A-TTI IUXA SOCIETÀ LIGURE 131 STORIA PATRIA VILUME IX - FASCICOLO I. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE' SORDO-MUTI MDCCCLX1X ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI r STORIA PATRIA ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME IX. GENOVA TIP. DEL R. I. DE’ SORDO-MUTI MDCCCLX1X. NOTIZIE SULLA TIPOGRAFIA LIGURE SINO A TUTTO IL SEGOLO XVI «ACCOLTE DAL SOCIO NICOLÒ GIULIANI AL SIGNOR CORNELIO DESIMONI Desideroso di recare anch'io 1' umile mio tributo all’ opera cui sudano sì onorevolmente cotanti miei Colleghi, mi accinsi della massima buona voglia alle ricerche, le quali a Voi piacque, intelligentissimo e solerte se altri mai nella nobile impresa, di propormi. Frutto di esse Vi offro di presente, come cosa vostra, queste Notizie, perchè, ove le riputiate non indegne di venir compagne alle tante che già illustrano gli Atti di questa nostra Società, loro ne procacciate l’ingresso. Dell'essermi io allargato assai più che non si costumi in lavori di questa latta (quanto almeno all’ edizioni che mi venne fatto d’ avere tra mani), credo non dover chiedere scusa nò a Voi nò a’ Colleghi, mostrando lutti di tenere giustamente in pregio le notizie ( 8 ) che all'amatore eli generalità potrebbero per avventura sembrare troppo minuziose. Credo piuttosto mio debito l’aggiungere ch’io spero aver fornito occasione di supplire col tempo alle molte ommissioni, inevitabili in siffatti lavori, benché io abbia la coscienza d' avervi posto cura non poca supplendo ad altre già lasciate da’ predecessori miei, pure diligentissimi. Nè tacerò che troppo mal s’apporrebbe chi dalla serie delle edizioni genovesi volesse argomentare della fecondità del ligure ingegno, il quale è noto ai pure superficialmente versati nella patria storia letteraria essersi reso chiaro coi tipi delle più cospicue e svariate città, non che italiane, olandesi, francesi e spagnuole, fino dai primi albori dell’arte tipografica. Nella quale se Genova non ebbe il vanto che in tante altre le viene universalmente consentito, ne accennerò le cause, piacendomi qui di premettere che se essa non lasciò a’ posteri larga copia di paleotipi, s’onorò sempre di tali che n’usarono a dovizia facendone amorose ricerche, testimonio, fra le altre, la Biblioteca Durazzo, il cui catalogo ne annovera oltre a quattrocento, a tacere della Universitaria molto più ricca di simili cimelii, già esistenti, la maggior parte, in questa istessa nostra Città. Ciò premesso, passo alla rassegna di varii capi alla tipografia ligure pertinenti, incominciando dagli ostacoli alla stampa (*). 11 resto verrò esponendo anno per anno ; aggiungerò infine indici opportuni al facile ritrovamento delle cose più notevoli. C) Lascio il trattare della Carta al socio sig. Gio. Uatta Villa, pittore, che ne ha adunate assai pregevoli memorie; e la cui ricca messe farà parte essa pure di questi Atti. ( 9 ) I. OSTACOLI ALLA STAMPA. Se la Liguria può vantarsi di aver fornito, prima forse tra le altre terre d’Italia, carta ai tipografi, non le fu però dato di raccomandare a’ posteri il suo nome per ispeciali benemerenze verso quei nobili artisti. Di che però non sia chi le ne faccia colpa soverchia, poiché fu quell’ arte nel suo nascere perseguitata qual novello Ercole in fasce, nè il Guttemberg potè darle vita se non avvolto in tale mistero, per cui fino a questi ultimi tempi ne fu dubbia la sua paternità, pur concedutagli dalPuniversale suffragio della pubblica opinione, che parmi esser qui sinonimo di coscienza (1). Era cotesta un’ arte che, in tempi d’assai ristrette risorse, minacciava di fame un numero molto grande di amanuensi, protetti, come ebbe ad osservare un distinto Bibliografo (2), anco da’ Principi. Ben seimila di costoro poterono ritardarla nella stessa Parigi fino al 1470, quando già dal 4465 erasi impresso a Subiaco, e del 1469, (18 settembre) il Veneto Senato aveva concesso privilegio (3) di stampatore a Giovanni da Spira. Che più? In Inghilterra fu 0) Nessun dubbio se n’ebbe a tutto il secolo XV, coni’è a vedere nel dotto Quadro critico tipografico dell’Ab. Mauro Boni, alla fine del voi. II Degli Autori classici ecc. pag. XXXI1I e seg.; 4793. (J) Giac. Manzoni, Annali tipografici torinesi, 1863. E prima di lui il Boni, op. cit. p. LX11 : « Sappiamo che prima della stampa tutte le Università avevano un corpo di copisti da esse dipendenti, e muniti di pubblici privilegi, ai quali era affidata la cura di fare le copie necessarie de’ libri, che ciascun professore si eleggeva da spiegare » ecc. (5) Lo si veda presso l’Amati, Ricerche storico-critico-scienti,fiche sulle origini ecc., voi. V, p. 455; 1830. ( IO ) espressamente vietata nel 1480 ('). A prete Clemente da Padova, che nel 1470 chiedeva un sussidio al Senato Lucchese per istabilire nella illustre Città per lui governata i suoi torchi, erano offerti due fiorini il mese a patto che fosse pure tenuto ad pubblice docendum scribere discere volentibus (•) ; onde Lfiicca non ebbe questo benefizio che nel 1477 da Matteo da Ci vitale, cui fu il Senato men duro, concedendogli esenzione dal dazio sulla carta (3), con G8 voti contro 48. Se pratiche somiglianti fossero fatte presso il Senalo della nostra Genova, s1 ignora. Grande scalpore fu però tra i bibliografi per una petizione che si disse essergli stata fatta dai menanti contro Tintrodozione della stampa, e che a nessuno fu dato fino a qui pubblicare. Questo documento, di cui l’A-mati (*) già diede un sunto, si può leggere qui appresso quale mi venne fornito dal eh. socio Desimoni: \ obis illustri domino ducali in Janua uicegubernatori et locumtenenti ac Magnificis dominis Antianis duitatis Janue humiliter supplicatur et reuerenter exponitur pro parte Consulum et totius artis scriptorum librorum ciuium ac seruitorum Dominationum Vestrarum. Quod cum nuper in hac duitate uestra aduenerint nonnulli extranei qui fabricant et imprimunt uolumina diuersarum maneirarum et qualitatum, ex quibus plurimum damnificant et omnino destruunt dictam eorum artem t sub qua ultra ipsos artifices uiuunt innumeri scriptores qui sunt ciues uestri, et qui propter paupertatem in secreto faciunt tale exercicium pro ut ipsi, qui subeunt onera et auarias publicas prout faciunt ipsimet supplicantes a quibus (’) Lacroix ecc., Hi st otre de 1’imprim., p. 81 c 96; 1852. C-) Ai*. LuccnEsiM, Opere, voi. XXII, p. 52 e seg. (3) Id. ib., p. 56. (‘) Op. cil., voi. V, p. 748. (Il) dicta eorum ars per indirectum au fer ere tur a dictis impressoribus qui nullum beneficium conferunt duitati, nec subeunt aliqua onera publica, immo quod deterius est, cum aliquas pecunias accumulauerint, hanc duitatem deserent prout solent facere in aliis locis in quibus iam fuerunt et ex eis recesserunt. Quapropter cum predicta ucra sint, et cedant in preju-dicium artis dictorum scriptorum librorum et aliorum ciuium uestrorum qui sub ea arte de scribendo uiuunt cum eorum familiis; idcirco supplicant Consules et artifices predicti, quatenus prelibate Dominationes Vestre dignentur et uelint de opportuno remedio prouidere, ita ut et ipsi supplicantes ciues uestri cum eorum familiis uiuere possint, et non cogantur hoc modo duitatem propriam deserere propter dictos impressores qui aduene et extranei sunt, aut saltem in ipsa duitate uestra prout ipsi uiuere et artem suam substentare possint hoc modo, uidelicet prohibendo dictis impressoribus cuiuscumque condictionis et gradus sint qui uelint sub grauibus penis per Dominationes Vestras statuendis contra dictos impressores, applicandis arti dictorum supplicantium, ne de cetero audeant fabricare seu imprimere, aut fabricari et imprimi facere in Janua uel in tres potestacias uolumina infrascripta, scilicet breviarios, mis-salia, officiolos Beale Marie Virginis, Donatos, psalteiia, regulas gramaticales, doctrinalia, epistolas. . . . Ouidij, libros Prosperi et Esopi. Que uolumina pauca sunt et pauci ualoris, inter innumera et infinita uolumina que imprimunt et imprimere seu fabricare possunt. Sdlicet ea tantumodo requirunt prohiberi dictis impressoribus et reseruari dicte arti ipsorum supplicantium ut m . . . . uiuere possint, et se substentare cum eorum familiis et aliis qui uiuunt de arte scribendi, et decernere quod dictis supplicantibus liceat et licitum sit propria auctoritate capere et capi facere huiusmodi uolumina prohibita ubicumque et penes quoscumque reperiantur a quibuscumque ( 12 ) personis cuiuscumque qualitatis et conditionis ac gradus exi-stant apud quas inuenta fuerint in presenti duitate et in Iribus potestacns ut supra, et sic oblata conuerterc in beneficium, ipsorum supplicantium, nec non personaliter detineri et capi dictos impressores. Quia aliter omnino cogerentur discedcre ab ipsa arte, cum preiudicio suo suarumque familiarum et duitatis et ciutum, tam pro pensionibus apothecarum quam aliis beneficus que artifices conferunt uniuerse duitati ct Rcipublice; immo tolleretur iniuria si ars ista noua imprimendi locum haberet, ne quispiam disceret amplius bene scribere, quod'esset inconueniens, nam ars bene scribendi semper fuit, ista uero imprimendi non semper, sed per interualla inuenta•, et que est tn manibus alemanorum qui pecunias ex Italia exportant sine ulla utilitate publica. Item supplicatur parte qua supra pro honore artis ipsorum, quod cum sint nonnulli tam de eorum arte quam alii presbiteri qui uendunt et uendi faciunt, et seu scribunt et scribi faciunt Donatos, regulas grammaticales et alia uolumina de quibus supra, in cartis pecudum in quibus littere uix per biennium durare possunt, ex quo sequitur damnum toti duitati et ciuibus huiusmodi uolumina ementibus, et uerecundie arti ipsorum; ideo requirunt similiter per Dominationes Vestras decerni et prohiberi quod aliqua ex operibus seu uoluminibus supra dictis non possint scribi in dictis cartis pecudum, ex quibus omnis scriptura litturatur fadirne. Et super inde dare auctoritatem Consuli dicte artis quatenus huiusmodi uolumina inquirat, et de eis de cetero inquisitionem faciat; quibus repertis, ea possit applicare et conuertere in beneficium dicte artis et artificum predictorum. Qui sese devote prefatis Dominationibus Vestris se recomendant. I ( 13 ) Die xi Maij 1472. Responsio ipsorum Magnifici et Prestantissimi Domini Ducalis in Janua Viceg uber nator is, et Magnifici Consilii Dominorum Antianorum, in pleno numero congregatorum, est quod Spectati Domini Reuisores Capitulorum artificum audiant supplicationem predictam, et examinent discutiantque quid consulendum, ipsis supplicantibus uoeatis uocandis eis .... referent ipsis Magnificis Dominis Ducali Vice gubernatori et Consilio (l). A questi ostacoli se ne aggiunse pur altro di non poco rilievo, chi ben consideri; e furono i tempi non troppo allora tranquilli per la Repubblica, di mala voglia soggetta alla dominazione milanese dello Sforza. II. DI FILIPPO DA LAVAGNA. Di questo celebre tipografo fu già disputa vivissima fra valenti bibliografi, agitata specialmente dai due chiarissimi Gaz-zera e Spotorno. Come a quest’ultimo avea poco innanzi il eh. Conte Napione contesa Genova patria di Colombo, così negogli il Gazzera, nelle sue Lettere bibliografiche, che sul- 0) Archivio Governativo di Genova: Collegi, Fogliazzo Artium ann. 4424 in 1784. Il P. Laire (index librorum etc., voi. II, p. 326 ) in altro simile documento da lui scoperto « nell’ Archivio di una delle principali famiglie patrizie di Genova », lesse invece la data del 1474. Forse fu errore di lezione, o fors’anco la supplica del 1472 non avendo sortito l’effetto desiderato, fu un biennio appresso replicata. \ ( 14 ) lodato Filippo fosse tipografo, e primo ad introdurre I arte della stampa in Milano, e si nominasse dal ligure castello sua patria. Io non ripeterò qui le ragioni splendidamente esposto dallo Spotorno nella sua Storia letteraria della Liguria, nè le opposte sottilmente dal Bibliotecario torinese, al quale rispose poi con molta giustezza il Genovese quanto al primo appunto; chè quanto ai due altri credo non scendesse più nell'arena, essendo rimasta sospesa la pubblicazione del Giornale Ligustico, nel quale aveva, il 1831, riaperta quella dotta palestra. Nè tanto meno vorrò io entrar giudice fra que’ valenti, sol contentandomi d’accennare che, sino a nuovi e decisivi argomenti, la questione riman dubbia per modo che la Liguria non deve ìinunziare a questa gloria. L’Achille degli argomenti avversi certo è cotesto — essersi Filippo dichiarato cittadino milanese. — Ma egli si dichiarò pur nobile, e fra i nobili milanesi non fu dato ritrovarlo al dottissimo Sassi, bibliotecario milanese, né ad altri dappoi, eh’ io mi sappia. Da Lavagna, osserva il Gazzera, indicherebbe il paese nativo, se Filippo fosse stato trate. Ma, di grazia, furono essi frati il Vinci, il Correggio, il Vignola e infiniti altri? Comunque sia, credo non inutile il far qui osservare che quel Guttemberg, a cui toccò infine vivere della carità d’un Monsignore Principe di Germania, è oggi ritenuto da non pochi (') oriundo di Kuttemberg piccola città di Boemia. Beato il Lavagna che potè aiutarsi del pro-prio, e non solo stampare egli dapprima per se stesso, ma far poi stampare anche ad altrui! Aspettando pertanto qualche documento che possa decidere la questione, credo opportuno aggiungere la serie delle edizioni del Lavagna, quale ci è fornita dalFAmati nella succitata sua opera venula in luce nel 1830, notando alcune circostanze O.Lacroix, op. cit., p. 71. ( 13 ) che, riscontrate colla storia civile della Liguria e colle carie che fossero per venire alle mani di qualche sludioso delle cose patrie, possano offrire occasione di risolvere la lite in nostro favore. 1469, 18 Maggio. Miraculi de la gloriosa 'Verzene Maria..... Dentro de Milano e dove stato impronta. L’ opra beata.................. Filippo da Lavagna quivi si conta. E state el maestro de si dolci canti. ln-4, caratt. rot. 1472. Publii Virgilii Maronis Opera .... In-fol. inembran. Senza nome di tipografo; creduto Lavagna dal Laire. 1472, 25 Marzo. M. T. Ciceronis Epistolae familiares. ... : In-fol. .... ego Philippus Lavagna civis Mediolanensis, ut provirili mea aliqua ex parte meis civibus prodessem , nactus exemplar correctissimum studio diligentissimo hominum doctrina praestantium trecenta volumina excribenda curam (curavi) opera adhibita, ut singulae paginae, antequam imprimerentur, ab aliquo doctorum perlectae essent et castigatae. 1473, 12 Febbraio. Liber canonis primus quem princeps etc. (Sunt Lib. V. Avicennae). ( 16 ) In line libri II; hniv. • ^01 ma^strum Filippum de Lavagna rem S farllS stampandi in hac urbe-primum latorem atque inventorem. In fol. char. lat. 1473, 4 Agosto. rum ITe,:)C11 liber de Consolatione Medicina- Lavaniam imPressum per Magistrum Philippum 1473, 6 Agosto. parte apriti Lavas,na e Gola Montano per una . e Cristoforo Valdarfer di Ratisbona per l’altra SI pgano in società tipografico-editrice ('). 1474, 14 Giugno. impressiir&llU Mar°niS °pera • • • • Mediolani T ‘ ^ Per Ma&istrum Phil. de Lavagnia. *n fol. char. rom. 1474, 13 Ottobre. Apollinaris Offredi Cremonens in libr Aristotelis de anima Comment W Aristotelis Phil. de Lavania. .....Mediolani per Mag. In fol‘ char- rom. coi. dupl. 1475, 18 Marzo. Tuentiae praecent-f '0nCnsis Isaff°fficus liber in Elo-vagnia • • • • • per Mag. Phil. de La- Jn-4, char. rom. Edizione ripetuta il U76, 5 marzo. 1 ; Amati, op. cit., pag. 273. ( 17 ) 1475, 5 Giugno. Ovidii Metamorfoses.....Mediolani impressum per Mag. Phil. de Lavagnia Mediolanensem In fol., char. lat. 1475, 20 Luglio. Historiae Augustae Scriptores .... In fine della prima Parte: Mediolani impressum per Mag. Phil. de Lavagnia Ed in fine della seconda: Informatum est hoc opus per Mag. Phil. de Lavagna anno a Nativ. Christi ...... Undecimo ka- lendas Januarias Mediolani. Cotesta, detta dall’Amati (*) editio princ. rarissima, si conserva in questa R. Biblioteca Universitaria. In fol., char. rom. 4 475, 27 Giugno. Compendium elegantiarum linguae latinae Laurentii Vallensis. Mediolani impress. per Mag. Philip, de Lavagnia Mediolanensem. In-4, char. rom. 4 475, 4 5 Settembre. De Servitutibus. Impressum Mediolani per Christoph. Waldarfer .... impensis Juris Scholaris D. (’) Op. cit., p. 289. i (18) ^AnTt0mi de Bur&° dicti de Casteliono, et Phi-r, 1 avania • • . Regente Invictissimo Quinto e i lediolani Galeatio Maria Sfortia Vicecomite. 1475, 28 Novembre. ^aedam SS. Hyeronimi etc. Impressum Vagisti-, Philip, de Lavagnia i.cccc.lxxv. (sic). In-4, char. rom. È nella Biblioteca Durazzo. 1475 (?). tinUate dolium"6118*8 Chronicon a s- Jeronymo la- In fol., char. rom. L Amati (') dice anche questa edizione del 4475. hritin’ r, PIimo’ ® un Epigramma di Bonino Mom-' fra Cui versi Jeggonsi i seguenti: Util'p1^8 Ut ■pateant tabulis impressit alienis . 6 Lavania «ente Philippus opus. sEre Lavaniae numerosa volumina nostri - exiguo qualibet urbe legunt (’). 1476, 46 Febbraio. Horatii Flacci Opera. In-4, char. rom O Pag. 374. ( 19 ) 4 476, 23 Ottobre. Iuvenalis et Persii Satyre. Impress. Phil. Lavanius m ediolanensis. In-4, char. rom. 4 476, 27 Novembre. Sallustii Opera. Mediol. due tu et impensa Phil Lavami. In fol. 4 477, 24 Febbraio. M. A. Lucani Pharsalia.....impensis Phil. La- vagniae. In fol. 4477, 49 Marzo. M. T. Ciceronis Epistolae ad Familiares. Impressum Mediol. per Phil. Lavagnium mediolanensem. In fol., char. rom. 4 477, 47 Aprile. Vergerii Petri Pauli Justinopolitani De ingenuis moribus ac liberalibus studiis.....per Phil La- vanium civem mediolanensem In-4, char. rom. ( 20 ) 1477, 13 Maggio. Horatii Opera. Opera et impensis philippi Lava gniae civis mediol. In fol. 4477, 31 Agosto. Lanrentii Vallensis ..... elegantiarum opus . . . impensis Phil. Lavagniae. In fol., char. rom. È nella Civico-Beriana genovese. 1477, 8 Novembre. M. T. Cicero de Oratore. Med. Impensis Phil- La vaniae. In fol., char. rom. 1477. M. T. Ciceronis Rethorica. Med. per Phil- Lava gnam. In fol. 1478, 4 Febbraio. Il Philocolo .... di Giov. Boccaccio.....-^rn' presso per Philippo de Lavagnia nell’ inclita cita de Milano. In fol. ( 21 ) t 1478, 4 Febbraio. Valerii Maximi Dictorum etc. . . . Mediol. arte et impensis Phil. Lavagniae In fol., char. nit. rom. 4 478, 8 Aprile. G. Jul. Caesaris Commentarii.....Phil. Lavagnia .....imprimi fecit Mediol In fol., char. rom. 4478, 27 Maggio. Juvenalis et Persii Satyre. Impressit Phil. Lava-gnius mediolanens. In fol. 4 478. Martialis Epigrammata .... Mediol. impensis Phil. de Lavania Civis mediolanensis. In fol., char. rom. 4478. T. Livii Hist. Rom......Mediol. arte et impensis Phil. Lavagniae. In fol., char. rom. 4478. M. T. Ciceronis Epistolae ad familiares.....Mediol .....arte et imp. Phil. Lavagniae civis mediol In fol. ( 22 ) 1478. M. T. Cicero de Officiis, de Senectute, de Amicitia, Paradoxa. Mediol. per Phil Lavagnium. Iu fol. 1479, 26 Giugno. -Ksopi vita et fabulae e graeco in lat versae per Himieium.....Mediol ad impensas Phil. Lavagniae civis mediol In-4, char. rom. 1479, 31 Ottobre. t^~I^l0nS1S de lin^uae lat ele&an' impensis Phil. Lavagniae. ' 1^ fnl />kriM __*. 1 In fol., char. goth 1479. Horatius. Mediolani per Philippum de Lavaenia In fol. 4480, \7 Gennaio. Vita dei glorioso Serafico Patre Miser S. Fi an cesco .... impressa .... in casa di Messere Fi • a Lavagnia, cittadino di Milano. In fol., char. rom. nit. 1480, 24 Marzo. Miracoli della Beatissima Vergine ( 23 ) Questa R. Biblioteca Universitaria n’ ha un esemplare, nel principio del quale si legge : « Gomenza alchuni miraculi de la gloriosa Ver-zene Maria ». Ed in line : Dentro de Milano ecc., come fu già accennalo all’anno 1469 48 Maggio. In-4, char. rom. È una seconda edizione? 4 480, 4 Settembre. Aeosopi Vita et Fabulae etc. Già notala all’anno 4479, 26 Giugno. •4481, 9 Maggio. Angeli de Aretio in primam et secundam partem Institutionum .... Mediolani opera et impensa Petri Antonii Castellionei .... ac Pbil. Lavagne. In fol., char. goth. Altri veda se questo Castiglione già notalo all'anno 4 475 7 Settembre, e fin dal 1472 4 Giugno in società tipografica con Montano bolognese ed altri (*), possa essere ligure, come si trova socio e forse successore del Lavagna. 4481, 45 Maggio. Angeli de Perusio de Obligationibus Tractatus . . . Stampatus . . . Mediolani . . . Petri Ant. Castellionei . . . Philip piqué Lavagnae . . . sumptibus et cura. In fol., char. goth. (’) Amati, op. cit., p. 27G n. c. 2. ( 24 ) Nel Digestum del 4482 il detto Castiglione si segna de Castel-liono in società editrice con Ambrosio de Gaymis, ambidue nobili milanesi. E così in altre edizioni successive presso 1 Amati. 4 489, 22 Settembre. Andreae de Bartholomeo (Barbatiae) de Sicilia P1 et II Consiliorum Huius impressionis opus exegit nobilis • • - • P*11 lippus Lavagnia Mediolanensis proprio sumptu In fol., chart. goh Pianti devotissimi della Madonna..... si le0gono questi versi dei Mombritio : Hic liber impressus celebri fuit arte Philippi, vaniae domini Virgine matre sacer. In-8, char. rom. III. SE]UE DELLE edizioni liguri secolo xv. 1472. concosoo <*ella 1>'° alUica dizione ligure nola (inora (se m’ è Ia Loniffi- ' “le"dere ‘ limili di qnesla nostra (erra a tutta lolla V * 'a ^ «ì» di Fivizzano sull’Au-0 i quella stessa preferenza di elio Suliiaco su ( 25 ) Roma ed altre piccole sulle grandi città, in grazia dei minori ostacoli ivi incontrati dai tipografi. Publii Virgili Maronis opera, scilicet Bucolica, Georgica et ^Eneis cum supplemento Maphei Vegii. Sculpserunt docti manibus sed pectore firmo Carmina Virgili vatis super aethera noti Jacobus existens primus: baptista sacerdos Atque Allexander comites in amore benigni. Qui fivizani vivunt super oppida digni. M.CCCC.LXXII. In fol. oblongo, char. nit. Cosi presso 1’Amati, il quale (*) fa merito al ch. Mauro Boni d’avere pel primo ammessa Fivizzano fra le celebri città tipografiche, e riferisce dal Duca de la Valière (2) che il sullodato Giacomo (3) aveva prima appresa l’arte in Venezia. Riporta poi dall’ eruditissimo Fossi che lo stesso Giacomo, forse prima del Virgilio, avea pubblicato in patria il Giovenale, del quale appresso, « poiché nell’esemplare che conservasi nella Biblioteca Regia (oggi Imperiale) di Parigi trovasi scritto dalla mano di chi lo possedeva a quell’epoca: Em.it Bartholomaeus Zeffi mcccclxxiii. Junii Juvenalis Aquinatis Satyrici Poetae Dignissimi Liber. (*) Op. cit, p. 627 e 628. Ne parla pure a p. 502 e scg. (!) Catal. n.° 2529. (z) Noi vedo fra gl’illustri del Gorini. « Che Giacomo da Fivizzano (dice il Boni sullodato nel bell’ esemplare delle sue Lettere sui primi libri a stampa, Venezia 1794, favoritomi dal ch. sig. March. Staglieno, pag. xxxix) trasportasse in patria i suoi torchi, si ha una pruova nelle reliquie de’ tipografici stromenti, che si dicono conservarsi luti’ ora presso i suoi discendenti, o eredi: se vera ò la notizia comunicatami da chi assicura d’averli colà veduti ». ( 26 ) Octo bis Satyras Juvenalis perlege Aquini Scripsit quas Jacobus aere notante manu De Fivizano: Veneta sed doctus in urbe: Jam pridem Lunae patria clara tenet. Solve preces, solve quicumque volumina cernis Maxime qui pauper porrige vota Deo Mi m pei metta d’aggiungere che il povero Giacomo perseguilo dalla giustizia, Dio non voglia per opra degli usati oppositori, se ne tornò in Venezia, dove pubblicò nel '1477 le due edizioni seguenti che trascrivo dall’ Orlandi (<). 1. Ciceronis Epistolae familiares. Per Jacobum de Ervizano Lunensem. In fol. 2. Cicer. Officia, Paradox. Amie. Senect. Som. - cip., nec non de Essentia Mundi, ac XII Sapientum epitapbiis, libri fìniunt, qui peroptime emendati, impressi sunt ductu et expensis Jacobi Lunensis de ivizano, in domo Magistri Martii de Comitibus. In fol. 1473. Ecco un curioso opuscolo, del quale già diede un cenno, dietro le Notizie Letterarie di Milano, il dotto Padre Audi-fredl Plù amPia descrizione però ne abbiamo daH'Amati (3), e più precisa dal Boni (4), che ne vide un esemplare nella Biblioteca della Cattedrale di Bergamo: LA R A ZONE DE LA PASCA E DE LA LUNA E LE FESTE. (’) Origine e progressi della stampa, pag. 28. (') Sepecimen edit. italic., p. 426 (1794). • (*) Op. cit., p. 574. ^ ) Lettere succit./pagg. xv e cxxx. Indi : ( 27 ) m.cccc. lxxiiii la pasca sera a di x daprille — (m.cccc.) lxxv ... a di xxv de marzo E cosi prosegue sino a: ■r- (m.cccc.) lzzzzvii .... a vitisei de maso. * Poi va continuando in rapporto all’anno del calendario: mcccc settantaquattro lo meise di Genuario di trentuno. La Luna fara a li xvm. e a ore yiii etc. Le prime sei pagine sono tutte sulla Pasqua, le lunazioni, e le feste. Nella settima leggesi : La oratione cantava Dante oni hora. Seguono dodici versi rozzi al par di questo, e di tanti altri attribuiti al divino Poeta. Quindi un’orazione latina, che comincia: O juste Judex Jesu Christe. Quest’ operetta interessantissima è divisa in due parti, la prima delle quali non risguarda che il Calendario di Genova; e la seconda non versa che sulla storia politica e geografica dello Stato Genovese, previa una breve lode a Firenze ed a Venezia. Nessun dubbio dell’ anno di sua impressione, cioè il sopra notato 1473. Il formato è d’un 4.