da quelli di loro colà residenti; che saranno puniti quei genovesi che danneggeranno il territorio o i sudditi dell’impero. Se l’imperatore vorrà mandare a Genova denaro, materiale, uomini o navi contro chiunque, i Genovesi dovranno decorosamente riceverli e difenderli nell’ambito del proprio territorio; l’imperatore Romano d’Oriente, Porfirogenita Emanuele Commeno, promette al Comune di Genova un embolo, uno scalo ed una chiesa fuori di Costantinopoli, un donativo annuo di 500 iperperi e di 2 pallii alla città di Genova, di 60 iperperi e di 1 pallio all’Arcivescovo di essa con un anticipo di 26 annualità; protezione alle persone e sostanze dei Genovesi nel territorio del suo Impero, buona giustizia in caso di offese ricevute, libertà di navigazione e di commercio in tutto l’impero eccettuato Russia e Màtraca; aiuto a recuperare le merci rubate in caso di naufragio. Cop. infor. sec. Xll su una perg. 57,5 x 49,5 conten. pure gli atti di cui ai numeri 84 e 85. Cop. infor. cart. stesso secolo guasta e lacunosa. Cop. infor. cart. sec. XII (vedi n. 108). Caffaro (1828), pp. 141-2 (con data sbagliata 1157); - Jurium I, col. 252-5 (con data del 1170); - Bertolotto, pp. 352-61; - Manfroni, pp. 609-11; - Caffaro I, p. 235, e n. 1; - Imperiale II, p. 104-16. I Marchesi Guglielmo e Bonifacio ed il Comune di Albenga reciprocamente si obbligano a demolire i nuovi castelli di Maro, Lavina, Vellego, Pietra e Andora ed a non costruirne dei nuovi nei limiti descritti in essa convenzione se non di comune accordo fra essi Marchesi e i Consoli di Albenga. Orig. membr. 44x16. - 19 - 84 - [1170], apr. io Descrizione e consegna dell’embolo concesso ai Genovesi dall’imperatore greco nella città di Costantinopoli, fatte dai Commissari Imperiali. 85 - [1170], mag. B. 1/69 86 - [1170], B. 1/73 87 - 1170, ott. 12 B. 1/74 88 - 1170, nov. 2 B. 1/75 Cop. ùifor. sec. XII, scrìtta sulla perg. di cui al it. 82. Due cop. infor. cart. stesso secolo. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 178-9; - Bertolotto, pp. 364-6; - Manfroni, p. 615; - Imperiale II, pp. 119-21. L’Imperatore greco cambia l’embolo e lo scalo promessi ai Genovesi dall’esterno all’interno di Costantinopoli e stabilisce di far pagare loro 10 annualità del donativo promesso. Cop. infor. sec. XII sulla perg. di cui al n. 82. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 179-80; - Bertolotto, pp. 366-7; Manfroni, p. 615; - Imperiale II, pp. 117-9. Amico di Murta, legato genovese, ritornato da Costantinopoli, conferma con giuramento dinanzi a testimoni gl impegni assunti a nome della Repubblica verso l’impero greco nella convenzione con questo conclusa nell’ottobre 1169. Orig. cart. parziahn. deter.; carta « partita ». Cop. infor. sec. XII (vedi n. 108). Imperiale II, pp. 121-3. Il Papa Alessandro III esorta il Re di Gerusalemme a ripristinare le lettere d’oro che nel tempio di quella città indicavano i diritti e le consuetudini goduti dai Genovesi nel Regno Gerosolimitano perchè questi continuino ad essere osservati. Cop. infor. cart. se c. XVII. Jurium I, col. 228-9 (in data 1167); - « Giorn. Ligustico », 1883, p. 164; - Desimoni, Regesti, p. 68 (in data 1167-9); - Kehr, p. 330 (in data 1167-9); - Caffaro I, p. 129; - Imperiale II, pp. 70-1, in dota 1167. I Consoli del Comune di Genova, esaminate le ragioni di Enrico I, Marchese di Savona, provate per mezzo di idonei testimoni, decretano che gli abitanti di Noli non debbano costruire alcun edifìcio sul poggio di Noli nè alcun muro intorno al borgo di Noli, nè torri o case fortificate, nè possano entrare nel castello di Noli senza licenza dei Consoli del Comune e del Marchese Enrico tranne nel caso di incursioni da parte dei Saraceni o dei Pisani, con l’obbligo di uscirne appena cessata l’aggressione. Orig. su perg. 37 x 48, parzialm. guasta dalVumid., conten. pure l'atto di cui al n. 46. Jurium I, col. 251-2; - Imperiale II, pp. 123-4. - 20 - 89 - [1170?] B. 18 A/14 90 - 1171 mag. 1 B. 1/76 91 - 1171, mag. B. 18 A/15 92 - 11171] mag. 1 B. 18 A/15 93 - (1171, giu.) B. 18 A/14 I Marchesi di Gavi e quelli di Parodi fanno lega per costruire e difendere il castello di Carrosio, promettono vicende-volm. di aiutarsi in caso di guerra, etc. Cap. infor. sec. XII su foglio cart. conten. pure gli atti di cui ai nn. 93 e 94. Desimoni, Docc. di Gavi, pp. 70-2; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 63-5. Raimondo V, Duca di Narbona, Conte di Tolosa e Marchese di Provenza, promette con giuramento, per ventinove anni, protezione e sicurezza ai Genovesi ed alle loro sostanze nel suo territorio, buona giustizia nel caso in cui ne sarà richiesto, divieto ai Pisani ed alle loro cose di entrare nel suo dominio fuorché quando essi verranno per terra e in pace coi Genovesi; blocco del porto di Montpellier e guerra, se Guglielmo di Montpellier non farà uguale o miglior trattato coi Genovesi o non farà pace con lui, Duca di Narbona, la piena osservanza delle precedenti convenzioni, nessuna imposizione di nuovi tributi. Cop. infor. membr. sec. XII 44x28 parzialm. lacunosa. Jurium I, col. 256-7; - Imperiale II, pp. 127-30. 1 fratelli Guglielmo e Raineri, marchesi di Parodi, restituiscono il castello di Parodi da loro usurpato e giurano fedeltà al Comune di Genova di cui si riconoscono vassalli. Promettono sicurezza nel loro dominio ai Genovesi, ai quali non imporranno tributi, di fornire per la guerra in corso 32 soldati e 100 serventi, dieci soldati in ogni altra impresa. Entro un mese giureranno fedeltà al Comune di Genova gli uomini di Parodi da 16 a 70 anni. C.op. infor. sec. XII su foglio cart. conten. pure il n. 92. Jurium I, col. 259*61; - Desimoni, Docc. di Gavi, pp. 66-8; - Ferretto, Ncn'i e Valle Scrivia, pp. 65-7; - Imperiale, II, pp. 132-5. I Consoli del Comune di Genova danno in feudo ai marchesi Guglielmo e Raineri il castello di Parodi. Cop. infor. scc. XII sul foglio di cui al n. 91. Jurium I, col. 261; - Desimoni, Docc. di Gavi, p. 68; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 67-8; - Imperiale II, p. 135. 1 vassalli dei marchesi di Parodi giurano che se i detti marchesi non osserveranno la convenzione stipulata col Comune di Genova si staccheranno da essi e presteranno il loro aiuto ai Genovesi, per ricuperare il castello di Parodi. Cop. infor. scc. XII sul foglio cart. di cui al n. 89. Jurium I, col. 266; . Desimoni, Docc. di Gavi, p. 68; - Ferretto, Novi e Valle Serii'ia, p. 68; Imperiale II, p. 136. - 21 - 94 - 1171, giù. 84 uomini di Parodi giurano fedeltà al Comune di Genova. B. 18 A/14 Cop. infor. sec. XII sul foglio cart. di cui al n. 89. Jurium I, col. 266-7; - Desimoni, Docc. di Gavi, pp. 68-70; - Feuiietto, Novi « Valle Scrivia, pp. 68-9; - Imperiale II, pp* 136-7. 95 - 1172, gen. 17 Barisone II, re d'Arborèa, giura di assumere a suo carico B- 1/77 fino a completa estinzione dei suoi debiti, le spese per il personale di custodia ed il rifornimento di viveri ei caste 1 di Arcolento e di Mamilla, occupati dai Genovesi a garanzia dei loro crediti; di consegnare, prima di sbarcare al console Ottone di Caffaro, alcuni ostaggi, tra i quali i proprio figlio Pietro. Entro un mese dal suo arrivo in Arborea pagherà allo stesso Ottone 1000 lire genovesi e le spese deUa nave con la quale sarà condotto in Sardegna, entro i giugno dello stesso anno darà al medesimo console o a un altro messo del Comune di Genova L. 7.000 in mercanzie che saranno trasportate a Genova a suo rischio, per essere vendute a pagamento dei suoi debiti; dal 24 giugno in poi, ogni anno, tanta merce del valore di L. 4.000 e ciò fino a com pietà estinzione dei suoi debiti. Giura ancora di proteggere nel suo Regno i Genovesi, i quali avranno piena liberta i commercio; di non far pace o tregua, guerra od alleanza coi Pisani o coi giudici sardi e di non concedere ai Pisani i soggiorno o la facoltà di commerciare nel suo Regno se^za il permesso del Comune di Genova. Promette infine ai e novesi in Oristano o altro luogo di loro gradimento terre sufficienti per erigervi decorose abitazioni ed esercitare i commercio. Queste promesse saranno convalidate dal giuramento c e l’Arcivescovo di Oristano, dei vescovi e prelati del suo Re gno e di 100 scelti cittadini, nonché da quello di suo fig i° successore e di sua moglie. Orig. membr. 70 x 26; annot. dors, data c luoghi cui si riferisce la convenzior Chart. II, col. 1029-32; - Jurium I, col. 267-70; - Tola, pp. 241-2; - Imperiale, II, pp. 144-9. 96 - 1172, mar. 6 Cristiano, Arcivescovo di Magonza, Arcicancelliere di Ger B' *^78 mania e legato dell’imperatore in Italia, promette con giù ramento ai Consoli di Genova ed a quelli di Lucca di co -pire col bando dell’imperatore, entro la quarta domenica i quaresima dello stesso anno, la città ed il popolo di Pisa e di annullare tutti i privilegi concessi ai Pisani dagli Imperatori; di far giurare al Conte Macario ed ai figli di lui guerra contro i Pisani ed aiuto ai Lucchesi e Genovesi nella guerra contro Pisa; di far fare analogo giuramento al popolo di S. Miniato, di Volterra, di Canniano, di Gambassi; - 22 - 97 - 1172, giù. B. 1/79 98 - 1172, se». 2 B. 1/80 99 - 1174, mar. B. 1/81 di aiutare i Genovesi ed i Lucchesi col suo esercito nella devastazione delle terre pisane, fino a quando i Pisani non gli affideranno il mandato di concludere la pace coi Genovesi ed i Lucchesi, nel qual caso si adoprerà perchè la Sardegna sia divisa in due parti uguali, da assegnare una ai Genovesi e l’altra ai Pisani. Inoltre consegnerà ai Genovesi ed ai Lucchesi il castello di Viareggio con tutte le munizioni. Orig. membr. 36,5 x 22; trac. sig. pcnd. Due cop. infor. membr. sec. XU, una 41x19 ed una 48,5x24 in cui si legge un'aggiunta con la quale Cristiano di Magonza giura ai soli Consoli genovesi di adoperarsi sempre a favore di Genova nella Corte dell’imperatore Federico e del figlio Enrico dovunque e specialmente in Italia. Olivieri, pp. 345-6; - Tola, pp. 242-3; - Caffaro I, pp. 247-53; - Imperiale II, pp. 151-54. » Cristiano, Arcivescovo di Magonza, Arcicancelliere di Germania e legato Imperiale in Italia, dichiara che manterrà fede alla convenzione stipulata il 6 marzo prec. con Genova e Lucca anche se eleggerà due persone per ciascuna delle città di Genova, Lucca, Pisa e Firenze per concordare la pace tra queste città. Promette e giura ai Consoli di Genova ed a quelli di Lucca di confermare e di far confermare dall’imperatore la suddetta pace appena sarà conclusa. Cop. infor. scc. XII su perg. 17,5x17,5; annot. dors, data e ogg. Cai-FARO I, p. 253, n. 1; - Imperiale II, pp. 157-8. I Treguani della Lunigiana promettono ai Consoli di Genova di marciare all’assedio ed alla conquista del castello di Trebbiano per i primi otto giorni a proprie spese, dopo a spese della Repubblica. Gerardo di Fosdinovo giura per sè, i suoi alleati ed il Console di Pontremoli la piena osservanza di questa promessa. I Consoli genovesi promettono di pagare ai Treguani della Lunigiana, nella misura e nei termini indicati nella presente convenzione, le spese della guerra. Orig. membr. 44x16; carta « partita ». Chart. II, col. 1033-5; - Imperiale II, pp. 158-60. 14 Gli arbitri eletti nella guerra tra Genova ed i Marchesi Opizzo e Moroello Malaspina, ordinano a questi di osservare la loro sentenza facendo la pace coi Genovesi, con Guglielmo Marchese di Parodi, con Guglielmo Marchese di Massa, coi Marchési di Gavi ed i Signori di Lagneto, di Celasco, di Montalto e con tutti gli alleati di Genova; di consegnare ai Consoli genovesi il castello di Lerici, il castello e borgo di Pietraretta, il castello di Figarolo perchè - 23 - 3 00 - 101 - siano demoliti; di non costruire nel futuro ed impedire la costruzione di castelli e fortezze nelle zone di cui indicano i limiti. Nel caso di un conflitto tra Genova e gli uomini di Lavagna, di Passano e di Cogorno, i Marchesi Malaspina aiuteranno i Genovesi con 20 soldati e 100 arcieri. Inoltre daranno a Genova i loro vassalli di Cicagna e nel caso di una vertenza coi Genovesi per gli uomini di Cicagna, si atterranno al giudizio dei Consoli genovesi. Infine dovranno osservare quanto stabilito nella prec. convenzione del 23 ottob. 1168. I Malaspina giurano ai Consoli genovesi di osservare quanto sopra sentenziato. Cop. infor. sec. XV in un quader. cart. conten. pure i docum. di cui ai nn. 100, 536, 598 e 749. Jurium I, col. 288-90; - Caffaro II, p. 5; - Imperiale II, pp. 184-7. H74, mar. 15 Gli arbitri eletti nella guerra tra Genova ed i Marchesi Ma-laspina ordinano ai Consoli genovesi di attenersi alla loro sentenza facendo la pace coi suddetti Marchesi, ai quali dovranno pagare, in rate ed alle scadenze nell’atto indicate, lire 3.700 per la consegna dei castelli di Lerici, Pietraretta e Figarolo che saranno poscia demoliti; di rispettare la convenzione precedentemente stipulata coi Marchesi in parola, di demolire il castello di Nasso; di riammettere al beneficio del feudo gli uomini di Lavagna e di Passano. Annullano i lodi pronunciati contro gli uomini di Lavagna, di Passano e di Cogorno dai Consoli del Comune usciti di carica. Orig. membr. 50,5 x 19,5; carta « partita j>; trac. 3 sig. pend. Cop. infor. sec. XV nel quader. cart. di cui al n. 99. Jurium I, col. 290-3; - Caffaro II, p. 6; - Imperiale II, pp. 188-91. b17i’/838 Raimondo V, Duca di Narbona, Conte di Tolosa e Marchese di Provenza, dona ai Genovesi: un fondaco nella città di S. Gilles, una via a loro scelta in Arles, l’intera città di Marsiglia, il castello di Hyeres, metà dei luoghi, città e castelli esistenti nel tratto che va da Arles al castello di Tur-bìa, tutti i porti compresi fra Turbìa e Narbona, le saline di Bouc, il poggio di Monaco per costruirvi una fortezza, il castello di Turbìa, la metà di Nizza, piena libertà di residenza e di commercio in tutto il suo dominio con esenzione completa di imposte e di tributi; protezione e sicurezza alle loro persone e cose; buona giustizia. Promette inoltre di non far pace nè alleanza col Re di Aragona senza il consenso dei Genovesi, ai quali fornirà 100 soldati armati in caso di guerra navale. Orig. membr. 68 x25; carta «partita». Cop. autent. sec. Xlll su perg. 53 x 42,5; trac. 5 sig. pend; annot. dors, data ed ogg. Cop. infor. sec. XV11 in un fase. cart. conten. pure il docum. di cui al n. 102. Jurium I, col. 296-300; - Caffaro II, p. 6; - Imperiale II, pp. 191-7. - 24 - 102 - 103 - 104 - 105 - B^l/83^ 1 Consoli del Comune di Genova promettono con giuramento a Raimondo, Duca di Narbona, Conte di Tolosa e Marchese di Provenza, di aiutarlo con 16 navi nella conquista del castello di Tarascona, delle città di Arles e di Nizza, del castello di Hyeres e di tutti gli altri castelli e luoghi fortificati che sono sulla costa da Arles a Turbìa, per il primo mese a proprie spese e dopo col corrispettivo di 50 soldi milgoriensi al giorno per ogni nave; di non far pace o tregua nè trattato di alleanza col Re di Aragona senza il consenso del Duca o dei suoi eredi; di rendere buona giustizia nel caso in cui un genovese offenderà uno dei suoi sudditi, i quali nel genovesato godranno piena libertà di soggiorno e di commercio, esenti da qualunque imposta e tributo. Cop. infor. sec. XVII nel fase, di cui al n. 101. Jurium 1, col. 294-6; - Imperiale II, p. 197-200. U74, sett. Istruzioni date dai Consoli del Comune di Genova a Gri-maldo inviato presso l’imperatore di Costantinopoli, per ottenere maggiori e migliori concessioni in Oriente, il pagamento delle somme promesse nella prec. convenzione fatta 19 anni prima; la riparazione delle perdite sofferte dai Genovesi negli emboli di Santa Croce e di Copària, nonché nel naufragio, o sequestro, o incendio di navi avvenuti entro i confini dell Impero di Costantinopoli, per regolarsi infine nella ripartizione del denaro che riuscirà ad avere. Seguono i nominativi dei Genovesi che hanno subito delle perdite in Oriente con l’ammontare relativo per ciascuno di essi controsegnato. Min. in un quader. cart. 1174, nov. Guglielmo li, Re di Sicilia, promette di osservare le con-B. 1/86 venzioni stipulate dal padre suo con i Genovesi nel 1156 se questi alla loro volta terranno fede ai patti giurati. Cop. autent. 10 aprile 1266 su perg. 38,5x21. Jurium 1, col. 300-1; - Caffaro II, p. 5; - Imperiale II, pp. 202-4. 1174, die. 24 Grimaldo, eletto ambasciatore presso l'imperatore d’Oriente giura di compiere la missione affidatagli ad onore ed utilità della città di Genova, secondo le istruzioni dei Consoli. Entro un mese dal suo ritorno consegnerà quanto avrà ricevuto, tranne quello che gli occorrerà per il suo mantenimento. Non permetterà ad alcuno dei suoi figli di rendersi vassallo dell’imperatore. Min. sulla prima pag. ili un quader. cart. sul cui retro è riportata una parte delle istruzioni consolari di chi al n. 103, e conten. pure i docc. di cui ai nn. 106, 107, 108. llmiToumo, p. 368; Imperiale II, pp. 204-5. - 25 - 106 - 107 - 108 [108 [108 109 1174, die. Istruzioni dei Consoli del Comune di Genova a Grimaldo, --st na- ambasciatore presso la Corte di Costantinopoli, ed elenchi tiv.] di genovesi che hanno diritto al risarcimento dei danni su- B 1/87 bìti (come al n. 103). Min. nel quader. cart. di cui al ». 1 05. Bertolotto, pp. 369-402; - Manfroni, pp. 619-22; - Imperiale II, pp. 206-22. U74- Ugo Cassina giura che quando Oberto Forte si recò alla Corte di Costantinopoli a riscuotere 1000 iperperi, non andò come suo procuratore e che anzi prima di partire lo aveva fatto giurare dinanzi a testimoni di non immischiarsi nei suoi affari. Infor, nel quader. cart. di cui al ». 105. Bertolotto, p. 402; - Imperiale II, pp. 222-23. g17^' Calvo, cittadino genovese, supplica l’imperatore d’Oriente perchè voglia tenere in buona considerazione il servizio da lui prestato a favore dell’impero, le perdite subite, le ferite riportate, la morte del fratello neH’impresa di Cipro. Infor, nel quader. cart. di cui al n. 105. Bertolotto, pp. 402-3; - Imperiale li, pp. 223-4. Nel quad. di cui al n. 105 sono pure le copie infor. sec. XII dei docc. di cui ai 47, 82 e 86. - Vi sono inoltre i seguenti documenti: nn b,s1 Specifica della somma totale da recuperare ed aggiunte alle istruzioni precedenti per il pagamento di crediti ad alcuni genovesi e per le ritenute da fare su alcuni pagamenti per debiti ancora insoluti. Bertolotto, pp. 404-5; - Imperiale II, pp. 220-1, in nota. Istruzioni date dai Consoli genovesi all’ambasciatore inviato a Costantinopoli sul modo di regolarsi nella convenzione da stipulare con l’impero Greco, tenendo presente il contenuto della convenzione di Amico de Murta ed il vantaggio della Repubblica Genovese. Bertolotto, pp. 347-8; - Manfroni, pp. 613-4; - Imperiale II, pp. 114-6, in nota. B^i/9i°V 6 formula di giuramento prescritta ai Pisani nel trattato di pace concluso dall’imperatore Federico I fra Pisa e Genova per 31 anni, col quale, fra l’altro, essi s’impegnano ad armare da 2 a 10 galere nel caso in cui i Genovesi subiranno un aggressione da parte degli abitanti del distretto di Pisa; a restituire quanto hanno preso dopo la tregua fatta dal-1 Imperatore, e metà del danaro della nave Asinaria; a dare ai Genovesi libertà di commercio in Pisa, la metà di ogni - 26 - colletta od esazione fatta in Sardegna, dove dovranno avere possedimenti uguali a quelli dei Genovesi che conserveranno integri i diritti e le concessioni delle chiese e dei luoghi religiosi in quell’isola. Inoltre i Pisani non impediranno la riscossione dei crediti che il Comune di Genova vanta nei confronti del Re di Arborèa e del giudice di Cagliari, ed eleggeranno due uomini per risolvere le controversie coi Genovesi. Orig. membr. 40 x 44, gravem, deter. ed in buona parte illegg. Cop. infor. sec. Xll su perg. 54 x 49 conten. pure i docum. di cui ai nn. 110, 122, 124, 126. Tola, pp. 248-9, in data 1176, secondo il computo pisano; - Caffaro II, pagine 8-9; - Imperiale II, pp. 227-31. no - 1176, gen. 29 j pisani, in conformità del precedente trattato di pace concluso coi Genovesi, promettono di rinunziare ai privilegi loro concessi in Sardegna dall’imperatore Federico I e di pagare 500 lire d’oro se non manterranno tale promessa. Cop. infor. sec. XII sulla perg. di cui al n. 109. Chart. I, col. 884-5; - Tola, p. 247; - Imperiale II, pp. 231-3. in - 1176, ag. 23 Guglielmo, Marchese di Monferrato, promette protezione e B 1/93 sicurezza ai Genovesi ed ai loro averi nei suoi dominii; il suo aiuto alla Chiesa ed al Comune di Genova per la conservazione e per il recupero dei loro possessi e dei loro diritti nelle terre d’oltremare. Orig. membr. 18x22,5 annot. dors, data ed ogg.; trac. sig. pend.; carta « partita ». Desimoni, Il marchese Guglielmo il Vecchio..., Gio. Ligust., 1886, pp. 355-56; - Impbriale II, pp. 234-6. U2 - U77, giù. 19 di abitanti di Corneto promettono ai Genovesi per 31 anni B 1/94 pace e sicurezza alle loro persone e cose nel proprio terri- torio; in caso di naufragio salvezza alle persone ed aiuto per recuperare i beni perduti o rubati o l’equivalente valore; buona giustizia se richiesti; rinunciano ad ogni azione e ragione contro il Comune di Genova per offese e danni subiti. I Genovesi dovranno pagare i loro debiti al Comune di Corneto, nel cui distretto potranno acquistare frumento e vettovaglie da portare a Genova. Orig. membr. 53 x 23, parzialm. corroso; trac. sig. pend.; carta « partita ». Imperiale II, pp. 237-40. 113 - 1177. oti. 20 Trattato di pace stipulato a Cremona tra Genova e Venezia B */95 per la durata di ventinove anni, col quale le due città si rimettono vicendevolmente le offese ed i danni ricevuti una dall’altra. Orig. membr. 41,5x27 in parte corroso dall’umido ed illegg.; trac. sig. pend.; carta * partita ». Caffaro II, p. 11; • Imperiale II, pp. 242-5. - 27 - \ 114 - 115 - 116 - 117 118 - 119 - 120 - 1179, ott. 25 Enrico I, Marchese di Savona, coi suoi figli da una parte, ed i Savonesi dall’altra, si scambiano con giuramento la promessa di aiuti per la difesa e conservazione dei loro diritti, usi e possessi entro e fuori il vescovato di Savona; quella di non imporre nuove gabelle, di non costruire nuovi castelli, etc. Orig. membr. 91,5x20; aiinot. dors, dola e ogg.; carta « partita ». usi, feb. 24 \ Genovesi promettono agli Alessandrini per 29 anni sicurezza e protezione alle loro persone e cose, un contingente di uomini armati per la conservazione o il recupero o accrescimento dei loro possedimenti, esenzione da nuove imposte, sicurezza delle strade fra Genova e Alessandria. Questa convenzione, giurata dai Consoli e dai cittadini genovesi in pieno parlamento, sarà confermata ogni 10 anni. Min. membr. 40 x 25; annot. dors, data e ogg.; carta « partita ». Jurium II, col. 21-2; - Caffaro II, p. 18, n. 1; - Imperiale II, pp- 266-8 (in data 26 apr.?). usi. giù. i Trattato di pace decennale con cui Alfachino, Signore delle isole Baleari, ed il Comune di Genova s’impegnano reciprocamente a salvare e difendere le persone e gli averi dei loro rispettivi sudditi. Orig. arabo sii perg. 62 x 34; parafr. latina sul dorso. Olivieri, pp. 384-6; - Amari, pp. 593-600 e App. I; - Caffaro II, pp- 16, n. 1 e 26, n. 5; - Imperiale II, pp. 271-3. ott- 7 Ansaldo fu Ardizzone e Novella sua moglie vendono alla [moglie ?] di Robaldo Guercio due pezzi di terra. Orig. membr. corroso e parzialm. illegg. 22x19,5. b'^2 4d*C ' Ermengarda, Viscontessa di Narbona, promette ai Genovesi salvezza e sicurezza nel suo territorio, piena soddisfazione in caso di offese ricevute, etc. Orig. membr. 28,5*19; trac. sig. pend.; carta « partita ». Jurium I, col. 322-3; - Imperiale II, pp. 275-7 (in data 1181). U183L ott. 26 u Papa Lucio III minaccia la scomunica ai Genovesi se pretenderanno, come i Pisani, il possesso della Sardegna che è patrimonio di San Pietro. Orig. membr. 17,5x20; trac. sig. pend. Tola, p. 214 (con data errata del 1144); . Desimoni, Regesti, p. 73, n. 223; -Kehr, p. 275, n. 39 e p. 334, n. 53; - Imperiale II, pp. 284-5. H186L mar. 12 papa Urbano III esorta il Conte di Tripoli, Bailo del regno di Gerusalemme, a restituire ai Genovesi le concessioni loro - 28 - fatte dal re Balduino in Gerusalemme, Giaffa, Cesarea, Ar-zuf ed Acri. Orig. membr. 12x20; annot. dors, ogg.; trac. sig. pend. Jurium I, col. 332-3; - Desimoni, Regesti, p. 75, n. 241; - Kbiik, p. 336, n. 60; - Imperiale II, pp. 299-300. 121-1187, I Baroni del Regno di Gerusalemme riconoscendo l’utilità R /"7 ed il valore dei Genovesi nella difesa della città di Tiro, concedono loro nella città suddetta un macello, case, terreni, libertà di commercio, esenzione di tributi, etc. Orig. membr. 31x20. Jurium I, col. 346-7; - Caffaro I, p. 143; - Imperiale II, pp. 318-20. Formula del giuramento col quale i Pisani promettono di osservare fedelmente la pace che per volontà e mandato del Papa Clemente III verrà conclusa con Genova. Cop. infor. sec. XII, sulla perg. di cui al n. 109. Caffaro II, p. 26. 123 - U188] mag. 19 H Papa Clemente III ordina ai Pisani, in seguito al giura- B- 2/9 mento da loro prestato, la piena osservanza di quanto sarà stabilito dai Cardinali Pietro prete di S. Cecilia e Siffredo, diacono di S. Maria in Via Lata, suoi legati, nella redazione del trattato di pace fra Genovesi e Pisani. Cop. infor. sec. XVIII in un fogl. cart. conten. pure il docum. di cui al n. 128. Desimoni, Regesti, p. 79, n. 266; - Kehr, p. 339, n. 77; - Imperiale II, p. 333. 124 - [1188, lug. 7] Pietro, prete di S. Cecilia e Siffredo, diacono di S. Maria B. 2/io in Via Lata, Cardinali, legati pontifìci, fissano gli articoli della pace fra Genova e Pisa in guerra fra loro per la Sardegna, pace da rinnovarsi ogni sei anni. Orig. membr. 34,5 x 25; trac. 2 sig. pend.; annot. dors, data e ogg. - Cop. inf. sec. XII su perg. 37x27; annot. dors, data e ogg. Cop. infor. sec. XII sulla perg. di cui al n. 109. Manno I, p. 330; - Chart. I, col. 881-4 (con data err. del 1176); Jurium II, col. 17-20 (con data err. del 1176); Tola, pp. 245-7 (con data err. 1176); - Desi-moni, Regesti, p. 79, n. 269; - Kehr, p. 339, n. 79; - Imperiale II, pp. 334-8. 125 - [1188], lug. 16 Papa Clemente III ai Cardinali Pietro prete di S. Cecilia B. 2/11 e Siffredo, diacono di S. Maria in Via Lata perchè costringano un giudice di Sardegna a restituire ai Genovesi il Castello di Seria da esso ingiustamente ritenuto. Orig. membr. 13x9; trac, si g. pend. Tola, pp. 262-3; - Desimoni, Regesti, p. 79, n. 270; - Kehr, p. 340, n. 81; Imperiale II, pp. 339-40. 122 - 1188, feb. 2 B. 1/91 - 29 - 126 - 1188, lug. Pietro prete di S. Cecilia e Siffredo diacono di S. Maria in Via Lata, Cardinali, legati pontifici, espongono in qual modo debbano essere interpretati alcuni articoli della pace da loro promulgata tra Genovesi e Pisani. Cop. infor. sec. XII suììa perg. di cui al ». 109. Chart. I, col. 884 (con data err. 1176, genn.); - Tola, p- 247 (con data errata 1176, genn.); - Kehr, p. 340, n. 80; - Imperiale II, pp. 340-1. 127 - 1188, ag. Trattato di pace ventennale con cui il re di Majorca ed il Comune di Genova si scambiano la promessa di reciproca salvezza dei loro sudditi; ai Genovesi è concessa liberta e sicurezza di commercio in Majorca e nella Spagna, senza pagamento di alcun diritto, e promessa l’assegnazione di un fondaco, un forno, un bagno per un giorno di ogni settimana, ed una chiesa per l’esercizio del culto. Orig. arabo su perg. 85,5x61,5; parafr. latina interlineare. Olivieri, pp. 381-4; - Amari, pp. 600-6 e App. II; - Caffaro II, p. 26; -Imperiale II, pp. 341-4. 128 - 1188. die. 12 II Papa Clemente III conferma ai Pisani il trattato di pace concluso nel luglio dai suoi legati tra Genova e Pisa per la Sardegna, ordinandone la piena osservanza e minacciando pene temporali e spirituali a chi oserà violarlo. Cop. infor. cart. sec. XV11. Cop. infor. sec. XVIII nel foglio cart. di cui al n. 123. Tola, pp. 263-5; - Desimoni, Regesti, p. 79, n. 271; - Kehr, p. 340, n. 84; - Caffaro II, p. 26; - Imperiale II, pp. 344-6. 129 - [11881, die. L’Imperatore d Oriente Isacco II Angelo scrive a Balduino B 18 D' Guercio di essere pronto a riconciliarsi coi Genovesi se questi vogliono rinnovare gli antichi patti e restare fedeli ed al servizio di S. M. Gli fa sapere inoltre di aver inviato alcuni suoi delegati all’imperatore di Germania ed ai re di Francia e d’Inghilterra che vanno a rivendicare i sacri luoghi di Gerusalemme, per assisterli nel passaggio attraverso le terre del suo Impero. Orig. cart. greco deter.; parafr. latina e indicai, dorsale del destinatario. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 162-3; - Bertolotto, pp. 406-8; - Manfroni, pp. 628-9. 130 - 1189, feb. 7 Pietro I, re e giudice d’Arborèa, promette di pagare, se sarà riconosciuto cittadino genovese, il suo debito cedendo al Comune di Genova annualmente la metà di ogni introito del suo regno e cinquanta lire genovesi, e consegnando in garanzia il castello di Asone sino alla estinzione del suo debito. Darà all’Arcivescovo di Genova in Arborea una tenuta uguale per numero di servi e quantità di terreno a quella che già - 30 - possiede l’Arcivescovo di Pisa; al Comune di Genova cento lire all’anno e tanta area in Oristano sufficiente alla costruzione di cento botteghe, di una chiesa e di un cimitero, e di abitazioni per il clero della stessa. Rinuncia al diritto di albinaggio. Orig. membr. 31 x 23,5' trac. sig. pend.; carta « partita *. Manno I, p. 334; - Jurium I, col. 348-9; - Tola, pp. 265-6; - Cafparo II, p. 26 n. 4; - Imperiale II, pp. 348-50. 131 - 1189, apr. ^ Principe d Antiochia, Boamondo III, concede ai Genovesi, B- 2/17 in compenso del loro valido aiuto prestato nella difesa di Antiochia, tenute in Antiochia, Laodicea e Gabulo. Orig. membr. 33 x 30; trac. sig. pend. Jurium I, col. 432-3 (con data err. 1199); - Imperiale II, pp. 353-5. 132 riVr- 1 Nicola Leccanozze, procuratore di Pietro I, giudice e re di Arborèa, presta nel suo nome giuramento di fedeltà al Comune di Genova. Cop. infor. incompl. sec. XVI nel foglio cart. di cui al n. 55. Manno I, p. 334; - Jurium I, col. 349-50; - Tola, p. 266; - Imperiale II, p. 351. 133 BUi/43mag U 1 C°ns0li ^ Genova accettano come cittadino e vassallo del proprio Comune Pietro I, re di Arborèa, il quale dona loro in Oristano tanta area sufficiente alla costruzione di cento botteghe. E str. infor. sec. XVI nel foglio cart. di cui al n. 55. Jurium I, col. 350-1; - Tola, p. 266; - Imperiale II, pp. 352-3. 134 - 1189, mag 13 Guglielmo Pevere promette a Bernardo di Valle, Guglielmo B 18 A/2° Sanito e compagni il trasporto e la sicurezza sulla sua nave delle loro persone e delle loro merci dal porto di Genova a quello di Barcellona, pena la multa di dodicimila lire genovesi in caso di inadempienza. Orig. membr. corroso e parzialm. illegg. 18,5x16,5. 135 - 1189, mag. 29 Pietro I, re e giudice di Arborèa, conferma al Comune di B 2/20 Genova con giuramento le promesse fatte nel febbraio. Ori g. membr. 65,5 x 23,5; trac, si g. pend. Cop. infor. sec. XII su perg. 37x17 (con data errata 1188). Jurium I, col. 353-4; - Tola, pp. 267-8; - Imperiale II, pp. 358-60. 136 - 1189, mag. 29 Pietro I, re e giudice di Arborèa, cittadino genovese, descri- B 2/21 ve i confini dell’area donata ai Genovesi nella città di Oristano perchè possano fabbricarvi cento botteghe, e dona una tenuta a Nicola Leccanozze, suo procuratore. Orig. membr. 22,5 x 19,5. Chart. II, col. 1143-4; - Jurium I, col. 351-2; - Tola, p. 268; - Imperiale II, pp. 356-7. - 31 - i- 1189, lug. 10 I Consoli dei Placiti di Genova aggiudicano ad Isabella, vedova di Bonvassallo Tornello, una casa ed un terreno siti in Carignano, proprietà del di lei marito, in pagamento della sua dote e diritti stradotali, ascendenti a lire 165 genovesi. Orig. membr. 26 x 16. 138 - H90, feb. 15 Ugo m Duca di Borgogna, e Conte di Albona, accorda protezione ai Genovesi nei suoi dominii dove pagheranno gli stessi pedaggi di solito pagati dagli Astesi e qui specificati. Orig. membr. 22,5x17; trac. sig. perni. Jurium l, col. 354-5; - Imperiale II, pp. 363-4. 139 - 1 B 190, teb. 16 UgQ m> Duca di Borgognaj nella sua qualità di legato del re di Francia, promette con giuramento di pagare al Comune di Genova 5850 marchi di argento, di cui duemila subito ed il resto a metà giugno, prezzo convenuto per il trasporto in Terrasanta di un certo numero di soldati e di cavalli, insieme al re suddetto o ai suoi baroni, su navi genovesi che dovranno contenere viveri sufficienti per otto mesi e vino per quattro dal giorno delFimbarco dal Genovesato.. Promette inoltre ai Genovesi libertà di commercio ed esenzione di diritti in ogni terra che acquisteranno durante il viaggio; nelle città dei Saraceni una chiesa, un fondaco, un forno, un bagno ed una strada dove risiederà un visconte genovese con piena giurisdizione sui propri concittadini. Orig. membr. 26,5 x 22; carta « partita »; trac, di due sig. pend. Jurium I, col. 355-6; - Caffaro II, p. 31; - Imperiale II, pp- 364-6. U0 * g ^ ^ Comune di Genova s’impegna con Ugo III. Duca di Bor- gogna, legato del re di Francia, a traghettare in Terrasanta con le sue navi il re di Francia ed i suoi soldati, mediante il corrispettivo di 5850 marchi d’argento. Orig. membr. 30 x 22; carta « partita »; trac, di due sig. pend. Caffaro II, pp. 31-2; - Imperiale II, pp. 366-8. 141 - 1190, apr. il Corrado, Marchese di Monferrato, Signore di Tiro, Sidone e Beyrout, concede ai Genovesi, in compenso dell aiuto da loro dato nella liberazione dell’Oriente ed in specie durante l’assedio di Acri, nella città di Tiro una tenuta, libertà di commercio, un tribunale proprio, eccenzion fatta per i furti, omicidi e rapine, il casale di S. Giorgio con le sue pertinenze, tre giardini, un molino, un bagno, un forno, un ma- - 32 - cello con tre case e la piazza attigue, due caseggiati prospicienti il macello stesso, la terza parte dell’introito della città ed altre case qui descritte. Orig. membr. 33x28; carta « partita»; trac. sig. pend. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 357-9; - Caffaro I, pp. 143-4, e n. 3; II, p. 36, n. 1; - Impb male II, pp. 369-72. 142 b'92/26U8 22 ^ vescovo di Fréjus promette di salvare e proteggere tutti i Genovesi e le loro sostanze nel suo territorio, nonché quelli di loro che per ragioni di commercio converranno alle varie fiere che durante l’anno si tengono a Frejus, dove godranno alcune riduzioni di diritti. I Consoli genovesi dal canto loro promettono al vescovo di Çrejus di salvare e difendere le persone e gli averi degli uomini di Frejus nel distretto genovese. Orig. membr. 55x20; carta « partita »; trac, di due sig. pend. Jurium I, col. 360-2; - Imperiale II, pp. 376-8. B. 2/27 ^ Principe d Antiochia, Boemondo III, consenziente la moglie Sibilla, concede ai Genovesi libertà di commercio in Antiochia, Laodicea e Gabulo ed in ogni altra terra che potrà conquistare in avvenire. Orig. membr. parzialm. guasto 18,5 x 28,5. Jurium I, col. 364; - Caffaro I, p. 145, n. 2; - Imperiale II, pp. 383-4. 144 - U9U f^?220 Giacomo Pane e Carne e Giovanna sua moglie donano a Richelda Zerbino, sorella del detto Giacomo Pane e Carne un caseggiato. Orig. membr. 16x14; annot. dors, data ed ogg. 145 - 1191, apr. io II Marchese di Savona, Ottone del Carretto, vende alcune B. 2/28 sue proprietà al Comune di Savona. Orig. membr. 44,5x16,5. 146- [1191, mag. 30] L’Imperatore Enrico VI concede in feudo al Comune di B- 2/29 Genova il litorale dal porto di Monaco fino a Portovenere, il diritto di nominare fra loro i Consoli che abbiano potere giurisdizionale sui propri concittadini, esenzione di tributi, la facoltà di costruire un castello sopra il porto di Monaco a difesa dei cristiani contro i saraceni o per un’eventuale guerra dell’impero contro i Marsigliesi o altri della Provenza, il castello di Gavi con sue pertinenze, etc. Cop. cart. autent. per estr. sec. XV. Jurium I, col. 369-70; - Caffaro II, pp. 38-9. - 33 - 147 - 1U91], oit. L Imperatore d Oriente, Isacco II Angelo, si dichiara pron- to, dopo il pentimento dimostrato dai Genovesi, a ìicevere i loro legati per ristabilire i buoni rapporti fra la sua Corte e Genova. Orig. cart. greco, parafr. latina incompL e lacun. per guasti. Desimoni, Quartieri sec. XII, p. 163; - Bertolotto, pp. 408-10, - Manfroni, pp. 629-30; - Imperiale III, pp. 24-5. 148 - 1191. nov. 18 L'Imperatore Enrico VI conferma ai Savonesi proprietà e diritti, riconosce privilegi già concessi, conferma 1 acquisto degli immobili che i Savonesi hanno comperato dal Marchese Ottone del Carretto, con regolare investitura feudale. Cop. aillent, sec. XIII su perg. 67,5 x49,5; trac. sig. ader.; annotai, dors, data ed ogg. 149 - U191] Comita III, giudice di Torres, e Mariano IH, suo figlio, pio- mettono di prendere la cittadinanza e giurare la Compagna genovese. E str. infor. sec. XVI [con data errata 1131] nel foglio cart. di cui al n. Tola, pp. 270-1. 150 - 1192, feb. 20 Pietro I, re e giudice di Arborèa, promette e giura ogni protezione ai Genovesi nel suo regno, buona giustizia in caso di offese ricevute da uno dei suoi sudditi, il pagamento del suo debito al Comune di Genova mediante la cessione annuale di metà di ogni sua entrata, sotto qualunque titolo essa avvenga, più cinquanta lire genovesi; estinto il debito darà ugualmente lire cento all’anno. Inoltre dà in Oristano tanto terreno sufficiente alla costruzione di cento botteghe, di una chiesa, di un cimitero e case per il clero della chiesa stessa; all’Arcivescovo di Genova una tenuta in Arborea come quella data all’Arcivescovo di Pisa; rinuncia al diritto di albinaggio e s’impegna di rinnovare ogni quattro anni la presente promessa. Orig. membr. 51x21,5; manca il sig. Chart. II, col. 1150-2; - Jurium I, col. 389-91; - Tola, pp. 276-7; - Caffaro II, p. 42; - Imperiale III, pp. 34-7. U92. ^Tiar 3-6 u Comune di Cesarea (Alessandria della Paglia) giura di aiutare i Genovesi contro chiunque, eccetto l’imperatore, e nella difesa e conservazione di Gavi e sue pertinenze, nominatamente: Montaldo, Amelio, Tassarolo, Pasturana. Orig. membr. 62 x 40; annotaz. dors, data e ogg. Jurium I, col. 398-400; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 90-3; - Imperiale III, pp. 43-7. - 34 - L’Imperatore Romano d’Oriente, Isacco II Angelo, stipula con i legati genovesi Guglielmo Tornello e Guido Spinola, una convenzione con la quale, dichiarati compensati i danni reciprocamente subiti per l’entrata in Costantinopoli del tiranno Andronico, concede ai Genovesi un nuovo scalo marittimo ed alcune abitazioni in Costantinopoli, le annualità non pagate degli ultimi tre anni tanto al Comune quanto all’Arci-vescovo di Genova, annualità che da ora in avanti vengono aumentate; una riduzione di tributi in conformità dei patti precedentemente conclusi tra l’ambasciatore genovese Amico de Murta e l’imperatore romano d’Oriente Emanuele Com-neno, riportati nella presente convenzione e con la stessa confermati da ambo le parti. Ong. g reco in cinque fogli cart. mutilo nell’ult. parte. Desimoni, Quartieri sec. XII, p. 163; - Bertolotto, pp. 413-33; - Manfroni, pp. 630-3; - Imperiale III, pp. 51-62. Verbale di consegna dell’embolo assegnato ai Genovesi in Costantinopoli, fatta dai funzionari del governo greco agli ambasciatori genovesi in seguito alla pace conclusa con il Comune di Genova, comprendente il precetto imperiale e la descrizione dei luoghi consegnati. Due cop. infor. cart. della parafr. latina, delle quali una del sec. XII su un lungo fogl. ed una sec. XIII su cinque fogl. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 145 e 171-5; - Bertolotto, pp. 434-45; -Manfroni, p. 633; - Imperiale III, pp. 62-74. L imperatore d Oriente, Isacco II Angelo, invia al Comune di Genova i suoi ambasciatori per consegnare e confermare il trattato concluso con i legati genovesi Guglielmo Tornello e Guido Spinola. Orig. cart. greco; parafr. latina; indicai, sid dorso del destinat, e dell’avvenuta consegna. Bertolotto, pp. 410-2; - Manfroni, p. 630; - Imperiale III, pp. 50-1. Corrado, Marchese di Monferrato, Signore di Tiro, conferma ai Genovesi, in compenso del loro valido aiuto nella liberazione delFOriente, una tenuta ed una via in Acri, cede loro per sempre la terza parte delle entrate della stessa città, dove potranno liberamente commerciare; nelle città di Giaffa, Asca-lona, Gerusalemme dona una tenuta, libertà di commercio, una casa, un bagno, un forno; concede infine ad essi la facoltà di restaurare le lettere d’oro sopra il Santo Sepolcro. Cop. infor. sec. XIII su perg. 33 x 19,5. Jurium I, col. 400-1; - Caffaro I, p. 147; - Imperiale III, pp. 47-50. - 35 - 1 56 - 157 - 158 - 159 160 1192, mag 31 Enrico de Trec, Conte Palatino, Signore di Gerusalemme, conferma ai Genovesi i beni concessi dai suoi predecessori in compenso dell’aiuto da essi dato in uomini e cose nell’acquisto del regno di Gerusalemme e cioè: in Acri e nelle - altre città del suo regno una chiesa, un forno, un bagno, un banco di vendita di carni, una via, libertà di transito e di commercio, esenzione di imposte; un casale nella piana i Giaffa e quattrocento bisanzii saraceni affanno. Cop. infor. cart. sec. XVII. U92, ag. 2 I Consoli ed il popolo di Genova ratificano e giurano la confi. 2/40 venzione stipulata nell’aprile dai legati genovesi con 1 Imperatore d’Oriente, Isacco II Angelo, al quale confermano la loro fedeltà. Orig. tnetnbr. in parte deter. dall'umid. ed illegg. 69x45,5. Desimoni, Quartieri sec. XII, p. 164; - Bertolotto, pp- 445-8; - Manfroni, p. 634; - Imperiale III, pp. 75-8. [11921, nov. L’imperatore romano d Oriente, Isacco II Angelo, protesta per le rapine, le stragi dei suoi sudditi, le uccisioni dei suoi legati e dei legati egiziani commesse da pirati genovesi e pisani e chiede al Comune di Genova adeguata soddis a zione, minacciando di rivalersi sui beni, posti già sotto se questro, dei Genovesi abitanti in Costantinopoli. Orïg. greco, parafr. latina in due fogl. cart.; indicaz. dors, del destinat, i consegna ai Consoli Genovesi. Desimoni, Quartieri sec. XII, p. 165; - Bertolotto, pp- 448-53; - ManiRONI, pp. 634-7; - Imperiale III, pp. 78-81. - 1192 Enrico de Trec, Conte Palatino, riconoscendo il contributo in uomini e danaro dato dai Genovesi nella difesa di Tiro e nell’assedio di Acri, concede loro in Tiro una tenuta e i berta di commercio, salve le eccezioni qui indicate, il pn vilegio di un proprio tribunale, eccezion fatta per gli ornici dii, furti e le rapine, il casale di S. Giorgio con tutte le sue pertinenze, tre giardini, un molino, un bagno, un forno, un macello con tre case e la piazza attigua, nonché due caseg giati prospicienti il macello stesso, la terza parte del reddito della città di Tiro ed altre abitazioni qui descritte. Cop, infor. sec. XIII su perg. 41*39. Jurium I, col. 405-7; - Caffaro I, p. 147; - Imperiale III, pp- 87-9. 1193, ag. 8 Idone di Carmadino, console del Comune di Genova, sta- 1 ^ ^ ^ 3 " bilisce le norme e la tariffa per la riscossione del pedaggio a Gavi. Cop. infor. sec. XIII su pergam. 52,5x37. Desimoni, Docc. di Gavi, pp. 46 e 72-7; - Ferretto, Novi e Valle Scrivia, pp. 95-9; - Imperiale III, pp. 96-101. - 36 - 161 " B.12/43°e Gli am})asciatori genovesi Guido Spinola e Balduino Guer-B. 18 D. cio e l’imperatore romano d’Oriente, Isacco II Angelo, risolta amichevolmente la vertenza suscitata dai pirati genovesi, confermano la convenzione conclusa nell’aprile 1192. Cop. infor. cart. scc. XIII, in buona parte deter. ed illegg. della parafr. latina e della formula del giuramento prescritto agli ambasciatori genovesi. ®r*g‘ Sreco con parafr. latina, in sei fogli di carta. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 165-6; - Bertolotto, pp. 454-64; - Manfroni, pp. 636-9; - Imperiale III, pp. 101-7. 16~ [Vl95 f'pi * Consoli di Pisa concedono salvaguardia agli uomini di B. 2/44 Albenga in tutto il distretto pisano e particolarmente nel porto di Bonifacio. Orig. membr. 11 x 12. 163 B192/456n 1 Quietanza ^lasciata da Guglielmo Bocca, Ugo Lercaro e Lamberto Cane a Nicola Leccanozze che ha pagato per conto del Comune di Genova, once undici e tareni tredici d’oro, quota parte di una somma da detto Comune mutuata per l’armamento di galere destinate alla conquista del regno di Sicilia. Orig. membr. 21,5x14,5; carta « incisa». Olivieri, pp. 396-7. 164 " i19^’,,fen' 1 Ugolino Mallono promette a Nicola Mallono la restituzione d. 2/46 j. ii- di una somma da lui avuta in prestito per il pagamento di un debito ad Oberto Usodimare, Ugo Lercaro e Lamberto Cane per un mutuo fatto da essi al Comune di Genova per l’armamento di galere destinate alla conquista del regno di Sicilia, giusta la promessa fatta all’imperatore di Germania. Orig. membr. 23,5 x20,5; carta « incisa». Olivieri, pp. 397-8. 165 - 1195, sett. Enrico de Trec, Conte Palatino, Signore di Tiro e di Acri, B 2/47 concede ai Genovesi: in Acri il privilegio di un proprio tribunale, libertà di transito e di commercio, una via nella quale potranno costruire anche una torre; nella città di Tiro il permesso di costruire la chiesa di San Lorenzo, etc. Orig. membr. 30 x 40; annotaz. dors, data ed ogg.; trac. sig. pend. Cop. autent. anno 1224 su perg. 32 x 40. Jurium I, col. 411-2; - Caffaro II, p. 59, n. 2; - Imperiale III, pp. 112-5. 166 - 1197, gen. 26 Robaldo di Palma vende a Bernardo, genero di Giovanni B. 18 A/24 Valloso da Fossato, un caseggiato sul terreno di San Siro. Orig. membr. 17x17; annot. dors, data ed ogg. - 37 - 167 - 168 - 169 170 Convenzione stipulata per ventinove anni con la quale i Tortonesi promettono ai Genovesi protezione e sicurezza, buona giustizia ed alleanza contro chi arrecherà oro un danno, esezione di nuovi tributi, libero commercio i grano e biada; l’elezione di arbitri per la definizione de e vertenze sui boschi fra gli uomini di Gavi e quelli di Serrava e, i mandato ai castellani di risolvere quelle sorte tra g i uomini di Gavi, di Voltaggio, di Serravalle e di Precipiano, i i vieto ai banditi genovesi di abitare nel distretto i ortona. Orig. membr. 51,5x31,5; annot az. dors, data e ogg.; si g. c'’rr‘ V Jurium I, col. 413-5; - Imperiale III, pp* 118-21. I Procuratori, Consoli e Conservatori di Genova conferì no i patti e le convenzioni stipulate con i Fiesc i, _ °’11 Lavagna, ed in seguito alla cessione del conta o i gna e dei castelli di Sestri e di Rivarolo, li die rarano in perpetuo cittadini nobili di Genova, e come ta i agli uffici, onori e benefici della comunità, esenti a e c lette. . . Confermano loro tutti i possedimenti e concedono ai oro sudditi il privilegio di non poter essere costretti a conlPf^. davanti ai magistrati genovesi, eleggono due dei detti on^ per governare e custodire i suddetti luoghi di Lavagna, stri e Rivarolo a nome del Comune. Cop. infor. sec. XVIII nel foglio cart. di cui al n. 66. g19f'?^g' 19 I Consoli di Pavia, per mandato e con il consenso delle Pa^ dettano le norme qui descritte per ristabilire la pace Genovesi e Tortonesi in seguito alla vertenza sorta tra ^ per Gavi e Parodi, norme giurate dai rispettivi po esta e consoli e confermate in pubblico parlamento a Tortona 26 stesso mese. Orig. membr. 59 x 17, in parte consumato e lacun.; annot. dors, data ^ a^ Jurium 1, col. 418-21; - Caffaro II, p. 76, n. 2; - Imperiale IH, pp- Ugo II di Baux, re e giudice di Arborèa, promette di pio teggere e difendere i Genovesi contro chiunque; di non togliere loro i castelli che possiedono nel suo regno, etc. Estr. infor. sec. XVI nel foglio cart. di cui al n. 55. g1918;5^e,t' 2 II re Pietro II d’Aragona ed Alberto di Mandello, Podestà del Comune di Genova, confermano e rinnovano la pace stipulata tra i loro rispettivi predecessori. Orig. membr. 49,5 xl8; trac, due sig. pend.; carta « partita >. Jurium I, col. 425-7. - 1198. ag. 28 B. 1/43 1197, giù. 3 B. 2/48' 1198, giù. 23 B. 1/54 — 38 — L’Imperatore romano d’Oriente, Alessio III Angelo Corane-no, rimanda Nicolò Medico al Comune di Genova, chiedendo ambasciatori per riprendere le interrotte relazioni di amicizia; fa sapere che ancora le navi genovesi con il pretesto dei Pisani danneggiano l’impero. Orig- greco cart. parafr. latina, parzialm. guasto ed illegg. Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 166-7; - Bertolotto, pp. 464-7; - Manfroni, pp. 639-40; - Imperiale III, pp. 145-7. Trattato di pace della durata di anni ventinove con il quale i Signori di Fos e di Hieres promettono ai Genovesi sicurezza e protezione, esenzione da nuovi tributi, buona giustizia, il divieto d’asilo ai nemici di Genova nel loro territorio in cui però i Genovesi dovranno tenere ogni anno un mercato nella prossimità della festa di tutti i Santi. Fatto a Ventimiglia. Confermato con giuramento a Hieres nel dicembre stesso anno. Orig. membr. 37,5 x26; trac. sig. pend.; carta «partita ». Imperiale III, pp. 156-9. Lettera di Ildebrando di Mercato ed Ildebrando di Marzo, consoli nelle cause tra Pisani e Genovesi, ad Oberto di Negro. Orig. membr. 27x31,5; trac. sig. pend. - 39 - SECOLO XIII 175 - 1201, apr. 7 Trattato di alleanza tra il Comune di Genova ed i Signori di Castelletto per combattere contro i Marchesi di Gavi e di Parodi ed i loro fautori. Orig. membr. 45 x 27,5; annot. dors, data ed ogg. Jurium I, col. 470-1; - Imperiale III, pp. 191-3. 176 - 1201, mag. i Istruzioni date dai Consoli di Genova ad Ottobono della Croce, B 3/2 inviato alla Corte di Costantinopoli, per chiedere la confer- ma della convenzione stipulata con l’impero greco dai precedenti legati Guglielmo Tornello e Guido Spinola, la restituzione e riparazione degl’immobili sequestrati ai Genovesi dai Tedeschi, l’ampliamento dell’antico embolo e la congiunzione di esso con gli scali marittimi, il beneficio annuale della chiesa di S. Lorenzo, il pagamento di sette annualità arretrate e di dieci anticipate del solito donativo, la restituzione dei feudi dati dallTmpero greco a Balduino Guercio, la liquidazione ai Genovesi stati danneggiati o creditori insoluti, la liberazione di quelli ancora carcerati, la riduzione del dazio etc. Min. cart. parzialm. guasta dalVumid. Chart. II, col. 1224-7 (incompleta e in data errata 1203, 15 mag.); - Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 143-4 e 167-8; - Bertolotto, pp. 469-74; - Manfroni, pp. 641-4; - Imperiale III, pp. 194-9. 177 - 1201, ag. 3 Trattato di pace stipulato per ventinove anni tra il Comune di Genova ed il Signore di Montpellier che si promettono reciprocamente la sicurezza dei loro sudditi, parità di trattamento nella imposizione dei tributi, risarcimento dei danni nel caso di offese ricevute. Min. membr. 40x20; carta « partita ». Caffaro II, p. 80, n. 3. 1.8 - 1201. ott. 13 Verbale di consegna dell’embolo assegnato in Costantinopoli B 3/4 c j B is d dall’imperatore d’Oriente, Alessio III, ai Genovesi, fatta dai - 40 - funzionari imperiali ad Ottobono della Croce, comprendente il decreto imperiale e la descrizione dei luoghi consegnati. Cop. infor. cart. sec. XVII della parafr. latina. Orig. greco cart. con parafr. latina incompleta per guasto. Jurium I, col. 496-502 (eoa data err. 1203); - Desimoni, Quartieri sec. XII, pp. 168-71; - Bertolotto, pp. 475-99 (sotto la data 1202); - Manfroni, pp. 644-7. 179 - 1202, mar. 18 Trattato di alleanza e riciproca protezione con cui i deputati degli uomini delle valli di Aroscia, Andora, Oneglia, Prelà, Rezzo, Nasino a loro nome ed a nome di tutti gli abitanti di dette valli e dei castelli compresi nelle medesime, cioè: Orcovecchio, Riveniate, Onzo, Aquila, Roccacorvara, Verraz-zano, Pornasio, Lavina, Castelbianco, Cartari, Stellanello, Be-stagno, Gazzo, Montegrosso, Maro e Triora promettono ai Genovesi libertà di acquisto nel proprio territorio, fornitura di vettovaglie al loro esercito, un reclutamento di uomini armati a proprie spese nel contado di Ventimiglia, nella Marca di Albenga e nel Vescovato di Savona a richiesta del Comune di Genova, la piena osservanza della presente convenzione nella stipulazione futura di trattati con altre persone. I Genovesi concendono agli abitanti delle sopraddette valli e castelli un mercato annuale ad Andora ed un altro, pure annuale, ad Oneglia; promettono loro buona giustizia nei tribunali genovesi contro gli uomini del contado di Ventimiglia, della Marca di Albenga e del vescovato di Savona; concedono la libertà di acquistare a Genova tutto ciò che loro necessita. Orig. membr. in parte guasto e lacun. 64,5x17; trac. sig. pend.; carta «partita ». Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 472-4; - Imperiale III, pp. 203-6. 180 - 1202, apr. Sottomissione del Comune di Savona al Comune di Genova, B- 3/6 fatta dal Marchese Ugo del Carretto, Podestà di Savona. Orig. membr. 75 x 27,5; trac, due sig. pend.; carta spartita*. Jurium 1, col. 477-80; - Imperiale III, pp. 210-4. 181 - 1203, dic. Boamondo IV, Principe d’Antiochia, Conte di Tripoli, concede B- 3/7 ai Genovesi piena libertà di commercio in Tripoli ed una corte, riservando però al suo tribunale la cognizione di alcuni reati, ivi determinati; concede inoltre ai Genovesi la facoltà di acquistare in Tripoli alcune case per i bisogni della comunità; queste concessioni egli fa a patto di essere aiutato dai Genovesi colà residenti e nella difesa di Tripoli nel caso in cui ne avesse bisogno. Orig. membr. 34 x 40. Cak;aro II, pp. 101-2, n. 1. - 41 - " b'°v JlC 18 Alcoli della tregua conclusa tra il Comune di Genova e gli ambasciatori del Comune di Marsiglia, coi quali si promette ai Genovesi protezione e sicurezza in quella città, la rinuncia al diritto di albinaggio, aiuto contro i Pisani ed altri eventuali nemici, eccettuati il re d’Aragona, il Conte di Provenza, i Signori di Marsiglia, di Montpellier, di Saint Gilles, etc. Orig. membr. 50x19; carta «partita»; annotai, notarile, incompl. perchè guasta, dei nomi dei Marsigliesi che posteriormente giurarono la tregua. Boamondo IV, Principe d’Antiochia, e Conte di Tripoli, concede al nobile Enrico, Conte di Malta, ed ai Genovesi libertà di commercio in Tripoli, la prerogativa di un tribunale proprio per alcuni reati, protezione alle loro persone e cose nelle sue terre, in Antiochia i diritti d’entrata e d uscita. Tutto ciò in compenso degli aiuti in uomini e danari da loro ricevuti. Orig. membr. 30 x 26; trac. sig. pend. Jurium I, col. 522-B; - Caffaro II, p. 100. 184 - [1207], gen. 7 Papa Innocenzo III chiede al Comune di Genova il trasporto B 3 10 dalla Sardegna a Genova di suo cugino Trasmondo, da lui designato per trattare intorno ai fatti dell’isola. Orig. membr. 15,5 x 16,5; trac. sig. pend. Tola, pp. 308-9 (con data 1206). 185 - 1207. giù. 6 I Consoli di Albenga dichiarano di avere ricevuto in prestito B. 18 a '26 Anseimo Balistrino lire 125 genovesi per l’armamento di una nave ai Genovesi in guerra contro i Pisani. Orig. membr. 15x22; carta « incisa ». 186 - 1208. mar. 19 Gerardo, abate di Tiglieto, e Galgano, abate di S. Galgano, promettono ai Consoli del Comune di Genova che entro il 25 luglio prossimo ordineranno ai Pisani ed ai Genovesi di osservare la pace simile a quella fra essi conclusa da Papa Clemente III nell’anno 1188. I suddetti abati ordinano ai Consoli genovesi la consegna del castello di Bonifacio entro il 1° maggio prossimo; ai Consoli genovesi ed al Podestà di Pisa una tregua tra loro fino al 1° novembre prossimo venturo, assegnano ai medesimi come termine il giorno 25 luglio dello stesso anno per comparire innanzi a loro. Dim? docum. orig. nella stessa perg. 33,5x17,5. Tola, pp. 311-2; - Caffabo II, pp. 108-9. - 42 - 2°8, ^apr. 16 Trattato di pace stipulato per dieci anni tra il Comune di Ancona e quello di Genova che, rimesse le ingiurie ed i danni vicendevolmente subiti, stabiliscono di comune accordo la futura linea di condotta nei rapporti tra loro, promettendosi reciprocamente uguale protezione per i loro rispettivi sudditi. Orig. membr. 61x24,5 conten. pure la ratifica fatta con giurutnento in pubblico parlamento ad Ancona il 1° maggio success.; carta «partita ». Jurium I, col. 535-8. 188 - 1208, mag. i I Consoli di Genova, in esecuzione al mandato degli abati B 3 /13 di Taglietto e- di S. Galgano, ordinano ad Ansaldo Guaracco di recarsi al castello di Bonifacio cogli ambasciatori dei predetti abati, Alberto da Bologna e Gerardo de’ Fauroni, ai quali dovranno consegnare il suddetto castello a nome del Comune di Genova. Orig. membr. 12 x 16. 189 - 1208, mag 12 Ansaldo Guaracco consegna il castello di Bonifacio ai delega- B 3/14 ti di cui al n. 188 designati per custodirlo a nome del Co- mune di Genova, che non è per questo pregiudicato nel suo diritto di proprietà. Orig. membr. 12x15,5. 190 - 1208, lug. 23 Gli abati di Tiglieto e di S. Galgano prorogano fino aìl’8 B 3/115 settembre 1208 il termine per pronunciare il loro arbitrato di pace tra Genova e Pisa (vedi il n. 186). Orig. membr. 21,5x14,5. Tola, p. 312. 191 - B. 3-16 1208, ag. 3 II Comune di Genova e quelli d Ischia Maggiore e Girona si promettono vicendevolmente per venti anni: pace, sicurezza alle persone e cose dei rispettivi sudditi nel proprio distretto, buona giustizia; ai Genovesi inoltre è concessa esenzione di tributi nel territorio d’Ischia Maggiore e di Girona. Orig. membr. 20x20; carta «partita ». 192 - 1209, apr. 24 Procura rilasciata da Guglielmo Rosso e Daniele Doria ai B 3/17 Consoli di Genova, loro colleghi, per assistere alla emissione della sentenza di pace degli abati di Tiglieto e di San Galgano nella guerra tra Genovesi e Pisani. Orig. membr. 13,5 x 16. Tola, pp. 312-3. 193 - 1209, apr. 26 Pace conclusa tra Pisani e Genovesi e relativa sentenza pro- B' 3/18 nunciata in presenza dell’Arcivescovo di Pisa, dell’Arcivesco- - 43 - 19 o .11 • pidato nel marzo preced. dai suoi legati con quelli genovesi ed ivi riportato (vedi n. 204). Orig. membr. 67 x 36; trac. sig. pend. Jurium I, col. 609-14; - Caffaro II, p. 145. 206 - 1220, ott. 4 Federico II, Imperatore romano e re di Sicilia, dona al Comune di Genova il litorale fra Monaco e Portovenere, la facoltà di eleggersi proprii consoli e podestà che abbiano piena giurisdizione nel loro distretto, esenzione di prestazioni, la facoltà di costruire un castello sul porto di Monaco, il castello di Gavi, conferma proprietà e diritti, concede inoltre ai Consoli e Podestà di Genova l’esercizio del notariato, ai Genovesi il privilegio di poter essere citati solo davanti ai proprii giudici, proibisce a chiunque di offendere nelle persone e nelle cose i Genovesi pena la multa di mille lire di oro etc. Cop. infor. cart. sec. XVI. Cop. autent. cart. incompl. sec. XV. Jurium I, col. 653-6; - Caffaro li, p. 168. Giovani I di Ibelino, Signore di Beyrouth, concede ai Genovesi in Beyrouth esenzione da ogni dazio d’entrata e d’uscita sulle merci, libero e gratuito approdo alle loro navi, un pro- - 46 - 208 - 1222, mar. 2( B. 3/32 e 33 209 - 1222 - 1422 B. 3/33 210 - [1222], giù. B. 3/34 211 - 1222, giù. 23 B. 3/35 212 - 1222, lug. 15 B. 3/36 213 - 1222, ag. 31 B. 3/37 prio tribunale, alcune case, il permesso di bagnarsi ogni giovedì nel bagno prospiciente il castello, etc. Orig. membr. 