° piccolo, di sole 16 pagine, di linee 32, carattere romano ma rozzo assai, e le maniere d’ esecuzione d’inespertissimo tipografo. Il marchio della carta è la forbice, dal mezzo della quale pende una linea, la di cui estremità sostiene una stelletta. Noterò ancora col sullodato Audifredi che tutto il primo paragrafo della pagina terza, in latino, versa principalmente nel-l’esporre le lodi di Giacomo Bracelli, già Cancelliere Genovese. I ( 28 ) U Boni dice invece che in questa pagina si legge: Opus aureum . . . vlgariter z latie versibus z 1 prosa_Spectati viri Jacobi de bracell’ ofi cacellarii ^UÌ Celesti ProPe ingenio, omni gravitate r\ a a, multa de Urbibus: oppidis: populis: flumi-us. insulis. portibus: conditionibus universe Ligurie etc. nde parrebbe, secondo lui, che ne fosse autore il detto Bra-!> ed eziandio \i si dovesse trovare la Descriptio orae ligusticae del medesimo, pubblicata poi dal Grevio, Thesaur. antiquit. et histor. Italiae, T. I, col. 53 e seg. ! C^10 aven(lo io richiesto il eh. sig. canonico Giovanni Fi-uazzi, membro della R. Deputazione di Storia Patria, ne ebbi la seDuenle cortese risposta, in data di Bergamo 2 maggio 4869: Il raro, e forse unico, e non ben conosciuto cimelio, che u Qià della Biblioteca del Capitolo della Cattedrale, e che ora conserva nella Civica Biblioteca di Bergamo, intitolato La icixone de la Pasca e de la Luna e le Feste ecc., non è afatto la Descriptio orae ligusticae del Bracelli, quale si trova nel Gre\io . . . , anzi non vi ha nulla a che fare; e -olo la Desciiptio orae ligusticae può aver rapporto colla flacone de la Pasca, in quanto che in cima della pag. 3 ella stessa Raxone si indica come opus aureum certo opuscolo vulgariter et latinis versibus . . . spectati viri Jacobi de B) acellis etc. Ma, come vede, il Bracelli qui ricordato, non lo sarebbe come autore della ridetta Raxone, ma deWaltro opuscolo non ben dichiarato, scritto in buon volgare e in latino, come in elegante ed eloquente latino lo stesso Bracelli avea scritto la ricordata Descriptio (f). ( ) socio si0. comm. Antonio Merli mi comunica gentilmente copia di un intano (serbato nell’Archivio del Principe D'0ria) di denari ed oggetti (ras- ( 29 ) » Di che il Boni avrebbe fatto confusione, e darebbe luogo ad equivoco, descrivendo esattamente a pag. xv-xvn della sua Lettera Prima il volumetto da lui ricordato nella Biblioteca Capitolare, e meno esattamente richiamandone il cenno a pag. cxxx nell1 Appendice, per cavarne forse un’ induzione, che non viene (almeno da questa citazione), che l’autore cioè della Raxone fosse genovese ; mentre da questa citazione non si può desumere se non che fosse genovese (Cancellarii Januensis) l’autore che scrisse 1’ Opuscolo e la Descriptio, ricordati in questo tuttavia anonimo opuscolo della Raxone ». 4474. Parve quest’ anno dover aprire in Genova un’ èra assai più splendida che non riuscisse poi per la tipografia. Salito al Sommo Pontificato il ligure Francesco della Rovere, col nome di Sisto IV, fu dessa quest’ anno istesso onorata da Lui del privilegio d’ una Università, e d’una bella edizione, che meritava d’esser seguita da molte altre, e lo sarebbe stata certamente senza le già indicate funestissime cause. Forse, confidando anche nel nome del Pontefice, v’ avea sullo scorcio dell’ anno innanzi recati da Olmutz i suoi torchi Mattia detto Moravo dalla patria, seco adducendovi a socio tipografo 1’ orefice Michele di Monaco ; ma, quale che ne fosse la causa, pubblicatavi appena 1’ opera di che appresso, ne partì co’ suoi torchi per Napoli, dove nel seguente anno diede alla luce Lucii Annaei Senecae Opera messi da Antognono di Torricella, castellano di Varese-Ligure, al Conte Manfredo Landi in Piacenza, sotto la data 18 marzo 1476, e nel quale, fra le altro cose si nota: Poysia una in carta certorum locorum in Janua. Mi nasce dubbio se questa Poysia possa essere per avventura 1 'Opus aureum del nostro Bracelli. ( 50 ) bel voi. in foglio, caratt. lor.do, che si conserva in questa R. Universitaria e si vuole da taluno cominciato in Genova. « Continuò il Moravo ad esercitare in. Napoli i suoi Torchi, e molte opere ne uscirono sino al -1491. Sembra ch’ivi finisse di vivere verso il 1498 ... Il nome di Michele da Monaco non comparisce mai più ne’ Cataloghi degli stampatori » ( )• Ecco ora l’edizione, di cui, rara fuori, si hanno in Genova diversi esemplari, uno dei quali riportato, per eil0,e> a_ l’anno 1475 nel Catoloeo della Biblioteca Durazzo (')• L esem piare posseduto da questa R. Biblioteca Universitaria oli e seguenti note : È .un bel volume in fol. minore, del complesso di fogli 368 non numerati, senza richiami né segni di sorta, a due colonne di linee 46. Le iniziali sono, giusta l’uso d’ allora, lasciate dallo stam patore al miniatore ; il carattere è semigotico, nitido, ma scabro d’ abbreviazioni ; la carta bella e consistente, colle marche al ternate della testa di bue a contorni, del guanto con stella sovrapposta, e della forbice. Comincia: 3n noie imi iljcsu ipi ante. 3ucipit Uber qui ^tur ^ plementum. Indi una breve prefazione dell’ Autore, che dice d’aver emendata summa que magistrutia sm pisanella twlgarit1 nucupatur • . . aìi comuncm simplicium confessorum utilitatem. Segue, a due terzi circa della stessa colonna, la Somma sud detta, che principia senz’altro dalla parola 3-bbas e continua in (’) Boni, Lett. succit., p. XVIII. (’) Che la data del 1475 sia realmente erronea, e che perciò l escmplar durazziano presenti anch’esso la data del 1474, lo ha verificato il socio march. Massimiliano Spinola, dietro cortese permissione dell’attuale propiziano essa Biblioteca, il sig. march. Marcello Durazzo qin. Giacomo Filippo- ( 51 ) ordine alfabetico sino a 3elus nella seconda colonna del foglio 3G8 retto, ove si legge: « €t l)ic jels me fratrem, tticolaum De ausmo (') orìnnis minarunt inìnanum prò aliquali simplicium subsiDio. aì> l)uius supplementi campilatianem quoD strueute lamina nosto il)esu corista eicepta tabula capituloruj et abbrematurarum et rubricarum eipletum est apuD nostrum locum prope itteìnola uum sanctemarie De angelis uucupatum et nulgariter sancti angeli. itt.0cccc.iliiij : nooembrts. xxtmj. Die. sabbati ante aD-oeutum l)ora quasi serta, et omia que in eo ac ceteris opusculis per me copulatis nel incaute eeu minus perite posita continentur peritorum et presertim sacrosancte ecclesie submitto correctioni ?c* 2Deo . gras . amen. Seguono undici fogli della Tavola, o Indice, indi altri quattro contenenti una Decretale; e verso la fine della prima colonna dell’ ultimo foglio, tergo : Cipletum feliciter 3auue *° kaleuDas 3ulij. .Millesimo quaDrigete.0 lii-° quarto, per JHatljiam moratwm De olmuutj et JHicljaelem De mouacljo sotium eius. Nella colonna seguente sono due Constitutiones seu eruagantes : Jìlartini pape quinti statute contra smuoniam. L’irregolarità della data ove l’i è posto in luogo di x non è senza esempi notati dai bibliografi, i quali si sono infine ac- (’) Osimo nel Piceno. ( 32 ) cordati su questo fatto provato del resto dalla generale cronologia tipografica. Aggiungerò col Boni (l): « L’autore della Somma fu Fra Nicolò dell’ Ordine de’ Minori . . . , amico e famigliare di S. Bernardino ... Di lui si hanno altri libri a stampa, tra i quali è memorabile: Quadriga Spiritualis in vulgari. Impressa per Magistrum Phedericum de comitibus de Verona in civitate Esii anno 1475 sexto kl’s Novembris in 4.° diligentemente descritta dal P. Laire. La genovese edizione della Somma é assai pregevole, e delle prime. Quella sine anno dello Spira, dal Maittaire riportata al 1479, è forse, com’ altri pensano, posteriore: non meno che l’altra veneta del 4474 ». Quest’ anno istesso ebbe un’edizione Savona, dove introdusse la tipografia Bono Giovanni, agostiniano tedesco, pubblicandovi‘l’opera seguente, le cui note, non avendola io avuta tra mani, ritraggo da varii Bibliografi: Boeti Consolatio Philosophiae (’). Impressum in Savona in Conventu Sancti Augustini per fratrem Bonum Iohannem emendante Venturino Priore. Anno m. cccc. lxxiv (3). L’ epoca é confermata dal seguente verso che si legge in fine del libro : Tunc Sixti quarti tertius annus erat. C) Lett. succ., p. XIV. (*) Panzer vero : Philosophica. (*) Amat/, op. cit. p. 583. ( 33 ) E piccolo 4.° (di 03 ff. cifr., aggiungo il Graesse), di carattere fuso, assai grosso, tondo e nitido; ed è libro di somma rarità, di cui ha copia la Biblioteca Durazzo. Un’ altra esisteva nel Museo di Pio VI S. P., ed è ricordata dal P. Laire de La Serne (')• Non ebbe il Bono in Savona miglior sorte che il Moravo e poi Fra' Cavallo (v. 4 480) in Genova, e quindi (1484) il Gi-rardengo in Novi, recandosi egli poscia in Milano ; onde nuovo dubbio assai fondato che gli amanuensi fossero allora lasciati dalla Repubblica nel suo territorio padroni del campo. 1479 ? Ecco un’altra edizione dal Boni, dallo Spotorno e dall’Amati attribuita a Savona, e probabilmente uscita dai torchi dello stesso Bono. Veggansi nello Spotorno (2) gii argomenti molto plausibili di questa opinione, alla quale pare propendesse infine lo stesso Barone Vernazza, monferrino, che prima volle questa edizione d’ Alba, poi d’ Aqui, ed infine nuovamente di Alba, dopo avere scritto nel 1815 (3) che l’ipotesi dell1 Ab. Boni potrebbe essere più applaudita della sua. La descrisse esattamente il Meerman, che ne vide l1 unico esemplare in Londra, e 1’attribui a Firenze e all’anno 1470, dicendola pure venduta 40 fr. nel 1824: Alexandri Galli Doctrinale. In fine : Alexandri de Villa Dei Doctri. Deo laudes feliciter explicit. Impressum sat incomode : cum aliquarum rerum quae ad hanc artem pertinent impressori copia fieri non potuerit in huius artis initio: Peste Genue : Ast: alibique militante. Emendavit autem hoc ipsum f1) Id.; e Spotorno, Stor. lelter., III., p. 355 e sog. (’) Ib., p. 359 e scg (5) Veknazza, Della Tipografia in Alba, p. 108. ( 34 ) dUio-en^611^^11118 ■Prior (’) grammaticus eximius, ita tnrn i ^ U CUm antea Doctrinale parum emendaretur ^ 0ns(^ue ^9cis librariorum vitio esse vide-homìri Un° 1 ^US cura et degentia adbibita in manus mpnfnUm quam ei:nendatissimum veniat. Impri-et pi r autem P°sthac libri alterius generis litteris, craarurn^61" arl)itror- Nam et fabri et aliarum re rum, mMpr aC enus Promptor indigus fui, illi nunc Dei tatis ari °OI)ia est ^i cuncta disponit pro sue volun-arbitrio, amen. né ^ala» né llP-> ,n 4.°, di 30 ff., caratt. tondo, senza cifre, reclami, né segno di sorta, man fluest0> come 1 annunzia il Graesse dietro il Meer-fra e nell’artis initio, fonrlama S1 COnviene al ^93 supposto dal Vernazza, senz’altro storici0611!,0 Che 9UelI° d6,,a peste notato in ^uest> ann0 dagIi Dnbhiv fC 6 Pllre ricordano, a tacere di altre memorie non pubblicate, d. altre pesti anteriori. 4 480, 9 Agosto. Prtri ile argillam Cibri ** «rijirurgic. Fol. d. |): - prubtnfi^ ' ^orflus ®r**ù>isis. artium fi meiicint ùoctor: lw m9ro s«wìiict» Sommisi Salutem Jic. C> 4ve™ gii emendato il Boezio, v. a p. 32. ( 55 ) Dopo l’indice de’libri e capitoli, al foglio 4: incipit liber primus Cirugie magistri petri De la cerlata De bonania artium et medicine baetaris. In fine : Jriuit liber seitus et ultimus. .finis est itaque totius aperis chinirgie: quab ebibit prestantissimus artium et med icine baetar D. JHagister $)etrus be 2lrgeUata Sananieu. 3psumque bUigcntcr emeubamt eiimius artium et mebieiue baetar. ID. ittagist. JEattljeus moretus #rir. 3mpressitque uir prubens JHagister 6enebietus (Senuensis. . . . Denetiis. Caus Dea. Segue il Uegistrum. . Cum sign. coi. dupl. In fol. (*). A Genova non mancò dunque il suo tipografo, comecché distinto forse dall’ antico nemo propheta in patria. Avrebbe egli avuto, a quanto credo, anche la ventura di rimanervi ignorato. A chi potesse forse opporre che costui gli é un Genovesi, come altri estranei a Genova, credo abbia già risposto egli stesso imprimendosi Januensis dapprima, e in fine Ge-nuensis> JE°.cccc°.lm°., bie rnii Decembris. È questa la data di un’ edizione genovese già propugnata dall’ Audifredi, taciuta dallo Spotorno, riferita dal Panzer, dal-1’ Amati e da altri, e posseduta da questa nostra Civico-Beriana, onde ho estratto i cenni seguenti : (’) Panzer, voi. Ili, p. 159, art. 465. ( oG ) Nel retto delia prima carta segnala 3: Condusin provenni etr. Nel, tergo della seconda: Cuitrlusio ìifiinnt etr. Ctplicmnt capitula l)uius eDictùmis. ittagistrt Soannis viter tensts orìnnis preìùfatorunt. De futuris eljristtauorum trtnm-P )u contra turcos ? ntaumetljonos ontnes. 3mpressa genite per creitDuj iHagistrum Gaptistam Citualum. orbimi earme-titarum. 2n Domo sancte marie cvmiùvovum. Nel retto della carta a iit; 3.ÌJ beatissimum papam sirtunt : et reges ae senatus el)ri-sttaitos etc. «Mùit (pistola. 3ncìpìt premium ctr. Ano al redo della carta f. «ti. Alla line del retto corrispondente a f. iti: Jmprcssum jtnuc ----fcfjljdt ms cti. Questo esemplare ha note rass. che sembrano conlempo-a a stampa. Il formato è in 4°, la carta bianca e con-s ente col guanto e stella sovrapposta e colla forbice per mano ^ teina^vamente; il carattere è nitido, colle iniziali a vp ? St °Pe’’a cunosa fu pubblicata anche altrove, com’è a aver pm ^ r'0’ (fuesto ^nnio assai famoso « per tiri in ^ (1 S°sni’ 6 dl favo,ose imposture la storia an- sente- la ^ ^ 0^e^e, senza esserne priva né meno la pre-' ita illustrata con un articolo interessante dal ( 37 ) chiarissimo Apostolo Zeno (*). Da «questa edizione si raccoglie che viveva in Genova nel 1480, venutovi come per eccitar quel Senato ad unirsi cogli aftri Principi e col Papa nella spedizione contro i Saraceni, sui quali promette sicuri trionfi a’ Cristiani, predicendo fino il tempo delle future vittorie (2) ». 1484. Quest’ anno ci offre altro nome ligure chiaro nella tipografia veneta, ed é Franciscus genuensis de Moneglia, editore e correttore critico delle Decretali di Gregorio IX, e d’altre opere pubblicate in Venezia dal Jenson e C. Aggiungerò qui, collo Spotorno (3), Lorenzo Maggiolo genovese che, insieme col medico Nicolò Leoniceno, assistè ad Aido nella edizione de’ libri greci, e vien detto dall” Aldo medesimo, in una sua dedicatoria, « uomo di grande ingegno e di vastissima erudizione, nell’esaminare e nel confrontare i codici delle opere d’Aristotile ». 4 484. Eccoci a Nicola Girardengo, che già 1’ Audifredi disse d’antica ed illustre famiglia novese, e del quale, già tipografo in Venezia, riferisce l’edizione ivi fatta del Terenzio nel 1479, togliendone egli a correttore Magistrum Franciscum Dianam (4). « Si volle da taluno che lo stesso anno stampasse in patria la 0) Dissert. Vossiane, Tom. II. pag. 187. c seguenti. (2) Boni, Lett. succit., p. xx, ove altre osservazioni, tra le quali: « lesole due edizioni di Genova del sec. xv furono eseguite da due Monaci » (p. xxi). (3) Op. cit., p. 370. Se ne ha un esemplare nella Biblioteca Durazzo. (58) Somma Battistiniana ; ma fu errore troppo manifesto, o lorse inconsulto amore di patria, rigettato già dal Mittarelli, dal Panzer e dall’Amali. In Novi, di cui Io riconosce cittadino anche il Vernazza, e dove ancor vive il suo cognome, pubblicò egli bensì nel 1484 la detta Somma, della quale s’ hanno diversi esemplari qui in Genova colle note seguenti: Formato in 4.° piccolo a due colonne di linee 46, carattere gotico minuto, ed irto di abbreviature e nessi assai più di quello della Pisanella, molto simile ai manoscritti dell’epoca: iniziali minuscole in mezzo allo spazio lasciato al miniatore delle maiuscole: e sono quaderni a più un terno DD. Marca intrinseca della carta, la forbice. L’esemplare universitario, come il descritto dall’Amati, comincia, mancando forse il frontispizio, a carta 3- J retto : (£nim ucro etc. Ed é questa la prefazione dell’Autore, cioè: irater 0aptista ì>e £alis (*) orìns sacri minor? . • • ÌP™~ otnrie 3anue. A capo della l.a col., tergo, in rosso: incipit summo rasuum utilissima: per ocncraìm? prem (rem etc. La qual Somma segue alfabeticamente sin quasi alla fine della 2.a col. del retto corrispondente a €C 3, ove l’Autore dice di aver compito l’opera il giorno di Santa Lucia ad utilità dei semplici confessori. 3n loco nostro apuì> Ceoantuj semete iHarie nudate cur-rente anno ifl.cccc.lmiij. (') Da Sale (amico castello del Torloncse). Spotorno, op. cil., p. 353. ( 39 ) Indi.un Breve pontifìcio del 1479, che termina verso la fine della col. 1 .a del retto, corrispondente a CC 4; poi, al retto del Eubrice juris cioilis etc. o elenco dei capitoli ecc.; e verso la fine della col. 2.a del corrispondente di €(£ 3: Impressum est l)oc opus ttoms : per Jttagistrum ttieolaum (Siraròengum tncolam ejusì)em terre, aitino &. itl.cccc.lrmtii. L’ egregio sacerd. prof. Gian Francesco Capurro scrive al eh. Desimoni aver egli nel 4 850, nel Giornale 11 Provveditore di Novi (!), pubblicate osservazioni sul Nicolò Girardengo, sotto il pseudonimo Giovanni da Novi-, nel qual foglio riporta, fra le altre cose, i 18 versi latini che precedono la nota tipografica « finora non mai osservati da alcuno scrittore di storia tipografica », notando che « dalle lettere iniziali dei primi quindici si forma l’acrostico Baptista de Salis ». Il Giustiniani (2) la dice « degna opera . . . stampata in diversi tempi e luoghi » ; della quale vide le edizioni di Roma del 1479 e 4 497, e di Norimberga del 1489, tutte in fol. Seguitò poi il Girardengo a stampare altri libri in Venezia, cioè : 1480, 23 Dicembre. ©pera gentilissima et utilissima a tutti li fiìieli Christiani la qual se cl)iama Ci fioretti ìli Jftiser Santo Francesco asemiliatioa a la oita et a la passione ì>e 3csu rpo et tutte le soe sancti oestigi. (') Anno II, num. IO. (-) Li scrittori liguri, p. 128. ( 40 ) In fine : 2lì> liiuìic et ginria bel omnipotenti' Dio et ì>£ la sua sanctissima — (gt ì>e illiser Sancto /raucesco, borono compiti li sci .fioretti in Denevia in Caia ile ittagistro Hicolò 6 ir aringo ì>a Hooe. Correnìui lo anno ìie la Ha tini la bel nostro Signore 3esu Corista ifl.eccc.liH, a ìli iiiii. be Decembrio feliciter /inis. Deo gratias amen, jpost tenebras spero lucem. In 4.° (*). 1481, Maggio. tfreoiarium seeuniuim consuetudinem romanae curiae se-cutibae correctionis. In fine : Denetiis impressum: cura: impensisijue tticolai 6irarì)cngl)t. In fol. (2). 1481, 12 Maggio. Oarptolomei be S. ConcorMo Summa jpisana. In fronte: Jncipit Summa jpisana: eiiita per reoereuiium patrem fratrem Oartolomeum iie pisis almi orbinis preiiicatorum. In fine : <£*plicit Summa pisana . . . impressa ttenetiis per flico-laum girariiengum iie nonis . . . . 3.Ì) lauiiem illius ijui regnat trinus et unus in secula. In 8°, a 2 colonne con segnature (3). f1) Panzer , voi. Ili, p. 437, n.» 45*. (\) lù., p. 168, n.° 528. (3) Id., ibid., n.° 529. ( 41 ) 1481 , 7 Agosto. Crturcntii DoUensis (Elegantiae ab breoe quobbam ac perutile rebactae compenbiuift. Al quale Compendio precede : epistola Cionacursii psant ab €iccl)um Simcmettam. In fine: Cllegautiole competibium Caurentii Maliensis : uirtute nicolai (Sirarbengl)i be lloois : ttenetiis impressum. In 4.° (*). 1482, 20 Maggio. 6ret)iarium secuubum ritum Uomanae (Écclcsiae. Al quale precede il (Ealenbarium. Al foglio 6.° comincia il psalterium. In fine: -frinii opus officiorum sancti Jfrancisci, (Elare, ùntomi, Geruarbiiti. Cubouici regis. Cubouici epi. (Éljcarii. atque 3ooitis. 3mpressum Dcnetiis per tticolaum 61)irarbengum. In fol. min., di fogli 442 con segnature (2). (’) Panzer, voi. Ili, pag. 469, n.° 530. (*) Id. ibid., p. -180, n.° 601. ( 42 ) 1490. 22 Luglio. dreotarium Uomamtm per tticolaum irarì>cnguitt- Denctiis. In 8.°. Il Catalogo del Duca di Cassano Serra (') ne registra un « bell’esemplare, impresso su pergamena, con eleganti miniature ». Giova qui pure aggiungere che un Francesco Girardengo da Novi, forse fratello di Nicolò, pubblicò parecchie opere in Pavia ed in Venezia. Delle quali non tornerà, credo, sgradevole il vedere soggiunto l’elenco nel modo stesso che tu da noi praticato per Filippo di Lavagna. 1485, 5 Marzo. fontani Cubooici Consilia et allegationes, impressa pupie per franàscum gorarbcugum. In fol. maj. I486, 20 Aprile. tlicolai Siculi Cectura super tertio Cibro Decretalium. 3m-pressaque per iraticiscum gurarbengum. In fol. 1486, 5 Giugno. tlicolai Siculi super ì). iDecretalium. impressa • • • un" pensis et cura . . . loannis antonii be biretis ac Jrranctsci gorarbengtyi sociorum. In fol. (’) Pag. 40. ( 43 ) 1488, 12 Febbraio. Bepetitio €. dignum ì>c cele. mis. in C£le. per D. lo. de Ci-gitauo. Impressum papié per 3o. 2lnt. de Giretis et iran-eiscum <2>!)$>rardcngum. In fol. maj. 1488, 22 Novembre. Glurtii bramisci tractatus Sequestrorum. jpapie per . . . 3o. aut. de biretis et (ranciscum de gl)irardengl)is. In fol. maj. 1488 ... . (Ealderini 3ol)annis tractatus de ecclesiastico 3nterdicto siue ÌDimuorum. 3mpressus Jpapie 3o. 2lnt. Giretum ac fran-ciscuin 61)urardeugum. In fol. ('). 1489, 15 Aprile. Summa Gaptistiuiana, etc. « Io possiedo questa edizione (scrive il già lodato prof. Ca-purro). È aumentata sopra quella del Nicolò stampata in Novi nel 1484 »; e dice essere il suo un esemplare benissimo conservato colle iniziali a vari colori e « la prima lettera di 2lbbas in oro ». (’) Amati, op. cit., p. 409-411. ( U ) 1489, 15 Aprile. Ciber qui HascUa casuum apellatur editus per ir. Baptist, crcroamalam. (!>rd. Iltiu. Jpapie per 3o. ^Hnt- ^ birrctis: et JFranr. de gurardengljis (*)• In 4.°. 1489, 17 Giugno. àPc iltavno Jasonis de 3urc €mpl)iteotico flubrica. lbid. per eosd. In fol. (2). 1489, 22 Ottobre. ^lleraudri de jllcs Summae pars il-lbid. per eosd. In 4°. min., con segnai. (3)- 1490, 2 Ottobre. Oaldi llbatdi de jJcrusio super feudis commentarius. jJopù per 3o. 3ut. birretam: franàscumque gurardeugljum. In fol. (4). (’) Amati, p. 411. (5) ,tL ib- • i r lai (3j Così il Panzer, voi. IV, p. 394, n. 72, ove cita, fra le altre fonti, i a Biblioth. Thott. p. 128, ubi pars tertia per eosdem ann. 1489 excto.u Credo v’abbia errore al n.° 72, p. 255 del voi. II dello stesso, ove I(g?°; Alex, de Hales Summa universa theologiae, voi. IV; giacché il !Mailtai>c citato, voi. I, p. 509, registra solo la seconda Parte della detta Somma, ne so d’onde abbia tolto l’Amati ( p. 411 ) l’indicazione di l’arte III, che pure non è in nessuno dei due luoghi anziilelli del Panzer da lui citati. Tanto è fiUo1' anch’essa l’erudizione! Amati, p. 412. ( « ) 1491 , 30 Maggio. (ituaestioues Jttercurial.es super regulis Juris . . . 2o. Tlndreae. In fol., cum insign. typogr. 1491 .... Jttissale Uomnuum. |i)apie per 3o. 2lnt. Oirretam et frane, irardengl)um. In fol. cum insign. typogr. (1). 1494, 31 Maggio. 0retnarium ftomanum de camera ad usum ttomanum. per frane, ©urardengum. In fol. (2). 1494, 31 Maggio. (Drdo JJsalterij s’m morem et consuetudine? Cisterciensis ordinis, ttcuetiis. franciscus 6vrardeugus. In 8.° Un bellissimo esemplare in pergamena è descritto da Th. Frognall Dibdin (3); ed è la stessa edizione notata pure dal Brunet (4). (’) Amati, op. cit., p. 412. (s) Id. ib. p. 411. C) A descriptive Calalogue etc.; Londra, 1823, p. 140. (4) Manuel da Libraire; Parigi, 1860; T. I, coi. 1232. ( 40 ) 1496, 29 Gennaio. Cjugonis sencnsis Commentaria super io- ** ^anon‘9 2U)icennac...et capitulum ì>e pljlcbotomia. jjJapù* per Irauci-scurn 6orardengum (*). 1496, 24 Ottobre. De 3,ucl)arauci JJetri Consilia, jpapiae per /rane. ^,lurtr dengum. In fol., cum insign. typogr. (2). 4498, 4 Gennaio. JSfoisctl) Hicarbi ànglici Opus aureum Calculationum. Papiae, per franciscum girardengum. In fol. È nella Durazziana (3). 4498 ..... ftfyomae de Equino tractatus de (Ènte et Cssentia cum Comm. /r. SI). Cajetani. jpapie per frtme. éprardeugum. In 4.° (4). Sulla fine del secolo XV, giusta un dubbio del cav. Amadi Ronchini (J), usci eziandio daH’offìcina pavese del Girardeng (*) Amati, p. 415. (*) ld., op. cit., p. 415. (SJ Id. ib., p. 416. (*) Id. ib., p. 417. (5) Archivio Storico Italiano, nuova serie. T. Ili, P. II, P- 220-24- ( « ) il rarissimo opuscolo di Nicolò Scillacio, medico messinese, sopra il secondo viaggio di Cristoforo Colombo (1494). Del 1512 (*) lo ritroviamo a Novi, come editore. 1486. Alfonso Lasor a Varea (2) riporta come stampate a Genova in quest’ anno : Lettere di Agostino Panigarola alla Repubblica di Genova. Ma il Giustiniani (3) non dice altro, dietro l'asserzione del suo Omonimo negli Annali, se non che elle furono scritte. SEGOLO XVI. Con migliori auspicii parve cominciare il secolo XVI, quanto almeno ad opposizione d’ amanuensi ; che quanto a copia e rilievo d’ope're, il seguito di queste Notizie ci sarà prova del quanto giovi il torre di buon’ ora nelle utili istituzioni quel posto a cui la priorità di tempo dà sempre importanza grandissima; ond’é che Venezia e Roma, prime ad accogliere e favorire i tipografi, s'ebbero per lunga stagione il vanto invidiato di fornire al mondo le opere più stimate. 