27 x 27; trac. sig. pend. Jurium I, col. 665-6; - Caffaro II, p. 184. Federico li, Imperatore dei Romani e re di Sicilia, conferma ai Savonesi proprietà, diritti, consuetudini, libertà di navigazione e di commercio, ette, salvo restando l’obbligo della fedeltà all’impero. Conferma al Vescovato di Savona il castello ed il territorio di Spotorno ed ogni altro possedimento e diritto presente e futuro, dei quali alcuni ivi particolarmente elencati. Proibisce a chiunque di offendere, molestare, tassare i Savonesi, pena la multa di lire mille d’oro. Cop. autent. sec. XIII su -perg. 54 x 44; annot. dors, data ed ogg. Cop. infor. sec. XV di essa cop. autent. nel quader. cart. di cui al n. 209. Quaderno cart. conten. privilegi concessi o confermati ai Savonesi da Federico II, Enrico VII e Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova (n. 5 atti). Copie infor. sec. XV dei docum. di cui ai nn. 208, 312, 507, 508, 772. Pelagio, vescovo di Albano, legato pontifìcio, dichiara spettare al Balio dei Veneziani, a norma dello statuto vigente tra le Comunità dei Veneziani, dei Genovesi e dei Pisani, la cognizione della causa vertente in Acri tra i Pisani ed i Genovesi. Cop. autent. sec. Xlll su perg. 32x19. Bigoni, pp. 52-9; - Caffaro II, pp. 183-4, n. 1. Il Balio dei Veneziani in Acri, Filippo Cornaro, col consenso delle parti, proroga al 15 luglio prossimo il termine per la prolazione della sentenza nella causa tra Genovesi e Pisani. Cop. autent. anno 1224, su perg. 20x16,5. Caffaro II, p. 184, nota. I Consoli genovesi e pisani danno una proroga di quindici giorni al Balio dei Veneziani in Acri per la prolazione della sentenza nella causa tra Genovesi e Pisani. Cop. autent. anno 1224 su perg. 15x22,5. Caffaro II, p. 184, nota. Guglielmo, Vescovo di Ventimiglia, attesta il giuramento prestato a sua istanza dal Podestà e Consiglieri del Comune di Genova della convenzione scritta dal Notaio Marchisio Scriba. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 672; - Caffaro li, p. 186. - 47 - 214 - 1222, dic. 16 Filippo Cornaro, Balio dei Veneziani in Acri, ingiunge ai Consoli Pisani di comparire davanti a lui il giorno dopo per ascoltare la sua sentenza nella causa vertente tra essi ed i Genovesi. Orig. membr. 13x15. Cop. autent. anno 1224 su perg. 15x16. Caffaro II, p. 184, nota. 215 - 1222, die. 17 Gli ambasciatori del Balio dei Veneziani in Acri invitano i B' 3/39 Consoli Pisani a presentarsi nella chiesa di San Marco per ascoltare la sentenza nella causa tra i Genovesi ed i Pisani. Cop. autent. anno 1224 su perg. 14x14,5. Caffaro II, p. 184, nota. 216 - 1223, mag. Giovanni I d’Ibelino, Signore di Beyrouth, conferma ai Geno- B 3/40 vesi in Beyrouth: esenzione dal dazio d’entrata e d uscita, ec- cezion fatta per alcune merci, quali vino, olio e grano; libero e gratuito approdo alle loro navi, il privilegio di un proprio tribunale, alcune abitazioni, l’uso esclusivo in ogni giovedì del bagno prospiciente il castello. Dona inoltre ai Genovesi un forno con sue pertinenze nel bosco di Beyrouth, etc. Orig. membr. 30 x 30; trac. sig. pend. Jurium I, col. 687-8; - Caffaro II, pp. 184-5, n. 1. 217 - [1224], mar. 28 Federico II, Imperatore dei Romani e re di Sicilia, esorta i B' 3/41 cittadini di Acri a ricevere con i soliti onori e a non molestare i Genovesi che in seguito alla guerra coi Pisani non avevano più toccato la loro città e che ora, per sua mediazione, approderanno nel loro porto. Cop. autent. sec. XIII su perg. 22x16. Caffaro II, p. 198, n. 1. 218 - 1224, lug. 31 Pietro Notaio, delegato dal podestà di Lucca confessa di B. 18 A/28 aver ricevuto in prestito dal Comune di Genova lire duemila genovesi. Orig. membr. 17x19. 219 - 1224, ott. 8 Conferma e rinnovazione della pace e delle convenzioni sti-B. 3/42 pulate nel 1182 tra Genova ed Ermengarda, viscontessa di Narbona, cui si aggiunge la specificazione dei rapporti commerciali tra il Comune di Genova e quello di Narbona (vedi n. 118). Cop. infor. cart. sec. XV///. lurium I, col. 745-8. - 48 - Il Comune di Genova promette al Signore di Mongiardino ed ili suoi uomini aiuto e protezione contro chiunque, di non far pace con gli Alessandrini ed i Tortonesi senza di loro, etc. Ccyp. autent. del 25 ottob. 1227 su -perg. 16 x 20. Jurium I, col. 749-50. I Comuni di Genova e di Asti fissano le modalità perchè i creditori di uno dei due Comuni siano rispettivamente soddisfatti dai debitori dell’altro. Cop. infor. cart. sec. XVllì. Tommaso I, Conte di Savoia, s’impegna a condurre al servizio di Genova, per due mesi, 180 soldati buoni borgognoni a cavallo ed in completo assetto di guerra mediante un corrispettivo in danaro ed altri vantaggi ivi elencati nelle clausole del contratto. Nicolò di Andito, podestà di Asti, a nome del Comune, si costituisce garante dell’osservanza della promessa da parte del Conte di Savoia ed è scelto come arbitro dagli ambasciatori genovesi per fissare l’adeguato compenso alla persona del Conte suddetto ed il risarcimento degli eventuali danni ai cavalli e al materiale. Tre cop. infor. cart. sec. XVII. Caffaro III, p. 6. 223 - 1225, giù. 13 Tommaso I, Conte di Savoia, dichiara di aver ricevuto dal- B. 3/46 l'ambasciatore genovese il compenso in danaro stabilito nella convenzione preced. per il servizio militare che egli dovrà prestare a vantaggio del Comune di Genova. Tre cop. infor. cart. sec. XVII. Federici, Lettere di F.F. a Gaspare Scioppo, Genova 1641, Nota 153, pp. 91-4; - Sperone C., Reai grandezza della Rep. di Genova, 1669, n. 87, pp. 276-7; -Accame, p. 66 e App. doc. I. 224 - 1225, giù. 26 II Vescovo di Antibo concede pace, sicurezza e protezione [1226 st. pis.] perpetua a persone ed averi degli uomini di Albenga, ai quali inoltre farà risarcire ogni eventuale danno od offesa potesse essere loro arrecata da uno degli uomini di Antibo. Orig. membr. 15x21. 225 - 1225, ag. 28 I Comuni di Genova e Montpellier si promettono reciproca- B J/48 mente per trentaquattro anni sicurezza ed esenzione di im- poste per i cittadini dell’uno nel territorio dell’altro, osservanza della pace, fissano le norme per il conseguimento della giustizia nel caso in cui un cittadino dell’una arrechi danno od offesa ad un cittadino dell’altro Comune, si rimettono vicendevolmente le offese ed i danni subiti. Cop. autent. an. 1230 su perg. 48*5x45; trac. sig. pend. Jurium I, col. 760-5; - Caffaro II, p. 198, n. 2. - 49 - 220 - 1224, die. 19 B. 3/43 / Ç 221 - 1225, feb. 26 B. 3/44 222 - 1225, giù. 10 B. 3/45 ri. 226 - 1225, nov. 26 j Consoli, i cittadini di Montpellier ed il Luogotenente di Giacomo I, re d’Aragona, Signore di Montpellier, confermano con giuramento l’osservanza della convenzione di cui al n. 225. O Orig. membr. 52 x 43; trac. sig. perni. Jurium I, col. 769-72. 227 1226, feb. io j consoli del Comune di Pigna e quelli del Comune di Ca-B 18 A /29 . i stelfranco stabiliscono i diritti dei rispettivi Comuni sul ter- pO G£ ritorio di Gordale e fanno la pace. Orig. membr. 31,5x19; carta « partita». N. Calvini, in « Riv. Ingauna Intemelia », 1952, pp. 19-20. 228 - 1226, mar. 5 Pubblicazione della sentenza emessa il 24 febbr. prec. dalla Corte Criminale di Napoli, che, a richiesta dei Genovesi colà residenti, in una causa da loro promossa contro i Pisani per furti, risse, aggressioni ed omicidii, in sèguito al rifiuto, opposto da questi di dare la dovuta garanzia per 1 osservanza della tregua, scioglie i Genovesi dall’analogo corrispondente obbligo. Orig. membr. 72 x 49, parzialm. deter. e lacun. 229 - 1226, giù. 18 Convenzione stipulata tra Albenga e Marsiglia per cui ai cit-B' 3/51 tadini di ciascuno dei due Comuni è reciprocamente concesso il salvacondotto nel territorio dell’altro sino alla prossima festa di S. Michele. Orig. membr. 20 x 20; trac. sig. pend. 230 - 1227, mag. 14 Comune di Alessandria a richiesta degli ambasciatori della Lega Lombarda e dei suoi Comuni ed a nome del Comune di Alba, elegge due delegati del Comune di Milano arbitri nelle vertenze tra esso ed il Comune di Alba da una parte, ed i Comuni di Asti e Genova dall’altra, impegnandosi a pagare una multa di diecimila marchi d’argento ogni qualvolta non osserverà quanto deciso ed ordinato dal Comune di Milano, che ciò non ostante conserverà il mandato ricevuto. Orig. membr. 66 x 46. Ferretto, Alba e Genova, n. 45, pp. 28-33; - Caffaro III, p. 23 en. 1. 231 - 1227, giù. 5 I Comuni di Asti e di Genova, a richiesta degli ambasciatori della Lega Lombarda, confermano il Comune di Milano arbitro nelle vertenze tra essi Comuni, da una parte, ed i Comuni di Alessandria, Tortona ed Alba dall’altra. Orig. membr. 85 x 33. Ferretto, Alba e Genova, n. 47, pp. 33-7; - Caffaro III, pp. 27-8. - 50 - 232 B223/54Ug' L’Imperatore Federico II conferma ai figli di Ribaldo, Gerar- do e Pagano, Conti di Lavagna, le concessioni feudali in La-(\j vagna, Sestri e Varano fatte dall’imperatore Federico I ai loro antenati. Cop. infor. cart. sec. XVI, ricavata da altra autent. del 16 lugl. 1319. 233 - 1227,^nov. 9 II Comune di Milano pronuncia la sentenza come arbitro nella discordia esistente fra Asti e Genova da una parte, ed Alba, Alessandria e Tortona dall’altra sui pedaggi e sui territori di Capriata, Arquata, Morzasco, Montaldo, Montechiaro, Gator-ba, Pasturana, etc. Cop. infor. cart. sec. XVI, ricavata da altra autent. del 1236, conten. le aggiunte fatte alla sentenza il 17 ed il 23 nov. success. Cop. infor. sec. XIII del solo dispositivo della suddetta sentenza su perg. 316 x 18. Jurium I, col. 780-92; • Ferretto, Alba e Genova, nn. 49-51, pp. 37-52; -Caffaro III, p. 28. 234 - 1227, nov. 23 II Comune di Milano, arbitro nella discordia tra i Comuni di Genova ed Asti da una parte, e quelli di Alessandria, Tortona ed Alba dall’altra, aggiunge delle dichiarazioni ad alcuni capitoli della sentenza arbitrale precedent. pronunciata. Orig. membr. 32,5 x 39. Cop. infor. sec. XIII del solo dispositivo su perg. 53x15. Jurium I, col. 791-2; - Ferretto, Alba e Genova, n. 51, pp. 50-2; - Caffaro III, p. 28. 235 - 1227, die. 29 Verbale della intimazione fatta dai deputati del Comune di g12^^1' natl Milano al vicario del Podestà di Alessandria per l’invio a Piacenza di due ambasciatori con l’incarico di chiedere a questo Comune la nomina di tre esperti giuristi ad arbitri nella risoluzione della vertenza esistente fra il Comune di Alessandria e quello di Genova sul giuramento che i Genovesi esigono dagli Alessandrini. Orig. membr. 48 x 24. Ferretto, Alba e Genova, n. 52, pp. 53-5 (in data 30 die.). 236 - 1228, gen. 31 Altra sentenza arbitrale del Comune di Milano fra le parti e B 1 58 sull’oggetto di cui nelle preced. sentenze. Cop. autent. dello stesso anno su perg. 66,5 x 34,5, in parte deter. dall’umìd. ed illegg. Ferretto, Alba e Genova, n. 53, pp. 55-8; - Caffaro III, p. 28. 237 - 1228, apr. 29 Verbale della deliberazione emessa dal Comune di Milano per Lanerio, Capriata, Arquata e Montechiaro in sèguito alle occupazioni o distruzioni commesse dagli Alessandrini e dagli Albesi a danno dei Genovesi, in violazione delle disposizioni - 51 - contenute nelle preced. sentenze pronunciate dal Comune di Milano fra i Comuni d'Oltrepò. Orig. membr. 32 x 32. Ferretto, Alba e Genova, n. 54, pp. 58-60. 238 - 1228, apr. 30 Due verbali delle deliberazioni emesse sotto le date ìispet-B^/óo tivamente controsegnate dal Comune di Milano, che, su ri- chiesta dei Comuni di Genova, Asti, Alba ed Alessandria in sèguito ai fatti di Lanerio, Capriata, Arquata e Montechiaro, decide di intimare, a mezzo dei suoi ambasciatori, al Comune di Alessandria ed alle altre città d’Oltrepò la consegna al Comune di Milano di tutte le fortificazioni che questo aveva in suo potere prima di pronunciare la sua sentenza fra le suddette città. Gli stessi ambasciatori dovranno chiedere diecimila marchi di argento alla città che si rifiuterà di eseguire il precetto ricevuto. Due docum. orig. sulla stessa perg. 56 x 29. Ferretto, Alba e Genova, n. 55, pp. 60-2. 239 - 1228, ag. 8 Bonifacio II, Marchese di Monferrato, stringe alleanza con B. 3/61 j Comuni dj Genova ed Asti nella guerra contro gli Alessan- drini con i quali non farà pace o tregua senza il consenso dei suoi alleati. Tanto il Marchese quanto il Comune di Genova promettono di pagare l’uno all’altro la penalità di lire tremila nel caso di inosservanza della convenzione, ed offrono come garanzia 1 rispettivi beni ed idonei fideiussori. Orig. membr. 41x45. Ferretto, Alba e Genova, n. 56, pp. 62-7; - Caffaro III, p. 39. 240 - 1229, apr. 24 Trattato stipulato per venti anni tra il Comune di Genova ed B. 3/62 j Comuni di Hyeres e Tolone per il commercio del sale. Orig. membr. 55 x24,5. Cop. infor. cart. sec. X\/II ricavata da altra autent. deU'agos. 1229. Jurium I, col. 844-8; - Caffaro III, p. 42. 241 - 1229, apr. 24 Le città di Genova, Hyeres e Fos si promettono vicendevol- B. 3/63 mente per venti anni pace, amicizia, protezione, buona giu- stizia, esenzione da nuovi tributi, etc. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 848-51; - Caffabo III, p. 42. 242 - 1229, mag. 7 I Comuni di Genova e Marsiglia fissano le norme, valevoli B' 3/64 per venti anni, e da confermare ogni cinque anni, per il mantenimento della pace e dell’amicizia tra loro, per la reciproca difesa e sicurezza, per l’esenzione da nuovi dazii ai cittadini - 52 - dell uno nel territorio dell’altro Comune, per l’adeguata riparazione nel caso in cui un cittadino dell’uno arrechi danno od offesa ad un cittadino dell’altro Comune, per regolare i loro futuri rapporti coi terzi riguardo alla navigazione ed al commercio; rinunciano reciprocamente al diritto di allunaggio e si rimettono le offese ed i danni vicendevolmente subiti. Orig. membr. 67 x 55,5, forato in due punti; trac. sig. pend. Jurium I, col. 851-63; - Caffaro III, p. 42. 243 - 1229, mag. 8 Bertrando da Inizon e Bertrando da Fos, Signori di Hyeres, confermano al delegato genovese il trattato di pace e quello per il commercio del sale stipulati con i Genovesi. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 863-4; - Caffaro III, p. 42. 244 - 1229, mag. 21 II Comune di Marsiglia giura a mezzo del suo banditore la osservanza del lodo pronunciato dal Podestà di Genova, arbitro nella vertenza tra i fratelli Baraterio e gli ambascia-tori del Comune di Marsiglia. Orig. membr. 18x21 parzialm. deter. dalVumid.; trac. sig. pend. Il Comune di Tortona dà piena facoltà al suo Podestà di nominare il Comune di Pavia arbitro nelle controversie tra Tortona e Genova. Orig. membr. 12x19. 246 - 1229, lug. 28 I Comuni di Genova e di Tortona eleggono a Gavi il Comu- B 3 /68 ne di Pavia arbitro nelle loro controversie fino al 1° gen. p. v. Ciascuno dei due Comuni promette di pagare all’altro, se non osserverà le decisioni dell’arbitro eletto, a titolo di pena, mille marchi d’argento, e garantisce l’adempimento della sua obbligazione con i propri beni. Orig. membr. 31x46,5. 247 - 1229, lug. 28 Dichiarazione fatta dal Podestà di Pavia in Gavi circa il giu- ramento prestato dal Comune di Genova nell’arbitrato dato coi Tortonesi al Comune di Pavia. Orig. membr. 13,5x22. 248 g230, giu- 28 Giacomo I, re d’Aragona e di Majorca, Conte di Barcellona, Signore di Montpellier, ed il Comune di Genova si rimettono le rapine ed i danni che i sudditi dell’uno hanno vicendevolmente ricevuto da quelli dell’altro fino al giorno in cui la nave genovese denominata S. Biagio fu presa da Pietro, re degli Aragonesi. 245 - 1229, lug. 27 B. 3/67 - 53 - Ciascuno dei due promette all’altro di nominare e mandare a Montpellier prima di Natale un arbitro, i quali arbitri dovranno sentenziare prima della prossima Pasqua sulle rapine ed offese reciprocamente subite dalle due parti dal giorno in cui fu presa la sopradetta nave. I sudditi dell'uno che venderanno nel territorio dell altro dovranno pagare una imposta, ivi fissata, fino a quando sarà estinto il debito che ciascuno dei due ha nei confronti dell’altro. Orig. membr. 56 x 30,5; carta « partita »; trac. sig. pend. Cop. autent. stesso anno su perg. 61,5x39; trac. sig. pend. Jurium I, col. 881-3. Giacomo I, re d’Aragona e di Majorca, Conte di Barcellona, ed Andrea Caffaro, legato del Comune di Genova, con er-mano le convenzioni, concessioni e privilegi concoidati tra i rispettivi loro predecessori, promettendo reciprocamente l’uno all’altro pace, sicurezza e libertà di commercio, esenzione di tributi nel proprio territorio, piena soddisfazione in caso di offese o danni arrecati da uno dei proprii sudditi, aiuto contro i pirati che fossero riusciti ad entrare nel proprio distretto. Orig. membr. 56,5 x 32; trac. sig. pend.; carta «partita ». Chart. II, col. 1363-7 (in data 1 lug.); - Jurium I, col. 883-7. 30 Giacomo I, re d’Aragona e di Majorca, Conte di Barcellona, riconosce e confessa il suo residuo debito verso i Genovesi per la compra della città di Tortosa fatta dai suoi predecessori. Promette di concedere al Comune di Genova alla citta di Majorca una piazza conveniente per fabbricarvi delle case, una chiesa ed un orto; nell’isola terreno da coltivare sufficiente al decoroso mantenimento di cinque chierici. Orig. membr. 17x27,5; trac, sig .pend. Jurium I, col. 888. 251 - [12301, ag. 17 Giacomo I, re d’Aragona, Signore di Montpellier, in confor- fi. 4/3 bis rnità della pace di cui al n. 248, elegge 2 arbitri incaricandoli di esaminare con quelli del Comune di Genova le controversie esistenti fra le due parti. Orig. membr. 21x21; due sig. di cera pend. Jurium I, col. 889. 252 - 1230, nov. 3 II Comune di Alessandria nomina un procuratore per com- B 4/4 promettere in Sardo, Arciprete di Alba, ed in frate Guglielmo da Voltaggio la risoluzione delle controversie tra Alessandria 250 - 1230, giù. B. 4/3 249 - 1230, giù. 28 B. 4/2 - 54 e Genova e per eseguire quanto sarà deciso dai suddetti arbitri. Orig. membr. 47,5 x 27,5. Cop. infor. sec. XIII su perg. 47x26. Ferretto, Alba e Genova, n. 64, pp. 73-6; - Caffaro III, p. 50 e n. 2. Il Comune di Genova nomina Andrea Caffaro ed Omobono Giudice, ambasciatori, giudici delegati ed arbitri per porre fine ad ogni controversia tra i Genovesi e gli Aragonesi, a norma delle convenzioni esistenti tra Genova ed il re d’Aragona, e suoi procuratori per trattare e concludere qualunque negozio con il suddetto re. Orig. membr. 18,5x19, forato in due punti. Sardo, Arciprete d’Alba, nominato arbitro dal Comune di Alessandria, promette ai Genovesi di consegnare loro il castello di Capriata, di far sì che gli Alessandrini diano piena garanzia di osservare quanto sarà deciso dai Genovesi nelle controversie fra Alessandria ed Asti, di far dare a Genova Lanerio dagli Alessandrini. Min. membr. 13x23. Ferretto, Alba e Genova, n. 65, p. 76; - Caffaro III, p. 50. 255 - 1231, gen. 15 Saldo, Arciprete d’Alba, frate Guglielmo da Voltaggio e fra-8 4 7 te Bartolomeo da Vicenza, arbitri fra Genova ed Alessandria, consegnano ad un notaio la sentenza sigillata da loro pronunciata, con la quale dichiarano spettare al Comune di Genova il territorio di Capriata, perchè sia data in custodia per un anno all’abate di S. Andrea di Sestri Ponente. Orig. membr. 36 x 23. Due min. su perg. 26,5 x 18. Cop. infor. cart. sec. XVI. Ferretto, Alba e Genova, n. 66, pp. 76-8; - Caffaro III, p. 51. 256 - 1231, gen. 15 Gli arbitri predetti consegnano allo stesso notaio la sentenza, B 4/8 di cui al num. 255, perchè sia data in custodia per un anno al Preposto degli Umiliati di Alessandria. Orig. membr. 37 x 24. 257 - 1231, feb. 2 Frate Bartolomeo da Vicenza, terzo arbitro eletto da Sardo, B 4/9 [vescovo] eletto di Alba e da frate Guglielmo da Voltaggio, arbitri fra Genova ed Alessandria, ordina il tenore della sentenza che i suddetti due arbitri devono pronunciare (vedi num. 258). Orig. su perg. 79 x 57 sii cui suno scritti altri 7 doc. Ferretto, Alba c Genova, n. 67, pp. 78-81. 253 - 1230, die. 30 [1231 st. nati B. 4/5 254 - [12301 B. 4/6 - 55 - 4 258 - 1231, feb. 2 Sardo, [vescovo] eletto di Alba, e frate Guglielmo da Voltag-B- 4/9 gio, arbitri fra Genova ed Alessandria, pronunciano la loro sentenza in conformità dell’ordine ricevuto da frate Bartolomeo da Vicenza, con la quale condannano: il Comune di Alessandria a restituire subito ai Genovesi il territorio di Capriata; il Comune di Genova a cedere per sempre a quello di Alessandria la strada di Francia e della strada lombarda le città di Vercelli, Novara, Ivrea, Como, Milano, Torino, a pagare ogni anno al Comune di Alessandria lire 600 pavesi per il pedaggio. I Comuni di Alessandria e di Genova dovranno inoltre, entro il 1° marzo sucess., dare reciprocamente l’uno all’altro, pena la multa di lire ventimila, piena garanzia, a mezzo del Comune di Milano o di quello di Piacenza, di osservare quanto è stato disposto dagli arbitri. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 68, p. 81; - Caffaro III, p. 51. 259 - 1231. feb. 2 Gli arbitri suddetti dichiarano che Capriata resterà in loro potere finché saranno prestate le garanzie di venti mila lire imposte ai Comuni di Alessandria e di Genova nella sentenza da loro pronunciata nello stesso giorno. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genoi’a, n. 69, p. 82. 260 - 1231, feb. 2 Sardo, [vescovo] eletto di Alba, e gli altri due arbitri, consegnano a due notai la sentenza sigillata da loro pronunciata su Capriata, perchè sia data in custodia per un anno all’abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente. Orig. su perg. 65 x 53, su cui sono scritti altri cinque docum. Ferretto, Alba e Genova, n. 70, pp. 82-3; - Caffaro III, p. 51. 261 - 1231, feb. 2 oli arbitri suddetti consegnano agli stessi notai la sentenza B 4/12 di cui al num. 260 perchè sia data in custodia per un anno all’abate di Tiglieto. Orig. sulla perg. di cui al n. 260. Ferretto, Alba e Genova, n. 70, pp. 82-3; - Caffaro III, p. 51. 262 - 1231, feb. 2 Sardo, [vescovo] eletto di Alba, e frate Guglielmo da Vol-B' 4/9 taggi°> ordinano ai Comuni di Genova e di Alessandria di costringere rispettivamente i Marchesi del Bosco ed i Signori di Mirbello a compromettere in detti Comuni le controversie fra loro esistenti e di intimare intanto la tregua delle ostilità a tutte due le parti. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 71, pp. 83-4. - 56 263 - 264 - 265 - 266 - 267 - 268 - 269 - g23h9feb' 2 Gli arbitri suddeti ordinano ai Comuni di Genova e di Alessandria la liberazione dei rispettivi prigionieri di guerra. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 72, pp. 84-5. ’23 ’ ’ feb- 2 Sardo, [vescovo] eletto di Alba, dichiara di non voler assi- IJ. 4/y stere al deposito delle sentenze sigillate presso l’abate di Tiglieto e presso l’abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente, ma di volere intervenire al detto deposito se sarà fatto da frate Bartolomeo da Vicenza presso il Preposto degli Umiliati di Alessandria. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 73, pp. 85-6. 1231, feb. 13 Guglielmo Pittavino, Sindaco del Comune di Genova, chiede B 4/17 al Comune di Alessandria la restituzione di Capriata, giusta il tenore della sentenza arbitrale pronunciata fra le due città. Orig. su perg. 38x18 conten. altri due docum. Ferretto, Alba e Genova, n. 74, p. 86; - Caffaro, III, p. 55. 1231, feb. 14 II Podestà di Alessandria dichiara di esser pronto a restituire B 4/17 Capriata ai Genovesi, il Sindaco di questi a riceverlo per conto del proprio Comune. Orig. sulla perg. di cui al n. 265. Ferretto, Alba e Genova, n. 75, p. 87. 1231, feb. 14 Avendo Sardo, [vescovo] eletto di Alba, dichiarato di voler intervenire al deposito delle sentenze sigillate presso l’abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente e presso l’abate di Tiglieto, frate Guglielmo da Voltaggio l’invita a presentarsi il prossimo lunedì al monastero di Sant’Andrea di Sestri. Orig. sulla perg. di cui al n. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 76, pp. 87-8. 1231, feb. 14 II Comune di Alessandria nomina Guglielmo di Carlo suo B 4/20 procuratore per consegnare Capriata ai Genovesi, secondo la sentenza degli arbitri. Orig. membr. 14x17,5. Ferretto, Alha e Genova, n. 77, pp. 88-9. 1231, feb. 15 Avendo Sardo, [vescovo] eletto di Alba, proposto che il Co-B. 4/17 mune di Alessandria restituisca al Comune di Genova Ca- priata, ma che sia lasciata in custodia di lui Sardo e di frate Guglielmo da Voltaggio finché saranno date le garanzie imposte nella loro sentenza, Guglielmo Pittavino, Sindaco di Genova, dichiara di accettare tale condizione, sebbene non - 57 - conforme alla sentenza, purché essa non arrechi alcun pre- giudizio al suo Comune. Orig. sulla perg. di cui al n. 265. Ferretto, Alba e Genova, n. 79, pp. 89-90. 270 - 1231, feb. 17 B. 4/22 Frate Bartolomeo da Vicenza dichiara di aver inviato lettera a Frate Guglielmo da Voltagio, ivi inserita in copia, con la quale gli ha comunicato la sua impossibilità, per ordine e minacce ricevute dai frati minori, di dettare alcuna sentenza, le tribolazioni sofferte, i pericoli che gli sovrastano da parte degli Alessandrini, i quali vogliono che Capriata sia distrutta o che metà sia aggiudicata a loro, ed una grande quantità di danaro per il pedaggio ritenuto. Cop. autent. del 22 febbr. 1232 su perg. 25x18,5. Ferretto, Alba e Genova, n. 81, pp. 91-3. 271 1231, feb. 21 B. 4/12 Frate Bartolomeo da Vicenza e frate Guglielmo da Voltaggio, arbitri tra Genova ed Alessandria, concordano la forma della sentenza che debbono pronunciare insieme a Sardo [vescovo] eletto di Alba, con la quale ordinano agli Alessandrini di garantire la sicurezza nelle strade del loro territorio, di risarcire gli eventuali danni a coloro che li subiranno passando nelle strade del loro distretto, di non imporre nuovi pedaggi oltre i soliti, di pagare in Genova i pedaggi che pagano gli altri mercanti o no e di prestare ogni cinque anni al Comune di Genova, per il pagamento annuale di seicento lire pavesi da questo a loro dovute per i pedaggi dei quali vantavano l’immunità, giuramento di aiutare i Genovesi contro chiunque e nel mantenimento del possesso di Gavi, nominativamente di Montaldo, Amelio, Tassatolo e Pasturana. Orig. sulla perg. di cui al n. 260. Ferretto, Alba e Genova, n. 82, pp. 93-5. 272 - 1231, mar. B. 4/12 10 Sardo, [vescovo] eletto di Alba, e gli altri due arbitri invitano i Sindaci di Genova e di Alessandria a presentarsi il giorno dopo a Basignanella per ascoltare la sentenza che essi pronunceranno fra le due città. Gli altri due arbitri avvertono Sardo che sentenzieranno anche se egli non sarà presente. Orig. sulla perg. di cui al n. 260. Ferretto, Alba e Genova, n. 83, p. 95. 273 1231, mar. il Frate Bartolomeo da Vicenza e frate Guglielmo da Voltag-B 4/12 gio pronunciano, non ostante l’assenza del coarbitro Sardo, [vescovo] eletto di Alba, la sentenza fra Genova ed Alessandria, in conformità di quanto da loro stabilito nel preced. — 58 — atto 21 febbr., in aggiunta al quale dichiarano, fra l’altro, che delle lire seicento pavesi dovute dal Comune di Genova, il Comune di Alessandria dovrà darne cinquanta a Ruffino fu Anseimo « di foro » per la porzione di pedaggio che gli spettava in Gavi, a condizione che egli rinunci per l’avvenire ad ogni suo diritto sul predetto pedaggio. Orig. sulla -perg. di cui al n. 260. Ferretto, Alba e Genova, n. 84, pp. 95-6. 274 - 1231, mar. 12 Frate Bartolomeo da Vicenza, in presenza ed a richiesta dei Sindaci di Genova e di Alessandria, consegna all abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente una copia sigillata della sentenza arbitrale pronunciata da Sardo, [vescovo] eletto di Alba, e da frate Guglielmo da Voltaggio. Il quale abate dovrà conservarla in luogo sicuro e non mostrarla ad alcuno fino al prossimo 3 febbr., giorno in cui dovrà aprirla a richiesta ed in presenza di uno o di tutt e due i Sindaci suddetti, di molti religiosi e di un notaio. Orig. sulla perg. di cui al 11. 257. Ferretto, Alba e Genova, n. 85, pp. 97-8. 275 - 1231, mar. 13 Frate Bartolomeo da Vicenza, a richiesta ed alla presenza B. 4/12 delle stesse persone di cui al num. prec., consegna un altra copia della suddetta sentenza all’abate di Tiglieto, il quale dovrà regolarsi come l’abate di Sant Andrea di Sestri Ponente (vedi num. prec.). Orig. sulla perg. di cui al n. 260. Ferretto, Alba e Genova, n. 86, p. 98. 276 - 1231, mar. 18 II Comune di Genova proroga agli ambasciatori suoi ed a B. 4/28 quelli del re d’Aragona, fino alla prossima Pentecoste, il ter- mine per definire la vertenza relativa ai danneggiati ed ai creditori di ambedue le parti, ratificando il patto concluso a Montpellier tra i suddetti ambasciatori il 24 febbr. prec. ivi inserito. Orig. membr. 29 x 45, parzialm. guasto; trac. sig. pend. 277 - 1231, apr. 15 Gli ambasciatori del Comune di Genova e quelli del re di B. 4/29 Aragona stabiliscono di procedere nella vertenza dei dan- neggiati in conformità del patto tra loro stipulato il 24 febbraio prec., ivi inserito; dichiarano essere lecito rispettivamente al Comune di Genova ed al re d Aragona distribuire intanto ai propri danneggiati lire settemila genovesi, a condizione che quanto da loro decretato sia ratificato dal medesimo re. Orig. membr. 53*19. Jurium, I, col. 890-3. - 59 - 278 - 1232, feb. 3 ,232 feb 3 L’abate del monastero di Sant Andrea di Se stri Ponente ln B 4/30 ' ‘ resenza dei Sindaci di Genova e di Alessandria e di molti monaci chiamati come testimoni, apre la scrittura sigillata, depositata da frate Bartolomeo da Vicenza, contenente il testo della sentenza arbitrale pronunciata fra Genova ed Alessandria per il territorio di Capriata, per le strade di Francia e Lombardia, per il pedaggio di Gavi, ivi inserito, ed ordina al notaio di farne tre copie. Orig. membr. 67x28. Ferretto, Alba e Genova, n. 89, pp- 100-1 . ,79 - 1232 feb 3 L'abate di Tiglieto in presenza dei Sindaci di Genova e di b” 4/31 Alessandria apre la scrittura sigillata depositata presso di lui da frate Bartolomeo da Vicenza, contenente un’altra copia-della sentenza di cui al num. 278, e qui pure inserita, ed ordina al notaio di scrivere in triplice copia il verbale dell’apertura ed il testo della sentenza. Orig. membr. 52 x 50,5, parziali*, guasto Ferretto, Alba e Genova, n. 90, pp. 106-8. 280 - 1232, feb. 5 Frate Onrico, Priore dei PP. Predicatori di Genova, protesta B. 4/32 contro alcuni errori sulla verità dei fatti rilevati nella pub- blicazione della scrittura relativa al fatto di Capriata, depositata da fra Bartolomeo da Vicenza presso l’abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente. Orig. su perg. 29,5 x24, conten. pure il docum. n. 281. Ferretto, Alba e Genova, n. 91, pp. 108*9. 281 - 1232, feb. 5 Frate Guglielmo da Voltaggio protesta contro la sostituzione B. 4/32 della sentenza da lui pronunciata su Capriata che doveva essere depositata presso l’abate di Sant’Andrea di Sestri Ponente. Orig. sulla perg. di cui al n. 280. Ferretto. Alba e Genova, n. 92, pp. 109-10. 282 - 1232, feb. 17 Sardo, vescovo di Alba, dichiara in presenza di testimoni B. 4/34 non aver maj veduto nè letto la inserita sentenza arbi- trale fra Genova ed Alessandria per il territorio di Capriata. Orig. membr. 57,5 oc 32,5. Ferretto, Alba e Genova, n. 93, pp. 110-11. 283 - 1232, feb. 27 Frate Bartolomeo da Vicenza confessa di essersi fatto eleg- B. 4/35 gere arbi{-ro fra Genova ed Alessandria e di aver pronunciato la sua sentenza non ostante il divieto dell’Ordine religioso cui appartiene e ad insaputa dello stesso, di aver sostituito con un’altra la vera sentenza pronunciata dai coarbitri su Capriata. Cop. autent. dell'8 marzo success, su perg. 46 x 19. Ferretto, Albu e Genova, n. 94, pp. 111-3; - Caffaro III, p. 5. - 60 - 284 - 1232 B. 4/36 . M. H H Comune di Genova e quello di Samt G,lies * promettono 1,56 reciprocamente per 35 anni pace, sicurezza e liberta di com- mercio per i cittadini dell'uno nel territorio dell altro esenzione di nuovi tributi, piena giustizia in caso di offese o danni ricevuti, rinunciano vicendevolmente al diritto di albinaggio: tutto ciò però con le limitazioni ed eccezioni tra loro concordate ed ivi indicate. Orig. membr. 80*52,5, in gran parte deter. dall’un,*, ed illegg. Jurium I, col. 902-9. 285 - 1232, giù. 17 Trattato di pace concluso per quattro anni tra Genova e 8 4/37 Venezia in cui, tra l’altro, i Genovesi specificano quale pro- cedura seguiranno per garantire il risarcimento dei danni ai Veneziani che riceveranno un offesa da parte loro, ed il modo in cui adempiranno i loro obblighi pecuniarii nei confronti di Venezia. Orig. membr. 42 x 41. Caffaro III, p. 43, n. 2. 286 - 1232, die. 8 L’arbitro ed il Sindaco, eletti dal Comune di Tortona per B 4/38 risolvere la controversia su Arquata fra Genova e Tortona, mostrano agli arbitri eletti da Milano e da Genova per lo stesso motivo, le loro lettere credenziali, ma si rifiutano di consegnarle. •Orig. su perg. 50x36. g ravem. deter. dall’un, id., contenen. pure gli atti di cui ai nn. 287, 288. Jurium I, col. 919. 287 - 1232, die. 8 Gli arbitri eletti da Milano e da Genova per risolvere le B 4/38 controversie su Arquata fra Genova e Tortona, ordinano all’arbitro ed al Sindaco di Tortona di partecipare con loro alla causa in conformità delle sentenze del Comune di Milano. Due orig. sulla perg. di cui al n. 286. Jurium I, col. 919-20. 288 - 1232, die. 8 Gli arbitri suddetti ordinano al notaio Oprando Capello la B 4/38 copia autentica di una lettera sigillata del Comune di Tortona indirizzata al Podestà di Genova, contenente le credenziali dell’arbitro tortonese eletto per risolvere con i coarbitri la controversia su Arquata fra Genova e Tortona. Orig. sulla perg. di cui al n. 286. Jurium I, col. 914-5. 289 - 1233, Ott. 24 Giovanni 1 d’Ibelino, Signore di Beyrouth, il coimestabile di B 4^41 Gerusalemme, i Signori di Sidone, di Cesarea, di Caifa promettono per cinque anni ai Consoli e Visconti genovesi in - 61 - Siria di non stringere alleanza con i Pisani senza il loro consenso. Orig. membr. 15x24,5. 290 - 291 - 292 - 293 - 294 - 1233, ott. 27 II Signore di Roussillon e Cerdagne a nome dei suoi sud-B. 4/42 diti, ed il legato genovese a nome dei suoi concittadini, dichiarano reciprocamente l’uno all’altro di essere stati indennizzati dei danni e delle offese ricevute, e vicendevolmente promettono l’uno all’altro di rinunciare in avvenire a qualunque azione giudiziaria, pena la multa di mille marchi d’argento. Orig. membr. 34x27, deter. dall’umid.; trac. sig. pend.; carta «partita ». Jurium I, col. 938-41. 1233, die. 2 II re di Cipro, Giovanni I d’Ibelino, Signore di Beyrouth, il B. 4/43 Signore di Cesarea ed altri baroni da una parte, e Castellano di Savignone, ambasciatore dei Consoli e Visconti genovesi in Siria, a nome del Comune di Genova dall’altra, si promettono reciprocamente sicurezza, difesa delle persone, delle cose e dei diritti contro chiunque nel regno di Gerusalemme ed in quello di Cipro per cinque anni. Orig. membr. 27x19. 1234, genn. 12 R. Signore di Caifa, concede ai Genovesi libertà di com-B. 18 A/30 mercio ed esenzione da ogni imposta nel suo territorio. Cop. infor. cart. sec. XIX ricavata da altra autent. del maggio 1244. Jurium I, col. 941-2. 1234, ott. io Guglielmo Sardena, deputato del Podestà di Genova, chiede B. 4/44 aj Signori di Montaldo la restituzione delle merci tolte a quelli di Milano, Bergamo e Monza sulla strada da Gavi a Tortona, e la consegna a Genova del castello di Montaldo. I predetti Signori si rifiutano. Orio, membr. 18x19. 1236, giù. io Buzaccarino, Signore d’Africa, concede piena salvaguardia ai B' 4 45 Genovesi nel suo territorio, compreso fra Tripoli di Barbe- ria ed i confini del regno di Bugìa, dove essi potranno esercitare liberamente il commercio e rifugiarsi, se inseguiti dal nemico, contro il quale dovranno essere aiutati dagli abitanti del luogo. I Genovesi dovranno uccidere chi di loro muoverà guerra ad un saraceno, non offendere gli amici dei Saraceni nel territorio di questi, pagare i diritti nei casi e nelle misure qui fissate, noleggiare ai Saraceni, in caso di necessità, la terza parte delle loro navi che si trovassero nel territorio - 62 - 295 - 296 - 297 - 298 - 299 - di questi, escluse quelle già cariche, etc. Il trattato sarà valido per dieci anni. Cop. infor. sec. Xlll su perg. 42 x28,5, parzialin. guasta. Caffaro III, p. 79 e n. 3. 1237, mag. 3 I Sindaci di Genova e Tortona eleggono gli arbitri per la composizione amichevole delle liti vertenti fra i due Comuni, o fra uno di essi e i cittadini dell’altro, promettendo di osservarne le decisioni pena la multa di mille marchi d’argento, che la parte inadempiente dovrà pagare a quella adempiente, e garantendo l’osservanza del compromesso ciascuno con i beni del proprio Comune. Orig. membr. 30x17. 1238, lug. 20 Tancredi Onesto, Console di Giustizia di Genova, assegna B. 18 A/31 per alimenti a ciascuno dei 5 figli del fu Andrea Caffaro lire quattro genovesi all’anno che la madre preleverà dai loro beni. Orig. membr. 16x14,5. „ Alleanza stipulata per nove anni tra Genova e Venezia, che 1238, nov. 30 ti si promettono vicendevolmente aiuto contro i loro nemici e s’impegnano ad inalberare sulle loro navi i vessilli dei due Comuni, a non stipulare alcun trattato con l’imperatore romano senza il consenso del Papa, pena la multa di diecimila marchi d’argento che la parte inadempiente dovrà dare all’altra nel caso d’inosservanza del patto. Orig. membr. 53 x 34. Cop. infor. incompl. cart. sec. XVII. Manfroni, pp. 653-4; - Caffaro III, pp. 88-91 c n. 2. ^ I Signori e gli uomini di Carpena cedono il castello ed il territorio di Carpena al Comune di Genova sino alla fine della guerra, dandogli la facoltà di fortificarlo e promettendo di aiutarlo contro chiunque nella difesa e conservazione di esso, pena la multa di mille marchi d’argento in caso di inosservanza. Il Comune di Genova in cambio promette di proteggerli di esentarli da imposte nel suo distretto, di restituire il castello a guerra finita, etc. pena la multa di mille marchi d'argento. Cop. infor, cart. se c. XVlll. Jurium I, col. 977-9. Il Podestà di Genova promette al Nunzio Pontificio di ar-b*^' ^lg- 26 mare, insieme al Comune di Venezia cinquanta galee per l'occupazione del regno di Sicilia alle condizioni ivi indicate, di non fare pace con l’imperatore senza il consenso del Pa- B. 4/47 1239, mar. B. 4/48 - 63 - 300 - 301 - 302 - 303 - pa, di sottoporsi alla scomunica ed alla pena di seimila marchi d’argento in caso di inosservanza; il detto Nunzio a nome del Papa promette ai Genovesi ed ai Veneziani una parte del bottino in proporzione delle spese da loro sostenute; ai Genovesi la città di Siracusa in feudo, ai Veneziani una città equivalente nel regno di Sicilia; ai Genovesi tribunali e Consoli propri nel regno suddetto, piena liberta ed immunità in Sicilia e in ogni località che sara occupata col loro aiuto, la conciliazione con 1 Imperatore se il Papa farà la pace. Tutto ciò subordinatamente all’adesione del Comune di Venezia. Orig. membr. 52,5 x 18; Cop. autent. del 17 giug. 1245 su perg. 42 x 34. Coj?. infor, .cart. sec. XVII. Jurium I, col. 980-2; - Caffaro III, p. 92. 1239, lug. 30 Gli abati di Tiglieto e di S. Andrea di Sestri Ponente, giudici delegati dal Papa, in conformità dell’ordine da questi emesso, impongono all’Arcivescovo di Genova come termine il 1° settembre prossimo per il pagamento al Comune di Genova della somma di lire quattrocento, rimborso delle spese da quest’ultimo sostenute per la difesa della fede cattolica e della libertà della Chiesa. Orig. membr. 30,5 x 16. 1239, ott. il II Comune di Genova conferma in presenza del legato pon-B 4/51 tifìcio il trattato stipulato il 26 luglio prec. tra il Podestà di Genova ed il Nunzio del Papa per la occupazione del regno di Sicilia. Orig. membr. 29x16; -f Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 984-5. 1239, die. li II Podestà di Genova e gli ambasciatori di Lucca confer-B. 4/52 mano e rinnovano per altri cinque anni la convenzione stipulata tra i due Comuni nel 1217 per la reciproca protezione, per il commercio, per la navigazione, il pagamento dei pedaggi ed il risarcimento dei danni in caso di offese ricevute. Orig. memhr. 39x29,5. 1240, sett. 7 I Comuni di Genova, Milano e Piacenza stipulano una al-B 4/53 leanza per sette anni contro l’imperatore Federico II, salve però restando le decisioni del Papa attuale e dei suoi successori. Orig. membr. 68 * 53 in buona parie corroso e mutilo. Caffaeo III, pp. 98-9. - 64 - 1240, selt. 12 B. 4/54 1240, dic. 24 B. 4/55 1241, gen. 19 B. 4/56 1241. lug. 22 B. 18 A/32 1241, lug. 22 B. 4/57 Il Comune di Pistoia concede salvaguardia ai Genovesi nel suo territorio, eccettuati gli autori principali di un delitto commesso contro un pistoiese. Orig. membr. 37 x 30. Guido I de la Roche, Signore di Atene, concede ai Genovesi piena salvaguardia ed esenzione di tributi nella sua terra, eccezion fatta per i tessuti di seta ivi fabbricati; tribunale e Consoli propri, fatta eccezione per i reati di omicidio, furto e violenza carnale, e per l’appello; una casa ed un campo per Futilità della loro Comunità tanto ad Atene che a Tebe. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 992-3. Il Comune di Genova e quello di Siena concedono reciprocamente l’uno ai cittadini dell’altro piena salvaguardia nel proprio territorio, salve le eccezioni ivi stabilite, fra le quali quelle relative agli autori principali di un delitto, ai debitori, etc.; si promettono vicendevolmente piena soddisfazione nel caso in cui i cittadini dell’uno riceveranno un danno da quelli dell’altro Comune; stabiliscono quali merci potranno i Senesi acquistare o vendere a Genova e quali pedaggi e dazi dovranno pagare nel territorio genovese. La suddetta convenzione sarà valida per cinque anni. Orig. membr. 58,5 x 32,5 lacunoso. Raimondo-Berengario V, Conte e Marchese di Provenza, e due ambasciatori a nome del Comune di Genova stipulano un trattato di pace alle condizioni ivi enunciate. Tra l’altro il detto Conte rinuncia ad ogni suo diritto su Monaco, su Ventimiglia, sulle isole e sul territorio da Turbia a Genova. Orig. su pergam. 56 x 39,5 corrosa e lacunosa nel margine sinisconten. pure l'atto di cui al n. 309; trac. 5 sig. pend. Jurium I, col. 1000-2; - Caffaro III, pp. 105-6. Raimondo-Berengario V, Conte di Provenza e di Forcalquier, promette di dare al Comune di Genova, entro venti giorni dalla richiesta, per un mese o due, duecento soldati per ridurre all’obbedienza gli abitanti della Riviera di Ponente ribellatisi al Comune di Genova. Il quale da parte sua s’impegna a compensarli giusta lo stipendio, i premi e le condizioni fissate nella presente convenzione, ed a dare al suddetto Conte da dieci a quindici galee bene armate, per due mesi, al prezzo di lire duecen-tottanta al mese per ogni galea. Le due parti vicendevolmente promettono di pagare mille marchi d’argento in caso di inosservanza. Orig. membr. 41 x 32. 309 - 1241, die. 17 j] Conte di Provenza giura di osservare il trattato di cui B- 18 A/32 al n. 307. Orig. sulla pergam, di cui al n. 307. I Signori di Tolone ratificano le convenzioni stipulate dal loro ambasciatore con il Comune di Genova 18 genn. dello stesso anno. 'Ofìg. membr. 31x22 in parte corroso dall'umido; trac. sig. pend. 311 - 1246, ou. Luigi IX, re di Francia, stipula un contratto con Guglielmo B' 4/'*'9 di Varazze, procuratore del Comune di Genova, per il no- leggio di sedici navi nuove che questo gli dovrà fornire nelle misure ivi specificate, munite delle armi e dell equipaggio ivi indicati, delle quali dodici a milletrecento marchi d’argento ciascuna e quattro a millecento marchi d argento ciascuna. Orig. membr. forato, 48 x 45,5; trac. sig. pend. Caffaro III, p. 168. 310 - [1242] B. 4/58 312 - 1246, nov. L'Imperatore Federico II conferma ai Savonesi usi e con-B 3/31 6 suetudini già goduti, promettendo di tenere sempre sotto il suo dominio il territorio di Savona. Orig. membr. 37 x 32; trac. sig. pend.; annotaz. dors, data ed ogg- Cop. infor. sec. XV ricavata da altra autent. del 13 settem. 1364 nel quader. cart. di cui al n. 209. 313 - 1247, giù. 22 Gli arbitri eletti dalle parti sentenziano che spetta a Nico-B. 18 a/34 ]oso £u Vivaldo di Bisagno ed ai suoi fratelli il possesso di una terra posta all’estremità del ponte sul Bisagno senza contraddizione di Oltramarina e del marito di questa Gan-dolfo. Cop. autent. del 1273 su perg. 15x16. 314 - 11247], die. 7 Papa Innocenzo IV concede ai Genovesi dimoranti nel re-B 4/6l gno di Gerusalemme, di Cipro ed in altre terre d’oltremare, il privilegio di non poter essere sottoposti a scomunica, a censura ecclesiastica o interdetto a causa di disposizioni di ultima volontà da essi colà ordinate o di esazioni da queste dipendenti. Cop. autent. del 13 agosto 1289 ricavata da altra autent. del 6 agosto 1267, tu perg. 21 x 54. Jurium I, col. 1025-6. - 66 - 315 - 316 - 317 - 318 - 319 320 B24/62diC’ 7 Papa Innocenzo IV incarica il Priore di Santa Croce della città di Acri di far sì che i Genovesi residenti nel regno di Gerusalemme, di Cipro ed in altre terre d’oltre mare possano godere i benefici, le immunità ed i privilegi da lui concessi ai Veneziani e agli altri, senza essere molestati da alcuno. Cop. autent. dei 13 agos. 1289 ricavata da altra autent. del 6 agos. 1267 su (perg. 13x39 in parte corrosa dall’umido e forata. Jurium I, col. 1026. 1247, die. 23 II Comune di Genova conferma la vecchia convenzione stipulata con i Signori di Passano e con gli uomini di Lèvanto nel 1211, modificandone un capitolo a vantaggio degli stessi. Cop. infor. cart. sec. XVII (con data errata J253). Jurium I, col. 1028-9. 1249, giù. 13 Guglielmo di Bulgaro e Simone Malocello, consoli e visconti genovesi in Siria, prendono possesso a nome del loro Comune della metà di una casa posta in Acri, già proprietà di Nicolò Anteimo ed abitata ora da un certo Bovarello, il quale promette di lasciarla libera appena ne sarà richiesto dal Comune di Genova. Orig. membr. 11 x 15 superiorm. corroso ed illegg. 1249, lug. 14 Censimento dei beni immobili e delle relative rendite che il Comune di Genova ha nella Città di Acri e fuori di essa, fatto da Guglielmo di Bulgaro e Simone Malocello, consoli e visconti genovesi in Siria. Orig. membr. 33 x 60; carta « partita ». 11250] Descrizione degli immobili e dei diritti che il Comune di B 5/i ° Genova ha nella città di Tiro e fuori, fatta per ordine dei Consoli e Visconti genovesi in Siria, in sèguito a ricognizione effettuata il 12 dicemb. 1249; nonché delle terre possedute in Acri e fuori in sèguito a ricognizione effettuata il 3 magg. 1250. Orig. membr. 21,5x42; carta «partita ». 1250, ott. 18 Mir Boadile, re di Tunisi, conferma per altri 10 anni la pace B 5 /2 • con i Genovesi, concedendo loro piena salvaguardia nel suo territorio, dove potranno esercitare liberamente il commercio pagando i diritti nei casi e nelle misure qui specificati, rifugiarsi con le loro merci in caso di avarìa o nel caso in cui fossero inseguiti dal nemico, contro il quale dovranno essere aiutati dagli abitanti del luogo; esportare in caso di carestia dalla terra dei Saraceni cinque navi cariche di grano - 67 - ogni anno senza dazio. I Genovesi dovranno noleggiare ai Saraceni, in caso di necessità, la terza parte delle loro navi che si trovassero in loco, escluse quelle già cariche, non dovranno navigare su navi corsare, dovranno uccidere chi di loro si armerà contro i Saraceni, etc. Orig. membr. 36,5 x 28,5; annot. dors, data ed ogg. 321 - 1251, mag. 22 Ferdinando III, re di Castiglia, concede ai Genovesi uno Spagna/™ ^ statuto in base al quale essi potranno vivere ed esercitare B. 5/3 il loro commercio nella città di Siviglia ed in altre, compren- dente le norme relative al pagamento dei diritti, alla nomina dei loro Consoli, all’amministrazione della giustizia, alla punizione dei corsari, etc. Orig. -membr. 61,5x42; trac. sig. pend. Jurium I, col. 1060-4; - Caffaro III, pp. 183-5. 322 - 1251, lug. io u Doge di Venezia promette pace e concordia per otto anni al Comune di Genova, dichiara la procedura che seguirà per assicurare ai Genovesi piena giustizia nel caso in cui saranno offesi o danneggiati dai Veneziani; che i Genovesi potranno stare e commerciare nell’impero di Romania, godere i possedimenti e diritti in Costantinopoli come al tempo dell’imperatore Alessio; che gli eredi di Balduino Guercio riavranno i beni che il detto Balduino aveva fuori di Costantinopoli al tempo deïl’Imperatore Emanuele, se compresi nel dominio della Repubblica Veneta. Orig. membr. 58x15; trac. sig. pend. Jurium I, col. 1099-1104 - Caffaro IV, p. 5. 323 - 1254,^ìug. 15 Comune di Genova nomina Enrico del Bisagno suo pio- curatore per affidare al Comune di Firenze la soluzione delle controversie con Pisa, per promettere di osservarne le decisioni, pena la multa di mille lire d’oro, per fare la pace e rimettere ai Pisani tutte le offese ed i danni ricevuti. Cop. infor. cart. sec. XVII; Cop. autent. mancante della data e dei testi, del 3 marzo 1276, su perg. 70x21,5, parzial. corrosa e cucita con quelle conten. i docum. nn. 324 e 326. Jurium I, col. 1182-6 - Caffaro IV, pp. 12-13. 324 - ,u8- 27 Comune di Pisa nomina due ambasciatori per fare la pace con Firenze, Lucca, Genova e S. Miniato, per affidare al Comune di Firenze tutte le liti tra Pisa, Lucca, Genova e S. Miniato e per promettere di osservarne la sentenza, pena la multa di mille lire d’oro. Il giorno seguente uno dei due ambasciatori eletti, essendo ammalato, incarica l’altro di fare - 68 - 325 - [1254, ag. B. 5/5 326 - 1254, ag. 4 B. 5/5 327 - 1254, ott. IO B. 5/9 328 - 1254, die. 11 B. 5/9 329 - 1255, lug. 20-25 B. 5/11 le sue veci. Il Comune di Pisa conferma il mandato al secondo ambasciatore. Cop. autent. del 3 marzo 1276 su perg. 74,5 x 45,5 cucita con quella conten. il docum. n. 323. Jurium I, col. 1186-94; - Cafffaro IV, pp. 12-13. ] Enrico del Bisagno, procuratore del Comune di Genova, e Sigherio Coneti, ambasciatore della città di Pisa, danno al Comune di Firenze l’incarico di risolvere amichevolmente entro 1’ 1 genn. pross. le controversie esistenti tra i loro rispettivi Comuni promettendo vicendevolmente l’uno all’altro di pagare mille lire d’oro nel caso in cui non si atterrà alle decisioni dell’arbitro eletto. Cop. sec. Xlll su perg. 31x22, corrosa e mutila nella seconda parte, cucita con quella conten. il docum. n. 326. Jurium I, col. 1195-6; - Caffabo IV, pp. 12-13. Enrico del Bisagno, procuratore del Comune di Genova, e Sigherio Coneti, ambasciatore pisano, a nome dei loro Comuni fanno la pace col reciproco bacio rimettendosi vicendevolmente le offese ed i danni ricevuti, promettendo l’uno all altro di pagare mille lire d oro nel caso in cui non sarà fedele ai patti, salvo restando l’arbitrato del Comune di Firenze. Cop. autent. del 3 marzo 1276 su perg. 46x21,5, parz. corrosa, cucita con quelle dei doc. nn. 323 e 325. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 1197-9; - Caffaro IV, p. 13. Il Comune di Firenze, eletto arbitro tra Genova e Pisa, condanna questa a restituire a Genova, entro quindici giorni, il castello di Lerici. Cop. autent. 3 mar. 1276 su perg. 43x20, cucita con quella del docum. n. 328. Jurium I, col. 1201-4; - Caffaro IV, pp. 16-7. Il Comune suddetto come arbitro condanna il Comune di Pisa a restituire a Genova, entro dieci giorni, il castello di Lerici, conferma a Genova il dominio su tutte le terre e castelli posti tra il fiume Magra e Genova, su Portovenere, Lèvanto, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Celasco, Càrpino e sul castello di Bonifacio in Corsica. Cop. autent. 3 marzo 1276 su perg. 65x19, cucita con quella del docum. ». 327. Jurium I, col. 1212-15; - Caffaro IV, pp. 16-7. Il messo genovese notifica ai Comuni di Albenga, Andora, Cervo, Diano, Oneglia, Porto Maurizio, Taggia, S. Remo, Ventimiglia, Poipino, Mentone il decreto del 6 lugl. col quale il Comune di Genova proibisce, a datare dall’ 1 agosto p.v., - 69 - 330 - 331 - 332 - l’uso della moneta astese nei luoghi compresi tra Monaco e Portovenere, nei quali potrà correre legalmente solo la moneta genovese. Orig. membr. 74 x 32,5, mutilo nella prima parte. 1256, gen. 14 II Podestà di Genova ed il procuratore del Comune di Alba B 5 *- fissano la procedura contro gli Albesi debitori dei genovesi. Cop. autent. 26 aprile 1288 su perg. 34,5x26. Jurium 1, col. 1229-31; - Ferretto, Alba e Genova, pp. 201-3. 1256, aen. 20 H Podestà di Genova, a nome del suo Comune, concede sai-fi. 5/13 vaguardia ai Senesi, ai quali promette piena giustizia in caso di offese o danni ricevuti nel distretto genovese, specifica quali pedaggi e diritti i Senesi dovranno pagare per il loro commercio a Genova; dichiara che non potranno esseie sequestrati in Genova le persone o i beni dei Senesi, eccettuati quelli degli autori principali di un delitto o di un debito, riservandosi però sempre la facoltà di emanare quei piovve-dimenti che giudicherà opportuni contro i Senesi. I procuratori Senesi promettono analoga salvaguardia ai Genovesi in Siena. La convenzione avrà efficacia per due anni. Cop. autent. 26 apri. 1288, su perg. 65,5 x 19. 1256, apr. 20 II Podestà di Genova, a nome del suo Comune, promette ai B 5/14 legati e procuratori di Chiano, Marchese di Massa e Giu- dice di Cagliari, che questi ed i suoi uomini saranno considerati cittadini genovesi, e saranno difesi ovunque e conti o chiunque, specialmente contro i Pisani; che il suddetto Marchese potrà avere un’abitazione nel castello di Cagliari per sè e la sua famiglia. I legati di Chiano promettono al Podestà di Genova che quello darà per sempre al Comune di Genova il castello di Cagliari, che tanto lui che i suoi uomini faranno pace o guerra contro chiunque e specialmente contro i Pisani, secondo la volontà di Genova; che difenderanno i Genovesi ovunque, che il suddetto Marchese sceglierà come moglie una persona amica dei Genovesi; che fornirà gratuitamente per il primo anno e ad equo prezzo per il secondo anno il vitto necessario alle persone che il Comune di Genova istallerà nel castello di Cagliari; che permetterà ai Genovesi di portare a Genova il sale che vorranno estrarre dalle sue saline; che non consentira nella sua terra altro scalo che nel porto di Cagliari. Le due parti si impegnano ad osservare e far osservare la presente convenzione, pena la multa di diecimila marchi di argento. Cop. autent. 26 apri. 1288, su perg. 63 x 20,5 parzial. guasta. Manno I, pp. 361-2; - Chart. I, col. 1429-32; - Jurium I, col. 1231-35; - Tola, pp. 364-5; Caffaro IV, pp. 21-2. - 70 - 1256, ott. 23 [1257 st. pis.] B. 5/15 1256, ott. 25 B. 5/15 1256, ott. 25 B. 5/15 1256, ott. 29 B. 5/15 1256, ott. 29 B. 5/15 1258, feb. 14 B. 5/20 Il Comune di Pisa nomina Lanfranco Della Torre suo procuratore per rinunciare ad ogni diritto sul castello di Lerici a favore del Comune di Genova in conformità dei patti conclusi tra Firenze e Pisa. Orig. sii perg. 38,5x11, cucita in calce a quella contenen. i docum. nn. 334, 335, 336 e 337. Jurium I, col. 1260-1; - Caffaro IV, p. 20. Il legato del Comune di Firenze consegna il castello di Trebbiano al procuratore del Comune di Genova. Orig su perg. 74x26, conten. pure i docum. nn. 335, 336 e 337. Jurium 1, col. 1240-1; - Caffaro IV, p. 20. Simone Embrono, procuratore del Comune di Genova, dichiara che l’accettazione del castello di Trebbiano, consegnatogli dal legato fiorentino, non apporta alcun pregiudizio al Comune di Genova nella convenzione stipulata con Firenze e Lucca e che egli, a nome del suo Comune, non aderisce alla pace conclusa tra Firenze, Lucca e Pisa. Orig. sulla perg. di cui al n. 334. Jurium I, col. 1241-2. Lanfranco Della Torre, procuratore del Comune di Pisa, in presenza e per volontà del legato fiorentino, rinuncia, a nome del suo Comune, ed a favore di quello di Genova, ad ogni diritto sul castello di Lerici. Orig. sulla perg. di cui al n., 334. Jurium I, col. 1243-4; - Caffaro IV, p. 20. Simone Embrono, procuratore del Comune di Genova, dichiara in presenza del legato fiorentino, di 11011 aderire alla pace conclusa tra Firenze, Lucca e Pisa, e che la rinuncia testé fattagli da Lanfranco Della Torre, procuratore di Pisa, non pregiudica la convenzione stipulata tra Genova, Firenze e Lucca. Orig. sulla perg. di cui al 11. 334. Jurium I, col. 1245. Andrea Spiliato, suddiacono e cappellano del Papa, subdelegato di Riccardo, Diacono di S. Angelo e cardinale, promulga la sentenza di scomunica contro il Comune di Genova perchè non ha indennizzato Giovanni Cinzio, mercante di Roma, delle merci rubategli da alcuni genovesi, ed ordina aH’Arcivescovo genovese di farla pubblicare. Orig. membr. 38,5 x 28; trac, due sig. pend. 339 - 1258, mag. 12 La Repubblica di Venezia nomina i suoi ambasciatori presso la Corte pontificia per fare la pace con i Genovesi. Cop. autent. 6 lugì. 1258, su perg. 51x34. conten. pure il docum. n. 340. Caffaro IV, p. 30. 340 - 1258, mag. 16 II Comune di Pisa nomina i suoi rappresentanti per trattare g2»* piS'* la pace con Genova anche a nome di Guglielmo, Conte della Capraia, Giudice di Arborèa e della terza parte del regno di Cagliari, e per attenersi alle disposizioni del Papa. Salvo il consenso dei Veneziani, alleati dei Pisani. Cop. autent. 6 lugl. 1258 sulla perg. conten. il docum. n. 339. Caffaro IV, p. 30. 341 - [1258] giù. 3 Gli ambasciatori genovesi presso la Corte pontificia riferisco-B' 5/23 no al Podestà ed al Capitano del popolo di Genova sul loro arrivo a Viterbo, sull’udienza avuta dal Sommo Pontefice insieme agli ambasciatori di Venezia e di Pisa, sulla presentazione delle loro credenziali, giudicate incomplete dal Papa e dai Cardinali, sul colloquio avuto con gli uditori del Papa, sull’arrivo a Viterbo del corriere dei consoli d’oltremare recante la notizia che i baroni d’oltremare hanno rotto i patti con i Genovesi; chiedono le opportune istruzioni e credenziali più complete per assolvere il mandato ricevuto. Orig. cart.; trac. sig. ader. terg. \ 342 - [1258] giù. [7] Gli ambasciatori genovesi presso la Corte pontifìcia riferi-B' 5/24 scono al Comune di Genova il risultato delle loro trattative con i Pisani e con i Veneziani al cospetto del Papa e dei cardinali, ai quali hanno fatto presente non poter fare alcun compromesso nella persona del Pontefice senza il consenso dei baroni d’oltremare, e che se pace dev’esser fatta, essa debba essere completa, cioè risolutiva dei fatti d’oltremare, di Sardegna e di quelli interni. Riferiscono altresì la lagnanze di Ottobono, diacono di S. Andriano, cardinale, che chiede di essere liberato da alcuni pesi impostigli dal Comune di Genova, raccomandato dal Papa. Chiedono istruzioni per S. Igia. Orig. cart. mutilo; trac. sig. ader. terg. 343 " B ^5/25^U 10 ^ Comune di Genova, ricevute le lettere dei suoi ambascia-tori presso la Corte pontifìcia, trasmette loro le decisioni adottate in conseguenza, credenziali più complete e copia delle lettere ricevute dai Consoli genovesi in Acri sui fatti d’oltremare. Partecipa le perdite inflitte dai Genovesi al ne- - 72 - mico in Sardegna, dove la terra di S. Igia è stata rifornita dei viveri necessari. Due orig. cart.; trac, due sig. ader. terg. Tola, p. 882. 344 - [1258] giù. 13 II Comune di Genova trasmette le istruzioni ai suoi amba- B. 5/27 sciatori presso la Corte pontificia, prescrivendo loro di affi- dare al Papa la soluzione della controversia coi Pisani per la terra di S. Igia e quella per i fatti d’oltremare. Orig. cart.; trac, due sig. ader. terg. 345 - [1258] giù. 18 ^ Comune di Genova spiega ai suoi ambasciatori il modo B. 5/28 in cui dovranno fare nella persona del Papa il compromesso generale. Due orig. oart.; trac, due sig. ad'er. terg. 346 - [1258 fra il 26 ambasciatori genovesi presso la Corte pontificia riferisco- giugnó ed il 3 no al loro Comune il contraddittorio sostenuto con gli avver-^8-1 Sari, accusano ricevuta delle istruzioni loro inviate e dell’atto di procura esibiti al Papa, al quale hanno offerto il compromesso generale delle loro discordie coi Pisani e con i Veneziani; espongono le pretese dei Pisani sulla terra di S. Igia che, in attesa della sentenza arbitrale, è presa in consegna dalla Santa Sede Orig. cart. 347 B255/3iUg 3 Gli ambasciatori di Venezia, Pisa e Genova fanno compro- messo delle controversie esistenti fra i loro Comuni per la città di S. Igia e per i fatti d’oltremare nel Sommo Pontefice, Alessandro IV, al quale promettono di consegnare tutte le torri e fortezze possedute nelle terre d’oltremare, nonché la predetta città di S. Igia, sulle quali tutte solo il Papa potrà decidere. I suddetti ambasciatori promettono di osservare e fare osservare dalle rispettive loro città quanto sarà stabilito dal Papa, pena la multa di cinquantamila marchi d’argento. Cop. infor. sec. XIII in un fogl. cart. conten. pure il docum. n. 348. Jurium I, col. 1271-5; - Caffaro IV, pp. 30 e 36. 348 - 1258, lug. 3 Papa Alessandro IV, accetta il compromesso di cui al n. 347. 5/31 Cop. infor. sec. XIII nel fogl. conten. il docum. n. 347. 349 - [1258] lug. 3 Gli ambasciatori genovesi presso la Santa Sede comunicano B 5/33 al Comune di Genova la notizia ed il contenuto del com- promesso fatto da essi, dai Veneziani e dai Pisani nella persona del Sommo Pontefice per le controversie tra loro esistenti nei paesi d’oltremare e per quella di S. Igia in Sardegna. Orig. oart.; trac. sig. ader. terg. - 73 - 351 - 352 - 353 354 - Giacomo Collo, giudice ed assessore del Capitano del Popolo genovese, pronuncia la sua sentenza in conformità del parere emesso da due giureconsulti di Milano, nel giudizio promosso da alcuni creditori di Asti, di Genova e di Lucca contro un certo Tagliapane, lucchese. Min. membr. 141x22,5; annotaz. dors, data ed ogg.; trac. tre. ?»ig. ader. terg. Papa Alessandro IV incarica l’abate di S. Stefano, il Priore dei Predicatori ed Azolino, canonico di Bologna, di costringere con la censura ecclesiastica i Pisani a consegnare al Precettore dell’ospedale gerosolimitano di Città di Castello il luogo di S. Igia (in Sardegna) ed a liberare gli abitanti di esso fatti schiavi. Orig. membr. 30x37; annotaz. dors, dell’ogg.; trac. sig. pend. Manno I, pp. 366-7; - Tola, p. 379. Frisono Malocello e Giovanni di Rovegno, procuratori di Genova, presentano in Acri al vescovo di Betlemme, Legato Apostolico, due lettere con le quali il Papa Alessandro IV ordina a lui di costringere i Veneziani ed i Pisani a consegnare le torri e le fortezze che posseggono nelle terre d oltremare in conformità del compromesso precedentemente fatto con i Genovesi, ed a tutti gli ecclesiastici del Regno di Gerusalemme e di Cipro di aiutarlo se ne saranno richiesti. Cop. autent. del 14-12 success, su perg. 50,5 x22. 1261, gen. 11-17 Processo istruito dal vescovo di Betlemme, Legato Apostolico, in esecuzione delle lettere pontificie presentategli dai procuratori genovesi, per ricevere dai Pisani e Veneziani le fortezze e le torri che essi hanno in Acri, a conclusione del quale egli assegna a Veneziani e Pisani il termine di giorni quindici per una definitiva risposta. Orig. membr. 37 x 29; trac. sig. pend. 1261, giù. Manfredi, re di Sicilia, promette ai Genovesi piena sicurezza • 5/38 nel suo regno, riparazione in caso di offese o danni ricevuti, a condizione che uguale trattamento sia fatto ai suoi sudditi in Genova, di non aiutare in alcun modo i loro nemici; concede inoltre ai Genovesi esenzione di dazi e prestazioni nel suo regno, riduzione di diritti per il loro commercio, il privilegio di avere propri consoli in tutte le città del regno di Sicilia in cui hanno le loro logge; rinunzia al diritto di allunaggio; concede ancora ai Genovesi la facoltà di esportare dalle sue terre annualmente una certa quantità di vettovaglie; perdona ogni offesa e colpa commessa da loro in Malta. Reciprocamente gli ambasciatori genovesi promettono di di- 1258. ag. 10 B. 5/34 [1258] die. 5 B. 5/35 1261. gen. 11 B. 5/36 - 74 - fendere il re di Sicilia ed i suoi sudditi nel proprio distretto; di riparare ogni offesa che a questi sarà arrecata; di non dare ricetto o altro aiuto ai loro nemici, etc. Cop. autent. del 12-12-1271y su perg. 44x35; Cop. autent. cart. del 10-2-1562; Cop. autent. cart. del 10-12-1565 ricavata da altra autent. del 16-l-'62; trac. sig. ader. Jurium I, col. 1346-9. 355 - 1261, lug. io II Comune di Genova ratifica la convenzione stipulata dai B' 5/39 suoi ambasciatori il 13 mar. prec. con la quale: L’Imperatore greco, Michele Vili Doukas Angelo Comneno Paleologo promette di muover guerra ai Veneziani, con i quali non farà pace o tregua senza il consenso del Comune di Genova; di proteggere tutti i Genovesi nel suo territorio, dove essi saranno esenti da qualunque imposta e potranno possedere abitazioni, chiese, bagni, forni, giardini per esercitare il commercio; avere consoli e tribunali propri; di non aiutare i nemici di Genova, eccettuati i Pisani; di dare ai Genovesi in Costantinopoli se con il loro concorso riuscirà a recuperarla, un palazzo, la chiesa di Santa Maria, attualmente in potere dei Veneziani, con le logge ed il cimitero adiacente; dona loro la città di Smirne; promette inoltre un donativo annuo di 500 iperperi e due pallii dorati al Comune, di 60 iperperi e di un pallio all’arcivescovato di Genova; la liberazione dal carcere di tutti i Genovesi non appena la presente convenzione sarà ratificata; concede infine la facoltà di esportare dal suo impero qualunque merce, esclusi 1 oro e l’argento, esente da dazio. Il Comune di Genova non dovrà far pace o trattato coi Veneziani senza il consenso dell impero greco, i cui sudditi, nel distretto genovese difesi e rispettati, potranno acquistare o vendere, esenti da qualunque imposta; dovrà fornire, se richiesto, all’impero greco, ed a spese di questo, da una a 50 galee con il relativo equipaggio, alle condizioni ivi specificate. Le quali galee dovranno prestare servizio contro i nemici dell'impero greco, eccettuati però la Chiesa Romana e tutti quei Sovrani e Comuni con i quali Genova è legata da speciali convenzioni, nominativamente elencati nel presente atto di ratifica. Cop. autent. scc. XIV ricavata ila altra autent. del i 9-3-1267 su perg. 171 x 32; Cop. autent. ilei 2-8-1309 in un quader. cart. conten. pure l’atto di cui al n. 530. Jurium 1, col. 1350-9; - Manfroni, pp. 654-66 e pp. 791-809; - Caffaro IV, pp. 41, 43, 45. 356 - 1261, ag. 15 Alfonso X, re di Castiglia, Toledo, Leon, etc., conferma ed 1299 era di amplia ai Genovesi la concessione di un quartiere nella città gPaf/40 di Siviglia ad essi fatta da Ferdinando III, suo padre, con privilegio del 29 genn. 1251, ivi inserito. Orig. spagnolo su perg. 35 x 29; truc. sig. pend. Jurium I, col. 1392-3. - 75 - 357 - 1261, ag. 16 Alfonso X, re dei Romani, di Castiglia, Toledo, Leon, etc., B' 5 41 conferma ed amplia ai Genovesi le concessioni fatte loro in Siviglia ed altre città dal re Ferdinando III, suo padre, il 22 magg. 1251 col privilegio ivi inserito (vedi n. 321). Orig. membr. 43 x 52,5; trac. sig. pend. Chart. II, col. 1614-8; - Jurium I, col. 1393. 358 - [1262] mag. 14 papa Urbano IV esorta i Genovesi ad accettare i consigli deirArcivescovo di Torres da lui inviato per pacificare i Comuni di Genova e Pisa. Orig. membr. 19,5x26. Tola, pag. 808 (sotto Urbano V, anno 1363). 359 - 1262, lug. 21 Gli ambasciatori genovesi ed i Conti di Provenza, Carlo I di B. 5/43 Angiò e Beatrice sua moglie, stipulano un trattato col quale sono assegnati ai suddetti Conti i luoghi e le terre che possiedono nel contado di Ventimiglia e particolarm. Castiglione e Briga; ai Genovesi Ventimiglia, Monaco e Roccabruna; a Guglielmo Vento, Poipino e Mentone. Viene stabilito che per l’avvenire i Conti di Provenza non potranno acquistare altre terre che siano comprese entro i confini della giurisdizione di Genova, e questa, a sua volta, nessuna terra compresa tra Monaco e Turbìa e il Rodano; che le due parti non si faranno guerra tra loro, nè direttamente nè indirettamente, e dovranno vicendevolmente l’una aiutare e difendere l’altra ed i sudditi di questa nel proprio distretto; sono fissate le norme per risarcire i danni nel caso in cui un cittadino del-l’una offendesse un cittadino dell’altra, e per la punizione dei responsabili, per il reciproco pagamento dei pedaggi, etc. Le due parti promettono vicendevolmente luna allaltra di pagare duemila marchi d’argento se non osserveranno in qualche articolo il presente trattato. Orig. membr. 42 * 54; Cop. infor. cart. sec. XVI1; Cop. infor. sec. XVI in un quader. cart. conten. pure la cop. infor. dell’atto di cui al n. 360, ricavate entrambe da cop. autent. del 20-6-1350. /urium I, col. 1402-10. I 360 - 1262, lug. 21 Articoli addizionali al prec. trattato con cui i Conti di Pro- D 75, ott. 25 II Comune di Genova ratifica gli articoli concordati tra il suo ambasciatore Lanfranco San Giorgio e l’imperatore dei Greci, ivi riportati, coi quali è ribadita l’osservanza del trattato del 10 lugl. 1261 da parte dei Genovesi che dovranno essere puniti se offenderanno gli uomini o l’impero di Romania, secondo il genere del reato commesso ed in conformità delle norme contenute nei suddetti articoli; noleggiare a prezzo conveniente all’imperatore greco navi, etc. Orig. membr. 63 x 43; trac. sig. pend. Manfroni, pp. 678-79. 391 b276/io'C 7 Capitoli di difesa degl’ivi indicati genovesi accusati di aver offeso e danneggiato, durante la sospensione delle ostilità, alcuni veneziani nel golfo di Palermo, e tre relative testimonianze. Infor, in un quader. cart. 392 " B2?6/uen 15 ^ richiesta di Marco Bembo e Giovanni Cornaro, ambascia- tori di Venezia, i quali chiedono soddisfazione e risarcimento dei danni arrecati da alcuni genovesi ad acuni veneziani catturati insieme a Michele Tiepolo nelle acque di Palermo il 10 agos. dell’anno preced. il Consiglio generale del Comune di Genova delibera di procedere contro i responsabili ed i loro mallevadori, di consegnare ai danneggiati i beni dei rei, e se questi, insieme alla garanzia dovuta dai mallevadori non bastassero a coprire i danni, le loro stesse persone, che in caso di latitanza saranno colpite dal bando, in piena conformità della tregua conclusa fra i due Comuni di Venezia e Genova. Circa le altre richieste di danni che si dicono prodotti dai Genovesi ai Veneziani a Negroponte ed altrove, ma che non sono provati, il Consiglio si atterrà alle norme contenute nella tregua suddetta. Min. cart. 393 - ^276, ^ gen. 19 Marco Bembo e Giovanni Cornaro, ambasciatori veneziani, a nome del loro Comune e di Michele Tiepolo, dichiarano di aver ricevuto dal podestà di Genova lire 380, comprese nel risarcimento dei danni prodotti da alcuni genovesi con la cattura di una nave veneziana del suddetto Michele Tiepolo. Il podestà di Genova invita i detti ambasciatori a lasciare prima di partire un loro legittimo procuratore per ricevere la liquidazione definitiva dei danni ricevuti. Orig. su perg. 32x21,5 conten. pure il doc. n. 394. - 83 - 394 - 1276, gen. 19 H Podestà di Genova, Simone Bonoardi, invita Michele Tie- B' 6 12 polo, anche per gli altri veneziani danneggiati nella cattura della sua nave, e dei quali egli è procuratore, a non allontanarsi da Genova senza aver lasciato un legittimo procuratore incaricato di riscuotere il pagamento dei danni cagionati dai genovesi in conformità della tregua stipulata tra i due Comuni di Venezia e Genova. Orig. sulla perg. di cui al n. 393. 395 - 1276, feb. 7 Ceto Rebuffato, procuratore degli ambasciatori di Venezia e B. 6/14 Miciieie Tiepolo, dichiara di aver ricevuto dal Podestà di Genova lire 531 e soldi 12, ricavate dalla garanzia dei mallevadori e dalla vendita delle imbarcazioni dei genovesi responsabili dei danni arrecati ai veneziani con la cattura di una nave. Il predetto Podestà si dichiara pronto a consegnar-di Guglielmo Bonacosa, uno dei rei, ed i beni immobili di costui e degli altri responsabili, ma il suddeto Ceto risponde di essere incaricato solo della riscossione del danaro. Orig. su perg. 62,5 x 19,5 conten. pure il doc. rt. 397. 396 - 1276, feb. 7 Docum. uguale alla prima parte del n. 395. 6/15 Orig. su perg. 69 x 18 conten. pure il docum. ». 398. 397 - 1276, apr. 22 II Podestà di Genova dichiara a Bartolomeo Boceta, procu- B 6/14 ratore del Comune di Venezia, di essere pronto a risarcire interamente i danni prodotti ai veneziani derubati da alcuni genovesi, con i beni immobili che questi hanno a Rapallo e Portovenere, se ne troverà a sufficienza. Orig. sulla perg. di cui al n. 395. 398 - 1276, apr. 22 Bartolomeo Boceta, procuratore del Comune di Venezia e B- 6/15 di Michele Tiepolo, in presenza del Podestà di Genova con- fessa di aver avuto da Ceto Rebuffato, fiorentino, già procuratore degli ambasciatori veneziani e del predetto Michele Tiepolo, lire 531 e soldi 12, pagate il 7 febbr. preced. dal Podestà di Genova, comprese nel risarcimento dei danni prodotti da alcuni genovesi con la cattura della nave veneziana di Michele Tiepolo. Orig. sulla perg. di cui al n. 396. 399 - 1276, ag. 15 Enrico Dardella, a nome del Comune di Genova, giura nelle B' 6/18 mani di Giovanni Rocca, Nunzio del Papa, di obbedire a qualunque decisione della Santa Sede dopo la sentenza di scomunica e di interdetto ricevuta da Genova per aver fatto introdurre truppe straniere in Italia non ostante il divieto della Chiesa Romana, e fatta alleanza con Pavia. Promette di - 84 - 400 - 401 - 402 - 403 - 404 - 405 - 406 - pagare lire 25.000 genovesi in caso d’inosservanza delle disposizioni pontifìcie, e presenta a garanzia idonei mallevadori. Orzg. membr. 55,5 x 23,5; troc. sig. pend.; annot. dcrrs. data ed ogg. b^ó/iT 17 Enrico Torsello, podestà di Chiavari e Lavagna, a nome del Comune di Genova ordina l’osservanza del trattato di pace stipulato fra il re di Sicilia e gli ambasciatori genovesi. Orig. membr. 13,5x21. B276/^0CU 29 ^ podestà di Andora fa pubblicare il decreto del Comune di Genova, ivi riportato, che dichiara incorsi nel bando i Conti di Ventimiglia, i quali in forza del trattato stipulato il 21-7-1262 tra Genova ed il re Carlo di Sicilia, avrebbero dovuto restituire a questi i castelli di Briga e Castiglione ed altri territori. Orig. membr. 43 x 21. B2?6/2iett 29 ^ podestà di Oneglia fa pubblicare il decreto del Comune di Genova, ivi riportato, col quale i Conti di Ventimiglia, che si rifiutano di restituire al re Carlo d’Angiò i castelli di Briga e Castiglione, in osservanza del trattato stipulato fra il suddetto re ed il Comune di Genova, sono da questo dichiarati banditi. Orig. membr. 33 x22; annotaz. dors, dell °gg- B26/22 Due elenchi di genovesi condannati in contumacia al bando ed alla confisca dei beni, per aver offeso e danneggiato Michele Tiepolo ed altri veneziani nel golfo di Palermo. Infor, in un fogl. cart. >I2^3apr- 14 II procuratore del Comune di Genova in presenza del Papa, dei Cardinali e del procuratore del Comune di Venezia giura l’osservanza della tregua conclusa tra i due Comuni di Genova e Venezia. Orig. membr. 49x19,5 in mass, parte corroso dall’umid. ed illegg. B2?6/4g 17 Aghetto Rinaldo, console genovese in Acri, nomina Tartaro Usodimare suo nunzio per reclamare dal Bailo dei Veneziani in quella città la restituzione di alcune case, site nel quartiere della Catena, restituito dal re di Cipro al Comune di Genova, indebitamente occupata da alcuni veneziani. Orig. su perg. 59x15 conten. pure il docum. n. 406. 1277, ag. 18 Tartaro Usodimare, nunzio del Console genovese in Acri, B. 6/24 chiede ad Albertino Morosino, Bailo veneziano in Acri, la restituzione delle case di cui al n. 405. Orig. sulla perg. di cui al n. 405. - 85 - 407 - 1277, ott. 27 B. 6/26 408 - 1278, ott. 20 B. 6/27 409 - 1279, apr. 18 B. 6/28 ÌMm a (Su') 410 - 1279, ott. 22 B. 6/29 Percivallo Baldizzone e Giacomo Bevilacqua, ambasciatori del Comune di Genova, assegnano a Giudice di Cinarca un termine perentorio per presentarsi a Genova e difendersi dalle accuse che gravano su di lui, incolpato di aver commesso atti arbitrari in pregiudizio della sovranità genovese (occupazione delle saline, del distretto di Bonifacio, etc.). Orig. membr. 34,5x31,5; annotai, dors, data e ogg. Guglielmo, Marchese di Monferrato, promette di osservare il trattato ivi riportato, stipulato per 5 anni tra i Comuni di Genova ed Alessandria perchè la strada che da Genova deve portare in Lombardia passi obbligatoriamente per Alessandria, perchè il sale esportato da Genova e le altre merci in transito sulla detta strada non siano gravati da altri pedaggi oltre quelli fìssati nel trattato, comprendente tutte le norme che regolano l’uso e garantiscono la sicurezza della strada in parola. Orig. membr. 76x31,5. Trattato di pace stipulato tra gli ambasciatori di Genova e Lemur Boabdile Maometto, re di Granata, ratificato dal Comune di Genova e dall’ambasciatore del suddetto re, il quale insieme al proprio figlio promette sicurezza e protezione ai Genovesi nei suoi dominii, dove essi dovranno avere consoli proprii, un fondaco, una chiesa, un forno, un bagno, non saranno soggetti al diritto di albinaggio, potranno esercitare la caccia, etc. Nel presente trattato sono inoltre ben definiti: le attribuzioni giurisdizionali nelle vertenze tra Genovesi e Saraceni, i diritti che i Genovesi dovranno pagare sulle loro merci nelle terre del re di Granata, le merci per le quali godranno 1 esenzione dei dazi, quelle che potranno esportare, la moneta di cui si dovranno servire nei loro pagamenti, etc. I Genovesi promettono di fornire al re di Granata, in caso di bisogno, navi contro quei Saraceni coi quali non siano legati da trattato di pace o di tregua. Cop. infor. cart. sec. XVII. Jurium I, col. 1484-9; - Caffaro IV, p. 58. Guglielmo Burgundio di Nîmes vende ai consoli genovesi in detta città un ospizio con terreno e fabbricato. Cop. autant. 26 febbr. 1284, su perg. 53 * 20; annotai, dors, data ed ogg. Jurium I, col. 1505-7. - 86 - 412 413 - 414 - 415 - B 26/308en 17 ^ procuratore del Comune di Pisa confessa di aver ricevuto da Pietro Matteo Doria, podestà di Bonifacio, le merci ivi elencate rubate ai Pisani dai Genovesi. Orig. membr. 51,5x24 parzialm. corroso dall’umid. ed illegg. 20 Giudice di Cinarca per la pace e la sicurezza di sè, dei suoi uomini e di quelli di Bonifacio, promette a Pietro Matteo Doria, podestà di Bonifacio, che se il Comune di Genova farà la pace con lui sarà fedele ai Genovesi, i quali avranno libertà, sicurezza, esenzione di dazii nella sua terra; inoltre determina i limiti entro i quali il Comune di Genova potrà esercitare la sua giurisdizione, offre asilo agli uomini di Bonifacio che potranno abitare nella sua terra col loro bestiame esenti da tributi, ed avere un proprio console, fatta eccezione per i ladri. Giudice di Cinarca e quelli della sua terra potranno esportare qualunque merce da Bonifacio, esenti da dazio. Orig. membr. 52 x 24,5. Jurium I, col. 1517-9. 1280, ag. 5 II Comune di Venezia nomina Rustichino Benintendi suo B 6/3"> procuratore per assolvere il Comune di Genova dall’obbligo del giuramento da prestare al cospetto del Papa per l’osservanza delle promesse fatte in conformità della tregua conclusa tra i due Comuni, e per ricevere dal Comune di Genova analoga assoluzione nonché la ratifica della tregua suddetta. Orig. membr. 40 x 23,5; trac. sig. pend. [1280-1289] Il Comune di Genova chiede a quello di Venezia chiari-g 6/33 .. menti circa la restituzione di un quantitativo di lana ad alcuni veneziani. I nfor. cart. 1281, feb. 7 II Comune di Genova concede il salvocondotto nel suo distretto ai Fiorentini, salve le eccezioni ivi indicate; dichiara come punirà e risarcirà le offese eventualmente loro arrecate, quali diritti essi dovranno pagare per il transito delle loro merci, responsabili ciascuno delle proprie azioni, non di quelle dei propri concittadini. Reciprocamente analoghe concessioni e dichiarazioni fanno i Procuratori del Comune di Firenze nei confronti dei Genovesi. Le due parti inoltre - 87 - promettono di rispettare il trattato stipulato fra 1 Impero Greco ed il Comune di Genova. La presente convenzione avrà efficacia per 5 anni, ma potrà durare oltre questo termine se le parti lo vorranno. Cop. infor. sec. XVII su fascic. cart. conten. in appendice le aggiunte e le modifiche apportatevi dal Comune di Genova nel 1329. 416 - 1281. sett. 17 Due esecutori di Papa Martino IV ordinano all ex Priore di S. Giovanni di Pavarano di consegnare entro tre giorni il detto priorato al nuovo Priore, frate Enrico da Lomello. Min. cart. 417 - 1281, nov. 15 jj Siniscalco di Nîmes ordina ai mercanti genovesi dimoranti in detta città ed al loro Console di ubbidire, pena la multa di mille marchi d’argento, al Capitano dell associazione dei mercanti ivi residenti, al giudice ed al vicario del re di Francia in Nimes, di far pagare ai Genovesi le multe a cui sono stati condannati. Orig. membr. 54 x 22,5; annotaz. dors. 418 - 1282, mar. io Manuele Osbergerio, ambasciatore del Comune di Genova, B' 6/36 chiede a Carlo, primogenito del re di Sicilia, la restituzione del territorio di Roccabruna. Orig. membr. 24,5 x 22,5 parzialm. lacunoso nel margine destro. 419 - 1282, nov. il II Vicesiniscalco di Nîmes nega la proroga richiesta al Con-B. 6/37 SQje jgj Qenovesi e ad alcuni di essi mercanti a Nimes per comparire a Parigi dinanzi al Tribunale del re ed assistere alla definizione della vertenza sorta tra essi ed il Capitano dei mercanti dimoranti a Nimes. Orig. membr. 58 x 27. 420 - 1282, die. 31 I procuratori dei Comuni di Venezia e Genova prorogano b26/38* MtPer un triennio la tregua conclusa fra i due Comuni il 25 giù. 1280 salvi restando il trattato che i Veneziani hanno con i Pisani e quello che i Genovesi hanno col Signore di Tiro, con la reciproca promessa di non offendersi finché durerà la tregua, di adeguata soddisfazione nel caso in cui un suddito dell’uno arrecasse danno ad uno dell’altro Comune, e di giurare a mezzo dei rispettivi rappresentanti la presente tregua dinanzi al Papa entro il primo luglio pross. Orig. membr. 93 x 62 in diversi punti corroso ed illegg., spezzato in quattro pezzi. Caffabo V, p. 50. - 88 - 1283, feb. 6 [1282 st. fran.] B. 6/39 1283, giù. 21 B. 6/40 1284, gen. 4 [1283 st. nap.] B. 6/41 1284, ott. 13 B. 6/42 N. 19 sentenze pronunziate dal Capitano dell’associazione dei mercanti di Toscana e Lombardia dimoranti a Nîmes contro i mercanti genovesi ivi residenti ed i loro Consoli per contravvenzione allo statuto di detta associazione. Infor, su 7 fogl. di carta cuciti a rotuìo, parzialm. guasti e lacunosi. Enrico Dardella, procuratore del Comune di Genova, dichiara in Orvieto alla presenza del Papa Martino IV di essere pronto a giurare la proroga della tregua firmata dai procuratori dei Comuni di Genova e Venezia a Cremona il 31 dicemb. 1282. Orig. membr. 30x16,5. Verbale delle testimonianze rese davanti ad un giudice e ad un notaio di Napoli, ad istanza di un domestico di Benedetto Cardinale, per provare la cattura di una nave contenente quaranta botti di vino dirette a Corneto al suddetto Cardinale, fatta da alcuni pirati genovesi a Capo Circeo. Orig. membr. 43,5 x 32; trac. sig. ader. I Comuni di Firenze, Genova e Lucca si alleano contro i Pisani coi quali non faranno pace o tregua se non di comune accordo. Fissano le norme relative al trattamento, al cambio ed al rilascio dei prigionieri di guerra, nonché le modalità per ottenere la concomitanza delle azioni militari. Confermano, con delle aggiunte e chiarimenti, i trattati esistenti tra loro. Offrono, sotto le condizioni ivi specificate, la possibilità di entrare nella presente alleanza ai Pisani che non siano prigionieri del Comune di Genova, come pure al Conte Ugolino, ai suoi figli ed al Giudice di Gallura, i quali ultimi, se aderiranno alla lega, diventeranno cittadini genovesi ed avranno in feudo dal Comune di Genova le terre ed i castelli che possiedono nel giudicato di Cagliari. I Fiorentini ed i Lucchesi ottengono dal Comune di Genova esenzione di pedaggi per le vettovaglie, ivi elencate, in transito nei luoghi compresi tra Corvo e Monaco; ma per l’acquisto del sale a loro nscessario ogni anno, dovranno attenersi alle modalità fissate nella presente alleanza, che dovrà essere confermata o rinnovata ogni cinque anni. I Comuni di Firenze, Genova e Lucca si adopereranno per far entrare nella lega altri Comuni della Toscana; si promettono vicendevolmente la penalità di 25 mila marchi d’argento nel caso d’inosservanza del trattato. Cop. infor. cart. sc0• XVIl^ Jurium II, col. 60-8 - Tola, pp. 397-9; - Caffaro V, pp. 58 e segg. 425 - 426 - 427 - 428 429 - 430 - 431 - 1285, mag. 21 Pandolfo Savelli e Anibaldo Trasmundo, senatori di Roma, concedono ad un certo Casariccio, cittadino romano, che, depredato da pirati genovesi di una nave contenente legname ed altre merci, non ha potuto ottenere alcun risarcimento dalle autorità genovesi, la facoltà di rappresaglia sui Genovesi per i danni e le spese sostenute. Orig. con annotaz. dors, data ed ogg. e trac. sig. ader. terg. su perg. 33,5 x 19,5, conten. pure il docum. n. 426 e l’annotaz. della remissione fatta il 27 maggio 1289 dal detto Casariccio al Comune di Genova, che gli ha concesso di raccogliere dai Genovesi dimoranti in Roma centocinquanta fiorini d’oro. 1285, lug. io Orso Orsini e Nicolò Conti, Senatori di Roma, confermano B’ 6 4-1 il precedente privilegio di rappresaglia al suddetto Casa- riccio. Orig. strila perg. di cui al n. 425. 1285, die. 23 B. 6/45 [1285-6] B. 6/46 1286, gen. 7 B. 6/47 Due « patroni » della nave chiamata San Giovanni, ed alcuni mercanti veneziani, piacentini e narbonesi della stessa nave, dichiarano di non aver ricevuto alcun danno nelle loro merci da parte di Rolando Ascherio, ammiraglio di cinque galee genovesi, nè dai suoi uomini, e che le merci scaricate dalla suddetta nave o pervenute in potere dei Genovesi sono dei Pisani e dei Toscani, nemici del Comune di Genova. Orig. membr. 31 x 17,5. Andronico II, Imperatore greco, comunica al Comune di Genova di aver ricevuto con piacere Giacomo Doria, ambasciatore genovese, di aver disposto perchè siano risarciti ai Genovesi i danni patiti nel suo impero, e di volere per il futuro mantenere buoni rapporti con i Genovesi. Orig. cart. Bertolotto, pp. 509-10; - Manfroni, pp. 682-3. Il Comune di Genova nomina i suoi procuratori per trattare con gli ambasciatori delle città toscane alleate sui danni da infliggere ai Pisani. Orig. membr. 26 x 20. 1286, mar. 21 Giacomo II, re di Sicilia, a richiesta del Console genovese 6 47 bis jn Messina, conferma le esenzioni che i Genovesi godono nei loro commerci in Sicilia e specialmente in Messina fin dai tempi del re Manfredi specificando quanto debbono pagare nei singoli casi. Cop. autent. cart. 10-12-1565; sig. ader. 1286, lug. 15 Rolando Lazzo cede al Comune di Genova il castello di S. B. 6/48 Angelo, posto nel territorio di Balagna, ferme restando le - 90 - 432 - 433 - 434 - 435 - 436 - 1287, mar. 6 B. 18 A/39 1287. gin. B. 6/49 1288, apr. B. 6/50 convenzioni precedentem. stipulate tra gli uomini di Calvi e quelli di Balagna; giura per sè e per quelli del suo distretto fedeltà al Comune genovese del quale diventa vassallo, ricevendone la promessa che il suddetto castello di S. Angelo non sarà dato in avvenire ad alcun corso, tranne che a lui od ai suoi eredi e la promessa di un’abitazione per lui e la sua famiglia nel castello di Calvi. Orig. membr. 51,5x17. Jurium II, col. 81-2. Pancrazio Venerio, cittadino di Venezia e padrone di una nave, dichiara di aver ricevuto dal Comune di Genova lire 197, soldi 1 e denari 8 in risarcimento di una barca della detta nave sottrattagli da alcuni marinai genovesi e di altri danni da essi ricevuti. Orig. membr. 30 x 19; annot. clors. data ed ogg. Il re di Tunisi, a richiesta del Comune di Genova, conferma la pace conclusa con Giacomo Doria, promette il pagamento dei crediti ed il risarcimento dei danni ai Genovesi che possano provare il loro diritto con atti scritti testimoniati, concede loro una esenzione di tributi sulle merci introdotte o acquistate a Tunisi, il permesso di comprare per uso abitazione alcune case site nel loro fondaco in Tunisi e di ampliarlo. Orig. membr. 56,5 x 56; annotaz. dors, data ed ogg. Il Comune di Pisa fa la pace con quello di Genova promettendogli buona parte della Sardegna, comprese le saline, il golfo di Cagliari, il giudicato di Torres, tutta la Corsica, la restituzione di tutto quello che i Genovesi possedevano in Acri, la distruzione della torre pisana colà esistente, nei termini, con le modalità e garanzie ivi specificate, anche nei confronti dei Marchesi Malaspina e dei nobili Doria, l’abbandono dell’isola di Pianosa. Orig. membr. 152x 75. Jurium II, col. 127-64 - Tola, pp. 419-36; - Caffaro V, pp. 24-5, n. 1, 82-9, 111-2. 1288. api. 25 Federico Marchese Malaspina libera Bonaccorso dei Vicedomini di Trebbiano, abitatore di Suvero, ed i suoi discendenti di ogni imposizione del Comune di Suvero. Cop. infor. sec. XV da altra autent. del 19 agosto 1452 su foglio cart. conten. pure l'atto di cui al n. 810. 1288, dic. 23 Leone III, re d’Armenia, concede ai Genovesi nelle sue terre esenzione di diritti sulla compra ed esportazione degli schiavi e delle bestie, esenzione dal controllo doganale in entrata - 91 - 437 - 438 - 439 - 440 - 441 - 442 - 443 - e dal diritto di albinaggio; determina la misura dei diritti che essi dovranno pagare sulla vendita ed esportazione delle merci rispettivamente qui indicate. Orig. in arme?io su perg. 76 x 36. Parafrasi latina in: Jurium II, col. 1S3-5. 1289, feb. 24 un notaio della Corte Senatoriale di Roma per mandato dei B 6/S2 giudici palatini d’appello, riceve le deposizioni di 7 testimoni a favore di Casariccio, cittadino romano, derubato di una nave da pirati genovesi presso l’isola di Ponza. Orig. membr. 62 x 29 conten. in calce Vannotai, della remissione fatta il 27 maggio 1289 dal detto Casariccio al Comune di Genova che gli ha concesso di raccogliere dai genovesi dimoranti in Roma 150 fiorini d’oro (vedi pure i nn. 425 e 426). 1289, giù. 26 II Comune di Venezia dichiara il Comune di Genova tenuto a pagare a Turcolino Àluzio, cittadino veneziano, oncie ottanta d’oro, prezzo di una nave fattagli bruciare da Benedetto Zaccaria, capitano genovese, nel porto di Napoli. Orig. membr. 55 x 30,5 corroso dalVumid. nella parte centrale; trac. sig. pend. i28?ò !*g' 4 II Comune di Genova ordina a due suoi ragionieri di fare B. 18 A/42 . .. _ . ^ , ° i conti di Lamba Doria ed Oberto Spinola per il servizio da essi prestato nella Riviera di Ponente. Min cart. 1289. lug. io II Comune di Venezia nomina Francesco Loredano suo procuratore per esigere dal Comune di Genova oncie ottanta d oro dovute al veneziano Turcolino Muzio (V. n. 438). Orig. membr. 32x21,5; trac. sig. pend. 1289, lug. 14 II veneziano Nicolò Muzio, detto Turcolino, nomina Francesco Loredano suo procuratore dinanzi al Comune di Genova e per esigere da questo oncie ottanta d’oro, dovutegli per la nave bruciatagli (vedi num. 438). Orig. membr. 29 x 20. 1289, lug. 17 Guglielmo Cortingo, figlio di Ugo, castellano del castello di Petreto (Corsica), si sottomette al Comune di Genova al quale giura fedeltà ed obbedienza, promettendo di dare come garanzia uno dei suoi figli legittimi in ostaggio e pone sulla torre del detto castello il vessillo genovese. Orig. su perg. 41,5 x 26,5 parzialm. deter. conten. pure il docum. n. 443. Jurium II, col. 211-2; - Caffaro V, pp. 101-2. B. 6/56 1289, lug. 17 Guglielmo Cortingo, castellano del castello di Petreto, giu-ra fedeltà ed obbedienza al Comune di Genova e consegna - 92 - a Luchetto Doria, vicario genovese nella Corsica, il proprio figlio Ugonetto in ostaggio. Orig. sulla perg. di cui al n. 442, Jurium II, col. 212-3; - Caffaro V, pp. 101-2. 444- 12®9’6^g 1 Alcuni Signori di Olmeto, in Corsica, giurano fedeltà al Comune di Genova nelle mani di Luchetto Doria, vicario genovese in Corsica, cedendo tutti i loro castelli, terre e diritti. Orig. su perg. 74x27, conten. pure i docum. di cui ai nn. 445 , 446, 447 e 448. Jurium II, col. 216-7; - Caffaro V, p. 102. 445 - 1289, ag. 3 Altri Signori di Olmeto giurano fedeltà al Comune di Ge- B. 6/58 nova nelle mani del suo vicario in Corsica. ----Orig. sulla perg. di cui al n. 444. Jurium II, col. 217-8. 446 - 1289, ag. 13 Roberto, Marchese di Massa nell’isola di Corsica, giura fe- B. 6/58 deità ed obbedienza al Comune di Genova nelle mani di Luchetto Doria, suo vicario in Corsica, cedendo le proprie terre. Orig. sulla perg. di cui al ». 444. Jurium II, col. 223-4; - Caffaro V, p. 103. 447 - 1289, ag. 15 Alcuni consignori di Bagnara, in Corsica, giurano fedeltà ed obbedienza al Comune di Genova cedendogli le loro -—, terre. Orig. sulla perg. di cui al n. 444. Jurium II, col. 224-5. 448 - 1289, ag. 15 Guiducciorello, consignore di Bagnara, podestà e castellano B 6 58 del castello di Belgodere in Corsica, dichiara di aver conse- gnato volontariamente il Castello di Belgodere e la terra di Bagnara al Comune di Genova nelle mani del suo vicario. Orig. sulla perg. di cui al n. 444. Jurium II, col. 225*6; - Caffaro V, p. 102. 449 - 1289, ott. 9 Diario dell'attività svolta da Luchetto Doria, vicario del Co- B. 6/63 mune di Genova in Corsica, dal 18 giug. al 9 ottob. 1289. Orig. membr. 78 x25,5. Caffaro V, p. 98. 450 - 1289, nov. il Guglielmo e Giudicello Cortingo, castellani di Petreto, giu- B. 6/64 ran0 fedeltà al Comune di Genova nelle mani di Luchetto Doria, vicario genovese in Corsica, contro Giudice di Cinarca ed i suoi seguaci, pena la perdita del detto castello e delle - 93 - 451 - 452 - 453 - 454 - 455 - 456 - 457 - loro terre in caso cTinosservanza del giuramento, ed innalzano sulla torre di esso il vessillo genovese. Orig. membr. 30 x 27. Jurium II, col. 227-8; - Caffaro V, p. 106. U89, nov. il Alcuni Signori della Corsica in presenza di Luchetto Doria, vicario di Genova nell’isola, fanno la pace tra loro promettendo di attenersi a quanto sarà deciso dagli arbitri, eletti di comune accordo, nelle loro controversie. Orig. su perg. 33 x 25 conten. pure il docum. n. 452. 1289, nov. il Luchetto Doria, vicario di Genova in Corsica, a nome del suo Comune, ed alcuni Signori dell’isola, raggiungono un accordo, in forza del quale sono tenuti ad aiutarsi vicendevolmente contro chiunque, ad onore del Comune di Genova. Orig. sulla perg. di cui al n. 451. 1289, B. 18 A/41 Tomaso Spinola, Lanfranchino Pignolo, Percivallo di Baldiz-zone, Nicolò Guercio, Giovanni di Rovegno, Egidio Lercaro propongono di mandare agli ambasciatori genovesi che sono alla Corte pontificia le istruzioni allegate nel documento. Infor, cart. [1290, feb. il] Obertino fu Lercario Assereto denuncia al Vicario Generale B. 18 A/43 della Riviera di Ponente coloro che hanno ucciso suo padre e suo zio durante il passaggio della Regina di Napoli sulla strada pubblica Genova-San Remo e chiede giustizia. Infor, cart. 1290, feb. 14-16 B. 18 A/44 Deposizioni testimoniali relative agli omicidi di cui al n. 454 compiuti nel corso dell’aggressione armata contro il Conte di Ventimiglia. Min. in un quader. cari, parzialm. corroso ed illegg. 1290, feb. 18 Francesco Loredano, procuratore del Comune di Venezia e B- 7/1 di Nicolò Muzio, detto Turcolino, dichiara di aver ricevuto dal Comune di Genova lire 280 di genovini per il pagamento di once 80 d’oro, prezzo di una nave del suddetto Turcolino, incendiata dai Genovesi nel porto di Napoli. Orig. membr. 54,5 x 22,5. l29n’,-,mae' 17 Enrico II, re di Cipro e di Gerusalemme, a richiesta dei Genovesi, revoca il trattato stipulato con il Comune di Genova il 21 settembre 1288. B. 7/2 Orig. membr. 36x13,5; annotaz. dors, data ed ogg. Jurium li, col. 275-6; - Caffaeo V, p. 91, n. 2. - 94 - 458 - 1292, lug. 14 B. 7/3 im Jhkfrx * ( £&) 459 - 1292, ag. 30 B. 7/4 KamCA 11 i 460 - 1292, sett. 16 B. 7/5 '2 1$ io 461 - 1292, sett. 16 B. 7/6 11 Podestà di Lucca nomina Riccomo Bolgarini curatore di Matteo Conte di Donoratico, maggiore di anni 8 e minore di anni 14, perchè possa confermare le condizioni offerte il 28 magg. prec. dal di lui fratello Conte Lotto, pisano, prigioniero, al Comune di Genova e da questo accettate, qui inserite e comprendenti fra le altre quella della salvaguardia e dell’esenzione da ogni dazio e colletta ai Genovesi nelle terre di essi Conti di Donoratico, la liberazione dal carcere del Conte Lotto, etc. Orig. mcnibr. 52x61,5 gravem, deter. e mutilo nell'ultima parte. Jurium II, col. 288-92; - Tola, pp. 440-2. Riccomo Bolgarini, curatore del Conte Matteo di Donoratico, in presenza e per ordine del Podestà di Lucca fa l’inventario dei beni lasciati in eredità al suddetto Matteo dal padre Conte Ugolino, fra i quali è notata pure la nona parte del regno di Cagliari. Orig. membr. 42 x 30,5. Tola, pp. 444-5. Il Conte Lotto di Donoratico per sè ed i suoi fratelli Guelfo e Matteo, promette al Sindaco del Comune di Genova d’impiegare lire venti mila di genovini in immobili siti nel distretto genovese, nei termini ed alle condizioni qui concordate; di cedere al Comune di Genova le terre che i Conti di Donoratico hanno entro i confini del castello di Cagliari, quando questo sarà recuperato dai Genovesi, in conformità della pace conclusa tra Pisa e Genova nel 1288; salvaguardia ed esenzione da ogni dazio e tributo agli abitanti del territorio genovese nelle terre dei suddetti Conti, i quali saranno soggetti alle leggi e tribunali di Genova per i reati commessi contro i Genovesi. Il Comune di Genova, a mezzo del suo Sindaco, promette di trattare i Conti di Donoratico come suoi cittadini, di liberare dal carcere il Conte Lotto, appena sarà data la garanzia di lire diecimila di genovini ed il presente patto sarà ratificato dai suoi fratelli Guelfo e Matteo, etc. Orig. membr. 65 x 42; annotaz. dors. ogg. Jurium II, col. 294-9; - Tola, pp. 445-7. Il Conte Lotto di Donoratico, in conformità delle offerte fatte al Comune di Genova il 28 magg. prec. promette d'impiegare o far impiegare dai suoi fratelli, entro dieci anni, lire mille di genovini nell’acquisto di immobili siti nella città o nel distretto di Genova, pena la multa di lire 2000 in caso - 95 - i d’inadempienza della promessa, mallevadore il Comune di Pistoia. Orig. membr. 57,5 x 22; annotaz. dors, data e ogg. 462 - 1292, ott. 6 II Comune di Lucca si rende garante verso quello di Geno-B‘ 7/7 va dell’adempimento della promessa fatta dal Conte Lotto di Donoratico anche a nome dei suoi fratelli Conti Guelfo e Matteo, d’impiegare, entro dieci anni lire 1500 di genovini in immobili siti nella città o nel distretto di Genova, impegnandosi a pagare lire tremila se la promessa non sarà mantenuta. Ortg. membr 45 x 27,5. 463 - 1292, ott. 9 II Comune di Firenze nomina i suoi rappresentanti per ga- rantire al Comune di Genova l’adempimento della promessa di cui al n. 462. Orig. membr. 39x31 in gran -parte deter. dalVumid. ed illegg. 464 - 1292, ott. 27 II Conte Lotto di Donoratico promette d’impiegare o fare im- B 7/9 piegare dai suoi fratelli, entro dieci anni, lire 1500 di geno- vini nell’acquisto d’immobili siti nel distretto del Comune di Genova, di pagare lire 3000 se non manterrà tale promessa; mallevadore il Comune di Firenze. Orig. membr. 65,5 x 22; annotaz. dors, data ed ogg. 465 - 1293, feb. 12 Giovanni Tavano banchiere dichiara di aver ricevuto in de- posito dal Conte Lotto di Donoratico lire mille di genovini da custodire fino a quando saranno impiegate nell acquisto d’immobili siti nel distretto genovese, promettendo di adoperarsi perchè questo investimento sia fatto dal Conte Lotto o dai suoi fratelli entro il termine convenuto col Comune di Genova, pena la multa di lire 2000 in caso di inosservanza. Orig. membr. 40,5 * 18. 466 - 1293, feb. 23 II Comune di Genova approva le istruzioni preparate da B- 7/1 ' una commissione appositamente nominata affinché i suoi ambasciatori possano rispondere alle richieste presentate dal Comune di Venezia per offese e danni arrecati dai Genovesi ai Veneziani ed i provvedimenti da essa proposti contro i rei. Due min. in due quader. cart. 467 - [1293] Gli ambasciatori del Comune di Genova a Venezia rispon- B 7/12 • dono in relazione alle richieste formulate da Nicola Quirino e Pietro Zeno, ambasciatori veneziani a Genova, per danni - 96 - ed offese arrecati da cittadini genovesi a cittadini veneziani. Min. in #« quader. cari. Caffaro V, p. 168. 468 - 1294, gen. 25 II Comune di Venezia dichiara di voler osservare la tregua B 7/n V6n 1 precedentemente firmata con quello di Genova. Orig. membr. 49 x 22. Caffaro V, p. 169. 469 * 11294] Nicola Spinola, ambasciatore del Comune di Genova, pre- senta all’imperatore dei Greci le inserite richieste per il risarcimento dei danni sofferti dai Genovesi ad opera dei Greci. Min. in un quader. e fogl. cart. Bertolotto, pp. 511-45; - Manfroph, pp. 683-5. 470 - 1296, apr. 4 Giacomo II, re d’Aragona, conferma ai cittadini di Barcel- B 7/15 Iona ed ai Catalani di Aragona e di Majorca il privilegio concesso da lui quale re di Sicilia il 17 luglio 1288, qui ri portato, col quale concedeva ai cittadini di Barcellona nel suo regno libertà e franchigie per il commercio, escludendone i Provenzali, i Romani, i Toscani, i Veneziani, i Pisani e gli abitanti del regno di Sicilia e salve le eccezioni ivi indicate come ai Genovesi. Cop. autent. cart. del 10-12-1565; trac. sig. ader. 471 - 1298, gen. 21 Guglielmo Doria, ambasciatore del Comune di Genova pres- B. 7/16 so il re di Granata, fa redigere in forma pubblica il trattato del 20-2-1925, col quale Alemir Boabdile Mohammed II e suo figlio Alemir da una parte, ed il Comune di Genova dall’altra confermano la pace tra loro conclusa il 10-10-1278, rimettendosi reciprocamente le offese ricevute da quel giorno, e reciprocamente promettendosi il risarcimento degli eventuali futuri danni ai loro rispettivi sudditi. Orig. membr. 31,5*19. 472 - 1299 mar 6 Lanf ranchino Spinola ed Egidio di Quarto, ambasciatori del B. 7/17 Comune di Genova presso il re di Cipro e di Gerusalemme, avendo chiesto più volte inutilmente al suddetto re il risarcimento dei danni arrecati ai Genovesi specialmente da parte dei Veneziani nel porto di Famagosta, ordinano sotto le pene qui stabilite, a tutti i Genovesi di non andare più o navigare, a datare dalli-8 p. v., verso quel regno, di lasciarlo entro questa data se già ci sono, di non esercitare, da ora in avanti, nessuna carica tra i propri concittadini in quel regno, e dettano le opportune disposizioni per quei Genovesi che attualmente hanno colà una carica o uno stipendio. Orig. membr. 73,5 x 30. - 97 - 8. 473 - 1299, mag. 25 1 Comuni di Venezia e Genova, presente il promotore Mat- B' 7/18 teo I Visconti, Vicario imperiale in Lombardia e Capitano di Milano, a mezzo dei propri ambasciatori fanno la pace tra loro, rimettendosi reciprocamente le offese ed i danni finora ricevuti, promettendosi reciprocamente la liberazione dei rispettivi prigionieri di guerra dopo che il presente trattato sarà ratificato, e dopo che sarà prestata idonea garanzia dal Comune di Venezia a quello di Genova per l’osservanza di esso, nel sfiorno che verrà stabilito dal suddetto Vicario imperiale. I Genovesi potranno opporre resistenza ai Veneziani se assaliranno l’impero greco. Qualora ci fosse guerra ^ qV tra Genova e Pisa, i Veneziani non dovranno andare a Pisa, nè in Sardegna, nè in Corsica, nè in alcun luogo compreso fra Nizza e Civitavecchia; i Genovesi non potranno andare in quelle città del golfo di Venezia che fossero in guerra con questa. Il Comune di Venezia darà come mallevadori dell’osservanza della presente pace i Comuni di Padova e Verona, quello di Genova i Comuni di Asti e Tortona. Ogni qualvolta uno dei due Comuni non osserverà il presente trattato darà all’altro 50 mila marchi d’argento più il risarcimento dei danni, spese ed interessi. Orig. membr. 73x51; orig. membr. 73 x 58,5 parzial. guasto. Judium II, col. 344-52; - Manfroni, p. 688. 474 - 1299, giù. 5 II Comune di Venezia nomina i suoi procuratori per ricevere B 7^19 dal Comune di Genova la ratifica del trattato di pace sti- pulato tra i suoi ambasciatori e quelli genovesi il 25 maggio prec. Orig. membr. 31 x 25; trac. sig. pend. Jurium II, col. 352-4. 475 - 1299. giù. io La città di Padova nomina il suo procuratore per garentire B 7 _<) al Comune di Genova l’osservanza da parte di quello di Venezia della pace di cui al n. 473. - > Orig. membr. 49x21,5. Jurium II, col. 356-8. 476 - 1299, giù. io II Comune di Genova nomina il suo procuratore per ricevere B- 7/21 i Comuni di Padova e Verona come mallevadori dell’osser- vanza da parte del Comune di Venezia della pace di cui al n. 473. Orig. membr. 47,5 x 20. 477 - 1299, giù. 12 II Comune di Verona nomina il suo procuratore per garan-B 7/22 tire l’osservanza da parte del Comune di Venezia della pace di cui al n. 473. Orig. membr. 59,5 x 23 parzialm. corroso. Jurium II, col. 359-61. - 98 - 478 - 479 - 480 - 481 - 482 - 483 - 484 - g297/->fu' 25 ^ procuratore della città di Padova garantisce al Comune di Genova l’osservanza, da parte di quello di Venezia, della pace di cui al n. 473. Orig. membr. 32x21. Jurium II, col. 361-3. 1299, giù. 25 II procuratore del Comune di Verona garantisce al Comune di Genova l’osservanza, da parte di quello di Venezia, della pace di cui al n. 473. Orig. membr. 42 x 23 forato a destra. Jurium II, col. 363-4. I29^’ lug' 1 II Comune di Venezia nomina Donato Lombardo suo prò-B. 7/25 ,, , , _ *■ curatore per giurare 1 osservanza del trattato di pace di cui al n. 473. Orig. membr. 45 x 24; sig. di piombo pend. Jurium II, col. 365-7. 1299, lug. 18 II rappresentante dei Comune di Genova consegna ai pro-B. 7/26 curatori del Comune di Venezia gli atti della garanzia prestata l’I ed il 13-7 dai procuratori dei Comuni di Tortona e di Asti per l’osservanza da parte del Comune di Genova della pace di cui al n. 473. Orig. membr. 52x21,5 lateralm. forato. Jurium II, col. 370-2. 1299, ag. 13 ji Comune di Pisa ratifica la tregua stipulata tra i suoi proli 300 st. pis.] . 11 j- -l oi n B 7/27 curatori e quello di Genova il ol-/ prec. Orig. membr. 52 x 25. Jurium II, col. 401-3. 1299, die. 31 11 Comune di Pisa nomina un procuratore per pagare lire [non st. pis.] 55 mjia di denari genovini al Comune di Genova in confor- R 7 /^8 ® mità della tregua tra loro conclusa il 31 lugl. prec. e riceverne regolare quietanza. Orig. membr. 70,5x21. 1300, mag. 28 Amedeo V, Conte di Savoia, ed il procuratore del Comune B 7 /29 di Genova stipulano tra loro un trattato in forza del quale il primo mette sotto la sua protezione i mercanti ed i vetturali genovesi, dimoranti o di passaggio nelle sue terre, promette di risarcire qualunque offesa o danno verrà loro arrecata, rinuncia nei loro confronti al diritto di albinaggio, stabilisce l’itinerario che i Genovesi dovranno percorrere nel suo territorio per andare o ritornare dalla Francia, i pedaggi - 99 - 485 - 486 - che essi dovranno pagare per il transito delle loro merci. Orig. membr. 76 x 38 corroso nella parte super, dest.; sig. cera pcnd. Cop. autent. 23 dicemb. 1301, su perg. 62x49; Cop. autent. cart. 20 giug. 1301; Cop. infor. cart. sec. XVIII. Jurium II, col. 405-9. sec. xill Statuto che i podestà genovesi devono osservare per lasse-B 18 A 45 gnazione delle castellarne, per l’amministrazione e difesa del castello di Gavi, etc. Framm. membr. 51x53. n Desimoni, Docum. di Gavi, pp. 98-107; - Leges Genuenses, col. 15-26, - Caf- faro II, p. 74. B°l8^/46 Statuto relativo ai diritti patrimoniali dei coniugi in caso di vedovanza. Frammento su perg. 30,5 x 22 parzial. corrosa ed illegg. - 100 - SECOLO XIV 488 - 487 B3°8/lSen 10 Un notaio’ Per ordine ricevuto dal Podestà di Genova, a richiesta ed in presenza del procuratore dello stesso Comune, riceve le deposizioni fatte da tre testi per comprovare le proteste e le istanze presentate dagli ambasciatori del Comune di Genova al re di Francia, allo scopo di ottenere la revoca dell’imposizione di alcuni tributi ai mercanti genovesi e ne redige atto pubblico. Orig. membr. 54 x 22,5; annotaz. dors. ogg. B3°8/28en' 19 11 Procuratore del Comune di Genova e quello del Comune di Amalfi stipulano un trattato in forza del quale i Genovesi nel Ducato di Amalfi, gli Amalfitani nella circoscrizione di Genova saranno d’ora in avanti esenti da qualunque imposta nelle vendite, compere e permute delle loro merci, pena la multa di mille marchi d’argento in caso d’inosservanza. Cop. infor. cart. sec. XVII. G. Grasso, Giom. Ligust. 1876, pp. 163-7. 489 - [1302, feb.] Il procuratore di tre genovesi ivi nominati danneggiati dalla t). lo A/47 ,, j. | i, cattura di una loro nave nel porto di Milazzo chiede al re di Napoli oncie 395 d’oro per il risarcimento. Orig. monco nell’inizio in un quader. cart. conten. pure gli atti di cui ai nn. 490 a 499 parzialm. corroso. 490 - no2^ feb^23 Carlo II, re di Napoli, invita il procuratore di cui al n. 489 a rivolgersi ad un uditore all’uopo nominato. Orig. nel quader. di cui al n. 489. 491 - n 302] feb. 23 Carlo II, re di Napoli, ordina ad Andrea Isernia di far ri- 18 A/47 sarcire i danni ai genovesi di cui al n. 489, da parte dei colpevoli. Cop. autent. sincrona nel quader. di cui al n. 489. 492 - 1302, feb. 25 Tomaso di Domoculta, ambasciatore del Comune di Genova, B. 18 A/47 consegna a Carlo II, re di Napoli, l'inserita lettera con la - 101 - r- 493 1302, mar. 3 B. 18 A/47 quale il detto Comune chiede quanto al n. 489; il re risponde di aver all’uopo delegato Andrea Isernia. Orig. nel quader. cart. di cui al ». 489. Il procuratore di cui al n. 489 e l’ambasciatore di crn al n. 492 consegnano ad Andrea Isernia l’inserita lettera del re Carlo II di Napoli chiedendo quanto al n. 489; Andrea Isernia fìssa l’udienza per il giorno 8 success. Orig. cart. nel quader. di cui al n. 489. Il procuratore di cui al n. 489 e l’ambasciatore di cui al n. 492 chiedono ad Andrea Isernia, ufficiale contabile della Gran Corte di Napoli, il pagamento di oncie 395 doro. Orig. nel quader. cart. di cui al n. 489. 495 - 1302, mar. io II procuratore di cui al n. 489 e 1 ambasciatole di cui al B >8 A 47 n 492 chiedono ad Andrea Isernia quanto al n. 489. Questi promette di far giustizia entro 40 giorni dalla prima richiesta. Orig. nel quader. cart. di cui al n. 489. 494 - 1302. mar. 8 B. 18 A '47 496 - 1302. mar. 14 Come al n. 495. B. 18 A 47 Orig. nel quader. di cui al n. 489. 497 - 1302. mar. 20 ^ richiesta del procur. di cui al n. 489, l’ambasc. di cui al B- 18 A/47 n. 492 consegna a Carlo II, re di Napoli, l’inserita lettera del Comune di Genova, analoga a quella di cui al n. 492. Orig. nel quader. di cui al ri. 489. 498 - 1302. mar. 23 II procuratore di cui al n. 489 e l’ambasciatore di cui al B. 18 A/47 n 492, chiedono ad Andrea Isernia quanto al n. 489. Questi promette quanto ai nn. 495 e 496. Orig. nel quader. di cui al n. 489. Il procuratore di cui al n. 489 e l’ambasciatore di cui al n. 492 non avendo ottenuto dal re Carlo II di Napoli alcuna soddisfazione in relazione alla richiesta presentata, gli preannunciano la loro partenza per Genova e la concessione di rappresaglie ai tre genovesi danneggiati in Milazzo dai sudditi del detto re. Orig. incombi, nel quader. di cui al n. 489. Descrizione dei confini del luogo presso Galata, consegnato e donato per ordine dell’imperatore romano d’Oriente al Comune di Genova. Cop. infor. sec. XIV in un quader. cart. conten. pure i docum. di cui ai nn. 502, 503 e 515. Sauli, pp. 209-10; - Jurium II, col. 435-7; - Desimoni, Quartieri sec. Xlll, pp. 244-53; - Belgrano, Docc. di Pera, pp. 103-4; - Manfroni, p. 689. 499 - 1302. apr. 1 B. 18 A/47 500 - 1303, mag. B. 8/3 - 102 - 5°i g30jg ^j'g17 II Comune di Genova nomina suoi ambasciatori i nobili Bernabò Spinola di Luccoli ed Andrea di Bartolomeo per chiedere al re Carlo II di Napoli soddisfazione e risarcimento dei danni arrecati dalle sue navi ad alcune navi genovesi qui indicate. Orig. membr. 36,5 x 33. 502 - 1304, mar. Andronico II. imperatore romano d’Oriente, concede ai Ge- novesi in Galata un lotto di terra quadrato, circondato da un fossato, entro il quale essi potranno costruire abitazioni, avere macelli, una loggia, un bagno, una chiesa, sacerdoti propri, etc.; un’altra area abitabile nella terra di Smime, della quale potranno disporre come di quella di Galata. Promette inoltre di proteggere e salvare i Genovesi nel suo territorio, dove godranno piena libertà e franchigia, fatta eccezione per il sale ed il mastice, non potranno essere considerati come vassalli, dovranno rispondere ciascuno solo delle proprie azioni ed essere giudicati dal podestà o console genovese. Cop. infor. sec. XIV nel quader. cart. di cui al n. 500. Sauli, pp. 211-6; - Jurium II, col. 441-4; - Belgrano, Docc. di Pera, pp. 105-10; - Manfroni, pp. 689-91. 503 - 1308, mar. 22 Verbali delle deliberazioni del Consiglio tenuto dai Capitani B' 8/3 del Popolo del Comune di Genova e dai loro consiglieri intorno alle richieste formulate da Andronico II, imperatore dei Greci, il quale a mezzo dei suoi ambasciatori chiede il risarcimento delle frodi arrecate dai Genovesi alla dogana imperiale, proponendo l’adozione di alcune disposizioni per evitarle nel futuro; protesta contro i magistrati genovesi residenti nel suo impero i quali affidano agli arbitri la risoluzione delle liti vertenti tra genovesi e greci, contro quei genovesi che abusivamente hanno occupato il suolo al di fuori del fossato di Pera, contro quelli che con legni da guerra assaltano le terre del suo impero, contro coloro che con le lusinghe hanno indotto molti giovanetti greci d’ambo i sessi a venire a Genova, dove li hanno poi venduti come schiavi; chiede di non mandare come podestà nelle terre dell’impero Bernabò Spinola. Cop. infor. sec. XIV nel quader, cart. di cui al n. 500. Belgrano, Docc. di Pera, pp. 110-15; - Manfroni, pp. 693-4. 504 - 1310, mag. 14 II Marchese Corradino Malaspina dichiara di aver ricevuto B. ix a/59 una sua naye restituitagli dal Comune di Genova. Orig. membr. 31 x 17; annotai, dors, data ed ogg. — 103 - 505 - [1310] Trattative intercorse fra il procuratore degli Spinola di Luc- 8 8/6 coli e dei loro seguaci ribelli e banditi da una parte ed i rappresentanti del Comune di Genova dall altra e schema del relativo trattato di pace offerto dai suddetti Spinola, seguito dalle aggiunte apportatevi dal Comune di Genova. Infor, in un quader. cart. 506 - 1311, nov. 24 L’imperatore Enrico VII conferma al Comune di Savona il 8. 8/7 privilegio di Ottone IV del 18 novemb. 1209, qui inserito. Cop. autent. del I» dicembre 1413 su perg. 53 *67; annotaz. dors, data ed ogg.; Cop. infor. cart. sec. XVI dell'ultima parte. (Vedi ». 195). L’imperatore Enrico VII conferma al Comune di Savona i 507 - 1311, nov. 24 ir ■» -ri • tt i ni a b. 3/33 privilegi concessi rispettivamente da Enrico 11 nell anno 1UI4, da Federico II il 26 marzo 1222, qui inseriti. Cop. infor. sec. XV nel quad. cart. di cui al n. 209. 508 1311, nov. 24 L’imperatore Enrico VII conferma al Comune di Savona il B. 3/33 privilegio concesso da Federico II nel novemb. 1246, qui inserito. Cop. infor. sec. XV nel quad. cart. di cui al n. 209. 509 - [1312] mar. 13 Alcune persone ivi nominate incaricate della custodia di B. 18 A/60 alcune navi di Stato, confessano di aver ricevuto in Napoli dalla Regia Tesoreria il compenso del mese di febbraio, ivi indicato. Orig. cart. parzialm. corroso; trac. sig. ader. 510 - 1313, mar. 27 L’imperatore Enrico VII sospende il godimento di alcune b. 8/io immunità reali e personali concesse ad alcuni cittadini ge- novesi. Orig. membr. 28x44, privato del sig. pend.; Cop. autent. del 4 settemb. 1595 ricavata da altra autent. dell’1 agosto 1551 nel fogl. cart. conten. pure la cop. del docum. n. 511. Jurium II, col. 458. 511 - 1313, mar. 27 L’imperatore Enrico VII conferma al Comune di Genova i B- 1 beni feudali acquistati senza il consenso del principe, a con- dizione però di richiedergliene regolare investitura e prestragli giuramento di fedeltà; ordina che i diritti del Comune di Genova e dei suoi sudditi non siano pregiudicati dai privilegi e dalle concessioni fatte da lui ad enti o persone singole, dichiara nulle le sentenze pronunciate dai suoi giudici e tutti i processi fatti in contumacia contro il Comune di Genova dal giorno del suo ingresso a Genova fino all’ll febbr., ordina a giudici e magistrati di rendere celermente - 104 - giustizia a tutti i Genovesi, ai quali concede piena libertà di movimento ed esenzione di ogni diritto. Cop. autent. cart. del 6 maggio 2534; Cop. autent. cart. del 4 settemb. 