1503, 13 Febbraio. Francesco Silva, milanese, il quale già nel 1495 avea pubblicato in Torino il Fior di virtù, primo libro italiano ivi stam- (*) V. sotto quest’anno. C) Universus Terrarum Orbis etc.; T. I, artic. Gemi emis, ditio. (3) Li scrittori liguri, p. 34, col. 2. ( 48 ) palo e posseduto da questa Biblioteca R. Universitaria (*), recò i suoi torchi a Savona, dove nel 1503, 13 Febbraio, pubblicò : POLYANTHEA OPVS SVAVISSI iMIS FLORIBVS EXORNATVM COMPOSI! Y M PER DOMI NIC VM NANVM MIRA BELLIVM: CIVEM AL BENSEM : ARTIVMq : DOCTOREM AD COMMVNEM VTILITA TEM * rri „ rii rnlor rosso, Tale è il l'rontispÌ2Ìo in bel maiuscolo romano, ^ disposto a triangolo, di questa opera in foglio conserva<,a^a T anzidettaR. Biblioteca e nella Comunale di Savona; bella car^, col guanto e stella sovrapposta per marca intrinseca, di ff- nljn rati cccxxxix, a due colonne di linee 53, carattei e ton nitido, con abbreviazioni e iniziali a disegno in fondo ner0’^Dj tutto di quaderni segnati a — R, tranne Q ed R che sono ^ ^ È dedicata dall’ Autore, che era canonico della Cattec ra rettore delle scuole di SavoDa (2): (’) V. Manzoni, Ann. tip. torin., p. 325 e seg. ^0,,. (l) Non so con qual fondamento lo Spotorno, nella Stor. W-i bello nel Monferrato. . Nell’esemplare della Biblioteca Savonese, riscontrato dal eh. grano, fra le altre annotazioni che vi si leggono di mano del eli. [0fii è la seguente: 1503, 20 aprilis. in abbreviatoris Federici Castro e P^ ^ notarii. Magister Franciscus de Sylva mediolanensis fatetur Iieiow ^ Ecclesia civi saonensi accepisse voi 27 operis Poliantheue ex muioit su^ . per eum Franciscum impressa in Saona mugistri Dominici de Niinis > Scholarum, vendenda eius risico prwtio grossorum 25 Papae 'pro stngu ( 49 ) Ad illustris et excellentis principem Gulielmurn Marohionem Montisferrati, con lettera di quattro pagine, data da Savona alla stessa epoca della pubblicazione. Ivi egli dice : Ut adolescentibus eloquentiae cadidatis opitularer: vocabula plurima declaravi: graecas dictioes illis annectens: diffinitiones seu descriptioes in principiis cuiusque materiae addens .... Et ut provectiori aetati in commune suffragarer : ipsa deinde praeclara dicta: et primo quidem Orthodoxorum .... philosophor. historicor. : postremoque poetar, ta graecorum qua latinor, adiunxi: ita ut quid de ea re unusquisque sentiat: sive virtus sit: sive vitiu facile dignosci-possit. E si diffonde poscia in lodi al giovine suo Mecenate, al quale, quando si presenta in qualche città, Puerorum juvenum que agmina certa tim . . . occurrunt . . . ita ... ut resonet magnis applausibus aether. Seguono otto fogli à quattro colonne della Tavola, ove i titoli della Polyanthea sono disposti alfabeticamente; indi una pagina, pure a quattro colonne, ove gli Authores hoc opere citati. A tergo poi si ha Ad lectorem elegia di quattordici distici, della quale basti questo saggio: Ausonia hic laetus: vel hymetia rura peragrans Collige: non tribulos: non aconita leges. Viene appresso la prima carta numerata, occupala per due terzi da una bella silografia, seguita dal corpo dell1 opera, che 4 comincia da A el Abs, e termina colla prima colonna della carta cccxxxix retto; nella seconda della quale: Explicit opus quod Polyantliea die tur. i. Florum multitudo: Impressum per Magistru Franciscum de Silva in Inclyta urbe Saonae: Impensa iteger-ìinii viri: ac ipsius urbis patricii Bernardini de Ecclesia ac summa diligentia castigatum per ipsius operis authore.. Anno salutiferae nativitatis, m ccccc ii i, Idibus Februariis. Laus deo semper. Indi un avviso al lettore sul contenuto dell’ opera, poscia il registro, ultimo il monogramma silografico del Silva (’), più semplice di quello riprodotto dal Manzoni (2). Chiudono finalmente il libro due pagine di Castigata; l’ultima è bianca. Di quest opera ha pure un esemplare la Durazziana, il cui Catalogo nota il pregio delle intercalazioni greche. Non è certo chi non veda l’importanza di simile pubblicazione. 1503, 9 Marzo. Nella Comunale di Savona (3) si conserva: CONVENTIONES GXISTENTES INTER INCLITAM ET EXCEL'' S A M C 0 M M V N I T A T E M J A N V E : EX V N A : ET MAGNIFICAM COM MVNITATEM SAONAE EX AL' TERA; ET Q V A E SVNT INTER EAS OBSERVANDAE: VIRTVTE VL TIM A E SENTENIAE INTER IPSAS LATAE : VT PATET INTERVENTI. ( ) V. la Tavola I annessa al presente lavoro. (*) Op. cit., tav. i. dPtt IT M PrCSe "0ta 11 sullodato sig' iterano- V. Anche il Catalogo hlinf ri WleCa ''l m matore Eliofilo (Durazzo); ed il Giornale delle Bi-ouoteche, anno 11, pag. 43. I . I ' ■ cast 4; upt i . -f '0, • • E b-' . TAVOLA I. MONOGRAMMA DI FRANCESCO DA SILVA. ( 31 ) In line si legge : Impressum Saonac per Magistr. Fr-anciscum de Silva mccccciii. die ix. Marcii. Indi il monogramma del tipografo. In 8.° di pag. 54. 1512. All’ Enciclopedia letteraria e morale del Nani, pubblicata a Savona il 4 503, aggiunse Novi in quest’anno la medica del Silvatico (*) pei torchi di Simone Bevilacqua (2), impensis D. Nicolai de Girardenghis, anno Domini mdxii, come dice aver letto il Bottazzi (3) nella raccolta dell’erudito suo concittadino avv. Ludovico Costa, in un libro in foglio, ■ i cui caratteri « non sono i più belli del sec. xyi , ed inclinano assai a quelli che volgarmente sono così detti gotici » ; aggiungendo che « una seconda edizione fece in Pavia il Bevilacqua ». Il Panzer non la nota. Non torneranno, mi lusingo, sgradite queste altre notizie sul-T opera in discorso, e massime il titolo, quale si ha dalla (1) Nello Spotorno, Stor. Lett., T. Ili, p. 354, è detto Salvatici3. (2) Lo stesso di Pavia, e già stampatore in Venezia nel <485, in Vicenza P anno appresso e nel 1489, di nuovo in Venezia nel 1495, 97 e 99. Così dice il Vernazza nell’opera postuma, non compita, e pubblicata (1859) col non suo titolo di Dizionario di tipografi ecc. degli Stati Sardi. Vedi anche Manzoni, Op. cit-, p. 242, n.° 2. In Vicenza (a. 1489 ) stampò l’opera di Pietro Bruto cittadino veneziano, intitolata Victoria contra Judaeos , e vi si legge : Vicen-tiae, apud Simonem Papiensem dictum Bevilaquam (V. Mazzucchelli, Gli scrittori dJItalia; voi. II, par. IV, p. 2257). Nel 1503 era in Cuneo, come si vede dal titolo dell’opera seguente registrata dal Soprani (Li scrittori della'Liguria, pag. 252) all’articolo Samule Cassini: Liber tertius Isagogicus ad Physicos apices assequendos. Ad Julium li. Sum. Pont. In Cuneo appresso Simone Bevilacqua. (z) Osservazioni ecc. sui ruderi di Libarna, p. 157 (1815). ( K2 ) prima edizione fattane in Napoli ncir Aprile del im, seguita D r tG atl<^ ln di'ersi luoghi, e descritta dal diligentissimo Ue Lictenis (*);. „„„ IJnKR * clfìALfS . ET . MEDICINALIS . TANDECTA- . 1UATHEI . SILVATICI . MED,CI . DE SALERNO . ET . filo-OSISSIMO . ROBERTO . REG, . SICIL,AE msc„[pIvs. poi • „:nn'\ n]aX' ^ ^ (^lce il Graesse deir esemplare pari-„r l U co^onne Per pagina di 50 linee ciascuna. È fatto questo a dio’ di Dizionario. ■1544, 2 Agosto. hm ti 8Si°. ^e^ac(Pla riprodusse quest’anno in Savona la Po-^ Nani; ed,z,°ne deila quale possede un esemplare tepprlpnt niversitana> e giova conoscere le varianti dall’ an-c. , 6’ orraat0’ carta e caratteri simili, eccetto in questo di fnr ^ ^ men C^iara’ * caratteri alquanto più minuti, e dl f0rma “a o quell, del frontispizio: fJolgafljm cn adititi onibj (*) SeneTi XV'; T' m’ P* ì oc nc può vedere (os • versetti scritturali di < . SCrVa ch- p’Jvnno) un esempio nei cartelli con di Santa Maria di Caste)! S0a nolal° avviso al lettore. Indi: Impressum in Inclyta Civitate Saonae anno sa lutiferae Nativitatis m.d.xiiii. die Secuda Augus i per Simone Bibilaqua. Laus Deo semp. Poi l’Elegia dell’ Autore, e verso la fine delle 2.a colonna 1 a dar fuori, come saggio dì essa, il volume che passo a descrivere sull’ esemplare posseduto da questa R. Universitaria. È in foglio, carta consistente senza marca intrinseca no numerazione, colle segnature A ii — o iii; tutti quaderni, tranne A quinterno e 0 (che succede a Z) terno. In mezzo al frontispizio, entro un piccolo quadrilungo, cui fan cornice nel resto della facciala due belli meandri in ncio collegati da quattro anelli, leggesi il titolo dell opera in ca ratteri minuscoli (romani, come il resto, pel latino) e di co or rosso e nero alternali secondo lo cinque lingue, latina, ebraica, greca, araba e caldaica, in ciascuna delle quali è ripetuto ( )• Il latino, in rosso, dice : Psalterium, Hebraeum, Graecu, Arabicu, et Chaldaeu, cu tribus latinis iterptatoìbus et glossis A tergo ed in capo alla pagina si ha una lettera Ialina, di lin diciaselte, diretta l’Aprile del 1506 da Giacomo Antiquario Venerando in Christo, F. Augustino Iustiniano a lode e conforto di opera si maravigliosa. Il retto di A ii ha ciò che segue: AVG. 1VST1N1ANI GKNVENSIS PRATICATOMI OltDINIS EPISCOPI NEBIENSIS IN OCTAPLV.M PSALTERII AD LEONEM. X. PONTIFICEM MAXIMV.M PRAEFATIO. (’) • Nello siesso modo del Salterio, dice Michele Giustiniani (Gli scrittori liguri, pag. t, col. I) scrisse anco l’uno e Tallio Testamento, veduto parte da Sisto Senese, e parte da Corrado Gcsnero MS. ». V. Tavola 111. T AVO LA III FRONTISPIZIO DEL SALTERÒ POLIGLOTTO DI AGO STINO GIVSTINIANI ( »7 ) La quale comincia con bell’ iniziale a disegno (*), ed occupa duo terzi della pagina; ed è seguita dalle versioni nelle lingue già dette, sino al retto di A iiii, a piè’ del quale l’approvazione ecclesiastica In observationem constitutionis nuper edite in lateranensi concilio. La emettono : Berna rdus Granellus, delegatus a Reverendo domino Laurentio de Flisco Episcopo montis regalis, vicario lieverendissimi patris domini Ioannis Marie Sfortie vicecomitis Archiepiscopi Genuensis, et Ga-spar de Varagine inquisitor heretice pravitatis, ambo ordinis praedicatorum sacreq. thcologie doctores . .. Actum Genuae die xxix. lanuarii m. d. xvr. Vincentius de Mulphino notarius. 11 tergo di questo foglio, col retto del seguente A y, offrono il principio dell’ opera in otto colonne, intestate (dopo nuovo titolo più determinato di essa opera in tre linee rosse a capo delle due facciate) come segue : Hebrea — Latina respondens hebree — Latina communis — Greca — Arabica —Paraphrasis chaldea Latina respondens chaldee. — Scolia. I quali Scholia, come più copiosi, occupano spesso anche la calce ed il sommo delle pagine. L’ opera termina verso la fine del retto corrispondente a 3 i ; ed a tergo di esso è una lettera di linee 48 all’ Autore, principiata (unico esempio) da iniziale minuscola in mezzo allo spazio lasciato di solito al miniatore; e nella quale Baptista Fliscus. Iu. V. D. (’) Di queste iniziali ve ne ha altre 12 ; e sono « ili taglio sì dolce e si fino, che per poco si direbbono inciso in rame • (Vernazza, Op. post. cit., p. 290). (58) dice avere atteso alla correzione della stampa per la parte latina : Dum et ministri liuiuscemodi artis impressone quam vocant, ignari sunt bonarum literarum, et tu omnia unus corrigere et emendare non sufficis. Il resto della pagina e la seguente recano le correzioni. Il tergo del corrispondente a 0 ii col retto del seguente ha nelle cinque lingue suddette quanto appresso: Impressit miro ingenio, Petrus Paulus Porrus, genuae in aedibus Nicolai Iusti niani Pauli, praesidente reipub. genuensi pro Serenissimo Francor. Rege, preslan ti viro Octaviano Fulgoso, anno christia ne salutis, millesimo quingentesimo sex todecimo mense. VHIIbri. La sesta colonna é occupata dal monogramma del Porro (');' e sotto : Petrus Paulus Porrus Medio lanensis, Taurini degens. Sotto le colonne 4.a e 5.a é poi il Registrum A giudicarne dalle due date, dell’approvazione e dell’impressione, la stampa fu eseguita in dieci mesi. E le spese? E pregio dell1 opera apporre qui ciò che ne scrisse lo stesso Giustiniani ne’suoi Annali sotto il -1470: « Feci stampare in Geno\a alle mie spese, con quel travaglio e con quella spesa che ogni letterato può giudicare, duemila volumi del davidico saitei io in le predette cinque lingue: parendomi di quest’o- (’J V. Tavola IV. TAVOLA IV MONOGRAMMA DI PIETRO PAOLO PORRO ( 89 ) pera dover acquistar gran laude c non mediocre guadagno, il quale pensavo di esporre in la sovvenzione di certi miei parenti elio erano bisognosi, credendomi sempre che l’opera dovesse avere assai grande uscita, e che i prelati ricchi o i principi si dovessero muovere, e mi dovessero aiutare in la spesa di fare imprimere il restante della Bibbia in quella varietà di lingue; ma la credulità mia restò ingannata, perchè l’opera fu da ciascuno laudata, ma lasciata riposare e dormire, perchè appena si sono venduti la quarta parte dei libri, come che l’opera sia per valenti uomini, e per ingegni elevati, che sono al mondo rari e pochi ; e con stento potei ricavare i denari che aveva posto in la stampa, che furono buona quantità, perchè oltre i duemila volumi stampati in papero, ne feci imprimere cinquanta in carte vitelline, e mandai di essi libri a tutti i Re del mondo così cristiani come pagani (*) ». Altre notizie riguardanti questa edizione possono riscontrarsi nell’opera postuma già citata del Vernazza (2). Io ne trarrò questa da me non veduta altrove: « 11 vescovo dichiara .... di avere avuti a coadiutori (nella correzione) Iacopo Forni e Battista Cigala ». Né lacerò quest'altra, eh’è una prova di più dei tanti plagi stranieri : « Di avere introdotta in Europa la lingua caldea (per me in Europam importari coepta), glo-riossi il Polken in quel suo salterio quadrilingue, che fu stampato nel 1518 in Colonia, e che nel frontispicio ha due (’) Lo Spotorno, nell’edizione di questi Annali fatta dal Cancpa nel 1835. notò già clic « de’ 50 esemplari in pergamena se ne può vedere uno in Firenze, un altro in Bologna ». Altre copie oggi ancora conosciute sono poi indicate nel Lessico Bibliografico di Ebert (in tedesco), voi. Il, p. 530. V. Nota all’art. Agostino Giustiniani, nell’Enciclopedia Universale di Scienze ed Arti pubblicata da Ilerscb e Grubcn; Lipsia, Brockhaus, 1858 : Sezione I, voi. LXVIII, pog. 352 (in tedesco). Ilo queste ultime notizie dalla cortesia del eh. Desimoni. (J) Pag. 237 c seguenti. ( 00 ) meandri disegnali ad imitazione del l’ronlispicio di questo salterio stampato dal Porro ■> l1)- Genova s' ebbe dunque in questo il primato. 1517. 11 Maittaire (-) ha sotto quest’anno: Ammianus Marcellinus: typis Hieronymi de Benedictis Bononiensis. Genuae In fol. 1518. 15 Marzo. Appartiene in qualche modo alla Liguria 1'edizione seguente, della quale é un esemplare nella Biblioteca dei RR- Missionari Urbani. Il frontispizio é occupato per un terzo da una silografia, nel cui mezzo é S. Brigida, che tiene colla sinistra la croce; e rinserrato al sommo ed a manca da un ornamento composto di putti e candelabrini, mentre a destra ed in calce sono disposte undici piccole vignette, nelle quali si raffigurano il Crocifisso e varii santi. Sotto la predetta silografia si legge : Incomodano ccrti capitoli trati inoolcjare òe li Mri M sacta Origina ì)a tuo alici rendati. Casuale brùjtèa fu tu’ lo tteame ìusoetia clccta t>a rpo p. sua nooella sposa et Da lui come pfctija in qsto presente et pericoloso tepo magata ab anutiare a gli Ijomtni e ale Cernine Del tmiòo elessi eou-nertano ala loro creatore. (>) Pag. 289. (*j Annales Typographici, T. II. p. 300 (1722). ( 01 ) E subito dopo il titolo del capitolo : €. Conte xpo Giumenta Me sue creature etc. Il quale titolo c in rosso come gli altri successivi, e senza distacco dalla narrazione. Questa poi è in carattere assai chiaro, con abbreviazioni, e panni del buon secolo della lingua. Non è registrata dal Gamba. Il formato c in 4.°, la marca della caria il guanto con sopra un ghiribizzo; segnature a ij — p iiij, tutti quaderni. In fine al tergo del corrispondente a p iii, dopo la tavola dei capitoli : 3mpressum in montis regalis per 3osepl)um berruerium et aì) instantiam domini ste pljaui be allegro mercator libror 3auue sub ano domini. ili. rcccc.xmii ÌJie io illeu sis iHarcij. Il già citato Vernazza (*) ci fa sapere che questo Stefano fu figlio al qm. Giacobino Allegro di Savona, e maritòssi nel 1562 con una Bonaudo torinese. 1522. Tolgo dal Brunet (2), che dice averne avuto comunicazione dal Sig. di Cesoles di Nizza : Cibro De Stantio 3oanne $aptista. Stampato in Saona per illaestro 3osepl) Serruerio (3), nel anno 1522. In 4.°, di 40 ff., fig. in legno. (*) Pag- 8. (5) Manuel du libraire, ultima ediz. (3) 11 Brunet ha, credo per errore tipografico : Berrureio. ( G2 ) Jbro rarissimo, e molto curioso per la singolarità delle fi-d re. una specie di Rappresentazione dei Misteri, dettata rn ili 'ersi. Molte paròle d’origine evidentemente frange i fai ebbeio supporre traduzione della Vie et Mystere de iseigneu) S. Jean Baptiste; di che però é quasi impossibile 'i certificarsi. 1523. 1 pregevolissimo Giornale delle Biblioteche (l), dietro co-niu01?2'0118 ^ ^ortero^> sappiamo conservarsi nella Co-el a"16 ^a'0na un ° volume legato in marocchino, con Qanza anzi che no, da libraio savonese, collo scritto ricalcato che dice: r,^°S ®PUS fecit Dominicus Scotus Librarius Sao-nae. Laus Deo. Questo volume appartenne a Nicolò Barbarino, letterato appena n°t0 ln palna' che vi pose la data del 1523 ». 4524, 45 aprile. ^ella stessa Biblioteca serbasi inoltre un’ operetta (2); che ha questo titolo 3csus inaria _ibdlus ^ datura Animalium pcrpulcljre morali?atus aì) unuquoì»qj propositum. (£t primo agitur ìjc Ramine qui est omnium nobilissimus. <£. Sccunòo òe arnbus. C. (icrtio ì)e CtuaìuupeQtbus. €. (Ctuarlo òe piscibus * €. (duinto ìic Serpentibus. (*) Anno II, p. 43( co]- ^ (s) Riscontrata dal eh. Bollano. ( 03 ) Al foglio 32 retto : €. Impressum Satione per illagistrum Sosepl) fierrue-rittm (') Sub anno domini. JH. eeeee. Htiij. t>ie. io. aprilis. In-8.° piccolo di li. 32 non numerati, adorno da cima a fondo d incisioni in legno con fregi, figure e medaglie assai bellamente composte. 1528. Altri, più di me versato nelle cose genovesi, veda se per avventura si accenni a stampa in ciò che l’Oldoini (2) dice di Gerolamo Doria: Hic ante purpuram a spectata virtute dignus habitus fuit qui esset in duodecim Viris legum ferendarum, et Status rerum emendandi, et constituendi; quare cum aliis anno 1528 Patriae leges evulgavit A me ne darebbe qualche dubbio il vedere come questo Scrittore adoperi talora il semplice evulgare invece del typis dare e simili Anche il Lasor (3) registra': Frane. Flisci Leges Reip. Genuensis, italice Genuae, 1528; et Papiae, 1575 In 4.° Il quale Fieschi fu appunto col D’Oria dei dodici Riformatori incaricati dalla Repubblica della compilazione di esse Leggi. \ (’) Nel ricordato Giornale delle Biblioteche (loc. cit.), leggesi erroneamente: Becruerium. (-) Athenaeum Ligusticum, p. 243. (3) Op. cit., I. 435. I ( 64 ) Il Giustiniani (') però non ricorda altra edizione che quella fattane dal Barloli in Pavia nel 1575 (2). 1533. Paolo Partenopeo nola ne’suoi Annali mss. (3), sotto quest' anno : Superioribus diebus C) Antonius Bellonus tauri-nensis impressor, agente Laurentio Lomellino Sorba, a Republica Genuam conducitur ut artem impresso-riam hic exerceret: ubi paullo post, mense augusti, eam exercere coepit, et sequentibus annis exercuit 1535, 30 Settembre. La Regia Universitaria, la Civico-Beriana e 1' Urbana (d) pos-sedono ia seguente: * OPERA SPIRITVALE DE votissima dei reverendo padre frate Vgo Panziera de lordine de frati minori * Soprastà una silografia rappresentante la Passione di N. S. A pag. 3: Capitulo I Carte I. Incominciano alcuni singulari trattati ecc. Et in questo primo trattato parla della perfettione. Et prima di certi suoi stati in generale. (’) Op. cit., p. 250. (*) V. sotto quest’ anno. ( ) Com ha rilevato il eh. Belgrano. {*) Cioè verso il giugno. ( ) Cosi accennerò quind’innanzi, per amore di brevità, la Biblioteca de’RII-Missionari Urbani. ( 63 ) Alla fine del retto di car. clv. Stampato in la Inclita et Magniti ca Gita di Genoa per Antonio Bellon nel Ano del nostro Signore. M.D.XXXV a di XXX. de Se tembre. Indi un quaderno segnato X , che comincia : Epistola del detto Vgo Pantiera madata a . . . procuratori de frati Minori di Prato: nella quale si dimostra quanto Giesu Christo noi ama ecc. Verso la fine del quaderno : Data nelle parti di levante dove si coiuge il mare magiore d’ oriete col mare che viene dal ponete. Anno domini. M.CCCXII. FINIS. » Seguono due carte segnale * ; e contengono la Tavola di questo libro. . . E1 quale ha tredeci trattati. Formato in 8.° piccolo, carattere tondo assai chiaro. Non iscorgo nella caria alcuna marca. Come ognun vede, la é scrittura del buon secolo della lingua, e delle più pregevoli, come nota il Gamba (*). 4 535, 28 Settembre. Il eh. Desimoni ha trovato nel nostro Archivio Governativo (2) un’esemplare di certa Grida a stampa, in un solo (’) Serie dei testi di lingua, num.° 1130; IV ediz. (Venezia, 1839). (!) Miscellanee Isloriche Politiche : Fogliazzo 1, num. 48. 5 ( CO ) loglio, la quale stimo utile di trascrivere nelle sue parti principali, anche a titolo di documento storico. La medesima si riferisce a queir assalto improvviso dato a Genova dall' esercito fiancese sotto il comando di Cesare Fregoso, che era al-loia a servigi di Francesco I e tenuto fra’precipui capitani dell età sua. Il quale esercito, ingrossatosi pel concorso di molti abitatori delle montagne e de’valligiani di Polcevera e di Bi.sygno, fu presso la città in sul cadere dell’agosto, stringendola .si da levante che da ponente; ma fu respinto virilmente, ed a maggiore suo scorno dovette perfino abbandonare le proprie insegne in potere de’ nostri. « In appresso, scrive il Casoni, fu per ordine del Senato fatta severa perquisizione di ( o.oro che avevano tenute pratiche col Fregoso , e di quelli che si eiano accostati all esercito francese; ed alcuni lasciarono la testa, e molti ponzeveraschi e bisagnini la roba confiscata loro coll’esilio (*) ». A tergo di essa Grida è scritto di mano sincrona: Proscriptio diversorum rebellium Reipublicae qui contra Rempub-hearn armati venerunt cum Cesare Fregosio, quibus etiam imposita est talea super vitam. E nelP interno si legge: Ml.ò.xxxvi. èie sqrtentbrw. 4P illustrissima Signor Duce c itlagnifici signari governatori c procuratori Mia eccelsa UepuMica ìu (Genova. Cjauenìio cognosciuto a publica e certa prona la praoa vo-luntà e perfido e maligno animo Delli infrascritti già cittadini c suìiìiiti bella prefata Hepu. Ci quali come rebelli et traditori inimici ì>i $c stessi e ì>ella patria loro. Sono oe- (1J Casoni, Annali ccc; voi. II, p. 117 (Genova, 1799). ( «7 ) nuti armati con publici inimici a danni della loro patria e paese: e destruttiou Della comune libertà di tutti: cosa neramente nefanda e decina d’ogni senero suppltcio e morte. € nolendo cl)c simili parricidi gabbino la pena debita per quoto si può belle lor colpe.....)per tato in nirtù del presente decreto li Ijati decljiarati e derivarono rebelli . . . e It condonano cxnunc degni della morte la qual li debbia esser data sempre clje capitino : o alcun d’essi nelle mani e forje della giustitia in qualonqj loco della prefata Hepu. publicamete su le forclje. &al cl)e r anima si parta dal corpo setija altri processi o dilatici.....€ per no mancare di far tutto quel si de nerso di cosi pestiferi e abljomiue-noli l)uomiui : anji più presto mostri. Se e: messa la taglia infrascritta a ciascun di loro: cioè per cl)i li ammajjara in ogni loco del modo .... € cl)i li dara nini in mano della pfata illu. S. debbia Jjanere el doppio....... (E. Ci nomi dei quali e taglie sono come di sotto: cioè. Cjieronimo de francai (Siula cl)i lamajjara debbia Ijanere scuti. ce. €l)il dara nino scuti. cccc. (Sionanni di Honereto..... (Sregorio arquefrede..... Plutonio di Sestri detto stradiotto..... (©ioati batista di bracello..... jp. Valerio de i ferrari..... Sastiau di Hocljatagliata detto franciojino..... Gregario de (Èampodonego..... Antonio J0iancl)etto..... 6ioau Jlaria ranasc!)iero..... Cerniera jenoggio..... ( <>8 ) . Uiiifcnjo bai fossato lìcito (Erouo Ciglio Hi Jltieijclletto Di noi Di Strilla..... tianatiino Di (Srondona di jJolcenerà..... Ocncdetto De (Srondona di JJolcenera..... Canarina Di porcile Ciglio Di 3nDrea..... Ambrosio Da porcile Di polccucra..... Giuliano Di pedemonte di polcenera..... UafCclino de jino di polccucra..... Ca qual 3llu. S. |)a ordinato et ordina oltra di questo d)c le mogli e figlioli loro debbiano spanare il paese fra el termine ìli otta Di ne mai nel anenire ritornare stare f Mutare in tutto el Dominio c stato della prefata. Uepu. . sotto gratissime pCnc in arbitrio della prefata illustrissima Scignoria. <£• illaudando essa prefata. S. 3Uu. (ffljfl presente decreto sia publicato tanto in la Citta per li loci publici di estui quoto in Polccucra €l)iaoari: Hapallo : Sestri da Innante. t)al Di Sturla. (Èt finalmente in tutti li altri loci del dominio bone fia Di bisogno..... C. Die. r. Di ottobre. (1S ^ Per clje le predette cose gabbino per ogni via cssccu-tl0nc c cl)c li predetti bauDiti e ribelli Da più bande posino qualche uolta caDere a Dar le pene Delle lor colpe. Si notifica ancl)e cl)cl illagnifico Officio Di san 6corgio I)U P*1" rimente Deliberato dje se sara alcun Dei vassalli e sudditi sai: tato Corsi quiTto Di terraferma banDito per qual si raglia Delitto passato fin al giorno Doggi ama^ando alcljuu De i preDctti Uibclli : a DanDali nini come si Detto Ijabbi la ( G9 ) remissioe De sdì falli e restitutioe alle case e patria laro insieme con la mcrcebe betta ìli sopra: secobo le taglie bi eiascljun bi betti ribelli. 3n la €accllaria publica bella prefala. $. 