1595 ricavata da altra auten. dell’l agosto 1331 in un fogl. conten. pure la cop. autent. del docum. di cui al n. 510. Jurium II, col. 459-61. Gli ambasciatori di Alessio II Comneno, imperatore greco di Trebisonda, e quello del Comune di Genova stipulano un trattato di pace in virtù del quale le due parti che essi rappresentano si rimettono vicendevolmente le offese ed i danni finora ricevuti, salve le eccezioni qui sotto indicate. L’imperatore farà subito giustizia dei suoi sudditi colpevoli degli omicidi dei Genovesi uccisi sulla nave di Giovanni Pattinante e Giovanni da Chiavari; al Comune di Genova è concessa a sua scelta la darsena di Trebisonda o il terreno di altra località marittima della stessa Trebisonda in cui solo i Genovesi potranno abitare, commerciare e costruire fortificazioni; vengono stabilite le norme per assicurare buona giustizia nelle controversie fra Greci e Genovesi nell’impero; è abolito il diritto di rappresaglia sui Genovesi dimoranti nell’impero, dove anzi essi avranno protezione e sicurezza per le loro persone e cose. L’imperatore restituirà, entro quattro mesi, il danaro tolto a suo tempo ad alcuni mercanti genovesi in Trebisonda, manderà a Genova, entro 11 agos. p.v., un suo procuratore per ascoltare in giudizio le richieste dei Genovesi qui nominati, che dicono di essere stati danneggiati in Caffa ed in Gaza-ria, osservando quanto sarà sentenziato dal podestà di Genova e dai suoi giudici in merito alle richieste suddette, risarcirà i danni ad altre persone qui elencate, per l’ammontare e con le modalità qui indicate, etc. Orig. membr. 107x39,5. Gli scabini ed i consoli di Anversa concedono ai mercanti genovesi il permesso per la vendita del vino nella suddetta città, salvo il pagamento dell’imposta che per lo stesso motivo pagano i cittadini di Anversa. Orig. membr. 15 x 26,5; trac. sig. pend. Jurium II, col. 469. L’ambasciatore di Alessio II Comneno, imperatore greco di Trebisonda, e i rappresentanti del Comune di Genova, confermando i prec. trattati di pace, addivengono ad una compensazione dei danni reciprocamente ricevuti dalle parti che rappresentano, qui dettagliatamente spiegata ed in seguito alla quale, fra l’altro, è restituita al Comune di Genova la darsena di Trebisonda precedentem. donatagli dall’imperatore col trattato del 26 ottob. 1314. Cop. autent. dell' 11 -6-1340 sm perg. 69 x 45,5 parzialm. guasta dall umidità ed illeggibile. B318/3fet> 14 Reg0lamento emanato dal Consiglio dei Governatori di Genova per i Genovesi che vivono nelle terre dell’impero di Romania, col quale vengono determinate le attribuzioni del podestà di Pera e posto un freno agli abusi dei mercanti e dei coloni. Cop. infor. sec. XIV nel quader cart. di cui al n. 500. Sauli, pp. 222-30; - Belgrano, Docc. di Pera, pp. 116-23; - Manfroni, pp. 696-7. 516 - 1320, giù. 26 Federico, Marchese di Clavesana, ed i Marchesi di Ceva B 8 16 in Avignone, in presenza di Roberto d’Angiò, re di Sicilia, Signore di Genova, fanno la pace tra loro vicendevolmente rimettendosi le offese ed i danni finora ricevuti; i Marchesi di Ceva vendono tutti i diritti e tutte le azioni che possiedono nei territori di Ormea, Castelvecchio, Zuccarello e Ca-stelbianco per il prezzo di ottomila genovini d’oro al detto Marchese di Clavesana, il quale promette di pagarli entro 18 mesi, e di restituire al più presto possibile ai Signori di Pornasio il territorio di Pornasio. La parte che non si atterrà al presente trattato, dovrà pagare 10 mila fiorini d’oro all altra, la quale potrà attuare il sequestro personale o reale nei confronti di quella inadempiente fino a quando non sara pagata. Infine per ogni eventuale contestazione le due parti si rimetteranno al giudizio del re Roberto d’Angiò o del Comune di Genova. Orig. membr. 58x61; annotai, dors, data ed ogg.; trac. sig. ader. terg. Paolino di San Siro di Cremona, Console di Giustizia a Genova. assegna come tutrice ai minorenni figli ed eredi del fu Raimondo Rodolfo, la loro madre Giannina, figlia di Enrico di Santa Savina, la quale promette di amministrarne bene gli averi. Orig. membr. 21x28 lacunoso per corrosione nei margini destro ed inferiore. 518 - 1326, die. 23 Carlo d’Angiò, Signore di Firenze, esorta i Genovesi ad ascol-B 8/17 tare benevolmente gli ambasciatori fiorentini inviati a Genova per risolvere la controversia sorta fra l’associazione delle Scale di Firenze ed alcuni genovesi creditori di essa. Cop. infor. cart. sec. XVII. 517 - [1325-55] apr. 16 B. 18 A/61 — 106 - 519 - 1326-1398 Notizie di cariche, privilegi e titoli concessi ad alcuni illu-B' 8 18 stri genovesi ed in particolare ad alcuni membri della fami- glia Lomellini dai re di Napoli, negli anni controsegnati. Cop. infor. cart. del 1620 ricavata da un estratto del 2 ottob. 1610. 520 - 1328, gen. 30 Roberto, re di Napoli, nomina un procuratore per condurre B- 8/19 a Genova alcuni « patroni » genovesi, qui nominati, con tren- ta loro galee armate. Cop. infor. cart. sec. XVII. 521 - 1328, Carlo d’Angiò, figlio di Roberto e suo vicario generale, Duca B- ^ -fl di Calabria, comunica al suo ufficio contabile ed alla sua tesoreria le somme dovute ai « patroni » di dieci galee genovesi, qui indicati, ed ai loro uomini di equipaggio. Cop. infor. cart. incompl. sec. XVII. 522 - [i328-’38] Istruzioni date dal Governo di Genova ad un ambasciatore B- 8/21 inviato a Famagosta per esprimere al re di Cipro la volontà di mantenere pacifiche relazioni con quella Corona. Framm. cart. in volgare. 523 - 1332, lug. 25 I Comuni di Genova e Savona confermano il trattato fra B- 8/22 loro stipulato il 19-2-1251, apportandovi alcuni chiarimenti, ed aggiunte qui indicate, con le quali, fra 1 altro : i Savonesi sono considerati cittadini di Genova, potranno tenere i muri ed i fossati intorno al loro abitato fino al mare, saranno esenti dal pagamento di ogni imposta nella circoscrizione genovese. Cop. infor. cart. sec. XV. 524 - 1333, gen. 31 I Comuni di Genova e di Grasse rinnovano e confermano B. 18 A 62 per altri 29 anni alcuni trattati precedent. stipulati tra le due parti. Due frinii)», di un orig. membr. 15x26,5 superiorm. corroso e lacunoso e 13x34. 525 - 1337, gen. il Un giudice ed assessore del Podestà di Genova nomina cu- B. 18 A/63 ratore dell’eredità giacente del macellajo Opicino da Bobbio, il notajo Benedetto Corso, il quale redige l’inventario dei beni e dei debiti gravanti sull’eredità medesima. Orig. membr. 53,5x18; annot. dors, data ed ogg. 526 - [1337 ?] Preliminari di pace tra il re di Cipro ed il Comune di Ge- B. 8/23 nova. Infor, cart. in frane, parzialm. deter. - 107 - 527 - 1338, feb. Ugo IV, re di Gerusalemme e di Cipro, e Sorleone Spinola, procuratore del Comune di Genova, stipulano un trattato di pace col quale il suddetto re conferma i privilegi e le concessioni fatte ai Genovesi dal suo predecessore, dichiara di essere disposto a risarcire i danni arrecati ai Genovesi in Famagosta nell’anno 1331 fino a 18 mila bisanzi, etc. Le due parti si rimettono vicendevolmente le offese ed i danni ricevuti dal 1331 ad oggi e s’impegnano a reprimere la pirateria l’una nei confronti dell’altra. Orig. membr. 72 x 59; dispositivo in frane.; trac, vari sig. pend. 528 - 1341, feb. 2 Trattato di pace concluso fra i procuratori del Comune di B 8 /25 Genova ed i procuratori dei fuorusciti genovesi, per cui, questi assolti da ogni processo e da ogni condanna, rimessi danni ed offese ricevuti, possono rientrare in patria ed in possesso dei loro beni. Essi però dovranno restituire entro cinque anni i castelli e territori di Monaco, Roccabruna e Castelfranco al Comune di Genova dietro pagamento da parte di questo di lire 5000 di genovini per spese sostenute. Cop. autografa in un quader. cart. lacunoso nella parte centr. 529 - 1341, giù. 24 II procuratore del Comune di Genova e quello del Comune B. 8/26 pjsa stipulan0 un trattato col quale è prorogata per altri 25 anni la tregua firmata il 31-7-1299 fra i due Comuni, i quali ora stringono alleanza tra loro contro chiunque vorrà offenderli, rinnovano quella precedentemente fatta contro i pirati, si rimettono vicendevolmente tutti i danni e le offese ricevute dal 1299 ad oggi, ordinando la scarcerazione di quelli che sono per tale motivo tuttora detenuti, l’annullamento di tutti i bandi, condanne e decreti di rappresaglia, dal quale beneficio escludono però i Genovesi ed i Pisani in atto ribelli al proprio Comune. Stabiliscono di provvedere al risarcimento dei danni dei rispettivi cittadini con l’introito dei dazi. Quella delle due parti che non osserverà il presente trattato pagherà all’altra la penalità di 50 mila marchi di argento. Cop. infor. sec. XIV in un quader. cart. Aggiunto sul dorso un articolo relativo al divieto di asilo in Pisa ai banditi genovesi. Jurium II, col. 524-33; - Tola, pp. 715-20. 530 - 1341, seit. 5 Anna di Savoia, vedova di Andronico III Paleologo, impe-B. 5/39 ratrice romana d’Oriente, e Giovanni V, suo figlio, confermano il trattato stipulato il 13-3-1261 fra Michele Vili Paleologo ed il Comune di Genova; dispongono che in Costantinopoli sia nominato un magistrato per giudicare sommaria- - 108 - J mente delle liti fra Genovesi e Greci, concedono alla Comunità di Pera il permesso di costruirsi un acquedotto proprio, ordinano il risarcimento dei danni sofferti dai Genovesi ad opera dei Greci dal giorno dell’elezione del doge ad oggi, concedono infine ai Genovesi esenzione da ogni dazio di importazione e di esportazione in Costantinopoli. Il Comune di Genova consente ai suoi cittadini di prestare servizio per l’impero greco, conferma il decreto del 22 marzo 1308 ed il regolamento del 14-2-1317, ordina che il podestà di Pera non può disarmare i Greci fuori le mura di detta città, nè entro questa gli agenti imperiali, che non può imprigionare alcun suddito greco, che i doganieri in Pera possono costringere al pagamento dei diritti i contravventori, i quali non potranno dimorare con le loro merci entro la città. Cop. infor. sec. XIV nel quad. cart. di cui al n. 355. Bertolotto, pp. 545-50; - Manfroni, pp. 701-3. 5M b348/288’ 24 Pietr0 re di Sicilia’ conferma ai Genovesi il privilegio di poter essere chiamati in giudizio nelle località marittime dell’isola, tanto nel civile quanto nel criminale, dai propri consoli, tranne nei casi che importano la pena capitale, la mutilazione, la deportazione. Cop. autent. cart. sec. XVI; Cop. autent. cart. del 29 ottobre 1601. 532 - 1343, mag. 8 Sentenza arbitrale pronunciata da Oliviero Squarciafico tra b. 18 A/64 i fratelli Tommaso e Giorgio di Montaldo. Min. cart. 533 - [1345-1348], Luchino Visconti, Signore di Milano, chiede al Doge di gC’jg3 a/65 Genova il risarcimento dei cavalli perduti al servizio della Repubblica. Orig. cart.; trac. sig. ader. terg. 534 - [1345-13491, H podestà di Savona fa sapere al Governo genovese che il Pa® ,66 Signore di Milano intende impadronirsi della Repubblica. Orig. cart. ital.; trac. sig. ader. terg. 535 - 1346, mag. 18 Pietro Lauro, procuratore del Comune di Terracina, e Si- B' 8/29 mone Vignoso, ammiraglio genovese di 32 galee ancorate nelle acque di Terracina, per sè, a nome dei rispettivi padroni di dette galee e del Comune di Genova, stipulano un trattato col quale il Comune di Terracina, libero da ogni dominio signorile, si sottopone a quello di Genova, giurandogli perpetua fedeltà, cedendogli ogni giurisdizione civile e cri- - 109 - a 536 - 537 - 538 - 539 - 540 - minale; promette di pagare al podestà genovese, dal quale sarà governato secondo il proprio statuto e salve alcune riserve qui indicate, fra le quali il diritto di fissare le imposte, 250 fiorini d'oro all’anno per stipendio e spese, gli assegna come alloggio il palazzo comunale di Terracina esente da ogni spesa e metà delle multe che egli infliggerà nell’esercizio delle sue funzioni; promette di difendere i genovesi contro chiunque e dovunque, di esonerarli dal pagamento di qualunque imposta in Terracina, di allestire un esercito ogni qualvolta ne sarà richiesto dal Comune di Genova, di adottarne lo stemma, di consegnargli i banditi, i ribelli ed i nemici che capitassero nel suo territorio. Tutto ciò in compenso della liberazione dall’assedio del Conte di Fondi operata dalla flotta genovese. I cittadini di Terracina sono equiparati ai cittadini di Genova. Orig. in un quader. cart. 1346. aiug. 16 n Comune di Genova con suo decreto istituisce un ufficio per la difesa e conservazione dei suoi diritti e dei suoi beni, ne determina le attribuzioni e le competenze. Nomina per l’esercizio di esso, Nicolò Castello e Ingeto Bono di Lorenzo. Cop. infor. sec. XV nel quaderno cart. di cui al n. 99. 1346’ Seconda parte del testamento orig. di Caterina Cattaneo, moglie di Goffredo Spinola, fatto in Rodi. Framm. membr. 18,5x23; annotaz. dors, data ed ogg. [1347], Un Di Negro, residente in Avignone, informa lo zio Giovanni B g /3 [ “ De Murta, Doge di Genova, del colloquio avuto con il legato del re di Francia, delle voci di guerra che circolano, dei reclutamenti e passaggi di truppe in Lombardia per conto del re d’Ungheria, etc. Orig. cart.; trac. sig. ader. terg. B ^8^'32g,U 5 Corradino Credenza comunica al Doge di Genova l’improvviso arrivo e partenza da Napoli del re d’Ungheria, che cosa si pensi di questi movimenti, di avergli mandato Raffo di Cogoleto che gli riferirà a viva voce; gli chiede denaro se deve fermarsi ancora a Napoli oppure ordine di rimpatrio. Orig. cart.; sig. ader. terg. 113481. giù. 5 Giacomo della Rocca, viceammiraglio del regno di Sicilia, comunica al Doge di Genova la partenza del re d’Ungheria da Napoli, il felice esito delle imprese di questi. Gli chiede notizie del suo stato e dei rapporti col suo popolo, dichiara di essere disposto ad aiutarlo nei limiti delle sue possibilità. Orig. cart.; trac. sig. ader. terg. - 11U - & 541 g34,8g ^'/6812 Nicolò Cazzano, podestà genovese in Pera, condanna i soci di Pasqualino Aldini, di Ancona, a pagar entro 18 mesi 1953 fiorini doro e grossi tre a Bartolomeo Bigo di Genova, il quale in caso di mancato pagamento, potrà rappresagliare persone e beni degli anconetani. Cop. autent. del 2 apr. 1350 su perg. 83 x60,5 parzial. corrosa dall’umido ed illegg. Belgrano, Docc. di Pera, pp. 936-47. M2 B3<8/?4eb 10 ^ Comune di Genova rinnova ad Enrico del Carretto, marchese di Savona, e ad Antonio, Alberto, Manfredi e France-schino suoi fratelli e coeredi, l’investitura di Spigno, Mai-rano, Rocchetta. Cop. infor. sec. XIV cui sotto alleg. le cop. dei tre atti 3-5 febbr. 1350 coi quali Enrico è nominato procuratore dai suoi fratelli, in un quader. cart. conten. pure i nn. 543, 544, 545. Jurium II, col. 581-5. 543 - 1350, feb. io II Comune di Genova rinnova ad Eliana del Carretto, ve- B 8/34 dova di Giacomo, marchese di Savona, l’investitura di Dego e Carretto. Cop. infor. sec. XIV, cui è alleg. la cop. dell’atto 5-2-1350, col quale Eliana nomina suo procuratore il figlio Enrico, nel quader. cart. di cui al n. 542. Jurium II, col. 585-8. 544 - uso, feb. 12 II Comune di Genova conferma il trattato stipulato con quel- B 8 34 lo di Laigueglia il 19-9-1199, nonché il decreto del 1 ottobre 1182, in virtù del quale gli uomini di Laigueglia possono ogni anno eleggere i propri consoli, qui inseriti. Cop. infor. sec. XIV nel quader. cart. di cui al n. 542. 545 - 1350, feb. 25 Guidetto, Manuele, Lombardino e Franceschino, Conti di B 8 34 Ventimiglia e Signori di Aurigo, Cenova e Lavina, sotto tu- tela della loro madre, per mezzo di procuratore confermano al Comune di Genova la sottomissione e le obbligazioni contratte dal padre, fu Ruggero, il 15 dicemb. 1340, qui specificate, e ricevono la cittadinanza genovese. Cop. infor. sec. XIV, cui sono alleg. le cop. di tre atti 17-8-1348, coi quali Sei-vaggia, vedova del suddetto Ruggero, si sottopone alla giurisdizione dei Consoli di Aurigo, Cenova e Lavina, dai quali è nominata tutrice dei suoi figli, e redige l’inventario dei loro beni, crediti e debiti, e la cop. dell’atto 30-1-1350 col quale la sudd. Selvaggia, contessa di Ventimiglia, tutrice dei suoi figli, nomina un suo procuratore per confermare il trattato stipulato da suo marito col Comune di Genova il iS dicemb. 1340, nel quader. cart. di cui al ». 542. 546 - 1350, apr. 22 Progetto di un trattato di pace fra il re e la regina di Sicilia da una parte e il Comune di Genova dall’altra. Infor, in un quader. cart. - Ili - 547 - 548 - 549 - 550 - 551 - 552 - 553 - 1350, giug. 4 Offerte presentate al Comune di Genova da Giovanni d’A- B 8/39 • «i • rezzo, ambasciatore del re e della regina di Sicilia, per la stipulazione di un trattato fra le due parti. Infor, cart. 1350, giug. il II procuratore del re e della regina di Sicilia promette di restituire al Comune di Genova la città di Ventimiglia, compresi i castelli di Rocca e di Colla, entro venticinque giorni, di non dare alcun aiuto a coloro che occupano od occuperanno il castello di Monaco. Il Doge di Genova promette che, avvenuta la sudd. restituzione, i Genovesi non offenderanno i re di Sicilia nè i loro sudditi, non aiuteranno in alcun modo il re d’Ungheria ed i suoi seguaci, non colpiranno con pesi reali o personali quelli di Ventimiglia, guelfi o ghibellini, che avendo lottato per il dominio della città, risultano ribelli nei confronti del Comune di Genova. Il quale non sarà tenuto a rispettare il presente trattato se esso non sarà ratificato ufficialmente dal re e dalla regina di Sicilia. Min. in un quader. cart. Papa Clemente VI esorta il Comune di Genova a rilasciare gli ostaggi dati da Luigi e Giovanna, re e regina di Sicilia, avendo essi già restituito la città di Ventimiglia e gli annessi castelli, ed a voler fornir loro ogni aiuto possibile. Ori g. membr. 30x41,5. 1350, ag. 1 B. 8/41 [1350 ?] ag. 6 II Vescovo di Ostia e Velletri esorta il Doge di Genova a B 8 /42 rilasciare gli ostaggi dati dal re e dalla regina di Sicilia, avendo essi già restituito la città di Ventimiglia e gli annessi castelli, ed a chiedere l’intervento del Papa per ogni residua inadempienza da parte dei sudditi reali. Orig. cart.; trac. sig. ader. terg. g35^ ^6926 Istruzioni date dal Comune di Genova al nobile Babilano Lomellini, capitano di dodici navi, sulla missione da svolgere a Messina, presso il re di Sicilia, ed altrove contro i Veneziani. Min. in un quader. cart. 1350, Istruzioni date dal Comune di Genova a Benedetto Fina- B. 18 A/70 morej ambasciatore presso il re di Francia. Infor, cart. [1351 ?] Istruzioni agli ambasciatori genovesi presso il re di Francia. B. 18 A/7I Infor ^ 112 - 554 - 555 - b35!s a/7219 Istruzioni date, ai nobili Giorgio di Negro e Nicolò di Goa-no, ambasciatori genovesi presso il re di Francia. Min. cart. fl35g/4™ag' 26 Istruzioni del Comune di Genova ad Oberto Gattilusio e Raffo Erminio che dovranno recarsi come procuratori del Doge in Oriente. Min. in un quader. cart. Belgrano, Cinque docc., pp. 241-51; - Bertolotto, pp. 550-9; - Manfroni, pp. 705-7. 556 - 1351, lug. 2 B. 18 A/73 Istruzioni date dal Doge di Genova alFammiraglio Pagano Doria per il suo viaggio da Portovenere a Messina e per catturare 14 navi veneziane. Min. cart. 557 - B5^K hig 2^ Istruzioni e lettera segreta date dal Doge di Genova a Pa-55g gano Doria, ammiraglio di una flotta di sessanta navi, per il suo viaggio da Messina in Dalmazia e ritorno contro i Veneziani. Min. in un quader. e fogl. cart. 559 - 1351, lug. 15 . Istruzioni del Comune di Genova ad un suo ammiraglio sul- la linea di condotta da seguire nei confronti dei Veneziani e deH’impero d’Oriente. Min. in un quader. cart. 560 - 1351, ag. 3 Pietro IV, re d’Aragona, di Sardegna e di Corsica, dichiara 8 8/45 guerra ai Genovesi che hanno violato più volte il trattato di pace tra loro esistente, specialmente nella parte relativa al possesso della Sardegna e della Corsica. Orig. cart. parzial. guasto dall'umid.; trac. sig. ader. terg. Suzanne Duvergè, Le rôle de la Papauté dans la guerre de VAragon contre Gênes (1351-1356). Extrait des Mélangés d’Archeologie et d’Histoire publiés par l’Ecole Française de Rome. T. XLX (1933) - Paris, 1933. 561 - 1351, sett. 3 Istruzioni date dal Doge di Genova a Simone Leccavello « patrono » di una nave diretta a Messina e a Pera, incaricato di comunicare le inserite notizie e di presentare le allegate disposizioni all’ammiraglio della flotta genovese, nonché a Giorgio Cattaneo e a Oberto Usodimare, Sindaci genovesi in Messina, al podestà ed ai procuratori genovesi in Pera, allo scopo di combattere in tutti i modi i Catalani, coi quali si sono alleati i Veneziani. N. 5 doc. (min.) in un quader. cart. All. fog. cart. conten. lo schema della commissione da dare al comandante della nave e lo schema di quella da trasmettere all’ammiraglio (min.). - 113 - B. 8/46 562 - 563 - 564 - 565 - 566 - 567 - 568 - 569 - 570 - 571 - 572 - 1351, nov. 4 Istruzioni date dal Doge di Genova a Nicolino Piccone, pa-B. is a/76-77 j.rono una nav6; su ciò che dovrà fare nel suo viaggio in Corsica, in Sardegna ed a Messina. Due min. della 1» parte ed una min. della 2“ parte in due fogli cart. conten. pure gli atti di cui ai nn. 564 e 565. 1351, nov. 4 Il Doge di Genova informa l’ammiraglio [Pagano Doria] di b. 18 A/76-77 avergjj mandata la nave di Nicolino Piccone, gli trasmette copia di lettera contenente notizie delle navi catalane, notizie delle navi veneziane e relative istruzioni. Dite min. nei fogli di cui ai nn. 562-563. [1351, nov. 4] II Doge di Genova comunica ai suoi procuratori in Sicilia b. 18 A/76-77 di aver mandat0 colà la nave di Nicolino Piccone, trasmette loro copia di lettera contenente notizie dei Catalani perche siano riferite all’ammiraglio genovese. Min. nei fogli di cui ai nn. 562-563. 1352, mag. 6 Nicolò Caminata, giureconsulto di Savona, nomina suo pro- curatore Dagnano Piccamigli, cittadino di Genova, special-mente per obbligare sè ed i proprii beni al Doge di Genova. Orig. membr. gravem, deter. e parzial. illegg. 15,5 x 15,5. 1352, mag. 9 Istruzioni date dal Doge di Genova ad Antonio Viviano, ca-b. 18 A/80 pitano d. navi^ per ass0ciari0 aua flotta nella guerra contro i Catalani ed i Veneziani. Min. cart. incompl. 1352, mag. il Istruzioni date dal Doge di Genova ad Antonio Viviano, ca-b. 18 a'81 8_ pj{.an0 ^ dieci navi, al fine di cui al n. 567 e nomina di Federico di Pagana a capitano delle predette navi in caso di morte del detto Viviano, fatta dallo stesso Doge. Min. in due fogli cart. 1352, giug. 8 L’Arcivescovo di Genova autorizza labate del monastero di b. 18 A/83 Santo Stefano a vendere un terreno della detta chiesa sito in Bisagno ed ocupato dal Comune di Genova, al medesimo. Orig. membr. 26x15,5. 1352, giug. 21 L’abate ed i monaci del Monastero di Santo Stefano di b. 18 A/84 Cenova, vendono al Comune il terreno di cui al n. 570 per lire 225. Min. cart. Jurium li, col. 606-9. 1352, giug. 22 Alcuni fuorusciti savonesi, qui nominati, rifugiatisi in Albis-B- 8/48 sola, a nome proprio e di tutti gli altri fuorusciti o no, no- - 114 - 573 - 574 - 575 - 576 - 577 - 578 - 579 - bli o popolani, della « Compagna » di S. Giovanni di Savona e dei loro alleati, nominano i proprii procuratori per affidare al Doge di Genova la composizione delle vertenze esistenti fra essi ed i Savonesi della « Compagna » di S. Maria, rimasti dentro la città. Orig. membr. 30x19,5. 1352, giug. 26 I fuorusciti savonesi eleggono i proprii ambasciatori incaricandoli di presentarsi al Doge di Genova e trovare il modo in cui essi possano vivere pacificamente in Savona con gli altri cittadini. Orig. membr. parzial. deter. dall’umid. 36 x 30. - .6-~rr I352’ Lug- 3 Istruzioni dei Genovesi ad un loro legato inviato in Un-gneria per stipulare un alleanza con quel re contro i Veneziani. Infor, cart. in volgare. 1352, lug. 5 Nicolò Caminata, giureconsulto di Savona, ratifica il com-B 8/51 promesso fatto il 3 luglio nella persona di Giovanni De’ Va- lenti, Doge di Genova, dai procuratori delle due fazioni degl’interni e dei fuorusciti di Savona, nonché dal suo procuratore, Dagnano Piccamigli, genovese. Orig. membr. 38 x 23,5. 1352, lug. 8 Come al n. 575. B. 8/52 Orig. membr. 33 x 18. 1352, ag. 9 Alcuni fuorusciti di Savona, qui nominati, a nome proprio e degli altri fuorusciti e loro amici, eleggono i procuratori per essere rappresentati davanti al Doge di Genova, eletto arbitro nella loro controversia con gli interni di Savona. Orig. membr. 34 x 30. 1352, seit. 7 u nobile Nicolò Ponis Glutti, da Perugia, nomina suo pro-18 A 85 curatore Ceccarello di Pietro, da Orvieto, per riscuotere dal Comune di Genova quanto dovutogli, quale erede di Senso Glutti, già Podestà di Genova. Orig. membr. 54 x 20. [1352] sett. 20 Luigi I, re d’Ungheria, comunica al Doge di Genova di aver ricevuto Nicolò Beltrame, ambasciatore genovese, e nomina a sua volta il proprio nuncio presso il Comune di Genova, per stipulare un’alleanza tra loro. Orig. cart.; trac, sig. ader. terg. - 115 — 580 - 1352, ott 15 La Repubb. di Genova nomina quattro ambasciatori presso B' 18 A 86 la Corte Pontifìcia per trattare con quelli del re d Aragona e del Comune di Venezia. Min. cart. 5Si - 1352. ott. 15 Istruzioni date dal Governo di Genova agli ambasciatori di B. 18 A/87 cui al n 580 Min. in un quader. cart. 582 - 1352, ott. 22 L’ambasciatore del re d’Ungheria ed il Comune di Genova stipulano un trattato di alleanza biennale decorrente dal prossimo Natale, contro il Comune di Venezia ed i suoi alleati, determinando quali diritti avranno rispettivamente le due parti in Dalmazia o nelle terre dei Veneziani. Min. in un quader. cart. 583 1352, nov. 28 La Repub. di Genova conferma la nomina degli ambasciatori B. 18 a ss cui al n. 580 perchè facciano un compromesso con quelli del Comune di Venezia nella persona del Papa Clemente VI, o di altri che dovrà sentenziare entro il prossimo Natale. Min. cart. 584 - 1352, die. 9 II Comune di Genova nomina 4 ambasciatori per fare il B 8 06 compromesso cogli ambasciatori veneziani, nella persona del Papa Clemente VI o di alcuni Cardinali, di tutte le violenze e danni reciprocamente subiti tra Genovesi e Veneziani, e ratificare la relativa sentenza arbitrale, seguendo le norme e le avvertenze a loro qui date. Due min. in un quader. ed in un fog. cart. 585 - 1352, Schema d’istruzioni da dare ad un capitano di dieci galee, inviato prima a Messina, presso il re di Sicilia, affinchè la flotta genovese al ritorno possa procedere contro i Catalani dimoranti in quell’isola, poscia in Oriente per trovare e seguire la flotta suddetta agli ordini deH’ammiraglio, e per danneggiare il nemico fino in Spagna. Infor, cart. 586 - 1353, gen. 1 II Comune di Alghero e Pietro Doria, suo Vicario per il B. 8/58 Comune di Genova, costituiscono loro procuratore Antonio Medico fu Filippo, incaricandolo di stipulare col Doge di Genova qualunque contratto egli stimerà opportuno, a danno del re d’Aragona e di tutti i Catalani e nemici di Genova. Orig. membr. 52 x 20. Manno, II, p. 40, nota 2; - Tola, pp. 723-4. - 116 - 587 588 - 589 - 590 - 591 - 592 - g35g’|en- 2 1 nobili Nicolò Doria fu Cassano, per sè e per i suoi fratelli Enrichetto, Antonio; Giuliano, Teobaldo ed Odoardo; Luca Doria fu Mariano, Anfreone Doria fu Alaone, costituiscono loro procuratore Alaone Doria, giureconsulto, per stipulare col Comune di Genova o con altri, qualunque contratto relativo ai beni e diritti ch’essi possiedono in Sardegna e specialmente in Alghero. Orig. membr. 40x18. Tola, pp. 724-5. 1353 jf t*) i c b 8/60*^ * procuratori dei Doria e del Comune di Alghero in virtù dei poteri loro conferiti con gli atti del 1° e 2 genn. 1353, per sottrarsi alla signoria del Re d’Aragona e dei Catalani, cedono per sempre al Comune di Genova il pieno dominio di Alghero con tutti i diritti e giurisdizioni su esso spettanti, qui dettagliatamente indicati, e prestano giuramento di fedeltà al Comune di Genova. Questo non farà pace col Re d’Aragona senza includervi i suddetti Doria, ai quali però restano tutte le proprietà che hanno in Alghero con relativi redditi e tutti gl’introiti delle imposte, qui elencate. Min. in un quader. cart. Manno, II, p. 40; - Tola, pp. 750-3. 1353, feb. 16 U Comune di Genova incarica il nobile Pietro Doria, suo B 8/61 vicario in Alghero di prendere possesso del Comune di Alghero, in virtù dell’atto di cui- al n. 588, e di ricevere dai singoli abitanti di esso il giuramento di fedeltà. Min. cart. 1353, feb. 26 Bartolomeo fu Oberto Preve, da Voltri, dichiara di aver ricevuto dal Comune di Genova lire 501 e soldi sette quale erede del defunto suo fratello Nicolò, patrono di una nave da detto Comune mandata in Oriente nel 1347. Min. cart. 1353, mar. 7 Alcuni nobili Doria, qui nominati, e Nicolino di Pignone, procuratore del Comune di Alghero, ratificano l’atto di cessione di cui al n. 588, danno a Fadoto Sfoglia, notaio, procuratore del Comune di Genova, il possesso materiale di Alghero, consegnandogli le chiavi e le porte della città. Gli abitanti del luogo, qui nominati, prestano il giuramento di fedeltà al Comune di Genova. Orig. membr. 109x 32; annotaz. dors, della data e delVogg. Manno II, p. 40, nota 2; - Tola, pp. 753-6. 1353, mar. 9 Due procuratori di Egidiolo Boccanegra, ammiraglio del Re-B 18 A/90 gno di Castiglia, promettono di portare a Genova a proprie - 117 - spese mille caffiri di grano nuovo prodotto in quel Regno al prezzo di soldi 33 genovesi per ogni mina di grano. Min. cart. 593 - 1353, mar. 27 j] Doge di Genova informa un’autorità ecclesiastica del corso della pratica svolta presso il Pontefice relativa ai rapporti tra la Repub. e la Francia. Orig. cart. ital. parzialm. guasto ed illegg.; sig. ader. terg. 594 - 1353, lug. 15 Istruzioni del Comune di Genova a Giovanni Doria e Nicolò B 8 63 de Guano, suoi ambasciatori presso il Comune di Pisa, per rispondere alle richieste da questo presentate per violenze e danni arrecati ai Pisani dagli armatori e dagli ufficiali genovesi, nonché per chiedere il denaro dovuto dai Pisani ad Odoardo Spinola e Manuele di Cogorno e protestare contro il ricetto e l’aiuto fornito dal Comune di Pisa ai Catalani e Veneziani, nemici dei Genovesi. Min in un quader. cart. Tola, pp. 757-60. 595 - 1353, ag. lo Istruzioni del Comune di Genova al nobile Antonio Grimal- B. 8/64 clì? ammiraglio della flotta, incaricato di stipulare un trattato col giudice d’Arborèa, di cercare e combattere i Catalani ed i Veneziani, nemici dei Genovesi, in Sardegna, in Spagna e dovunque. Min. in un quader. cart. Tola, pp. 760-2. 596 - [1354?] Istruzioni del Comune di Genova ai suoi ambasciatori per ® 8/65 rispondere alle singole richieste formulate dal re d’Aragona, il quale chiede le terre ed i castelli della Sardegna appartenenti ai Doria, la Corsica, il risarcimento dei danni, 1 arbitrato del Papa nella controversia sorta fra i Comuni di Genova e Venezia per Tana. N. due infor. cart. Tola, pp. 756-7. 597 - 1355, giù. 1 Promotori e presenti i fratelli Matteo II, Galeazzo II e Ber- B 8/66 nabò Visconti di Milano, vicarii generali dell’imperatore, i Comuni di Genova e Venezia, a mezzo dei loro rispettivi procuratori, fanno la pace, rimettendosi reciprocamente le violenze ricevute e affidando ai suddetti Visconti la determinazione della liquidazione dei danni reciprocamente subiti dal 1299 ad oggi. Fissano i termini per il rilascio dei rispettivi prigionieri e la procedura per il risarcmento e la puni- — 118 — I / zione delle offese e danni futuri; pongono reciproche limita- zioni alla loro navigazione, etc. Le due parti, entro 60 giorni, dovranno reciprocamente garantire l’osservanza del presente trattato, dando luna all’altra la cauzione di 100 mila fiorini d’oro, e scegliere come proprio mallevadore una delle seguenti città: Pisa, Firenze, Perugia, Siena. Cop. autent., sec. XIV in un quader. cart. Cop. infor. sec. XIV, mutila nella prima parte, in un quader. membr. Jurium II, col. 617-27. Nicolò Antonio Doria istituisce suoi eredi universali le proprie sorelle ed in sostituzione di esse, nel caso in cui non possano succedere, il Comune di Genova. Estr. infor. sec. XV nel quaderno cart. di cui al n. 99. 599 - 1357, feb. 13 i Comuni di Genova e Savona, a mezzo dei rispettivi procuratori, addivengono alla pace, per cui, reciprocamente condonati tutti i reati commessi da una parte all’altra durante la precedente ostilità, e promessa ai Genovesi la restituzione della città di Savona, sono confermati i patti vigenti fra i due Comuni, amnistiati e graziati tutti quelli che, savonesi 0 no, si erano schierati in Savona contro il Comune di Genova, etc. Cop. infor. sec. XV in un quader. cart. conten. pure le cop. infor. dei due atti 9 e 13 febbr. con cui Genova e Savona nominano i loro rispettivi procuratori. L’imperatore dei Romani, Carlo IV, conferma tutti i privilegi, 1 diritti, le libertà, gli onori, le grazie, etc. concessi dai suoi predecessori ai Genovesi. Cop. auten. cart. 20 febbr. 1403; Cop. auten. cart. 6 magg. 1534. Jurium II, col. 643-5. 601 - 1358, die. 25 Pietro IV, re d’Aragona, di Sardegna e di Corsica, costituisce b 3 8^70*' nat ' suo procuratore Francesco Pierleoni per firmare la tregua col Comune di Genova. Orig. membr. 30,5x37,5; trac. sig. pend. Cop. infor. sec. XIV, parzialm. lacunosa in una perg. 207 x 44 conten. pure t docum. n. 602, 603, 604, 605, 606. Jurium II, col. 671-2; - Tola, pp. 776-77. 602 - 1359, mar. 22 \ Genovesi danno a Leonardo di Montaldo, giureconsulto, B 8/70 loro ambasciatore, il, mandato di presentarsi a Giovanni II, marchese di Monferrato, vicario imperiale, ed in suo cospetto trattare con gli ambasciatori del re d Aragona o con qualunque altro principe o Comune in guerra coi Genovesi, - 119 - 600 - 1358, ag. 29 B. 8/69 598 - 1356, mag. 12 8. 1/81 t 603 - 604 - 605 - 606 - 607 - di fare il compromesso generale in qualunque persona egli stimerà opportuno. Copia infor. sec. XIV, parzialm. guasta, nella perg. conten. il n. 601. Jurium II, col. 650-2; Tola, pp. 777-78 . 1359, apr. 9 Nella città di Asti, in casa di Giovanni II, marchese di Mon-B S '70 ferrato, Francesco Pierleoni, procuratore di Pietro IV, re di Aragona, e Leonardo di Montaldo, ambasciatore dei Genovesi, eleggono il suddetto marchese arbitro di tutte le liti esistenti fra le due parti che essi rappresentano. Orig. nella perg. conten. il n. 601. Manno II, pag. 49; Jurium II, col. 652-8; - Tola, pp. 778-81. B358/70Pr 11 GiOVannÌ marc^ese di Monferrato, eletto arbitro, ordina al re di Aragona ed al Comune di Genova la liberazione incondizionata dei rispettivi prigionieri entro il prossimo 24 giugno, annullando qualunque riscatto da questi pagato o promesso, qualunque obbligazione contratta. Propone alcune misure precauzionali, qui aggiunte, onde evitare ulteriori offese e danni fra le due parti. Cop. infor. sec. XIV nella perg. conten. il n. 601. Tola, pp. 781-2. g35g^7|)Ug' 6 II suddetto marchese ordina la cessazione delle ostilità fra le due parti, stabilisce le modalità per la liberazione e consegna dei prigionieri, nonché per il risarcimento dei danni prodotti dopo il termine stabilito, richiede la ratifica del compromesso da parte del re d’Aragona e del Comune di Genova, etc. Cop. infor. sec. XIV nella perg. conten. il n. 601. Tola, pp. 782-3. K359, lug. 6 il suddetto marchese, richiamandosi agli ordini dati, quale arbitro, 111 aprile prec., invita il re d’Aragona a far rilasciare subito i Genovesi tuttora prigionieri. Cop. autogr. nella perg. conten. il n. 601. Tola, pp. 783-4. Pietro IV, re d’Aragona, Sardegna e Corsica, ratifica il compromesso fatto dal suo procuratore nella persona di Giovanni II, marchese di Monferrato, per la guerra esistente fra il re medesimo ed il Comune di Genova, e tutti gli atti dal compromesso conseguenti. Cop. infor. sec. XIV in una perg. 105 x 44,5 conten. pure i nn. 609 e 611. Tola, pag. 784. - 120 - 608 - H59, ag. 3 H suddetto re nomina il suo procuratore per promettere nel- le mani del Papa l’osservanza di tutto quanto è stato e sarà sentenziato dal marchese di Monferrato, arbitro fra Aragonesi e Genovesi, pena la scomunica e l’interdetto in caso di inosservanza. Orig. membr. 38,5 x 53; trac. sig. pend. 609 - 1359, seti. 9 B- 8/76 II Comune di Genova ratifica il compromesso, fatto dal suo procuratore nella persona del marchese di Monferrato, per la guerra esistente fra il Comune medesimo ed il re di Aragona. Cop. infor. sec. XIV nella perg. conten. il n. 607. Jurium II, col. 667-9; - Tola, pp. 784-5. 610 - 1359, nov. 14 Pietro IV, re di Aragona, Sardegna e Corsica, nomina Fran- cesco Pierleoni, Jasperto di Tregurano e Romeo Lullo suoi procuratori, incaricandoli di presentarsi a Giovanni II, marchese di Monferrato, e con questo o con gli ambasciatori del Comune di Genova trattare la pace fra Aragonesi e Genovesi, di ascoltare quanto sarà sentenziato dal suddetto marchese quale arbitro eletto dalle due parti, etc. Cop. infor. sec. XIV su perg. 45 x 44. Tola, pp. 785-7. 611 - 1359, die. 5 H suddetto re ratifica il compromesso fatto dal suo procu- B. 8/80 e 76 ra^ore nella persona del marchese di Monferrato per pacificarlo col Comune di Genova e promette con giuramento di dare garanzia dinanzi al Papa della osservanza della pace che sarà pronunziata dal predetto marchese, eletto arbitro. Orig. membr. 33 x 54,5; indie, dors, del destinat. Cop. autent. sec. XIV nella perg. conten, il n. 607. Jurium II, col. 669-71; - Tola, p. 787. 612 - 1360, mar. 19 II Comune di Noli nomina procuratore un suo Consigliere B. 18 A/92 per comprare a Genova fino ad ottocento mine di sale. Orig. membr. 18x21. 613 - 1360, mar. 23 Francesco d’Enrico, giureconsulto, e Gabriele Adorno, procu- B 8/81 ratori del Comune di Genova e dei suoi alleati, esibiscono dinanzi al marchese di Monferrato l’inserito atto della loro procura del 27 febbraio prec. per trattare la pace con gli ambasciatori del re d’Aragona. Cop. infor. sec. XIV su perg. 52,5 x 44, conten. pure il 11. 614. Tola, pp. 787-9. 614 - 1360, mar. 23 II Comune di Genova sostituisce a Pambello di Casale, uno B. 8/81 . . B. 9/4 a Aragona non ha eseguito la sentenza pronunciata dal mar- chese di Monferrato, integralmente osservata dal Comune di Genova. Orig. sulla perg. conten. il n. 623. Jurium II, col. 705-6; - Tola, p. 804. 626 - K362,^feb. 28 II marchese di Monferrato rende pubblica e dichiara valida la sentenza segreta da lui pronunciata il 27 die. 1360 e condanna il re d’Aragona a consegnare il territorio di Alghero, in Sardegna, al Comune di Genova entro quattro mesi dalla notifica della presente, pena la multa di centomila fiorini. Dichiara che il territorio di Bonifacio, in Corsica, spetta al Comune di Genova. Orig. membr. 60x45; cop. autent, 27 luglio 1362 su perg. 97x 50 forata in tre punti; trac. sig. perni. Jurium II, col. 706-14; - Tola, pp. 804-8. 627 - 1365, gen. 28 B. 18 A/93 Pietro I, re di Cipro e di Gerusalemme, nomina suoi procuratori Pietro, Patriarca di Costantinopoli, ed il medico Guidone di Bagnolo per trattare con la Repubb. di Genova. Orig. membr. 47 x 43. B3<9/8Se,t 4 Giorgino e Giacomo fu Guglielmo, marchesi di Ceva, ratificano il trattato di alleanza stipulato dal loro procuratore colla Repubblica di Genova contro i marchesi del Carretto, detti di Finale, il 21 luglio prec. Orig. membr. spezzato in tre parti e lacunoso 26 x 26; annotaz. dors, della data e delVoggetto. 629 630 1365, sett. 4 Bonifacio e Giorgio suo figlio, Manfredi, Teodoro, Aimone e Giovanni fratelli, marchesi di Ceva, ratificano il trattato di alleanza di cui al num. 628. Orig. membr. forato in tre punti, 20x27,5; annotaz. dors, della data e dell'ogg. B^/lff'* 11 Carlo, figlio di Bonifacio, marchese di Ceva, ratifica il trattato di alleanza di cui al n. 628. Origy membr. 20x26; annotaz. ,lors. della data e dell »«;■ 631 b369/j jCU' 11 Cristoforo, fu Guglielmo, marchese di Ceva, ratifica il trattato di cui al n. 628. Orig. membr. parzial. lacunoso, 24 x 23,5; annot. dors, della data e dell'ogg. W2 B?f9/i2eU * ' Gerard°, marchese di Ceva, nomina il suo procuratore per consegnare alla Repubblica di Genova le ratifiche di cui ai num. prec. Orig. membr. forato a destra, 24 x 18; annot. dors, della data e dell'ogg. - 124 633 - > 634 - fcP 636 - 637 - 638 - 639 - g36y’ ®en- 15 Pietro IV, re d’Aragona, Sardegna e Corsica, proibisce agli esattori della città di Barcellona, pena la multa di cento mo-rabotini d’oro, di molestare i mercanti genovesi per il pagamento dei tributi sulle loro merci. Due cop. infor. cart. sec. XVIII. !m/Ìo setl' 6 Enrico II, re di Castiglia, Toledo, Leon, etc., dispone e co- [1408, era di ,, . „ . ° . . _ . \ Spagna] mimica alle autonta del suo regno che i Genovesi siano esenti B 9/14 da tributi per le merci che comprano o vendono per conto proprio. Cop. auten. in spagnolo del giorno 10 succ. su perg. 15 x 30,5. B7i, gen. 30 Bernabò Visconti, Signore di Milano, confessa di avere ricevuto dal Comune di Genova diecimila fiorini d’oro a saldo di quanto dovutogli in virtù del trattato di pace concluso tra essi il 3 luglio 1367. Cop. infor. sec. XIV su perg. 31 x 30. 1371, feb. 3 Testamento di Lanfranco Gambone, cittadino di Pera. B. 18 A/94 E str. infor. sec. XV in un quader. cart. conten. pure i docum. di cui ai nn. 638, 646, 704, 716, 736, 752, 755, 768, 773, 779 t; 816. Belgrano, Docc. di Pera, pp. 948-52. 1*3. Istruzioni del Governo di Genova a Tommaso Murchio e Cosma Italiano, ambasciatori presso il re di Sicilia. Orig. cart. 1373, sett. 18 Codicilli al testamento di Lanfranco Gambone (vedi n. 636). B. 18 A/94 „ Lstr. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. Belgrano, Docc. di Pera, pp. 952-3. 1374, ott. 21 Pietro II, re di Gerusalemme e di Cipro, e Pietro di Campo- fregoso, ammiraglio della flotta genovese, stipulano (il presente) trattato con cui il (predetto) re promette per sè ed i suoi successori di pagare in perpetuo quarantamila fiorini di oro all’anno al Comune di Genova in compenso delle spese da questo sostenute per la pacificazione dell’isola di Cipro e la sottomissione dei ribelli ed entro i primi 12 anni 2 milioni e 12.400 fiorini d’oro per i patroni ed i partecipi della suddetta flotta genovese; di dare ogni anno i feudi promessi ai Genovesi, di pagare entro il 1° dicembre p.v. 90.000 fiorini d’oro per le navi ancorate all’isola di Cipro che devono ritornare a Genova, di risarcire i danni ai Genovesi danneggiati 0 derubati nell’isola; di mantenere tutte le immunità e franchigie acquisite dai Genovesi nel regno di Cipro. 1 Genovesi potranno acquistare nell’isola beni immobili e godranno la protezione del re. Il quale dà in pegno la città ed - 125 - 640 - 641 - 642 - 643 - il castello di Famagosta con ogni giurisdizione, esclusi però i proventi della città e del porto fino a quando sarà integralmente pagata la somma dovuta ai patroni e partecipi della flotta genovese, promettendo di pagare 120 mila fiorini d’oro all’anno per la custodia della detta città e castello finché durerà il pegno, cui aggiunge anche degli ostaggi fra i quali Giacomo di Lusignano, conestabile gerosolimitano, ed i figli di Giovanni di Lusignano, principe di Antiochia e conestabile del regno di Cipro. Infine rimette tutti i reati compiuti dalla flotta genovese nell’isola di Cipro. Pietro di Campofregoso promette dal canto suo di non disturbare od ostacolare il re di Cipro nel governo del suo regno; di amministrare la giustizia in Famagosta, nel tempo in cui sarà data in pegno, secondo gli usi e le consuetudini del regno di Cipro; di non imporre nuovi usi o nuovi tributi agli abitanti della detta città; di rimettere alla principessa Eleonora, regina di Gerusalemme e di Cipro, madre del detto re, a Giovanni di Lusignano, principe di Antiochia e conestabile del regno di Cipro, ai loro alleati ed ai sudditi del re, tutti i reati commessi contro i Genovesi, etc. Orig. membr. 78x61,5, guasto per umid. nelle pieghe. Jurium II, col. 806-15. 1374> Il Comune di Firenze approva il provvedimento, qui inserito, B°V9/n"24 C°1 quale fissa i dazii sui panni fiorentini esportati dai Genovesi. Orig. membr. 53 x 35; annot. dors, della data e dell'ogg. ft7g/jfgb' 16 Luigi I, re di Ungheria e di Polonia, ed i procuratori della Repubblica di Genova stipulano tra loro un trattato di alleanza militare offensiva e difensiva, della durata di anni quattro, contro chiunque, specialmente contro i Veneziani. Orig. membr. 58,5 x 36; Cop. infor. sec. XV in un quad. cart. g37g8’i^ag- Relazione della missione svolta a Barcellona dall’ambascia-tore inviato dal Comune di Genova a Pietro IV, re d’Aragona, richiedente il risarcimento di danni arrecati a lui ed ai suoi sudditi da parte dei Genovesi. Orig. membr. 66 x 69; annot. dors, della data e dell'ogg. b379/20U 22 ^ Comune di Genova, da una parte, i nobili Spinola di Luc-coli ed i Fieschi, conti di Lavagna, dall’altra, stipulano il presente patto contenente le norme per la partecipazione alle cariche pubbliche, per la difesa delle terre e risarcimento di - 126 - 644 - 645 - 646 - 647 - 648 - 649 - 650 - 1378, ott. B. 9/21 11 eventuali danni ai suddetti nobili durante la guerra tra Genova e Bernabò Visconti, il condono di qualunque reato da essi nobili perpetrato, etc. Cop. infor. sec. XVII in un quad. cart. Pietro IV, re d’Aragona, Sardegna e Corsica, ratifica l’inserito patto di pari data col quale il suo procuratore e l’ambasciatore della Repubblica di Genova confermano la pace pronunciata fra i due rispettivi stati da Giovanni II, marchese di Monferrato, eccettuata la parte riguard. il territorio di Alghero, in Sardegna, aggiungendovi alcuni articoli ivi enunciati. Orig. membr. 78 x 69,5; trac. sig. pend.; annot. dors della data e delVogg. Jurium II, col. 839-50. Giovanni Fieschi, vescovo di Albenga, ratifica il trattato di pace stipulato a suo nome da Carlo Fieschi, suo fratello, Giovanni Bianchi ed Antonio Fieschi col Comune di Genova il 20 aprile prec. ed ivi inserito. Orig. membr. 42 x 34; annot. dors, della data e dell’ogg. 1379, sett. io Testamento di Opezzino di Brignato, cittadino genovese. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. 1379, mag. 4 B. 9/22 1380 [782 sochada 28 dell'Egira] B. 9/23 Il procuratore dell’imperatore dei Tartari da una parte, il console di Caffa e dei Genovesi nell’impero di Gazarla e due ambasciatori del Comune di Genova dall’altra, stipulano in Caffa un trattato col quale i Genovesi promettono la loro fedeltà all’imperatore suddetto ed ottengono l’assegnazione di alcune contrade, libertà di soggiorno e di commercio nelle terre dell’impero, etc. Cop. autent. 28-7-1383 iti volgare misto a latino e termini locali su perg. gravem. deterior, dall’umiâ.; 57 x 24; Annot. dors, della data e delVogg. 1380, [782 sabam dell’Egira] B. 9/24 1380, die. 4 B. 9/25 Come al n. 647. Cop. autent. 28-7-1383 in volgare misto a latino e termini locali su perg. deter. dall'umid., 47,5 x 23,5, annot. dors, della data e delVogg. Il Prefetto della città di Roma elegge il suo procuratore per trattare e concludere una lega con la Repubblica di Genova. Orig. membr. 42 x 26; annot. dors, della data e delVogg. 1381, mar. 1 j] prefetto di Roma ratifica e promette di osservare gl’impegni assunti dal suo procuratore incaricato di trattare e concludere una lega con la Repubb. di Genova. Orig. membr. 38 x 25; annot. dors, data ed ogg. - 127 - 651 - 652 - -r 653 - 654 - 655 - 656 - 657 - 1381, apr. 15 n Comune di Venezia elegge Zaccaria Contarmi, Giov. Gra-denigo e Michele Morosini suoi procuratori nel civile e nel penale e specialmente per trattare col re d’Ungheria, col Comune di Genova, col Patriarcato di Aquileia, col Vicario Imperiale di Padova e tutti gli altri alleati del predetto re d’Ungheria. Orig. membr. 65 x 28,5; trac. sig. pend. Amedeo VI, Conte di Savoia, conferma l’inserito trattato di pace stipulato in sua presenza a Torino il giorno 8 prec. tra i procuratori di Luigi I, re di Ungheria, quelli del Comune di Genova, di Padova, del Friuli e della Repubb. di Venezia. Framm. membr. 160x44,5, guasto e lacunoso e Framm. membr. 110x43 guasto dall’umido e forato la dove era il sig., conten. cop. infor. sec. XV di una parte del docum. e l’ultima parte delVorig. Il Comune di Firenze approva la deliberazione del giorno 20, qui inserita, in virtù della quale potrà procedere alla nomina dei suoi procuratori per ricevere dai Veneziani un deposito di preziosi del valore di 150 mila fiorini d’oro che dovranno essere restituiti appena essi consegneranno l’isola di Tenedo nele mani del Conte di Savoia, in conformità della pace conclusa tra Genova e Venezia. Orig. membr. 51 x 35,5; annotaz. dors, data ed ogg. 1381, ag. 23 II Comune di Firenze nomina due procuratori per ricevere B' 10/5 dai Veneziani il deposito di cui al n. 653. Orig. membr. 53,5 x 35; annot. dors, della data e dell’ogg. 1381, ag. 24 il Comune di Venezia ratifica il trattato di pace concluso in D 10 / fi Torino il giorno 8 da Amedeo VI, Conte di Savoia, tra il re d’Ungheria, il Comune di Genova e gli altri alleati del predetto re da una parte, ed il Comune di Venezia dall altra, del quale trattato sono qui inseriti gli articoli concordati fra il Comune di Genova e quello di Venezia per Tenedo, Cipro, l’impero di Costantinopoli, etc. Orig. membr. 72 x 64; annot. dors, della data e dell’ogg. trac. sig. pcnd. Jurium II, col. 870-6. Il Comune di Venezia trasmette a quello di Genova la ratifica di cui al n. 655. Orig. membr. 85 x 52, gravem, deter. dall’umid., rotto in due pezzi, trac. sig. pend. I due procuratori del Comune di Firenze dichiarano di aver ricevuto da quelli del Comune di Venezia il deposito di cui al n. 653. Orig. membr. 58 x 30; annot. durs, della data e dell'of^. 1381, sett. 6 B. 10/8 1381, ag. 24 B. 10/7 1381, ag. 22-23 B. 10/4 1381, ag. 23 B. 10/3 - 128 20 II Comune di Firenze nomina due procuratori per promettere a quello di Genova la consegna dei preziosi ricevuti in deposito dai Veneziani, se questi entro il termine stabilito non consegneranno nelle mani del Conte di Savoia l’isola di Tenedo. Orig. membr. 45 x 36; annoi, dors, della data e delVogg. Alcuni mercanti fiorentini, qui elencati, a nome proprio e dei loro soci, dichiarano di essere stati indennizzati dal Comune di Genova per le merci loro rubate dagli uomini della flotta genovese, capitanata da Gaspare Spinola, eccezion fatta per un’aliquota di esse merci che saranno rimborsate se i mercanti fiorentini potranno comprovare che sono finite in mano ai Genovesi. Orig. membr. 76 x 52; annot. dors, della data e delVogg. 660 B38iVT 2 Giovanni V, Paleologo, imperatore d'Oriente, Lorenzo Gentile, podestà di Pera e dei Genovesi nell’impero d’Oriente, Pietro Lercaro e Giuliano di Castro, ambasciatori del Comune di Genova, stipulano il presente trattato in virtù del quale il predetto imperatore conferma la pace fatta con suo figlio Andronico IV e con suo nipote Giovanni VII. I Genovesi dimoranti in Pera, in Costantinopoli ed in altri luoghi dell’impero difenderanno Giovanni V contro Andronico IV, Giovanni VII e chiunque altro oserà prendere le armi contro di lui, etc. In calce annotaz. di fatti contrari all’osservanza del trattato. Cop. infor. cart. sec. XV, spezzata in quattro parti. Sauli, pp. 82-4, 260-8; - Belgrano, Docc. di Pera, pp. 133-40; - Manfroni, p. 717. 659 - 1382, mag. 15 B. 10/10 658 - 1381, se». B. 10/9 661 - 1383, feb. 7 [] Comune di Firenze ratifica l’inserito contratto stipulato il fìorent ] 21 gennaio prec. dai suoi procuratori col Comune di Genova B. 10/12 per le modalità e le garanzie del pagamento a quest’ultimo di 150 mila fiorini d’oro, valore delle gioie falsamente dichiarate ricevute in deposito dai Veneziani, in quanto questi non hanno consegnato nel termine stabilito l’isola di Tenedo nelle mani del Conte di Savoia. Nomina inoltre due commissari per presentare al Comune di Genova il presente atto di ratifica. Orig. membr. 156 x 33; annot. dors, della data e delVogg. ^ 27 ^ Comune ed i cittadini tutti di Pisa nominano un procura- tore per garantire al Comune di Genova il pagamento, nel termine stabilito, di venticinque mila fiorini d’oro, dovuti dal Comune di Firenze, quota parte della somma di cui al n. - 129 - io. 663 - 664 - 665 - 666 - 667 - 668 - 669 - 1383. mar. 31 B. 10/14 1383, giù. 4 B. 10/15 1384, giù. B. 10/16 17 661 e per ricevere dal Comune di Firenze solenne promessa di rimborso per spese e danni che essi Pisani eventualmente potrebbero subire in conseguenza della presente malleveria. Orig. membr. 58,5 x 39; annot. dors, della data e dell'ogg. Alcuni fuorusciti, a nome proprio, dei Campofregoso, dei loro alleati e di tutti gli altri che nei giorni preced. si sono schierati contro il Comune ed i sudditi genovesi, nominano due procuratori per trattare con il Doge di Genova ed in particolare per ottenere da questi l’assoluzione da ogni reato commesso, la restituzione dei loro beni, etc. Orig. membr. 51x26; annot. dors, della lìata e dell’ogg. Il Comune di Venezia nomina due procuratori per trattare con quello di Genova sull’isola di Tenedo e sugli altri articoli del trattato di pace tra loro stipulato a Torino l’8 agosto 1381. Orig. membr. 54 x 28; sig. di piombo pend. Il Comune di Firenze nomina quattro procuratori per comunicare a quello di Genova la demolizione di tutte le costruzioni dell’isola di Tenedo eseguita a cura del Comune di Venezia, chiedere la liberazione dei Comuni di Firenze e Pisa dagli obblighi assunti, la restituzione delle merci fiorentine sequestrate a Genova, etc. Orig. membr. 53 * 37,5; annot. dors, della data e dell'ogg. 1384, ott. 15 II Prefetto di Roma nomina un procuratore per fare la pace B 10 17 Con la città di Genova. Orig. membr. 65 x 20; annot. dors, della data e dell'ogg. Leonio, marchese di Ceva, nomina procuratore suo figlio En-richetto per ratificare la pace conclusa fra il Comune di Genova, Lazzarino e Carlo del Carretto, marchesi di Savona, Giovanni di Saluzzo e Manuele di Clavesana da una parte, e Manuele e Antonio del Carretto, Marchesi di Savona e di Clavesana dall’altra. Orig. membr. 32 x 20; annot. dors, della data e dell'ogg. Luchino Pagano, vicario del Finale, Onofrio suo fratello e Giovannotto Bruno, come aderenti di Lazzarino e Carlo del Carretto, ratificano la pace di cui al n. 667. Orig. membr. 33 x 18; annot. dors, della data e dell'ogg. Il Comune di Genova promette al suo Arcivescovo, commissario apostolico, di mandare entro il mese le dieci galere armate, attualmente in porto, nel napoletano, per liberare il 1385, ma. B. 10/18 1 385, mag. 2 B. 10/19 1385, lug. 1 B. 10/20 - 130 670 - 671 - 672 - 673 - 674 - 675 - papa Urbano VI assediato dai suoi nemici nel castello di Lucera. Riceverà in pagamento 60.000 fiorini d’oro giusta le modalità e le garanzie nel presente trattato enunciate. Orig. membr. 77 x 33; gravem, deter. e lacun. nell’ultima ■parte. 17 Papa Urbano VI, non potendo pagare al Comune di Genova 60.000 fiorini d’oro, prezzo pattuito per il nolo delle dieci galere genovesi che hanno liberato lui ed i suoi cardinali dall’assedio nemico nel castello di Lucera, a mezzo di quattro suoi commissari cede al Comune suddetto alcuni borghi e castelli con i relativi diritti temporali, appartenenti rispettivamente ai Vescovati di Albenga, Noli e Savona, riservandosi la facoltà di riscattarli al prezzo di 60.000 fiorini. Cop. infor. sec. XV, ricavata da altra autent. del 2-9-1434 in un quader. cart. Cop. infor. sec. XVI in un quad. cart. Cop. infor. sec. XVII in un quad. cart. Jurium II, col. 1042-50. 1386, mar. 20 Venceslao, re dei Romani, esprime il suo plauso ai Genovesi che hanno liberato il papa Urbano VI dall’assedio di Carlo III di Durazzo e li esorta a difendere sempre il Sommo Pontefice. Cop. infor. cart. sec. XVIII. 1386, nov. 22 II Procuratore di Pietro IV, re d’Aragona, di Sardegna e Corsica, e quelli del Comune di Genova approvano gl’inseriti articoli coi quali viene regolato l’esercizio della navigazione dei rispettivi paesi, il risarcimento dei danni che con essa nel futuro potranno essere arrecati dai sudditi dell’uno a quelli dell’altro, etc. Orig. membr. 78 x 68; annot. dors, della data e dell’ogg. Jurium II, col. 1082-96. L’Arcivescovo di Genova nomina suo procuratore Domenico Fieschi, arcidiacono, per permutare con il Comune di Genova alcune case danneggiate del palazzo arcivescovile con alcuni luoghi della Compera Grande dei Veneziani. Orig. membr. 32,5 x 22,5. Il Legato pontificio in Toscana invita il governatore genovese del territorio di Corneto a restituire il territorio suddetto, consegnandolo a Matteo Orsini, commissario apostolico. Orig. membr. 32,5 x44, lacunoso nella parte prima ed ultima privato del sig. 1387, mag. 27 Giovanni di Mezzano, podestà dei Genovesi in Pera, e nel- l’impero di Romania, Gentile Grimaldi e Giannone del Bosco, ambasciatori genovesi, e gli ambasciatori di Ivancho, principe bulgaro, stipulano il presente trattato di pace rimet- B. 10/23 j VO- 1386, die. 16 B. 18 A/98 1386, ... 1 B. 10/24 - 131 - 676 - 677 - 678 - 679 - 680 - tendo vicendevolmente le offese ricevute dai rispettivi sudditi. Il console genovese avrà nel territorio del predetto Ivan-cho un’area sufficiente per costruirvi una loggia ed una chiesa, nei casi contemplati potrà amministrare giustizia anche fra i suoi connazionali e gli indigeni; i Genovesi godranno protezione e sicurezza nelle persone e negli averi anche nel caso in cui la presente pace sarà rotta, potranno esportare qualunque merce dal territorio suddetto, etc. Cop. autent. sec. XV in un quader. membr. conten. pure i doc. n. 676 e n. 677. Bergrano, Docc. di Pera, pp. 145-6. 1387, giù. 8 Murad I, glande ammiraglio della Turchia, Gentile Grimaldi B. 10/25 e Giannone del Bosco, ambasciatori del Comune di Genova, confermano le convenzioni precedent. stipulate tra i rispettivi Stati. I Saraceni, sudditi della Turchia, avranno esenzione d imposta in Pera per l’importazione ed esportazione delle merci; i Genovesi avranno libertà di commercio in Turchia, ma pagheranno le consuete imposte e solo per 1 esportazione delle granaglie pagheranno gli stessi dazi che pagano i Saraceni, i Greci, i Veneti e gli altri più favoriti. I due contraenti infine si promettono reciprocamente la restituzione degli schiavi rifugiatisi dal territorio dell’uno in quello dell’altro. Cop. infor. sec. XV nel quader. membr. di cui al n. 675. Belgrano, Docc. di Pera, pp. 146-9; - Manfroni, pp. 718-9. 1387, ag. 12 Gli ambasciatori dell’imperatore dei Tartari e quelli del Co-B. 10/25 mune di Genova stipulano la pace, rimettendo vicendev. le offese ricevute dai rispettivi sudditi, confermando i preced. trattati stipulati fra i rispettivi Stati. Cop. infor. sec. XV nel quader. membr. di cui al n. 675. 1389. apr. 4 II Comune di Grasse ratifica l’inserito atto del 23-12-1388, sti-B. 10/28 pulato tra il suo ambasciatore ed il Comune di Genova, col quale vengono confermate e prorogate per altri ventinove anni alcune precedenti convenzioni relative a franchigie che reciprocamente i cittadini dell’uno godono nel territorio dell’altro. Orig. membr. 52 x 35; annot. dors, della data e dell'ogg. 1389, apr. 4 II Comune di Grasse nomina un procuratore per presentare B' 10/29 a quello di Genova la ratifica di cui al n. 678. Orig. membr. 22x31. B^ìo T 12 Giovanni I, re del Portogallo e di Algarve, promette ad Ambrogio De Marini, ambasciatore genovese, di pagare in tre W° - 132 - 681 - 682 - 683 - 684 - 685 - 686 - anni, mediante cessione dei dazi dovuti dai Genovesi sulle merci che trasporteranno a Lisbona, la somma di L. 2.207.425 lire per la sottrazione di merci caricate su due navi genovesi, perpetrata da sudditi portoghesi e per le spese in conseguenza sostenute dagli ambasciatori genovesi. Orig. membr. costituito da due pezzi incollati, 149x61; trac. sig. pend. 1389, giù. 23 B. 18 A/99 Il Nobile Ramazzotto di Niella del Tanaro nomina un procuratore per riscuotere duecento genovini d’oro dovutigli dal Comune di Genova. Orig. membr. 25x17; annot. dors, data ed ogg. 1*0. 28 II procuratore di Giovanni I, re d’Aragona, e quello del Comune di Genova rinnovano il trattato del 22 novembre 1386, aggiungendovi nuovi articoli relativi al risarcimento dei danni vicendevolmente subiti dai rispettivi sudditi durante questo intervallo di tempo. Orig. membr. 75x81; annot. dors, della data e delVogg. Giovanni I, re d’Aragona e Corsica, ratifica l’inserito atto di cui al n. 682. Orig. membr. 82,5 x68; annot. dors, data ed ogg.; trac. sig. pend. 1390, mar. 29 B. 10/32 1390, ott. 7 B. 10/33 1391, mar. 22 B. 10/34 Carlo I, Duca di Leucade, Conte di Cefalonia, Maddalena sua madre, Teramo Cicala, ambasciatore genovese, ratificano i patti stipulati il 2 dicembre 1389 fra il procuratore dei primi ed il Comune di Genova. Orig. membr. 27,5 x 24; annot. dors, data ed ogg. Lodovico II, re di Gerusalemme, di Sicilia, etc. ratifica l’inserito patto stipulato tra i suoi procuratori e quello del Comune di Genova col quale egli, riconoscendosi debitore verso i Genovesi della somma di fiorini 45.753 e mezzo per merci ad essi sottratte dalle sue navi, promette di pagare ottomila fiorini all’anno fino alla estinzione totale del debito, all’uopo ipotecando i proventi di alcune imposte che riscuote a Napoli, e dichiarandosi pronto ad aumentare la somma suddetta per risarcire gli altri danni arrecati ai Genovesi dai suoi sudditi, su semplice attestazione del Doge di Genova. Orig. membr. 37,5x51,5; annot. dors, data e ogg.; trac. sig. pend. Cop. infor. sec. XV su perg. 43x35; annot. dors, data e ogg. [1391], mar. 31 B. 10/35 Lodovico II, re di Gerusalemme e di Sicilia, volendo mantenere la vecchia amicizia col Comune di Genova, comanda al Capitano, ai Patroni delle sue navi ed a tutti i suoi ufficiali di non arrecare alcun danno o molestia ai Genovesi ed alle loro merci. Orig. membr. 19x17; annot. dors, data ed ogg.; trac. sig. ader. - 133 - 687 - 688 - M 689 - 690 - 691 -962 - 693 - 694 695 696 1391, ott. 17 B. 10/36 1392, ag. 27 B. 10'37 lit Il procuratore del re di Tunisi e di tutta la Barberia e gli ambasciatori del Comune di Genova rinnovano per altri dieci anni il trattato di pace del 18 agosto 1384, fissando le condizioni per il riscatto dei rispettivi prigionieri, per alcuni dei quali i Genovesi dovranno pagare al re di lunisi il prezzo qui concordato, ed il modo in cui il predetto re possa ottenere la soddisfazione del credito che vanta verso il fu Simone Leccavello, genovese. Orig. membr. 46,5 x 32 gravem, deter. dall’umido nella parte centrale. Martino I, d’Aragona, e Maria, re e regina di Sicilia, Martino II, padre di Martino I, ed i procuratori del Comune di Genova, confermano e ratificano l’inserito patto stipulato tra Manfredi, re di Sicilia, ed il Comune di Genova nel giugno 1261 (vedi n. 354). Cop. infor. cart. incompl. secXVI; Estr. infor. sec. XV111. Jurium II, col. 1200-2. 1392, ... Enrico III, re di Castiglia, Leon, Siviglia e Cordova, con- B 10 .38 ferma ai Genovesi le immunità ed i privilegi concessi dai suoi predecessori, promettendo di pagare 90.000 doppie d’oro per i danni ad essi arrecati da Francesco de las Casas di Siviglia. Orig. membr. gravem, deter., spezzato in due, 76 x 67. 1395, gen. 9 II Comune di Genova nomina i suoi procuratori per trattare 1395, mar. 13 CQn quejij Carlo VI, re di Francia, e cedere la signorìa 1395, lug. 27 B. 10/39, 40, dello Stato genovese al predetto re. 41 Tre min. cart. 1395, ag. 24 u Comune di Genova nomina suoi procuratori Emanuele Grillo e Martino Giustiniani per trattare col Duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, la conquista della Sicilia. Orig. membr. 39 x 24,5 ; annot. dors, data e ogg.; « carta incisa». 26 Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, ed i procuratori del Comune di Genova stipulano il presente trattato per la conquista della Sicilia. Orig. membr. 47 x 39,5, annot. dors, dell’ogg.; « carta incisa». I39:’°/!- 8 II Comune di Genova ratifica l’inserito trattato di cui al B. 10/44 n. 694. Orig. membr. 60 x 39,5; annot. dors, data c ogg.; « carta incisa ». 1396. ott 1 B. 10/45 Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, non volendo procedere più alla conquista della Sicilia, dichiara nullo il trattato all’uopo stipulato col Comune di Genova (v. n. 694). Orig. membr. 21x30; trac. sig. di cera ader. - 134 - 697 1396, ott. B. 10/46 698 - 1397, gen. 1 B. 10/47 699 - 1397, feb. 12 B. 10/48 700 - 1397, apr. 25 B. 10/49 Carlo VI, re di Francia, nomina 4 ambasciatori per trattare il passaggio della Repubblica di Genova nel suo dominio. Orig. membr. 32 x 40; trac. sig. pend. Nicolò Ruffo di Calabria ordina ai suoi ufficiali di assistere e proteggere i Genovesi che dovessero approdare nei porti del territorio da lui governato, dove potranno a loro piacimento vendere e comprare qualunque merce. Orig. membr. 21 x 32; annot. dors, data e ogg.; trac. sig. pen. Il Comune di Genova da una parte, gli ambasciatori del Cardinale Ludovico Fieschi e dei suoi seguaci e i procuratori di Giberto, Vescovo di Albenga, dall’altra, stabilita la cessazione delle ostilità, fissano le norme per evitare e punire le future offese fra le rispettive parti. Min. cart. Antoniotto Odorno dichiara di aver speso, quale governatore dei Genovesi per il re di Francia, quattrocento fiorini ricevuti dal tesoriere delle guerre del re di Francia, per la paga di alcuni soldati destinati a ricacciare Antonio da Montaldo ed Antonio Guarco che, con il loro esercito si avvicinavano al territorio di Genova. Al in. cart. 701 - 1397, mag. 16 Tre procuratori del re di Francia, Signore di Genova, confi. 10/5C fessano di avere ricevuto in prestito fino al 1° novembre p. v. dai nobili Nicolò De Marini e Giacomo De Franchi, mercanti genovesi, e da altre persone qui elencate, diecimila fiorini d’oro per la esecuzione del trattato col quale la Signorìa dello Stato Genovese è stata ceduta al re di Francia. Min. cart. 702 - 1397, giù. 16 B. 10/51 Due procuratori del re di Francia, Signore di Genova, confessano di aver ricevuto in prestito fino al 1° novembre p. v. dai nobili Nicolò De Marini e Giacomo De Franchi, mercanti genovesi, e da altre persone qui nominate, cinquemila fiorini d’oro per lo stesso motivo di cui al n. 701. Min. cart. 703 - 1397, lug. 23 Due procuratori del re di Francia, Signore di Genova, con-B. 10/52 fessano di avere ricevuto in prestito fino al 1° febraio p. v., dal nobile Antonio Fieschi, banchiere genovese, quattromila fiorini d’oro per lo stesso motivo di cui al n. 701. Min. cart. - 135 - 704 - 705 - 706 - 707 - 708 - 709 - 710 - 711 - 1397, sett. 28 B. 18A/94 11938, lug.] B 10/53 1398, lug. B. 10/5* 10 Estr. autent. del testamento di Luchina Rossi, moglie di Biagino « de Ulionibus » di Celle. Cop. infor. sec. XV ne] quader. di cui al «. 636. Proposte presentate dai Genovesi ghibellini per la loro sottomissione al re di Francia e per la loro riconciliazione con i Genovesi guelfi e relative risposte. Infor, cart. Gli otto procuratori eletti dal Commissario del re di Francia, dal Luogotenente del R. Governatore di Genova, dal Consiglio degli Anziani e dal Consiglio di Provisione di Genova, ed i deputati degli insorti delle valli della Polcevera, del Bisagno e di Voltri, stipulano la pace tra le due parti che rappresentano, sotto le condizioni qui enunciate, fra cui la amnistia per ogni reato da essi ribelli commesso. Min. cart. 1398, lug. 13 B. 10/55 Pietro, vescovo di Meaux, Commissario del re di Francia, il Luogotenente del R. Governatore di Genova ed il Consiglio degli Anziani ratificano l’atto di cui al n. 706. Min. cart. 1398, lug. 16 B. 10/56 Pietro, vescovo di Meaux, Regio Commissario, ricordàti i suoi tentativi per ricondurre alla obbedienza i ghibellini genovesi ed esposti i motivi per cui non può aderire alle loro proposte, dichiara di essere pronto pure a contrarre un prestito, a nome del re di Francia, da dieci a dodici mila fiorini per procedere con maggiore energia contro tutti i ribelli, per la pace della Repubblica Genovese. Min. cart. 1398, lug. B. 10/57 26 Quindici genovesi ghibellini giurano solennemente che, salvo l’onore e lo Stato del re di Francia, per l’esecuzione dei patti stipulati con i guelfi, si aiuteranno a vicenda e che non deporranno le armi finché sarà fatta la demolizione del forte del Castelletto. Framm. cart. B39fò/588 28 Nerbale delle proposte formulate dai genovesi ghibellini riuniti in consiglio per fare la pace con i guelfi. Min. cart. B.9\ò/59g 9 Quattro Commissarii eletti dai Genovesi ghibellini e quattro eletti dai Genovesi guelfi stipulano la pace tra i due partiti che rappresentano, sotto le condizioni qui enunciate: remis- - 136 - sione reciproca delle offese ricevute, fedeltà al re di Francia, Signore di Genova, superiorità numerica dei ghibellini sui guelfi nel Consiglio degli Anziani (10 su 18), demolizione del forte del Castelletto, etc. Min. cart. 712 - 1398, lug. 29 I quattro Commissarii dei Genovesi ghibellini giurano di B. 10/60 osservare il patto di cui al n. 711 nella parte relativa alla demolizione del forte del Castelletto, se questo perverrà in loro potere. Min. cart. 713 - 1398, lug. 31 II luogotenente del Governatore di Genova per il re di Fran- p 4 /V //•! O eia proibisce al Consiglio degli Anziani di trattare la consegna per la demolizione delle costruzioni fatte negli ultimi cinque anni a Castelletto, località appartenente al suddetto re. Afin. cart. 714- |1398 lug. 31?] Pietro, vescovo di Meaux, Commissario del re di Francia, nell’interesse di questo protesta, come precedentem. il Luogotenente del Governatore di Genova. Infor, cart. 715 - 1399, giù. 4 Raffaele Bocchino, notaio, procuratore del notaio Emanuele B. I8A/101 Valenti, loca per nove anni a Domenico Burone una casa di detto de Valenti sita in Genova, per lire 57 e soldi 10 all’anno. Orig. membr. 13,5x24. 716 - 1400, ag. 24 Testamento di Benedetto Stratta, genovese. B. 18A/94 Cop. infor. sec. XV, mutila nella prima parte, nel quad. di cui al n. 636. 717 - sec. xiv Lista, in doppio, di genovesi ghibellini. B. 10/63 . , Infor. cart. - 137 - SECOLO XV 718 - 1402, mar. 30 H Governatore di Genova per il re di Francia ed il Consiglio g j©B ^ , . . .£ degli Anziani eleggono sei sapienti ivi nominati per riror-mare lo statuto della Repubblica. Cop. infor. scc. XVII in un quader. cart. conten. pure il docum. di cui al n. 722. 719 - 1402, lug. 12 Martino, re dAragona, Sardegna e Corsica, nomina due procuratori per chiedere alla Repubblica di Genova il pagamento delle merci rubate dai Genovesi, e stipulare con essa un trattato di pace. Orig. membr. deter. nell'ult. parte, 32 x 50; trac. sig. pend. 720 - 721 - 1402, die. 16 I due procuratori di Martino, re d Aragona, ed i due procuratori del Governatore di Genova per il re di Francia confermano la pace del 22-11-1386, stabiliscono la procedura da seguire per l’accertamento e la liquidazione dei danni reciprocamente ricevuti, etc. Orig. membr. 74 x 64; annot. dors, della data e dell'ogg. Jurium II, col. 1334-46. U03, gen. 15 U re d Aragona ratifica l’inserito atto di cui al n. 720. Orig. membr. 77 x 62; trac. sig. pend. 722 - 1403, mar. 29 Jean Le Main gre, detto Bouciquault, governatore di Genova B' !8B 2 per il re di Francia, ed il Consiglio degli Anziani promulgano l’inserito nuovo statuto della Repubblica. Cop. infor. incompl. sec. XVII nel quader. di cui al 11. 718. 723 - 1404, mar. 18 La Repubblica di Venezia elegge cinque procuratori per chiedere a quelli del Governatore di Genova per il re di Francia la congrua riparazione delle offese e dei danni arrecati dai Genovesi ai Veneziani, nonché la restituzione delle persone e merci illecitamente da quelli catturate, e stipulare il relativo trattato di pace. Orig. membr. 51x36; trac. sig. pend. - 138 - 724 - 1404, mar. 22 j procuratori della Repubblica di Venezia e quelli del Governatore dello Stato Genovese per il re di Francia stipulano la pace rimettendosi i reati vicendevolmente compiuti dalle due parti, stabilendo il modo di accertare e pagare i danni prodotti dai sudditi dell’una a quelli dell’altra, la liberazione dei rispettivi prigionieri, la reciproca restituzione delle navi catturate, etc. Confermano la pace stipulata l’8 agosto 1381. Orig. membr. 64 x 35,5; annot. dors, della data e dell’ogg. 725 ['mo? staisi 11 Comune di Castelnuovo di Lunigiana cede la propria signoria a Gabriele Maria Visconti, Signore di Pisa, alle condizioni qui concordate tra i rispettivi procuratori. Ori”, membr. 53,5x41, forato nel centro; annot. dors, della data e dell'ogg. [1405 St. pis] B. 11/6 726 - 1404, ag. 30 Giovanni Le Maingre, detto Bouciquault, Luogotenente del re di Francia a Genova, ordina a Nicolò di Moneglia di andare con la sua nave nel golfo di Venezia per offendere i Veneziani, catturare le loro persone ed i loro averi, etc. Cop. autogr. sm perg. 41 x 39, conten. pure i doc. n. 727, 728, 729, annot. dors, della data e dell'ogg. 727 - 1404, ag. 30 U Luogotenente di cui al n. 726 ordina ai Castellani di Mo- B 11/7 naco e di Libourne di ricevere e custodire le navi, le persone e le merci che colà saranno mandate da Nicolò di Moneglia. Cop. autogr. sulla perg- di cui al n. 726. 72X - 1404. ag. 30 II Luogotenente di cui al n. 726 dà a Nicolò di Moneglia, per la esecuzione della missione affidatagli, la potestà di mettere nella sua nave i marinai, i socii ed i soldati di cui avrà bisogno, prelevandoli da qualunque nave genovese. Cop. autogr. sulla perg. di cui al n. 726. 729 - 1404, ag. 30 II Luogotenente di cui al n. 726 ordina a tutti i suoi sudditi B 11 7 di ricevere e custodire le navi, gli uomini e le merci condotte da Nicolò di Moneglia. Cop. autogr. sulla perg. di cui al n. 726. 730 - 1407, gen. 12 Deposizioni dei testimonii prodotti dal Comune di Genova, B 11/1? '8 'n causa contro quello di Venezia, dinanzi a quattro arbitri, all’uopo eletti, per la reciproca cattura di navi fatta da Carlo Zeno, veneziano, da Nicolò di Moneglia, Giovanni e Perci-valle Spinola, genovesi. Orig. in un voi. cart. 731 - 1407, mar. 1 II Governatore di Genova per il re di Francia ed il Consiglio degli Anziani ordinano la piena osservanza di una sentenza B. 18B 4 - 139 - del Vicario e dei Sapienti di Genova a favore del Comune di Lago. Orig. membr. 20 x 27, parzialm. corroso e forato; sig. ader. 732 - 733 - 734 - 735 - 736 - 737 - 738 - 739 - 1407, giù. 8 B. 11/12 I Comuni di Genova e Venezia eleggono Amedeo Vili, Conte di Savoia, arbitro delle loro controversie. Orig. membr. mutilo, 42x31,5. 1408, mar. 31 ag. 10 B. 11/13 Atti processuali e sentenza della causa celebratasi dinanzi al Conte di Savoia, Amedeo Vili, arbitro tra i due Comuni di Genova e Venezia. Cop. coeve di cariceli, in un voi. cart. 1408. mar. 31 Indice e transunto degli atti di cui al n. 733. ag. io B 11/14 Infor, sec. XIX in un quader. cart. 1408, mag. 25 B. 18 B/5 Il Luogotenente del re di Francia in Genova ed il Consiglio degli Anziani decretano che il prete Antonio di Lavello di Cervo, Cappellano nella chiesa di San Damiano, può essere il tutore di due sue nipoti ed il fidecomissario del defunto fratello Paolo, nonostante il veto posto per gli ecclesiastici dallo Statuto di Genova, a condizione però che egli non potrà agire senza il consiglio e la volontà di Anfreone Fala-monica. Orig. membr. 16,5x35. 1408, nov. io Testamento di S..... Cazzano di Oneglia, abitante in Nicosia. B. 18A/94 Esfr. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. [1408 ?] B. 18B/7 Istruzioni sul tenore delle lettere da scrivere all’ammiraglio genovese in Oriente, nonché a Pera, Scio, Caffa, etc. Infor, cart. 1409, ott. 21 Lettera contro Giovanni Le Maingre, Governatore di Geno-B. 18B/8 va, inviata al re di Francia. Cop. infor. incompl. sec. XVII su foglio cart. conten. pure l'atto di cui al n. 789. 1413, apr. 27 B. 11/15 Il procuratore del Comune di Genova e quelli del Comune di Firenze stipulano il presente trattato di pace con cui, tra 1 altro, sono definiti i rispettivi diritti dei due Comuni sul territorio di Livorno e sul porto di Pisa. Min. in un quader. cart. mutilo. Jurium II, col. 1410-35. - 140 - 740- H13, gm. 9 Ferdinando I di Castiglia, re d’Aragona, di Sicilia, Sardegna e Corsica, nomina i suoi procuratori per trattare con quelli del Comune di Genova. Orig. membr. 46 x 55,5; trac. sig. pend. 741 B^n' /rf 3 ^ Comune di Firenze avuta garanzia del denaro dovutogli dal Comune di Genova, in conformità della pace tra loro stipulata, dispone di restituire subito ad esso Portovenere, Sarzanello e Falcinello. Orig. membr. 45,5 x 32; annot. dors, data e ogg. Jurium II, col. 1444-46. 74~ - 1413> Elenco di uomini inabili di Sarzana. B. 18B/9 Infor, cart. 743 1414, gen. io Sigismondo, re dei Romani, prende sotto la protezione del-B- 11/18 l’impero il Comune di Savona, confermandogli tutti i diritti e privilegi concessi dai suoi predecessori, aggiungendovi pure il diritto di coniare monete d’oro e d’argento. Orig. membr. 38,5 x 55; annot. dors, data e ogg.; parte del sig. di cera pend. 744 - 1414, gen. Sigismondo, re dei Romani, conferma al Comune di Genova B 11/19 tutti i diritti e privilegi concessi dai suoi predecessori, nonché gli usi e le consuetudini finora osservati. Cop. autent. cart. 7.5-1534. Jurium II, col. 1449-50. 745 - 1414, mar. 15 II Comune di Firenze nomina un procuratore per scegliere 11413 stil. fior.] _jj arbitri cui affidare la soluzione della controversia con il B 11/20 ® Comune di Genova sui confini e la giurisdizione delle terre di Nicola di Lunigiana e di Sarzana. Orig. membr. 59x31; annot. dors, data e luoghi ogg. della controversia. 746 - 1414, nov. 20 Centurione, Principe di Acaia, nomina due ambasciatori per B. 18 B mi alleanza col Comune di Genova. Orig. tnembr. 30 x 38,5; trac. sig. pend., riportata sul dorso la sottoscrizione dell'autore. 747 - 1416 gen 12 Carlo VI, re di Francia, incarica due suoi consiglieri di trat-11415 stil. fr i tare col Governo di Genova l’allestimento della marina da «iuerra ed una tregua con i Genovesi che si erano sottratti O o al suo dominio. Orig. membr 49,5 * 47; troc. sig. pend.; annot. dors. dei consigl. presenti. - 141 - 74-8 - 749 - 750 - 751 - 752 - 753 - 754 - B. 11/22 I41 Marchese Malaspina di Luzolo, podestà di Lucca anche a nome dei suoi figli e del fratello Moruello, ratifica il trattato di pace stipulato fra il Duca di Milano ed il Comune di Genova il 10 maggio (n. 754). Orig. membr. 41x37, mutilo lungo il marg. dest.; trac. sig. ader.; annot. dors, data e ogg. 1419 oti. 12 Jolanda, regina di Napoli, e Luigi III, suo figlio, incaricano due consiglieri ed un segretario di rinnovare i trattati stipulati dai loro predecessori col Comune di Genova e fare con questo una alleanza. Orig. membr. 31,5 x 50; trac. sig. penden. 1419, nov. 20 Tre ambasciatori di Jolanda di Aragona e di suo figlio, Lui-B. n/30 gj ijj d’Angiò, regina e re di Sicilia, ed il Comune di Genova stipulano la pace, rimettendosi vicendevolmente i reati commessi da una parte e dall’altra e secondo le altre condizioni qui enunciate. Orig. membr. 96,5 x 40. Cop. infor. sec. XV, in un quader. cart. mutilo nelì’ult. pag. 1420, feb. 7 II Comune di Genova elegge i nobili Raffaele Spinola e Ste- fano Lomellini suoi ambasciatori presso la corte inglese. Minuta in un quader. cart. conten. pure i doc. 764 e 765. [1421, mag. l] Enrico V, re d’Inghilterra, nomina tre ambasciatori per trat-B- 12 ~ tare con il Comune di Genova. Cop. infor. sec. XV su fogl. cart. conten. pure il doc. n. 763. )4,| nvi!, 29 Articoli condizionali del trattato di pace e di alleanza stipu-B 12/3 lato tra gli ambasciatori di Enrico V, re d’Inghilterra, e quelli del Comune di Genova. Estr. autent. coevo su perg. mutila 54 x 38,5; due sig. di cera ader. - 143 - 763 - 764 - 765 - 766 - 767 - 768 - 769 - 770 - 771 - 772 - H421], giu_ 9 Enrico V, re d’Inghilterra, concede ai Genovesi un salva-condotto nel suo regno valido fino al 1" novein. p.v. Cop. infor. sec. XV sul fogl. di cui al n. 761. 1421, giù. 9 I] Comune di Genova concede ai sudditi di Enrico V, re B 12 /* > d’Inghilterra, un salvacondotto nel suo territorio fino al 1° novem. p.v. Minuta nel quader. cart. di cui al ». 760. J,42!’ ?g' 21 II Comune di Genova ratifica il trattato di cui al n. 762. D- 12/1 Minuta nel quader. cart. di cui al ». 760. 1421, ott. 26 Enrico V, re d’Inghilterra, ratifica l’inserito trattato di cui B 12/? al n. 762. Cop. infor. sec. XVII in un quader. cart. Cop. infor. sec. XVIII in un quader. cart. 1421, nov. 24 Francesco Visconti, detto il Carmagnola, per Filippo Maria, Duca di Milano e Signore di Genova, il Consiglio degli Anziani, l’ufficio di Provisione e l’Ufficio della Moneta di Genova, cedono a Tommaso Campofregoso, ex Doge di Genova, i territori di Sarzana, Sarzanello, Castelnuovo, Falcinello e Santo Stefano, sotto la condizione qui ennunciata. Cop. autent. cart. sec. XV. Cop. infor. cart. sec. XV. 1422, gen. 19 Codicillo di Benedetta di Levanto, vedova di Antonio di B. 18 A/94 u tl r _ Montelugo, fatto a Genova. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. ÿ42p 24 condizionali coi quali lo Stato genovese passa sotto la dominazione di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano. Ortg. su perg. 62,5 x 47 conten. pure il doc. n. 770. 1422, mar. 14 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova, B- ^2/'y ratifica gli articoli di cui al n. 769. Orig. sulla perg. di cui al n. 769. 1422, mar. 16 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova, B 12 11 concede a questa Repubblica gl’inseriti artic. relativi alla nuova amministr., ordinandone la piena osservanza ad ogni ufficiale e magistrato. Orig. membr. 47 x65; trac. sig. ader. 1422, mar. 19 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova, conferma, con riserva, ai Savonesi i diritti ed i privilegi che essi godono in territorio genovese o altrove; i trattati stipu- - 144 - 1422, ott. 12 B. 18 A/94 1423, nov. 6 B. 12/13 1424, ag. 23 B. 18 B/16 1424, ott. 1 B. 18 B/17 1426, mag. 31 B. 18 B/18 1426, sett. 20 B. 18 B/19 1427, mag. 9 B. 18 A/94 lati tra i due Comuni il 19 febbr. 1251 ed il 19 lug. 1332; il diritto di governarsi e di esser giudicati nel proprio territorio, etc. Copia infor. sec. XV, lacunosa nel quad. di cui al n. 209. Testamento di Raimondino Fieschi. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. Giovanni II, re di Castiglia, Leon, Toledo, etc., ratifica l’inserito atto stipulato lo stesso giorno fra il suo procuratore e quelli dei Genovesi per decidere circa i danni vicendevol. arrecati dai sudditi dell’una ai sudditi dell’altra parte. Orig. parte in spagnolo, parte in latino, su perg. 62,5 x 64; trac. sig. pend.; annot. dors. data e ogg. II Luogotenente del Governatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova decretano che solo il Governatore può riammettere Giovanni di Andrea, genovese, nella sua carica di capitano e massaro di Famagosta. Orig. membr. 28 x 29,5. Il Governatore di Genova per il Duca di Milano, approva il parere dei Sapienti del Comune nella vertenza tra il medesimo e Giovanni di Andrea per il capitanato e la massaria di Famagosta. Orig. membr. 16x14,5; sig. ader. Il Doge ed il Consiglio degli Anziani di Genova decretano che i podestà di Triora dovranno osservare l’inserita deliberazione emessa sotto la data controsegnata dai Commissari della Riviera di Ponente, i quali hanno dichiarato che le pene pecuniarie applicate da detti podestà contro gli uomini ed i beni dei Comuni dipendenti, debbano essere devolute ad utilità dei Comuni stessi. Cop. autent. di cancelleria sec. XV su perg. 34 x 46. Il Consiglio degli Anziani di Genova risponde a Ramiro di Gusman, abitante di Valenza, procuratore di Ramiro Nunes di Gusman, chiavaro dell’ordine di Calatrava, il quale chiede giustizia contro Luigi Saivago ed Arano Cibo, cittadini e mercanti di Genova. Orig. membr. 72 x 42. Estratto del testamento di Chiara di Carlo, moglie di Giovanni Grillo. Infor, sec. XV nel quader. di cui al *>. 636. 780 - 1427, mag. 26 II Governatore di Genova per il Duca di Milano ed il Con-B. 18 B/21 giglio degli Anziani, nominano due procuratori per fare la pace col re di Tunisi e di tutta 1 Africa. Min. cart. 781 - 1428, mag. 9 jj Comune di Genova, dà pubblica notizia della pace con-B. 12/14 elusa con Alfonso V, re di Aragona, Sicilia e Sardegna il giorno 5. Minuta cartacea. 782 - 1428, nov. 17 Tommaso d’Andriolo, giudice di Messina, a richiestaceli alcuni B' 12^15 mercanti messinesi, fa trascrivere in atto pubblico gli inseriti art. vigenti fra i Genovesi ed i Siciliani, relativi alle esenzioni di dazi che reciproc. godono gli uni nel territorio degli altri, concessi dal re Manfredi nel giugno 1261 (vedi n. 354) e confermati dal Comune di Genova il 4-4-1337. Cop. infor. sec. XVII in un quader. cart. 783 - 1428, die. 10 Leonardo Giustiniani, Podestà e Governatore dell’isola di B. 18 B/22 ScÌQ> ed ü Consigiio dei Maonesi decretano esenzione da ogni imposta per tutti coloro che andranno ad abitare a Scio; obbligo a lavorare il mastice per coloro che prenderanno moglie masticaria, e per i rispettivi figli- Cop. autent. cart. del 24 dicemb. 1551 da altra del 1517. 784 - 1429, lug. 8 Sentenza pronunciata da tre arbitri fra i compartecipi di una B. 18 B/23 nave nuova costruita a Taggia. Orig. membr. 47 x 33 forato nel centro. 785 - 1430, feb. 25 Alfonso V, re d’Aragona, di Sicilia, Sardegna, etc., ordina a B. 12/16 tutti gli ufficiali del regno di Sicilia, pena la multa di cin quemila fiorini d’oro, di rispettare e far rispettare i privilegi concessi dai suoi predecessori ai Catalani. Cop. autent. cart. 10 dicem. 1565; trac. sig. ader. 786 - 1432, nov. 26 II Comune di Genova nomina 10 procuratori per stipulare B. 12/17 una iega con Alfonso V, re d’Aragona. Min. cart. 787 - 1433, lug. 21 Estratto di norme relative alla riscossione del diritto imposto B. 18 B/24 cjai Comune di Genova sulle merci che si importano o si esportano a Tunisi. Orig. membr. 34x18. 788 - 1433, ott. 19 II procuratore del re di Tunisi e di tutta la Barberia e quello B‘ 12//18 del Duca di Milano e del Comune di Genova, confermano - 146 - 789 - 790 - 791 - 792 - 793 - 794 - 795 - 1 inserito trattato di pace ventennale, dal quale saranno regolati i rapporti tra i sudditi delle due parti e l’esercizio del commercio genovese nel territorio del predetto re. Cop. infor. sec. XV in un quader. cart. conten. pure i doc. n. 831 e 893. b4318 b/86 Biagio Assereto, comandante della flotta genovese, comunica da Ponza al suo Governo la vittoria riportata sulla flotta del re di Aragona fatto prigioniero insieme a molti altri. Cop. infor. ital. sec. XVII nel fogl. di cui al n. 738. [1435] Art. coi quali il cardinale di Cipro protesta per il comporta- mento del capitano e degli ufficiali genovesi a Famagosta e nel regno di Cipro in violazione del trattato recentem, stipulato tra il re di Cipro ed il Comune di Genova. Infor, cart. 1436, mag. 29 I Comuni di Venezia, Firenze e Genova a mezzo dei rispettivi procuratori fanno alleanza contro Filippo Maria Visconti, Duca di Milano. Orig. membr. 177,5 x 33,5 parzial. guasto dall'umido; annot. dors, data e ogg. 1437, mar. 15 Isabella, regina di Sicilia, luogotenente del Principe Renato suo marito, a mezzo del suo procuratore, per la fornitura di 5 navi da guerra, cede al Comune di Genova i proventi delle imposte della città di Napoli per quattro anni; conferma i privilegi già concessi ai Genovesi nel suo regno donde essi potranno esportare qualunque quantità di grano, nonché gli obblighi precendent. contratti dalla regina Giovanna. Cop. infor. sec. XV in un quad. curt. mutilo nell’ultima parte. 1437, scit. 8 Istruzioni date da Tommaso Campofregoso, Doge di Genova, B. 18 B/26 a] fratello Giovanni. Min. cart. 1437, die. 17 Renato d’Angiò, re di Napoli, nomina Oberto Giustiniani e Giovanni Manganella suoi procuratori per noleggiare a Genova cinque navi. Orig. membr. 28 x 34,5; tracce sig. pettden.; annotaz. dors, data ed ogg. 1438, apr. 1 II Comune di Genova delibera di istituire un diritto di tre B. 18 B 28 denari per ogni lira genovese sul valore di tutte le merci che si importeranno o si esporteranno in Linguadoca. Cop. infor. sec. XV in uh quader. cart. conten, puri' i doc. di cui ai nn. 797, 798, 806, 807, SII, e 812. - 147 - - 796 - 797 - 798 - 799 - 800 - 801 - 802 - 803 - 804 - 805 - 1438, apr. 23 Renato d’Angiò, re di Napoli, ratifica il trattato stipulato col B. 18 B/-9 Comune di Genova il 15 marzo 1437. Orig. membr. 17x32; trac. sig. penden.; annotaz. dors, data ed ogg. 1438, mag. 24 Quattro cittadini deputati dal Comune di Genova vendono B. 18 B/28 .j diritt0 di cui al n 795 a Tommaso Pallavicino migliore offerente, per lire ottomila di genovini, per anni 12 e mesi sette. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al ». 795. 1438, mag. 27 L’Ufficio della Moneta di Genova approva la vendita di cui B. 18 B/28 al n 797 Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 795. 1438, ott. 20 il Comune di Genova, a mezzo del suo procuratore, e Galeotto I del Carretto, Marchese del Finale, stipulano tra loro una tregua di tre mesi. Cop. infor. sec. XV in un quad. cart. 1438, ott. 30 u Comune di Genova ratifica la tregua di cui al n. /99 qui B. 12/23 b inserita. Cop. infor. sec. XV in un quad. cart. 1439, gen. 9 II Doge di Genova ed il Consiglio degli Anziani chiedono B. 18 B/32 all’Ufficio della spesa ordinaria il parere per concedere ad Amedeo di Pieve, pettinatore, ed a Tommaso del Pino, maestro dei tessitori di seta in Genova, una parziale esenzione di imposte. Cop. infor. di cancelleria sec. XV su perg. 46 x 29,5 conten. pure i docum. di cui ai nn. 802, 803, 804. 1439, gen. 9 Quattro ufficiali della Spesa ordinaria esprimono parere favo-B. 18 B/32 revoie perchè sia concessa per dieci anni un’esenzione d imposte ai due maestri tessitori di seta di cui al n. 801. Cop. infor. di caliceli. sec. XV sulla perg. di cui al n. 801. 1439 gen 16 L’Ufficio della Moneta del Comune di Genova stabilisce 1 am-B. 18 B/32 montare dell’imposta che dovranno pagare per dieci anni i due maestri tessitori di cui al n. 801. Cop. infor. di cariceli, sec. XV sulla perg. di cui al n. 801. 1439, gen. 19 H Doge di Genova ed il Consiglio degli Anziani ratificano B. 18 b/32 la deliberazione di cui al ni. 803. Cop. infor. di cariceli, sec. XV sulla perg. di cui al n. 801. 1439, apr. l II Comune di Genova ed il procuratore del Gran Maestro della sacra Casa di San Giovanni Gerosolimitano stipulano - 148 - J, 806 - la pace con cui ristabiliscono i rapporti di amicizia già esistenti fra le due parti, concordano il modo di risolvere le controversie sorte a Rodi. Cop. infor. sec. XV in un quad. cart. B^is b/2820 Tommaso Pallavicino garantisce il diritto di cui al n. 795 per metà ad Andrea Squarciafìco e per metà a Bartolomeo Imperiale. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 795. 807 - M39, apr 23 Bartolomeo Imperiale accetta la garanzia di cui al n. 806. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 795. 808 - ^439^seu. 9 Preliminari di pace concordati tra quattro procuratori del Comune di Genova e quattro del Duca di Savoia, coi quali, tra l’altro, è regolata la reciproca amministr. della giustizia nell’interesse dei. sudditi delle due parti. Infor, cart. Accame, pp. LI-V. 809 - H39, ott. 27 j] Comune di Genova e Giorgio e Carlo del Carretto, a mez- zo del loro procuratore, stipulano il pres. trattato di pace colle condizioni e riserve enunciate specialm. nei confronti del Duca di Milano. Min. cart. 810 - U40, apr 30 Giovanni Campofregoso, ammiraglio del regno di Sicilia e Luogotenente del Doge di Genova, conferma l’atto di esenzione di cui al n. 435. Coj7. infor. di cop. autent. del sec. XV sul fogl. di cui al n. 435. 811 - 1440, lug. 12 I soc>> nel diritto di cui ai nn. 797 e 806 dichiarano di volerlo B. 18 B/28 riscuotere per tutto il tempo dei sopradetti anni 12 e mesi sette. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 795. 812 - 1440, ott. 5 ^ Doge di Genova ed il Consiglio degli Anziani ordinano di B. 18 B/28 prestar fede agli esattori contro i debitori del diritto di cui al n. 795, in base a testimonianza scritta di due persone ed a giuramento degli esattori stessi, etc. Cop. infor. sec. XV nel qxuider. di cui al n. 795. 813 - 1441, apr. 26 11 Comune di Genova ed il papa a mezzo di un suo nunzio B. 12/27 fissano le condizioni di una alleanza militare per togliere con le armi al re d’Aragona il regno di Sicilia. Min. in un quaderno cart. - 149 - 814 - 1441, dic. i n Comune di Genova ratifica la sentenza arbitrale pronuri-B 12/28 ciata da Francesco I Sforza, Signore di Cremona, tra la lega veneziana e Filippo Maria Visconti, Duca di Milano. Min. cart. 815 - 1442, mar. 20 Renato d’Angiò, re di Napoli, promette al Comune di Geno- B. 18 B/41 ya di restituire ia somma di ducati 1395, tareni 3 e grana 8 avuta in prestito, appena ne sarà richiesto. Orig. membr. 21 x 34,5, trac. sig. penden.; ann. dors, data ed ogg. 816 - 1443, gen. 22 Relazione fatta dai commissari incaricati di proporre le nor- B. 18 A 94 elezioni e gli stipendi dei consoli genovesi in Tunisi, ai Capitani della libertà genovese ed al Consiglio degli Anziani. Cop. infor. sec. XV nel quader. di cui al n. 636. 817 - 1443, sett. 13 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova, B. 12/29 ratifica l’alleanza decennale stipulata da Galeotto I del Carretto, Marchese del Finale, a suo nome, col Comune di Genova. Orig. membr. 26 x 35, parzialm. guasto dalVumidprix’ato del sig. pend.; annot. dors, data e ogg. 818 - 1443, die. 20 Alfonso, re d’Aragona, delle Sicilie, etc., nomina tre pro-B. 18 B/43 curatori per trattare e concludere qualunque pace ed alleanza col Comune di Genova. Orig. membr. 34 x 42; guasto per l’umidità nella parte centrale; privato del sig. pend; annot. dors, data ed ogg. 819 - [1443-46] R Comune di Genova ed un procuratore del Duca di Savoia stipulano un trattato quinquennale di alleanza offensiva e difensiva in Italia, con le riserve e le condizioni ivi enunciate. Infor, cart. Accame, pp. LV-VII. 820 - 1444, feb. 2 Due procuratori a nome di Alfonso V, re di Aragona, di B. 12/31 Napoli e Sicilia, ed il Comune di Genova stipulano una tregua valida nei luoghi e nei termini rispettiv. indicati. Min. cart. 821 - 1444, apr. 9 Spinetta da Campofregoso, Signore di Sarzana, ratifica gli B. 12/32 inseriti articoli da lui stesso concordati coi rappresentanti dei Comune di Genova per decidere a quale delle due parti spetta il Vicariato di Carrara compresa Avenza Orig. cart. in italiano; sig. ader. — 150 — 822 - M44, lug 16 j[ Te d’Aragona, delle Sicilie, etc., ringrazia la Repubblica di Genova per una coppa d’oro inviatagli e dichiara di essere sempre pronto a difenderla. Orig. membr. 23,5 x 3 J; annot. data ed ogg.; indie, del destinatario e trac. sig. ader. terg. 823 - 1444, sett. 15 Commissari del re di Francia citano la Repubblica di Ge- nova per ottenere riparazioni e soddisfazione dei danni arrecati da alcuni genovesi che hanno catturato una nave francese nel porto di Aiguës Mortes. Orig. membr. 81x75, guasto nelle piegature; due sig. di cera penden.; annot. dors, data ed ogg. 824 - 1444, nov. 28 II Comune di Genova nomina due procuratori per trattare e B' 12/33 concludere la pace con Filippo Maria Visconti, Duca di Milano. Min. cart. 825 - 1444, die. 12 Antonio Alberico, Marchese Malaspina di Fosdinovo, nomina B 12/34 il suo procuratore per accordarsi con il Comune di Genova sulle terre di Carrara ed Avenza. Orig. cart.; sig. ader. 826 - 1444, die. 23 II Comune di Genova ed il procuratore di Antonio Alberico, Marchese Malaspina di Fosdinovo, stipulano un patto in virtù del quale il suddetto Marchese diviene depositario delle terre, di cui al n. 825, sino a quando sarà deciso a chi dei due esse spettano a norma degli art. ivi enunciati. Min. cart. 827 - 1445, p.en. 26 Carlo VII, re di Francia, elegge cinque procuratori per chie- 3f-le ^ ' ^ere arnbasciatori del Comune di Genova il risarcimento dei danni arrecati ai suoi sudditi da alcuni genovesi con la cattura di una nave nel porto di Aiguës Mortes. Cop. autent. in frane, del 20 novem. 1445 sm perg. 35 x 48; trac. sig. pend. 828 1445 mar io ^ Comune di Bologna accusa ricevuta della petizione presen-B. 12/37 tata da alcuni cittadini genovesi e assicura il proprio interessamento. Orig. cart. parzialm. lacunoso perchè deter. dall’umido; sig. ader. Accame, pp. LVII-VIII. 829 - 1445, mag. 12 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Signore di Genova, B. 12/38 ed il Comune di Genova, a mezzo dei loro rispettivi procuratori, firmano una tregua biennale con le condizioni ivi apposte. Orig. membr. 47 x 47 forato nel margine destro; annot. dors. ogg. - 151 - 830 831 832 - 833 - 834 - 835 - 836 - 837 - 1445, nov. 22 B. 12/3S 1445, dic. 29 B. 12/18 1447, feb. 23 B. 12/41 Quattro commissari di Carlo VII, re di Francia, ©d un amba' sciatore del Comune di Genova stipulano un accordo per punire i pirati genovesi che hanno catturato una nave fran' cese nel porto di Aigues-Mortes, condannarli a risarcire ^ danno prodotto, etc. Orig. membr. 67,5 x 57; trac. sig. pcnd.; annot. dors, data e ogg. Il re di Tunisi ed il Comune di Genova, a mezzo del suo ambasciatore Zaccaria Spinola, prorogano di dodici anni la pace preced. stipulata (v. n. 788), aggiungendovi alcuni artic- Cop. infor. sec. XV nel quad. cart. di cui al n. 788. Il Comune di Genova e Giovanni I Grimaldi, Signore di Monaco, Mentone e Roccabruna, fanno un patto di amicizia e di alleanza triennale durante il quale: il secondo impedirà nel territorio di Monaco, che non potrà alienare, l’introduzione di qualsiasi quantità di sale; gli abitanti di Monaco benefìcieranno dei privilegi goduti quando erano sotto il Comune di Genova; questo corrisponderà al Grimaldi cento lire al mese per la custodia di Monaco. Min. cart. ^^2/42 1 H Comune di Roccabruna nomina due procuratori per garantire al Comune di Genova l’osservanza da parte di Giovanni I Grimaldi, Signore di Monaco, del patto di cui al num. prec. Orig. cart. 1447, mar. 2 II Comune di Mentone elegge due procuratori per lo stesso B- 12/43 £ne cuj aj num ggg 1447, mar. 6 B. 12/44 Orig. cart. Il Comune di Monaco elegge due procuratori per lo scopo di cui al num. 833. Orig. cart. 1447, mar. 10 B. 12/45 1447, mar. 15 B. 12/46 I procuratori dei Comuni di Monaco, Mentone e Roccabruna garantiscono con giuramento nelle mani di G. Cibone, podestà di Ventimiglia e delegato del Comune di Genova, l’osservanza del patto del 23 febbr. preced. (v. n. 832). Orig. cart. Tre dei Marchesi Malaspina di Villafranca, a mezzo di due procuratori s’impegnano a consegnare i castelli di Castevoli, Brugnato, Lignaro e Rocchetta, a Giano Campofregoso, doge di Genova, nelle cui mani restano pure il castello di Suvero, Stadomelli e Beverone; il doge di Genova promette di con- - 152 - 838 - 839 - 840 - 841 - 842 - 843 - 844 - 845 - segnare ai suddetti Marchesi: Villafranca, Virgoletta, Pani-gale, Liciana, Bastia di Santa Caterina, Montevignale e Terrarossa con le condizioni ivi espresse. Min. cart. 1447, ag. 17 11 Comune di Novi, indebitamente tenuto per qualche tempo B. 12/47 Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, ritorna sotto il dominio genovese coi diritti e gli oneri elencati nel pres. contratto. Cop. infor. sec. XVII in un fog. cari, conten. pure i doc. n. 839 e 840. 1447, ag. 19 II Comune di Novi ratifica il contratto di cui al n. 838 sti-B‘ 12/47 pulato dai suoi otto ambasciatori. Cojì. infor. sec. XVII nel fog. cart. di cui al n. 838. 1447, sett. 15 II Comune di Genova ratifica il contratto di cui al n. 838. Cop. infor. sec. XVII nel fog. cart. di cui al n. 838. 1447, ncv. 7 Alfonso V, re di Aragona, di Sicilia, di Napoli, di Sardegna, B. 12/50 Corsica, etc., ed il Comune di Genova, a mezzo di un suo procuratore, stipulano un trattato triennale di alleanza per la reciproca difesa contro eventuali nemici, coi diritti, gli obblighi e le eccezioni ivi determinati. Orig. membr. 60 x 74 forato in qualche punto; trac. sig. pend. Infor. sec. XV in un quad. cart. Infor, sec. XVU in un quad. cart. 1447, nov. 12 II Comune di Madrignano elegge tre procuratori per passare 3 12/51 sotto la Signorìa di Giano Campofregoso, doge di Genova. Cop. infor. cart. sec. XV. 1447, nov. 25 II Comune di Genova e la Repubblica di Milano a mezzo B' 12/52 di Giorgio Lampugnani, suo procuratore, fanno un patto di amicizia e di alleanza per un anno, conten. pure l’elenco degli aderenti del Comune di Genova. Min. cari. 1447, die. 19 il Comune di Madrignano, a mezzo di tre procuratori, si dà a Giano Campofregoso, doge di Genova, qui in veste privata, colle condizioni e col giuramento di fedeltà ivi contenuti. Min. cari. 1448, apr. 5 jj Comune di Genova e Giovanni I Grimaldi, Signore di Mo- D 1 -ì /CA 0 naco, Mentone e Roccabruna, a mezzo di un suo procuratore rinnovano il patto stipulato il 23 febbr. 1447 (v. n. 832) con alcune aggiunte. Min. in un fog. cari, conten. pure il doc. n. 846. B. 12/54 - 153 - 846 - 847 - 848 - 849 - 850 - 851 - 852 - 853 - 1448, apr. 10 B. 12/54 1448, ag. 20 B. 12/56 L’Ufficio della Moneta del Comune di Genova ratifica latto di cui al n. 845. Min. nel fog. cart. di cui al n. 845. Il Comune di Genova ed un ambasciatore di Renato d’Angiò, re di Sicilia, stipulano un patto per il reciproco rispetto delle navi; quelle del predetto re potranno approdare e fare provviste di viveri nei porti della Repubblica genovese, ma non dovranno intromettersi nei fatti di essa. Min. cart. [1448?] B. 12/57 1449, mar. 18 B. 12/58 1449, mar. 19 B. 12/58 1449, mar. 28 B. 12 '60 1449, mar. 31 B. 12/61 1450, sett. 17 B. 12/62 Progetto di alleanza triennale per la reciproca difesa e vicendevole aiuto in uomini o in denaro contro eventuali nemici, proposto dal Comune di Milano a quello di Genova, con le condizioni ed eccezioni ivi contenute, e l’elenco degli aderenti delle due parti. Infor, in un quad. cart. Il Comune di Genova, da una parte, e Giovanni I Grimaldi, Signore di Monaco, Mentone e Roccabruna, a mezzo di un procuratore, dall’altra, rinnovano il patto di cui al n. 832 Min. cart. in un fog. conten. pure il doc. n. 850. L’Ufficio della Moneta del Comune di Genova ratifica l’atto di cui al n. 849. Min. nel fog. cart. di cui al n. 849. Il Signore di Monaco ratifica l’atto di cui al n. 849 e conferma il mandato al suo procuratore. Orig. cart. I procuratori dei Comuni di Monaco, Mentone e Roccabruna giurano nelle mani di due giudici di Ventimiglia l’osservanza da parte del loro Signore, Giovanni I Grimaldi, del patto stipulato il 18 marzo 1449 col Comune di Genova (v. n. 849). Orig. cart. Un procuratore del Duca di Savoia e Pietro Campofregoso, doge di Genova, stipulano la pace, con cui si rimettono le offese ed i danni vicendev. ricevuti; qualora entro dieci anni il Duca di Savoia vorrà allestire in Genova una flotta per conquistare il regno di Cipro, il Doge gli fornirà navi e denaro a giudizio di G. Filippo Fieschi e a condizione che siano sempre rispettati i privilegi che i Genovesi godono nel regno suddetto. Cop. infor. sec. XV1I1 in un quad. cart. cont. pure i doc. n. 854, 855. 856 c 857. Accame, pp. LXVIII - LXXI. - 154 — 854 - 855 - 856 - 857 - 858 - 859 - 860 1450, sett. 17 Giuseppe Filippo Fieschi, Conte di Lavagna, in relazione al trattato di pace di cui al n. 853, dichiara quante navi e quanto denaro dovrà fornire il Doge di Genova al Duca di Savoia, il quale entro otto giorni deve restituirgli il territorio di Ta-gliolo. Cop. infor. sec. XVIII nel quad. cart. di cui al n. 853. Accame, pp. LXXII-III. 1450, sett. 18 il Doge di Genova e l’Ufficio di Balìa ratificano la pace di B. 12/62 . ,6 QC,Q r cut al n. 853. Cop. infor. sec. XVIII nel quad. cart. di cui al n. 853. Accame, p. LXXI. 1450 i, sett. 21 II Doge di Genova, il Consiglio degli Anziani e l’Ufficio della Moneta ratificano la pace di cui al n. 853. Cop. infor. sec. XVIII nel quad. cart. di cui al n. 853. Accame, pp. LXXI-II. 1450, Ott. 6 Ludovico, Duca di Savoia, ordina ai suoi sudditi l’osser-B 12/62 vanza della pace di cui al n. 853, e la restituzione di Ta- gliolo ai Genovesi. O Cop. infor. sec. XVIII nel quad. cart. di cui al n. 853. Accame, pp. LXXIII-IV. 1451, febbr. 8 Alfonso, re d Aragona, delle Sicilie, etc., nomina tre giudici B. 18 B 4,1 per procedere contro coloro che arrecano danni ai genovesi. Orig. membr. 36 x 45, foralo nel centro, priv. del sig. penden.; annot. dors, data ed ogg. L’Ufficio di Balìa del Comune di Firenze ratica 1 inserito 1451, nov. 14 trattato di alleanza stipulato il 4 novem. prec. per cinque B 12 67 anni da Francesco I Sforza, Duca di Milano, dal Comune di Genova e da quello di Firenze per la reciproca difesa contro gli altri Stati italiani, esclusi il Papa e l’imperatore, contro il re di Francia, il Delfino e il Duca di Savoia. Orig. membr. 86 x 54,5; trac. sig. ader. Francesco I Sforza, Duca di Milano, a norma del trattato di alleanza di cui al n. 859, nomina suoi aderenti Luigi III, Marchese di Mantova, Sigismondo Pandolfo Malatesta, Federico III di Montefeltro, Conte di Urbino, Alessandro Sforza, Signore di Pesaro, Giovanni Filippo Fieschi, Conte di Lavagna, etc. per comunicazione al Comune di Genova. Orig. membr. 38x51; trac. sig. ader.; annot. dors, data e ogg. 1452, gen. 3 A norma ed agli effetti del trattato di cui al n. 859, l’UfRcio P4511 st fiori Bapia dej çonlune di Firenze nomina suoi aderenti i Mar- 1451, die. 30 [1452 st. nat.l B. 12/68 - 155 - 862 - 863 - 864 - 865 - 866 - 867 - 868 - 1452, gen. 21 B. 12/70 chesi di Ferrara e di Mantova, i Comuni di Siena, Bologna, Lucca, Perugia, Ancona, etc. Orig. membr. 54x38; trac, due sig. ader.; annot. dors data ed ogg. Il Comune di Genova, in esecuzione del trattato di cui al n. 859 nomina suoi aderenti, oltre tutte le terre e città da esso possedute tanto di qua che di là dal mare, anche quelle possedute dai Campofregoso, dai Fieschi, dai Doria, dagli Spinola, dai Grimaldi, dai Marchesi Malaspina, Del Carretto, etc. Min. in un fog. cart. conten. pure il doc. n. 863. 22 ^ Comune di Genova chiede a quello di Firenze conferma dell accettazione di quanto al n. 862. Min. nel fog. di cui al n. 862. 1452, feb. 3-5 Escussione di testimoni genovesi in Tunisi, a richiesta di B. 12/72 i ... . 6 . ,, , quei re, in relazione ai capi d accusa contenuti nel memoriale di cui al n. 865. Orig. ital. in un fog. cart. parzialm. forato. Othman, re di Tunisi, si lagna delle frodi commesse da parte di alcuni genovesi in violazione della pace stipulata col Comune di Genova, spiegate nel memoriale annesso alla presente lettera, che egli a mezzo del suo ambasciatore invia al governo di Genova, accompagnata dal dono di due cavalli e di un dromedario, e chiede una risposta. Orig. cart. arabo. Parafrasi ital. Orig. cart. Amari, pp. 617-23 e App. V. b4?18 B/b4714 Giovanni ^ ^ Carretto, Marchese del Finale, ratifica quanto promesso a suo nome dal Comune di Genova nell’alleanza da questo stipulata nel preced. novemb. col Duca di Milano e col Comune di Firenze. Orig. membr. 29 x 19; annot. dors, data ed ogg. 29 ^ procuratore di Galeotto di Campofregoso ratifica l’adesione del suo rappresentato al trattato di alleanza stipulato il 4 novem. 1451 (v. n. 859) tra il Duca di Milano, il Comune di Genova e quello di Firenze. Orig. cart. 1452, feb. 5 B. 12/73 B.. 18 D B45^/™8 25 ^ n°b^' Giacomo, Matteo, Giovanni, Daniele, Benedetto e Gregorio Fieschi come Signori di Savignone ratificano il trattato di alleanza di cui al n. 859. Orig. cart. - 156 - 869 - 1452, nov. 25 B. 12/76 870 - [1452?] B. 12/77 871 - [1452?] B. 12/78 Francesco I Sforza, Duca di Milano, nomina un procuratore per chiedere al Comune di Genova un prestito in denaro per sopperire alle spese del suo esercito. Orig. membr. 30x51; trac. sig. ader. Considerazioni giuridiche relative ad una eventuale modifica del trattato di alleanza di cui al n. 859. Infor, cart. Relazione anonima in cui sono esposti i motivi per i quali il Comune di Genova, rispettando il trattato di cui al n. 859, non può accettare la proposta del Duca di Milano. Infor. cart. 872 [1452] B. 12/79 Il Duca di Milano dichiara che, nonostante la lega contratta col re di Francia e col Comune di Firenze, difenderà il Comune di Genova da ogni offesa del re di Francia, in conformità del trattato di cui al n. 859, che ratifica e conferma. Schema infor. cart. Parere di Giovanni Giustiniani sulle pacifiche intenzioni della Signoria di Firenze. Infor, cart. in volgare. Alcuni articoli della pace stipulata tra il Duca di Milano e la Signoria di Venezia che si rimettono reciproc. le offese ed i danni ricevuti. E str. infor. cart. sincrono in ital. alleg. al n. 875. Francesco I Sforza, Duca di Milano, manda al Comune di Genova il nobile Giovanni della Guardia per notificargli la pace da esso conclusa con i Veneziani. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 876 - 1454, mag. 14 II Comune di Genova ratifica la pace stipulata tra il Duca B. 12/83 jj filano e la Signoria di Venezia, ma dichiara che non deporrà le armi contro il re di Aragona ed i suoi sudditi se non otterrà da questi il risarcimento dei danni ricevuti, specialmente con la cattura della nave Squarciafico e con l’occupazione del castello genovese in Sardegna. Min. cart. in volgare. Due infor. cart. 873 - [1452?] B. 12/80 374 - [1454] B. 12/81 875 - 1454, apr. 10 B. 12/82 877 - 1454, ag. 12 B. 12/84 La città di Ancona ratifica l’accordo stipulato dal suo ambasciatore con quelli della città di Genova dopo la cattura di una nave anconitana da parte di Giov. Longo Giustiniani genovese. Orig. membr. 46*29,5; frac. sig. ader.; annot. dors. ogg. e presentai, di essa ratifica da parte deU'ambasc. di Ancona al Governo Genovese in data 30 agos. - 157 - 878 - 879 - 880 - 881 - 882 - 883 - 884 - 1454, sett. 28 I commissari del Comune di Ancona e degli anconitani dan-B 12/8 ^ neggiati dalla cattura della nave di cui al n. 877, cedono al Comune di Genova ogni diritto ed azione loro spettanti contro il genovese Giov. Giustiniani, autore della cattura di cui sopra, avendo ricevuto, formale promessa di risarcimento. Orig. membr. 56,5 x 17; trac. sig. ader.; annot. dors, data e ogg. B412/86 Artic. di una alleanza contratta per 25 anni dalla Repubb. di Venezia, dal Duca di Milano e dal Com. di Firenze per la difesa dei loro stati in Italia contro gli eventuali provocatori, con cui fissano il contingente militare da tenere in efficienza in tempo di pace ed in tempo di guerra, etc., lasciando onorato posto in questa alleanza al papa, al re di Aragona, al Comune di Genova, al Duca di Modena e Reggio. Infor, cart. 1455. mag. 31 II Comune di Ancona ratifica il secondo accordo stipulato B. 12/87 jue suoj pr0curaj;0rj con sei deputati genovesi il 12 magg. prec. per la preda della nave anconitana di cui ai nn. 877 e 878. Orig. membr. 53x19; sig. ader. 1455, lugi. il Alfonso V. re d’Aragona, di Sicilia, Napoli, Sardegna, Cor- sica, etc. ratifica l’inserita tregua firmata a Roma ìli giug-in presenza del Papa Callisto III, tra il suo procuratore e quello del Comune di Genova, che resta obbligato ad offrire ogni anno al predetto re, finché vivrà e finché durerà la tregua, la solita coppa d’oro. Orig. membr. 69x81; 4 fori; trac. sig. pend.; annot. dors, data e pubblicai. g45^ 27 Quattro arbitri eletti dalle parti emettono una sentenza relativa ai diritti ed agli obblighi dei due Comuni di Casti-glioncello e di Tivegna sul territorio compreso entro i confini qui stabiliti. Min. cart. parzial. guasla ed illegg. g45^/gPr- 7 II Com. di Genova chiede aiuti al re d’Inghilterra contro i Turchi che minacciano le isole di Scio, Lesbo, etc. Cop. infor. cart. sec. XVII. 1456, ag. io Alfonso V, re d’Aragona, di Napoli, Sicilia, etc. dichiara B. 12/90 guerra ai Genovesi, accusandoli di tradimento, perchè durante la tregua hanno occupato con la violenza le terre che egli possedeva in Corsica, ed hanno fornito armi e viveri ai Maomettani. Cop. infor. e trad. ital. sec. XV1JI in un quader. cari. - 158 - 885 - 886 - 887 - 888 - 889 - 890 - 1457, mag. 20 Francesco I Sforza, duca di Milano, accoglie Antonio del B 18 B/49 Carretto dei Marchesi di Savona nel numero dei suoi fami-gliari e domestici. Orig. membr. 25x31; sig. ader. B^n/f11 25 ^ar^° VH’ re di Francia e Signore di Genova, ratifica gli inseriti articoli concordati il 7 febbr. prec. da suo nipote Giovanni II, duca di Calabria e di Lorena, governatore e luogotenente generale dello stato genovese, con il procuratore di Pietro Campofregoso, doge, in occasione della cessione di Genova alla Francia. Orig. membr. 104x63, forato, lacerato e priv. del sig. pend, annot. dors, della data e dei nomi di alcuni consiglieri del re di Francia. 1458, giù. Carlo VII, re di Francia e Signore di Genova, ratifica gl’in- seriti articoli concordati il 25 giug. tra i suoi commissari e gli ambasciatori del Comune di Genova con cui questi consegnano lo stato genovese alla Francia. Orig. membr. 124x54 forato là dov’era il sig. pend.; annot. dors, dei nomi di alcuni consiglieri del re di Frane. Cop. infor. sec. XVII in un quader. cart. 1458, ag. 6 Filippo III, Duca di Borgogna, di Lorena, di Brabante, etc., concede al suo Luogotenente Valerano, Signore di Waurin, ed a Giacomo de Ville, l’uno armatore e l’altro capitano di una galeotta in servizio contro i Turchi, offesi e derubati dai genovesi di Pera e di Caffa, lettera di rappresaglia contro i Genovesi per la somma di 2400 scudi d’oro al primo, e di 6000 ducati d’oro ad entrambi, oltre le spese, danni ed interessi. Cop. autent. in frane, del 21 genn. 1468 su perg. 73 x 57. Vigna VI, pp. 840-8. 1458, die. 16 Leonardo Reuthamer, mercante di Norimberga, procuratore B- 13/4 di Elisabetta Tilmann, nomina il suo sostituto per raggiungere un accordo col Comune di Genova sui beni lasciati in Pera dopo la morte di Giovanni Tilmann, figlio unico e legittimo della predetta Elisabetta e sui danni, interessi e spese di giudizio. Orig. membr. 35 x 34; annot. dors, dell’ogg. 1459, dic. 1 Elena fu Luca, ungherese, già nutrice della fu Valentina B. 18 B/50 fu Palamede Gattilusio, già moglie di Giorgio del Carretto, Marchese di Savona, costituisce suo procuratore il nobile Daniele di Chiaromonte di Zuccarello per recuperare ed amministrare cinque luoghi ad essa Elena legati dalla predetta fu Valentina nelle Compere di San Giorgio di Genova con testamento del 20 luglio 1458. Framm. membr. 22x31,5. - 159 - 891 - 1461. ott. 20 Istruzioni date dal Doge Lodovico Campofregoso e dal Consiglio degli Anziani di Genova a Gottardo Stella designato ambasciatore presso il Duca di Milano. Cop. cart. coeva di Cancelleria. 892 - 1462, giù. B. 13/5 Valerano, Signore di Waurin, Cancelliere, Consigliere e Ciambellano del Duca di Borgogna e di Brabante, consegna ad alcuni mercanti genovesi residenti in Bruges, le lettere di rappresaglia ottenute dal Duca di Borgogna per la cattura di due navi fatta dai Genovesi di Pera e di Caffa (vedi n. 888) come annullate. Cop. autent. in frane, del 21 genn. 1468 su perg. parzial. lacunosa 64 x48. Vigna VII, pp. 151-8. 893 - 1465, mar. 15 N. tre art. aggiunti alla pace stipulata per 30 anni col re B. 12/18 'Tubisi da Antonio Grimaldi, ambasciatore del Duca di Milano, per la protezione dei Genovesi e delle loro merci. Infor, nel quad. di cui al n. 788. 894 - 1465, mag. 22 II Comune di Genova scrive al Duca di Milano, suo Signore, B' per ottenere, nella tregua stipulata col re di Aragona, reci- procità di trattamento in fatto di imposte e la restituzione della loggia genovese in Palermo, indebitamente occupata dai mercanti di Barcellona. Min. cart. 895 - 1465, nov. 17 II Governatore di Genova scrive al Duca di Milano per la B' 13,/8 stipulanda pace col re d’Aragona. Min cart. in volg. 896 - 1466, apr. 12 Bianca Maria Visconti, Duchessa di Milano, e Galeazzo B' 13,/!) Maria Sforza, suo figlio, Signori di Genova, confermano a questa città le concessioni fatte dal loro defunto rispettivo marito e padre il 31 maggio 1464. Orig. membr. 29 x 46; sig. ader. 897 - 1466, ag. 9 Giovanni II, re di Aragona, di Navarra, di Sicilia, etc. e B. 13/10 Giovanni Antonio di Figino, procuratore di Bianca Maria Visconti, Duchessa di Milano, e di Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signori di Genova, revocati i precedenti patti stipulati da Francesco I Sforza e special, quello del- 111 dicem. 1464, confermano gl’inseriti art. della tregua fra i sudditi del detto re ed i Genovesi che godranno reciprocità di trattamento in fatto di imposte gli uni nel territorio degli altri. Cop. infor. cart. sec. XV. - 160 - 898 - 899 - 900 - 901 - 902 - 903 - B46i3’/lf' 21 Quattro genovesi deputati dal vicegovernatore ducale in Genova e dal Comune stesso, e due ambasciatori di Renato, re di Sicilia e Conte di Provenza, costituiscono un magistrato per giudicare e sentenziare sulle rappresaglie fra Genovesi e Provenzali, sui danni vicendevolmente arrecati dagli uni agli altri, istituiscono una nuova imposta sulle merci trasportate da Genova o dalle due riviere in Provenza o da questa esportate via mare per qualunque destinazione, per pagare i provenzali e i genovesi che in conseguenza delle dette rappresaglie o dei detti danni risultano creditori, etc. Min. in un quader. cart. 23 ^ Vicegovernatore ducale ed il Consiglio degli Anziani di Genova confermano ai Tedeschi i privilegi e le convenzioni concessi preced. per l’esercizio del commercio nel territorio genovese e rispondono alle singole richieste contenute negli art. da essi proposti ed ivi inseriti. Cop. infor. sec. XVII nel fog. cart. conten. pure il doc. n. 900. B^n/p" 12 ^'Ufficio della Moneta approva, ma senza effetto retroattivo, l’art. 12 contenuto nel doc. n. 899 relativo alla esenzione decennale da pubbliche gravezze concessa ai Tedeschi mariti di donne genovesi in Genova. Cop. infor. sec. XVII nel fog. cart. di cui al n. 899. fì4 n' iT^ 31 ^enat0 d’Angiò, re di Gerusalemme, delle Sicilie, di Aragona, etc., nomina il suo procuratore per pacificare i suoi sudditi di Barcellona coi Genovesi e chiedere a questi la nave catturata nelle isole di Marsiglia. Orig. membr. 