3llu. In calce poi v’ è scritto della stessa mano di cui sopra : lìc-cepta per me Franciscum de Nigro Pasquam Cancellarium. Manca in tal Grida ogni indicazione tipografica; ma parmi non possa rimaner dubbio essere la medesima stala stampata dal Belloni, se si considera eh’ egli era allora il tipografo officiale della Repubblica. La marca intrinseca della carta è il guanto colla stella sovrapposta; la stessa cioè che vedesi negli Annali del Giustiniani ed in più altre edizioni belloniane. 1536..... Ecco, a mio credere, un altro testo di lingua, pubblicato dallo stesso tipografo in ugual formato e carattere del Panzicra, posseduto dalle tre anzidette Biblioteche, e non ricordato dal Gamba: Ctbro utile et freno to nel quale si contiene Ja conversione, pe nitentia, tentatione, dottrina, visioni, et divine cosolationi della beala Ange la de Foligni, novamente traduco de latino in lingua volgare 1556 Indi una silografia rappresentante la Beala a piedi del Crocifisso. (70) A tergo: ALLI IN CHRISTO IESV DILETTI LETTORI I quali sono dallo anonimo traduttore avvertiti in questa isa • guisa: Fu questo libro già in lingua latina stampato et per che non era ellegante ne dotto in essa lingua, non era letto da dotti, ne inteso da idiotti: et per questo e piaciuto di farlo i lingua volgare, accio eh è Pos®* universalmente essere inteso, et a più numero persone fare utilità. Notevoli poi sono specialmente queste parole con le quah tosto prosegue: Ne si e atteso ad ellegate parlare ne a lingua tosca o cortigiana, ma solo a farlo intelligibile. E queste altre: Si e anchora diviso, detto trattato della dottrina m più capituli che non era: accio che si generi più i» gerezza et mancho fastidio alli lettori, per che 8 1 erano alcuni capituli molto longhi. Al verso di ^ iii si ha quindi Ja Tabula del presente libro. La quale segue fino a un terzo del corrispondente a & 111 > c subito dopo un’ altra avvertenza : Alli Lettori ( 71 ) dove si nolano alcuni dei molti errori.....per la poca cura delli stampatori; c termina ad un terzo dell' ultima pagina del quaderno con queste parole : Bisogna havere patientia: chi sa far meglio faci: facile est inventis addere Segue Trattato I. Car I DELLA CONVERSIONE et penitentia ecc Vi si osserva un magnifico P inciso in legno, iniziale del-1' opera. Le iniziali dei capitoli sono pur esse a disegno. Il retto della carta clxxi ha : Passo la venerabile sposa di Christo Angela de Foligni, dal naufragio de questo modo, alli gaudii del celo (per logo tempo inanti a lei promessi,) Lo anno della dominica Incarnatioe Mille tre centonove, a di. iiii. di Genaro. Nel tepo di Clemente papa quinto. Finiscono li trattali della beata Angela de Foligni, Stampati nella Christianissima Cita de Genua. Lo anno della Dominica incarnatione M.D.XXXVI Et della felice Refformatione della soa Repu. (Fa-vente dio, et autore Andrea Doria) Lo anno. VII. In le case di Antonio de Bellonis Turinense. Dalla Illu. S. Privilegiato. Il tergo é bianco. Segue altra carta non numerata, ultima del duerno y, nel cui relto la Natività, nel verso la Crocifissione di N. S., incise in legno. ' La carta reca una marca ovale non facile a distinguersi. ( 72 ) 1537. D’ avvenimento il più solenne ha meritamente aspetto la seguente edizione : CASTIGATISSIMI ANNALI CON LA LORO COPIOSA TAVOLA della Eccelsa et Illustrissima Republi di Genoa, da fideli et approvati Scrittori, per el Reverendo Monsignore Agostino Giustiniano Genoese Vescovo di Nebio accuratamente racolti. Opera certamete molto laudevole, a studiosi assai comoda, et com-mnnemente a tutti utilissima. Facedo per la varieta chiaramente conoscere, quanto si debba da tutti riprovare el male, et constantemente procurare el bene della sua Repubblica. Indi il VEXILLVM GENVE. (') Ed in calce: GENOA. M. D. XXXVII. i£um gratia et privilegio. A tergo una silografia esprimente San Giorgio a cavallo, in atto di ferire il drago (2). (’) V. Tavola V. (*) V. Tavola VI. 'Hio iis merifamei S| -ilo Ia iTISSIMr •j • n.. Oeni ec tu* >lt.; >pera • T o'w.eUt • COIii'^Jà, -• OHf'- ' i - i : rr 'nte : "o.uvaj ;el ijci-.a ■s D. XXIi;. 3 . 'ii. ii* ,v;m G >10 ■; sai ■!/•-*, i» " . / ' i (/} > h-i 2 > wU - L_ TAVOLA VI STEMMA DI SAN GIORGIO ( 73 ) Nella 2.a carta retto, segnata Aa ii: EPISTOLA AGOSTINO IVSTINIANO VESCOVO DI Nebio, al Duce, al Senato et a tutto il populo di Genoa Salute, concoidia, et amore della Republica. Termina ad un quinto del tergo : In Genoa il di. X. d’Agosto. M.D.XXXV. il giorno di. S. Lorenzo. Segue : SOMMARIA CONTINENZA DEL PRIMO LIBRO. Quasi tutta la carta seguente, senza segnatura, è occupata dal PROHEMIO Al retto della carta segnata Aa iii comincia la TABVLA ALPHABETICA a due colonne, e continua per altre 10 carte. Gli Annali vanno da car. i, a car. cclxxxii retto, ove, ad un terzo circa, leggesi il FINIS Registro . . . Tutti sono quaderni eccetto M. quale e terno et. N. duerno. Finiscono li annali della Inclita Citta di Genoa co diligencia, et opera del nobile Laurentio Lomellino sorba, stapati in la detta citta Lanno dell’incarnatione del nostro Signore. M .D XXXVII. Et nono della V i-t ; reformata Liberta. Regnante el .quinto Duce. Per n onio Bellono Taurinese con gratia et privilegio e a eccelsa Republica di Genoa, a di xvm. de Mazzo In foglio, bel carattere tondo, con maiuscole a disegno. Marca e a carta : il guanto colla stella sovrapposta. Segno particole iella stampa: una specie di cuore con fiore, o fiore solo orizzontale, al principio e alla fine dei titoli ecc., del quale occorre tener memoria. -vuu, memoria. cnmp^°Sll° ^ SU(^ett0 Lorenzo Sorba, ecco un documento curincn ;i „ i ■ , jgj ( " quale si legge nel Cartularium Bcipublicae Ac*. data del 7 giugno, e eh’io ripeto dalla GS,“,a COrtesia del prelodato sig. Des?moni: Press^onntÌ>S Lomeliinus Sorba . .. recepit onus im-dum £)q1S- aciende Annalia collecta per Reveren-Pum N°^1I1Uai Augustinum Iustinianum Episcopi scut CUm condicione (Iuod mutuentur nienri.-o^ /3 auri SoIis Pro annis duobus inci- tius teneat?rn,1,die :' cumlloc oribus et mercede imprimendi capitala de vestitu mulierum. Lih. S, sol 8. ^ ^ 3cce^na una delle tante leggi suntuarie che si fre-emenle si pubblicavano a que’giorni, e che prestamente cadevano anche in disuso. 1547. Nella R. Universitaria é la seguente, per bellezza di tipi non inferiore alle aldine: L- VITRVVII ROSCI PARMENSIS EI BETI VS PR1MVS, SE-CUNDVS, ET TER TIVS: VEL GRAMMATI-CARVM QVAE-STIONVM LIBRI TBES. GENVAE M. D XXXXVII. A1 retto di A ij: IAC°BVS LEBETIVS FER-ariensis Can. Reg. S. Servatoris lani Flisco Canevali S. P. D. “ a*-*. „eipMm M ,5(6_ w (9s ^ cm) ( 81 ) In questa dedica, la quale occupa quattro carte e il retto della 5.a, è il Fiesco Canevaie celebrato qual nuovo Aristide e qual nuovo oracolo delfico pel popolo genovese, chiaro per pietà religiosa , e pagatore della stampa di questi librorum, quos de meo ella inscriptos nomine nuper amicus meus Lucius Vitruvius Roscius mihi dicaral. Onde glieli manda imprimendos, dichiarando: Roscium ipsum usque adeo exacte, subtiliter, ac eleganter omnium, quae a grammaticis ad erudiendos ado-lescentiores traduntur, atque praecipiuntur, rationes persequi, et explicare; e lo prega: Ut, qUoniam ipse occupatior certe es, quam ut huic imprimendi negotio, quantum par est, vacare possis, alteri cuipiam illud mandes: qui ita agat, ut in eo opere nec peritiam requirere, nec diligentiam desyderare merito quisquam possit.......Ex aedibus Deiparae virginis cognomento Coronatae extra Genuam urbem. II resto del quaderno è occupato da distici di varii autori, sino ad un terzo del retto dell’ ultima carta. Indi l’opera, che va da pagina \ a pag. 235. Seguono due altre pagine non numerate d’indice; ed una terza, più quasi cinque linee, di Errala non panca dopo le quali: Genuae, apud Antonium Ionum Taunnensem : anno Domini. M. D.XL1I. Piccolo in 8.°, bel carattere corsivo. Sappiamo dal Melzi (') che il Lebetius è Jacopo Lavezzali, dei Canonici regolari di S. Agostino, detti di S. SahatO'e^e « così chiamato per latinismo da Lebes, che in toscano si0 appunto laveggio o caldaio »; e Roscius il parmigiano ^ itrav Rossi, così nominatosi per avvicinare ognor più « il su0 j10 a quel di Vitruvio, e dargli, ad imitazione di Pomponio una certa forma d’antichità ». I J m y’ 0 Ili*” L’opera é a dialogo, il quale comincia a pag- ’ tercalato del greco, e ne è lodevolissimo Io scopo, che Plus ex eo uno ad bene vivendum emolumenti qua ex sexcentis aliis litterariis ludi magistris capei e sta diosi valeant adolescentes. 1549, 28 Giugno. Nella R. Universitaria e nella Durazziana, nonché piesso i socii avv. Avignone e march. Staglieno, serbansi gli Statuì1 seguenti. L’esemplare universitario ha in fronte il VEXILLVM GENVAE (’) (1) Dizionario di opere anonime e pseudonime; 1848. (’) V. Tavola V, a pag. 72. ( 83 ) e sotto il titolo seguente, scritto da mano alquanto posteriore : Statuta Communitatis Levanti. In 4.°, di carte numerate 67; carta Forte, carattere tondo. A tergo del frontispizio è 1’ usata silografia di S. Giorgio (*). Nel retto poi di AA ii è lo stemma di Levanto, e nel rovescio : Jacobi Philipponi à Levanto Iuriscons. ad Patriam Tetrasticon ; e sono due distici seguiti da altri tre Ad lectorem; e questi da altrettanti Ad Municipes, che terminano : Hunc (librum) eme, prae manibus quaeso sit ille tuis. Nel resto dei terno un po’ di Prefazione; a pie’ della quale successivamente le RVBRICE dei tre libri, nei quali essi Statuti sono div^i. 11 retto della carta 43 registra : Nomina . . . electoru ad approbanda statuta una cum consiliarijs; ed in quello poi della carta 48 si riferiscono: Nomina consiliariorum capitulatorum et electorum (’) V. Tavola VI, a pag. 72. ( 8* ) presemi alla lettura falla \T^^ÌC°^au leoninum notarium etc. CCLXXXVIIII. die. viiij. Madij. mente, al rovescio della carta 49 e nella seguente sono allr advcK^torumI1SlliarÌOrUm ' ' ' capitu]a emendatorum diunctorum ' ’ consiJiarioriim • • • quadraginta a- Le quali liste si trovano ripetute più volte. raDn’Utlm° deCr8t0 dei C0rp0 dl cìetti Statuti é- seSuìl° da,‘ ovazione cosi concepita, e stampata al tergo della carta 67: Mcccclxxv. die. xviij Octobris. Presententi”/1 h°di0 per “feriam quadraginta diop — et e8re8io dno Christophoro iu- in _Levae^0rete domin°rum potestatum Levanti .... carn,- ^ ° Ìn dorno heredum condà Thome taia- Per me ÌÒrtU1” ‘eStatUm et Plicatum fuit..... alterum ° annern de montali nottarium et scribam nuntios cTr?P%LeVanti’ pariter(*’ ad cautellam per Levanti proclamatum. DEO GRATIAS. finis. x ~T~> Explicit Iurium Municipalium Antiquorum centiorum loci villarum ac iurisdictionis Commu Levanti Volumen cura et impensa Francisci I Notarii et dicti loci Burgesis castigatissime Per prime eruditum virum Antonium Bellonum J iaU rini Pedemontarum impressum, Anno ab incarn tione Christi Iesu M.D.XLVIIII (') die xxviij Iumj Felicissimae huius Reipublice Genuensis Anno xxi. % ( ) L’ultima unità è cni^i a> Pare, in aggiunta. ( Sii ) Qui evidentemenle il Thaurini indica la patria, che il tipografo noia pure in altre edizioni. Segue altra carta non numerata, il cui dritto è bianco e il rovescio adorno del VEXILLVM GENVAE come il frontispizio. Tien dietro un terno ^, di cui la penultima carta, verso, chiudesi con un decreto in rozzo italiano misto di forinole curiali, alla data del 1.° settembre 1475. 1550. Scrive 1’ Oldoini ('): Thomas Centurionus, Medicorum seculi . - . omnium suffragio princeps . . .scripsit; De noxiorum humorum (2)"purgatione, deque ejusdem scopis Commentarium , Genuae evulgatum anno 1550 (r>). Di costui ci verrà fatta menzione anche all’ anno 1557. 1550 circa. Dal Casalis all’ art. Loano : Eravi altre volte una tipografìa, come si scorge dagli Statuti locali del principe Doria, pubblicati colle stampe in Loano. (') Op. cit., p. 518. (s) Il testo ha, per errore manifesto : hominum. (5) Il Soprani e lo Spotorno hanno: 1556, in-4°. Quest’ultimo (S/or. Lefte/-., III. 220) ci fa inoltre sapere essere costui della famiglia Calanis di Sarzana, aggregata alla nobiltà genovese nell’ Albergo Centurione. (*) Dizionario Geografico, Storico, ecc., voi. IX, p. 4‘)7. ( 86 ) Il Vernazza nel Dizionario precitato ha : r — 4----Ilei . Lorenzo Castello, stampatore in Loano nel 1619, detto dallo Spotorno (*) animoso tipografo. 1551. Abbiamo dal suddetto Oldoini (2) che il Trattato del Purgato) io e il Dialogo fra l’anima e il corpo di S. Caterina dei Fi escili evulgata sunt cum vita Genuae anno 1551. E un bell’esemplare ne conserva il eh. socio sig. avv. Gaetano Avignone, alla cui cortesia sono dovuti i cenni seguenti: LIBRO IDE LA VITA JS/LI' rabile et dottrina santa, de la beata Ca^ terinetta da Genoa, Nel quale si contiene una utile et catbo^ lica dimostratone et dechiaratione del purgatorio La vignetta in legno, che qui rappresenta la Beata in ginocchio nanti il Crocifisso, é la stessa che già notammo nel frontispizio dei '1 ruttati della B. Angela da Foligno, sotto il 1536 ( )■ E quindi: Confìteor tibi pater domine coeli et terrae, quia condisti tiaec a sapientibus et prudentibus, et re-velasti ea parvulis Mathei x- ■'j Vo,< JV, p. 2!)6. (’) Pag. 136. (*) V. a pag. 69. ( 87 ) A tergo del frontispizio la licenza per la stampa, della quale per la prima volta ci accade qui d’incontrare il cenno, e che é concepita in questi termini: Ego frater Hieronymus de Genua ordinis predica-torum bereticae pravitatis in toto Dominio genuen. Apostolicus Inquisitor asentio hunc librum pro spiritualium cosolatione et eruditione posse impressioni tradi teste manu propria. In 8.° piccolo, carattere tondo assai chiaro, e carta sprovveduta di marca intrinseca. Da capo un quaderno ii , che comprende: Alli devoti, in Ghristo Iesu, Lettori cui si dicono le qui stampate dignissime cose da sapere, veramente tutte di eccellentissima speculation et utilità, et massime in questi nostri turbolenti tempi necessarie. Segue poscia La Tavola. E le succede una nota di 25 correzioni degli errori . . • più importanti (fatti) per la frequetia et incuria de la stampa. Succede la silografia di un + cc« + tjomo + replicata pure nell1 ultima pagina del volume. ( 88 ) La vita comincia al foglio i, e segue fino al principio del retto 171, ove : Finisce la vita della Nobile Ma^ donna Gattarinetta Adorna. A tergo: TRATTATO DEL PVR" ga torio della detta Beata Ma don ^ na Cattarinelta Adorna che termina a mezzo il retto del foglio 185. A tergo : DIALOGO DELLA D E rJ> ta Madonna Catarinetta tra l’a^ nima, et il Corpo Insieme Co 1’ amor propio, re-* duto poi al spirito co 1’ huma/ nita. Aggiungerò col Soprani (*), che la Vita onde si é qui discorso, fu pure stampata « in Firenze per li Gionti nel 1568, in Venezia per Gio. Battista Bonfadino nel 1590; in Napoli per Francesco Savio nel 1645, sempre in 8.°; et al presente (1657) si ristampa in Genova par Benedetto Celle, ad instanza e spese del libraro Bottari, in 4.° ». Più altre edizioni sono inoltre citate dal P. Giacinto Parpera, nella sua Beata Caterina da Genova . . . illustrata (2); e lo Spotorno, nelle sue (') Li Scrittori ecc., pag. 71. (’) Genova, Bollari, 1682, pag. 3-i). ( 89 ) postille rnss. al Soprani medesimo, soggiunge, che « la stampò anche il Cornino, con la solita singolare esattezza, 1743, 8.°; • D e nel frontispizio stesso del libro confessa esser lavoro di Cattaneo Marabotto, confessore della Santa, e di Ettore Vernazza spirituale di lei figliuolo. Don Gaetano Volpi, nel Catalogo del 1744 (facc. xxii) chiama gli scritti della nostra Santa gravissime e sublimi opere; e nel Catalogo della Libreria Volpiana[facc. 44): non si troverà forse altro libro in cui tanto altamente si parli dell’ eccellenza del puro amor di Dio, ecc. ». A mia volta poi noterò che questa Vita fu scritta originariamente in latino; e che appunto in questa lingua si legge, con altre memorie attinenti alla Santa medesima, in un codice cartaceo della Biblioteca Urbana, dove ha questo titolo: Vita B. Catharinae Adornae Seraphicae Dilectricis Dei. Ora, come il Belloni avea stampata fino dal 153G (1) la Vita della B. Angela da Foligno novamente tradotta di latino in volgare, così nel 1551 mise pure alle stampe il volgarizzamento di quella della B. Caterinetta. Oltre ciò, considerando come si l’uno che l’altro di questi volumi vennero impressi in egual sesto, carta e caratteri, ed ornati nel frontispizio da una medesima silografia, e come l’anno 1535 uscirono del pari dalla stessa officina del Belloni, in somigliante formato, V Opera Spirituale del Panziera (2), crediamo averne bastevole argomento a dedurre con qualche probabilità che tutti i suddetti volumi dovessero far parte di una collezione di opere ascetiche italiane da quel solerte tipografo divisata ed impresa. * (’) V. a pag. 69. (!) V. a pag. 64. ( 90 ) 1553. Tolgo dall’ unico esemplare da me veduto nella ridetta Biblioteca dei RR. Missionari Urbani: INSTITVTIO' NE DI VNA REPY/ BLICA CHRISTIANA PREDICATA IN SAN LORENZ 3 ALLA ILLVSTRIS^ siina Signoria, et felicissima Città di Genova dal Padre Franceschino Visdo-mini da Ferrara, il di sette dì Maggio M. D. L. III. Indi l’impresa del Belloni, che per la prima volta trovo impressa ne’ suoi libri (*). E sotto: IN GENOVA APPRESSO ANTONIO BELLONE. In 8.°, segn. A-G, tutti duerni ; bel corsivo minuto, iniziali a disegno. La Predica dedicata ALLA ILLVSTRISSIMA, et Potentissima Signoria di GENOVA (’) V. Tavola VII. - in ! ira, il ■> rett<. il « li L ili ■ ■ ! • -v u pr/> r ai*; ' >- ufu.oim. . i v STRINSI M :: .)\ \ TAVOLA VII H W O > < o H W H M w tal r» t" i—i o» IMPRESA DI ANTONIO BELLONE. ( 91 ) termina al tergo del foglio C. con questa dichiarazione: Fvaler Hieronymus Inquisitor Genuensium ordinis Predicato)'ani foro consolatione Spirituali aliorum, admittit et obsecratur, ut impresioni tradatur, manu propria subscripsi. Al retto di C ii comincia: nsr^scinvcEnNTTO SPIRI T VALE DI NOSTRO SIGNOR GIESV. E termina : IN GENOVA, APPRESSO ANTONIO BELLONE M D. LIII. 1553. Il Soprani (*) registra di Ansaldo Giustiniano, dottore di leggi, la seguente: Oratione nella Consignatione dello Stendardo al Signor Principe di Melfi, Andrea Doria, Generale della Maestà Ges: nel Mar Mediterraneo; fatto General Capitano in Mare et in Terra della Serenissima Repubblica di Genova, recitata publicamente nella Cattedrale a dì 25 Ottobre 1555. « Questa, soggiunge lo stesso Autore, fu stampata in detto anno, et é senza nome di stampatore. Pag. 3G, lin. 12 ». (’) Op. cit., p. 280. ( 92 ) Per chi non Io ricordasse sarà poi bene notare come i1 Orazione in discorso si riferisca alla solenne cerimonia con cui, il di suddetto, nella Cattedrale di S. Lorenzo, Andrea D’Oria venne pei mano del Doge investilo del supremo comando della flotta 0enoAe:>e, che indi a poco salpò alla volta di Corsica, per combattervi le forze de’ francesi e de’ turchi. Lo stendardo serbossi fino al \797, con più altre insegne e trofei della gente dei D’Oria, nella loro chiesa di San Matteo («). 1554. La R. Universitaria conserva un esemplare scompleto di alcune Prediche del Reverendo Monsignor Cornelio Ve scovo di Bitonto; il quale esemplare comincia dalla segnatura F ; ed alla fme del verso del corrispondente a K iij (son tutti quaderni in pie colo 8.°). ove termina una seconda predica, si legge. IN GENOVA APPRESSO ANTONIO BELLONE. M. D. LIIII. Segue una terza predica, colle segn. AA — DD iu. IL FINE. Carattere corsivo minuto. Non é forse questa che una riproduzione della bella edizione veneta in 4.° di Gabriele Giolito del 1553, la quale comincia (’) V. D’Oria, La chiesa di San Matteo, ecc.; p. 17. ( »3 ) dalla Predica, mancante nell’esemplare universitario, « fatta in Genova la seconda festa della Pentecoste, celebrandosi il capitolo generale de’ frati minori conventuali l’anno M. D. LIII ». Sappiamo dall’ Ughclli (*) essere il sullodato Monsignore Fr. Cornelius Mussus Placentinus, ordinis minorum conventualium, nobilibus parentibus natus, condonator suae aetatis flor entis-simus.....Claruit in Concilio Tridentino, cuius eloquentiam non semel admirati sunt Patres. Delle prediche « belle, et adorne (dice Camillo Camilli nella dedica a Luca e G. B. Grimaldi, in data di Venezia 4.° settembre 4 553), di quei lumi che suol mostrare al mondo cosi raro intelletto », fecero poi, tra gli altri, una bella edizione i Giunti in due volumi in 4.° nel 4587; e la ripeterono il 4590 (2). 4554, Il Lasor già citato (3Ì ha questa nota: Antoni Frumentii Epistolae duae, continentes praeparationem ad Historiam et Acta Genuensium. Genuae, 1554: gallice. 4554. Nota il Giustiniani (4) che Francesco Imperiale-Terrile scrisse : De Medicina Libri duo. Genuae, apud Antonium Bellonium, 1554. In 4.° (') Italia Sacra, tom. VII, col. G90. (*) V. sotto il 4591. (3) Voi. I, p. 435. (*) Op. cit., p. 239 , col. 4. ( 94 ) Altre opere del medesimo Autore verranno da noi registrate sotto gli anni 4560 e 4575. Lo Spotorno dice il suddetto Francesco « medico della nobile famiglia Terrile ; il quale prima del 4576 era detto semplicemente Imperiale, o Imperiale-Terrile; per quella legge del 4528 che avea posto i Terrile nell’Albergo Imperiale; ma dopo il 76 ripigliò il suo vero casato ». Morì egli l’anno 4580, « onorato da Giulio Guastavino, sommo conoscitore dei buoni ingegni, con orazione funebre latina, impressa con versi latini ed italiani in lode dell’egregio defunto (') "• 4555. Nella Civico-Beriana: DIALOGO INTI TOLATO COLLIRIO DELLA MENTE, COMPOSTO DAL SERVO DI IESV CHRISTO FRATE PIETRO' MARTIRE DA GARRESSIO DEL" L’ORDINE DE PREDI" CATORI. LI INTERLOCVTORI SONO ADDIA, AMATIMO, ATHENORIO, SABETIO, E CAINAM. Indi una silografia dell’Annunziata. E sotto: ]N GENOVA. A tergo del frontispizio : (’) Spotorno, Stor. Lett., III. 227. L’Orazione del Guastavino (soggiungeremo col Giustiniani, p. 475, col. 2) uscì a stampa in Pavia, per Giovanni Bartoli, in 4.°. ( 95 ) PROEMIO DEL PRESENTE DIALOGO Il quale comincia in capo al retto di A iii. In 8.°, di carte HO in carattere tondo, più altre due del detto Proemio. In fine del retto di c. \ \ 0 : STAMPATA IN GENO/ VA APPRESSO AN/ TONIO BEL/ LONO. M D L V. * 4 556. Nella stessa Biblioteca è pure la seguente, della quale il Soprani (*), e dietro di lui POldoini (2), ci hanno eziandio conservata memoria. ANTONII IVSTINIANl ROCCA/ TALIAT AE AD BENE DU CTVM RVSCAM SCRIBA CVIVSD AM SCRIBAE SVM-NIVM AD NICOLVAM ZU GNAIGVM EODEM AVTORE (1) Li Scrittori della Liguria, pag. 41. (a) Athen. Ligust., pag. 61. ( M ) \553^° ^ lmpr6Sa bel,oniana> S& da noi notala all’anno Indi; GENVAE. In 8. Segnature: A-C, quaderni di carattere corsivo minuto niti o, e D duerno di carattere (ondo. Bell a edizioncina, e buona carta. Ai retto di ^ # comincia Ja dedica Hieronymo Pallavicino Coronato, Et Vìncer) tio Grillo biscoto nella quale 1 autore dice essersi deciso a pubblicare queste sue studio)um primitias, . . . cum . . . viderem tabellionis artem ad imum artium nostrae urbis ruere locum, multosque nostri temporis scribas, et si doctis-Sm°s> dentem, non adiuvare; per esserne stato pregato da Benedetto e Giovanni consanguineo amicoque. E parlando ai due dedicatarii ed amici di altri scribi suoi abietti avversari]’, soggiunge : d ne me iani victum putent, illud sciant, non li-. 6 ^)SIS lure SCi‘ipta mea reprehendere, nisi prius et SeltoCrÌPtUm allqU°d edant’ etc' Ex aedibus noslris if n i ^endas Imìì] anno a deipare virginis partu. 0 V. Tavola VII, a pag. 90. ( 97 ) . Al tergo di A iiij seguono quattro distici VINCENTII GRILLI BISCOTI AD LECTORES. E viene appresso: PRAEFATIO AD SCRIBAS la quale occupa altre due pagine. Indi comincia un dialogo tra Benedetto e Francesco, che difendono nobilissimam scribarum artem adversus calumniatores, eie., sino al principio dell’ultima pagina del quaderno C., senza mai un a verso. Il duerno D è occupato, sino ad un terzo del diritto dell* ultima carta, da esametri che portano questo titolo: CVIVSDAM SCRIBAE SVM-NIVM AD NICOLA VM ZL GNAIGrVM EODEM AVTORE L’Oldoini aggiunge che il Roccatagliata evulgavit . . . carmina . . . tuni latina cim etrusca in laudem Uberti Foliettae ac Pauli Morigiae; e lo Spotorno, nelle sue postille mss. al Soprani (1), ci fa più chiaramente sapere che « lodò il Foglietta con epigramma latino di sei versi ». (<) Esemplare della R. Universitaria. 7 ( 98 ) 1557, 15 Gennaio, t ^ Tommaso Centurione-Calanis (') stampò I’orazione detta in cenalo al nuovo doge Pier Giovanni Cliiavega (2): De vera principis laude, itabita xvi kalen. Februarii 1557. 4557, Settembre. v Nella R. Universitaria : CRIMfJVALIVM IVRfVM CIVITATIS GENVENSIS LIBRO DVO. Indi il VEXILLVM GENYAB (*) E SOttO: Excudebantur GENVAE cura: et dilig-entia Antonij oni DVCALIS Typographi : Anno a Chri-nato Septimo et Quinquagesimo supra esquimiiesiniam Mense Septembris. (») V. all’anno 4550, p. 85. 