35 x46; framm. del sig. di cera pend. 7 Amedeo IX) Duca di Savoia, e Francesco de Franceschi a nome del Comune di Genova, revocano le rappresaglie ri-spettiv. concesse ai propri sudditi contro quelli dell’altro in modo che essi possano ripristinare i vecchi rapporti di amicizia. Orig. membr. 37 x 56, forato là dov’era il sig. pend.; annot. dors. delVogg. 1469, ag. 25 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, ratifica gli art. delHnserita tregua firmata dal suo luogotenente e governatore in Genova e dal Consiglio degli Anziani nei confronti di Giovanni II, re d’Aragona, di Navarra, Sicilia, etc. il 12 prec. Orig. membr. 46 x 71,5; trac. sig. ader. - 161 - 12. 904 - 905 - 906 - 907 - 908 - 909 - 910 - 911 - 1469, ott. 5 Giovanni II, re d’Aragona, di Navarra, Sicilia, etc., ratifica B' 13/17 il contenuto dell’atto di cui al n. 903 qui inserito. Orig. membr. 47,5x61,5; trac. sig. pend. 1469, ott- 16 Cristoforo Moro, doge di Venezia, ordina ai suoi ufficiali, B. 13/18 comandanti delle sue navi, etc. di trattare amichevolmente e non offendere Genovesi che capiteranno nel suo territorio. Orig. membr. 28 x 36; trac. sig. pend. 1471, giù. 20 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Ge-B. 18 B/5_ n0va, affida al dottor Antonio Cacherano, milanese, ed a Giovanni marchese Pallavicino de Scipioni, Vicegovernatore di Genova, la decisione delle cause di appello tra il Comune di Genova e quello di Savona e tra questo e 1 ufficio di San Giorgio di Genova. Orig. membr. 31 x 49; trac. sig. ader. 1471, ag 21 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, conferma gli art. concordati dal Comune di Genova col fu Conte Gaspare di Vimercate, Luogotenente del fu Duca Francesco I Sforza e Governatore di Genova, ratificati il 31 maggio ed il 7 giug. 1464 dai suoi genitori e da lui stesso confermati il 12 apr. 1466. Orig. membr. 32 x 54,5; sig. ader. 1472, giù. 3 Le tre sorelle ed eredi testamentarie di Francesco di Cari-B. 18 B 53 gnano, morto in Oriente, costituiscono loro procuratore Pietro Cabella, genovese, fedecommissario ed esecutore testamentario per conseguire l’eredità del suddetto fratello. Orig. membr. 53 x 34; trac. sig. ader. 1472, .15 ji Comune di Genova promette un prestito gratuito di 20 B- 13/20 mila ducati d’oro ad Antonio di Marliano, procuratore di Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, il quale, con le garanzie ivi espresse, s’impegna a restituirli entro un anno dalla effettiva consegna. Framm. membr. 37 x 45; guasto e lacunoso. 1473, mar. 14 Ferdinando I, re di Sicilia, conferma ai Genovesi nel suo regno le concessioni, immunità, esenzioni, privilegi, etc. ottenuti o confermati dal re Alfonso suo padre. Orig. membr. 38 x 58; trac. sig. pend. 1473, mar. 14 Ferdinando I, re di Sicilia, concede pieno salvocondotto ai B. 13/22 Genovesi ed alle loro merci nel suo regno. Orig. membr. 45 x 56; trac. sig. pend. - 162 - 912 - 913 - 914 - 915 - 916 - 917 - 918 - B47?’3/238 23 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, nomina Guido Visconti, suo vicegovernatore in Genova e Giovanni Pietro Panigarola, suo segretario, suoi procuratori per chiedere al Comune di Genova un prestito di ventidue-mila ducati d’oro da restituire entro un anno, per provvedere aH’armamento di alcune triremi. Orig. membr. 28 x 39,5; sig. ader. H74, giù. 8 II Comune di Genova promette ai 2 procuratori del Duca di Milano, di cui al n. 912 con le garanzie da essi date, un prestito per l’armamento di alcune triremi, di diecimila ducati che saranno restituiti entro un anno con le spese e l’interesse. Min. cart. mutila all'inizio. 1474, lug. 1 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, B. 13/25 conferma le garanzie date dai suoi procuratori per il prestito di diecimila ducati concesso dall’Ufficio di San Giorgio di Genova, per l’armamento di 20 triremi. Orig. membr. 30 x 42,5; sig. ader. 1474, lug. 5 Antonio di Landriano, tesoriere generale del Duca di Mi-B ,3/26 lano, promette di tenere indenne il Comune di Genova del prestito di diecimila ducati promesso l’8 giug. prec. al predetto Duca e di pagarli se non saranno restituiti entro un anno. Orig. membr. 46 x 37; sig. ader. annot. dors, data ed ogg. 1474, seti. 20 II Vicegovernatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova B. 18 B/54 fìSSano in lire 200 lo stipendio annuo di un maestro che istruisca la gioventù e la sottragga all’ozio. Cop. infor. sec. XV in un fogl. cart. conten. pure gli atti di cui ai nn. 920, 922, 923. 1474, nov. 8 Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano e Signore di Ge-B. 13/27 nova, conferma l’obbligazione contratta dai suoi procuratori verso il Comune di Genova per la restituzione di mille-cinquecento ducati promessi in prestito il 14 ott. prec. per l’armamento di venti triremi. Orig. cart.; sig. ader. 1474, nov. 12 Antonio di Landriano, tesoriere generale del Duca di Mi-B 13 28 lano, promette di tenere indenne il Comune di Genova dal prestito di ducati millecinquecento d’oro, promesso il 14 ottobre al predetto Duca e di pagarli se non saranno restituiti entro un anno. Orig. membr. 54 x 22; annot. dors, data e ogg. — 163 - 919 - 1475, gen. 27 L’Ufficio di San Giorgio promette al Comune di Genova B. 18 B/55 annuiiare alcune imposte nei termini e colle condizioni ivi enunciate. Min. in un quader. cart. guasta dall’umidità ed illegg. 920 - M76^rnag.^20 Vicegovernatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova confermano il decreto di cui al n. 916. Min. nel fogl. di cui al n. 916. 921 - 1476, giù. 17 Luigi XI, re di Francia, concede pieno salvacondotto ai Ge- B' 13/-9 novesi nel suo regno, a condizione che uguale trattamento sia fatto ai suoi sudditi nello stato genovese. Orig. membr. in frane. 37 x 40; trac. sig. pend. 922 - 1476, lug. 15 L’Ufficio della Moneta di Genova approva il nominativo di B. 18 B/54 Giorgio Valle quale maestro della gioventù genovese. Min. nel fogl. di cui al n. 916. 923 - 1476, lug. 16 Vicegovernatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova B. 18 B/54 nominano Giorgio Valle maestro della gioventù collo stipendio annuo di lire duecento. Min. nel fogl. di cui al n. 916. 924 - [1476] sett. 24 H Viceré di Sicilia conferma ai Genovesi il privilegio del B- 15/91 loro foro. Copia infor. sec. XVI nel quad. cart. di cui al n. 1191. 925 - 1477, gen. 28 H Comune di Genova, a mezzo di quattro suoi ambasciatori, B. 13/31 giura fedeltà nelle mani di Bona di Savoia, madre e tutrice di Gian Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, successo al padre Galeazzo Maria. Orig. membr. 55x41. 926 - 1477, gen. 31 Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza, Duchi di Milano, Si- gnori di Genova, confermano le convenzioni stipulate da questo Comune con i loro predecessori. Orig. membr. 41x51; trac. sig. ader. 927 - 1477, mar. 27 Sigismondo Luna, Maestro Segreto del regno di Sicilia, co- B' 13/33 munica al Vice Segreto di Agrigento quali diritti devono pagare i Genovesi nel regno di Sicilia per l’importazione, la vendita e l’esportazione di merci in virtù dei privilegi ottenuti dai re e principi di Sicilia. Cop. autent. cart. in ital. del 16 gennaio 1562; Cop. autent. cart. in ital. del 10 dicem. 1565; sig. ader. terg. - 164 - 928 - 929 - 930 - 931 - 932 - 933 - 934 - B47i’3/34r’ 1 ^ Comune di Genova s’impegna a difendere per un anno con tre galee il litorale romano dai pirati; Giuliano della Rovere, a nome del papa Sisto IV, a pagare per il tempo in cui durerà questa difesa, trecento ducati d’oro e ducento quaranta cantari di biscotto al mese. Orig. cart. mancante della sottoscrizione dell’ambasciatore genovese. b4713/35S 8 Bona 6 ^ian Galeazzo Maria Sforza, Duchi di Milano, assolvono i Genovesi della città e della riviera da ogni reato commesso contro di loro durante la rivoluzione con la quale si erano sottratti al loro dominio, da quelli perpetrati dal giorno della morte del Duca Galeazzo Maria Sforza ad oggi, da ogni pena corporale e pecuniaria con le eccezioni e riserve ivi indicate. Orig. membr. 32 x 55,5; sig. ader. B47i3/36g 9 ^ Comune di Genova, a mezzo di dodici suoi ambasciatori, rinnova il giuramento di fedeltà a Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza, Duchi di Milano, sotto la cui signoria è tornato dopo la rivoluzione. Orig. in ital. su perg. 40x41.5. 1477, mag. 22 Papa Sisto IV esorta l’Ulficio di San Giorgio di Genova ad B 18 B/59 o assegnare a Lodovico Podocataro alcuni luoghi coi relativi proventi. Orig. membr. 14,5 x 38,5; indirizzo e sig. ader. terg. 1477, die. 22 II Procuratore della Religione di S. Giovanni Gerosolimi-B 18 B/60 tano mette al suo posto cinque sostituti per ottenere dal Comune di Genova il pagamento di danni ricevuti da alcuni genovesi che hanno saccheggiato una nave del priore di Saint Gilles. Orig. membr. 33 x 54. « 1478, feb. 4 Ferdinando I, re di Sicilia, e Giov. Francesco Spinola, pro-B 14/! curatore del Comune di Genova, stipulano una convenzione per difendere dai pirati, con uguale numero di triremi, il mare da Marsiglia alla Sicilia finché durerà la tregua firmata tra il re d’Aragona ed i Genovesi. Orig. membr. 63 x 80; trac. sig. pend. 1478, mar. 30 II Priore di Saint Gilles dell’Ordine di S. Giovanni Geroso-B 18 B/61 limitano nomina un procuratore per consegnare al Comune di Genova una lettera del re di Francia a favore della Religione suddetta, e riceverne risposta per l’oggetto di cui al n. 932. Orig. membr. 32 x 37,5. - 165 - 936 1478, ag. 14 B. 14/2 935 - 1478, apr. 15 Verbale della consegna della lettera di cui al n. 934, e della B. 18 B/62 risposta data dal Comune di Genova ivi inserite. Orig. membr. 58 x 39. Il Comune di Genova ratifica l’inserito trattato, firmato dal suo ambasciatore col Duca di Savoia il 26 giugno precedente, con cui è stato stabilito che a Luciano Lercaro, genovese, al quale aveva concesso rappresaglie contro i sudditi del Duca di Savoia, perchè derubato di alcune merci in Lombriasco, siano pagate lire seimila di genovini coi proventi dei Luoghi delle Compere di S. Giorgio dei predetti sudditi esistenti in Genova, nonché l’inserito contratto del 25 luglio col quale lo stesso ambasciatore ha promesso a Rolando di Bruno di Avigliana, per le meroi sottrattegli dal predetto Luciano Lercaro, il pagamento di novecento ducati d’oro. Cop. infor. sec. XV, in un quader. cart. 937 - 1478, nov. 29 Articoli di perpetua alleanza stipulata dal papa Sisto IV, dal re di Sicilia, Ferdinando I, e dalla Repubblica di Genova a mezzo dei rispettivi rappresentanti, per la reciproca difesa dei loro stati in Italia. Orig. membr. 70 x 50, guasto dall'umid. nella parte super., contenen. pure il doc. 7i. 938. Min. in un quader. cart. conten. pure il n. 938. Cop. infor. sec. XVII, in un quader. cart. conten. pure i nn. 938, 940, 941. 938 - 1478, nov. 30 Battista Campofregoso, doge di Genova, ratifica gli articoli 14//3 dell’alleanza di cui al n. 937. Orig. nella perg. di cui al n. 937. Min. e cop. infor. sec. XVII, nei quader cart. di cui al n. 937. 939 - 1478, die. 19 Ferdinando I, re di Sicilia, ratifica gli articoli della lega B. 14/5 v • i 007 di cui al n. 937. Orig. membr. 41x68; trac. sig. pend. 940 - 1479, gen- 16 Comune di Genova rende pubblica l’alleanza di cui al B. 14/3 e 6 n 937 da esso stretta con il papa Sisto IV. e col re di Sicilia per la reciproca difesa dei loro stati in Italia, e per ringraziare di ciò il Signore ordina solenne processione per tre giorni consecutivi. Min. cart. in ital.; Cop. infor. sec. XVIII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 937. 941 - 1479, gen. 26 II Comune di Genova accetta, senza pregiudizio pei suoi di- fi- 14/3 e 7 ritti, la nomina degli aderenti alla lega di cui al n. 937, comunicatagli dal re di Sicilia e nomina a sua volta i suoi collegati. Min. cart.; Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 937. - 166 - 942 - [1479-83] B. 14/8 943 e 944 - [1480] B. 14/9 e 10 945 - 1480, mar. 3 B. 14/11 946 - 1480, mar. 13 B. 14/12 947 - 1480, apr. 12 B. 14/13 948 - 1480, apr. 12 B. 14/14 949 1480, apr. 13 B. 18 B/63 950 - 1480, giù. 4 B. 14/15 Aly, re dei Mori, e Pietro Fieschi, ambasciatore del Comune di Genova, stipulano un trattato di pace e di amicizia dal quale saranno regolati il soggiorno ed il commercio dei Genovesi nel regno di Granata, nonché i rapporti fra essi ed i Mori anche in territorio genovese. Infor, in un quader. cart. Istruzione del doge di Genova al suo ambasciatore presso il re d’Aragona e lettera del medesimo al Pontefice in cui espone le sue condizioni per fare col suddetto re pace e poscia alleanza e guerra contro il Turco. Min. in ital. su otto fogl. cart. Articoli della tregua firmata per un anno tra il Comune di Genova e Ferdinando II. e Isabella, re di Castiglia, di Aragona e di Sicilia. Cop. infor. sec. XVI in un quader. cart. Papa Sisto IV, a mezzo del suo procuratore, e Ferdinando I, re di Sicilia, a norma della pace e lega poco prima stipulate, nominano come loro collegati il Comune e l’Arcive-scovo di Genova, i Campofregoso, i Fieschi. Orig. membr. 56 x 69; trac. sig. pend. Il Comune di Genova partecipa a Ferdinando II. ed Isabella, re e regina di Castiglia, Leon, Aragona e Sicilia, la ratifica e l’avvenuta pubblicazione della tregua di cui al n. 945 richiedendone la piena osservanza. Min. cart. Il Comune di Genova partecipa al regio governatore in Barcellona e nel Principato di Catalogna, la ratifica e l’awenuta pubblicazione della tregua firmata col re e la regina di Castiglia, Leon, Aragona e Sicilia, richiedendone la piena osservanza. Min. cart. Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza, Duchi di Milano, Signori di Genova, scrivono a Giovanni Bentivoglio, ambasciatore del re Ferdinando per la cessazione delle ostilità tra il Comune di Genova e il Marchese del Finale, la Contessa di Tenda, Girolamo Spinola, capitano della Pieve di Teco. Cop. infor. cart. ital. sec. XV. Margherita e Giov. Antonio, conti di Tenda, comunicano a Simonetto di Belprato, loro ambasciatore in Genova, di non voler consegnare al suddetto Comune Aurigo, Lusignasco - 167 — 951 - 952 - 953 - 954 - 955 - 956 - 957 - 958 - ed altri luoghi richiesti, perchè appartenenti ai Conti di Ventimiglia, nè Pietrino di Briga, perchè prigioniero di guerra, non genovese, il cui fratello aveva fatto uccidere con veleno il rispettivo marito e padre dei suddetti Conti. Cop. infor. cart. in ital. sec. XVI. 1480, giù. 15-19 B. 18 B/64 Istruzioni del Comune di Genova a Francesco Vernazza inviato a Milano per l’oggetto di cui al 949. Min. cart. ital. 1480. giù. 19 Aggiunta alle istruzioni di cui al n. 951. B. 18 B/65 Min. cart. ital. 1480, giù. 21 B. 14/16 1480, giù. 21 B. 14/17 Il Comune di Genova fa sapere a S.S. di accettare la nomina di collegato nella lega stipulata tra il papa ed il re di Sicilia il 13 marzo 1480, senza pregiudizio dei suoi diritti sui luoghi illecitamente occupati da terzi. Min. cart. Il Comune di Genova fa sapere a Ferdinando I., re di Sicilia, di accettare la nomina di collegato dal medesimo fatta nel trattato di alleanza stipulato con il papa il 13 marzo 1480, senza pregiudizio dei suoi diritti sui luoghi illecitamente occupati da terzi Min. cart. [1480] B. 18 B/66 Parere di Antonio Gazo, ambasciatore e segretario del re Ferdinando, dato a Milano, per l’oggetto di cui al n. 949. Infor, ital. in un quader. cart. 1481, gen. 29 feb. 2 B. 14/18 Francesco Marchese, ambasciatore genovese presso il Duca di Milano, scrive al doge di Genova perorando la causa di Napoleone Spinola, la cui casa in Genova è stata distrutta dai soldati, e per altri oggetti. Orig. cart.; sig. ader. a ter. TI481, genn.] B. 14/19 Condizioni poste dall’ambasciatore genovese ai Consiglieri del Duca di Milano per l’alleanza tra le due parti. Infor, cart. 1481, feb. 2 B. 14/20 Schema di trattato dato da Gian Galeazzo M. Sforza, Duca di Milano, a Frane. Marchese, ambasciatore del Comune di Genova per una alleanza tra le due parti, con aggiunte ed osservazioni fatte dal suddetto Comune. Due infor. cart. in ital. - 168 - 959 - [1481, feb.] Aggiunte agli articoli del trattato di cui al n. 958 fatte dai B. 14/21 00 ° Consiglieri del Duca di Milano. Infor, cart. 960 - [1481, feb ] Repliche dell’ambasciatore genovese agli articoli di cui al ' 14/22 n. 958. Infor, cart. * 961 - [1481, feb. 3] L’ambasciatore genovese presso il Duca di Milano riferisce p 1A /Oì ^ ' al Doge di Genova il corso delle trattative da lui svolte dal 30 genn. al 3 febbr. per giungere alla stipulazione dell'alleanza fra le due parti, e chiede ulteriori istruzioni. Orig. cart.; trac. sig. ader. a ter. 962 - [1481, feb.] Il Comune di Genova scrive al suo ambasciatore presso B. 14/24 jj Duca ^ Milano per la conclusione del trattato di alleanza di cui al n. prec. Min. cart. in ital. 963 - [1481, feb.] Aggiunte del Comune di Genova agli articoli del trattato B. 14/25 alleanza di cui al n. 958. Infor, cart. 964 - 1481, mar. 4 Gian Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, fa un’alleanza B. 14/^6 di quatto anni col Comune di Genova, rappresentato dal suo procuratore, senza pregiudizio dei suoi diritti su Genova, Savona e la Corsica, sulle cose occupate dai Fieschi e dai Campofregoso, etc. Orig. membr. in ital., forato nella parte infer., 68 x 52. 965 - mar. 6^ j] £)uca Milano a norma della lega stipulata il 4 marzo “col Comune di Genova, partecipa a questo la nomina dei suoi aderenti, fra i quali: i Marchesi del Finale, i Conti di Tenda, i Conti di Pollenzo, i Marchesi di Villafranca, del Carretto, i Doria, gli Spinola, i Grimaldi. Orig. cart. parzialm. guasto dall’umid.; sig. ader. a tergo; Cop. infor. sec. XVII nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. 966 - 1481, mar. io R Comune di Genova ratifica il trattato di alleanza di cui B. 14/28 aj n ivi inserito. Min. in un quader. cart.; Cop. infor. sec. XVII, in un quader. cart. conten. pure gli atti di cui ai nn. 965, 967, 969, 970, 971, 972. 967 - 1481, mar. 13 j] j)uca clj Milano partecipa al Comune di Genova la no- mina di altri suoi aderenti all’alleanza di cui al n. 964. Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. - 169 - 968 - 969 - 970 - 971 - 972 - 973 - 974 - 975 - 1481, mar. 24 B. 14/30 1481, mar. 26 B. 14/28 1481, mar. 26 B. 14/28 1481, mar. 30 B. 14/28 1481, mar. 31 B. 14/28 [1482?J mar. B. 14/35 1482, giù. 20 B. 14/36 1482, ag. 2 B. 14/37 Due Legati, a nome del papa Sisto IV., per combattere il Turco assumono per sei mesi come patroni 16 genovesi, ivi nominati, ai quali per la condotta di un certo numero di triremi, che saranno loro consegnate, daranno ogni mese per ogni nave ducati 580 d’oro oltre il panaggio. Min. cart. Schema infor. cart. del contratto. Il Duca di Milano ripete al Comune di Genova la nomina di Gerolamo Spinola quale suo aderente all alleanza di cui al n. 964 per la località di Lavina. Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. Il Comune di Genova partecipa al Duca di Milano la nomina dei suoi aderenti all’alleanza di cui al n. 964. Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. Il Duca di Milano accusa ricevuta al Comune di Genova della nomina dei suoi aderenti, della ratifica dell’alleanza di cui al n. 964, nomina come suo aderente anche Bartolomeo Doria, Signore di Dolceacqua. Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. Il Comune di Genova fa sapere al Duca di Milano di non poter accettare come aderente Girolamo Spinola per la località di Lavina, sulla quale questi non ha alcun diritto, accetta Bartolomeo Doria. Cop. infor. sec. XVII, nel 2° quader. cart. di cui al n. 966. Articoli dell’alleanza fatta per 25 anni fra papa Sisto IV, Ferdinando I, re di Sicilia, Bona e Gian Galeazzo M. Sforza, Duchi di Milano, la Repubblica di Firenze, il Comune di Siena, per la difesa dei loro domimi e per la pace d’Italia, nella quale alleanza potranno entrare pure la Repubblica di Venezia ed Ercole I d’Este, Duca di Ferrara, ed in cui si considerano inclusi Federico III, Duca di Urbino, ed altri. Infor, in un quader. cart. Il Comune di Genova cede il castello di Calvi ai protettori delle Compere di S. Giorgio, ai quali ha precedent. pagato lire 1250 perchè accettassero la detta cessione. Min. cart. mutila nella prima parte. Il Comune di Genova ratifica gl’inseriti articoli della lega stipulata per sette anni dai suoi procuratori col papa Sisto IV e la Signoria di Venezia per la difesa reciproca dei loro Stati in Italia, il 16 luglio preced. Min. in un quader. cart. conten. pure i doc. nn. 976, 977, 978, 979. - 170 - 976 - H 4821 ag. 20 Papa Sisto IV approva l’alleanza di cui al n. 975. Cop. infor. cart. sec. XV, legata al quader. di cui al n. 975. 977 - 1482 sett. 2 j] Comune di Genova, a norma dell’alleanza di cui al n. 975, B. 14/37 . 11 nomma 1 suoi collegati. Min. cart. nel quader. di cui al n. 975. 978 ' *482’ ,s,e*t- 19 II Comune di Genova incarica il suo segretario di conse- d. 14/37 . . . gnare al Papa 1 allegata lettera con cui gli partecipa i nomi di coloro che hanno accettato di essere suoi aderenti nella lega di cui al n. 975. Min. cart. nel quader. di cui al n. 975. 979 - H82^ou. 27 papa Sisto IV accusa ricevuta al Comune di Genova della ratifica e della nomina degli aderenti di cui ai nn. prec. Orig. membr. 33x9 legato al quader. di cui al n. 975; trac. sig. ader. a tergo. 980 - H82^dic. 12 Articoli della pace perpetua e della lega contratta per ven- ticinque anni tra papa Sisto IV, Ferdinando I, re di Sicilia, Gian Galeazzo M. Sforza, Duca di Milano, la Repubblica di Firenze ed Ercole I d’Este, Duca di Ferrara, per la difesa dei loro Stati ed il recupero delle terre di quest’ultimo occupate da Venezia, nella quale alleanza essi lasciano posto per la Signoria di Venezia ed il Comune di Siena, e nominano il Comune di Genova come loro collegato. Infor, in un quader. cart. 981 b'4S14?'43 Schema di trattato di pace perpetua tra Papa Sisto IV e il Comune di Genova, Ferdinando I, re di Sicilia, Bona e Gian Galeazzo Visconti, Duchi di Milano, la Repubblica di Firenze, Ercole I d’Este, Duca di Modena, ed il Comune di Siena, nella quale pace essi riservano un posto alla Signoria di Venezia. Infor, in un quader. cart. 982 - 1484^ II Gran Siniscalco della Provenza e due deputati del Co- mune di Genova sospendono le rappresaglie fra Provenzali e Genovesi sino alla prossima festa di San Giovanni Battista. Orig. membr. 51x45; annotai, dors, data ed ogg. 983 - 1485, feb. 9 La Repubblica di Firenze manifesta a quella di Genova la n i q n /AQ 1 x B. 18 B/68 volontà di mantenere la pace recentem, stipulata fra esse. Orig. membr. 23,5x 30; indirino e trac. sig. ader. terg. 984 - 1485, nov. 24 Articoli della lega fatta in Roma per cinque anni tra Papa B 14/44 Innocenzo VIII ed il Comune di Genova, a mezzo dei rispet- - 171 - k 985 - 1486, gen. 6 B. 14/45 t d\2. vVv CôHo 5 l~&- ^oan-f eli Cu V iczuorco '».* (H-ii ) ^ 986 - 1487, lug. 10 B. 14/46 987 - 1488, set. 5 B. 18 B/69 988 - 1488, nov. 1 B. 14/47 989 - 1488, nov. 2 B. 18 B/70 990 - 1489, B. 14/48 991 - [1489] B. 14/49 tivi procuratori, per la reciproca conservazione dei loro Stati in Italia, ratificati dal Pontefice il 3 dicemb. successivo. Orig. membr. 48 x 46,5, lacunoso per due fori nella parte super.; trac, dite sig. pend.; annot. dors, data ed ogg. Il Comune e l’Ufficio di S. Giorgio di Genova e la Repubblica di Firenze, a mezzo dei rispettivi procuratori, fanno il presente trattato di pace perpetuà con cui si rimettono vicendevolmente le offese ed i danni ricevuti, stabiliscono spettare alla Repubblica di Firenze i territori di Pietrasanta, Castelnovo, Ortonovo, Falcinello e Nicola; all Ufficio di S. Giorgio la città di Sarzana ed il territorio di Sarzanello. Cop. infor. cart. sec. XVI; AScT Hn. Cop. infor. cart. sec. XVII; Cop. infor. cart. sec. XVII. \/ O'Y'CXaJ Il Comune di Genova ratifica gli articoli qui riportati coi quali il giorno preced. Paolo da Campofregoso ha deposto il titolo di doge di Genova per assumere quello di governatore a nome del Duca di Milano. Cop. infor. cart. sec. XVII, conten. in calce notizie di altri accordi intervenuti tra Paolo da Campofregoso ed il Duca di Milano. Ferdinando I, re di Napoli, esalta le doti dellambasciatore genovese Francesco Giberto e manifesta la sua buona disposizione verso la Repubblica. Orig. membr. 25 x 35; indiriz. e trac. sig. ader. terg. Gian Galeazzo M. Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, concede quanto contenuto nelle singole richieste presentategli dagli ambasciatori genovesi, ivi inserite. Orig. membr. 43 x 65; trac. sig. pend.; annot. dors, data e ogg. Sedici ambasciatori della Repubblica di Genova rinnovano il giuramento di fedeltà a Gian Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano. Orig. membr. 106x4/,5; annot. dors, data ed ogg. Articoli concordati tra Ludovico M. Sforza, procuratore del Comune di Genova, e l’ambasciatore della Repubblica di Firenze per una tregua tra le due parti. Infor, cart. in ital. Osservazioni agli articoli di cui al n. 990 fatte dal Comune di Genova. Infor, cart. - 172 - r 992 - n489] ^ B. Castiglioni comunica al Duca di Milano la risposta avuta dagli Otto agli articoli della tregua tra il Comune di Genova e la Repubblica di Firenze. Cop. inyor. cart. in ital. sec. XV. ^ 993 - 1490, feb. 4 II Comune di Genova nomina Ludovico M. Sforza suo pro- B' 14/51 curatore per trattare e concludere col Comune di Firenze * una tregua fino al 1° novemb. successivo. Min. cart. 994 - 1490, mar. 16 Articoli della tregua tra il Comune di Genova e la Repubblica di Firenze, stipulata tra i procuratori delle due parti e duratura fino al 1° novemb. success. Cop. infor. cart. in ital. sec. XV. B. 14/53 995 - M92^ apr. 12 Relazione e dichiarazione fatta da due giudici di Avignone al governatore della stessa città per un furto di merci rubate da Giacomo Boetto, genovese, ad un avignonese nel porto di Orano. Cop. infor. cart. sec. XVI. 996 - 1492, mag. 6 Articoli della pace stipulata tra i rappresentanti di Carlo Vili, re di Francia, e l’ambasciatore della Repubblica di Genova, con cui essi determinano il modo di risarcire i danni tra Genovesi e Provenzali, revocano le rappresaglie concesse. Orig. in un quader. cart. conten. pure il doc. n. 997. Cop. infor. sec. XVI, in un quader. cart. conten. pure il doc. n. 997. 997 - 1492, mag. 28 La Repubblica di Genova ratifica gli articoli di cui al n. 996. B. 14/54 1 ° Min. e cop. infor. sec. XVI, nei due quader. di cui al n. 996. 998 - [1492] Articoli proposti dal re di Sicilia e relative risposte del Co- mune di Genova per la repressione dei corsari, e per il reciproco risarcimento ai sudditi dell’uno danneggiati da quelb dell’altro. Infor, cart. in ital. 999 - 1492, lug. il Articoli stabiliti per due anni dal Comune di Genova e B 14 dall’ambasciatore del re di Sicilia per la repressione dei ri- spettivi corsari ed il reciproco risarcimento ai sudditi da quelli danneggiati, dal cui beneficio sono esclusi i Fiorentini. Min. cart. in ital.; Cop. infor. cart. sec. XVII, in ital. ìooo - 1492, lug. 26 II Governatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova ri-B. 18 B/ 71 Sp0nci0n0 a]]a protesta dei procuratori di Francesco Sobi-racio, di Avignone, derubato dal fu Giacomo Boezio geno- - 173 - 1003 vese, che chiedono di essere dispensati dall’osservanza del decreto che obbliga gli stranieri a presentare dei mallevadori per intentare causa contro un genovese. Cop. cart. coeva di cancell. ìooi - M92^ag^ 12 La Gran Corte del Regno di Sicilia trasmette al Comune di Genova copia di alcune testimonianze ricevute nell’interesse di Salvatore Sureda. Orig. cart.; trac. sig. ader. a ter. 1002 - M93^ gen? n Sentenza arbitrale pronunziata in Alessandria dal viceconsole e quattro patrizi veneziani nella causa tra il Console genovese in quella città ed il nobile Nicolò di Negro, mercante genovese. Cop. autografa in un quader. cart.; sig. ader. B49i4/59r 8 estratti dal trattato di pace e di alleanza stipulato tra il Comune di Genova ed il re di Spagna, confermati il 22 dicembre 1519, relativi ai diritti sulle merci che i sudditi dell’uno devono pagare nel territorio dell’altro, etc. Infor, cart. sec. XVI. Poiché questi articoli risultano identici a quelli contenuti nel trattato di cui al n. 1005, si presume che il trascrittore abbia confuso la data del trattato con quella dell’atto di nomina degli ambasciatori genovesi. 1004 - M93. gm. 1 Ferdinando II, re di Castiglia, d’Aragona, di Sicilia, etc., ordina a tutti i suoi ufficiali e magistrati di osservare tutti i salvacondotti da lui concessi ai Genovesi. Due cop. auten. cart. del 13 genn. 1563 fi562 stile fiorentino] ricavate da altra autent. dcll’8 agosto 1493. 1005 - ^4Q3^ ag. 5 Ferdinando II ed Isabella, re e regina di Castiglia, Aragona, Sicilia, etc. e due procuratori del Comune di Genova stipulano un trattato di pace di venticinque anni, secondo gli articoli ivi enunciati. Cop. infor. sec. XVII, in un quader. cart.; Cop. infor. per estratto sec. XVII, in un quader. cart. 1006 - 1495, gen. 7 Sedici ambasciatori genovesi giurano fedeltà al nuovo Duca R 1 O D /7-j o O di Milano, Ludovico Maria Sforza. Orig. membr. 114 x 40,5. ’007 - M95, gen. ]9 Ludovico Maria Sforza, Duca di Milano, Signore di Genova, ìa b/74 nomina suo procuratore Agostino Adorno, Governatore di Genova, per ricevere il giuramento di fedeltà da tutti i Genovesi. Orig. membr. 30x51; sig. ader. - 174 - 1008 - M96^sett. 20 L’Imperatore Massimiliano I conferma ai Genovesi tutti i feu- di, i privilegi, i diritti, le libertà, etc. precedentemente concessi dagli imperatori Federico I, Enrico VI, Federico II, Enrico VII, Carlo IV e Sigismondo, inoltre conferisce ad essi l’autorità di rilasciare i titoli che le università d’Italia rilasciano nelle varie facoltà. Cop. auten. cart. del 6 magg. 1534; Cop. infor. cart. sec. XVII. 1009 - g49^^1' 20 L’Imperatore Massimiliano I conferma ai Genovesi il mo- nopolio del sale dal Monte Argentario a Marsiglia. Cop. infor. cart. sec. XVII. ìoio - 1498, feb. 9 U Governatore ed il Consiglio degli Anziani di Genova de-B- ‘8 B/75 cretano che nessuno può esercitare il mestiere di arrotino se non iscritto alla rispettiva corporazione. Cop. coeva di Cancelleria su due fogli membr. 17x24 conten. pure l’atto di cui al n. 1016. 1011 - Elenco cronologico di regesti di documenti degli anni 1185- B. 14/64 14Q9 re]ativi alle vicende storiche del Comune di Bollano. Infor, cart. sec. XVI. 1012 - ^500, feb. il ]i nobile Stefano di Neveys di Montpellier, nomina suo pro- 18 P'76 curatore G. Rosseti per riscuotere 800 scudi d’oro dovutigli dalla città di Genova. Orig. membr. 30 x 43,5; sig. di cera pend. 1013 - 1500, feb. 4 La Repubblica di Siena revoca le rappresaglie contro i Ge- r 1 fi u m r rr & B. 18 B/77 novesi a condizione che altrettanto faccia la Repubblica di Genova nei confronti dei Senesi. Orig. membr. 57 x 23; due sig. ader.; annotar, dors, oggetto. - 175 - SECOLO XVI 1015 1501, dic. 8 B. 18 B/79 1014 - 1501, mar. 27 U Comune di Genova attenendosi al decreto dell 11 maggio B' 18 1490, ivi riportato, vende per 10 anni a Federico Centurione il monopolio del ferro al prezzo di lire 3510 di genovini all’anno. Cop. infor. sec. XVI in un quad. cart. Relazione sui diritti del Comune di Genova sul territorio di Roviasca presentata da Francesco Fieschi procuratore della Repubblica, ai deputati Agostino Pinello e Giacomo di Prementorio. Infor, ital. in un quad. cart. Filippo di Cleves, Governatore di Genova per il re di Francia, ed il Consiglio degli Anziani annullano il decreto di cui al n. 1010. Cop. infor. sec. XVI sui fogli membr. di cui al n. 1010. Il Vicario di Marsiglia nomina un nuovo procuratore per ésigere dal Comune di Genova un credito di mille ducati d’oro. Orig. membr. 59 x 36; trac. sig. pend. Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, risponde ai sei articoli della inserita supplica, inviatagli dai Genovesi. Orig. membr. 55,5 x 38 privato del sig. ader. Luigi XII, re di Francia, Duca di Milano, affida a Giorgio Damiano, fratello del fu Carlo, già regio tesoriere in Asti, l’amministrazione dei beni di questi con la facoltà di revocare le alienazioni fatte dai nipoti dopo la morte del loro padre. Orig. membr. 24x41; trac. sig. ader. 1020 - 1502, die. 28 Filippo di Cleves, Governatore di Genova per il re di Fran-B. 15/1 cja> etj ji Consiglio degli Anziani decretano che i Genovesi 1016 - 1502. mar. 17 B. 18 B/75 1017 - 1502, lug. 29 B. 18 B/81 1018 - 1502, ag. 31 B. 18 E/82 1019 - 1502, sett. 7 B. 18 B/83 — 176 - residenti in Spagna nelle eventuali cause tra loro debbano adire i propri Consoli. Cop. di cancelleria del 23 marzo 1565 in un quad. cart. preceduta da quella di una similare disposizione anonima e da alcuni art. estratti dal tratt. di pace del 5 agosto 1493 fra i re di Spagna ed il Comune di Genova, e seguita dalVatto di cui al n. 1086. 1021 ’ n5°oVst’fio- Pietro Maggiolo, genovese, dimorante a Palermo, nomina rem..’ su° procuratore Vincenzo Maggiolo. B. 18 B/84 Orig. membr. 27x27 parzial. guasto. 1022 - ^503^ rnag 27 Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, proibisce l’alie- nazione delle cariche giudiziarie nel Ducato di Genova. Orig. membr. in frane. 31x56; trac. sig. pend. 1023 - ^504^ man ^28 Filippo di Cleves, governatore, ed il Consiglio degli An- ziani di Genova nominano Giovanni Consiglio console dei Genovesi in Aiguës Mortes. Orig. su perg. 24x34, forata in due punti, conten. pure l'atto di cui al n. 1108; trac. sig. pend. 1024 B5°i65/'Pr 11 Signoria di Pisa, per la propria difesa, a mezzo di due suoi ambasciatori, contrae un prestito di 36 mila ducati che ripartite in tre parti uguali saranno fomiti rispettivamente dai Comuni di Genova, Lucca e Siena. Infor, cart. in italiano. 1025 - I507,mag. 13 Luigi XII, re di Francia, Duca di Milano e Signore di Ge- nova, ordina ad un suo consigliere di restituire, appena avrà ridotto all’obbedienza la riviera di Levante, al Conte Giovanni Lodovico Fieschi ed a suo figlio Girolamo tutti i luoghi, piazze e fortezze da essi possedute in detta riviera. Cop. autent. cart. in francese del 21 magg. success. 1026 - 1507, mag. 18 Mandato di pagamento di mille scudi d’oro a favore di Leo- netto Saugeon, segretario e tesoriere del re di Francia, per la costruzione del castello presso la torre di Goldefa a Genova. Orig. cart. in frane. 1027 - 1507, mag. 18 Leone Saugeon dichiara di aver ricevuto dal Governo di B. 18 B/88 Genova la somma di cui al n. 1026. Orig. in franc, su perg. 17,5 *31. 1028 - 1507, mag. 22 Mandato di pagamento come al n. 1026 per la somma di B. 18 B/89 duemila scudi d’oro. Orig. cart. in frane. - 177 - 13. 1029 - 1507, mag. 22 Leone Saugeon dichiara di aver ricevuto dal Governo di B. 18 B/90 Genova la somma di cui al n. 1028. Orig. in frane, su perg. 20 x 26. 1030 - 1507, mag. 29 Altro mandato come al n. 1028. B. 18 B/91 Orig. cart. in frane. 1031 - 1501, mag. 29 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B' 18 B/92 n. 1030. Orig. in frane, su perg. 13x38. 1032 - 1507, mag. Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, perdona al po- B. j8 B/93 polo genovese che gli si era ribellato e promulga il nuovo statuto dello Stato genovese. Orig. in un quader. membr.; trac. sig. pend. 1033 - 1507, giù. 5 Altro mandato come al n. 1030. B. 18 B/94 „ . , Orig. cart. in frane. 1034 - 1507, giù. 5 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B18B/95 n. 1033. ° Orig. in frane, su perg. 15x27,5. 1035 - 1507, giù. io Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, per compen- B. 18 B/96 sare suo consigliere e ciambellano Gabriele de Lachastre, capitano della guardia del corpo, dei servizi prestati, gli dona tutti i beni confiscati al ribelle Baldassare di Biassa della Spezia. Orig. in frane, su perg. 37 x 49; trac. sig. pend. 1036 - 1507, giù. 12 Altro mandato come al n. 1033. B. 18 B/97 Orig. cart. in frane. 1037 - 1507, giù. 12 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B. 18 B/98 n 103g Orig. in frane, su perg. 16,5x26. 1038 - 1507, giù. 19 Altro mandato come al n. 1036. B. 18 B/99 Orig. cart. in frane. 1039 - 1507, giù. 19 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al n. B.18 B/10° 103g Orig. in frane, su perg. 16x29. 1040 - 1507, giù. 19 Gabriele de Lachastre, capitano e ciambellano del re di B. 18 B/ioi Francia, nomina il suo procuratore contro Baldassare di Biassa della Spezia, genovese (vedi n. 1035). Orig. membr. 28 x 50,5; trac. sig. ader. - 178 - 1041 - 1507 giù. 26 Altro mandato come al n. 1038. B. 18 B/102 Orig. cart. in frane. 1042 - ^507, g‘^26 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al n. 1041. Orig. in frane, su perg. 14x30,5. 1043 - 1507, lug. 3 Altro mandato come al n. 1041. B. 18 B/104 Orig. cart. in frane. 1044 - ^507, lug.^3 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al Orig. in frane, su perg. 11 x31,5. 1045 1507^ kig.^9 Altro mandato come al n. 1043. Orig. cart. in frane. 1046 - ^-*07, kig.^9 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al n. 1045. Orig. in franc, su perg. 11 x 31. 1047 - 1507, lug. 17 Altro mandato come al n. 1045. B. 18 B/108 Orig. cart. in frane. 1048 - 1507, lug. n Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al 18 6/109 n. 1047. Orig. in frane, su perg. 18x30,5. 104? - 1507, lug. 24 Altro mandato come al n. 1047. B. 18 B/110 Orig. cart. in frane. 1050 - 1507, lug. 24 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al b. 18 B/ili n 1049 Orig. in frane, su perg. 14 x 32. 1051 - 1507, !ug. 31 Altro mandato come al n. 1049. B. 18 B/112 Orig. cart. in frane. i°52 - 1507, lug. 31 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al n. 1051. Orig. in frane, su perg. 12x32. 1053 - 1507, ag. 7 Altro mandato come al n. 1051. B. 18 B/114 Orig. cart. in frane. 1054 - 1507, ag. 7 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B- 18 B/115 n. 1053. Orig. in frane, su perg. 15x27. - 179 - 1055 - 1507, ag. 14 Altro mandato come al n. 1053. B. 18 B/116 _ . . , Orig. cart. in frane. 1056 - 1507, ag. 14 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B. 18 B/117 & n. 10o5. Orig. in frane, su perg. 16x31,5. 1057 - 1507, ag. 22 Altro mandato come al 1055. B. 18 B/118 „ . . , Ong. cait. in frane. 1058 - 1507, ag. 22 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B 18 8/119 n. 1057. Orig. in frane, su perg. 15x32. 1059 - 1507^ ag.^28 Altro mandato come al 1057. Orig. cart. in frane. 1060 - 1507, ag 28 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B 18 8/121 n. 1059. Orig. in frane, su perg. 12 x 32,5. 1061 - 1507, set. 4 Altra quietanza di 2000 scudi come al n. 1060. B. 18 B/122 „ . IO ,, Ong. in frane, su perg. loxóL. 1062 - 1507, sett 12 Mandato di pagamento di quattromila scudi doro a favore di Leone Saugeon per la causale di cui al n. 1026. Orig. cart. in frane. 1063 - 1507, sett. 12 Altra quietanza come al n. 1061. B. 18 B/124 „ % .. Ong. in frane, su perg. lo x 3U. 1064 - 1507, sett. 18 Altro mandato come al n. 1059. B. 18 B/125 Orig. cart. in frane. 1065 - 1507, sett. 18 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B. 18 B/126 6 ^ n. 1064. Orig. in frane, su perg. 16x33. 1066 - 1507, ott. 7 Mandato di pagamento di tremila scudi doro a favore di B. 18 B/127 Saugeon per la causale di cui al n. 1026. Orig. cart. in frane. 1067 - 1507, ott. 7 Leone Saugeon rilascia quietanza della somma di cui al B. 18 B/128 n 1066 Orig. in frane, su perg. 18x31. 1068 - 1508, mar. 13 Tribunale della Gran Corte di Palermo non concede le b5&15/4 fi0r ^ rappresaglie chieste da Antonino Larocca contro i Genovesi. 'Estr. autent. 18 lug. 1515. - 180 - 1069 - 1508^ sett. 8 Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, nomina Cristo-b. 18 b/129 joj.o Darese portiere delle carceri della Malapaga di Genova. Orig. in frane, su perg. 34x51,5; trac. sig. pend. 1070 - ^508^ sai 30 Ruolo della ripartizione e mandato di pagamento di dieci- mila scudi d’oro stanziati da Luigi XII, re di Francia, a favore dei proprietari degli immobili demoliti o danneggiati per fortificare il Castelletto e S. Francesco a Genova. Orig. in frane, su perg. 80x61, priv. dei sig.; annotaz. dors, dell’ogg. 1071 - 1508, ott. io Luigi XII, re di Francia, nomina Biagio Morello Vicario Du- B. 18 B/131 , j. ° cale di Genova. Orig. in frane, su perg. 35,5 x 56,5 alla quale è legata quella di cui al n. 1073; trac. sig. pend.; annotaz. dors, del giuramento prestato VII die. succ. 1072 - 1508, ott. io Luigi XII, re di Francia, Signore di Genova, assegna una 18 B/13- indennità annua di 1200 lire tornesi, oltre lo stipendio ordinario, al suo Vicario in Genova. Orig. in frane, su perg. 34x51 alla quale è legata quella di cui al n. 1074; trac, sig. pend. 1073 - ^509^ gen. 16 Sebastiano Ferrier, Ministro delle Finanze di Luigi XII, re di Francia, autorizza il Tesoriere e Ricevitore Generale a pagare lo stipendio al nuovo Vicario di Genova (vedi n. 1071). Orig. in fratte, su perg. 14x47,5 legata a quella di cui al n. 1071; trac. sig. ader. 1074 - 1509, gen. 16 Sebastiano Ferrier, Ministro delle Finanze di Luigi XII, re di B 18 B/132 Francia, ordina al Tesoriere e Ricevitore Generale il pagamento dell’indennità di cui al n. 1072. Orig. in fram:. su perg. 14,5 x42,5 legata a quella di cui al n. 1072; trac. sig. ader. ader. B. 18 B/135 1075 - 15C9, lug. 31 Processo davanti il Luogotenente del Governatore di Genova della causa tra i mercanti di Lione ed il Comune di Genova per un nuovo dazio del 1/2% da questo imposto sulle merci che attraverso il Ducato di Savoia sono trasportate da Genova a Lione e viceversa. Cop. autent. di cancelleria del 3-3-1510 in un quad. cart. 1076 - 1509, lug. 31 Altro processo davanti il Governatore di Genova della causa ott 19 cuj ai n_ 1075. B. 18 B/136 E str. infor. se c. XVI in un quad. cart. Estr. autent. di cancelleria del 3-3-1510 in un quad. cart. 1077 - 1511, feb. 6 Morelet de Muscau, consigliere del re di Francia, incaricato B 18 B/137 delle spese straordinarie di guerra, dichiara di aver ricevuto dal Comune di Genova lire 3478 e soldi sei. Orig. cart. in frane. - 181 - 1078 - 1511, feb. [1510, st. franc.] B. 15/5 1079 - 1511, apr. 3 [1510, st. franc.] B. 15/5 1080 - 1511, lug. 16 B. 18 B/138 1081 1511, ag. 11 B. 15/7 1082 - 1511, nov. 10 B. 18 D. Luigi XII, re di Francia, Duca di Milano e Signore di Genova, concede ai Genovesi, esclusi i fuorusciti ribelli contro di lui, i diritti ed i privilegi della cittadinanza francese. Orig. membr. 53x61; trac. sig. fend.; annot. dors, della spedizione e della regi-strazione. All. il doc. di cui al n. 1079. Un commissario del re di Francia a Lione promette ai Genovesi la piena osservanza del privilegio di cui al n. 1078. Orig. membr. 28,5x39,5 legato alla perg. di cui al ». 1078; trac. sig. pend. Morelet de Muscau di cui al n. 1077, dichiara di aver ricevuto dal governo di Genova lire 5615. O Orig. in fraiw. su perg. 12,5x32. Risposte del re di Francia alle singole richieste presentate dagli ambasciatori del Comune di Genova. Cop. infor. cart. sec. XVI. Supplica dei monaci e degli abitanti di Scio al Governatore genovese dell’isola relativa alla sottrazione di alcuni beni ap-partenenti al nuovo monastero. Orig. cart. in greco. G. Bertolotto in Atti Soc. Lig., XXVIII, pp. 563-8. 1083 - 1511, die. 30 H Gran Consiglio del re di Francia, in sede di appello, ordina B. 18 B 139 §avonesj pagare ai Genovesi i diritti da essi pretesi. Estr. autent. coevo in frane, su perg. 25 x 37. Lettera di Tommaso Bohié agli Anziani della città di Genova per il pagamento di un debito dell’Ufficio di San Giorgio al re di Francia. Orig. cart. in ital.; sig. ader. terg. 1085 - 1512, mag. 14 Ferdinando II, re di Aragona, di Napoli, Sicilia, etc. ordina B- 15/9 a tutti gli ufficiali e magistrati dei suoi domini di fare ese- guire sulle persone e beni dei Genovesi la rappresaglia concessa ad Antonio Larocca messinese contro Carvassale corsaro genovese, per 4250 ducati d’oro. Cop. . infor. sec. XVI su foglio cart. conten. pure il doc. n. 1087. Giovanni da Compofregoso, doge, ed il Consiglio degli Anziani di Genova decretano la nullità delle cause fatte tra Genovesi dinanzi a tribunali non genovesi. Cop. di cancelleria del 23 mar. 1565 nel quad. cart. di cui al n. 1020. 1512, sett. 25 \jg0 de Moncada, Viceré di Sicilia, ordina la piena osservanza B' 15 9 della disposizione regia di cui al n. 1085. Cop. infor. sec. XVI nel fog. cart. di cui al n. 1085. 1084 - 1512, gen. 17 B. 18 B/140 1086 - 1512, ag. B. 15/1 1087 18 - 182 - 1088 - 1512, sett. 25 Ugo de Moncada, Viceré di Sicilia, ordina a tutti gli ufficiali e g 15/12 y magistrati del regno di dare esecuzione alFinserito privilegio dell’8 magg. con cui il re ha concesso rappresaglia al messinese Antonio Larocca contro i Genovesi. Cop. infor. cart. sec. XVI. 1089 - 1512, Ott. 29 Ugo de Moncada, Viceré di Sicilia, decreta di far pagare ai B' 15/13 Genovesi il due per cento sulle merci che esporteranno ed il due per cento su quelle che importeranno nel regno; tali proventi saranno consegnati ad Antonio Larocca finché questi avrà raggiunto la somma di 4250 ducati di oro per danni e spese sostenute in conseguenza della perdita di alcune merci rubategli da Carvassale, corsaro genovese. Cop. autent. dell’11 lugl. 1513 in un quad. cart. 1090 1513, apr. 4 L’imperatore Massimiliano I conferma ai Genovesi il monopo-B 15/14 lio del sale nel mare Ligure e dal Monte Argentario a Marsiglia. Cop. autent. cart. del 7 lugl. 1525; trac. sig. ader. 1513, apr. 4 L’Imperatore Massimiliano I conferma alla Repubblica di B 18 B 141 Genova tutti i feudi, privilegi, diritti, consuetudini, etc. Cop. infor. cart. sec. XVll. 1092 - 1513, rrmg. 28 Ferdinando II, re d’Aragona, di Napoli, Sicilia, etc., riba-B' 15 disce l’ordine di cui al n. 1085. 1091 1093 Cop. infor. cart. sec. XVI. 1094 1513, giù. 23 Ugo de Moncada, Viceré di Sicilia, riduce dal due all’uno B' 15/16 per cento l’imposta sulle merci dei Genovesi di cui al numero 1089. Cop. autent. cart. del 27 settemb. success. ■ 1513, lug. 30 II re di Sicilia ordina al suo viceré di far eseguire subito B. 15/17 e 18 cont:ro ; Genovesi la rappresaglia da lui concessa al messinese Antonio Larocca per 4250 ducati d’oro. Cop. infor. sec. XVI in spagnolo sul fogl. cart. di cui al n. 1095. Cop. infor. sec. XVI in spagnolo su fogl. cart. conten. pure il doc. n. 1095. 1095 - 1513, lug. 30 H re di Sicilia ordina ai Giudici della Gran Corte quanto B. 15/17 e 18 nel n 1094 Cop. infor. sec. XVI in spagnolo sul fogl. cart. di cui al n. 1094. Cop. infor. sec. XVI in spagnolo su fogl. cart. conten. pure il doc. n. 1094. 1096 - 1513, ag 1 Ferdinando II., re d’Aragona, di Sicilia, etc. ratifica l’inserita B 15/19 convenzione stipulata il 12 giug. tra Raimondo di Cardona, Viceré di Napoli, ed Ottaviano e Giovanni da Compofregoso - 183 - 1097 - [1514] B. 15/20 1098 - 1514, mar. 3 B. 15/21 1099 - 1515, nov. 20 B. 18 B/142 1100 - 1515, nov. B. 15/22 1101 - 1516, gcn. 6 B. 18 B/143 1102 - [1516] B. 18 B ' 144 per reintegrare il detto Sig. Ottaviano nel Ducato di Genova, per il reciproco soccorso di milizie in caso di bisogno, etc. Cop. infor. cari. sec. XVI in italiano; Cop. infor. cart. in italiano sec. XVII. Artic. proposti dal Doge e dai deputati del Comune di Genova all’ambasciatore del re d’Aragona e di Sicilia per rinnovare la pace stipulata fra le due parti il 5 agos. 1493. Infor, cart. L’ambasciatore del re d’Aragona e di Sicilia ed il Doge e gli Anziani del Comune di Genova confermano il trattato di pace stipulato fra le due parti il 5 agos. 1493, cui aggiungono nuovi articoli ivi enunciati. Cop. infor. cart. sec. XVI; Cop. infor. cart. sec. XVII. Otto ambasciatori genovesi consegnano a Francesco I, re di Francia, il dominio della Repubblica e gli prestano giuramento di fedeltà. Orig. in un quad. membr.; annotaz. dors, data e ogg. Francesco I, re di Francia, Duca di Milano e Signore di Genova, rimette a tutti i sudditi genovesi ogni reato sinora commesso, inclusi quelli di lesa maestà. Orig. membr. 39 x 52,5; trac. sig. pend. Statuti redatti dagli uomini del Comune di Recco. Orig. cart. Il Comune di Recco chiede a quello di Genova l’approvazione de Orig. cart. zione degli statuti di cui al n. 1101. 1103 - 1516, nov. 30 B. 15/91 1104 1517, gen. 30 B. 15/23 Il Presidente del regno di Sicilia decreta la piena esecuzione della inserita regia disposizione del 2 magg. prec. confermante il privilegio del foro ai Genovesi. Cop. infor. sec. XVI nel quader. cart. di cui al n. 1191. Giovanna e Carlo suo figlio primogenito, regina e re di Aragona, Sicilia, etc., ordinano a tutti i magistrati ed ufficiali del regno di Sicilia di far eseguire sulle merci dei Genovesi la tassazione dell’l per cento, stabilita da re Ferdinando II a favore del messinese Antonio Larocca. Cop. infor. cart. del 13 novemb. success. 1105 ^b- 22 II Principe di Tunisi, rispondendo ad una lettera inviatagli da Ottaviano da Compofregoso, Governatore di Genova, si - 184 - 1111 dichiara pronto a ripristinare la pace fra i due stati, nonostante le scelleratezze compiute dai Genovesi a Biserta. Orig. cart. in arabo. Amari, pp. 580-90, 623-31 ed App. VI. 1106 - 1517, apr. 4 Domenico Sauli, cittadino genovese, residente in Roma, no- li. 18 B/145 mina (lue procuratori. Orig. memb. 34 x 25 parzial. guasto ed illegg. 1107 - 1517, lug. 29 Tre giudici di Messina rispondono negativamente alla inse- b. 15/25 rit;a protesta presentata dal procuratore della comunità genovese di Palermo, relativa all’ammissione di un appello. Cop. infor. cart. del 13 nov. success. 1108 - 1517, sett. il Ottaviano Campofregoso, governatore, ed il Consiglio degli B. 18 B/86 Anziani di Genova nominano di nuovo Giovanni Consiglio console dei Genovesi in Aiguës Mortes. Orig. sulla perg. di cui al n. 1023. 1109 - 1517, die- 3 H nobile Giacomo Boccanera genovese e cittadino di Pa- B 15/26 lermo, procuratore della comunità genovese della suddetta città, sceglie Pietro Morales come avvocato generale per tutte le cause del console genovese. Cop. autogr. sincrona. 1110 - 1518, gen. 27 R notaio Gian Francesco Formaggio attesta che sotto la da- [1517 st fióren] *a controindicata havvi nei suoi atti una procura fatta da B. 15/27 Bernardo Battaglia, console genovese, a Domenico Romeo per revocare il notaio Gian Giacomo Boccanegra allora procuratore dei Genovesi nella Gran Corte di Messina, contro Gregorio Balsamo e consorti. Cop. infor. cart. sec. XVI. ^518, ott. 30 Giovanna e Carlo suo figlio, regina e re di Aragona, Sicilia, etc. ordinano di sospendere per sei mesi nel regno di Napoli l’esecuzione di tutte le rappresaglie esistenti fra i loro sudditi ed i Genovesi dal 1493 ad oggi; assegnano il termine di quattro mesi a coloro che intendono chiedere la riparazione dei danni ricevuti dai Genovesi. Orig. cart. forato nell’ult. parte; trac. sig. ader. terg. 1112 - 1518, ott 30 i re di cui al n. 1111 dispongono come al n. 1111 per il B. 15/29 regno di Sicilia. Cop. inf. cart. sec. XVI. 1113 - 1519, feb. 20 Tabella dei salari spettanti ai due Consoli di commercio e B. 15/^9 bis conservatori di pace eletti nella città di Genova e suo dominio dal re di Spagna. Cop. aut. cart. del 10-4-1577 ricavata da altra atit. del 13-10-1525. - 185 - 1114 - 1519, mar. 20 J re di cui al n. 1111 e l’ambasciatore del Comune di Genova confermano l’inserito trattato di pace del 5 agos. 1493, cui aggiungono alcuni art. relativi alla sospensione delle rappresaglie rispettivamente concesse ai sudditi di una delle parti danneggiati da quelli dell’altra, al modo di risarcirli, etc. Orig. in un quad. membr. contenent. pure il doc. di cui al n. 1121; trac. sig. pend.; Tre stampe conten. le cop. infor. del doc. n. 1114 e del doc. n. 1121. Cop. infor. per estratto sec. XVII in un quad. cart.; Cop. infor. sec. XVIII del doc. n. 1114 e del doc. n. 1123 in spagnolo in un quad. cart.; Due estr. autent. del doc. n. 1114 e Due cop. autent. del doc. n. 1121 del 13 genn. 1563 [1562 st. fior.] in due quad. cart. Due estr. infor. cart. sec. XVII-XVIII. 1115 - 1519, mar. 26 I re di cui al n. 1111 ordinano all’ammiraglio maggiore, ai B' 15/31 capitani, ai patroni di navi ed ai marinai loro sudditi di non ostacolare e danneggiare, ma di aiutare i Genovesi che incontreranno in navigazione. Dieci cop. autent. cart. in spagnolo del 5 apr. success.: una ms., nove a stampa. 1116 - 1519, mar. 26 I re di cui al n. 1111 decretano la piena osservanza nei loro B' regni del privilegio in virtù del quale i Genovesi sono esenti da tributi e prestiti obbligatorii. Cop. autent. cart. in spagnolo del 5 apr. success. 1117 - 1519, mar. 26 I re di cui al n. 1111 decretano la piena osservanza della B' 15/j3 pace e dell’alleanza esistente tra loro ed il Comune di Genova. Cop. autent. cart. in spagnolo del 27 apr. success. 1118 - 1519, mar. 26 I re di cui al n. 1111 aggiungono alla pace ed all’alleanza B. 15/34 concluse nel 1493 fra i re Ferdinando II ed Isabella ed il Comune di Genova gl’inseriti art. relativi alle norme che le due parti dovranno osservare per la sicurezza della navigazione dei loro sudditi. Quattro cop. autent. cart. in spagnolo del 5 apr. succ.: due ms., due a stampa -j- una stampa. 1119 - 1519, mar. 26 I re di cui al n. 1111 confermano ai Genovesi i privilegi g 15/35 confermati dai loro predecessori. Due cop. autent. cart. in spagnolo del 5 apr. succ. 1120 - ^519, mar. 30 j re di cui al n. mi prorogano di sei mesi la sospensione delle rappresaglie concesse ai proprii sudditi contro i Genovesi. Cop. autent. sincrona cart. - 186 - 1121 - 1519, mar. 31 B. 15/30 e 37 1122 - 1519, apr. 5 B. 15/38 1123 - 1519, apr. 6 B. 15/30 1124 - 1519, apr. 19 B. 15/40 1125 - 1519, apr. 19 B. 15/41 1126 - 1519, nov. 7 B. 15/42 1127 - 1520, B. 15/43 1 128 - 1520, apr. B. 15/44 1129 - 1520, mag. B. 15/45 I re di cui al n. 1111 decretano la piena osservanza del trattato di cui al n. 1114. Orig. cart. forato là dove è apposto il sig. ader.; Cop. autent. sincrona nel quad. membr. di cui al n. 1114; Tre cop. infor. nelle stampe di cui al n. 1114; Due cop. autent. del 13 genn. 1563 [1562 st. fior.] nei quad. cart di cui al n. 1114. II Conte di Monteleone, Viceré di Sicilia, ordina a tutti i magistrati ed ufficiali del regno predetto di far osservare la sospensione delle rappresaglie contro i Genovesi decretate dal re il 30 ott. prec. (v. n. 1112 )ivi inserita, eccezion fatta di quella concessa ad Antonio Larocca. Cop. infor. cart. sec. XVI. I re di cui al n. 1111 decretano la piena osservanza del trattato di cui al n. 1114. Cop. infor. in spagnolo sec. XVIII nel II quad. cart. di cui al n. 1114. II re di Spagna dichiara nullo e privo di effetti il sequestro di alcune merci dei Genovesi. Cop. autent. cart. in spagnolo del 28 succ. Il re di Spagna conferma ai Genovesi le esenzioni dai diritti per il commercio di gioie e perle nei suoi regni. Cop. autent. cart. in spagnolo del 10 magg. succ. Il console dei Genovesi supplica il Viceré di Sicilia di far restituire ai suoi connazionali le somme pagate per la rappresaglia concessa al messinese Antonio Larocca, etc. Cop. infor. cart. sec. XVI. Martino Centurione, a nome del Comune di Genova supplica il re di Spagna di far pubblicare ed osservare dalla città di Messina il trattato di pace stipulato tra il detto re e il suddetto Comune, le sue regie disposizioni contro i pirati, quelle relative alla sospensione delle rappresaglie contro i Genovesi, etc. Cop. infor. cart. sec. XVI. Carlo V, imperatore, e Giovanna sua madre, ordinano alla città di Messina di pubblicare ed osservare quanto richiesto nel n. 1127 dal Comune di Genova. Cop. infor. cart. sec. XVI. Carlo V, imperatore, e Giovanna, sua madre, ordinano al al Viceré di Sicilia di far osservare il trattato di pace da loro - 187 - t 1130 - 1520, giù. 10 B. 15/46 1131 - 1520, lug. 18 B. 15/47 1132 - 1520, lug. 31 B. 15/48 1133 - 1520, ag. 14 B. 15/49 1134 - 1520, sett. 20 B. 15/50 1135 - 1520, sett. 22 B. 15/51 1136 - [1520], B. 15/52 1137 - 1520, sett. 25 B. 15/53 1138 - 1520, sett. 26 B. 15/54 stipulato col Comune di Genova, nonché la sospensione delle rappresaglie contro i Genovesi. Cop. infor. cart. sec. XVI. Il console dei Genovesi a Palermo supplica il Viceré di Sicilia di far annullare una sentenza interlocutoria emessa dalla Gran Corte a favore di Antonio Larocca. Cop. infor. cart. sec. XVI in ital. Il console di cui al n. 1130 supplica il Viceré di Sicilia di volergli concedere lettere esecutoriali contro Antonio La-rocca. Infor, cart. e cop. infor. cart. sec. XVI in ital. Altra similare a quella di cui al n. 1131. Cop. infor. cart. sec. XVI in ital. Il re di Spagna ordina al suo Ammiraglio nel regno di Sicilia di far pagare agli eredi del corsaro Matteo de Vinata i danni, oltre le spese e gl’interessi, che questi arrecò ai Genovesi con la cattura del bastimento di Lorenzo Archerio. Orig. cart. in spagnolo; sig. ader. a tergo. Due giudici delegati dal Viceré di Sicilia sentenziano sulla concessione di lettere esecutoriali ai Genovesi contro Antonio Larocca. Cop. autent. cart. sincrona. J Nota di spese di giudizio sostenute dal console genovese in Sicilia nella causa di rappresaglie contro Antonio Larocca. Cop. cart. infor. sec. XVI. Bando con cui viene pubblicata la sospensione delle rappresaglie da parte dei sudditi del re di Spagna contro i Genovesi. Infor, cart. in ital. Antonio Larocca supplica il Viceré di Sicilia per non essere vessato nella tassazione in una causa contro i Genovesi. ^ Cop. infor. cart. sec. XVI in ital. Relazione sul contraddittorio delle parti nella causa di rappresaglie tra Antonio Larocca ed i Genovesi dimoranti in Sicilia, fatta nella Gran Corte di Messina. Infor, cart. - 188 - ) * 1139 - Î1520] B. 15/55 Esposizione del corso della causa di cui al n. 1138, fatta nella Gran Corte di Messina. Infor, cart. Osservazioni presentate dai Genovesi ai giudici nella causa di cui al n. 1138. Infor, cart. 1141 - 1521, gen. 21 \ richiesta del procuratore dei Genovesi, il Vice ammiraglio [1520 st. fior.] J. », . i.i. . . . -li. j- di Messina si dichiara pronto a costringere il patrono di una 1140 - [1520] B. 15/56 B. 15/57 1142 - [1521, feb.] B. 15/58 nave corsara ancorata nel porto della suddetta città a prestare garanzia di non offendere i Genovesi. Cop. autent. cart. sincrona. Il procuratore dei Genovesi richiede ai giurati di Messina la osservanza e la pubblicazione di alcune lettere esecutoriali del re di Sicilia del 5 apr. 1519 relative alla sospensione delle rappresaglie fra i suoi sudditi ed i Genovesi. Infor, cart. 1143 - [1521?] B. 15/59 I Genovesi dimoranti in Sicilia chiedono al Viceré la restituzione di libri di commercio, di denari, di beni e di una nave loro sequestrati. Infor, cart. in ital. 1144 - [1521?] B. 15/60 1145 1522, giù. 11 B. 15/61 Il console dei Genovesi supplica il Viceré di Sicilia di considerare nulla la sentenza emessa dalla Gran Corte contro di loro a favore di Violante Grasso e di affidare la causa ad altri giudici. Infor, cart. in ital. Francesco I, re di Francia, Signore di Genova, concede nel suo territorio pieno salvacondotto ai mercanti genovesi e decreta il rilascio delle loro persone e beni. Cop. autent. cart. in frane del 18 luglio success.; Due sig. ader. terg. 1146 - 1523, die. 30 B. 15/62 1147-1148 - [1523?] B. 15/63 e 64 L’imperatore Carlo V mette sotto la sua speciale protezione Antoniotto Adorno, Doge di Genova, la famiglia ed i beni del medesimo e tutta la Repubblica genovese. Cop. autent. cart. sec. XVI. Supplica dell’ambasciatore genovese all’imperatore Carlo V e provvedimenti adottati in corrispondenza ai sei articoli di essa relativi alla riforma del governo della Repubblica genovese, ai danni ed offese fatte dai soldati spagnoli in Genova al tempo in cui s’imbarcò il re di Francia, alla partecipazione - 189 - 1149 - [1523?] B. 15/65 della detta Repubblica alla lega senza alcun contributo, alla restituzione dei beni rubati ai Genovesi in Piemonte dai soldati spagnoli e dai sudditi del Duca di Savoia, etc. Due infor. cart. in spagn. Supplica dell’ambasciatore genovese all’imperatore Carlo V per la restituzione di merci rubate in Piemonte dai soldati spagnoli e dai sudditi del Duca di Savoia. Infor, cart. in spagli, con relativo provvedimento in calce. 