220. (*) V. Soprani, Li Scrittori ecc., p. 269; Spotorno, Sto)- ’ (') V. Tavola V, a pag. 72. ( 99 ) Nel tergo del frontispizio: PRIVILEGII SVMMA. Senatus genvensis privilegio vetitvm EST NEQVIS PRAETER ANTONIVM BELLONVM HOC OPVS IVRIVM CRIMINALIVM GENVAE EXCVDAT NE’VE ALIBI EXCVSSVM VENDAT IN DITIONE GENVENSIS PVBLICATIONIS LIBRO RVM OMNIVM DECEM’QVE SCVTORVM A V RI ILLI Q VI ADVERSVS HORVM QVIDP1AM FECERIT MVLTA INDICTA. V B E R T V S. Indi 5 pagine non numerate le quali contengono: INDEX TITVLORVM. Poscia una sesta di versi latini, e quasi altre 4 di dedica, intitolata : ILLVSTRISSIMO DVCI MAGNIFICISQVE GVBERNATORIB. AC P R 0 C V R A T 0 R I B. NICOLAVS IA C . F. GENTILIS SENAREGA IVRE CONSVLTVS. STEPH ANVS ANG. F. CATTANV6. PETRVS IOANNES BARPT. F. CIBO CLAVICA. Bella edizione in foglio di pagine numerate 90, carattere tondo assai chiaro. Al retto dell1 ultima di queste leggesi poi una scusa dello stampatore, che avverte di cinque mende sfuggite a lui homo. . . binoculus: non Argus ('). (’) V. sotto 1’ anno 1573. . ìndi il E Sotto: 1557, Ottobre. Nella stessa Biblioteca: REFORMATIONES ROTAE GENVAE AEDITAE ANNO M. D. L VII. VEXILLVM GENVAE (' C) GENVAE. Al retto di A 7 «nff -i • Mense Octobr ' * , r,Petato de/i’ opera colla giunta come il precederà ^ °r^ne ^ osser^nza, sottoscritto Ubertus Al tergo : De 0/y* • tondo sin qua • . ° con JDlz,a^e a disegno, e carattere Quarta rart-> a ^ ^*ne ^ secondo quaderno, segnato nella Segue ri Per,err0re fÌp0grafico-- A *■ PPendice, di che alI’anDo 4572. <557----. . Vernazza nrecitatn /2\ stampò in Genova il S1 raccogJje che Io stesso BeIIone Liber elucidationis di frate Francesco Meddense, dedicato alla Città di Torino. O V. Tavola V, a pag. 72. (*) Pag. 21 TAVOLA Vili * altra impresa dantonio bellone. £ * f' . »1.. * ■ - I I ( 101 ) 1559. Nella R. Universitaria: RISPOSTA IN DIFESA DELLA VE' RITA’ CATHOLICA DEL PURGATORIO. • i DATA DEL REVERENDO PADRE Frate Angelo Zampa di Cremona dell’ ordine de’ Predicatori, coira uno scritto mandatogli da predicanti luterani in Valtollina. Indi l’impresa belloniana entro cornice (*), diversa dalla già notata agli anni 4553 e 4556 (2)'. E sotto : IN GENOVA Appresso Antonio Bellone. 1559 Nel tergo: 2) Stampala con approbatione et fede del Reverendo Monsignor Egidio Vescovo di Cavorli et Vicario archipiscopale di Genova et del Reverendo padre fra Ilieronimo da Genova dell’ ordine de’ predi catori inquisito re di Ge nova. (’) V. Tavola Vili. (’) V. a pag. 90 e 96. ( 102 ) Seguitano 0 pagine non numerate, di carattere corsivo: AI CATHOLICI DI TE Io IN VALTOLINA sottoscritte: FRATE ANGELO. 0 Indi carta I — 100. di carattere tondo anzi grosso che no. In 8.° piccolo. 1560. Nella R. Universitaria: IL LIBRO DI GALENO DEI BVONI, E TRISTI CIBI, Tratto dal Greco Per M. Francesco Imperiale, et à benefìcio di ciascuno, che desidera di vivere sano, mandato in luce in lin^ gna volgare. Impreca belloniana come la precedente (*) IN GENOVA Appresso Antonio Belloni. M. D. LX {') V. Tavola Vili. ( 103 ) In 8.° piccolo, bel corsivo chiarissimo, di carie 32, dedicalo AL MOLTO MAGNI' CO (!) S. IL S. NICOLO CHE FV DELL’iLLV' STRISSIMO CARDI' NAL DORIA 1560. Nella stessa : VIAGGIO ET POSSESSO DI CORSICA NEL MESE DI SETTEMBRE Del. M. D. LVIIII. Co’ 1 suo ritorno da la Bastia à Genova Composto da Giulio Vertunno Padovano. Cangiando sorte Cangio habilo, e forma Impresa belloniana come sopra (2). In Genova M. D. LX. In 4.° Segn. A ii — Fu (duerni); bel carattere corsivo. Dedica (in car. tondo) Al Nobile Signor Mattheo Gentile il Secretario (•) Sic. (2) V. Tavola Vili, a pag. 101. ( 104 ) cui dice averlo veduto in Venetia sotto la disciplina del dottissimo Paolo Manntio, col quale si rallegra di sì rara fattura sua, e vuole che n ti in luce, sotto nome suo queste stanze esce A carte 3 cominciano poi dette stanze, od ottave, a mo’ di distici, coll’ intestazione Al molto Magnifico Signor Vberto Spinola al quale, gaudente nel suo ameno Quarto, dico nell Del Purgatorio udite hora le pene. E descrive in versi, non del tutto spregevole *rn*ta7!°no(ev0]j l’Ariosto, la sua navigazione, cominciando dai luoghi della Riviera occidentale, ove é: San Pier d’Arena che nel monte e al pian Di bei giardini ha sì famoso nome. Ed ........un poco più lontana La villa della bella Alma 'Sultana. Ecco poi Pegli d’ alla prospettiva Per diversi bei luoghi almi e divini. ( 105 ) Indi prosegue , dicendo : Ma de la villa sol convien eh’ io scriva C/i è di due gran fratelli Lomellini. Ed infatti la loda sovra ogni altra Per vaghezza di fonti e di giardini; fino a paragonarla con la Villa Tiburlina d’ Adriano. •Arde quindi incensi all’ alma Lomellina Maria di rara e gran beltà divina. Della quale sotto un bel colle Si vede la Piegai stanza divina, Che per sito gentil, lascivo e molle Par l’albergo d’ Amor che fece Alcina. S’augura infine, che questi suoi versi Onde lodar da te mi sento e veggio, Restino in questi siti almi e felici A cui nuli’ altro bai sito pareggio. In fine si legge : Impresso in Genova appò Anto^ nio Belloni Nell’ anno M. D. LX. Non é fatto cenno d1 alcuna licenza. ( 106 ) 1562. NeIk *■ Universitaria e nella Civko-Bemna: ENEIDE DI VER*' GILI° 11 Quarto libro TRADOTTO IN OTTA' U "'»A rEn M. CIO. 8AT-nSTA F,LIPPJ GENO*-WSE ALLA Mnoua pellegrina gen- T/LE’ ET ALTRB RWE AGGIFN- TE DEL medesimo IwPre^ bellona , ’ me ìe antecedenti (l). Nio BEr ^ ^ A APPRESSO ANTO- BELLONE L> anno m.d.lxii. Nell n a“ere C0rsiv°, di pag. 1 "2, più 4- di Tavola. ■èssendo av non° aItTO nome et °^e vadì’ ^ na,TZmt° a do“™. ^h-io mai «ma ? * V- S. frete, r° deUa Enei^. « «"«te ad simi o A^osto Passato°Samente i0 tradossi m ottava C »^Di di °Co“tre’ Cie ne ff,i ameniS- ln°°, e deivvr °» * quali avanzano (, r esPeridi, lietamente si me- 1 V- ravoia Vii, W’aPeg. i01. ( 107 ) navano i giorni di quella estate in honorata, e dolcissima Compagnia : ancor’ eh’ io havessi insino à qui contrastato à molti amici, che caldamente mi richiedeano di farlo imprimere, non hò potuto hora mancar, che no’1 facessi. . . . benche la fretta di remediar’ alla perdita delle mie fatiche, quantunque picciole, m’habbia impedito di dargli quella perfetta limatura che necessaria giudicava, ecc. Di Genova il Mese di Luglio dell’ Anno 1562. A pagine 6 e 7 son due sonetti di M. Pantaleo Gentili a M. Gio. Battista Filippi; ed a pag. 8 un altro di A. Terminio alla Signora P. G., che è la suddetta Pellegrina Gentile. A pag. 9 cominciano lo ottave del Filippi, che ben ventitré ne manda innanzi, come introduzione, al detto libro quarto, che va dalla pag. \7 alla 62. Da p. 63 a p. 89 sono: STANZE DEL MEDESIMO AL SIGNOR A TONIO SPINOLA. Nelle quali versa a piene mani elogi alla villa di Cornigliano, che II 'pregio di beltade . . . tiene Nel ligustico seno, ove si stagna Il picciol fiume, che col vago, e lento Corso sempre dimostra il puro argento (1). Ed anche maggiori suonano quelli dei cavalier gentili, C/i hanno ivi albergo, de le sagge e belle Donne, de gli alti egregi], e signorili, ecc. (') Il torrente Polcevera. ( 108 ) un soneUo^Yrìir '’a™ Sen“ ‘ilol°’ sin0 a pag' l69, ove '«la Pilipni ", Sni,ÌC0 M' Gi0- Cami,la a M' Gi0- “»'• Diana »'• • V- 6e®uit0 a^ro aNo stesso « della Signora niente ) ?I1DU ^lIe * di M. Pietro Contestabile » ejfioal-Henrico * ° ^ * di M‘ SciPio™ Metelli » e « di Alaramo ete,,i ^lco Filippi, che della squilla virgiliana JSt'l * ^ 9^e col pregiato f^r lo cj i os^°> onci altri tnvan giungervi spera. dal tenebroso oblio serbato Rimat rete con fama eterna e vera. Ce[[°’ G,.fu verseggiatore felice. Enrico pure l’esalta assai, fino a conchindere che Ten ' n°n ^UT U^ ^ sovrano honore vai, Diax; rnà Giano ancor n ascende 9 ato al Ciel d ostro, di gemme, d’oro. C°n che mi narp ri * Diano. stemmi il luogo di nascita del Filippi, cioè 0 1562. Dal Soprani; ®tep]j£mj a nuatis de laudi?611 F' Gattanei Voltae Fa tritìi Ge-mum CenturionUS 'Pe^es^’ad illustrissimum Ada-Ant°nio Belioni^g^1711011- In Genova, appresso. In 4,,o ( 10!) ) 1563. Nella R. Universitaria: CONTEXTVS VNIVERSAE GRAIU' MATICES DESPAV' 0 TERIANAE PRIMAE, PARTIS, SYNTAXEOS, artis verificatoriae, et figurarum: cum suorum Commentariorum epitome quàm fieri potuit brevissime concinnata per IOANNEM PELISSONEM CONDRINENSEM. Impresa belloniana (*) GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM. M*. D. LXIII. In 8.° piccolo, di carte numerate 134; carattere corsivo e romano. I ’ (») V. Tavola Vili, a pag. 101. ( Ilo ) / Nella 1560. stessa : ftVDlMENTA PRIMA latina e GRAMMATI* CES. ¥■ IO. PELLìSSONE CONDIìIENSI avtore. examinanda, Omtnctianis in oratione per eundem. oratione per eundem. c°Oìe la precedutona cornice (')> formato e carattere La <*L Tal/™ nn S9- Parisiis e Coqueretìo ^ ^ ^oarooa > reca la data del 1529, 1567. Dall’Oldoini (2): . cyprianus Paii~ ■ . • Sls renuntiatus an VlClDUs ^rchiepiscopus Genuen- 1108 Putioribus iitQO 1567, cum plures an- rarn > a<3 sacram ri a° ^^ilosophiae dedisset ope- ^1Uni, haud con t Gin 6 ^octrinain convertens ani- °jPul°rum comm!rend°8 habuit progressus in ^epiSC0pu8 que in fìde instruebat Ar- *Uae Pluries tyS C°Uegit’ cuius decreta Ge- ypis tra&ta sunt C). P V- Tavola Vn , (’;0p'c^ p* «V** 90- (*) v c se® ) V* so“o il issem ( 111 ) 1568. Nella R. Universitaria, nell’Urbana e nella Durazziana: LEGGI DELLE « COMPERE DI. S. GIORGIO, DELL’ECC.MA REP.CÀ DI GENOVA, RIFORMATE L’ANNO M. D. LXVIII. DISTINTE IN TRE LIBRI. Indi la silografia S. Giorgio (*). IN GENOVA APPRESSO ANTONIO BELLONE. M. D. LXVIII. In foglio; caratteri romani, iniziali a disegno, di pag. numerate 165. A pag. 3, dopo il Proemio (in corsivo): I nomi de’ Magnifici Signori Vfficiali riformatori delle 'presenti leggi .... A pag. 165 il monogramma e l’autenticazione di Francesco Cibo-Montebruno, notaio e sindaco delle Compere. In fine : GLI ERRORI CORSI NELLO Stampare . . . oltre ad alcun’ altri che non si notano per essere di poco momento. E sono una pagina e mezza (2). * (J) V. Tavola VI , a pag. 72. (*) V. sotto l’anno 1593. Nell’Urbana : {MAMMIS Ojtu Vernarti super meditai ione ■?ilnominipstte jJijiouis (Cifristi • * 6enm m* Zntonium Bellonum M 0 £ viij. + tece + Ijomo + Nella Durazziana: Cònstitutiones Synodo Lunen * aecreta condita in Diocesana Reverendissimo1]^1 Sarzaneilsi, sub Illustrissimo et nnae, Bellon^ne^cto fornellino Cardinali. Ge- In<]i una belìissim c,le> allo stile, a decadi del secolo } lma s‘l°orafìa rappresentante la Crocifissione; accenna essere stata intagliata nelle prime * xw, ed è indubbiamente di scuola italiana. Nel tergo del frontispizio la silo 1grafia già altrove accennata ('): ( 113 ) Trascrivo questo titolo, più esplicito, dalle schede che si vanno facendo dall’operoso sig. Giuseppe Castelli, impiegato di questa Regia Universitaria, dei libri provenienti dalle soppresse congregazioni religiose; del qual libro duoimi di non poter dare per ora altro cenno. Solo aggiungerò che il sullodato Vescovo è ignoto affatto al Semeria (*), e che lo ricorda lo Spotorno (2), senza far motto di dette Costituzioni, benché accennate dall’ Oldoini (3). 1568. Scrive il Soprani (4), che « Matteo Aldovrandi, córso, valse molto così in prosa come in verso ; . . . mà essendo mancato di vivere nel fiore degli anni ci ha lasciata solamente un’opera intitolata : Lettere Amorose In Genova, appresso Antonio Bellone, 1568 In 8.° Però alcune rime di costui ci avverrà di notare in appresso. ‘ 1568, 1569. Nella Cfvico-Beriana è il seguente Trattato di Frate Agostino Clavario, già stato innanzi pubblicato in Roma dal Biado’ (>) Storia ecclesiastica di Genova e della Liguria; Torino, 1838; Secoli cristiani, ecc.; Torino, 1843. (*) Stor. Lctter. Ili, p. 180. (s) Athen. Ligust., p. 106. (') Op. cit., pag. 211. (114) impressore camerale, in 4.°, la cui edizione sei basi nella R. Universitaria : TRACTAT VS DE CAMBIIS A’ REVERENDO PA-TRE FRATRE FABIANO GENVENSI, ABSOLN Tlt'^1 MO THEOLOGO ECCLESIAE SANCTI MATHEI DE GENVA ABBATE IN LVCEM EDll V S ATQ ; AR EODEM DILIGENTISSIME EXAMINATVS ET IN MELIVS REFORMATVS. MVL-TISQ; ADDITIO-NIBVS LOCV-•«! PLETATVS. i « ja f0£[Ol^ ^ Indi una silografia di santo" Agostino , che monaci; e sotto : GKENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM M. D. LXVIII. Il che pure si replica in fine del volume. ^ In 4.°, di bel carattere romano di pag. numerate fanno seguito altre cinque di Tavola. gja Lo dedica al cardinale Seripando ; col quale ^si stato appunto al Concilio di Trento: Frater Fabianus Clavarius eiusdem ordinis, gregationis Sanctae Mariae de Consolatione. L Universitaria ha inoltre dello stesso Trattalo un esem piare, che al luogo della silografia di santo Agostino reca 1 i#1' / GPxANDE IMPRESA BELLONIANA. V ■ ? : ■ • . ■ ( 115 ) presa belloniana (*); e sotto ha la data : GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM M. D LXVIIII. 1568, 1569. Il JVIazzucchelli (2) cita alcune Stanze d’Jacopo Bonfadio ; c dice che si leggono a car. 65, 69, 75 e 79 delle Stanze di diversi raccolte da Cristoforo Zabata In Genova, appresso Antonio Bellone, 1568 e 1569. Credo non inutile il soggiungere come un Bartolomeo Zabata, o Zappata, si vegga presso lo stesso Mazzucchelli (3) pubblicare opere in Torino, nel 1658 e seguenti. 1569. Nella Givico-Beriana : ^ITTOnSTII FRAMVRII PRO RELIGIONE ORATIO Impresa belloniana assai più ricca, e di proporzioni maggiori delle due precedentemente notate (4). E sotto : GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM M. D. LXIX In 4.°; carattere corsivo nitido. Segn. A — C iij. (*) V. Tavola Vili, a pag. 101. (*) Op. cit., Tomo II, Par. IIJ, pag. i(ilG. (3) hi. ibid., pag. 1661. {*) V. Tavola IX. ( 110 ) Dedica in bel carattere tondo: MAGNIFICO DOMINO NICOLAO SPINVLAE IVRISCONSVLTO PERITISSIMO ORATORIQVE ELOQVENTISSIMO al cui giudizio 1’Autore dice, a pag. 2, di averla prima sottoposta (*). L’ Orazione poi è diretta. AD AMPLISSIMVM AG reverendissimvm archie- PISCOPVM GENVENSIVM CYPRJANVM PALLAVICINVM ET SACERDOTES. 1570. Dal Soprani (2): Selva di varie cose piacevoli Q di molti nobili, et elevati ingegni. In Genova, appresso Antonio Bellone, 1570. In 16.° Queste cose piacevoli dice quindi essere le « poesie stampate per opera di Cristoforo Zabata », che I’OIdoini scrive Zappata, dicendolo impropriamente genuensis e con giù' ( j Dello Spinola non vedo cenno nello Spolorno, comecché Iodato dall’Oldoini-(’) Pag. 13. ( ) A pag. 226 la dice invece: Selva di rime piacevoli. ) Oldoini, pag. 239. — Da Onegiia lo dice Gilasio Gutclivcnsc, cioè P. Rude ne a Scansia 23, p. 39 delle Biblioteca volante, ap. Afe 1 zi, Dizionario ecc., iticolo Ragionamento di sei nobili fanciulle genovesi ecc., pubblicato da amo Bartoli in Pavia l’anno 1383, e del quale esso Zabata è I’ Autore, cosa ignorata, pare, dallo Spotorno. ( 117 ) stezza amoeno praeditus ingenio; il quale seria ac jocosa summa facilitate tractavit. Scripsit enim carmina plura patria lingua, etc. Nella Selva anzidetta sappiamo dal Soprani stesso (*) essere inseriti « li Capitoli seguenti, cioè : In lode della Guerra. In lode della Furfanteria. La Mascherata, in ottava rima », scritti « con dilettevol metro » da « Alessandro Spinola detto il Capitano », che « hebbe la destra egualmente pronta alla spada, et alla penna ». Ivi sono pure, a detta sempre del Soprani (2), molte rime di « Paolo Foglietta fratello d’Oberto, che fra’ poeti fu il primo inventore del Genovese Parnasso. Fiorì nel 1520; et in lingua materna scrisse con ammiratione del Mondo ogni sorte di rime » ; le quali rime, in detta Selva, « à distintione del-Paltre, segnate si vedono con le seguenti tre lettere M. P. C., che significano di Messer Paolo Catanio; alla qual famiglia fu egli ascritto per la legge del 1528. » Or queste iniziali, nell’indice dello Zabata erroneamente s’interpretano: Messer Paolo Capurro. 1570, 1.° Marzo. Utilissimo a conoscersi, e per la ligure tipografia e per un opera meritamente encomiata dal conte Sclopis nella sua dotta Storia della Legislazione italiana (3), è il seguente decreto: HENRY par la grace de Dieu Roy de France et de Pologne . . . Nostre feal et bien amè Antoine Roccagliata fìlz de Hierome Roccatagliata, nous a fait entendre quii ha deliberò faire imprimer un {’) Pag. 22C. (*) Ibid. ( H8 ) livre inti tui è Decisiones Rotae Genuae de Merca-ura et pertinentibus ad eam , de son impression qU1 a eu subz le nom de Marc Antoine Bellone. E gli accorda il chiesto privilegio. Altro privilegio del Viceré di Sicilia, del 26 Ottobre 1578, dice che il snIJodato Roccatagliata : Ha rissoluto di far stampare nella sua stampa, c ehà in Genova sotto nome di Marc'Antonio Bel-Joni le Decisioni ecc Queste vennero poi pubblicate dallo Ziletti a Venezia il 1582, In ^ carle numerate 270, più 54 d'indice alfabetico, ove sono a \edere, coi precitati, anche altri decreti. In fine dell’opera si legge: GENVAE. M. D. LXXX1. E dedicata.- serenissimo principi nicolao de avria Reipublicae Genuensù Duci. La qual dedica reca la data di Genova, l.° Ottobre 1572, senza alcuna sottoscrizione. daDpClfn 3ltrÌ’ S6 PUÒ’ Ìl dÌrS1 da Roclo,fa 11 ImPeratore e 4589^^° ^ SpagDa’ in due ^oro ^ ^ Gennaio 0 -, che dette Decisioni sono di Marc’Antonio Bellone. Quello 1 ranceo if de, Medici, Granduca di Toscana, del 3 Agosto le dice: Bellonfo I yb excellenti domino Marco Antonio Typis, singulari intwUlatÌSSime di8'eslum- nuPer dustna ac virtù te magnifici et no- * ( 119 ) bilis viri Antonii Rocca tagliata e Illustrissimae Rei-publ. Ianuen. Supremi Secretarii demandatum, seu propedie demandandum. 1570. Il Mazzucchelli (‘) ricorda: Selva di varie cose piacevoli di molti nobili ed elevati ingegni, non più per l’addietro veduta, ecc. In Genova, per Antonio Bellone, 1570. In 12.°. E soggiunge che a car. 32 di detta Selva si legge un Capitolo del Bonfadio, 1570 circa. Credo pure opportuno citare dall’ Oldoini (2), -benché io non ne abbia potuto trovare altro riscontro, quanto segue: Io. Baptista Bracellus genuensis, Iacobi . . . pronepos ,. . Episcopus Ecclesiae Lunen. Sarzanen . . . anno 1590 . . . morte sublatus. . . . correxit . . . Iacobi Bracelli proavi sui libros de bello adversus Al-phonsum etc , novisque typis excudit. Edidit etiam in 4.° Genuae: De Genuensibus Scriptoribus. 1571. Nella Durazziana e nella Libreria Brignole-Sale, (al cui esimio Bibliotecario, sig. canonico Luigi Jacopo Grassi, debbo la ( 120 ) seguente descrizione), nonché presso il eh. socio av\r. Avignone: STATVTI CIVILI ET CRIMINALI DELL’ISOLA DI CORSICA. Indi il VEXILLYM GENVAE (') E sotto: IN GENOVA, Appresso Antonio Bellone, MDLXXI. La facciata dopo il verso bianco del frontispizio contiene una breve dedica: all’ illvstrissimo et ECCELLENTISSIMO SIGNOR DVCE ILLVSTRISS. SIG. GOVERNATORI ET PROCVRATORI DELL’ ECCELSA REPVBLICA DI GENOVA. La pagina seguente ha il decreto di pubblicazione, in data del 7 Dicembre i 57i , sottoscritto dal cancelliere Gio. Agostino De JFranchi. 11 resto del volume ha: di Statuti civili facciate 57, 6 di Statuti criminali facciate 66, numerate separatamente. (1) v. Tavola V, a pag. 72. ( 121 ) Segue la Tavola dei capitoli (57 civili, 80 criminali), che si contiene in altre facciate 7 non numerate. Vengono appresso i Registri, quindi la ripetizione delle surriferite indicazioni tipografiche; e finalmente la silografia di S. Giorgio (1). La forma del volume sarebbe a misura di 4.°, ma è acconciato a fogli di 12 facciate, in bel carattere romano; iniziali a disegno. Segnature: A-E iij nella prima parte, ed A-F iiij nella seconda (2). 15 71. Nella Durazziana, nella Fransoniana e nella R. Universitaria: COMPENDIO D’ANTONIO DORIA DELLE COSE DI SVA NOTITIA ET MEMORIA OCCORSE AL MONDO NEL TEMPO DELL’ IMPERATORE CARLO QVINTO In fine: IJS Genova, Appresso Antonio Bellone M D LXX1. In 4.°, di pag. 141, carattere corsivo. A pag. 4 dice: * Mosso dal zelo della verità, scriverò succintamente le cose ecc. E delle qualità, et attioni di quel grand’ huomo (Carlo V), a parte de quali mi sono ritrovato presente, persuadendomi che altri le scriveranno più compitamente, e mi contento darla (’) V. Tavola VI, a pag. 72. (2) V. le Addizioni, sotto il 1573, pag. 129. x/ ( 122 ) . . Pìesente> acciocché se alcuno vorrà contradire e lo metta in ?prìan ■ ’ „ . 50 10 non ne darò ragione, sia tenuto I’ av- passionato o male informato. P quale Cailo \ cosi a pag. 4M termina l’elogio : così congionte in lui la severità, e la Humanità che P ' questa pa/eva a suoi creali fratello, e per quella era da nulo, et havuto in grandissima riverenza. De ' a Unante questa edizione m’ é fatta osservare da 1 eh. nonc/101^ ^ lfe esemP^ar] Pedati dalia Biblioteca Urbana, Dc è dai eh. sodi march. Massimiliano Spinola e march. mare6 d.^ta^J'eno’ * ‘Juali esemplari, di carta più sottile e con area iversa (croce entro circolo), portano nel frontispizio, . dimensi° ^ P°St°3 i,mPresa bellooiana di £ran e sione ( ), ed appresso di questa la data del luogo di stampa in carattere ChÌUd6 PG1 lultilDa pag' Ui ’ la leggenda Con Licentia de Superiori. PersonaeD]^^ar6 UD,versi*ano era ^orse dei riservati ad alt 1571. Ne,la Civico-Beriana.- LETTERA DI LORENZO PALLA' ^CINO, AD ANTONIO PALLA' VICINO IN SARAGOZA. SOPRA LA VITTORIA DI DON GIOVAN’ D’ AVSTRIA. Id 4-°> di pag. 46 (,) V- Tavo,a 'X, a pag. i15m $ *( 123 ) In fine : Da Genova li XXII. di Novembre MDLXXXI Senza noie tipografiche; ma il Soprani (*) dice che « si stima stampata in Genova ». Non ne trovo cenno altrove. 15 71. Dal Soprani, (2) : Constitutioni del Vescovato d'Aleria, publicate nella Sinodo Diocesana dal Reverendiss. Monsig Alessandro Saoli Vescovo d’Aleria l’anno 1571. del mese d’Aprile. In Genova, appresso Antonio Belloni, 1571 C). In 4.° H572. Nella Durazziana (4), nella Fransoniana, nella Civico-Be-riana (5) e nell’Urbana (6). EXCELLENTISS. TIBERII DECIANI IVRISC. VTINENSIS, ET IN GIMNASIO PATAVINO 1VRIS CIVILIS IN PRIMA SEDE MATVTINA ORDINARIA INTERPRETIS Responsum pro Illustriss. Republica Genuen (’) Li Scrittori ecc., pag. 198. (a) Op. cit., pag. 13. (3) V. sotto l’anno 1578. (4) Catal., p. 55. (5j Sotto il nome di Deciani. (°) Sotto Responsum ctc. ( m j Impresa belloniana di grandi proporzioni, già sopra notata ('). GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM, MDLXXII. In fol., carattere tondo, di pag. MI. 15 72. Nelle stesse : EXCELLENTISS. IOANNIS CEPHALI IVRISC. FERRARIENSIS, AC IN CELEBERRIMO PATAVINO GINNASIO AD PRIMAM VESPERTINAM CATHEDRAM ORDINARII IVRIS CIVILIS INTERPRETIS Responsum Pro Illustriss. Reputolica Genuen Stessa impresa; e indicazioni tipografiche come sopra. In fol., di pag. 32. ( ) V. Tavola IX, a pag, us. ( m ) 1572. Nelle stesse: QVINQVE RESPONSA A IACOBO MENOCHIO IYRISCONSYLTO ET IVRIS PONTIFICII INTERPRETIS HOI1IS MATVTINIS IN CELEBERRIMO GYMNASIO PATAVINO.' IN GRATIAM EXCELSAE REIPVBLICAE GENVEN. ADVERSVS ILLVSTREM COMITEM SCIPIONEM FLISCVM REDDITA. Indicazioni ecc., come sopra. In fol., di pag. 144 (*). 1572. Nelle stesse: SAGRI COLLEGII EXCELLENITSS. I. V. DOCTORVM CIVITATIS PADVE Responsum Pro Illustriss. Republica Genuen. Nel resto come sopra. In fol., di pag. 31. (V) Di tutti questi giureconsolti io non trovo memoria nella Storia scientifico-letteraria dello Studio di Padova del cav. Francesco Maria Colle; Padova, 1824-5; i voi. in-4.° ( 12G ) 1572. Nelle stesse: EXCELLENTISSIMI IOANNIS NERVII IVRISC. ARGENTINENS1S AC SACRI IMPERII COMITIS PALATINI Responsum pro Illustrissima Republica Genuensium. Stesse note come nelle antecedenti. In fol., di pag. 30. 1572. _ . neir Urbana e Nella R.-Universitaria, nella Civico-Bei ian nella Durazziana: MARCI ANTONII MONTIFLORII DE PVGNA NAVALI CVRSVLARIA COMMENTARI VM. Impresa belloniana come sopra (*)• GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM, M D lxxii. nip 39- iniz'a^ In 4.°, di bel carattere tondo, di carte numera a disegno. (’) V. Tavola IX, a pag. 115. Dedica: ( 127 ) ILLVSTRISS AG EXCELL. DVCI REIPVB. GENVEN. LANOTO LVMELINO Hieronymus Lumellinus Venerosus. Del quale Girolamo Lomellino ricorda pure alcuni scritti il il Giustiniani (*); e fra essi due opere mediche pubblicate in Ferrara e Venezia, non che un altra lettera la quale sarà da me riferita sotto il 4 582. Il Lomellini, nella dedica accennata, dice essergli pervenuto detto Commentario, in cui ha udito doctissimos homines non minus ordinem rerum, atque veritatem commendare, quam verborum elegantiam, atque splendorem admirari. A carte 3 si ha poi la Prefazione dell’Autore, in carattere corsivo, allo stesso Doge. Lo Spolorno, dietro il Soprani, lo dice della Spezia; ma Agostino Falconi (2) più propriamente, coll’ Oldoini ed il Lamorati, lo afferma di Valerano, o?e appunto sono ancora i Montefiori. Fatto vescovo di Nebbio nel 4578, mori lo stesso anno. Il Soprani scrive inoltre che il Montefiori « tra gli storici . . . (del suo secolo) non si non si vidde superato da alcuno » ; *rna lo Spotorno (3) osserva che « il suo stile è mollo lontano dell’eleganza del Foglietta e del Bonfadio; e nel palesare le cagioni delle cose, dipinge gli uomini quali avrebber dovuto essere, non quali eran veramente » ; ed egualmente il sentenzia « più vivace che limato verseggiatore ». (’) Op. cit., pag. 456, col. 1. (*) Fasti Liguri-, 1868. (3) Stor. Letter., III. 85; IV. 116. Nella R. Universitaria: AD REFORMATIONES ROTAE, ET STATVTA GENVAE, APPENDIX AEDITA, ANNO MDLXXII. a Poscia il VEXILLVM GENVAE ( )• E quindi : Genuae Apud Antonium Bellon MDLXXII. In-4.