1150 [1523?] B. 15/66 Supplica dell’ambasciatore genovese all’imperatore Carlo V per le vessazioni e molestie arrecate alla Repubblica di Genova dai ministri imperiali in Italia. Infor, cart. in spagn. con relativo provvedimento in calce. 1151 - 1524, gen. 27 B. 15/67 1152 - 1524, feb. 26 B. 15/68 L'imperatore Carlo V incarica il suo Consiglio di far rispettare l’esenzione che i Genovesi godono nei suoi regni nel commercio di gioie e perle. Cop. autent. cart. in spagn. del 3 febbr. success.; Cop. infor. cart. sec. XVI in spagn. preceduta da due istanze dell'ambasciatore genovese al suddetto imperatore. L’imperatore Carlo V incarica il suo Consiglio di provvedere brevemente ad alcuni affari dei sudditi genovesi, di cui ha precedentemente scritto. Cop. autent. cart. in spagn. del 28 success. 1153 - 1524, mar. 15 B. 15/69 L’imperatore Carlo V ordina al Viceré di Napoli di non chiedere al Comune di Genova altri contributi oltre i tremila ducati mensili di cui è stato tassato come membro della Santa Lega. Orig. cart. in spagn.; Sig. ader. terg. 1154 1524, mar. 19 B. 15/70 1155 - 1524, mar. 31 B. 16/71 L’imperatore Carlo V ordina alle autorità dell’isola di Iviza di provvedere a recuperare ed a restituire ai rispettivi proprietari una nave genovese ed il relativo carico affondati nel porto di quella città. Cop. autent. cart. sincrona. L’ambasciatore di Genova chiede all’imperatore Carlo V aiuti per migliorare le condizioni della Repubblica, protesta contro le eccessive richieste dei Ministri imperiali in Italia ed il divieto fatto ai Genovesi di caricare le loro navi nei regni dell’imperatore. Infor, cart. in spagn. cui sono aggiunte le disposizioni rispettivamente impartite. 190 — 1156 - ^524^mag. 6 Supplica dell’ambasciatore di Genova a Carlo V per poter caricare le navi nei regni di Castiglia. Infor, cart. in spagn. con relativo provvedimento in calce. 1157 - 1524, mag. 14 Supplica dell’ambasciatore della Repubblica di Genova, la B' l5/'3 quale, come corrispettivo della flotta che essa fornirà all’imperatore per conquistare la Provenza, chiede il privilegio di poter esportare da essa viveri senza dazio, l’aiuto necessario per riconquistare le terre usurpatele, il dono di uno stato nella Provenza. Infor, cart. in spagn.; Annotaz. marg. del parere di Carlo V. 1158 - 1524, mag. 21 L’imperatore Carlo V decreta che nel carico delle navi dei B. 15/74 Genovesi nei porti dei suoi regni sia fatto trattamento pari a quello usato alle navi dei propri sudditi. Orig. cart. in spagn.; trac. sig. ader. terg. Tre cop. autent. cart. del giorno 28 success. 1159 - 1524, lug. L’imperatore Carlo V risponde al Doge di Genova in rela- B' 15/75 zione alle richieste da lui presentate tramite l’ambasciatore Martino Centurione (v. n. 1157). Cop. infor. cart. sec. XVll in spagn. 1160 - 1524, die. 8 Memoriale dell’ambasciatore del Doge di Genova il quale B 15/76 chiede aiuti a Carlo V per opporre resistenza alla nuova invasione del re di Francia in Italia. Infor, cart. in spagn. con relativo provvedimento in calce. 1161 - 1525, gen. 29 Proposta fatta dall’ambasciatore di Genova a Carlo V di pa- n ir nn A gare la metà del costo delle caracche fornite alla flotta spagnola, a condizione che la Repubblica sia compensata con quarantamila salme di grano di Sicilia. Infor, cart. in spagn. con relativo provvedimento in calce. 1162 - 1526, afe 12 L’imperatore Carlo V dichiara spettare all’ambasciatore di n i c /HQ 1 Genova, nella sua Corte, la precedenza sugli ambasciatori di Firenze e di Ferrara. Cop. infor. cart. sec. XVll. Nella filza 1/1008 Serie Jurium Archiv. Segr. Genova. Cop. autent. cart. 5-6-1584, e Cop. autent. cart. 7-7-1584; sig. ader. 1163 - 1526, ag. 31 L’imperatore Carlo V ordina la perfetta osservanza del dé- fi- i5/'9 creto di cui al n. 1158. Due orig. cart. in spagnolo. - 191 - 1164 - 1527, gen. 23 Francesco I, re di Francia, Signore di Genova, nomina Capi- B. 18 B/147 tanQ e Castellano di Chiavari il Conte Sinibaldo Fieschi, alla morte del quale succederà il figlio primogenito. Orig. in frane, su perg. 37 x 60; trac. sig. pena.; annotaz. dors, data e ogg. 1165 - 1528, lug. 1 Francesco I, re di Francia, Signore di Genova, restituisce Arch. Segr. ai Genovesi la città di Savona, a condizione che i Savonesi non siano molestati per multe od altri motivi e che non siano demoliti il molo, il porto e tutte le altre opere di difesa. Orig. membr. 53 x 58 sul cui retro è scritto il documento di cui al n. 1166; sig. di cera pend. 1166 1528, lug. 22 Teodoro Trivulzio, governatore di Genova per il re di Fran-Arch78'segr. eia, dà ad Agostino Lomellino, R. Vicario Ducale, il mandato di eseguire il decreto di cui al n. 1165. Orig. sul retro della perg. di cui al n. 1165. Istruzioni della Repubblica di Genova a Carlo Lercaro sulla sua missione presso i Viceré di Napoli e di Sicilia per potere esportare dalla Sicilia la maggiore quantità di grano possibile e per altri affari. Cop. infor. cart. ital. sec. XArIl. 1167 - 1528, ott. 26 B. 18 B/150 1168 - 1529, ott. 23 Proclama per la gabella del vino in Savona. B. 18 B/151 r ° Min. cart. in ital. 1169 - [1529] B. 18 B/152 Memoriale di Battista Spinola Grimaldi al Doge ed ai Governatori della Repubblica di Genova sullamministrazione della città di Savona. Orig. cart. ital. 1170 - 1530, giù. 30 L’imperatore Carlo V concede un reddito annuale di 300 B 18 C/l ducati d’oro ad Alessandro Balbiano, Conte di Chiavenna, ed ai suoi eredi e successori, per compensarlo dell’aiuto da lui ricevuto nella riconquista del Ducato di Milano. Cop. infor. cart. sec. XVI. ini - 1531, feb. 12 Francesco II Sforza, duca di Milano, dispone per il paga-B. 18 C/2 mento dell’annuo reddito di cui al n. 1170. 1172 1532, ag. 2 B. 18 C/3 Cop. infor. cart. sec. XVI. Transazione tra Giacomo Doria, rappresentante la Repubblica di Genova, e due fratelli veneziani patroni di 2 navi, sul pagamento del trasporto di 350 chili di grano da Noli a Genova. Orig. su perg. 52,5 x 32,5 conten. pure i docum. di cui ai nn. 1173 e 1174. - 192 - 1173 - ^532, ag.^ 3 j due patroni di navi di cui al n. 1172, dichiarano di aver ricevuto da Giacomo Doria ducati 248 e mezzo. Orig. sulla perg. di cui n. 1172. 1174 - 1^532, ®s.^2i Uno dei due patroni di cui al n. 1172 restituisce a Giacomo Doria scudi 21 ed un terzo. Orig. sulla perg. di cui n. 1172. 1175 B^is SS 26 ^ Doge ed i Governatori della Repubblica di Genova de- cretano che i giudici delle cause d’appello dell’isola di Scio devono sentenziare. Infor, cart. sec. XVI. 1176 - 1533, feb. io L’imperatore Carlo V e Giovanna sua madre, comandano a B. 15,81 tutti i loro luogotenenti, Generali e Viceré, ed a tutti gli altri ufficiali, specialmente nel regno di Sardegna, di rispettare il trattato concluso tra essi e la Repubblica di Genova, in particolare la facoltà che questa ha di nominare e revocare i suoi Consoli di mare nei territori imperiali. Due cop. infor. cart., sec. XVI, in spagnolo. 1177 - 1533, feb. 27 papa Clemente VII, l’imperatore Carlo V, i duchi di Milano, di Ferrara, di Mantova e di Savoia, le Repubbliche di Venezia, di Genova, di Siena, di Lucca e di Firenze, stipulano una alleanza fra loro per la difesa di tutta l’Italia. Cop. infor. cart. sec. XVI; Cop. infor. cart. sec. XVII. 1178 - K533,^ apr. 7 L’imperatore Carlo V dichiara di non aver avuto alcuna intenzione di recare pregiudizio ai diritti e privilegi da lui concessi ai Genovesi, includendoli nella lega del 27 febbr. 1533, in particolare al privilegio di dover comparire solo davanti ai propri giudici. Orig. membr. in francese, 37 x 53,5; trac. sig. pend. 1179 - 1533, apr. 8 L’imperatore Carlo V promette di provvedere a suo carico B. 15/84 aj contributo che la Repubblica di Genova, in caso di necessità, dovrebbe dare in virtù del trattato del 27 febbr. preced., al quale essa ha aderito. Orig. mctnbr. in frane., 34 x 54; trac. sig. pend. liso - 1534, sett. 28 II re di Spagna ordina al Viceré di Sicilia di far osservare B. 15/85 tutti i privilegi che i Consoli e la nazione genovese hanno in questo regno. Cop. infor. cart. sec. XVI in spagnolo. 118» - 1535, gen. 26 Come al n. 1158. B 15/86 Cop. autent. cart. del 12 febbr. sticcess. in spagnolo. - 193 - 14. 1182 - 1535, feb. 25 G. Giacomo Caserta, messinese, nomina due procuratori per stilTfier ] ottenere dal medico Ottaviano Gentile Odorico, genovese, la B. 15/87 restituzione di uno schiavo negro fuggito dalla sua casa. Orig. membr. gravem, guasto e lacun., 49,5 x 35,5; trac. sig. ad. 1183 - 1535, apr. 28 L’imperatore Carlo V dichiara che la nuova conferma della B. 15/88 jega 27 febbr. 1533, da parte della Repubblica di Genova, non pregiudica le due dichiarazioni da lui fatte a favore di essa in data 7 e 8 apr. 1533 (v. nn. 1178 e 1179) ivi inserite e ratificate. Orig. membr. in frane., 52,5 x 73; trac. sig. -pend.; Cop. infor. cart. sec. XVI. U84 - 1536, nov. 1 L’imperatore Carlo V conferma alla Repubblica di Genova B' 15/89 il suo stato e le sue libertà, consentendo al Doge della medesima l’uso dell’abito e di tutte le decorazioni ducali, dei titoli, onori, privilegi, etc. di cui godono gli altri capi di Stato, salvi sempre i diritti dell’impero. Cop. infor. cart. sec. XVII. 1185 - 1538, feb. 13 Lettera credenziale del Doge di Venezia, Andrea Gritti, a [1537 St. ven.] favore di Vincenzo Fidel, inviato presso la Repubblica di B. 15/90 „ Genova. Orig. membr. 36 x 44; indie, dors, data, ogg. e destinatario; trac. sig. pend. 1186 - 1538, mag. 21 Sentenza pronunciata da un giudice deputato dal Papa nella B. 18 c/6 causa fra il mercante genovese Damiano di Negro e tale Francesco Oliveri. Orig. membr. 40 x 30; trac. sig. pend. 1187 - 1546, mar. 30 II Rettore ed il Consiglio di Ragusa nominano Giuseppe B. 18 c/7 Giustiniani fu Cristiano, Console dei cittadini di Ragusa dimoranti in Scio. Cop. autent. cart. del 23 dicemb. 1551. 1188 - 1546, apr. 4 La città della Napoule nomina un procuratore per esigere B. 18 C/8 dalla Repubblica di Genova 2500 scudi d’oro, quale rasir-cimento dei danni ricevuti da alcune navi genovesi. Orig. in frane, su perg. parzialm. rotta e lacun., 75 x60,5 conten. pure il docum. di cui al n. 1189. 1189 - 1546, apr. 6 La città di Cannes nomina un procuratore per esigere dalla Repubblica di Genova 600 scudi d’oro quale risarcimento dei danni ricevuti da alcune navi genovesi. Orig. in frane, sulla perg. di cui al n. 1188. 1190 - 1547, mar. 31 H Doge ed i Governatori della Repubblica genovese ratifi- B18C/10 7 cano l’elezione di Giuseppe Giustiniani fu Benedetto a Con- — 194 - sole dei sudditi francesi dimoranti nell’isola di Scio, fatta dal re di Francia. Cop. infor. cart. sec. XVI. 1191 - s™- 31 Giovanni de Vega, Viceré di Sicilia, conferma ai Genovesi il privilegio del loro foro. Cop. autent. 13 genn. 1563 [1562 stile fiorent.] in un quader. cart. preceduto da un estratto del tratt. del giug. 1261 tra Manfredi, re di Sicilia, ed il Comune di Genova (v. n. 354); da un estr. di quello stipulato da Martino e Maria, re e regina di Sicilia, il 27 agost 1392 col Comune suddetto (v. n. 688); dal docum. di cui al n. 924 e dal docum. di cui al n. 1103. 1192 - ^550^ <^29 H Doge di Venezia conferma l’elezione di Giuseppe Giusti- ' niani fu Cristiano a Console dei Veneziani, in Scio, fatta dal Bailo dei Veneziani in Costantinopoli. Cop. autent. cart. 23 dicem. 1551 in ital. 1193 - 1551, d.c. 12 Nicolò Marganich vende a Francesco De Santis di Ortona, B 18 C/1~ cinque ragazze turche prese dai Crociati nella guerra condotta dall’imperatore contro i Turchi. Orig. membr. 52 x 24; due sig. ader. 1194 - 1553, sett. 23 Istruzioni della Repubblica di Genova all’ambasciatore in- B. 18 C/i3 caricato di chiedere aiuti militari allTmperatore per recuperare la Corsica. Min. cart. in ital. 1195 - 1560,^ Istruzioni di Carlo IX, re di Francia a Bernardo Fortia, suo B.8’18 V/i4* Consigliere, inviato presso la Repubblica di Genova affinchè siano restituiti al Conte Scipione Fieschi tutti i suoi beni. Cop. infor. cart. in franc, sec. XVI. 1196 - 1561, feb. 17 Carlo IX, re di Francia, trasmette al Governatore di Lione lettere indirizzate ai Governi di Genova e Lucca, per far revocare le taglie da questi poste contro i loro sudditi rifugiatisi in Francia. Cop. infor. cari, in ital. sec. XVI. 1197 - 1562, die. 20 jj regno di Sicilia, per riscattare una parte del regio patri- monio e sopperire alle spese della difesa, offre al suo re Filippo II di Spagna l’aumento per dieci anni avvenire di due imposte sulle merci nella misura e colle condizioni ivi enunciate. Cop. infor. scc. XVI in ital. in un quader. cart. 1198 - 1562, die. 27 Filippo II di Spagna, re di Sicilia, decreta di dar corso all’esazione delle due imposte di cui al n. 1197. Cop. autent. cart. 10-12-1565 in ital.; sig. ader. terg. - 195 - „99 - 1563, gen. 7 Risposta del March. d'Oriolo, R. Commiss. Generale in Si-B. 15/94 ciiia) acj una supplica presentata dal Console genovese. Attestato cart. sincrono in ital. 1200 - 1563, gen. 9 ç b Imperiale, Console dei Genovesi, supplica il Vicere di B 15/95 Sicilia di far scarcerare alcuni mercanti genovesi e di far restituire ad essi le loro scritture e libri di commercio. Origi. cart. in ital.; sig. ader. 1201 - 1563, L’ambasciatore di Genova supplica il re di Sicilia per log- B. 15/96 getto di cui al n. 1200. Infor, cart. in ital. 1202 - 1563, mar. 20 Giorgio Salamagna, R. Maestro Credenziere della R. Secre- 1203 - 1563, mar. 27 ^ £ Dogana di Palermo, dichiara quali diritti pagano i B 15/97, 98, Catalani ed i Genovesi nei loro commerci. 99. Tre cop. autent. eart. in ital. del 10-12-1565; sig. ader. nel docum. n. 1203, trac, nei nn. 1202 e 1204. 1205 - 1565, ag. 24 L’imperatore Massimiliano II dichiara di aver ricevuto in B- 18 c/16 prestito dalla Repubblica di Genova trentamila scudi d oro, e promette di restituirli. Orig. membr. 30 x 39,5; trac. sig. ader. Ventotto mercanti genovesi residenti in Messina, convocati nella casa del loro Console Stefano De Franchis, deliberano di costringere ad un prestito tutti i Genovesi abitanti in Messina e di applicare un’imposta sulle merci che i Genovesi importano od esportano da Messina, finché dureranno le spese delle cause in difesa dei loro privilegi. Cop. autent. cart. sincrona in ital. Istruzioni del Governo genovese a G. B. Centurione e Giov. Agostino Carrocio. Orig. cart. in ital. 1206 - 1565, ott. 25 B. 15/100 1207 - 1566, ag- 9 B. 18 C/17 1208 - 1568, feb. 7 Deposizioni di testimoni, esaminati dal Consolato genovese [1567 St. fior.] - ’ . ’• . T~\ • _ ----1-" B. 18 C./18 1209 - 1569, feb. 19 B. 15/101 in Messina, a richiesta di Pietro Doria e Visconte Giustiniani. Cop. autent. cart. in ital. del 23 febbr. succ.; trac. sig. ader. Il March, di Pescara, Viceré di Sicilia, ordina l'esecuzione dell’inserito decreto di Filippo II di Spagna del 22 sett. preced. confermante i privilegi dei Genovesi. Cop. autent. cart. del 29-10-1601 ; sig. ader. 1210 - 1569, giù. 27 Alessandro Riario, Protonotaro Apostolico, deputato dal Pa-B. 15/102 pa^ jnvij-a jj Doge, i Governatori e lArcivescovo di Genova, tutti i Duchi, Conti, Marchesi, etc. aventi giurisdizione tem- - 196 - porale, a costringere con l’arresto personale e con l’alienazione dei suoi beni il Sig. Pellegro De Franchis, genovese, già scomunicato per un debito di 200 scudi d’oro verso Giovanni Buttasasso, fiorentino, a pagare la detta somma oltre i danni, spese ed interessi al suo creditore. Orig. membr. 24 x 34; trac. sig. pend.; annot. dors, relat. alVogget. ed alla concessione del braccio secolare. 1211 - 1577, mag 15 La Repubblica di Genova concede ai Conservatori di Pavia B. 18 c/19 ja ]jcenza poter esportare dal suo territorio 30 some di olio, nonché quella di trasportare attraverso di esso qualunque quantità di olio forestiero. Orig. cart. in ital.; sig. ader. terg. 1212 - 1577, giù. 18 Lasciapassare rilasciato dalla città di Marsiglia per cento- B. 18 c/20 cinquanta mezzarole di olio dirette per Sestri Ponente a Pavia. Orig. cart. in frane.; sig. ader. 1213 - 1577, nov. 8 L’imperatore Rodolfo II conferma alla Repubblica di Geno- B 15/103 va la donazione di Montoggio, Varese e Roccatagliata fatta da Carlo V il 21-2-1548 e confermata da Massimiliano II il 12-4-1565 come da relativi atti ivi inseriti. Cop. infor. sec. XVII in un quader. cart. 1214 - 1583, ag. 14 Guglielmo, Duca di Mantova, e del Monferrato, rende nota B 15/104 la convenzione stipulata col Duca di Terranova, Governatore di Milano, e colla Repubblica di Genova per mettere i rispettivi banditi neH’impossibilità di nuocere ai loro stati. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 1215 - 1583, ag. 30 Don Carlo d’Aragona Duca di Terranova, Governatore di B. .5 /105 Milano per il re di Spagna e suo Capitano Generale in Italia, rende nota la convenzione stipulata col Dege di Genova e col Duca di Mantova e del Monferrato di cui al n. 1214. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 1216 - 1585, sett. 1 Contratto stipulato fra Pietro di Mendoza, ambasciatore del B 18 C/21 re di Spagna a Genova, e due bottai genovesi che si impegnano a prestare la loro opera al servizio del Principe di Parma, Capitano Generale del re di Spagna in Fiandra, per 12 scudi d’oro al mese ciascuno. Orig. cart. in spagn. 1217 - 1585, ott. 2 Alcuni cittadini genovesi ivi nominati eleggono un procu- B 15/106 y ratore per fare valere dinanzi a qualunque magistrato l’in- - 197 - serito privilegio del 25 agost. 1554 che conferma ai Genovesi l’esenzione ad ogni imposizione e tributo nella città di Tortosa. Cop. autent. 8-10-1620 in un quader. cart.; sig. ader. 1218 - 1586, apr. 21 Doge di Venezia presenta e raccomanda alla Repubblica di Genova Gerolamo Lippomano, suo ambasciatore presso il re di Spagna. Orig. membr. in ital. 43,5 x 57; indie, dors, mittente c destinat.; trac. sig. pend. 1219 - 1587, ott. 17 Vincenzo, Duca di Mantova e del Monferrato, fa sapere di B 15/108 avere rinnovato con la Repubblica di Genova la convenzione di cui al n. 1214. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 1220 - 1587, ott. 31 La Repubblica di Genova ed il Governatore di Milano rin- B. 15. i09 novano per altri cinque anni la convenzione di cui al n. 1215. Orig. cart. in ital.; due sig. ader. 1221 - g595, g:u. 8 Alessandro di Sangro, Referendario del Papa, dichiara di ricevere da Giuseppe e Vincenzo Giustiniani 3250 scudi per conto di Adriana Carafa, Duchessa di Torre Maggiore, sua madre. Gaspare Garzonio dichiara di ricevere duemila e cento scudi da Adriana Carafa, Duchessa di Torre Maggiore, per case da lui vendutele. Cop. infor. sec. XVll, mutila, su pergam. 22 x 30 conten. pure gli atti di cui al nn. 1224 e 1225. 1222 - ^595,^ giLL 19 RanUccio I Farnese, Duca di Parma e Piacenza, enuncia gli articoli concordati con la Repubblica di Genova per cinque anni per la repressione dei rispettivi banditi. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 1223 - 1595, giù. 21 jj Governo genovese ordina al Podestà di Rapallo, al Capi- tano di Chiavari, al Podestà di Sestri, al Capitano della Spezia ed al Podestà di Varese di pubblicare il giorno 25 prossimo nelle loro rispettive giurisdizioni la convenzione di cui al num. prec. qui riportata. Orig. cart. in ital.; trac. sig. ader. 1224 - [1595, sett. 12] Frammento di un atto con cui Alessandro di Sangro nomina B. 15/110 un suo procuratore. Sulla pergam, di cui al n. 1221 1225 - 1595, sett. 22 fl procuratore di Alessandro di Sangro dichiara di ricevere B' 15/110 da Giuseppe e Vincenzo Giustiniani 3250 scudi per conto di Adriana Carafa, Duchessa di Torre Maggiore. Frammento sulla pergam, di cui al n. 1221. - 198 - 1226 - 1597, mar. 28 Processo della causa svoltasi dinanzi la R. Udienza di Ca- B 15/115 19 gli31'! fra G. Antonio Martino, Console genovese, ed alcuni privati cittadini genovesi e sardi. Cop. autent. 27 genn. 1604 in un quader. cart. 1227 - 1599, die. 29 La Repubblica di Genova, accogliendo la richiesta di Lu- dovico Altariva, qui riportata, lo ammette all’ufficio di Console Catalano in Genova. Cop. infor. cart. sec. XVII. 1228 - 1600, feb. 17 n Viceré di Sicilia ordina a tutti gli ufficiali del regno l’os- B' 16/1 servanza dell’inserito privilegio del 14 giugno 1599 con cui Filippo III, re di Spagna, conferma ai Catalani dimoranti in Sicilia tutte le concessioni fatte dai suoi predecessori. Cop. autent. sec. XVII in un quader. cart. 1229 - 1600, lug. 12 II re di Spagna scrive al Viceré di Majorca perchè sia resa B 16/2 giustizia a Giovanni Maria Corniglia, genovese detenuto. Cop. infor. cart. sec. XVII in spagn. - 199 - * SECOLO XVII 1230- 1601, apr. 23 I] Governatore dello Stato di Milano concede agli ufficiali di giustizia della Repubblica di Genova il permesso di entrare nel detto Stato per arrestare coloro che hanno ucciso il Doge di essa Repubblica. Orig. cart. in ital, privato del sig. ader.; annot. dors, data e ogg. 1231 - 1602, apr. 17 La Repubblica di Genova incarica Matteo Senarega e Gior- gio Centurione di provvedere con la riparazione dei muri e con corpi di guardia alla sicurezza della fortezza di Savona. AUn. cart. 1232 - 1603 ott. io i] re di Spagna raccomanda al Viceré di Sicilia la piena os- servanza dei privilegi dei Genovesi. Cop. infor. cart. in spagn. sec. XVll. 1233 g604^6’1' ?0 II Viceré di Sardegna decreta che il console dei Genovesi dimoranti a Cagliari dove conoscere solo delle cause di cui è competente come console. Estr. infor. cart. sec. XVll in spagn. e relativa trad. ital. 1 “34 - g60^^8' ~7 Ettore Pignatelli, Luogotenente e Capitano Generale di Filippo III di Spagna in Catalogna, in seguito alla nomina fatta dalla Repubblica di Genova, concede a G.B. Treglia genovese l’ufficio di console di mare dei Genovesi in Barcellona. Cop. infor. cart. sec. XVII. 1235 - [1606] Relazione sul conflitto di giurisdizione tra il console dei Ge- B 16/8 novesi e quello dei Francesi in Barcellona. Infor, cart. in spagn. 1236 - ^607 mag. il Gaspare Carbonello, notaio d’Alghero, certifica il compenso ricevuto dai due curatori della nave del capitano Paolo Du- - 200 - ramte, naufragata nel porto di Conte, e dal giurisperito Agostino Angelo Delitala, consigliere nelle cause del detto naufragio. Orig. cart. in spagn.; sig. ader. 1237 - [1607] Supplica dell’ambasciatore genovese al re di Spagna per gli ostacoli frapposti dal Viceré di Sardegna alla giurisdizione dei consoli genovesi in quell’isola. Infor, cart. in ital. 1238 - [1607] B. 16/11 Relazione del Viceré di Sardegna al re di Spagna sull’oggetto di cui al n. 1237. Infor, cart. in spagn. 1239 B6°i6 pU 20 Lettera di un consigliere del re di Spagna all’ambasciatore di Genova in riferimento all’oggetto di cui ai num. 1237 e 1238. Orig. cart. in spagn.; trac. sig. ader. terg. 1240 - [1607] B. 16/13 Supplica dell’ambasciatore di Genova al re di Spagna per 1 oggetto di cui al n. 1235. Infor, cart. in spagn. 1241 - 1607, B. 16/14 Filippo III, re di Spagna, ordina al suo luogotenente nel regno di Sardegna ed al tribunale della R. Udienza di trasmettergli il fascicolo processuale della causa originata dalla cattura di due navi veneziane da parte di una nave spagnola, per poterlo esaminare prima che sia emanata la sentenza. Min. cart. 1242 - 1608, mag. 2 La Repubblica di Genova fa le sue rimostranze al Viceré B !fl 1 di Barcellona per il trattamento fatto al suo console, G.B. Treglia, ostacolato nell’esercizio della sua carica e poi carcerato. Cop. infor. cart. scc. XVII in ital. 1243 - 1608. mag. 5 La Repubblica di Genova chiede ai Consiglieri di Barcellona B 16 16 la liberazione del suo console. Cop. infor. cart. scc. XVII. 1244 - 1608, ott. 2 II re di Spagna ordina al Viceré di Sardegna di far rilasciare, da parte dei notai, ai consoli genovesi ed ai curatori della nave di Paolo Durante, naufragata in Sardegna, gli atti della relativa causa. Cop. infor. cart. sec. XVII in spagn. - 201 - 1245 - 1609, feb. 17 B. 16/18 Il Marchese Carlo di Burgau presenta e raccomanda alla Repubblica di Genova Carlo di Hohemberg il quale desidera prestare servizio nella marina genovese. Orig. cart. in ital.; sig. ader. terg. 1246 - [1609?] B. 16/19 Notizie genealogiche relative al Marchese di cui al n. 1245. Infor, cart. in ital. 1247 - 1613, gen. 21 B. 16/20 1248 - 1613, gen. 21 B. 16/21 1249 - 1613, gen. 21 B. 16/22 1250 - 1613, mar. 4 B. 16/23 1251 1252 1613 B. 18 D 1620, lug. 3 B. 16/25 L’imperatore Mattia conferma alla Repubblica di Genova il privilegio del monopolio del sale concesso dall imperatore Massimiliano I il 4 aprile 1513 (v. n. 1090) qui inserito con le successive conferme. Orig. in un quader. membr.; grande sig. cera pend. L’imperatore Mattia conferma alla Repubblica di Genova il privilegio dello Stato e delle libertà concesso da Carlo V il I novembre 1536 (v. n. 1184) qui inserito con le successive conferme. Orig. in un quader. membr.; grande sig. cera pend, in una teca di legno. L’imperatore Mattia conferma alla Repubblica di Genova il privilegio del possesso delle terre concesse da Carlo V il 29 giug. 1529 qui inserito con le successive conferme. Orig. in un quader. membr.; grande sig. cera pend. L imperatore Mattia concede agli ambasciatori genovesi un posto d’onore nella Cappella imperiale assieme agli altri ambasciatori. Orig. cart.; sig. ader.; Cop. autent. cart. 12-11-1707; Tre cop. infor. cart. sec. XVll. II Sultano Achmed I conferma il trattato stipulato nel 1453 tra Maometto II ed i Genovesi di Galata. Orig. cart. in turco in una teca di legno. Bertolotto, pp. 560-2. Lettera della Repubblica di Genova a G.B. Saluzzo, suo ambasciatore presso il re di Spagna, per l’aumento del dazio di entrata e di uscita sulle merci dei forestieri in Barcellona. Orig. cart. in ital.; sig. ader. terg. 1253 1620, lug. 11 B. 16/26 Gerolamo Negrotti, console genovese a Barcellona, informa G. B. Saluzzo, ambasciatore genovese a Madrid, del nuovo dazio di cui al n. 1252. Orig. cart. in ital. - 202 - 1254 1620, ag. 18 B. 16/27 1255 - [1620] B. 16/28 L’imperatore Ferdinando II conferma alla Repubblica di Genova i quattro inseriti privilegi rispettivamente concessi uno da Massimiliano I e tre da Carlo V. Orig. in un quader. membr.; grande sig. cera pend, in una teca di legno. Osservazioni sui dannosi effetti e sulla antigiuridicità della deliberazione di cui al n. 1256. Infor, cart. in spagn. 1256 [1620] B. 16/29 L’ambasciatore della Repubblica di Genova chiede al re di Spagna l’annullamento della deliberazione della città di Barcellona che impone sulle merci dei forestieri tanto per la entrata quanto per l’uscita, il dazio del 10%. Infor, cart. in spagn. 1257 - 1620, ag. 29 jj re Spagna chiede al Viceré di Catalogna informazioni sull’oggetto di cui al n. 1256. Cop. infor. cart. sec. XVII in spagn. 1258 - [1620] B. 16/31 Esposizione del contenuto della deliberazione di cui al numero 1256. Infor, cart. in spagn. 1259 - H>2a ott. 24 jj yjcerè di Catalogna risponde alla lettera di cui al n. 1257. Orig. cart. in spagn. 1260 - [1620] B. 16/33 126! [1620] B. 16/34 1262 - [1620] B. 16/35 1263 - 1622, ott. 17 B. 16/36 L’ambasoiatore genovese trasmette alla Corte di Spagna il memoriale (di cui al n. 1261) contro i danni arrecati al console genovese in Barcellona, sollecitando gli opportuni ripari. Infor, cart. in spagn. L'ambasciatore genovese chiede al re di Spagna di far osservare in Barcellona ed in Sardegna gli articoli dei trattati stipulati precedentemente dai re di Aragona con la sua Repubblica relativi all’esercizio della giurisdizione dei consoli di mare genovesi e all’esenzione dei diritti ai Genovesi in terra spagnola. Infor, cart. in spagn. Indice di documenti precedenti relativi agli anni 1221-1620. Infor, cart. in ital. ' m * • , Capitolo di lettera scritta da Camillo Pallavicino, console dei Genovesi in Palermo, al Senato Genovese per l’oggetto di cui al n. 1264. Estr. injor. cart. in ital. sec. XVII. - 203 - /264 - H622] Memoriale dell’ambasciatore di Genova al re di Spagna per ottenere la conferma dei privilegi relativi alla giurisdizione dei consoli genovesi nel regno di Sicilia, concessi e confermati dai precedenti re. Infor, cart. in ital. 1265 - [1622] Riassunto delle scritture mandate al Senato genovese dall’am- B. 16/38 basciatore di cui al n. 1263 per l’oggetto di cui al n. 1264. Infor, cart. in ital. 1266 - 1625. nov. 12 Papa Urbano Vili a richiesta della Repubblica di Genova B 17/1 dichiara festa di precetto in tutto il territorio di dominio genovese il giorno della natività di S. Bernardo. Orig. membr. 32 x 44; trac. sig. ader. terg.; annot. dors, data e ogg. 1267 - 1627. ag. 28 II Governo genovese conferma per altri cinque anni a Leo- B 18 C nardo Galletti la carica di Console dei Genovesi a Civitavecchia. Orig. in ital. su perg. 21x36. 1268 - 1628, mag. 7 La Repubblica di Genova concede la chiesa di S. Bernardo B' 17/2 ai frati del detto Santo. Notizia. - Infor, cart. sec. XVll. 1269 - 1629, lug. li II Senato genovese invita i Procuratori ad esprimere il loro parere sul costruendo convento di S. Bernardo, etc. Cop. infor. sec. XVll su fogl. cari, conten. pure gli atti di cui ai nn. 1270, 1271, 1272. 1270 - 1629, lug. 18 II Senato genovese invita G. Stefano Doria e G. B. Baliano B' 17/?' ad esprimere il loro parere sull’ogg. di cui al n. 1269. Cop. infor. sec. XVll in ital. sul fogl. cart. di cui al n. 1269- 1271 - 1629, ott. 25 Relazione del Senato genovese sul costruendo convento, sulla B‘ 17/3 dotazione e sui lavori della chiesa di S. Bernardo. Cop. infor. sec. XVll in ital. sul fogl. cart. di cui al n. 1269• 1272 - 1629, nov. 23 II Senato genovese delibera sull’ogg. di cui al n. 1269 in B 17/3 v conformità del parere espresso dai Procuratori. Min. sul fogl. cart. di cui al n. 1269. 1273 - 1633, lug. 15 L’Abate del monastero della Beata Maria e del Beato Ber- B 17 /7 nardo di Chiaravalle, nella diocesi di Langres, dona alla - 204 - Repubblica di Genova una vertebra di S. Bernardo, consegnandola ad Agostino Centurione, Legato genovese in Francia. Orig. membr. 32 x 49; due sig. di cera penden.; nella stessa teca metall. cop. infor. cart. sec. XVII. 1274 - 1634, gen. 12 Istruzioni date dalla Repubblica di Genova a G. Ambrogio B 17/8 Fiesco e G. B. Mercante, eletti Commissari delle fortezze di Savona. Orig. in ital. in un quader. cart. 1275 - 1636, ag. 12 L’imperatore revoca il decreto secondo il quale la Repubblica B 17 /Q di Genova deve riconoscere in particolare i feudi imperiali che finora e da antica data ha riconosciuto in generale. Orig. cart.; sig. ader. 1276 - 1638, feb. 25 L’ambasciatore spagnolo denuncia la condotta tenuta dalla D IO p ^ ^ Repubblica di Genova contro l’impero. Infor, cart. in spagn. 1277 - 1638, giù. 26 Cronaca della pratica svolta da Girolamo Rodino, ambascia- B^n/iO 25 tore della Repubblica genovese, presso l’imperatore per avere la conferma di alcuni privilegi. Infor, cart. in ital. 1278 - 1640 mar. 14 La Repubblica di Genova accoglie l’inserita istanza del 23 B 17 11 genn. preced. del Capit. di Fanteria Giovanni Pietro Orto di Ajaccio, il quale chiede di poter coltivare alcune terre in Corsica. Cop. autctit. sec. XVII su perg. 50 x 36; sig. ader.; annot. di cancelleria ed archivistiche in calce e sul dorso. 1279 - 1641, sett. 2 L’imperatore Ferdinando III insignisce il Doge di Genova B 17 12 del titolo di «Serenissimo». Orig. cart.; sig. ader. terg. 1280 - 1641, sett. 2 L’imperatore Ferdinando III decreta l’applicazione di quanto B 17/13 al n. 1279. Cop. infor. cart. sec. XVII da altra autent. del 4 nov. 1641. 1281 - 1648, apr. Relazione sulla cattura del Duca di Guisa e sulla riconquista B 18 cv244 ^ Napoli da parte degli Spagnoli. Cop. infor. cari, in ital. scc. XVII. 1282 - [1648, Ott. 241 Sommario del trattato di pace fra l’imperatore e la Francia B 17/14 tradotto dal francese in ital. Slampa. - 205 - )283 - ^649^ se»- 15 Lettera credenziale con cui il Sultano dei Turchi manda a Filippo IV, re di Spagna, alcuni doni e proposte per un trattato di pace tra loro. Cop. infor. cart. sec. XVII in ital. 1284 - 1653, feb. io Libro delle spese sostenute per la costruzione della strada B. 18 c/25 che dalla Spezia va fino alla sommità delle Alpi che dividono la Liguria dalla Lombardia, costituito dall’elenco degli uomini che vi lavorarono, divisi secondo i rispettivi luoghi di abitazione, e delle giornate di lavoro ad essi pagate. Orig. cari, in ital. 1285 - ^656, feb. l pjer Antonio Patricio da Roma manda ad Alessandro Spinola doge di Genova, una prova della sua devozione alla Repubblica. Orig. cart. in ital. 1286 - ^660^ apr. 25 j] re Spagna dichiara che la Repubblica di Genova, sua alleata, è inclusa nella pace stipulata tra lui e la Francia il 7-11-1659. Orig. cart. in spagn.; sig. ader. 1287 " 1 Disposizioni del Senato genovese per ottenere dall’imperatore la conferma di alcuni privilegi della Repubblica. Infor, cart. in ital. 1288 - 1662, feb- 6 II Gran Maestro di Cerimonie della Corte britannica attesta B' 17 19 che il re d’Inghilterra ha concesso gli onori regi all’ambasciatore della Repubblica genovese. Orig. cart. 1289 - ^663^ sett. 3 j] Legato genovese viene ammesso a prestare giuramento di fedeltà all’imperatore per alcuni feudi imperiali che la Repubblica possiede in Liguria. Cop. infor. cari. sec. XVll. 1290 - [1670] B. 18 C/26 Apologia del Cardinale Rospigliosi, nipote di Clemente IX alla Corte di Roma. Infor, cart. in ital. mutilo, preceduto da una lirica relativa alla lotta per la successione pontificia. 1291 - 1672. gen. 13 La Repubblica di Genova comunica alla Turchia di aver ordinato a Lorenzo Callero, Segretario del fu Pompeo Giustiniani, Ministro genovese presso l’Alta Porta, di sostituirlo finché provvederà alla nomina del successore. Min. in ital. su perg. 37 x 29. - 206 - 1292 - M672] ^ Istruzioni date dalla Repubblica di Genova ai due suoi amba- sciatori inviati al Congresso di Casale per trattare la pace coi Ministri del Duca di Savoia, mediatore il re di Francia. Infor, cart. in ital. 1293 - 1673, gen. 25 Carlo Emanuele II, Duca di Savoia, ratifica gl’inseriti articoli B 17/22 di pace tra lui e la Repubblica di Genova, formulati da Luigi XIV, re di Francia, il giorno 18 preced. Orig. in frane, in un quader. membr.; sig. ader. 1294 - 1673, giù. 16 I] re di Francia ordina il rilascio di tutti i bastimenti geno- B js C/28 vesi catturati e trattenuti nei porti di Tolone e Marsiglia in esecuzione di una sua precedente disposizione. Cop. autent. cart. in frane, del luglio srccess. 1295 - 1673, lug. 15 II Principe di Monaco trasmette al Sig. de La Motte l’ordine B' 18 c/29 di cui al n. 1294. Orig. cart. in frane. 1296 - 1675, gen. 25 La Repubblica di Genova comunica al Primo Visir del Gran B. 18 c /30 Signore dei Turchi di aver destinato Agostino Spinola quale Ministro residente presso quella Regia Corte. Orig. in ital. su perg. 42 x 29,5; sig. ader. terg. 1297 - 1678, ag. 15 Ferdinando Verbiest, Vice Provinciale della Missione cinese B 17/23 chiede rinforzo ai suoi confratelli europei. Cop. infor. cart. sec. XIX. 1298 - 1688, gm. 22 Un plenipotenziario dell’imperatore Leopoldo I a Venezia, B 17 ~4 a nome di questi riceve in prestito con l’interesse del 5% all’anno dai nobili genovesi Carlo e Giuseppe De Ferrari, la somma di 6000 ducati. Orig. in un quader. cart. conten. pure l'atto di cui al n. 1299. 1299 - 1688, lug. 5 L’imperatore Leopoldo I ratifica l’atto di cui al n. 1298. B. 11J..A Orig. nel quader. cart. di cui al n. 1298; trac. sig. ader. 1300 - 1694. ag. 6 ]] Senato genovese dispone la traduzione di Caterina Mereta, B 17/26 > suddita dei Fieschi, pretesa rea d’infanticidio, nelle carceri criminali. Orig. cart. in ital. i?oi - 1695, oit. 5 il Doge ed i Governatori, il Senato di Genova ad istanza di n » *7 ?o O G. B. Centurione dispongono per la cattura di Francesco Nobili di Campi, suddito del detto Centurione, condannato alle galee per furti. Du« min. in ital. in un fogl, cart. conten. pure l’atto di cui al n. 1302, - 207 - SECOLO XVIII 1308 - 1709, sett. 3 L’Imperatore Giuseppe I decreta che alla Repubblica di Ge- nova, ai suoi ambasciatori e ministri, siano resi gli stessi onori tributati agli altri Stati, ed ai rispettivi rappresentanti, e che la medesima possa mettere nel proprio stemma la corona reale. Orig. priv. del sig. 'pend,, in un quader. membr. rilegato in velluto cremisi; Cop. infor. cart. sec. XVIII. 1309 - [1712, sett. 23] Trattato di amicizia e di commercio tra il Sultano dei Turchi B 17/34 Achmet Han e la Repubblica di Genova. Cop. infor. incompleta, sec. XIX, in ital. in un quader. cart. 1310 - 1713, mag. 22 Passaporto rilasciato da Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia B. 18 C/33 e prjncjpe di Piemonte, a favore di tal Giacomo Porro e di una persona che lo accompagna. Orig. cart. in ital.; sig. ader. 1311 - 1725, apr. 30 Trattato di pace tra Carlo VI, imperatore, e Filippo V re B. 17/35 Spagna. Cop infor. sec. XVIII in un quader. cart. 1312 - 1735, mag. 16 La Repubblica di Genova ratifica la convenzione firmata il B. 17/36 giorno 3 prec. dai suoi plenipotenziari e da quelli del re di Sardegna per la risoluzione delle controversie di confini fra i rispettivi Stati. Min. cart. in ital. 1313 - 1743, sett. 13 Articolo 10 del trattato concluso a Vienna col quale la regina 7 d’Ungheria cede al re di Sardegna il Marchesato del Finale appartenente alla Repubblica di Genova. Cop. infor. cart. sec. XVIII in ital. 1314 - [1744-45] La Repubblica di Genova dichiara di aver dovuto accettare B. 17/38 }e 0fferte fattele dalle Corti di Francia, Spagna e Napoli per il mantenimento dei suoi Stati. Infor, cart. in ital. - 209 - 15. 1315 - 1745, mag. 1 Trattato di alleanza stipulato fra i plenipotenziarii del re di B 17/39 Spagna, del re di Francia, del re delle Sicilie e della Repubblica di Genova per evitare i danni a questa minacciati dal trattato di Worms del 17 settem. 1743. Orig. spagn. in un quader. cart. Orig. spagn. in un quader. cart. degli art. separati e segreti del trattato medesimo. Due cop. infor. cart. sec. XVIII del trattatot tradotto in ital. Cop. infor. cart. sec. XVIII dei suddetti artic. separati tradotti in ital. 1316 - 1745, mag. 25 Carlo VII, re delle Sicilie, ratifica l’inserito trattato di cui B' 17/40 al n. 1315. Orig. in un quader. cart. 1317 - 1745, giù. 4 Filippo V, re di Spagna, ratifica l’inserito trattato di cui al B 17/41 n. 1315. Orig. spagn. in un quader. cart. 1318 - 1745, giù. 4 II re di Spagna ratifica gl’inseriti artic. separati e segreti del B. 17/42 trattato di cui al n. 1315. Orig. spagn. in un quader. cart. 1319 - 1746, ott. 8 II Papa Benedetto XIV promette di raccomandare la Repub- B. 18 C/34 blica di Genoya all’imperatrice, all’imperatore, nonché ai re di Francia, Spagna, Portogallo e Sardegna. Orig. membr. 31 x 44; trac. sig. ader. terg. 1320 - 1748, apr. 30 Artic. preliminari di pace sottoscritti ad Aquisgrana dai ple- B. 17/43 nipotenziari di Francia, d’Inghilterra e d Olanda. E str. infor. sec. XVIII, in ital. in un quader. cart. conten. pure l’atto di cui al n. 1321. 1321 - 7 Lettera da Parigi relativa alla gioia del popolo francese per la firma dei preliminari di pace. Estr. infor., sec. XVIII, in ital. nel quader. di cui al n. 1320. 1322 - 1748, mag. 8 Luigi XV, re di Francia, ratifica i preliminari di pace di cui B 17/45 al n. 1320. Estr. autent. cart. sincrono in francese. 1323 - 1748, mag. 16 çjj Stati Generali delle Provincie Unite dei Paesi Bassi rati- B. 17/46 ficano i preliminari di pace di cui al n. 1320. Due estr. autent. cart. sincroni in frane. 1324 - 1748, mag. 16 Gli Stati Generali delle Provincie Unite dei Paesi Bassi rati- B. 17/47 ficano l’art. separato e segreto aggiunto ai preliminari di pace di cui al n. 1320. Due estr. autent. cart. sincroni in frane. - 210 - 1325 - 1748, gm. 28 j Ministri Plenipotenziari degli Stati Generali delle Provincie Unite dei Paesi Bassi ad Aquisgrana, accettano l’adesione della Repubblica di Genova ai preliminari di pace di cui al n. 1320 ivi inserita. Orig. frane, in un quader. cart. 1326 - g74^’^11' 28 II Ministro Plenipotenziario del re d’Inghilterra ad Aquisgra- na, accetta l’adesione della Repubblica di Genova ai preliminari di pace di cui al n. 1320 ivi inserita. Orig. frane, in un quader. cart. 1327 - giù. 28 H Ministro Plenipotenziario del re d’Inghilterra dichiara entro quali termini rispettivi di spazio e di tempo debbono cessare le ostilità fra l’Inghilterra e la Repubblica di Genova. Orig. cart. in frane. 1328 - 1748, gm. 28 II Ministro Plenipotenziario del re di Spagna ad Aquisgrana B' 17/51 aderisce ai preliminari di pace di cui al n. 1320. Due cop. autent. cart. sincr. in frane. 1329 - 1748, giù. 28 I Ministri Plenipotenziari degli Stati Generali delle Provincie Bl 17/"'2 Unite accettano l’adesione di cui al n. 1328. Due cop. autent. cart. sincr. in frane. 1330 - 1748, lug. 2 Gli Stati Generali delle Provincie Unite dei Paesi Bassi rati- B 17/*3 > ficano l’atto di cui al n. 1325 qui inserito. Orig. frane, in un quader. membr. privato del sig. pend. 1331 - 1748, lug. 8 II Ministro Plenipotenziario del re di Sardegna ad Aquisgra- na aderisce alla dichiarazione del 31 magg. prec. per la reciproca restituzione delle conquiste. Due cop. autent. cart. sincr. in frane. 1332 - 1748, lug. io I Ministri Plenipotenziari degli Stati Generali della Provincie B 17/55 > ' Unite accettano l’adesione di cui al n. 1331. Due cop. autent. cart. sincr. in frane. 1333 - 1748, lug. io II Ministro Plenipotenziario del Duca di Modena ad Aqui- B. 17/56 sgrana aderisce alla dichiarazione del 31 magg. prec. per la restituzione reciproca delle conquiste. Tre cop. autent. cart. sincr. in frane. 1334 - 1748, lug. 10 i Ministri Plenipotenziari degli Stati Generali delle Provincie B. 17/57 Unite accettano l’adesione di cui al n. 1333. Due cop. autent. cart. sincr. in frane. - 211 - 1335 - 1748, lug. io La Repubblica di Genova ratifica l’atto di adesione ai preli- B. i?/- s minari di pace di cui al n. 1325, firmato dal suo Ministro Plenipotenziario ad Aquisgrana. Min. cart. in ital. 1336 - 1748, lug. 14 Ferdinando VI, re di Spagna, ratifica l’atto di cui al n. 1328. B. 17/59 _ . Jbstr. autent. cart. sincr. in spagn. 1337 - 1748, lug. 31 Dichiarazione del Ministro Plenipotenziario del re d Inghil- terra ad Aquisgrana, nell’accettare l’adesione del Ministro Plenipotenziario della Repubblica di Genova alla dichiarazione dell’8 lugl. prec. Orig. cart. in frane. 1338 - 1748, lug. 31 n Ministro Plenipotenziario del re di Francia ad Aquisgrana accetta l’inserita adesione della Repubblica di Genova alla dichiarazione firmata l’8 lugl. dai Plenipotenziari di Francia, d’Inghilterra e degli Stati Generali delle Provincie Unite per la restituzione reciproca delle conquiste. Orig. cart. in frane. 1339 - 1748, lug. 31 j Ministri Plenipotenziari degli Stati Generali delle Provincie B 17/62 j* • i Unite ad Aquisgrana accettano l’inserita adesione di cui al n. 1338. Due orig. cart. in frane. 1340 - 1748, lug. 31 H Ministro Plenipotenziario del re d’Inghilterra ad Aquisgrana B' 17/63 accetta l’adesione di cui al n. 1338. Orig. cart. in frane. 1341 - 1748, ag. io Giorgio II, re di Gran Bretagna, ratifica l’accettazione del- l’adesione della Repubblica di Genova alla dichiarazione del-l’8 luglio, firmata dal suo Ministro Plenipotenziario ad Aquisgrana il 31 lugl. ivi inserita. Orig. membr. 36 x 49; framm. sig. di cera pend, con cordone e fiocchi rosso ed oro. 1342 - 1748, ag 28 Oli Stati Generali delle Prov. Unite dei Paesi Bassi ratificano B' 17/64 l’inserito atto di cui al n. 1339. Orig. frane, in un quader. membr.; privato del sig. pend. 1343 - 1748, ott. 18 Trattato definitivo della pace generale firmato in Aquisgrana B. 17/65 Ministri plenipotenziari di Francia, Inghilterra, Olanda, Ungheria, Spagna, Sardegna, Modena e Genova. Stampa in ital. in un quader. conten. pure gli atti di cui ai nn. 1351, 1352, 1353, 1354, 1355. - 212 - 1344 - 1748 -ii&«&6' 1350 - ^748^c- 4 Convenzione fatta a Nizza fra i Generali Plenipot. per la esecuzione del trattato di Aquisgrana a norma dell’art. 8 di esso. Orig. cart. in spagn. Due orig. cart. frane. Due cop. infor. cart. sincr. in frane. 1351 ' ì74^- Risultato delle conferenze tenute a Bruxelles e Nizza a nor- d. 17/6.? , . .. ma del trattato di Aquisgrana. Stani, ital. nel quader. di cui al n. 1343. 1352 - 1748, die. 26 Convenzione fatta ad Aquisgrana fra il Minist. Plenipot. del re di Francia e quello dell’imperatrice regina di Ungheria. Stam. ital. nel quader. di cui al n. 1343. - 213 - 1353 - 1749, gen. il Convenzione firmata a Bruxelles dai Commissari del re di B. 17/65 Francia, deirimperatrice regina d’Ungheria e degli Stati Gener. delle Prov. Unite per l’evacuazione di Fiandra. Stam. ital. nel quader. di cui al n. 1343. 1354 - 1749, gen. 18 Convenzione firmata a Nizza dai Minist. Plenipot. dellimpe- B. 17/65 ratrice regina d’Ungheria e da quelli della Repub. di Genova per l’esecuzione dell’art. XIV del trattato di Aquisgrana, concernente la restituzione dei beni della Repub. Genovese e dei suoi sudditi. Orig. cart. frane. Cop. autent. sincr. cart. in frane. Ccyp. autent. sincr. cart. in ital. Stam. ital. nel quader. di cui al n. 1343. 1355 - 1749, gen. 21 Convenzione firmata a Nizza fra i rispettivi Plenipot. per le B' ]7/6- evacuazioni d’Italia. Due orig. cart. frane. Stam. ital. nel quader. di cui al n. 1343. 1356 - 1750, ag. 18 Luigi XV, re di Francia, ratifica la convenzione firmata a B- 18 1 Compiègne il 19 luglio dal Sopraintendente Generale delle Poste di Francia e dal Ministro della Repub. di Genova per un passaggio settimanale del corriere francese dallo stato genovese. Estr. infor. cart. sincrono frane. 1357 - 1755, mag. 14 II re di Francia ratifica l’inserita convenzione stipulata il 29 B 18/^ aprile da un suo ministro con quello della Repub. di Genova per corrispondere a questa, per tre anni consecutivi un sussidio annuale di 600 mila lire tornesi, destinato a mantenere le forze dell’ordine in Corsica. Cop. infor. sincrona in frane, in un quadr. cart. 1358 - T1755, sett. 12] Convenzione tra il re di Francia e la Repub. di Genova per la B- 18//3 reciproca restituzione dei disertori. Infor, cart. ital. 1359 - 1756, mar. 13 Trattato di amicizia, di commercio e di navigazione concluso B- 18/4 a Parigi fra il plenipotenziario della Repub. di Genova e quello del re di Danimarca e di Norvegia. Min. in frane, in un quader. cart.; Orig. frane, in un quader. cart.; Due cop. a stampa affiancate dalla traduz. ital. 1360 - 1756, mag. 7 Federico V, re di Danimarca e di Norvegia, ratifica l’inserito B- 18/s trattato di cui al n. 1359. Orig. in un quader cart.; trac. sig. ader. - 214 - 1361 - H56, hig. 19 La Repub. di Genova fa pubblicare l’inserita convenzione da lei conclusa col Granduca di Toscana per cinque anni per la consegna dei rispettivi delinquenti. Stampa ital. 1362 - 1756, sett. 21 Convenzione quinquennale tra il governo di Toscana e quello B' 18/7 della Repub. di Genova per l’arresto dei banditi. Orig. ital. in un quader. cart. 1363 - 1767, mag. 15 Ministro Plenipotenziario del re di Danimarca e quello della Repub. di Genova prolungano di tre anni il termine fissato nel trattato, di cui al n. 1359, per la visita dei bastimenti nei rispettivi porti. Orig. cart. frane. 1364 - 1768, mag. 1 Progetto di trattato fra il re di Francia e la Repub. di Geno- B' 18/9 va per ristabilire l’ordine in Corsica. Infor, cart. frane. 1365 - n71, lug. 6 Convenzione firmata a Costantinopoli tra un plenipot. della Corte Imperiale e tre della Porta Ottomana per far cessare la guerra esistente tra la Sublime Porta e la Russia. Cop. infor. cart. frane, sincrona. 1366 - 1771, ott. 24 Lettera del Duca di Aiguillon per la restituzione dell’isola D 1 O /"If. di Capraia alla Repubblica di Genova, ordinata dal re di Francia. Orig. cart. in frane, privo delVindicaz. del destinatario. 1367 - 1772, feb. 3 Dichiarazione firmata da un Ministro Plenipot. del re di B' 18/11 Francia e da due della Repub. di Genova a norma dell’art. XI del trattato stipulato nel 1745 (v. n. 1315) per evitare nei porti dello stato genovese le frodi daziarie ed il contrabbando da parte delle navi mercantili francesi, nonché il rifugio in esse dei disertori e dei delinquenti. Orig. frane, in un quader. cart.; Cop. stamp. in un quader. conten. pure l’atto di cui al n. 1369. 1368 - 1772, feb. 25 Luigi XV, re di Francia, ratifica l’inserita dichiarazione di B- 18/12 cui al n. 1367. Orig. frane, in un quader. membr. 1369 - 1772, mag. 2 Dichiarazione firmata da un ministro plenipot. del re di Spa- gna e da due della Repub. di Genova per l’ogg. di cui al n. 1367 nei confronti delle navi mercantili spagnole. Orig. spagn. in un quader. cart.; Cop. stamp. nel quader. di cui al n. 1367. - 215 - 1371 - 1779, giù. B. 18/15 1370 - 1772, mag. 26 Carlo III, re di Spagna, ratifica l’inserita dichiarazione di cui B 18/14 al n. 1369. Orig. sppgn. in un quader cart. Convenzione fatta da un Ministro Plenipot. del re di Spagna e da uno della Repub. di Genova per la reciproca restituzione dei rei che si rifugiassero nelle navi di uno dei due stati ancorate nei porti dell’altro. Orig. spagn. in un quader. cart.; Cop. stamp. affiancata dalla traduz. ital. Convenzione fatta in Pontremoli tra un Commissario del Granduca di Toscana ed uno della Repub. di Genova, con l’intervento di un deputato del re di Sardegna, arbitro e mediatore, per porre termine alle controversie territoriali fra i due stati nei confini del Pontremolese. Due orig. ital. cart. 1373 - 1781, gen. 8 La Repub. di Genova ratifica la convenzione di cui al n. 1372. R 1 8 /17 1372 - 1780, nov. 6 B. 18/16 B. 18/17 1374 - 1782, mar. 9 B. 18/18 Cop. infor. cart. ital. sincrona. Artic. separato aggiunto dai rispettivi plenipot. alla convenzione stabilita fra il re di Spagna e la Repub. di Genova il 5 giug. 1779 (v. n. 1371) per la reciproca restituzione dei rei, relativo alla reciproca consegna dei rispettivi sudditi. Orig. spagn. cart.; Due cop. stamp. della detta convenzione e del detto art. aggiunto, affiancate dalle relative traduz. ital. Pietro Leopoldo I, Granduca di Toscana, elegge il conte Cosimo Conti suo plenipot. per stipulare con la Repub. di Genova una convenzione per la reciproca restituzione dei delinquenti. Orig. cart. ital. 1376 - [1783, giù. 28] Convenzione fra gli stati della Lombardia austriaca e quelli B 18/20 dipendenti dalla Repub. di Genova per la reciproca consegna dei rei. Infor, cart. ital. 1375 1783, giù. 9 B. 18/19 1377 - 1783, giù. 28 Convenzione di tre anni ed art. separato aggiunto ad essa per B 18/21 6 22 la reciproca consegna dei rei, firmata da un plenipot. del Granduca di Toscana e da uno della Repub. di Genova. Due orig. cart. ital. 1378 - g78^1^- 12 La Repub. di Genova decreta la piena osservanza nel suo territorio della convenzione di cui al n. 1377, enunciando i delitti, i rei dei quali non godranno benefìcio d’asilo. Stampa ital. 216 1379 - 1783, ag. 1 B. 18/24 1380 - 1784, feb. 25 B. 18/25 1381 - 1784, mar. 2 B. 18/26 1382 - 1784, mar. 19 B. 18/27 Il Commissario Plenipot. Imperiale in Italia ordina la pubblicazione deH’inserita convenzione per la reciproca consegna dei rei, firmata il 28 giug. da un Delegato della Lombardia austriaca e da uno della Repub. di Genova. Stampa ital. Andrea Doria Pamphili, Principe di Torriglia, nomina due rappresentanti per stipulare con la Repub. di Genova una convenzione per la reciproca restituzione dei delinquenti. Orig. cart. ital. La Repub. di Genova ordina la pubblicazione e l’osservanza deLTinserita convenzione da essa conclusa il 26 febbr. col re di Sardegna per la reciproca consegna dei rei. Stampa ital. Convenzione per la consegna dei rei firmata da un deputato della Repub. di Genova e da due del Principe Doria. Orig. cart. ital. 1383 - 1784, mar. 19 B. 18/28 1384 - 1784, ott. 20 B. 18/29 La Repub. di Genova ordina la pubblicazione e l’osservanza dell’inserita convenzione di cui al n. 1382. Stampa ital. Maria Teresa, Duchessa di Modena e Massa, delega il Conte Giovanni Girola per stipulare con la Repub. di Genova una convenzione per la reciproca consegna dei rei. Orig. cart. ital. 1385 - 1784, ott. 23 B. 18/30 Ercole III, Duca di Modena, Reggio, etc., delega come la moglie al n. 1384. Orig. cart. ital. 1386 - 1784, ott. 25 B. 18/31 1387 - 1784, die. 18 B. 18/32 Schema della convenzione per l’arresto e consegna dei rei fra gli stati di Modena, di Massa e Carrara e della Repub. di Genova, redatto nella Segreteria del Duca di Modena. Copia autentica cartacea italiana. Convenzione settennale per l’arresto e consegna dei rei fra gli stati di Modena e di Massa-Carrara, e gli stati dipendenti dalla Repub. di Genova firmata dai rispettivi delegati. Due orig. cart. ital. 1388 - 1785, gen. 6 B. 18/33 Maria Teresa, Duchessa di Modena, Massa-Carrara, ordina la pubblicazione dell’inserita convenzione di cui al n. 1387. Stampa ital. - 217 - 1389 - [1785] B. 18 C/37 1390 - [1785] B. 18 C/38 1391 1785, mag. 19 B. 18 C/39 Consulto del teologo Giuseppe Maria Farina sull’oggetto di cui al n. 1391. Orig. cart. in ital. Consulto del teologo Giovanni Molinelli sull’oggetto di cui al n. 1391. Orig. cart. in ital. Esposizione del Collegio Camerale ai Serenissimi Collegi di Genova sull’adempimento del voto fatto da questi ultimi nel 1625 di pagare annualmente nel giorno della festa di San Bernardo lire cento a ciascuna di dodici fanciulle del Ridotto di Santa Maria della Carità che convolino a nozze. Orig. cart. ital.; 1392 1786, mar. 7 B. 18/34 1393 - 1786, mar. 15 B. 18/34 Ferdinando, re delle Sicilie incarica Don Stefano Rati di stipulare con la Repub. di Genova una convenzione per la reciproca restituzione dei disertori e rei. Orig. cart. ital.; Cop. infor. sincrona in un foglio conten. pure gli atti di cui ai nn. 1393 e 1394. Rilievi all'atto di cui al n. 1392, che i Serenissimi Collegi decidono di rimettere alla Giunta della Marina per il parere. Orig. cart. ital. nel foglio di cui al n. 1392. 1394 - 1786, mar. 17 Risposta della Giunta della Marina ai rilievi di cui al n. 1393. B. 18/34 Orig. cart. ital. incompleto nel foglio di cui al n. 1392. 1395 - 1786, mag. 4 B. 18/37 1396 - 1786, giù. 16 B. 18/38 1397 1786, lug. 19 B. 18/39 Ferdinando, Duca di Parma, Piacenza, Guastalla, etc., nomina Don Giovanni Cornejo suo Ministro Plenipot. per stipulare con la Repub. di Genova una convenzione per il reciproco arresto dei rei. Orig. cart. ital. Convenzione fra la Repub. di Genova ed il re delle Sicilie per la reciproca restituzione dei rei. Min. ital. in un quader. cart.; Orig. ital. in un quader. cart.; Due cop. stamp. Convenzione settennale ed articolo separato annesso ad essa per l’arresto e consegna dei rei concordati tra un Ministro Plenipot. della Repubblica di Genova ed uno del Duca di Parma, Piacenza e Guastalla. Orig. ital. in un quader. cart.; Due cop. stam. della sola conven. - 218 - 1398 - 1786, ag. 8 Ferdinando, re delle Sicilie, ratifica l’inserita conven. di cui B' n/4° al n. 1396. Orig. ital. in un quader. membr. privato del sig. pend. 1399 - 1786, ag. 15 Come a] n. 1398> B. 18/41 Estr. infor. cart. sincrono. 1400 - 1788, feb. 28 Conven. fra un ingegn. del re di Sardegna ed uno della Re- B' 18/42 pub. di Genova per la spettanza del colle detto dai Pievesi « delle Rabine » e da quelli di Cenova « della Noce ». Orig. cart. ital. 1401 - 1788, feb. 28 Disegno del colle di cui al n. 1400. B. 18/43 ° Orig cart. 1402 - 1788, apr. 1 II Ministro Plenipot. della Repubb. di Genova comunica al B. 18/44 Segretario del re di Sardegna l’approvazione da parte del Governo Genovese della convenz. di cui al n. 1400. Min. cart. ital. 1403 - 1788, apr. l R Segretario di Stato per gli Affari Esteri del re di Sardegna B' 18/45 comunica al Minist. Plenipot. della Repub. di Genova la Sovrana approvazione della conven. di cui al n. 1400. Orig. cart. ital. 1404 - [1788] Considerazioni sulla negoziazione del trattato di cui al n. B. 18/46 1405 Infor, cart. ital. 1405 - 1789, lug. ^ r .oii J- •• - 'A- B. 18/47 Conferma e rettifica del trattato perpetuo di amicizia e di commercio stipulato nel 1756 tra il re di Danimarca e la Repub. di Genova, nella quale è stata inserita la convenz. per la estradizione reciproca dei malfattori e disertori. Sei min. in sci quader. cart.: tre ital., tre frane. 1406 - 1791, mag. i Un Minist. Plenipot. del re di Sardegna ed uno della Repub. B. 18M Genova rinnovano per altri sette anni la convenz. per la reciproca consegna dei rei, stipulata fra le due Corti il 26 febbr. 1784. Orig. cart. ital. 1407 - 1792, gen. 12 Caterina II, Imperatrice di Russia, ratifica l’inserito trattato B. 18 c/40 cj. pace stjpUiat0 tra i suoj plenipotenziari e quelli dell’imperatore Ottomano il 29 dicem. 1791. Cop. stamp. in frane. 