° piccolo. Segn. Aii — Bii; del qual ultimo però sono stampate solo due carte. . ^overnaiori Nel decreto del 7 Marzo, anno stesso, il Doge, 1 e Procuratori della Repubblica dichiarano di Aoleie i ìites Ccì^~ obviare caliditati et aslutiis eorum, CIU1 sas in longum protrahere student, etc. 4573. Nella R. Universitaria e nella Fransoniana : CRIMINALIVM IVRIVM CIVITATIS GENVENSIS LIBRI DVO Cum additione plurium Decretorum Et Privilegio. (’) V. Tavola V, a pag. 72. ( 129 ) Indi VEXILLVM GENVAE (’) In fol. Segue la dedica già altrove notata (2), e appresso la stessa Privilegii Summa. II testo, dello stesso carattere dell’ antecedente, é qui di pagine numerate 420, e termina con un decreto degli 8’Agosto 1562. Seguono 6 pagine d’ìndice; e l’ultima del terno L è fregiata dell’arma belloniana (3). L’esemplare universitario ha note manoscritte, e pur ms. un decreto del 25 Ottobre 1576, per cui é risolta la questione vertente inter curiam criminalem pntem Civitatis et Curiam Volturi super formatione processuum in illis casibus qui sunt reservati. 1573. Presso il eh. socio avv. Avignone: ADDITIONE PATTA ALLI STATVTf DI CORSICA. Un quaderno, per formato, carta e caratteri eguale agli Statuti dell’isola stessa, già descritti sotto il 1574. Segnatura G, in continuazione della Fiiij con cui si terminano gli Sta- (’) V. Tavola V, a pag. 72. (*\ V. sotto il 1557, settembre, a pag. 98. (») V. Tavola IX, a pag. 115. 9 / ( >30 ) tuti medesimi. È privo di qualsiasi indicazione tipografica; ma, per le circostanze accennate, non lascia dubbio essere uscito dall’officina di Antonio Belloni. Contiene alcuni ordinamenti in data 21 Gennaio 1573 relativi al sindacato cui dovranno essere sottoposti lutti i pubblici ufficiali di Corsica allo spirare del tempo assegnato alla loro carica; e la tariffa delle mercedi dovute a’giusdicenti, cancellieri, ecc., in data del 20 Febbraio successivo. 1573. Nella R. Universitaria, nella Fransoniana c nella Duiaz-ziana : DIALOGO NEL Q VALE SI RAGIONA DE’ CAMBI ET ALTRI CONTRATTI DI MERCI: E parimente delle Fere di Ciamberi e di Trento; Ad informatione di tutti coloro, die trattandone desiderano di saper il proprio di tal materia. CON LICENTIA ET PRIVILEGIO. Arma belloniana (1); e sotto : IN GENOVA Appresso Christoforo Bellone, F. A-MDLXXIII. ( 131 ) Segue una dedica di Cristoforo Zabata : AL MOLTO MAGNIFICO SIG. AGOSTINO GRIMALDO. Indi un altra dell’Autore all’ ILLVSTRE, ET REVERENDISS. MONSIG. CIPRIANO PALLAVIC1NO ARCIVESCOVO DI GENOVA DIGNISSIMO. Il quale Autore, dichiara avere scritto il suo libro a servigio dei confessori. In 4.°, di pag. 54. Il Dialogo è in carattere corsivo. 1573. Nella Civico-Beriana: NUOVA SCELTA DI RIME DI DIVERSI BEGLI INGEGNI ; Frà le quali ne sono molte del Tansillo non più per l’adietro impresse, e pur’ hora date in luce. AL NOBILISS. SIGNOR Gio. Maria Spinola « ( 152 ) ndi una piccola e nuova impresa ilol tipografo ('), S0n0 cui ; IN GENOVA Appresso Cliristofforo Bellone, F. A MDLXXIII. 12. , carattere corsivo, iniziali a disegno, di pag. 295« «rea numerale, più altre 7 di Tavola. La dedica è di Cristoforo Zabata, il qua/e dice al sullodato Signore intendere eh’ egli cose di Poesia, come della Musica, prende molto trattenimento, e diletto. In calco a urie fra esse rime (2) vedesi una spada nuda j n SerPe attorcig/iato e impugnalo da braccio nudo, e toro >ppresso, la quale rappresentazione ci verrà pure veduta, » maggiori proporzioni, in altre edizioni che non recan nome l Curzio Gonzaga, C. Z. L, Fabio Orerò, Francesco Coppetta, Gaspara Stampa, G. B. Festa, G. B. Venturini, Ut li- ’ ^,0 ^ ^,0‘ Francesco Fabri, Gio. Paolo . m’ Gir°Iamo Molino, Girolamo Ruscelli, Giulio Ver- Tmcii MfC0^° Bonfu(,i°> hwpo’ Sellaio, un Incerto, Luigi Anrinr °’ ] rc,AD,on,'°Montefiore, M. C. M., M. P. C. (*), Matteo Nicolò degli Angioli, Plinio Tomacello, Pietro (') V. Tavola X. • 9 ** *«. 595. ' ) Cioè : Messer Paolo fui™ o I,aneo> come notammo a pag. n7. -■ * i ' « * v> ■ '4'-* « ' » * - ; . - TAVOLA X. . A c IMPRESA DI MARCANTONIO E CRISTOFORO BELLONE. ( 135 ) Marzo, Salomone Usque, Scipione di Castro, Scipione Metelli e Silvio Pontevico. Di Nicolò degli Angeli da Montelupone, testé nominato, è da vedere quanto, sulla scorta del Crescimbeni, riferisce il Mazzucchelli (‘); il quale cita « un Dialogo, cui troviamo conservarsi manoscritto nella Libreria Regia di Parigi, segnato del n.° '10439, con questo titolo: Dialogo dell’Accademico Sforzato Niccolò degli Angeli sopra le vaghezze di Genova. » 1575. Nella Civico-Beriana (”2): FRANC1SCI IMPERIALIS ORATIONVM DE DIE NATALI IESV CHRISTI l Regis, Deiq; Nostri LIBER YNYS Impresa belloniana (3); e sotto: GENVAE, Apud Marcum Antonium Bellonum. MDLXXV. Cum Licentia Superiorum. In 4.°, di carte 34 non numerale. Segnature: A — I. o Op. cit., voi. I, par. II, pag. 738 c scg. . (*) Catalogo dei Mss. (3) V. Tavola Vili, a pag. 101. * (' \U ) M^Ti-iLT*seconda si ,e?ge’in carallere (ondo'Ia ILL VSTBISSI M O, ATQ; ab omnibus summè colendo, venerandoq; S. R. E. Cardinali IOANNI MORONO, Episcopo Ostien. et ad Rempui). Genuen. Legato de Latere. Indi al retto di carte 3 la prima di dette Orazioni, cui ne succedono tre altre /ino ai retto di carte 33; e sono tutte in carattere corsivo. Nel tergo poi delia medesima carta 33 VErrata. L’altra è bianca. 1 Giustiniani (J) cita un esemplare di tali Orazioni come -•stente nella Biblioteca Vaticana. 1575. U Lasor 0 registra: *°Str Spmola■ Racconti de’Tumulti civili se- • m Genova; Genova, 1575. Jj Qjusj- . attribuisce ^‘ce l>er° che a questo patrizio invece «• si teca Vatica ° ^ISt°na lnan(*critta, che si trova nella Biblio- sequìti in r ’ C0Q Molo: Racconto de’ Tumulti civili y ln Genova nel ■ , pure veduta « 6 so^lunSe cJ]e ta?e scrittura fu Gio. Pietro Spinola, già residente prudente, O Op. e,, pag 4()3 ' ) Universus term,. ~ ^ Op. ci, J)a„ 3, m rbls’ clc-i ‘oc. ci, ’ J do, col. 2. ( 155 ) e splendidissimo della Repubblica in Roma, per quanto mi è slato riferito dagli Ufficiali della medesima Libraria ». •1575. Il Soprani (') rammenta la seguente edizione: Rime diverse in lingua Zeneixe, de nuoevo stampò, e misse in luxe. In \%.° 1575. Lo stesso Autore poi, non che l'Oldoini (2) e lo Spotorno (3), hanno quest’altra nota: Discorsi di Marc’Antonio Saoli qm. Francisci, Protonotario Apostolico, circa il modo d’ aggiustare le differenze che nel 1575 inquietavano la genovese cittadinanza. Del suddetto Marc’ Antonio lo stesso Soprani pubblica inol- ■ tre, in fine del citalo suo Catalogo (4), il Ristretto della. Vita (5), capitatogli alle mani, e forse ricavato « dalla scielta e numerosa Libraria » del di lui « bisnipote di fratello; il più caro Padrone (egli dice) ch’io riversica in Genova ». (1) Pag. 226. (5J Pag: 415. (3) Slor. Letter., III. *90. («) Op. cit., pag. 207. (G) Sono 15 pagine. ( '36 ) (575. «a R. Universitaria è la seguenle : ' COPJA D’ VJVA lettera. DE CITTA- dmi Genovesi che sono al Finale, al popolo DI GENOVA. Con ]a Risposta MDLXXV. In 4-.°, di .carte 13. vednfp m!Sla iWme ^ (^ue aDtecedenfi edizioni sono sprov-nel dubh' ^ ^ D°te t,I)0^ra^c^ej ond’io ne fo cenno solo anzi del B II ^ P°*San° essere genovesi. V ultima parrebbe cuore °nij 3 ^,Q^,carne dal segno altrove notato del 1575. /j\ pò rrj- In relazione a quanto fu precedentemente notato ( mentiamo che di quest’anno dall'officina di Giacomo Parto in Pavia si pubblicarono : (') V. a pag. 63. .( 157 ) Le Leggi et Riforme della Eccelsa Republica di Genova, fatte da Dodici Prestantissimi Cittadini di quella, l’anno M.D.XXVIII. In 4.°, di.carte 32, oltre uua di dedica del Bartoli « al Molto Magnifico Signor Ballista Bava »; in data di Pavia 20 Agosto -1575, ed un’altra di Tavola iri fine. Affidati in ispecie all’ Oldoini , noi portammo dapprima opinione che queste Leggi fossero state per avventura divulgate colle stampe Fanno medesimo di loro compilazione; ma non possiamo dissimulare di esserci dovuti ricredere più tardi. Il Bonfadio, parlando di esse Leggi ('), dice infatti che novarum institutionum liber publicis in monumentis a scribis custoditur ... si quis cognoscere voluerit, ex eo petat licebit. Dunque se ancora del 1545 (chè di tale tempo cominciò appunto il Bonfadio a scrivere i suoi Annali) chi voleva pigliare cognizione delle Leggi suddette, dovea recarsi a consultarne il codice serbato nel pubblico Archivio, egli è evidente che non erano state per anco fatte di pubblica ragione. Si aggiunga che il Bartoli stesso, nella dedica sum-mentovata, dichiara di avere eseguita l’edizione sopra « un libriciuolo scritto a mano ». (’j V. Annalium Genucnsium, Lib. I, pag. 72; Broscia, Pianta, 1759. ( Iò8 ) 1576. "* «■ „ Ci,iMni: leges novae reipvblicae genven. LEGA ns sVAIMI PONTIFICIS, In rr CAESAm> & «MS CATHOLICI, UOS Per BemPublicam collata fuerat auctoritas, conditae, ET GE*rVAE DIE XVII. MARTII Quindi il MDLXXVL PVBLICA™. VEXILLVM GENVAE (’). E sotto: gejsva.e a -Ducalem r ’ 'PU<^ -^arcuni Antonium Bellonum, Typ°sr*phum. Ì576 Cum Privilegio. ATei tergo del fm r • •• •' tere epigrafìa . D ISPIZI° ® inditta, nel solito stile e carat- librorurn et a ‘ V,°^on ^ Privilegio la poena amissionis fossero le (]eile °^um centum. Ciò per altro non impedi che dal O3 An{onijS. PU^‘cate ^0 stesso anno a Milano in b.° Universitaria ’ U e^lz'one es‘sto pure in questa li. carte numerate 4.7'^ ^ ^ ^ carattere tondo, e di • ) V. Tavola V -■ „■> r; u DQnr Pag. 72. ( 130 ) Al retto della carta 46 è la correzione di venlinove errori. L Indice è seguito da una carta non numerata, nel cui dritto si ha: SERI ES CIIARTARVM cioè il registro; indi è l’arma belloniana ('). Succedono 6 pagine di D ECL ARATIONES inserite pure nell’ edizione milanese , ove però manca il Proemio; e dette Dichiarazioni terminano in quest’ullima stampa colla seguente : In Gap. LV1II. De electione Magistratuum; laddove la genovese ha di più : ALIA E DECLARATIONES FA-ctae eodem anno die 2. Iulji. E sono in numero di dieci. NelP esemplare della R. Universitaria si vedono poi aggiunte altre pagine mss. fino alla .44:*, dal 4 Settembre 1576 al 31 Maggio 4616. (1j V. Tavola IX ; a pag. 115. \ ( lio ) ■1576. NelU fi' lnirersil*™ e nella Cirico-Bemm.- Ragionamenti varii DI l°^enzo capelloni, yOPRA ESSEMPII: CON * ACCIDENTI MISTI, SECHITI ET OCCORSI, hON MAI VEDUTI IN LVCE. AL SERENISSIMO SIGNOR DVCA DI SAVOIA. ,ndÌ 10 Siemmi ^ sabaudo; e sotto: ■ Con Privilegi] A IN GENOVA, sso Marc’ Antonio Bellone. MDLXXVI. io fìDe fa,, ^,Ca ^ ^ulore al Duca Emanuele Filiberto, De Mia quale la data : Lai mio jPorì domìnio del r ^ ^ Bus®eto, Territorio di Nove, MBjlxxv enovese, li VIII. di Giugno, l'Anno / In ^-0 piccolo - carpito™ V °Pera termiL cor*"0 minuto, ma nitido loniana prù snn ^ & ^^ove ® piccola arma bel-iJru sopra notata (l). O V. Tavola X a °rno’ °P- c‘t, III\ 83_| ^uesI° scnttorc vedasi ciò clic lia lo Spo ( 141 ) Seguono 18 pagine non numerale d’indici; indi quattro altre con tre sonetti: l’uno di Bernardo Ferrari al Duca di Savoia; l’altro di Scipione Metelli, ed il terzo di Cristoforo Zabata, ai lettori. Nell’ ultima poi il tipografo dà avviso di 22 errori corsi nella stampa, oltre di osservisi posti alcuni ponti fermi, che non vi cadevono. Quest’opera, meritamente lodala, ebbe un’altra impressione in 8.° a Milano, nel 1623. 1576, 9 Novembre. Nell1 Archivio Governativo ('): Grida a stampa, in materia monetaria, la quale comincia: Considerando h dua illustrissimi collegi, et Magnifico Vffjcio di Monete . . . , che per le variationi, et torsi dissegni di alcune Zecche, talvolta si spendono et trafficano Monete, così d’Oro, come d’Argento, di manco valore del giusto prezzo; ecc. A pie’ di pagina: MDLXXVI. die 9 Novemb. Publicatum fuit retro praesenti Proclama, etc. In Genova, appresso Marc’Antonio Bellone. 1576 Carattere tondo; iniziale a disegno assai rozzo ed imperfettamente impresso. (1) Gride ili Monete: Fogliamo dal 1533 al 1643; num. 7. r 1576. Sotto quest’anno pone l'Oldoini l’edizione (forse la prima) dell’ opera seguente del Boato Alessandro Salili. 1578. Nella R. Universitaria: INSTRVTTIONE COMPENDIOSA ET BREVE Raccolta per lo Reverendis». Mons'0 Alessandro Sauli "V esco\ o d’Aleria. Per quelli, che baceranno da esse) e 01 dinnt et ammessi ad udire le confessioni nella sua Diocesi. Di novo ristampata, et aggiuntoci molte utilissime, et necessarie al confessore come dimostra la sequente pagina. Con Licentia de’ Superiori- IN GENOVA Appresso Marc’Antonio Bellone» M. D. LXXVIII In 4.°, di carte numerate 86, con alcune piccolo ispregevoli silografie; carattere tondo ; iniziali a disegno. Al tergo del frontispizio la enumerazione delle aggiunte esso accennate. ( 143 ) Da carte 5 a 30 una Pastorale del Beato, al clero della sua Diocesi. Nel retto di car. 87 : Licentie dell’ Inquisitori sopra il Santo Officio dell’Inquisitione di Genova, et di Milano. A tergo l’impresa belloniana ('). 1578. Nella Civico-Beriana : SACRAMENTORVM • LIBELLVS SECVNDVM R OMAN AM EGGI.ESIAM, IVSSV ILLVSTRIS. ET REVER. D. D. Cypiìiam Pallavicini ARCHIEPISCOPI GENVENSIS AD VSVM ET VTILITATEM totius Cleri civitatis, et dioecesis Genuensis tniper editus. Una silografia rappresentante la Purificazione della Beata Vergine. GENVAE Apud Marcum Antonium Bellonum, M. D. LXXVIII. A tergo, circondato da cornice silografìca: (1) V. Tavola IX, a pag. 115. ( IU ) P R ES lì I TE R I avgvstini • gvatelli. In 4. , di pagine numerate 113, curatiore tondo, con canto etmo, intestazioni in rosso, iniziali a disegno, e silografie dei 'ani sacramenti. \i é inoltre ripetutamente impressa ritingine el cuore, che già incontrammo in più edizioni belloni,me, ed in altre per ciò appunto sospettate come tali. ■lors. Dal Giustinhini (l)} secondo la nota mandatagli da monsignor Cailo Fabrizio Giustiniani successore del Centurione: Constitutioni del Vescovato di Ma'riana, et Accia Pubblicate nella Sinodo Diocesana del JReverendis-simo Monsignor Giovan Battista Centurione l'anno 5/6 , il mese d’ Ottobre. In Genova , appresso Marc’Antonio Bellone, 4578. 1578. II Graesse (-) cita di Nicola Monardes: Herba tabaco d’india Genova, 1578. Traduzione italica. In 8.° (1) 0p. cil., pag. 321, col 2, e srg. (*) Trésor, otc., voi. IV, pag. 573,*col. 1. TAVOLA XI. IMPRESA E STEMMA DI ANTONIO ROCCATAGLIATA LE,,fi VOKTJ • • •. jvo vacc< -Lt*- HTK SECOSOA. li--: v.-.'t . ' iì•:»!!.ifii.i ( rjo ina-ntf fi • -a I- ni • 5*« i • ■ ■■■■ ■" !' : T ■ ' • v - • ■ ■ : ■ h}.! fii [' , -1 a.r er i .r-i-,- : . ; he /< Cr^i io / hata •j rr l*!'mri:-vo €;if. ■ avvedv ■ ( 145 ) 1579. Nella R. Universitaria, nella Fransoniana , e presso 1' avv. Avignone : SCELTA DJ RIME DI DIVERSI ECCELLENTI POETI di nuovo raccolte PAKTE SECONDA. Indi una impresa anonima ( non incontrala finora in alcuna delle qui registrate edizioni ), che produciamo alla Tavola XI; e sotto : IN GENOVA M. D. LXXIX. In 16.°, di pag. 391; carattere corsivo. La dedica è- di Cristoforo Zabata: AL MOLTO MAG. ET GENEROSO SIGNOR GIOVANNI Durazzo, Sig\ mio oss. Del quale esalta specialmente il Padre, che, fatto Doge (4), nel maggior bisogno, et in quel tempo che questa Repub. a guisa di Nave cobattuta nel procelloso Mare delle civili discordie, fu vicina a sommergersi, . . . come b~è avveduto Nocchiero, con la sua modestia, et patienza.....fuori dì ogni credenza humana, (mercè del suo Uè retto governo) la ridusse in Porto. (’) Giacomo Durazzo-Grimaldi tenne il Dogato dal <573 al 1575. io ( 146 ) Voltosi quindi a’ lettori, annunzia che essendo Torquato Tasso (per quanto si dice) per sinistro accidente e con suo gran dolore, stato privato della sua Gerusalemme liberala, egli ha voluto (e questo sia con gran gratia sua) porre nel fine della presente operetta, un Cato della sudetta historia, (venutomi per buona sorte alle mani) acciocché possino coloro c’hanno desiderio di vederla, appagarsi per hora di questo picciol saggio. Ed é il canto del Concilio infernale. La prima edizione della Gerusalemme notata dal Gamba è la veneta del 1580; ed a questa ne seguitano tre altre del 1581, tutte (a quanto pare) carpite all’Autore; onde bene a ragione la nostra Città può andar superba di avere consolata quell'Anima grande e più grandemente sventurata, facendogli giustizia in cosa di tanto momento. Questa raccolta, oltre alcune poesie d’incerti, ne ha dei se- -guenti : Angelo Ingegneri, Annibai Caro, Ampegli Chiavari, Accursio Baldi, Bartolo Sirillo, Bernardo Tasso, Bartolomeo Bossi, Bernardo Ferrari, Bernardino Castelletti ('), Belisario Bol-ganni, Cornelio Magnani, Contedi Camerano, Alessandro Spinola detto il Capitano, Cosimo Rucellai, C: Z., Diomede Borghesi, Francesco Ippoliti, Francesco Tolomei, Francesco Coppetta, Giovanni Della Casa, Giuliano Gosellini, Giacomo Bonfadio, G. B. Robio, Gio. Francesco Spannocchi, Gio. Francesco Ru-tiliario, Giulio Bidelli, Giovanni Ferretti, Gio. Francesco Fabri, Giacomo Sellaio, Gio. Paolo Ubaldini, Giulio Sivori, G. B. Strozzi, Girolamo Amelonghi, G. B. Nobile, Girolamo De Franchi-Conestagio, Gio. Maria Volgicapo, Gio. Antonio Ma- (’) Fu costui eziandio raccoglitore d’epigrafi e d’altre antichità, per cui si trova spesso ricordato dal nostro Federico Federici. TAVOLA XII. IMPRESA PROBABILE DI CRISTOFORO BELLONE. __ ( 147 ) zahti, Lione Sommi, Lodovico Ruggieri, Luigi Tansillo, Lazzaro-Serrava He, Maffeo Veniero, Malteo Androvandi, Materiale Intronalo, Nicolò degli Angioli, Olimpio Giraldi, Perotto Caparro, S. R. (Saivago Raffaele?), Silvio Pontevico, Sperone Speroni, Torquato Tasso, Virginio Turacini. 15 70. Nella R. Universitaria, nella Fransoniana, e presso i eh. sodi march. Staglieno ed avv. Avignone.- GLI ELOGI DI M. OBERTO FOGLIETTA. DEGLI HVOMINI CHIARI DELLA LIGVRIA; Tradotti da Lorenzo Conti A L U IL L VSTIÌE S. FILIPPO Spinola del s. Amlomogio. Indi l'impresa già notata sotto il 1573, ina di proporzioni assai maggior! (■) ; la quale potrebbe attribuirsi al torinese Cristoforo Bellone. Il loro allato alla spada parrebbe volerlo in certa guisa significare. IN GENOVA M. D. LXXIX. In 8.° di carte numerate 133, carattere corsivo, che pare semtM? C°mraSSegna,° da'CUOre «ià volte os- Da carte 2 a 5 retto, leggesi la dedica del Traduttore (in (*) Pag. 132. (*) V. Tavola XII. ( 148 ) carattere tondo), che dice aver intrapresa l’opera, confortatovi nella sua villa di Carignano da un nobile giovane de’ Spinoli, amico suo di molti anni. A tergo un Sonetto di S. R., già sopra notato. A carte 4 un avviso ai lettori, di Cristoforo Zabata; il quale dice aver inteso dal Mag. Conti . . . che egli . . . hà rimessi nella pre-. sente sita traduttione tutti quei cittadini Genovesi i quali furono dall’autore ne' primi Elogi stampati in Roma del 73. Segue un’ottava in lode dell’opera contiana, intitolata: dell’ ill.mo card, bobba trasportati dal S. R. Al tergo della carta 133.un Sonetto del precitato Zabata. Indi due carte di Tavola; ed al retto della seguente gli Errori di stampa. Finalmente il Registro. '1579. Riferisce il Soprani (1), che « Vincenzo Dartonna ... facile nel rimare in lingua genovese, nella quale si dilettò di tradurre il primo Canto d’ Orlando Furioso (2) . . . , scrisse ancora con gratia alcune rime toscane, intitolate : Rime di Vincenzo Dartonna non più vedute, et bora nuovamente date in luce. In Genova, 1579. In \%° (’) Op. cit., pag. 276. (2) Leggesi fra le Bime diverse in lingua genovese (p. 133-162) edite il 1588,_co’ tipi del Bartoli, in Pavia da Cristoforo Zabata, e da quest’ultimo intitolate a Gio. Pietro Crollanza, cui vedremo pur dedicati gli Elogi del Foglietta. * ( 149 ) 1580. 1656. Nella R. Universitaria: LETTERA DEL SIGNOR BARTOLOMEO PASCHETTI SCRITTA AL CLAR1SS. S1G. POLO LOREDANO A VINEGIA ■ Nella quale si ragiona della Peste di Genova, de gli ordini tenuti in quella, et delle varie opinioni intorno all’ origine di essa. DEDICATA ALL’ ILLVSTRISS. ET EGGELLENTISS. SIG. GIO. BATTISTA RAGGIO. IN GENOVA, 1580. E novamente ristampato nella Stamperia di Benedetto Guasco, 1656. Con licenza de’ Superiori. In 4.°, di pag. 20; carattere tondo. La lettera reca la data di Genova, 20 Giugno 1580. 1580. Lo Spotorno (*) scrive che « Cipriano Pallavicini, arcivescovo di Genova, fe’ comporre dal P. Mariano da Genova (') 0p. cil., III. 161. ( 150 ) cappuccino un Ristretto della dottrina cristiana, pubblicalo in essa città colle stampe del Belloni nel 1580 ». La quale o-pera, nella Bibliotheca . . . Capucinonm del P. Dionisio da Genova, è intitolata: Doctrina Christiana pro Pueris et Idiotis in Fide instruendis. 1580. Dal Giustiniani (') : Constitutiones et Decreta condita in Diaecesana Synodo Lunen. Sarzanen, sub Illustrissimo et Reverendissimo D: Benedicto Lomellino, Miseratione divina S. R. E. Tit. S. Sabinae Presbytero Cardinali Lunen. et Sarzanen. Episcopo et Comite. Genuae, apud Antonium Bellonum, 1580. In 4.° im. Presso il eh. avv. Gaetano Avignone: DVBB1 MORALI ET naturali divisi in due libri con le solutioni a ciascun dubbio accomodate. NE QVALl SI RENDE LA RAGIONE di molle cose, che ciascuno è sommamente vago cl’ intendere e di sapere. RACCOLTI DA DIVERSI Antichi e Moderni Scrittori. PER BARTOLOMEO Paschetti. (’) Op. cit., pag. I39, col \. i TAVOLA XIII. SECONDA IMPRESA D’ANTONIO ROCCATAGLIATA. <;i m & ■ ■ ■ ■ .i,- ( 1»1 ) Impresa col motto : MINC. QVOQVE. HOC. AVSP1CE. GEMMAE ('). Ed appresso : In Genova M.D.LXXXI. [n 8° piccolo, carattere corsivo, di carie numerate (Dubbi mondi) e 66 (Dubbi naturali). Al tergo della pag. 49, verso la fine: Libro de Problcmali Pi DI. Antonio Zimara all’ Illustris. S. Giovani Caslriola Duca di Fcrrandina E sono in numero di lxxvii. I suddetti Dubbi dedica poi il Paschetti AL MOLTO MAGNIFICO Sig. Gio. Pietro Crollalanza. Il quale egli afferma da tutti lodato, come gentilissimo, et honoratissimo per ogni verso, et tale finalmente, che in questa Città non ha, chi di lealtà, di cortesia, di liberalità et Magnificentia lo trapassi, pochi, che gli vegano appresso, havendo . . in tutte le attioni sue per scorta la virtù, per fine 1’honesto. Prosegue, dicendo di sé medesimo essere ben ragione, che in quella Città, nella quale ho ricevuto tanti favori, et tante cortesie da diversi Gè-tilissimi et Honoratissimi amici, in quella dico, lasci alcuna memoria del desiderio ch’io ho sempre ha- vuto di giovare agli animi virtuosi, che in essa dimorano. Chiude la bella edizione una Tavola alfabetica di 4 carte non numerate, in carattere tondo. C) V. lo Tavola XIII. ( 152 ) '1581. Dal Vernazza (‘): Marc’Antonio Bellone si reca quest’anno da Genova a Torino, passando per Carmagnola, ov’ ha stamperia in Società con Giacomo Novarese. (Ottobre). Fa pubblicare in Torino agli eredi Bevilacqua le Eroidì di Ovidio ecc., dedicandole ad Antonio da Roccatagliata Segretario della Repubblica di Genova, da lui detto Moccenas optime ; e lo affida di aspettarsi in posterum , si vires suppetant , majora. Altre edizioni del Bellone colla data di Carmagnola, sono del pari citate dal Vernazza medesimo, e recano gli anni 4585 e '1586. Credo infine utile di soggiungere, avendone qui 1’ occasione, quanto leggesi nel Vanasco (2), il quale nota che « il Magnifico Antonio Roccatagliata ha obbligo di scrivere gli Annali della Repubblica. Fu eletto dal Serenissimo Senato a’ 2 di Ottobre 4581, in luogo del Magnifico e Reverendo Oberto Foglietta ». 4581. Nota il Soprani (3), che « Ampeglio Chiavari, Dottor di Leggi e dicitor di ben regolata eloquenza, pronunciò nella Sala del Regio Palazzo: « Oratione nella Coronatione del Serenissimo Nicolò Doria Duce della Republica di Genova. In Genova, 1581. « In 4.° ». (’) Op. cit., pag. 21 e seg. ["-) Decretorum eie. Illustrissimor. Dominorum in Palatio Residentium', MS. della Civico-Beriana , car. 32. (5) Li Scrittori ecc., pag. 17. ( 1S3 ) 1582, r Aprile. Dal sullodato Vernazza (*) ; IJoccardi Cesare, figlio di Cristoforo Boccardo genovese fa dedica a Carlo Spinola, altro dei Governatori della Benub-bJica di Genova, delle p Epistole et evangelii ohe si leggono tutto l'anno alla messa. • Questo libro fu stampato in Torino da Francesco Lorenzini ed è ornato di finissimi intagli in legno Nella dedica succitata il Boccardi afferma poi di avere il governo del maneggio del negotio della «,»„ de libri di Turino di questa molto illustre oomplgufa* 1582. Nella. R. Universitaria: discorsi historici vnivebsali DI COSIMO BARTOLI GENTIL’ 11VOMO ET ACCADEMICO Fiorentino. ALL’ ILL. s. Gl V LI O P A L LA VI GIN 0. Indi l’impresa già notata col motto.- HINC. QVOQVE. HOC. AUSPICE. CEMMAE (3). C) Pag-. 49. (’) V. Tavola XI, a pag. 145, ( \U ) E sotto : IN GENOVA M. D. L XXX II. In 4.°, di pag. numerate 350; carattere corsivo. Nella dedica, della quale manca nell’esemplare della R. Universitaria la carta ove dee cadere la soscrizione (ma che è probabilmente del suddetto Zabata (*) il cui noine si legge a pie’ d’ un mediocre sonetto, dopo la Tavola dei Discorsi), meritano osservazione le seguenti parole : E vostra propria una certa laudabile curiosità di andar sempre investigando le memorie de gli antichi, et un desiderio particolare di giovare agli amatori delle lettere; di che fa ampia fede il vedere, che voi in mezo alle delitie de1 vostri paterni Palazzi, tenete per maggior di tutti gli altri ornamenti, una bella copia di libri infiniti, che con molta diligenza ramato havete : et la stima che fate di tutte le persone studiose. 1582. Nella stessa: ENCHIRIDION DIVINAE SCOLASTICAEQ; THEOLOGIAE, IN DVAS PARTES DISTRIBVTVM , SPECVLATIVAM ET PRATICAM. Ab admodum Reverendo Pat. Frat Angelo Dclpas Provinciali reformatorum Tarraconensis Pro. Ordinis S. Fran. reg obser. aedi tum. C) Assai di frequente abbiamo noi di già incontrato questo Zabata, come editore di opere altrui. Diverse dediche da lui fatte a nobili cittadini genovesi stanno del pari in fronte ad alcune stampe del Bartoli di Pavia. » ( 155 ) Indi l’imprèsa anzidetta ('); ed appresso: De licentia Superiorum, tam inquisitionis quam ordinis. GENVAE. M. D. LXXXII. In 4.