1408 - ^.u'4i8 Relazione sui pareri di Giov. Carlo Serra e Nicolò Cattaneo per le misure che la Repubblica di Genova deve prendere di fronte all’atteggiamento della Francia. Infor, cart. tri ital. 1409 - ^92^ Relazione sui pareri di Bernardo Pallavicino e Nicolò Mari per l’oggetto di cui al n. 1408. Infor, cart. in ital. 1410 - H93^ apr^ 19 n Console di Russia a Portoferraio scrive al Ministro russo residente a Genova per il recupero di dieci casse effetti del Ministro russo a Napoli, caricate a Marsiglia su un piroscafo francese naufragato sulle coste dell’isola di Capraia. Orig. cart. in frane. 1411 - 1793, apr. 22 II Ministro russo a Genova trasmette la lettera di cui al n. B. 18 C/44 1410. Orig. cart. in frane. 1412 e 1413 - 1793, Il Minis. G. Benincasa trasmette al Minis. G. Girola l’unita B i8/4^8e 5^o delega fatta dalla Duchessa di Massa e Carrara, perchè egli possa rinnovare con la Repub. di Genova la convenz. di cui al n. 1414. Due orig. cart. in ital. 1414 - 27 Un delegato della Duchessa di Massa-Carrara ed uno della Repub. di Genova rinnovano per un altro settennio la convenz. di cui al n. 1387. Orig. cart. ital. 1415 - g79^^°v- 25 Gustavo IV Adolfo, re di Svezia, nomina un plenipot. per l’ogg. di cui al n. 1416. Orig. cart. svedese; Trad. latina cart. 1416 - V796, mar. 13 Convenz. per la reciproca consegna dei rei tra la Repub. di Genova e la Svezia, firmata da due rispettivi Minis. Plenipot. Orig. cart. svedese affiancato dalla trad. ital.; Cop. infor. sincrona in un quader. cart. 1417 1418 1796, lug. 2 La Repub. di Genova nomina Vincenzo Spinola suo Minis. B. 18/54 Plenipot. presso la Repub. Francese. Min. cart. ital. B ^8/55 Facolta concesse dal Minor Consiglio, condizioni, aggiunte alle istruzioni date al Minis. plenipot. per la convenz. di cui al n. 1419. Quattro infor. cart. ital. - 220 - 1419 - ,796> °tl- 9 Convenz. segreta tra la Repub. Francese e quella Genov. B. 18/56 -1 Infor. cart. frane.; Cop. infor. cart. sincrona della convenz. tradotta in ital. 1420 - 11796, ott.] Nota delle domande contenute nella lettera di Parigi del B- 18/57 ■ n ° giorno 11. Infor, cart. ital. 1421 - [1796, ott.] Rapporto dei Serenissimi Collegi circa la ratifica della con- B 18/58 venz. di cui al n. 1419. Min. cart. ital. incompleta. 1422 - [1796, ott.] Considerazioni di Nicolò Cattaneo e di Scaglia sulla convenz. B. 18/59 cuj aj Infor, cart. ital. 1423 - 1796, ott. 22 I Serenissimi Collegi dispongono per la visita di Madama B. 18/60 Bonaparte a Genova. Min. cart. ital. 1424 - 1796, ott. 22 L’Inviato Straordinario della Repub. Frane, chiede al Segre- n io /1:1 i O tario di Stato della Repub. di Genova il libero passaggio dalle porte del Molo di 35 mine di biada per l’armata frane. Orig. cart. frane. 1425 - 1796, ott 27 La Repub. di Genova ratifica la convenz. di cui al n. 1419. B. 18/6? Min cart ital 1426 - 1796, nov. 5 I Serenissimi Collegi dispongono di scrivere al Governat. di B. 18/5 novì 6Cj aj Comandante della fortezza di Gavi per la sicurezza delle strade durante il passaggio di Madama Bonaparte. Orig. cart. ital. 1427 - 1796, nov. 12 Nota di notizie politiche nazionali ed estere da Nizza fra cui quella della ratifica da parte della Francia della convenz. di cui al n. 1419. Infor, cart. frane. 1428 - 1796, nov. 22 Processo verbale del cambio delle ratifiche della convenz. di B' 18/65 cui al n. 1419 effettuato fra i due rispettivi Minis. Plenipot. firmatari della medesima. Cop. infor. cart. frane. 1429 - [1796] Osservazioni sui vari artic. della convenz. di cui al n. 1419. B. 18/66 . , „ . ' Infor, cart. ttal. - 221 - 1430 - [1797] Relazione sul corso delle pratiche per ottenere la riformadella B 18 C/45 convenzione stipulata nell’ottobre preced. fra la Repubblica di Genova e la Francia. Infor, cart. in ital. 1431 - 1797, genn. 10 L’Inviato Straordinario di Francia chiede al Segretario di B 18/67 i Stato della Repub. di Genova di permettere ad un cittadino frane, l’introduzione in Genova di cento fucili da riparare. Orig. cart. frane. 1432 - 1797, genn. 23 L’Inviato Straordinario di Francia chiede al Governo Geno- B. 18/68 vese d’impartire le opportune disposizioni ai Comuni della Riviera di Ponente perchè diano alloggio alle truppe frane, di passaggio. Orig. cart. frane. 1433 - 1797, apr. 26 II Segretario della Legazione di Francia ricorda al Segretario B 18/69 di Stato Genovese la domanda fatta per ottenere un magazzeno in dàrsena. Orig. cart. ital. 1434 - 1797, ag. 19 II Minis. Plenipot. di Francia racomanda al Comitato delle B. 18/ /o Relazioni Estere il rilascio dei due nominati individui ancora detenuti nel forte di Gavi, perchè insorti ad Arquata 1 anno preced. contro le truppe frane. Orig. cart. frane. 1435 - 1797, ag. 29 H Governo Provvisorio decreta non esser lecito all ex Console B. 18 C/46 Imperiale Martignone di dare ai Capitani e Padroni Dalma-tini un biglietto di accompagnamento per andare a Trieste a chiedere le R. Patenti. Min. cart. in ital. INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DELLE FAMIGLIE I numeri si riferiscono ai documenti. L’asterisco rimanda all’indice dei Nomi di Luogo. Achmed I, Sultano: 1251. Achmet Han, Sultano: 1309. Adalardo Opizzo: 377. Adalbebto, re d’Italia: 1. Adorno: Agostino: 1007; — Antoniotto: 700, 1146; — Gabriele: 613. Aimone, marchese di Ceva: 629. Alberto da Bologna, ambasciatore degli abati di S. Galgano e Tiglieto: 188, 189. Albebto di Gavi: lo, 38, 39. Alberto di Mandello: 171. Alberto Zueta di Parodi: 33, 34. Aldini Pasqualino di Ancona: 541. Alemir Boabdile Mohamed II di Granada: 471; Alemih, figlio di Mohamed II: 471. Aleramo, Marchese : 2, 20. Alessandro III, papa: 54, 63, 87; — Alessandro IV: 347, 348, 349, 351, 352. Alessandro di Sangro: 1221, 1224, 1225. Alessio II Comneno, imperatore di Trebisonda, 512, 514; — Alessio III Angelo Comneno: 172. Alfachino, Signore delle Balcari: 116. Alfonso V d’aragona, Napoli, Sicilia: 753, 781, 785, 786, 789, 813, 818, 820, 822, 841, 858, 881, 884, 910. Alfonso X di Castiglia: 356, 357. Aly, re rei Mori: 942. Altariva Lodovico, Console catalano: 1227. Amedeo di Pieve, pettinatore: 801. Amedeo V di Savoia: 484; — Amedeo VI: 652, 653, 655, 658, 661, 664; — Amedeo Vili: 732, 733, 734; — Ameòeo IX: 902. Amico di Murta. legato in Oriente: 82, 86, 108 ter., 152. Andito, v. Nicolo di. Andrea di Bartolomeo, ambasciatore 501. Andrea di Gavi: 3. Andronico, tiranno di Costantinopoli: 152. Andronico II, imperatore: 428, 502, 503; — Andronico III Paleologo: 530; — Andronico IV : 660. Angelo, v. Alessio, Isacco. Angiò (di), v. Carlo, Luigi, Renato, Roberto. Anna di Savoia: 530. Ansaldo fu Ardizzone : 117. Ansaldo Balbo di Castello: 387. Ansaldo Guaracco: 188, 189. Anselmo Balistrino: 185. Anselmo « di Foro > : 273. Antelmo Nicolò: 317. Antonio di Landriano, milanese: 915, 918. Antonio di Lavello di Cervo, prete: 735. Antonio di Marliano, milanese: 909. Antonio di Montaldo: 700. Antonio di Montelugo: 768. Antonio de Via: 752. Aragona (d’)> v- Alfonso, Carlo, Giacomo, Giovanni, Martino, Pietro. Archerio Lorenzo: 1133; — Rolando: 427. Assereto Biagio, ammiraglio: 789; — Oberti-no fu Lercario: 454. Azolino, canonico: 351. Balbiano Alessandro, conte di Chiavenna, 1170. Balbo Ansaldo di Castello: 387. Baldassare di Biassa della Spezia: : 1035, y)40. Baldizzone Percivallo, ambasciatore: 407, 453. Balduino 1 di Gerusalemme: 7, 120. Balduino Guercio, v. Guercio. Baliano G. B. : 1270. Balistrino Anselmo: 185. Balsamo Gregorio: 1110. Baraterio, fratelli: 244. Barisone, ambasciatore: 9. Barisone II, re di Sardegna: 55, 56, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 95. Bartolomeo da Vicenza, arbitro: 255, 257, 258, 264, 270, 271, 273, 274, 275, 278, 279, 280, 283. Battaglia Bernardo, console: 1110. Beatrice di Milgorio: 45. Beatrice di Provenza: 359. Beltrame Nicolò: 579. Bembo Marco: 392, 393. Benedetta di Levanto: 768. Benedetto XIV, papa: 1319. Benincasa G., ministro: 1412. Benintendi Rustichino, veneziano: 413. Benttvoglio Giovanni, ambasciatore: 949. - 225 - 16. INDICE ONOMASTICO Berengario II, re d’Italia: 1. Berengario, v. Raimondo B. IV e V. Bernardo: 166. Bernardo (S.) di Chiaravalle: 1273. Bernardo, conte di Milgorio: 45. Bernardo di Valle: 134. Beltramo di Marsiglia : 44. Beltrando da Fos, Signore di Hyères: 243. Bertrando da Inizon, Signore di Hières: 243. Bertrando di Saint Gilles: 8. Bevilacqua Giacomo, ambasciatore: 407. Biagino « de Illionibus » di Celle: 704. Bianchi Giovanni: 645. Bigo Bartolomeo: 541. Boabdile di Tunisi, Mir: 320; — Miramamo-lino: 377. Boamondo III di Antiochia: 81, 131, 143; — Boamondo IV: 181, 183. Boamondo, figlio di Roberto il Guiscardo: 81. Bocca Guglielmo: 163. Boccanegra Egidiolo, ammiraglio: 592; — Giacomo (Gian Giacomo), notaio: 1109, 1110. Bocchino Raffaele, notaio: 715. Boceta Bartolomeo, veneziano: 397, 398. Boetto Giacomo, genovese: 995. Boezio Giacomo: 1000. Bohlè Tomaso: 1084. Bolgarini Riccomo: 458, 459. Bona di Savoia: 925, 926, 929, 930, 949, 973, 981. Bonaccorso di Trebbianog 435. Bonacosa Guglielmo: 395. Bonaparte, Madama [Giuseppina]: 1423, 1426. Bonifacio, marchese: 24, 43, 83. Bonifacio [di Clavesana]: 83. Bonifacio II di Monferrato: 239. Bonifacio, marchese di Ceva: 629. Bonizone fu Pietro: 5. Bono Ingeto di Lorenzo: 536. Bonoardi Simone: 394. Bonosa, moglie di Genoardo (v.): 5. Bosco (del), marchesi: 19, 64, 195, 262; — Anselmo: 19; — Giannone: 675, 676; — Rainero: 19. Bouciquault, v. Le Maingre Jean. Bovarello: 317. Brunengo Enrico, procuratore: 369. Bruno Giovannotto: 668. Burgundio Guglielmo di Nîmes: 410. Bubone Domenico: 175. Businello Anselmo: 14. Buttasasso Giovanni: 1210. Buzaccarino, Signore d’Africa: 294. Cabella Pietro: 908. Cacherano Antonio: 906. Caffaro: 9, 249, 253, 296; — Ottone, di: 95. Callero Lorenzo: 1291. Callisto II, papa: 9; — Callisto III: 881. Calvo: 108. Caminata Nicolò: 566, 575. Campofregoso: 663, 862, 946, 964; — Battista: 938; — Galeotto: 867; — Giano: 837, 842, 844; — Giovanni: 793, 810, 1086, 1096; — Lodovico: 891; — Ottaviano: 1096, 1105, 1108; — Paolo: 986; — Pietro: 639, 853, 886; — Spinetta: 821; — Tomaso: 767, 793. Cane Lamberto: 163, 164. Capellazzi: 754. Capello Oprando: 288. Carafa Adriana, Duchessa di Torre Maggiore: 1221, 1225. Carbonello Gaspare, notaro d’Alghero: 1236. Cardinale Benedetto: 423. Cardona, v. Raimondo di C. Carlo I d'Angiò: 359, 364, 374, 383, 401, 402; — Carlo II: 418; — Carlo d'Angiò: 518, 521. Carlo di Aragona: 1215. Carlo di Burgau: 1245. Carlo III di Durazzo: 671. Carlo VI di Francia: 690, 697, 747, 750; — Carlo VII: 827, 830, 886, 887; — Carlo VIII: 996; — Carlo IX: 1195, 1196. Carlo di Hohemberg: 1245. Carlo IV, imperatore: 600, 1008; — Carlo V: 1128, 1129, 1146, 1147, 1149, 1150, 1151, 1152, 1153, 1 154, 1 155, 1156, 1158, 1159, 1160, 1161, 1162, 1163, 1170, 1176, 1177, 1178, 1179, 1183, 1 184, 1213, 1248, 1249, 1254; — Carlo VI: 1311. Carlo I di Leucade : 684. Carlo II di Napoli: 490, 491, 492, 493, 497, 499, 501. Carlo II di Sicilia: 1104, 1111, 1112, 1114, 1115, 1116, 1117, 1118, 1119, 1120, 1121, 1123. Carlo VII delle Sicilie: 1315, 1316. Carlo III di Spagna: 1370. Carlo Emanuele II di Savoia: 1293; — Carlo Emanuele 111 : 1349. Carmagnola, v. Visconti Francesco. Carmadino, v. Idone. Carretto (del): 862, 965; — Alberto: 542; — Antonio: 542, 667, 885; — Carlo: 667, 668, 809; — Eliana: 543; — Enrico: 542; — Franceschino: 542; — Galeotto I: 799, 817; — Giacomo: 543; — Giorgio: 809, 890; — Giovanni I: 866; Lazzarino: 667, 668; — Manfredi: 542; — Ottone: 145, 148, 195; — Ugo: 180. Carroccio Giov. Agostino: 1207. Carvassale, corsaro genovese: 1085, 1089. Casariccio, cittadino romano: 425, 426, 437. Caserta G. Giacomo: 1182. Cassina Ugo: 107. Castellano di Savignone : 291. - 226 - INDICE ONOMASTICO Castello Nicolò: 536; e v. Ansaldo Balbo; e v. Castro (de). Castiglia (di) :, v. Alfonso, Enrico, Ferdinando, Giovanni, Isabella. Castiglioni B. : 992. Castro (de), Folco: 72; — Giuliano: 660. Caterina II di Russia: 1407. Cattaneo: Caterina: 537; — Giorgio: 561; — Giovanni: 620; — Nicolò: 1408, 1422. Cazzano Nicolò: 541; _ S...: 736. Ceccarello di Pietro: 578. Centurione, di Acaia: 746; — Agostino: '273; — Federico: 1014; — Giorgio: '231; — G. B.: 1207, 1301; — Martino: 1127, 1159. Chiano, marchese di Massa: 332. Chiara di Carlo: 779. Chiaramonte (di) Daniele: 890. Cibo, Arano: 778; — Guglielmo: 361. Cibone G.: 836. Cicala vel Cigala: Battista: 754; — Oberto: 376, 382, 387; — Teramo: 684. Cinzio Giovanni: 338. Clavesana, marchese, v. Federico, Guglielmo, Manuele. Clemente III, papa: 122, 123, 125, 128, 186; — Clemente VI: 549, 583, 584; — Clemente VII: 1177; — Clemente IX: 1290. Collo Giacomo, giudice del Capitano del popolo: 350. Comita II, Giudice d’Arborea: 12. Comita III, giudice di Torres: 149. Comneno, v. Alessio, Emanuele, Michele. Coneti Sigherio, ambasciatore di Pisa: 325, 326. Consiglio Giovanni, console ad Aiguës Mortes: 1023, 1108. Contarini Zaccaria : 651. Conti Cosimo: 1375; — Nicolò: 426. Cornaro Filippo: 211, 214; — Giovanni: 392, 393. Cornejo Giovanni : 1395. Corniglia Giov. Maria: 1229. Corrado di Monferrato: 141, 155. Corso Benedetto: 525. Cortingo Giacomo: 450; — Giudicello: 450; — Guglielmo: 442, 443, 450; — Ugo: 442; — Uconetto: 443. Credenza Corradino: 539. Cristiano, Arcivescovo di Magonza: 96, 97. Croce (della), v. Ottobono. Damiano Carlo e Giorgio: 1019. Daniele di Chiaramonte di Zuccarello: 890. Dardella Enrico, procuratore 399, 422. Darese Cristoforo, portiere della Malapaga: 1069. De Ferrari Carlo e Giuseppe: 1298. De Franceschi Francesco: 902. De Franchi Giacomo, mercante: 701, 702. De Franchis Pellegro: 1210; — Stefan»: 1206. Del Bosco, v. Bosco. Del Carretto, v. Carretto. Delitala Agostino Angelo, giurisperito: 1236. Della Croce Ottobono: 176, 178. Della Guardia Giovanni: 875. Della Rocca Giacomo, vice Ammiraglio di Sicilia: 540. Della Rovere Giuliano: 928. Della Torre Lanfranco, procuratore di Pisa: 333, 336, 337. Del Pino Tommaso, maestro tessitore: 801. Del Vasto, marchesi: 64. De Marini Ambrogio, ambasciatore: 680; — Nicolò, mercante: 701, 702. De Moncada Ugo, viceré di Sicilia: 1087, 1088, 1089, 1093. De Santis Francesco di Ortona: 1193. De Vega Giovanni, viceré di Sicilia: 1191. De Vinata Matteo: 1133. Di Castro: v. Castro. Di Marzo Ildebrando: 174. Di Mercato Ildebrando: 174. Di Negro: 538; — Damlano: 1186; — Giorgio: 554; — Nicolò: 1002; — Oberto: 174. Doria: 434, 588, 591, 596, 617, 621, 862, 965; — Alaone: 587; — Andrea: 1380, 1382; — Anfreone, fu Alaone: 587; — Antonio: 587; — Bartolomeo: 971, 972; — Daniele: 192; — Enrichetto: 587; — Giacomo: 428, 433, 1172, 1173, 1174; — Giovanni: 594; — Giuliano: 587; — Guglielmo: 471; — G. Stefano: 1270; — Lamba: 439; — Luca, fu Mariano: 587; — Luchetto: 443, 444, 446, 449, 450, 451, 452; — Nicolò, fu Cassano: 587; — Nicolò Antonio: 598; — Oberto: 376; — Odoardo: 587; — Pagano: 556, 557, 564; — Pietro: 586, 589, 1208; — Pietro Matteo: 411, 412; — Simone: 72; — Teobaldo: 587. Durante Paolo: 1236, 1244. Egidio di Quarto: 472. Elena fu Luca: 890. Eleonora di Cipro: 639. Emanuele Porfirogenita Comneno: 47, 82, 152, 204, 322. Embriago Ugo: 69. Embrone Simone: 335, 337. Enrico del Bisagno: 323, 325, 326. Enrico II di Castiglia: 634; — Enrico III: 689. Enrico II di Cipro 457. - 227 - 16.* INDICE ONOMASTICO Enrico II, imperatore: 4, 507; — Enrico VI: 146, 148, 1008; — Enrico VII: 209, 506, 507, 508, 510, 511, 1008. Enrico V d’Inghilterra: 761, 762, 763, 764, 765, 766. Enrico da Lomello: 416. Enrico I di Navarra: 370. Enrico di S. Savina: 517. Enrico I, marchese di Savona: 46, 88, 114. Enrico de Trec: 156, 159, 165. Eroole I d’Este : 973, 980, 981; — Ercole III: 1385. Ermengarda [Viscontessa] di Narbona: 118, 219. Erminio Raffo: 555. Falamonica Anfreone : 735; — Ansaldo: 363. Farina Giuseppe Maria: 1389. Farnese Ranuccio I: 1222. Fatinanti Domenico: 614. Fattinante Giovanni: 512. Federico I, imperatore: 53, 54, 65, 68, 109, 110, 232, 1008; — Federico II: 198, 206, 208, 209, 217, 232, 303, 312, 507, 508, 1008. Federico di Clavesana: 516. Federico V di Danimarca: 1360. Federico III di Montefeltro: 860, 973. Federico di Pagana: 568, 569. Ferdinando I di Aragona: 740. Ferdinando III di Castiglia: 321, 356, 357. Ferdinando il Cattolico, re d’Aragona, Castiglia, Leon, Napoli e Sicilia: 910, 911, 933, 937, 939, 945, 946, 947, 949, 954, 955, 973, 980, 981, 987, 1004, 1005, 1085, 1092, 1096, 1104, 1118. Ferdinando II, imperatore: 1254; — Ferdinando III: 1279, 1280. Ferdinando, duca di Parma: 1395. Ferdinando, re delle Sicilie: 1392, 1396, 1398, 1399. Ferdinando VI di Spagna: 1336. Ferrario Ugo: 200. Ferrier Sebastiano: 1073, 1074. Fidel Vincenzo: 1185. Fieschi: 168, 643, 862, 946, 964, 1300; — Ambrogio: 1274; — Antonio: 645, 703; — Benedetto: 868; — Carlo: 645; — Daniele: 868; — Domenico: 673; — Francesco: 1015; — Giacomo: 868; — Giovanni, vescovo di Albenga: 643; — Giovanni: 868; — Giovanni Filippo: 860; Giovanni Lodovico: 1025; — Girolamo: 1025; — Giuseppe Filippo: 853, 854; — Gregorio: 868; — Lodovico: 699, 1025; Matteo: 868; — Ottobono, cardinale: 342; — Pietro: 942; — Raimondino: 773; — Scipione: 1195; — Sinibaldo: 1164; — Urbano: 1303. Filippo di Bonifacio: 60. Filippo III di Borgogna: 888. Filippo di Cleves: 1016, 1020, 1023. Filippo di Lamberto: 31. Filippo II di Spagna: 1197, 1198, 1209; — Filippo III: 1228, 1234, 1241; — Filippo IV: 1283; — Filippo V: 1311. 1317. Finamore Benedetto, ambasciatore di Francia: 552. Folco de Castro: 72. Formaggio Gian Francesco, notaio: Ilio. Forte Oberto: 107. Fortia Bernardo, consigliere di Francia: 1195. Francesco de Las Casas, di Siviglia: 689. Francesco di Carignano: 908. Francesco d’Enrico, giureconsulto: 613. Francesco I di Francia: 1100, 1145, 1164, 1165. Francesco, cardinale di S. Marco: 620. Fregoso, v. Campofregoso. Galgano, abate di S. Galgano: 186, 188, 190, 192, 193, 194. Galletti Leonardo, console a Civitavecchia: 1267. Gambone Lanfranco: 636, 638. Gandolfo: 313. Gandolfo Pisano: 7. Garzonio Gaspare : 1221. Gaspare, conte di Vimercate: 907. Gattilusio Oberto: 555; — Palamede: 890; — Valentina: 890. Gazo Antonio, ambasciatore di Ferdinando II di Castiglia: 955. Genoardo di Bonizone : 5. Genoardo fu Giovanni: 5. Gentile Lorenzo, podestà di Pera: 660; — Martino, fu Bustico: 17; — Odorico Ottaviano, medico: 1182. Gerardo, marchese di Ceva: 632. Gerardo de’ Fauroni, ambasciatore degli abati di S. Galgano e Tiglieto: 188, 189. Gerardo di Fosdinovo: 98. Gerardo, conte di Lavagna: 232. Gerardo, abate di Tiglieto: 186, 188, 190, 192, 193, 194. Geveardo, conte 64. Gherardesca, v. Ugolino. Giacomo de Ville: 888. Giacomo I di Aragona: 226, 248, 249, 250, 251. Giacomo II di Sicilia ed Aragona: 430, 470. Giacomo di Lusignano: 639. Giacomo Pane e Carne: 144. Gian Giacomo di Monferrato: 754, 756. Giannina di Enrico di S. Savina: 517. - 228 - INDICE ONOMASTICO Giberto, vescovo di Albenga: 699. Giberto Francesco, ambasciatore: 987. Giorgio, marchese di Ceva: 629. Giorgio II di Gran Bretagna: 1341. Giorgio di Montaldo: 532, Giovanna di Aragona e di Sicilia: 1104, 1111, 1112, 1114, 1115, 1116, 1117, 1118, 1119* 1120, 1121, 1123, 1128, 1129, 1176. Giovanna di Sicilia: 549 792. Giovanna, moglie di Giacomo Pane e Carne: 144. Giovanni Antonio di Tenda: 950. Giovanni de Murta: 538. Giovanni de Vega, viceré di Sicilia: 1191. Giovanni di Andrea, capitano di Famagosta: 775, 776. Giovanni I di Aragona: 682, 683; — Giovanni II: 897, 903, 904. Giovanni d’Arezzo: 547. Giovanni II di Calabria e di Lorena: 886. Giovanni II di Castiglia: 774. Giovanni, marchese di Ceva 629, Giovanni da Chiavari: 512. Giovanni I, re di Cipro: 207, 216, 289, 291. Giovanni I d’ibelino, Signore di Beyrouth: 207, 216, 289, 291. Giovanni di Lusignano: 639. Giovanni di Mezzano, podestà di Pera: 675. Giovanni II di Monferrato: 602, 603, 604, 605, 606, 607, 608, 609, 610, 611, 613, 615,' 617, 618, 619, 621, 622, 623, 624, 625, 626, 644. Giovanni V Paleologo: 530; 660; — Giovanni VII Paleologo: 660. Giovanni I di Portogallo: 680. Giovanni di Rovegno: 352, 376, 382, 453. Giovanni di Saluzzo: 667. Giovanni Antonio di Figino, procurat, del Duca di Milano: 897. Giovanni Antonio di Tenda: 950. Giovenale Oberto: 17. Girola Giovanni: 1384, 1412. Giudice Omobono: 253. Giuseppe I, imperatore: 1308. Giustiniani Giovanni: 873; — Giovanni Lon-GO: 877, 878; — Giuseppe: 1187, 1 190, 1192, 1221, 1225; — Leonardo: 783; — Martino: 693; — Oberto: 794; — Pompeo: 1291; — Vincenzo: 1221, 1225; — — Visconte: 1208. Glutti Nicolò Ponis e Senso: 578. Goffredo di Marsiglia: 44. Gradenigo Giovanni : 651. Grasso Violante: 1144. Gregorio X, papa: 378, 386. Grillo Emanuele: 693; — Giovanni: 779. Grimaldi: 862, 965; — Antonio: 595, 893; — Gentile: 675, 676; — Giovanni I di Monaco: 832, 833, 836, 845, 849, 850, 851, 852; — Luchetto: 362, 371. Grimaldo, ambasciatore in Oriente: 103, 105 106. Gritti Andrea, doge di Venezia: 1185. Guaracco Ansaldo: 188, 189. Guarco Antonio: 700. Guelfo di Donoratico : 460. Guercio Balduino: 129, 161, 176, 204, 322; _ Nicolò: 453; — Robaldo: 117; — Simone: 375. Guglielmo, fratello di Porrada: 10. Guglielmo di Bombello: 41. Guglielmo di Bulgaro: 317, 318. Guglielmo, conte della Capraia: 340, Guglielmo di Carlo: 268. Guglielmo, march, [di Clavesana]: 83. Guglielmo, Duca di Mantova e di Monferrato-1214, 1215. Guglielmo, march, di Massa: 99. Guglielmo, march, di Monferrato: 40, 42, 64 HI; — Guglielmo: 408. Guglielmo, march, di Parodi: 99. Guglielmo I di Sicilia: 48, 49; — Guglielmo II: 104. Guglielmo Saraceno, marchese: 64. Guglielmo di Varazze : 311. Guglielmo, vescovo di Ventimiglia: 213. Guglielmo da Voltaggio: 252, 255, 257, 258 262, 267, 269, 270 271, 273, 274, 281. Guido I de la Roche, Signore di Atene: 305. Guidone di Bagnolo: 627. Guiducciorello, consignore di Bagnara: 448. Guisa, Duca di: 1281. Gustavo IV Adolfo di Svezia: 1415. Idone di Carmadino: 160. Ildebrando di Marzo: 174. Ildebrando di Mercato: 174. Imperiale Bartolomeo: 806, 807; — Giov. Battista: 1200. Ingeto Bono di Lorenzo: 536. Innocenzo II, papa: 16; — Innocenzo III : 184; Innocenzo IV: 314, 315; — Innocenzo Vili: 984. Isabella di Castiglia: 945, 947, 1005, 1118. Isabella [di Lorena], regina di Sicilia: 792. Isabella, vedova di Bonvassallo Tornello: 137. Isacco II Angelo, imperatore 129, 147, 152, 154, 157, 158, 161. Isernia Andrea: 491, 492, 493, 494, 495, 498. Italiano Cosma, ambasciatore: 637. Ivancho, principe bulgaro: 675. Iasperto di Tregurano: 610. Iolanda di Aragona: 758, 759. Lachastre (de) Gabriele, ciambellano di Francia: 1035, 1040. Lamberto Cane: 163, 164. La Motte, Signor de: 1295. Lampugnani Giorgio: 843. Larocca Antonio, messinese: 1068, 1085, 1087, - 229 - INDICE ONOMASTICO 1088, 1089, 1092, 1093, 1094, 1095, 1104, 1122, 1126, 1130, 1131, 1132, 1134, 1135, 1 137, 1138, etc. Lauro Pietro di Terracina: 535. Lavagna, conti: v. ‘Lavagna. Lavello di Cervo, v. Antonio. Lazzo Rolando, di S. Angelo di Balagna: 431. Leccanozze Nicola: 132, 136, 163. Leccavello Simone: 561, 687. Le Maingre Jean, detto il Bouciquault: 713, 722, 726, 727, 728, 729, 731, 738. Lemur Boardile Maometto, di Granata: 409. Leonardo di montaldo: 602, 603. Leone II d’Armenia: 200; — Leone III: 436. Leopoldo I, imperatore: 1298, 1299, 1305. Lercaro Carlo: 1167; — Egidio: 453; — Luciano: 936; — Pietro: 660; — Ugo: 163, 164. Lippomano Gerolamo, ambasciat. veneto: 1218. Lodovico II di Gerusalemme: 685, 686. Lodovico di Savoia : 857. Lomhardo Donato: 480. Lomellini 519; — Agostino: 1166; — Babi-lano: 551; — Stefano: 760. Longo Giustiniani Giovanni: 877. Loredano Francesco: 440, 441, 456. Lotto di Donoratico: 458, 460, 461, 462, 464, 465. Lucio III, papa: 119. Luigi d’Angiò, re di Sicilia: 549; — Luigi III: 758, 759. Luigi IX di Francia: 311; — Luigi XI: 921; — Luigi XII: 1018, 1019, 1022, 1025, 1032, 1035, 1069, 1070, 1071, 1072, 1073, 1074, 1077, 1078, 1079, 1081; — Luigi XIV: 1293; — Luigi XV: 1322, 1356, 1368. Luigi III di Mantova : 860. Luigi di Sicilia: 549. Luigi I d’Ungheria [e di Polonia]: 579, 641, 652. Lullo Romeo, procuratore di PietTO IV d’Arago-na: 610. Luna Sigismondo, Maestro segreto di Sicilia: 927. Lupo, re saraceno: 53. Macario, conte: 96. Maddalena di Leucade : 684. Maggiolo Pietro e Vincenzo: 1021. Malasplna: 61, 64, 100, 434, 862; — di Vii. lafranca: 837; — Alberico Antonio di Fos-dinovo: 825; 826; — Alberto: 6; — Cor-radino: 504; — Federico: 435; — Gian Giacomo di Luzolo: 757; — Guglielmo: 11, 13; — Moroello: 70, 71, 72, 99, 757; — Opizzo: 11, 13, 70, 72, 99. Malatesta Sigismondo Pandolfo: 860. Mallono Nicola e Ugolino: 164. Malocello Frisono: 352; — Simone: 317, 318. Manfredi, marchese di Ceva: 629. Manfredi, re di Sicilia: 354, 430, 688, 782. Manfredo, marchese di Savona: 46. Manganella Giovanni: 794. , Manuele di Clavesana: 667. Manuele di Cogorno: 594. Maometto II, sultano: 1251. Marchese Francesco, ambasciatore: 956, 958. Marchisino di Cassino, ambasciatore: 376, 382. Marchisio Scriba, notaio: 213. Marganich Nicolò: 1193. Margherita di Tenda: 950. Mari Nicolò: 1409. Maria di Sicilia: 688. Maria Teresa, imperatrice: 1348. Maria Teresa di Modena e Massa: 1384, 1388. Mariano III di Torres: 149. Martignone, ex console imperiale: 1435. Martino I d’Aragona [Sardegna e Corsica] : 688, 719, 720; — Martino II: 688. Martino IV, papa: 416, 422. Martino G. Antonio, console genovese: 1226. Massimiliano I, imperatore 1008, 1009, 1090, 1091, 1247, 1254; — Massimiliano II: 1205, 1213. Matilde, contessa di Parodi: 32, 34. Matteo di Donoratico: 458, 459, 462. Matteo de Vinata, corsaro: 1133. Mattia, imperatore: 1247, 1248, 1249, 1250. Medico Antonio: 586; — Nicolò: 172. Mercante G. B. : 1274. Mereta Caterina: 1300. Michele Vili Doukas Angelo Comneno Paleo-logo, imperatore: 355. Milgop.io, conti di: 45. Mir Boabdile, re di Tunisi: 320. Miramamolino Boabdile di Tunisi: 377. Molinelli Giovanni, teologo: 1390. Montaldo, v. 'Antonio, 'Giorgio, 'Leonardo, 'Tomaso. Monteleone (di) conte, Viceré di Sicilia: 1122. Morales Pietro: 1109. Morelet de Muscau, consigliere di Francia: 1077, 1080. Morello Biagio, vicario del re di Francia: 1071. Moreschi, Valvassori di Lavagna: 66. Moro Cristoforo, doge di Venezia: 905. Morosini Albertino: 406; — Michele: 651. Murad I, grand’ammiraglio turco: 676. Murchio Tomaso, ambasciatore: 637. Muzio Turcolino, veneziano: 438, 440, 441, 456. Negrotti Gerolamo, console: 1253. Nevejs (di) Stefano: 1012. - 230 - INDICE ONOMASTICO Nicolino di Pignone: 591. Nicolò di Andito: 222. Nicolò Antelmo: 317. Nicolò di Goano (Guano), ambasciatore: 554, 594. Nicolò di Moneglia: 726, 727, 728, 729, 730. Nicoloso di Bisagno: 313. Nobili Francesco: 1301, 1302. Notaio Pietro: 218. Novella, moglie di Ansaldo fu Ardizzone: 117. Nunes Ramiro di Gusman: 778. Nuvelone : 77. Oberto Forte: 107. Oberto Giovenale : 17, Oberto Scopello: 14. Oliveri Francesco: 1186. Oltramarina: 313. Omobono Giudice: 253. Onesto Tancredi, console di giustizia: 296. Onorio III, papa: 202, 203. Onrico, priore dei P.P. Predicatori: 280. Opicino da Bobbio, macellaio: 525. Opezzes’O di Brignato: 646. Oriolo, marchese di...: 1199. Orsini Matteo: 674; — Orso: 426. Orto Giovanni Pietro di Ajaccio: 1278. Osbergerio Manuele, ambasciatore: 418. Othman, re di Tunisi: 865. Ottaviano, antipapa: 54. Ottobono [Fieschi], cardinale: 342. Ottobono della Croce: 176, 178. Ottone I, imperatore: 2; — Ottone IV: 195, 506. Ottone Boverio, marchese di Savona: 46. Ottone di Caffaro: 95. Ottone Pisano: 41. Pagano Luchino, vicario del Finale: 668; — Onofrio: 668. Paleologo: 355, 530, 660; e v. Giovanni, Michele. Pallavicino Bernardo: 1409; — Camillo: 1263; — Giacomo: 367, 368, 371, 372; — Giovanni: 906; — Tomaso: 797, 806. Pambello di Casale: 614. Pane e Carne Giacomo e Giovanna: 144. Panigarola Giovanni Pietro: 912. Paolino di S. Siro: 517. Paolo di Lavello di Cervo: 735. Patricio Pier Antonio: 1285. Pelagio, vescovo di Albano: 210. Pevere Guglielmo: 134 Piccamigli Dagnano: 566, 575. Piccone Nicolino, patrono di nave: 562, 563, 564, 565. Pierleoni Francesco, procuratore di Pietro IV d’Aragona: 601, 603, 610. PiETRiNO di Briga: 950. Pietro D’Aragona: 248; — Pietro II: 171; — Pietro IV: 560, 601, 602, 603, 604, 605, 606, 607, 608, 609, 610, 611, 613, 614, 615, 616, 617, 618, 619, 620, 621, 622, 623, 624, 625, 626, 633, 642, 644, 672. Pietro I d’Arborea: 95, 130, 132, 133, 135, 150. Pietro, prete di S. Cecilia, cardinale: 123, 124, 125, 126. Pietro I di Cipro e di Gerusalemme : 627; — Pietro II: 639. Pietro di Gavi: 3. Pietro, patriarca di Costantinopoli: 627. Pietro, vescovo di Meaux: 707, 708, 714. Pietro di Mendoza, ambasciatore di Spagna : 1216. Pietro Notaio: 218. Pietro II di Sicilia : 531. Pietro Leopoldo I di Toscana: 1375. Pignatelli Ettore, luogotenente di Spagna: 1234. Pignolo Lanfranchino: 453. Pignone (di) Nicolino: 591. PiNELLO Agostino: 1015. Pisano, v. Gandolfo, Ottone. Pittavino Guglielmo, sindaco del Comune di Genova: 265, 269. Pooocataro Lodovico: 931. Porrada: 10. Porro Giacomo: 1310. Prementorio (di) Giacomo: IO 15. Preve Bartolomeo, Nicolò ed Oberto: 590. Pusterla Guglielmo, milanese: 366. Quirino Nicola, ambasciatore veneto: 467. Raffo di Cogoleto: 539. Raimondo di Cardona, viceré di Napoli: 1096. Raimondo-Berengario IV di Barcellona: 30, 35. Raimondo-Berengario V di Provenza: 307, 308, 309. Raimondo di Marsiglia: 44; — Raimondo V, duca di Narbona: 90, 101, 102. Raimondo Rodolfo: 517. Rainaldo, arcivescovo di Colonia: 64. Ramazzotto di Niella del Tanaro: 681. Ramiro di Gusman: 778. Rati don Stefano: 1392. Ravignani Martino, ambasciatore veneto: 389. Rebuffato Ceto: 395, 398. - 231 - INDICE ONOMASTICO Renato d’Angiò, re di Napoli, etc: 792, 794, 796, 815, 847, 898, 901. Reuthamer Leonardo, mercante: 889. Riario Alessandro, protonotario apostolico: 1210. Riccardo, diacono di S. Angelo, cardinale: 338. Rinaldo Ughetto, console in Acri: 405. Robaldo di Palme: 166. Roberto il Guiscardo: 81. Roberto d'Angiò, re di Napoli: 516, 520. Roberto, marchese di Massa di Corsica: 446. Rocca Giovanni, nunzio pontificio: 399. Rodino Girolamo, ambasciatore: 1277. Rodolfo II, imperatore: 1213. Rolando di Bruno di Avigliana: 936. Romeo Domenico: 1110. Rospigliosi, cardinale: 1290. Rosseti G.: 1012. Rossi Luchina di Celle: 704. Rosso Guglielmo, console: 192. Ruffino fu Anseimo «di Foro»: 273. Ruffo di Calahria Nicolò: 698. Ruggero II di Sicilia: 31, 48. Ruggero di Guglielmo I di Sicilia: 49. Salamagna Giorgio, maestro credenziere in Palermo: 1202. Saluzzo G. B., ambasciatore a Madrid: 1252, 1253. Salvago Luigi, mercante: 778. San Galgano, abate di..., v. *S. Galgano. Sanito Guglielmo: 134. Sangiorgio Lanfranco, cancelliere e ambasciato-re: 379, 380, 390. Saraceno Guglielmo : 64. Sardena Guglielmo: 293. Sardo, Arciprete, poi vescovo di Alba, arbitro: 252, 254, 255, 256, 257, 258, 259, 260, 261, 262, 263, 264, 267, 269, 271, 272, 273, 274, 275, 282, etc. Saugeon Leone [Leonetto], segretario e tesoriere di Francia: 1026, 1027, 1028, 1029, 1030, 1031, 1033, 1034, 1036, 1037, 1038, 1039, 1041, 1042, 1043, 1044, 1045, 1046, 1047, 1048, 1049, 1050, 1051, 1052, 1053, 1054, 1055, 1056, 1057, 1058, 1059, 1060, 1061, 1062, 1063, 1064, 1065, 1066, 1067. Sauli Domenico, genovese: 1106. Sa velli Pandolfo, senatore romano: 425. Savoia: 2, 22, 223, 484, 652, 653, 655, 658, 661, 732, 733, 808, 819, 853, 854, 857, 859, 902, 936, 1075, 1147, 1149, 1177, 1292, 1293, 1307, 1310; e v. Amedeo, Anna, Bona, Lodo-vico, Vittorio Amedeo, Tomaso; e v. 'Sardegna. Scaglia: 1422. Scopello Oberto: 14. Scriba Marchisio, notaio: 213. Senarega Matteo: 1231. Serra Giovanni Carlo: 1408. Sfoglia Fadoto, notaio: 591. Sforza Alessandro: 860; — Francesco I: 814, 859, 860, 869, 875, 885, 897, 907; — Francesco II: 1171; — Galeazzo Maria: 896, 897, 903, 906, 907, 909, 912, 914, 917, 925, 929; — Gian Galeazzo M. : 925, 926, 929, 930, 949, 958, 964, 973, 980, 988, 989; — Lodovico Maria: 990, 993, 1006, 1007. Sibilla, moglie di Boamondo III d’Antiochia: 143. Siffredo, diacono di S. M. in Via Lata, Cardinale: 123, 124, 125, 126. Sigismondo, imperatore: 743, 744, 1008. Simonetto Di BelpraTo: 950. Sisto IV, papa: 928, 931, 937, 940, 946, 968, 973, 975, 976, 978, 979, 980, 981. Sobiracio Francesco di Avignone: 1000. Spiliato Andrea, suddiacono: 338. Spinola: 505, 643, 754, 862, 965; — Agostino: 1296; — Alessandro: 1285; — Battista: 1169; — Bernabò di Luccoli: 501, 503; — Gaspare: 659; — Giovanni: 730; — Giov. Francesco: 933; — Girolamo: 949, 969, 972; — Goffredo: 537; — Guido: 152, 154, 161, 176; — Lanfranchino: 472; — Napoleone: 956; — Nicola: 469; — Ni-colino: 387; — Oberto: 376, 439; — Odoardo: 594; — Percivale: 730; — Pietro: 748; — Raffaele: 760; — Sor. leone: 527; — Tomaso: 453; — Vincenzo: 1417; — Zaccaria: 831. Squarciafico Andrea: 806; — Oliviero: 532; — nave: 876. Stella Gottardo, ambasciatore: 891. Stratta Benedetto: 716. Sureda Salvatore: 1001. Surio Giacomo di Acqui: 755. Tagliatane, lucchese: 350. Tavano Giovanni, banchiere: 465. Teodolfo, vescovo di Genova: 3. Teodoro, marchese di Ceva: 629. Tiepolo Michele, veneziano: 388, 392, 393, 394, 395, 396, 397, 398, 403, 404. Tiglieto, abate di..., v. 'Tiglieto. Tilmann Elisabetta e Giovanni: 889. Tomaso di Andriolo: 782. Tomaso di Domoculta: 492. Tomaso di Montaldo: 532. Tomaso I di Savoia: 222, 223. Tornello Bonvassallo: 137; — Guglielmo: 152, 153, 154, 176; — Isabella: 137. Torsello Enrico, podestà di Chiavari: 400. Trasmondo, cugino di Innocenzo III: 184. Trasmundo Anibaldo, senatore romano: 425. Treglia G. B., console a Barcellona: 1234, 1242. Trivulzio Teodoro, governatore di Genova: 1166. - 232 - INDICE ONOMASTICO Ugo II di Baux, giudice di Arborea: 170. Ugo HI di Borgogna: 138, 139, 140. Ugo IV di Gerusalemme : 527. Ugo di Marsiglia: 44. Ugolino di Donoratico: 424, 459. Ugolino Giovanni, ambasciatore: 361. Ugolino della Gherardesca: 424, 459. Urbano III, papa: 120; — Urbano IV: 358; — Urbano V: 669, 670, 671; — Urbano VIII: 1266. Usodimare Oberto: 164; — Oberto, sindaco di Messina: 561; — Tartaro: 405, 406. Valenti Emanuele, notaio: 715; — Giovanni de’: 575. Valerano, Signore di Wauiin: 888, 892. Valle Giorgio : 922. Valloso da Fossato Giovanni: 166. Vasto, v. Del Vasto. Venceslao, imperatore: 671. Venerio Pancrazio, veneziano, 432. Vento Guglielmo, ambasciatore: 48; — Guglielmo, Signore di Poipino e Mentone: 359. Verbiest Ferdinando, missionario: 1297. Vernazza Francesco: 951. Vignoso Simone, ammiraglio: 535. Vincenzo di Monferrato: 1219. Visconti Bernabò: 597, 635, 643; — Bianca Maria: 896, 897; — Filippo Maria: 209, 754, 767, 769, 770, 771, 772, 791, 814, 817, 824, 829, 838; — Francesco: 767; — Gabriele Maria: 725; — Galeazzo II: 597; — Gian Galeazzo: 693, 694, 696, 981; — Guido: 912; — Luchino: 533; — Matteo I: 473; — Matteo II: 597. Vittorio Amedeo II di Savoia: 1310. Viviano Antonio, capitano: 567, 568. Zaccaria Benedetto: 438. Zeno Carlo: 730; — Pietro: 467. Zerbino Richelda: 144. Zueta, v. Alberto di Parodi. - 233 - INDICE DEI NOMI DI LUOGO E DEI POTENTATI I numeri si riferiscono ai documenti. L'asterisco rimanda all’indice dei Nomi di Persone. Acaia: v. 'Centurione. Acqui: 20, 755. Acri: 7. 120, 141, 155, 156, 159, 165, 210 211, 212, 214, 215, 217, 315, 317, 318’ 319) 343, 352, 353, 362, 375, 405, 406,434. Africa: 294, 780. Agrigento: 927. Aiaccio: 1278. Aiguës Mortes: 823, 827, 830, 1023, 1108. Aiguillon: 1366. Alba: 230, 231, 233, 234, 237, 238, 252, 254, 255, 257t 258, 260, 262, 264, 267, 269, 271, 272, 273, 282, 330, e v. 'Sardo vescovo. Albano: v. 'Pelagio vescovo. Albenga: 7, 27, 43, 46, 83, 162, 179, 185, 224 229, 329, 645, 670, e v. 'Giberto Albissola: 572 Albona : v. 'Ugo III di Borgogna. Alessandria: 115, 151, 220_ 230, 231, 233, 234, 235, 237, 238, 239*, 252, 254, 255, 256, 257, 258, 259, 262^ 263, 264, 265, 266, 268, 269, 270, 27l] 272, 273, 274, 278, 279, 282( 283, 408. Alessandria d’Egitto: 1002. Algarvb: v. 'Giovanni I di Portogallo. Alghero: 586, 587, 588, 589, 591, 616, 618, 620, 621, 622, 626, 644, 1236. Almbria: 28. Alpi: 1284. Amalfi: 488. Amelio: 151 271, — 749. Ancona: 187,’ 541, 861, 877, 878, 880. Andora: 83, 179, 329, 401. Angiò: v. 'Carlo, 'Luigi, 'Renato, 'Roberto. Antibo: 224. Antiochia: 81, 131, 143, 181 183, 362, 371, 372, 639; e v. 'Boamondo, 'Sibilla. Anversa: 513. Aquila: 179. Aquileia: 651. Aquisgrana: 1320, 1325, 1326, 1328, 1331, 1333, 1335, 1337, 1338, 1339 1340, 1341, 1343, 1344, 1345, 1346, 1347, 1348, 1349, 1350, 1351, 1352, 1354. Aragona: 30, 35^ 101, 102, 171, 182, 226, 248, 249, 250, 251, 253, 276, 277, 470, 560, 580, 586, 588, 596, 60^ 602, 603, 604, 605, 606, 607, 608, 609’, 610, 613, 614, 615 616, 620, 621, 622, 623, 624, 625, 626, 633, 642, 644, 672, 682, 683, 688, 719, 720, 721, 740, 753, 759_ 781, 785, 786, 789, 813, 818, 820, 822, 841, 858, 876, 879, 881 884, 894, 895, 897, 901, 903, 904, 933,’ 943, 945, 947, 948, 1004, 1005, 1085, 1092, 1096, 1097, 1098, 1104_ 1111, 1261; e v. 'Alfonso, 'Carlo, 'Ferdinando, 'Giacomo, 'Giovanna, 'Giovanni, 'Iolanda, 'Martino, 'Pietro. Arborea: 12, 76( 77, 95, 109, 130, 132, 133, 135, 136, 15Ò, 170, 340, 595; e v. 'Pietro. Arcolento vel Ercolento, castello: 55, 73, 74, 77, 95. Arezzo : v. 'Giovanni. Argentario, monte: 1009, 1090. Arles: 60, 101, 102. Armenia: 362 368, 371, 372; e v. 'Leone II, III. Aroscia: 179. Arquata: 233, 237, 238, 286, 287,, 288, 1434. Arzuf: 7, 120. Ascalona: 155. Asone, castello: 130. Asti: 138, 221, 222, 230, 231, 233, 234, 238, 239, 254, 350, 384, 473, 481, 603, 1019. Atene: 305. Aurigo: 363, 545, 950. Avenza: 821, 825 826. Avignone: 516, 538, 995, 1000. Babilonia: 7. Bagnar a : 447, 448. Balac.na: 431. Baleari : 116. Banco, v. S. Giorgio. Barberia: 687, 788. Barcellona: 134, 470, 633, 642, 894, 901, 948, 1234 1235, 1242, 1243, 1252, 1253, 1256, 1260, 1261; Conti di: 28, 29, 30, 35, 248, 249, 250; e v. 'Raimondo Berengario. Basignanella : 272. - 235 - INDICE TOPONOMASTICO Bastia di S. Caterina: 837. Baux, v. "Ugo II. Belgodere, castello: 448. Bergamo: 65, 68, 293. Bestagno: 179. Betlemme: 352 353. Beverone: 837. Beyrouth: 141, 207, 216, 289, 291. Bisagno: 41, 570, 706; e v. ‘Enrico, ‘Nicoloso. Biserta: 1105. Boemia, re di...: 383. Bollano : 1011. Bologna: 351, 828, 861; e v. ‘Alberto. Bonifacio: 162, 186, 188, 189, 193, 201, 202, 328, 407, 411, 412, 616, 618, 626; e v. ‘Filippo. Borgogna: 138, 139, 140, 888, 892; e v. ‘Filippo, * Ugo. Bouc : 101. Brabante: 888 892. Brescia: 65, 68. Briga: 359, 401, 402; e v. ‘Pietro. Bruges: 892. Brugnato: 837. Bruxelles: 1351, 1353 Bugia: 294. Burgau, v. ‘Carlo. Caffa: 512, 647, 737, 888, 892. Cagliari: 77, 109, 202, 332_ 340, 424, 434, 459, 460, 621, 1226, 1233. Caifa: 289, 292. Calabria: 53, 521, 886; e V. ‘Giovanni, ‘Ruffo. Calatrava Ordine di: 778. Calvi: 431, 974. Campi: 1301. Cannes: 1189. Canniano: 96. Capo di faro (codefa): 1026 e segg. Capraia: 340, 1366, 1410; e v. ‘Guglielmo. Capriata: 233, 237, 238, 254, 255, 258, 259, 260, 265 266, 268, 269, 270, 278, 280, 281, 283.’ Capua : 53. Carignano: 137; e v. ‘Francesco. Carmagnola, v. ‘Visconti Francesco. Carmadino: 160. Carpena: 298 Carpino: 328 Carrara: 821, 825, 826 Carretto: 543; e v. ‘Carretto. Carrosio: 89. Cartari, castello: 179. Casale: 1292; e v. ‘Pambello. Cassino, v. ‘Marchisino. Castelbianco, castello: 179, 516. Castelfranco: 227, 528. Castelletto (d’Orba): 175. Castelletto, forte in Genova: 709_ 711, 712, 713, 1070. Castelnuovo di lunigiana: 725, 767, 985. Castelvecchio : 516. Castevoli: 837. Castiglia: 321, 356, 357, 387, 592, 634, 689, 740, 774, 945, 947_ 948, 1004, 1005, 1156; e v. ‘Alfonso, ‘Enrico, ‘Ferdinando, ‘Giovanni, ‘Isabella. Castiglioncf.llo ; 882. Castiglione: 359, 401, 402. Catalani: 470, 561, 565, 567, 585, 586, 588, 594, 595, 785, 948, 1202, 1203, 1204, 1228. Catalogna: 1234, 1257, 1259. Cefalonia: 684. Celasco: 99, 328. Celle: 704. Cenova: 545. Cehdagne: 290. Cervo: 329f 735. Cesarea: 7, 120, 289, 291. Cesarea (Alessandria) : 151. Ceuta: 361. Ceva, Marchesi di: 516, 628, 629, 630, 631, 632, 667, 754. Champagne, conte di: 384. Chiaravalle: 1273; v. ‘Bernardo (S.) di Ch. Chiavari: 400, 1164, 1223; e v. ‘Giovanni. Chiavenna Conte di: 1170. Cinakca, Giudice di: 407, 412, 450. Cicagna: 70, 72, 99. Circeo, capo: 423. Cipro: 108, 291, 314, 315, 352, 371, 372, 405, 457, 472, 522, 526, 527, 627, 639, 655, 790, 853; e v. ‘Eleonora, ‘Enrico, ‘Giovanni, ‘Pietro. Cisigna: 13. Città di Castello: 351. Civitavecchia : 473, 1267. Clavesana, v. ‘Federico, ‘Manuele. Cleves, v. ‘Filippo. Code F À, v. Capo di Faro. Cogoleto, v. ‘Raffo. Cogorno: 66, 99, 100; e v. ‘Manuele. Colla, castello: 548. Colonia, v. ‘Rainaldo Arcivescovo. Como: 258. Compagna di S. Giovanni di Savona: 572. Compagna di S. Maria di Savona: 572. Compere, v. S. Giorgio. Compiègne: 1356. Conio castello: 363. Conte, porto: 1236. Coparia, embolo: 103. Cordova : 689. Corneto : 112, 423, 674. Corniglia : 328. Corsica: 328, 434, 443, 444, 445, 446, 448, 449, 450, 451, 452, 473, 560, 596, 616, 620, 626, 672, 683, 884, - 236 - INDICE TOPONOMASTICO 1194, 1278, 1357, 1364; Vescovi di: 9; e v. ‘Alfonso V, ‘Ferdinando I, ‘Martino I, ‘Pietro IV. Corvo, capo: 424. Costantinopoli: 47, 49, 82, 84, 85, 86, 102, 106, 107, 108, 152, 153, 158, 176, 178, 203, 322, 355, 530, 627, 655, 660,, 1192, 1365; e v. ‘Pietro, Impero Ottomano, Turchia. Cremona: 65, 68, 1 13, 369, 422, 517, 814. Croati: 1193. Dalmazia: 557, 582, 1435. Danimarca: 1359, 1360, 1363, 1405. Dego: 543. Diano: 329. Dolceacqua: 360, 971. Domoculta, v. ‘Tomaso. Donoratico, v. ‘Guelfo, ‘Lotto, ‘Matteo, ‘Ugolino. Durazzo, v. ‘Carlo III. Falcinello: 741, 767, 985. Famagosta: 472, 522, 527, 639, 775, 776, Ferrara: 68, 861, 973, 980, 1162, 1177. Fiandra: 1216, 1353. Figarolo, castello, 99, 100. Figino, v. ‘Giovanni Antonio. Finale: 628, 668, 799, 817, 866, 949, 1313. Firenze: 97, 323, 324, 325, 326, 327, 333, 334, 335, 337, 415, 424, 463, 518, 597, 640, 653, 654, 657, 658, 662, 665, 739, 741, 745, 790, 859, 863, 866, 867, 872, 873, 879, 973, 981, 983, 985, 990, 992, 993, 994, 1162, 1177; e v. Toscana. Fondi, 535. Forcalquler: 308. Fos: 173, 241, 243; e v. ‘Bertrando. Fosdinovo, v. ‘Gerardo, ‘Malaspina. Fossato, v. ‘Valloso Giovanni. Francia: 53, 129, 139, 140, 258, 278, 311, 384, 417, 484, 487, 538, 552, 553, 593, 690, 697, 700, 701, 702, 703, 706, 707, 708, 709, 711, 713, 714, 720, 722, 723, 724, 726, 731, 735, 747, 750, 823, 827, 830, 859, 872, 887, 921, 934, 996, 1016; 1018, 1019, 1022, 1025, 1026, 1032, 1035, 1040, 1070, 1071, 1072, 1073, 1074, 1077, 1081, 1083, 1084, 1100, 1145, 1147, 1164, 1165, 1166, 1190, 1195, 1196, 1282, 1286, 1292, 1293, 1294, 1304, 1306, 1314, 1315, 1319, 1320, 1322, 1343, 1352, 1353, 1356, 1357, 1358, 1366, 1367, 1368, 1408, 1419, 1424, 790. 965, 328, 464, 661, 861, 980, 999, 369, 554, 705, 718, 738, 886, 1020, 1069, 1078, 1160, 1273, 1305, 1338, 1364, 1427, 1430, 1431, 1432, 1433, 1434; e v. ‘Carlo, ‘Francesco, ‘Luigi. Fnl-jus, Vescovo di: 142. Friuli : 652. Gabulo: 131, 143. Galata: 500, 502, 1251. Gallura: 424. Gambassi: 96. Gatorba: 233. Gavi: 3, 10, 64, 89, 99, 146, 151, 160, 167, 169, 175, 206, 246, 247, 271, 273, 278, 293, 485, 1426, 1434; e v. ‘Alberto, *An drea, ‘Pietro. Gazaria: 512, 647. Gazzo, castello: 179. Germania: 96, 97, 129, 164; e v. Tedeschi. Gerusalemme: 7, 87, 120, 121, 129, 155, 156, 289, 291, 314, 315, 352, 371, 372, 457, 472; — re di Gerusalemme e Cipro: 527, 627, 639; — re di Aragona etc.: 685, 686, 901; e v. ‘Lodovico, ‘Pietro, ‘Ugo. Giaffa: 7, 120, 155, 156. Gibelletto: 69. Glrona : 191. Giudea: 7. Giunta della Marina: 1393, 1394. Goldefa (Codefà), v. Capo di Faro. Gordale : 227. Granata: 409, 471, 942. Grasse: 524, 678, 679. Grecia: 47, 82, 84, 85, 86, 108, 176, 355, 379, 380, 390, 415, 428, 469, 473, 503, 512, 514, 530, 676. Guastalla: 1395, 1397. Guisa, Duca di: 1281. Gusman, v. ‘Ramiro. Hyères: 101, 102, 173, 240, 241, 243. Hohemberg, v. ‘Carlo. Iglesias: 621. Impero Ottomano, v. Costantinopoli, Ottomano, Porta, Turchia. Impero Romano D’Oriente: 47, 49, 82, 103, 105, 108, 129, 147, 152, 154, 157, 158, 161, 172, 178, 204, 322, 500, 502, 530, 660, 737, 1365, 1407; e v. Romania. Impero Sacro Romano: 11, 28, 29, 30, 53, 64, 65, 68, 77, 79, 96, 97, 109, 110, 129, 146, 148, 151, 164, 195, 206, 208, 217, 232, 297, 299, 303, 312, 600, 859, 1008, 1009, 1157, 1193, 1194, 1275, 1276, 1277, 1282, 1287, 1289, 1306, 1308, 1319, 1379. - 237 - INDICE TOPONOMASTICO Inghilterra: 129, 761, 762, 763, 764, 766, 883, 1288, 1306, 1320, 1326, 1327, 1337, 1338, 1340, 1341, 1343, 1344; e v. "Enrico, •Giorgio. Ischia Maggiore: 191. Italia: 1, 64, 96, 97, 399, 879, 937, 940, 973, 975, 984, 1008, 1150, 1155, 1160, 1177, 1215, 1355. Iviza: 1154. Ivrea: 258. Korgos : 362, 368, 371. Lagneto: 99. Laigueglia: 544. La Napoule : 1188. Lanerio: 237, 238, 254. Langres: 1273. Laodicea: 81, 131, 143. Larzeno: 363. La Spezia: 1035, 1040, 1223, 1284. Laterano : 202. Lavagna: 11, 13, 66, 99, 100, 168, 232, 400; Conti di: 232, 643, 854, 860. Lavina: 83, 179, 363, 545, 969, 972. Lega Santa: 1153. Leon, re di: 356, 357, 634, 689, 774, 947, 948. Lerici: 99, 100, 327, 328, 333, 336. Lesbo: 883. Leucade, v. "Carlo I, "Maddalena, Levanto: 316, 328; e v. "Benedetta. Libourne: 727. Liciana: 837. Lignaro, castello: 837. Liguria: 1284 1289. Ldjguadoca: 795. Lione: 386, 1075, 1079, 1196. Lisbona: 680. Livorno: 739. Lodi: 68. Lombardia: 278, 363, 408, 421, 473, 538, 1284, 1376, 1379. Lombriasco: 936. Lorena: 886, 888. Lucca: 50, 51, 61, 62, 67, 80, 96, 97, 218, 302, 323, 335, 337, 350, 378, 385, 424, 458, 459, 462, 757, 861, 1024, 1177, 1196. Lucera: 669, 670. Luceto : 17. Luccoli, Spinola di: 501, 505, 643. Luni : 193. Lunigiana: 98; v. Castelnuovo, Nicola, etc. Lusignano, v. "Giacomo, "Giovanni. Lusignasco, castello: 363, 950. Luzoi.o: 757; v. "Malaspina Gian Giacomo. Machari, castello: 363. Madrid : 1253. Madrignano: 842, 844. Magonza, Arcivescovo di: 96, 97. Magra: 328. Maiorca: 53, 127, 248, 249, 250, 470, 1229. Maikano: 542. Malapaga, carceri: 1069. Malta: 354; Conte di: 183, 204. Mamilla, castello: 55, 95. Mantova: 65, 68, 389, 860, 861, 1177, 1214, 1215, 1219; e v. "Luigi. Maomettani: 884. Marenco: 19. Mariana: 3. Maro, castello: 83, 179. Marocco: 22. Marsiglia: 22, 101, 146, 182, 196, 229, 242, 244, 901, 933, 1009, 1017, 1090, 1212, 1294, 1410; e v. "Bertramo, "Goffredo, "Raimondo, "Ugo. Massa, v. "Chiano, "Guglielmo. Massa-Carrara, Ducato di: 1384, 1386, 1387, 1388, 1412, 1413, 1414. Massa di Corsica, v. "Roberto. Màtraca : 82. Meaux, v. "Pietro vescovo. Mentone: 329, 359, 832, 834, 836, 845, 849, 852. Messina: 364, 388, 430, 551, 556, 557, 561, 562, 585, 782, 1107, 1110, 1127, 1128, 1138, 1139, 1141, 1142, 1206, 1208. Milano, (Signori, Duchi, Governatori...): 65, 68, 209, 230, 231, 233, 234, 235, 236, 238, 258, 286, 287, 293, 303, 350, 366, 473, 533, 534, 597, 635, 693, 694, 696, 754, 757, 767, 769, 770, 771, 772, 776, 780, 788, 791, 809, 814, 817, 824, 829, 838, 843, 848, 859, 860, 866, 867, 869, 871, 872, 874, 875, 876, 879, 891, 893, 894, 895, 896, 897, 903, 906, 907, 909, 912, 913, 914, 915, 917, 918, 925, 926, 929, 930, 949, 951, 955, 956, 957, 958, 959, 961, 962, 964, 965, 967, 969, 970, 971, 972, 973, 980, 981, 986, 988, 989, 992, 1006, 1007, 1019, 1025, 1100, 1170, 1171, 1177, 1214, 1215, 1220, 1230; e v. Lombardia. Milazzo: 489, 499. Minorca : 53. Mirbello, Signori di: 262. Moadini, vel Moabiti: 377. Modena: 879, 981, 1333, 1343, 1346, 1384, 1385, 1386, 1387, 1388; e v. "Maria Teresa. Monaco: 53, 101, 146,’ 206, 307, 329, 359, 424, 528, 548, 727, 832, 833, 835, 836, 845, 849, 851, 852, 1295. Moneglia, v. "Nicolò. Moneta, v. Ufficio. Monferrato: 40, 42, 64, 111, 141, 155, 239, 384, 408, 602, 603, 604, 605, 606, 607, 608, 609, 610, 611, 613, 615, 616, 617, - 238 - INDICE TOPONOMASTICO 618, 619, 621, 622, 623, 624, 625, 626, 644, 754, 756, 1214, 1215, 1219; e v. 'Bonifacio, 'Corrado, 'Gian Giacomo, 'Giovanni, •Guglielmo, 'Vincenzo. Mongiardino: 220. Monleone: 70, 71, 72. Montaldo, Montalto: 10, 19, 40, 99, 151, 233, 271, 293; e v. 'Antonio, 'Giorgio, 'Leonardo, 'Tomaso di Montaldo. Montechiaro: 233, 237, 238. Montefiascone : 383. Montefeltro, v. 'Federico III. Montegrosso, castello: 179. Monterosso: 328. MonTBVIGnale : 837. Montoggio: 1213, 1303. Montpellier: 54, 90, 177, 182, 225, 226, 248, 251, 276, 1012. Monza: 293. Mori: 942 (v. Aly). Morzasco: 233. Multepo: 5. Napoli, (re, regno...): 228, 423, 438, 454, 456, 489, 490, 491, 492, 493, 494, 497, 499, 501, 509, 519, 520, 539, 540, 685, 758, 792, 794, 796, 815, 820 841, 881, 884, 987, 1085, 1092, 1096, 1111, 1 153, 1167, 1281, 1314, 1410; e v. 'Carlo, 'Ferdinando, 'Iolanda, 'Roberto. Narbona: 15; e v. 'Ermengarda, 'Raimondo V. Nasino: 179. Nasso: 100. Navarra: 370, 897, 903, 904; e v. 'Enrico. Negroponte: 388, 392. Nicola di Lunigiana: 745, 985, Nicosia: 736. Nicotera: 388. Niella del Tanaro, v. 'Ramazzotto. Nîmes: 410, 417, 419, 421. Nizza Marittima: 101, 102, 473, 1350, 1351, 1354, 1355, 1427. Noce, Colle della: 1400. Noli: 7, 46, 88, 612, 670, 1172. Norimberga: 889. Norvegia: 1359, 1360. Noto, Val di: 53. Novara: 258. Novi: 19, 838, 839, 1426. Olanda: 1320, 1343; e v. Paesi Bassi. Olmeto: 444, 445. Oltremare: 315, 341, 342, 343, 344, 347, 349, 352. Oneglia: 179, 329, 402, 736. Onzo, castello: 179. Orano: 995. Orba, fiume: 2. Orcovecchio: 179. Ordine di S. Giovanni Gerosolimitano, v. S. Giovanni. Oriente: 141, 155, 555, 585, 590, 908. Oristano: 55, 95, 130, 133, 136, 150. Ormea: 516. Ortona: 1193. Ortonovo: 985. Orvieto: 383, 422, 578. Ostia, vescovo di : 550. Ottomano, Imperatore: 1407. Padova: 68, 473, 475, 476, 478, 651, 652. Paesi Bassi: 1323, 1324, 1325, 1329, 1330, 1332, 1334, 1338, 1339, 1342, 1345, 1353; e v. Olanda. Palermo: 388, 391, 392, 403, 894, 1021, 1068, 1107, 1109, 1130, 1202, 1263. PanigalE: 837. Papa: 297, 299, 300, 301, 303, 340, 341, 342, 344, 345, 346, 347, 349, 374, 382, 383, 399, 404, 413, 420, 550, 593, 596, 608, 61 1, 813, 859, 879, 943, 953, 954, 977, 984, 1186, 1210, 1221; e v. Roma, Santa Sede Parigi: 369, 419, 751, 1321, 1359, 1420. Parma: 68, 1216, 1222, 1395, 1397; e v. *Fer dinando. Parodi: 32, 34, 40, 64, 89, 91, 92, 93, 94, 99, 169, 175; Marchesi di: 32, 34, 91, 92, 99, 175. Passano, Signori vel uomini di...; 11, 99, 100, 316. Pasturana: 151, 233, 271. Paverano, v. S. Giovanni. Pavia: 10, 19, 64, 169, 245, 246, 247, 384, 399, 1211, 1212. Pera: 503, 515, 530, 541, 561, 636, 660, 675, 676, 737, 752, 888, 889, 892. Perugia: 578, 597, 861. Pesaro: 860 (v. 'Sforza Alessandro), Pescara, marchese di: 1209. Petretto, castello: 442, 443, 450. Piacenza: 68, 235, 258, 303, 365, 384, 1222, 1395, 1397. Pianosa: 434. Piemonte: 1147, 1148, 1149, 1310; e v. 'Savoia, Torino. Pietra, castello: 83. Pietraretta, castello e borgo: 99, 100. Pietrasanta: 985. Pieve di Teco: 949. Pigna: 227. : 9, 16, 27 , 37, 47, 50, 57, 61, 63, 67 , 79, 88, 90, 95 , 96, 97, 109, 110, 119, 122, 123, 124, 126, 128, , 162, 172, 174, 182, 185, 186, 190, 192, 193, 194, 197, 201, 202, 203, 210, 211, 212, 214, 215, 217, 228, 289, 323, 324, 325, 326, 327, 328, 332, 333, 335, 336, , 337, 340, 341, 342, 344, 346, 347, 349, 351, 352, 353, 355, 358, 364, 369, 370, , 378, 411, 420, 424, - 239 - INDICE TOPONOMASTICO 427, 429, 434, 460, 470, 473, 482, 483, 529, 594, 597, 662, 665, 725, 739, 1024; Vescovo di: 9, 130, 150. Pistoia: 304, 461. Poipino: 329, 359. Polcevera: 706. Pollenzo, Conti di: 965. Polonia, v. "Luigi I di Ungheria. Pontefice, v. Papa. Pontremoli: 98, 1372. Ponza: 437, 789. Ponzone, Marchesi di: 64, 195. Pornassio: 179, 516. Porta (Sublimb): 1291, 1365. PORTOFERRAIO : 1410. Portogallo: 680, 1319,; e v. "Giovanni. Porto Maurizio: 329. Portovenere: 53, 61, 146, 206, 328, 329, 397, 556, 741. Precepiano: 167. Prela, Valle: 179. Provenza: 48, 53, 90, 101, 102, 146, 182, 307, 308, 309, 359, 360, 363, 364, 470, 898, 982, 996, 1157; v. "Beatrice, "Raimondo-Berengario. Puglia: 53. Rablne, colle delle: 1400. Ragusa: 1187. Rapallo: 397, 1223. Recco: 1101, 1102. Reggio Emilia : 879, 1385. Rezzo: 179. Riswick: 1305. Rivarolo: 13, 168. Riverivate, castello: 179. Rocca, castello: 548. Roccabruna: 359, 418, 528, 832, 833, 836, 845, 849, 852. Roccacorvara, castello: 179. Roccatagliata : 1213. Rocchetta: 542. Rocchetta (Vara): 837. Rodano: 30, 359. Rodi: 805. Roma: 57, 59, 63, 338, 357, 376, 381, 437, 470, 649, 650, 666, 671, 743, 744, 881, 984, 1106, 1285; Chiesa di: 9, 63, 355, 364, 383, 399; Curia di: 9; Senato di: 58, 425; 426; e v. Papa, Santa Sede. Romania, Impero di: 322, 379, 390, 515, 675. Roussillon: 290. Rovegno, v. "Giovanni. Rovereto: 66. Roviasca: 1015. Russia: 82, 1365, 1407, 1410, 1411. Saint Gilles: 101, 284; Conti di: 8, 54, 182; Priore di: 932, 934. S. Andrea di Sestri Ponente: 255, 260, 264, 267, 274, 275, 278, 280, 281, 300. S. Bernardo, convento: 1268, 1269, 1271, 1273. S. Francesco, chiesa in Genova: 1070. S. Galgano abata di: 186, 188, 190, 192, 193, 194. S. Giorgio, Compere di: 890, 906, 914, 919, 931, 936, 974, 985. S. Giovanni di Paverano, priorato, 416. S. Giovanni Gerosolimitano, Sacra Casa, Religione, Ordine: 805, 932, 934. S. Miniato: 96, 324. Sanremo: 329, 454. S. Siro: 166; e v. "Paolino. S. Stefano (Magra): 767. S. Stefano, abate di: 351, 570, 571. S. Croce : 103. S. Igia: 342, 343, 344, 346, 347, 349, 351. S. Maria della Carità: 1391. Santa Sede: 202, 346, 349, 378. Saraceni: 22, 53, 88, 139, 146, 294, 320, 377, 386, 409, 676. Sardegna: 37, 55, 56, 63, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 95, 96, 109, 110, 119, 124, 125,’ 128, 130, 184, 202, 342, 343, 349, 351, 378, 434, 473,. 560, 562, 563, 587, 595, 596, 617, 621, 626, 644, 876, 1176, 1233, 1237, 1238, 1241, 1244, 1261;e v. "Alfonso V, "Arborea, "Barisone, "Ferdinando I, "Martino I, "Pietro IV, S. Igia. Sardegna, re di: 1312, 1313, 1319, 1331, 1343, 1349, 1372, 1381, 1400, 1402, 1403, 1406. Sarzana: 742, 745, 767, 821, 985. Sarzanello: 741, 767, 985. Sassari: 378, 621. Savignone: 868; e v. "Castellano. Savona 4, 7, 46, 145, 148 179, 180, 195, 208, 209, 312, 506, 507, 508, 523, 534, 542, 543, 566. 572, 573, 575, 577, 599, 667, 670, 743, 772, 885, 890, 906, 964, 1083, 1165, 1168, 1169, 1231, 1274; e v. "Enrico I. Scio: 737, 783, 883, 1082, 1175, 1187, 1190, 1192. Serla, castello: 125. Serravalle: 167. Sestri Levante: 13, 66, 168, 232, 1223. Sestri Ponente, v. S. Andrea. Sicilia: 48, 53, 163, 164, 299, 301, 363, 364, 400, 418, 430, 470, 540, 546, 547, 548, 549, 550, 551, 565, 585, 637, 685, 686, 688, 693, 694, 695, 696, 782, 792, 810, 813, 910, 911, 924, 927, 933, 937, 938, 939, 940, 941, 945, 946, 947, 948, 953, 954, 973, 980, 981, 998 , 999, 1001, 1085, 1087, 1088, 1089, 1092, 1093, 1094, 1095, 1096, 1097, 1103, 1104, 1111, 1112, 1122, 1126, 1129, 1130, 1131, 1132, 1133, 1134, 1135, - 240 - INDICE TOPONOMASTICO 1136, 1137, 1138, 1139, 1140, 1141, 1142, 1143, 1144, 1161, 1167, 1180, 1191. 1197, 1198, 1199, 1200, 1201, 1202, 1209, 1228, 1232, 1264, 1315, 1316, 1392, 1393, 1394, 1396, 1398, 1399; e v. "Carlo, 'Ferdinando, "Giacomo, "Giovanna, "Guglielmo, "Isabella, "Luigi, "Manfredi, "Maria, "Pietro, "Renato, " Ruggero. Sidone : 141, 289. Siena: 306, 331, 364, 597, 861, 973, 980, 981, 1013, 1024, 1177. Siracusa: 53, 204, 299. Siria : 289, 291, 317, 318, 319, 375. Siviglia: 321, 356, 357, 689. Smirne: 355, 502. Spagna: 35, 127, 585, 595, 1003, 1020, 1113, 1124, 1125, 1127, 1133, 1136, 1180, 1197, 1198, 1209, 1215, 1216, 1218, 1228, 1229, 1232, 1234, 1237, 1238, 1239, 1240, 1241, 1244, 1252, 1256, 1257, 1260, 1261, 1264, 1281, 1283, 1286, 1304, 1306, 1307, 1311, 1314, 1315, 1317, 1318, 1319, 1328, 1336, 1343, 1347, 1369, 1370, 1371, 1374; e v. "Carlo, "Ferdinando, "Filippo. Spigno: 542. Spotorno: 208. Stadomelli: 837. Stellanello: 179. Suidino, porto: 81. Suvero: 435, 837. Svezia: 1415, 1416; e v. "Gustavo. Taggia : 329, 784 Tagliolo: 854, 857. Tana: 596. Tanaro: 2. Tarascona: 102. Tarso: 200. T art aria : 362, 647, 677. Tassarolo: 151,271. Tebe: 305. Tedeschi: 176, 899, 900; e v. Germania. Tenda, Conti di: 949, 950, 965. Tenedo: 653, 655, 658, 661, 664, 665. Terracina: 535. Terranova, Duca di: 1214, 1215. Terrarossa: 837. Terrasanta: 139, 140, 386. Tiglieto, abate di: 186, 188, 190, 192, 193, 194, 261, 264,267, 275, 279, 300. Tiro: 121, 141, 155, 159, 165, 319, 362, 371, 372, 420. Tivegna: 882. Toledo: 356, 357, 634, 774. Tolone: 240, 310, 1294. Tolosa: 90, 101, 102. Torino: 258, 652, 655, 664. Torre, Signori della: 66. Torre Maggiore, v. "Carafa Adriana. Torres: 12, 77, 202, 434; Arcivescovo di: 358. Torriglia: 1380. Tortona: 10, 14, 19, 167, 169, 220, 231, 233, 234, 245, 246, 247, 286, 287, 288, 293, 295, 384, 473, 481. Tortosa: 29 30, 35, 36, 250, 1217. Toscana: 364, 421, 424, 427, 470, 674, 1361, 1362, 1372, 1375, 1377; e v. "Pietro Leopoldo. Trebbiano: 98, 334, 335; e v. "Bonaccorso. Trebisonda: 512, 514. Trec, v. "Enrico. Treviso: 68. Trieste: 1435. Triora: 179, 777. Tripoli: 181, 183; Conte di: 120, 181, 183. Tripoli di Barberia : 294. Tunisi: 320, 377, 433, 687, 780, 787, 788, 816, 831, 864, 865, 893, 1105; e v. "Mir, "Miramamolino, "Otman. Turbia: 101, 102, 307, 359. Turchia: 676, 883, 888, 943 944, 968, 1193, 1283, 1291, 1296, 1309, 1407; e v. Impero Ottomano. Ufficio della moneta: 798, 803, 846, 850, 856, 900, 922. Ungheria, re di: 538, 539, 540, 548, 574, 579, 582, 641, 651, 652, 655, 1313, 1343, 1348, 1352, 1353, 1354; e v. "Luigi. Urbino, Conte di: 860; Duca di: 973. Valenza: 778. Varazze, v. "Guglielmo. Varano: 232. Varese Ligure: 13, 1213, 1223, Vellego, castello, 83. Velletri, vescovo di: 550. Venezia: 21, 47, 68, 113, 199, 204, 205, 210, 211, 212, 214, 215, 285, 297, 299, 315, 322, 339, 340, 341, 342, 346, 347, 349, 352, 353, 355, 369, 370, 373, 375, 376, 381, 382, 388, 391, 392, 394, 395, 397, 398, 404, 405, 413, 414, 420, 422, 432, 438, 456, 466, 467, 468, 470, 472, 473, 474, 475, 476, 477, 478, 479, 480, 481, 551, 559, 561, 567, 574, 580, 582, 583, 584, 594, 595, 596, 597, 641, 651, 652, 653, 654, 655, 656, 657, 658, 661, 664, 665, 673, 676, 723, 724, 726, 730, 732, 733, 748, 791, 874, 875, 876, 879, 905, 973, 975, 980, 981, 1177, 1185, 1192, 1218, 1298, 1307. Ventimiglia: 24, 173, 179, 307, 329, 359, 548, 549, 550, 836, 852; Conti di: 401, 402, 455, 545, 754, 950; e v. "Guglielmo vescovo. - 241 - Vercelli: 258. Vernazza: 328. Verona: 68, 473, 476, 477, 479, 748 Verrazzano, castello, 179. Ve zzano: 11. Viareggio: 96. Vicenza: 68; e v. "Bartolomeo. Vienna: 1313. Villa franc a (di Lunigiana): 837, 965. Vimercate, v. "Gaspare. Virgoletta: 837. Viterbo: 341. Voltaggio: 167; e v. "Guglielmo. Voltehra: 96. Voltri: 590, 706. Waurin, v. 'Valerano. Worms: 1315. Zuccarello: 516, 890. SOMMARIO Premessa...... G. Costamagna, Introduzione . Avvertenze . Bibliografìa e abbreviazioni . P. Lisciandrelli, Regesti Indice onomastico Indice toponomastico Finito di stampare nell'istituto Grafico Bertello di Borgo S. Dalmazzo (Cuneo) il 21 Aprile 1961