°, di pag. numerate 106; carattere tondo. jn fine due pagine non numerate di Errata. 1 582. Nella stessa, e presso il eh. avv. Avignone: DELLA SCELTA DI ULVE Di diversi Eccellenti A ultori Di nuovo data in luce, PARTE PRIMA. Segue l’impresa della Tavola XIII (2);'e sotto: IN GENOVA M.D.LXXXII. In 12.'°; carattere corsivo, di pag. numerale 362. Dedica di Cristoforo Zabata a Bernardo Castelletti, cui dice: Voi ancora vi solete pigliar spesso diporto di gire spatiando per lo dilettevole prato della Poesia, nel quale gite anco raccogliendo fiori che poscia aiutati dalla felicità dell'intelletto vostro producono fruiti degnissimi, con non poca vostra lode et maraviglia di molti. Ed appresso: Arricchito delle scièze . . . vi mostrate altrui merraviglioso, essendo nc ragionamenti vostri universale in tutte quelle belle parti che possono compiutamele honorare ogni spirito gentile. (') V. Tav XF., a pag. !4o. (2j Pag. 151. ( 156 ) Gli autori sono: Annibai Caro, Aurelio Orsi, Agostino Centurione, Bernardo Ferrari, il Benalio, Bernardo Capello,.Curzio Gonzaga, Cesare Maddalena, Alessandro Spinola (il Capitano), Cristoforo Zabata, Francesco Ritiliari, Francesco Cor-petta, Fabio Orerò, Giulio Nuvoloni, Girolamo Quirino, Giacomo Sellaio, Gio. Paolp Ubaldini, Giuliano Gosellini, Giulio Vertunno, G. B. N. (Nobile), Gabriello Percivalle, Gio. Francesco Fabri, G. B.JFesta, G. B. Venturini, G. B. ^Valdet, Girolamo Molino, Giulio Guastavini, Lodovico Corsini, Luigi Tansillo, Matteo Androvandi, Marc’Antonio Montefiori, Marco Giovardi, Nicolò degli Angeli, Olimpio Bonaguidi (*), Perotto Ca-purro, Pietro Contestabile, Pietro Marzo, Plinio Tomacello, P. F. M., Salomone Usquc, Scipione di Castro, Silvio Pontevico, Scipione Metelli, ed un Incerto. 4 582. Nella R. Universitaria e nell’Urbana: LA DILETTEVOLE HISTORIA DI HELIODORQ NELLA QVALE OLTRE DIVERSI Compassionevoli avvenimenti di due Amanti si contengono vari accidenti d’ Amore. Con la tavola di tutte le cose notabili. ALE ILL VSTRE SIGf. Giulio Pallavicino. (') È detto genovese dal Mazzucchelli (voi. II, par. IV, p. 2312). ( 157 ) Impresa già notata ('), col motto : hinc. qvoqve. hoc. avspice. gemmae. E sotto: IN GENOVA. M. D. LXXX11. In 8.° piccolo, di pagine numerale 398 (err. invece di 399), carattere corsivo. Nella dedica, che é di Cristoforo Zabata, quest’ ultimo afferma di tale opera che la medesima fu non più d’ una sola volta impressa . . . hoggidì quasi del tutto estinta. Ed infatti T avea già pubblicata in Venezia nel 1556 il Giolito; la cui edizione serbasi del pari in questa Universitaria. Il Graesse però la dice anche riprodotta in Venezia il 4559 e il 4 560. Nel retto dell'ultima carta si legge: IL FINE DELLA ETIIJOPICA DI HELIODORQ Tradotta dalla lingua Greca nella. Toscana da messer Leonardo Ghini. ‘ Del quale Leonardo Ghini, che fu da Cortona, io non vedo poi registrata che la traduzione dell’Vili delVEneide, accennata dallo Zeno nelle note al Fontanini. Altre edizioni dell’opera anzidetta registra l’Argelati (2); non però la genovese, la quale fu seguita da altre fino a quest’ultima nostra età. (’) V. Tavola XIII, a pag. 4M. (’) Biblioteca dei volgarizzatori: art. Eliodoro. ( 158 ) ■1583. Nella R. Universitaria e nella Civico-Beriana : LE BELLEZZE DI GENOVA, DIALOGO del S. Bartolomeo Paschetti NEL QVALE SI RAGIONA DEL sito della Città, degli huomini Illustri antichi e moderni, et delle Donne similmente, con altre cose notabili. Di nuovo dato in luce. All’ Illustre Sig. Nicolò Pallavicino. Impresa già notata, della spada ecc. ('). IN GENOVA M.D.LXXXIII. La Dedica è sottoscritta da Cristoforo Zabata. In 8.° piccolo , di pagine numerate 95; carattere corsivo. 1583. Nella Civico-Beriana: DISCORSI DI M. PELEGRO DE GRIMALDI ROBBIO, NEJ QVALl SI RAGIONA COM-piutamente, di quanto far debbono i tìentil-huomini ne’ servigi de’ lor Signori, per acquistarsi la gratia loro. Al Molto Magnifico Signor Marco Centurione. (') V. Tavola XII, a pag. 147. ( *59 ) Impresa già riferita alla Tavola XI (<). /iV GENOVA. M. D. LXXXUl. In 8.° piccolo, di pagine 328 in corsivo. Dedica : ALLA MOLTO MAGNIFICA SIGNORA MIA OSSERVANDISSIMA LA SIGNORA PORTI A Vacca Rivarola. Dove altro Pellegro Robbio le afferma che 1’ Autore fu fratei di mio avo, e della madre del sisr TWirf padre di V. S. ^avia 1583. Nella Civico-Beriana : RELATIONE DI QVANTO L S \ CCESSO TRA. L’ ARMATA DI SVA MAESTA CATH0L. ET DON ANTONIO nell’ isola della Tercera. dal giorno che arrivò, che fu li 23. di Luglio sin’ adì 27. del detto’ Mese 1585. In 4.°, di pagine 4; carattere corsivo. A pie dell ultima di esse pagine: IN GENOVA. M.D.LXXXIII. (’) Pag. 4 45. ( 160 ) 1584 , 9 Aprile. In un codice del nostro Archivio Governativo, intitolato Decreta pro Excellentissimis Residentibus in Tiegàli Palatio ('), sotto questa data si legge: De caetero Praefectus stampae in praesenti Civitate non possit quicquam imprimi facere, aut permittere , nisi obtenta licentia a Serenissimo Duce et Illustrissimis Senatoribus pro tempore residentibus in Palatio sub poena arbitraria Suis Serenissimis Dominationibus. Per Serenissima Collegia al calculos 1584, 22 Giugno. Nell’Archivio Governativo (2): CRIDA SOPRA LA PROHIBITIONE DI MONETE FORESTIERE. CONOSCENDO il Molto Magnifico Ufficio della Moneta della Serenissima Repubblica di Genova, che non ostante le prohibitioni delle monete forestiere .... non mancano persone . . . che ne introducono, et ne spedono; ecc In zecca il di XXII di Giugno MDLXXXIIII. Nella Cancelleria del Nobile Gabriello Pelo Can-cel. del detto Prestantiss. Ufficio. Il testo della Grida è sormontalo dallo stemma della Repubblica, assunto l’anno 4580, nell’occasione in cui dall’impe-radore Rodolfo II ebbe titolo di Serenissima (3). (*) Car. 21. (’) Gride di Monete-. Fogliano dal 1533 al 1G43, num. 8. I5) V. Tavola XIV. a l.'i . - , ... ’*• |. ■ k ■ -jj ■ ' r : : • C'i ■ - -- ---- TAVOLA XIV. STEMMA DELLA SERENISSIMA REPVBBLICA DI GENOVA. ( 1G1 ) Carattere tondo, piuttosto grosso, e nitidissimo. L’iniziale G è a disegno; e rappresenta la favola di Caco nell’ atto che fura ad Ercole uno de’ suoi bovi. 1584. Nella Civico-Beriana: COJVSTITVTIONES EDITAE A LVGA FLISCO COMITE LAVANIAE EPISCOPO ALBINGANENSI In Dioecesana Synodo, CELEBRATA ALB1NGANAE Cai. Decembris M.D.LXXXIII. Arma vescovile, sotto cui : GENVAE, MDLXXXIIII Cum licentia Superiorum. In 8.°, di carte 103, carattere tondo, maiuscole a disegno. A carte 2 retto : IERONYMI DE PVTEO SPEDTENSIS I. V. D. Episcopi Albinganensis Vicarij generalis . . . exasticon. Cui fanno seguito altri componimenti di diversi. In fine dell’opera: Andreas Basciadonne Not pubi, collegiatus Ge- • nuensis, et praefati M. Illustris et Rever. D. Episcopi Cancell. Seguono il Registro e 1’ Indice. Ignoto allo Spotorno. ti i ( «02 ) \ 584. Nella R. Universitaria, nella Durazziana, e presso gli egregi avv. Avignone ed Ageno: DIANENSIVM CONVENTIONES CVM GENVENSIBVS CONTRACTE, IMMVNITATES. t PRIVILEGIA, AG ALIA PVBLICA monumenta typis exeusa in lucem prodeunt. Stemma della Comunità di Diano, circondato da ricca cornice , sotto cui : Genvaè , Anno 1584. Cum licentia Superiorum. In 4.°, di pag. num. 98 (err. 97); carattere corsivo. Segnature: A-N. Precede, in bel tondo, un Proemio di quasi quattro pagine di Balthasar. Conradus 1. C. et Dianensium Orator; il quale dice che Baptista Carentic, Jacobo Confredo, et Hieronymo Parrisola Consilii Diani Praefectis, qui vulgo deputati nuncupantur, et LomDardino Ugo Syndico, haec omnia impressa sunt. Nel resto della quarta pagina: BERNARDI NOYARII ECCLESIAE D. PANCRATIJ RECTORIS Et Protonotarij Apostolici Decastichon. Cui segue un Distico del medesimo Autore. Indi, nel retto della pagina successiva, un’incisione in rame, ( 163 ) cavata da antico marmo , che rappresenta un combattimento navale; c sotto la quale si legge: Pisarum classis nostris victoria lacta, DIANI cuius causa fuere viri (’). Il tergo è bianco. Finalmente alla prima carta numerata comincia il testo di dette Convenzioni, le quali hanno principio da un atlo del 7 Novembre \ 383 , e terminano con un istrumento del 31 Marzo 1571. Al tergo della carta 97 comincia l'Indice, e si continua per altre 9 non numerate. A due terzi dell'ultima è VErrata (2). \ 584. Nella R. Universitaria, nella Civico-Beriana e nella Durazziana: PARADOSSI DELLA PESTILENZA DI SILVESTRO F AGIO nobile Genovese Impresa già, riferita alla Tavola XI (3). In Genova , M D. LXXXIIII Con licenza de’ Superiori. (') Nel '1177 la Comunità di Diano aveva armata a proprie spese una galea, la quale unitasi alla flotta genovese, con essa valorosamente combatteva I’ armata di Pisa nel porto di tale città a Bocca d’Arno. Questo è appunto il fatto che il citato bassorilievo ricorda, e che vedeasi muralo nell’esterna parete del palazzo del Podestà (V. Dizionario Storico-Geografico, MS. della Civico-Beriana ; articolo Diano). (!) L’originale di queste Convenzioni si ha in un codice membranaceo del nostro Archivio Governativo. (s) Pag. 145. ( !()/<- ) In 8.° piccolo, ili pag. num. 280; carattere corsiva, iniziali a disegno. In fine : Stampata in Genova, 1’ anno 1584 Sono questi Paradossi dedicati dall’Antore ALL’ ILLVSTRISS ET ECCELLENTISS SIGNOR PRINCIPE GIOVAN’ ANDREA DORIA . GENERALE DEL Mare per lo Serenis. Re Catolico etc. Gli dice che da vive ragioni e palpabili esperienze invitato a non intimarla forestiera (la peste), ma partorita dalla malvagità dell’ aria, ha composto questo dialogo in una settimana affine di proporre a’ Principi altre armi à fatto contrarie, di minor spesa, e di maggior frutto.. per benefìcio dell’ Immana Republica. Indi si ha un copioso Indice alfabetico. Il Dialogo comincia alla pag. \, ed é cosi intitolato: L’ILL’ SIG. STEFANO MARI ET I MAG. GIVSEPPE Ratto e Silvestro Facio Medici. Facile e abbastanza pulito me ne pare lo stile. Ignoto allo Spotorno. ( 165 ) 1584. Nella R- Universitaria, nella Durazziana e presso il eh. sig. march. Staglieno: 3L.EG-C3-I NVOVE DELLA REP VELICA DI GENOVA, CON LE DIGHIARATIONI, e glonte, riposte à. suoi luoghi. VLT1M AMENTE RISTAMPATE insieme col testo latino. CON PRIVILEGIO. Impresa già riferita alla Tavola XIII (*); sotto cui : In Genova, 1’Anno 1584 In 8.°, di pag. num. 214, più altre 10; carattere tondo. Nella dedica ALL’ILLVSTR- SIGNOR MIO OSSERVANDISSIMO IL SIGNOR AGOSTINO D’ oria <ìel fù Sig. Giacobo * il dedicante Gabriello Pelo dice di queste leggi : E perchè il governo della nostra (Repubblica) non è inferiore à quello dell’ altre, si può necessariamente còchiudere, che le nostre leggi dello stato non siano Jnferiori à quelle di qual si vogli’ altro, et in conseguenza non men degne di tutto quel-V honore, che ad altre si possa fare. Perciò havendo io ritrovato (') Pag. 151. ( 166 ) che si ristampavano, et erano per uscir fuori senza che portassero seco il nome di alcuno, dirò protettore, mi risolsi mosso dalle sudette ragioni, e per quell' autorità, che mi par bavere nel maneggio della stamparla, di trattenerle, et indirizzarle alla Sig. V. lllustr. A pag. 176 comincia un lungo elenco di pubblici officiali, cioè: de’ membri del Consiglio de’ Quattrocento, di quelli del Minore Consiglio, e di quei clic furono posti nel Seminario. Indi si ha una copiosa Tavola alfabetica delle cose notevoli, la quale abbraccia altre 16 pagine. Il suddetto Gabriello è Io stesso che il Cancelliere sottoscritto alla Grida monetaria da noi riferita alla pag. ICO. E di lui riparleremo a luogo meglio opportuno. Qui intanto vogliamo notare come la Tavola XIII sopra accennala, nonché la Tavola XI e le altre che riferiremo ai numeri XVII e XVIII rappresentino altrettante variazioni di un solo stemma ed impresa, che sarebbe della famiglia Roccatagliata. Ma il perchè poi di queste imprese nelle nostre edizioni ci studieremo chiarirlo con altre cose nella Conclusione alle presenti Notizie. i58k Il Soprani (') registra la seguente * di « Giulio Guastavino Dottor Medico irteomparabile, et esattissimo Anatomista »: Oratione al Senato, e popolo Genovese nell’entrata in Magistrato de’ cinq; Illustrissimi, et Eccellentissimi Signori il primo giorno di Luglio. In Genova, 15S4. In 4.° {') Op. cit., png. 179. ( 167 ) 1584. 1585. Nella R. Universitaria: DISCORSI DI M. PELEGRO DE GRIMALDI ROBBIO, NE’ QVALI SI RAGIONA COil- » piutamente, di quanto far debbono ì Gentil-huomini ne’ servigi de’ lor Signori, per acquistarsi la gratia loro. Al Molto Magnifico Signor Marco Centurione. Impresa come alla Tavola XI (*). IN GENO VA M. D. LXXXV. In 8.° di pag. 334, bel corsivo. In fine : Stampata in Genova. Con Licenza, de’ Superiori. 1584. È questa la 3.a edizione (2). La dedica è la stessa del 1583. Questo esemplare ha note marginali mss. (') V. a pag. 1i5. (s) V. a pag. 78 c li)8. ( 168 ) 1585. Nella R. Universitaria, nella Fransoniana, nella Duraz-ziana, ecc. : V B E R T I FOLI ET A E PATRICII # GENVENSIS Historiae Genuensis Libri XII. AD IO. ANDRE AM AVRIAM MELPHIAE PRINCIPEM, CLASSISQ; PUIIJPPI SECVNDI CATIIOLICI REGIS CVM SVMMO IMPERIO PRAEFECTVM. CVM PRIVILEGIO. Impresa coll’idra lernea (') ed il motto: VIRESCIT VVLNERE VIRTVS. E sotto : GENVAE, Apud Hieronymum Bartolum, MDLXXXV. DVGE REIPVBLIGAE GENVENSIS SERENISSIMO HIERONYMO CLAVARO (') V. Tavola XV. ~ ~ TAVOLA XV. IMPRESA DI GIROLAMO BARTOLI ( 109 ) In foglio, eli carte numerale 314, bel corsivo, iniziali a disegno, e fregi diversi. Succede al frontispizio il ritratto dell’Autore in mezzo a ricca cornice, con decorazioni architettoniche, avente a destra la figura di Giano ed a sinistra quella di Nettuno in atto di incoronarlo d’alloro; sopra Pimagine di san Giorgio che ferisce il drago, e sotto il panorama di Genova. Indi, nelle tre pagine successive: PAVLI FOLIETAE IN VBERTI FUATRIS Historiam Genuensium Praefatio. Nella quale esso Paolo accenna in questi termini ad altre due opere di molta Iena, cui P Autore aveva eziandio posta in ano: Verno in spem fore aliquando,\ut altera pars historiae universalis, ac simul Ecclesiastica integra maximis Uberti vigiliis conscripta, e tenebris in lucem emergat, qui enim labores, et voluntatem Folietae gentis Summis Principibus gratam esse intelliget, privata sua sive utilitate, sive jucunditate postposita, illa credo diutius non supprimet. Vengono appresso altre quattro pagine, a due colonne, di versi latini dei seguenti, cioè : Angeli lustiniani Episcopi Genuensis — Alberici Cybo S. R. I. et Massae Principis — Alexandri Ara-gonkae, Appiani, Plumbini D. Dess. — Ansaldi Grimaldi Marchionis Modonij — Vincentii de Furnariis t— Lucae De Furnariis — Alexandri lustiniani — Ambrosii De Nigro — Laurentii Conti — Hieronymi lustiniani — Antonii Roccataliatae — Pauli Aemili ( 170 ) Flisci — Thomae Baldi Abbatis Sancti Matthaei — Rev. P. Francisci Adurnij — R. D. Nicolai^De Au-ria — R. P. Laurentii Bianchi — P. Io. Baptistae Nardi — Octavii Boerii — Io. Francisci Jj-ottucci — Iulii Guasta vinii — Iuliani Costae — Petri Conte-stabilis — Ioannis Lucae Clavari — Bartholomaei Mancini Politiani — Philodoxi Guastavinii — Cae-sarisj^ortes — Petri Boselli Ayellensis — Ioannis Costae — Nicolai Spinulae. Segue 1'Indice di 16 pagine non numerate. È noto che il Foglietta scrisse queste sue Storie per ordine pubblico ; tuttavia non dispiacerà l1 averne il documento, che io debbo alla sempre corlese amicizia del eh. Desimoni (*). 1576, 2 Januarij Illustrissimus D. Dux et Illustres DD. Gubernatores Excell. Reipublicae Genuensis, scientes salarium lib. 850 alias assignatum nobili Matheo Gentili (2) tunc cancelario et secretano cum onere scribendi Annalia, pro ut in decreto, deberi Officio Gan-cellariae et Secretariae et etiam Scriptori Annalium, et quod, licet Cancellarii et Secretarii Officium Can-cellariae et Secretariae exerceant, non tamen est aliquis huc usque electus ad Scribenda Annalia, elegerunt R. Obertum Folietam in Scriptorem Historiarum et Annalium Reipublicae, cum medietate salarii ; et reliquam medietatem declaraverunt deberi cancellariis et secretariis. Ad calculos. (5) Archivio Governativo (Segreto): Coti. 129 intitolato: Leggi dallo 28 al 1600; car. 47. (J) Cioè Matteo Senarega, la cui famiglia era stata aggregata all’Albergo Gentile. Il Scnarega fu poi Doge dal 1 .^>95 al 1597. ( 171 ; 1585. Nella R. Universitaria: THOMAE AB ARGENTINA, EREMITARYM DIVI AVGVSTINI 3PRIORIS GENERALIS. COMMENTARIA IN IIH LIBROS SENTENTIARVM: Ilac postrema editione, a quamplurimis mendis vindicata ET S VAIAI A CVIìA, MVLTIS REBVS IN SVVAI LOCVAI repositis; Tabula Alphabetica copiosiore Articulorum indice, Nec non Theologorum citationibus additis, ad studiosorum gratiam in recentem formam restituta: VNA CVAI AVCTORIS VITA. AD PERILLVSTREM VIRVM IVLIVM PALLAVICINVM PATRICIVM GENVENSEM Impresa bartoliana coll' idra e motto sopra notati (*). GENVAE. Apud Antonium Orerium, MDLXXXV In foglio, bel carattere tondo minuto, di pagine numerate 210 e 225. (') V. Tavola XV, a pag. j(>8. ( 172 ) Come P impresa così i tipi sono evidentemente del Bartoli. L’ Orerò, che nella Prefazione si qualifica bibliopola, era forse socio al medesimo nella Stamperia; oppure anche il Bartoli, per esclusivo conto di lui eseguì la presente nonché la successiva e più altre edizioni che a brevi intervalli ci avverrà d’incontrare. Questa inoltre e la precedente del Foglietta partili poi che segnino un progresso notevolissimo nell’ arte tipografica genovese. Non priva d1 utilità infine per la storia di quest’arte medesima è la dedica (1.° Maggio) dell’Orerò predetto, il quale e discorre degli offici del tipografo, e lamenta che typi, qui ante quasi virtutum praeceptores laudabantur, et doctrinae magistri: modo plerumque veluti errorum satellites improbentur, et vitiorum ministri. Quare eorum librorum, qui passim imprimuntur, alij propter locorum contagionem,, non admittuntur suspecti: alij propter pestem scelerum, quibus doctrinam omnem polluunt perfidi, esterminantur etiam admissi: alii contra ultro procul accersuntur, sed accorsiti propter multarum rerum offensiones, leguntur cum stomacho, et nausea. Al suo Mecenate inoltre dà lode di due cose: una . . . integritatis et vitae : altera doctrinae et ingenii: utraque certe tui gèneris et seminis propria. In ultimo gli regala un’etimologia molto lusinghiera del cognome di sua famiglia: Pallavicina . . . nominata, id est Pallas vincens omnia (*). (') Anche Paolo Foglietta lodò Placidia Pallavicino con somigliante bisticcio; ed ha un sonetto (V. Rime diverse in lingua genovese ; Torino, 1 G l 2; p. 10) che comincia : Se a Pallade vesinna ve trovè E con Giunon sei sempre in compagnia. TAVOLA XVI SECONDA IMPRESA DI GIROLAMO BARTOLI ! - ' ( 173 ) 1585. Nella stessa: CENTO ^.^.oioisr^nvrEKrTi SOPRA .LA PASSIONE DI.NOSTRO SIGNORE Fatti in Milano dal R. P. F. Francesco Panigarola Min. Osser. PER COMMISSIONE, ET ALLA PRESENZA DI MONS. ILL.MO BORROMEO CARD. DI S. PRASSEDE • AL MOLTO ILL. SIG. IL S. NICOLÒ PALLAVICINO FV DEL SIGNOR AGOSTINO. Impresa bartoliana di proporzioni minori della già veduta (*). IN GENOVA , Appresso Antonio Orerò, 1585. In 4.°, carattere corsivo, di carte numerate 232. La dedica è dello stesso Orerò Libraro, che ricorda i grandissimi obblighi che tiene alla illustrissima casa Pallavicina. Seguono molte altre pagine non numerate di Tavola, ecc. In fine é una bella silografia di Gesù deposto, e collocalo da due angioli nel sepolcro. Sotto si. legge : IN GENO VA. Con licenza de’ Superiori. (’) V. Tavola XVI. \ ( 17* ) ■1585. Nella stessa: DELL' VNIONE DEL REGNO DI PORTOGALLO Alla Corona di Gastiglia ISTORIA DEL SIG. IERONIMO DE FRANCHI GONESTAGGIO GENTI LHVOMO GENOVESE. Piccola impresa bartoliana (*) ; e sotto : IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli, 1585. In 4.°, di carte numerate 264; carattere corsivo. In fine : Con licenza de’ Superiori. È dedicata dall’ Autore al Doge e Governatori della Repubblica di Genova, ai quali dice : Sendo l’istoria il vero maestro di quest’arte (di governare), non mi pare che si affatichi indarno colui, che à benefìtio della patria prende a scriver i fatti delle altre genti, acciò che la Republica alle altrui spese possa imparare a conservarsi et à medicare le intrinseche corruzioni. (') V. Tavola XVI, a pag. 173. ( Ì7U ) Seguita notando di avere eziandio investigata (la verità) con somma diligenza, e senza rispetto di coloro che troppo sensitivi fra mille lodi, non vogliono udir uno de lor difetti, percio che questi non deono sapere, che non potendo arrivar la imperfettion humana a posseder la virtù, pure sono meno credibili anzi sospettose di bugia quelle lodi, che son dette senza mescolanza di riprensione. Sensi certo degnissimi di libero cittadino. Succedono \3 pagine non numerate d’indice alfabetico ed una di errori corretti, che sono ventisei, né tutti gravi. Non taceremo come l’opera in discorso, che é molto curiosa e ricercata ad onta delle diverse edizioni e traduzioni che se ne fecero, venga comunemente attribuita a Don Giovanni di Silva conte di Porto Allegro, clic accompagnò in Africa il re Don Sebastiano , in qualità d’ Ambasciatore di Spagna. In tal caso il Conestaggio sarebbesi vestito delle penne altrui; ma vedasi ciò che il benemerito Spotorno (*) dottamente ne scrisse, rivendicando con vigorosi argomenti quella opera al nostro concitaddino. Odasi inoltre Giusto Lipsio (2), il quale cosi ragiona in certa sua lettera a Paolo Moneglia : Italia vestra plura ingenia ab omni aevo dedit et aluit : fac ut tuum inter ea censeatur, et Ligures quoque vestri veniant in hanc famam. Habes inter tuos qui eminuerunt aut eminent ; atque inter eos Scriptorem Ilistorie Lusitanicae mihi prudentem et probum. (’) Stor. Letter., voi. III, p. 205-209. (’) Ap. Soprani, Li Scrittori ecc., p. HO. ( 170 ) 1585. Nella stessa: VBERTI FOLIETAE DE SACRO FOEDERE IN SELIMVM LIBRI QVATTVOR EIVSDEM VARI A E expeditiones in Africam. Eiusde Obsidio Melitae. GENVAE MDLXXXV De licentia Superiorum. Il frontispizio è circondato da una decorazione architettonica; nella cui base due putti sorreggono un picciolo stemma ove è rappresentata esattamente l’impresa da noi prodotta alla Tavola XIII (*). In 4.°, di pagine 326; carattere tondo. In capo al volume se ne hanno poi altre 6 non numerate con dedica, in carattere corsivo, di Paolo Foglietta AD PHILIPPVM REGEM MAXIMYM e tre epigrammi latini, in carattere tondo, d’Ambrogio Di Negro, Doge della Repubblica, Alessandro Giustiniani e Pompeo Arnolfini (2). (’) Pag. 151. (*) Era costui un gentiluomo lucchese, segretario a’ servigi del Principe Giovanni Andrea D’Oria I. ( 177 ) A pag- 326 ERRATA quae corrigenda maxime visa sunt. Seguono in fine del volume altre 15 pagine, del pari non numerate, ed in carattere corsivo, nelle quali si contiene Vindice delle cose. \585. \586. Nella stessa e nell’Urbana: SO ILE EUNTIS REPETITIO 1. quoties. G. de rei ved. PER HIERONYMVM MARRILIANVM I. V. D. AG PATRICIVM GENVEN. EDITA. LEGVM, ET PRAXIS, STVDIOSIS VTIL1SS1MA. Impresa bartoliana, come alla Tavola XVI (!). GENVAE, A pud Hieronymum Bartolum, 1585. In 4.°, di carte numerate 44; bel tondo. V’è una dedica dell1 Autore a Cassano Bernisone, cavaliere gerosolimitano, la cui famiglia • % antichissima . . • con un continuato corso di più di cinque-ceto anni, è sempre stata nobilissima e principalissima nella famosa Città d‘ A Ibenga ; (l) Pag. 173. 12 « ( m ) ed il cui bisavolo . . . già CL. anni sono . . . essendo venuto ad habitare in questa Città (di Genova) no solo fù , come huomo principale, volentieri ricevuto; ma anco i più stimati cittadini e di maggior fortuna (come erano e sono i Dorij e gli Spi-nuli) hebbero caro di apparentarsi seco. Abbraccia quattro pagine non numerate, di carattere corsivo come le due seguenti, ove in lode del Marriliano si hanno versi di Gaspare Muzio, Agostino Calanis, Pasquale Sauli. In fine: INDEX LOCVPLETISSIMVS di pag. 17 non numerate; e quindi l’annotazione. DE LICENTIA SVPERIORVM. Non lo trovo nello Spotorno. Al Giustiniani poi rimase ignota la presente edizione, come rilevasi dalle frasi onde cita la lettera dedicatoria d’un suo libro legale (del Marriliano), che sarà facilmente uno de suddetti (*) a Cassano Bernisone. Ma in compenso ha memoria di una seconda dell’anno appresso: Repetitio ad. L. Quoties. C de rei vend. Auct. Glariss. I. C D Hieronymo Marriliano . . . Hac nova editione ab auctore mendis, quibus librariorum incuria scatebat, expurgata, plurimisque in locis locupletata, precipue autem circa intelligentiam extraor- (’) Repetitio etc., oppure l’altra intitolata: Decisiones aureae et peregrinae, stampate a Francofone il 1582 od in Pavia da! Viano il 1595. V. Giustiniani, p. 445; Soprani, p. 118. Emtrambi chiamano il nostro autore: Murliani. 4 (-f'9 ) dinariae auctoritatis quam Qenuenses Brach Reg'ium vocant; nonnulla scita quidem àlgnTTt ad praxirri valde utilia traduntur, ubi vero et contra quos Rota criminalis ilIa tuto uti possit et deboat breviter et docte extenditur. Subi£itarque non minus miserabilis cma™ ™ , . J01LUIClue gui praeteritis annis Genuae contwT^1^3 CaSUS’ centes viri iudicum culpa laqueo suspensi fuerT°' Genuae, apud Hieronymum Bartolum 1580 In 4.° Lo stesso Giustiniani ricorda pare altre edizioni deir opera medesima colia daia di Pavia, per Andrea v,a„0 P°' rh r.nlnma \ 598 e 1585. 1613. Nola il Fetis (*), che i primi libri dei Madrigali di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, furono pubblicati in parti separale a Genova nel 1585. Simone Molinari, maestro di Cappella della nostra Cattedrale , diede poi nel secolo successivo un' edizione completa di essi Madrigali, con questo titolo : Partitura delli sei libri de’Madrigali a cinque voci dell’Illustrissimo et Eccellentissimo Principe di Venosa, D. Carlo Gesualdo. In Genova, appresso Giuseppe Pavoni, 1615. In fol., di carte 246. 0) Biograpliie Universelle des musicièns; Bruxelles, 1837; voi. IV, p. 3,8_,,9 ( 180 ) * 1586. Nella R. Universitaria e nella Durazziana: DECRETA PROVINCIALIS SYNODI GENVENSIS Praesidente in ea R.mo D. Cypriano Palla vicino Gemiensis Ecclesiae Archiepiscopo. Iterum impressa mandante li.mo I). Antonio Saulio Genuae Archiepiscopo. Piccola impresa bartoliana (*). GENVAE, Apud Hieronymum Bartolum, 1586. Permissu DD. Superiorum. In 4.°, bel .corsivo, di carte numerate 34. La dedica all’arcivescovo Antonio Sauli é fatta da un prete Lorenzo Bianco, da lui incaricato dell’edizione ne huiusmodi librorum inopia, optima praecepta ignorata desinant a plerisque servari. Segue la lettera pastorale dell’ arcivescovo Cipriano Pallavicino Reverendiss. Provinciae suae Episcopis. V. Tavola XVI, pag. 173. ( 181 ) Notevoli sono lo disposizioni cl.e leggonsi nel capitolo De processionibus, ove si dice: Absint etiam repraesentationes, aliaque omnia, quae processiones possent retardare, vel hominum mentes a pietatis studiis ad illecebras, quibus aures, et oculi capiuntur, avocare . . . , nui ab Ordinario, caussa plene cognita, licentia in scriptis sit obtenta. A carte 33 tergo, v' è ricordato, circa le pene, il desiderio del Concilio Tridentino, che i fedeli recti potius amore quam poenarum metu in officio conti-neantur. In fine trovasi l’approvazione di Filippo Boncompagno, Car-dinaie di San Sisto, in data, di Roma 9 Ottobre 1574 Questa R. Universitaria ha pure del suddetto Sinodo uni edizione romana del 1605. 15cS6. Nella R. Universitaria e nell’Urbana.- GLI ANNALI DI GENOVA Dall’ 1528 che ricuperò la libertà, fino al 1550. Di M. Giacomo Bonfadio. Divisi in Cinque libri. NVOVAMENTE TRADOTTI IN LINGVA Italiana, et di una tavola copiosissima accresciuti DA BARTOLOMEO PASCHETTI MEDICO ET FILOSOFO. Al Molto Illustre Signor CIO. BATTISTA PALLAVICINO. ( 182 ) Impresa bartoliana (*). IN GENOVA Appresso Girolamo Bartoli, '1586. In 4.°, bel carattere corsivo, di carte numerate 107. In fine : Con licenza de’ Superiori. La dedica è del Paschetti medesimo, in data di Genova 15 Gennaio 1586; il quale dice esser già stato richiesto di questa traduzione dal Sig. Giulio Pallavicino, e consigliato appunto dallo stesso a dedicarla al sullodato Giambattista suo stretto parente, impiegato continuamente ne i più sopremi, et ne i più importanti affari di questa Repubblica. Soggiunge che tale soggetto gli fu del pari encomiato dal Signor Matteo Senarega gentilhuomo eli quelle gravità, di quel valore, et di quella finezza di giudicio, che conosce, et prova tutta questa Republica. conchiude che se conoscerà che questa sua fatica aggradisca agl’intendenti almeno, et giudiciosi s’ingegnerà di fare, che fra qualche spacio di tempo si veggano le cose seguite del mille cinquecento cinquanta in qua, ove V auttor finisce I’ historia sua, in stile per aventura più gradito, et più, grave, essendo a suo parer il tradurre più duro, et più difficile, che il comporre; et questo per gratificar alcuni gentil-huomini amici, et benefattori suoi, et per dimostrar insieme con tutti i modi possibili la buona volontà sua verso questa Nobilissima Republica. La qual cosa non si sa poi ch’egli abbia fatta. (') V. Tavola XVI, pag. 173. ( 183 ) I o Spotorno (*) osserva che la volontà dal Paschetti manifestata « di gratificare gli amici si ravvisa troppo chiaramente nella sua stessa versione, avendo in essa intruso molte cose in lode della famiglia Cibo, che non si leggono nel testo latino • e che si trovano esattamente notate nella seconda edizione delle opere del Bonfadio, Brescia 1759 (2) ». Il Gamba descrive 1' edizione della sullodata traduzione del 1597 (3). Il Bonfadio aveva dalla nostra Repubblica affidato insieme lo incarico d'insegnare la filosofia e dello scrivere gli Annali; c ne ritraeva in complesso 1’ annuo stipendio di lire 595 (4). 1586. Nella R. Universitaria: DELLE C-A-nxrzonsri Del Sig’nor GABRIELE -CHI ABRERA LIBRO I. Al Sig'. Ambrosio Salinero. Piccola impresa bartoliana (3). IN GENOVA, Appresso Girolamo Bartoli, 1586. (’) Stor. Letler., IV, pag. 262. (3) Voi. II, p. 462 c seg. f) V. le presenti Notizie sotto di tale anno. (4) V. 1’ edizione di essi Annali, che si fa di presente dal Canepa co’tipi Ferrando, annotata dal eli. Belgrano; pag. 4. (5) V. Tavola XVI , a pag. 173. ( 184 ) In 4.°, di carte 30 non numerate ; segnature A 2 — H ; bel carattere corsivo, con fregi intagliati finamente nel legno. In fine: In Genova, Con licenza de’ Super. 1586. Nel retto dell’ultima carta undici errori occorsi. Nella dedica dice il Cliiabrera all’amico suo di voler supplire agli scrittori i quali dei cavalieri d’Italia hanno solamente delta nelle Ustorie la verità, e non hanno •adoperata la virtù della poesia à fare maravìgliose le loro attioni. I cavalieri da lui encomiati : sono Francesco Maria Della Rovere il vecchio, Alfonso I da Este, Emanuele Filiberto di Savoia, Enrico Dandolo Doge di Venezia, Giovanni de1 Medici, Antonio Colonna il vecchio, Nicola Orsino da Pitigliano, Gian-giacomo Trivulzio, Francesco Gonzaga, Bartolomeo Liviano e Francesco Sforza Duca di Milano. II Gamba dice di questa edizione bartoliana, colle altre che verremo notando agli anni 4587 e 4 588, ch’ella è « rara, originale e pregevole ». 4 586. Nella stessa : LE METEORE DI GENESIO MALFANTl. CHE BREVEMENTE contengono quanto a questa materia s’appartiene. Al Mollo Illustre Sig. il Sig. Giulio Pollammo. ( 185 ) Piccola impresa bartoliana succitata (<). In Genova, Appresso Girolamo Bart. 1586. In 8.° piccolo, di carte numerate 46; bel carattere tondo. VAutore confessa di avere scritto questo libro già anni fa .... co 7 miglior ordine, e con più chiara brevità eh’all’ hora seppi, la miglior parie, se non m’inganno, di quel, che Aristotile ne scrisse. Non'lo trovo nello Spotorno, si nelle postille di lui mss. al Soprani. Il Giustiniani (2) ha pure : Genesii Malfantii, Genuensis, Civilis Philosophiae Compendium. Genuae, apud Hieronymum Barlotnm 1586. ’ In 4.° Nonnulla Philosophiae Monumenta, teste inso Genesio in Epistola ad lectorem dicti libri. 1586. Nella stessa, nella Civico-Beriana e nella Fransoniana: CAROLI SIGONII De vita, et rebus gestis ANDREAE AVRIAE M EL P HI AE PRINCIPIS Libro duo. Ab Auctore 'postremo recogniti. (’) V. Tavola XVI, pag. 03. (’) Op. cit. , p. 270, col. 1. * ( 186 ) Impresa bartoliana (1). GENVAE Apud Hieronymum Bartolum, 1586. De licentia Superiorum. In 4.°, carattere corsivo, di carte, numerate 123. La dedica Illustrissimo Adolescenti ANDREAE AVRIAE IO. ANDREAE F. Pompeius Arnolfinus. Segue : EIVSDEM Pompeij Arnolfini in Andrene Auriae Melphitanorum Principis effigiem, Epigramma. Ed occupa il retto di una carta non numerala. 4586. Nell’Urbana: DELL’ HISTORIA DELLA CHINA DESCRITTA DAL P. M. GIO. CONZALES DI Mendozza dell’Ord. di S. Agost. nella lingua Spagnuola. Et tradotta nell’ Italiana dal Mag. M. Francesco Avanzo, cittadino originario di Venetia. PARTI DVE Si sono aggionti alcuni avisi pur della China non più stampati in questo libro. All’ Ill.mo Sig. il Sig. D. Garzia Mendozza. (’) V. Tavola XVI, a pag. -/73. ( 187 ) Piccola impresa barloliana (*). IN GENOVA , Con licenza de’ Super. APPRESSO GIROLAMO UARTOLI, 158G. In 4.°, carattere corsivo alquanto minuto, di pagine numerate 280; più indici copiosi e diverse dediche, fra le quali una del Traduttore (2): AL BEATISSIMO Padre, et Signor Nostro, PAPA SISTO QVINTO. (3) Il quale Papa, avuto in dono dall’Autore l’originale di questa Storia, disse che saria stato ben fatto tradurlo nella lingua nostra, et communicarlo all’ Italia. Questa R. Universitaria ha di tale opera l’edizione romana dello stesso anno, ed un’altra veneta del 1590. 4 586. Nella R. Universitaria (4): Cento Gasi di Conscienza raccolti dal R. P. F. Serafino Razzi, dell’ordine de'Predicatori, della Pro- (’) V. Tavola XVI , a pag. 473. (2) Egli era propriamente friulano; e viveva ancora nel 460o. V. Mazucchelli, op. cit., voi. I, par. II, p. 1224 e seg. (5J La dedica al Mendozza, figlio di quel Pietro Mendozza che fu ambasciatore cesareo presso la Repubblica di Genova, è del Bartoli. (4) Di questo libro come del seguente non posso dare la precisa disposizione del frontispizio. Entrambi testò pervennero alla R. Universitaria dalle Biblioteche de’ Conventi soppressi, e perciò sono ancora in via di essere ordinn-tamentc collocati. ( 188 ) vincia Romana, c fatti volgari . . . Ristampati con aggiunta d’alcuni casi de’ Cambij, et d’un trattato de’censi. Con licenza de’Superiori. In Genova, appresso Girolamo Bartoli, M.D.LXXXYI. Impresa bartoliana (*). In 24.°, di pagine numerate 432, carattere tondo. I Casi terminano a pag. 322, le quali tutte sono inquadrate da linee; singolarità non continuata pe’ Censi, che principiano a pag. 328, retto. La dedica è di Pietro Bartoli al Magnifico e Rev. Girolamo Bordonio da Solmonetta; del quale afferma aver udito parlare assai favorevolmente in Savona, in casa di monsig. Giambattista Centurione vescovo di questa città. 1587. Nella stessa ; Le lagrime di S. Pietro del Sig. Luigi Tansillo; di nuovo ristampate con nuova gionta delle Lagrime della Maddalena del Sig. Erasmo Valvassone ('-), et altre rime spirituali, del Molto R. D. Angelo Grillo, non più vedute, et óra nuovamente date in luce. In Genova, appresso Girolamo Bartoli, M.D.LXXXVII. Cori licenza de’ Superiori. Piccola impresa bartoliana (3). In 8.° piccolo, di carte numerate 178, carattere corsivo, eccetto la dedica, che é di Giulio Guastavino a Giovanni Costa. Dove lamenta che TAutore non abbia potuto dare a quest'opera l’ultima sua maestrevol mano. (’) V. Tavola XVI, a pag. 173. (') Secondo il Graesse parrebbe che questa Giunta comparisse invece più tardi, nell’edizione veneta del SS. E sono altre 4 9 carte numerale, di carattere tondo. (’) V. Tavola XVI , a pag. 173. (*; Id. ibid. ( 202 ) 1588. Nella R. Universitaria: HOMILI A DI PIETRO MARIA CARRANZA Arciprete di Varese FATTA AL SFO POPOLO il giorno di San Pietro, et Paolo, Nell’ Anno del MDLXXXVIII. Impresa bartoliana (*). IN GENOVA , Appresso Girolamo Bartoli, MDLXXXVIII. In 4.°, di 5 duerni e mezzo non numerati; bel tondo chiarissimo. Dedica, in carattere corsivo, dell’ Autore al Cardinale Antonio Sauli, Arcivescovo di Genova. In fine la nota di sette errori scorsi. H V. Tavola XVI, a pag. 173. ( 203 ) 1588. Nella stessa e nell’Urbana: VBERTI ZFOI-.IET.A.IE CLARORVM LIGYRYM ELOGIA AD IOANNEM ANDRE AM AVRIAM Ducem Clarissimum. Impresa bartoliana (*) : GENVAE, De licentia Superiorum. Ex Officina Hieronymi Bartoli, M.D.EXXXVIII. In 4.°; magnifica edizione, in bel carattere tondo, di pagine numerate 265. Nel tergo del frontispizio sono otto distici : VBERTI FOLIETAE AYGTORIS in lode di Genova, cui prega ad accettare . . . studium saltem testantia nostrum, . . . pietas quae tibi nostra dicat. Segue una lettera di Paolo Manuzio al Foglietta medesimo, in data di Roma 30 Novembre 1572; e succedono quattro epi- (’) V. Tavola XVI, a pag. 173. ( 204 ) grammi d’Ippolito Capilupi Vescovo di Fano, Gio. Francesco Ferrari, Antonio Ortensio e Giovanni Versosa. I quali lettera e versi (in corsivo) abbracciano 6 pagine non numerate. A pag. 262 si ha un elogio di Paolo fratello ad esso Uberto, seguito da tre epigrammi dell’Arnolfìni, dopo i quali sono: MENDA LIBRARII. Vengono finalmente 3 altre pagine non numerate, nelle quali si contiene, l’Indice dei nomi. Fra questi però non vedo quello di Francesco Maria Cibo notato dairOldoini. E neppure trovo i versi che quegli pmsit in laudem Arani Cybo, inserta in Elogiis Clarorum Ligurum, a meno che non sia velato dal pseudonimo Pandulphi Ghir-landae (*). (’) Ci è grato riportare qui una osservazione che ci vien fatta dal eh. sig. march. Marcello Staglieno su questa edizione. Nella quale, egli dice, « meno le quattro prime pagine, tutto il rimanente concorda in modo colla edizione fatta in Roma dagli Eredi del Biado nel 1573, sia ne’ caratteri, come nella carta ed errori tipografici, che si deve ritenere avere il Bartoli stampate solo le prime quattro pagine, e queste poscia sovrapposte ad esemplari degli Eredi suddetti. La prima edizione degli Elogia è pure di Roma o, de’ medesimi Eredi ; porta la data del 1572, ed offre invece notevoli differenze ». ( 205 ) 1588. Nella U. Universitaria: delle CANZONI del. s. Gabriele C HIA B R E R A LIBRO III. -AL MOLTO ILL. ET REVERENDMO Monsignor Francesco Panicarola Vescovo d’Aste Impresa bartoliana (*). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli, 1588. In 4.° Segnature A2 — D, carte \ 4 non numerate; carattere tondo nella dedica, e corsivo nel resto. Nella dedica dice il Chiabrera al sullodato Vescovo : A me pareva di commettere errore, se cantando de’ buoni, io liavessi tacciuto degli ottimi; mi sono dunque adoperato in venerare quanto ho potuto alcuni santi. E gli intitola questi versi percliè essi sieno testimonio à gli huomini presenti, e se tanto potranno ai futuri; come essendo io nato . al suo tempo (2), ho procacciato di farmi amico così C) V Tavola XVI, a pag 173. (*) 11 Panigarola, intorno a cui è da vedere 1’Ughelli (IV. 401), fu assunto al Vescovato di Asti il dì 8 Settembre 1587, od in quello morì il 31 Maggio 1594, in età di 46 anni. ( 200 ) grand’li uomo, e di conservarmelo con quello ufficio di riverenza, che per me si poteva. I Santi così lodati dal Chiabrera sono : San Francesco, Santo Stefano, San Sebastiano, Santa Maria Maddalena, e Santa Lucia. A quest’ ultima sono anzi consacrate due canzoni. 1588. Presso l’egregio avv. Avignone: LETTIONE DI GIO. ANDREA CEVA Academico Sveglialo, e Subilo. DA LVI RECITATA NELL’ACADEMIA DE’ SVEGLIATI, In Pisa li 8. dì maggio, \ 588. Nel Consolato dell’ Ecc.m0 Sig. PIETRO LVP1. Nella quale tolta occasione da un sonetto del Petrarca, con dimostrationi naturali si discorre dell’humana felicità, e de’ mezi di conseguirla. Al molt’ 111. Sig. il Sig. GIO. FRANCESCO GRIMALDI CEVA. Stemma de’ Ceva, sormontato da corona. IN GENOVA, Appresso Girolamo Bartoli, 1588 In 4.°, di pagine 28 non numerate. Segnature: A 2 — D. ( 207 ) Neir epistola dedicatoria, in carattere corsivo, 1’Autore confessa di questa sua Lezione, che venuto à Genova, e ripigliatola in mano, ne più come mia leggendola ; oltre d’ essermi stata lodata da qualche intelligente amico, sì m’ è piacciuta ; eli io mi risolsi, e per avventura con poca prudenza, farla stampare. Segue un sonetto, del pari in corsivo, dello stesso Ceva al Grimaldi ; quindi, in carattere tondo’, la Lezione. In fine si notano due errori. 4588. 11 Soprani (l) registra del già ricordato Innocenzo Ghisi (2) le seguenti pubblicazioni : Oratione della Libertà fatta al Serenissimo Senato di Genova In Genova, appresso Girolamo Bartoli, 1588. In 4.° Dialogo della Nobiltà dell’ Illustrissima Famiglia Cibò C). In Genova, appresso Gerolamo Bartoli, 1588. In 4.° 1588. Il medesimo nota inoltre (4) che Lorenzo Conti tradusse dal francese : I sei libri della Repubblica del sig. Gio. Bodino. In Genova, appresso Gerolamo Bartoli, 1588. In fol. (’) Pag. 4 94 e 282. {-) V. a pag. 4 94. (s) A questa appunto era stato aggregato 1’ Autore. («) Pag. 497. ( 208 ) 1580. / Nella Civico-Beriana e nella Durazziana : STATVTORVM CIVILIVM REIPVBLIG A E GENVENSIS NVPER REFORMATOR VM Libri Sex. CVM DVPLICI INDICE, ALTERO Rubricarum, et altero materiarum. Stemma della Repubblica (*). GENVAE AI . D . LXXXIX. APVD HIE RONYMVM BARTOLVM. In fol., carattere tondo. Dopo il frontispizio seguono 14 pagine non numerate, nelle quali si contengono, oltre alcuni decreti, 1" Indice delle rubriche e la consueta Privilegi Summa l’Errata, ed un Carme latino (in 33 esametri) di Lorenzo Bianco. (1) V. Tavola XIV, a pag. 160. TAVOLA XVII. TERZA IMPRESA D’ANTONIO ROCCATAGLIATA. ( 209 ) Saccedono gli Statuii, che abbracciano 21G pagine numerate; e viene per ultimo V Indice delle materie, che è contenuto in altre pagine 43 non numerate, e segnate: a — d2^)-Bella e grandiosa edizione. 1589. Nella R. Universitaria: SINODO DIOCESANO IDI GENOVA PRIMO FATTO NEL TEMPO dell’ Illustris, et Reverendis. Sig Card. Saoli. « Perpetuo Amministratore dell’ Arcivescovato l’ anno 1588. il primo di Settembre. Una variazione deli’ impresa e stemma Roccatagliata (2). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli, 1589-In 4.°, di pagine 50; bel carattere tondo. (’) V. pure sotto il 4 597. Il Catalogo de' libri, che si trovano vendibili appresso Pietro Paolo Pizzorno libraio in Genova (pag. 370) cita: Statuta Civilia Rcipublicac Genuensis ; fol. Genuae, 1588. Ma è certamente^ uno sbaglio. C) V. Tavola XVII. U Nella R. Universitaria e nella Civico-Beriana : dell' vnsnonsnE DEL REGNO DI PORTOGALLO Alla Corona di Castiglia. ISTORIA DEL SIG. IERONIMO DE FRANCHI GONESTAGGIO GENTILHVOMO GENOVESE. Impresa bartoliana (I). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli, 1589. In 4.°, di pagine 442, carattere tondo; già pubblicata nel 1585 (2). (*) V. Tavola XVI, a pag. 173. (5) V. a pag. 174. (211 ) 1589. Nella Civico-Beriana : PREDICA DI FRA GIROLAMO ROCCA MIN. CONVENT. Fatta da lui, al Sereniss. Senato di Genova, NELLA. CHIESA CATHEDRALE DI S. Lorenzo, la seconda Domenica dell’ Avvento, per 1’ incoronazione del novo Doge, BATTISTA NEGRONE, Sopra il Cantico di Zacaria. Benedictus Dominus Deus Israel, quia visitavit et fecit redemptionem plebis suae. ALL’ 1LLVSTRISSIMO ET IìEVERENDlSS. Signor’ e Padrone mio Colendissimo, il Signor CARDINAL PINELLO. Indi T arma di questo Cardinale (*). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli. MDLXXXIX. In 4.°, carattere tondo, di pagine 47; colla dedica di esso Rocca ed un sonetto dell’Accademico Incognito (carattere corsivo). (’) Domenico Tinelli fu creato da papa Sisto V, nel 1585, cardinale prete’ del titolo di S. Lorenzo in Palisperna. ( 212 ) 1589. Scrive lo Spotorno (*) che « Nicolò Mascardi, sarzanese, Vescovo di Brugnato, e poscia di Mariana e di Ajaccio , . . . pubblicò : a Discorsi sopra il Catechismo Romano, con dedicatoria a’ Sigg. Cardinali della Congregazione dei Vescovi. In Genova, nel 1589. « In 4.° « La qual fatica poco esattamente dal. P. Oldoini vien chiamata traduzione del Catechismo ». 11 Soprani (2) dice eh’ei « ridusse il Catechismo Romano in Discorsi ». 4589. L’ Oldoini (3) ed il Soprani (4) riferiscono del pari, che Deodato Gentile, patrizio genovese e maestro di Teologia, del Convento di Santa Maria di Castello, scrisse : Almae Urbis Mystica Descriptio. Genue, ex Typo-graphia Hieronymi Eartoli, 1589. In 4.° 4589. Il precitato Spotorno ha inoltre questa sua postilla ms. al Soprani medesimo (5). (’) Stor. Letter., voi. Ili, pag. 104. C) Pag. 217. (') Pag. 480. (4) Pag. 80. (!) Pag. 77. ( 213 ) « Clemente Noberasco di Albenga (una famiglia Nobcrasco esiste in Cisano , Valle di Albenga) entrò ne’Barnabiti, e vi professò nel 1577. Dicesi che fuggisse di Congregazione. « Scrisse : ® .Additamenta Confessionali Savonarolae. Genuae, Bartoli , 15S9 ». E ne riparla nella Storia Letteraria (*). 1589. Dal Soprani (2). Oratione del perfetto Conseglio, di Emanuel Filiberto Di Negro (3), recitata in S. Sebastiano alle MM. RR Monache di quel Monastero. In Genova, per Girolamo Bartoli, 1589. In 4.° \ 589. Dal Giustiniani (4) : Oratione di Gio Andrea Ceva .... Accademico Svegliato e Subito, da lui recitata in Genova nel Palazzo Ducale per 1’ entrata al governo di cinque Illustriss. Senatori, il dì primo di luglio 1589 Nel ducato del Seren. Sig. David Vaccà. In Genova. Appresso Grirolamo Bartoli, 1589. In 4.° • 1589. Il Mazzucchelli (5) finalmente ricorda che Vincenzo o Gian Vincenzo Boi-prato, Conte d’ Aversa, e « maestro nelle lettere (1) Voi. Ili , pag. 134. (3) Pag. *281. (3) Di costui riparliamo sotto il 1500; pag. 221-22. (4) Pag. 305. (s) Voi. Il, par. Il , p. 716 e scg. ( 214 ) latine e volgari. . . esaltalo dalle penne di diversi scrittori», pubblicò fra le altre opere sue : La Veronica, o del Sonetto, Dialogo. In Genova, per Girolamo Bartoli, 1589. In 4.° 1589. Dallo stesso (’) : Meditazione di Vincenzo Bruni (■) sopra i principali misteri della Vita, Passione e Risurrezione di Cristo Nostro Signore, e sopra le sette festività principali della B. Vergine, e sopra il Comune de’Santi, raccolte da diversi Santi Padri, e da altri divoti Autori. Parti quattro. In Genova, appresso Gerolamo Bartoli, 15S9. In 4.° 1590. Nella R. Universitaria, nell’ Urbana e nella Durazziana : LA G1ERVSALEMME LIBERATA DI TORQVATO TASSO Con le figure di Bernardo CASTELLO ; E le Annotationi di Scipio GENTILI, e di Giulio GVASTAVINI. IN GENOVA. M. D. LXXXX. C) Voi. II, par. IV, p. 2222 e sog. (’) Da Rimini. Nalo verso il 1532; modico, indi gesuita dal 1558, mori in Roma nel 1594. ( 215 ) li frontispizio presenta una bella composizione architettonica sormontata dal ritratto del Tasso fra due putti; ed il titolo surriferito leggesi entro una cartella raccomandata a nastri. Al di sotto è il panorama di Genova. In 4.°; carattere corsivo, eccetto quello delle note che è in tondo minuto; a 2 colonne. Nella dedica (pag. 3 e 4) di Bernardo Castello a Francesco De Ferrari dicesi dal dedicante medesimo che il Tasso, a cui fu parlato del progetto di questa edizione, per sue lettere prima, e di presenza poi, quando in Ferrara il visitai, mi dimostrò doverlo bavere sommamente a caro, usando meco parole di vera gentilezza, con farmi oltre ciò molt’ altri segnalati favori. A pag. 5-11 sono poi un sonetto del P. Angelo Grillo, un altro del Tasso medesimo, uno di Ansaldo Cebà, ed uno di Gio. Andrea Ceva; quindi due epigrammi di Giulio Guastavini e di Leonardo Spinola; due sonetti in dialetto genovese di Paolo Foglietta, e per ultimo tre distici latini di Giambattista Pinelli. Indi comincia il Poema con nuova numerazione, e ad ogni canto precedono un rame ed un’ottava d’argomento, dettata da Orazio Ariosto, entro una cartella con risvolte, giusta lo stile del tempo ; e termina a pag. 244. Vengono poscia : TVTTE LE STANZE INTERE, CHE DALL’AVTORE SONO STATE KIFIVTATE IN QVESTO LIBRO fino a pag. 255. ( 21G ) Seguono ila pag. I a 71 (terza numerazione): ANNOTATIONI DI SCIPIO GENTILI che termina raffrontando un luogo del Tasso con altri d1 Ennio e di Dante. Vengono dopo.- LVOGHI OSSERVATI DAL MAG. GIVLIO GVASTAVINI I QVALI IL TASSO NELLA S VA Gerusalemme ha presi, et imitati da poeti, et altri Scrittori antichi. I quali sono preceduti da una notevolissima Avvertenza del tipografo, dove, fra le altre cose egli dice: Qvesta sola e poca parte, vi do al presente, o lettori, delle annotazioni del Magnifico Guastavini... Ma elleno se ben sono già fornite, e s’ era risoluto ad ogni modo di giungerle dietro al poema, et in questo luogo; tuttavolta cresceva a troppa altezza (avvenga che esse contengano parecchi fogli, e per avventura cinque o sei volte più di questi) et anche per altra cagione la quale si tace, non si sono ora stampate, ne potute stampare in questa città. Ben mi pare di poterlevi promettere separate dal poema, et affermarvi che molto tosto stampate le potrete godere. ( m ) Appresso, c per 1’ultimo, si ha: ALLEGORIA BEL POEMA seguita dalla TAVOLA DI TVTTI I NOMI PROPRI, ET di tutte le materie principali contenute nel presente libro La quale Tavola è compresa in un quaderno segnato: >J<. In fine si ripete : IN GENOVA, Con licentia de Superiori. Appresso Gerolamo Bartoli. 1590. Tornando al suddetto Gentili, il quale era nativo della Marca d’ Ancona, parmi dover soggiungere come non sia ricordato nè dal Tiraboschi nè dallo Spotorno, ma solamente si trovi accennato dairOldoini. Ingegno grandemente privilegiato, come all’età nostra il Leopardi suo compatriota , già poco più che ventenne avea compita la traduzione latina de’ primi due Canti della Gerusalemme in otto esametri per ottava ; la quale fu prima pubblicata dall’Aldo in Venezia, nel 1585 (*), e dieci anni appresso in Lione da Giovanni Albaseo (2) con questo titolo : Scipii Gentilis Solymeidos Libri duo priores de Torquati Tassi italicis expressi (3). Morì egli ad Altorf, in eia (’) Nc lia un esemplare questa R. Universitaria, (3) No serba una copia l’Urbana. (3) Comincia : Anna ducemquc cano , Solymae qui primus in oris A eterni tumulum Regis, monimentaque fecit Libera : multum ille et dextra molitus et arte, etc. ( 218 ) di 53 anni, il IGIG; e a disinganno ili chi lo volle genovese scrisse di lui Giovanni Fabricio al celebre Magliabecchi ('). 11 Gamba, ragionando poi della edizione in discorso, cosi scrive: « Buona per lo più reputasi la lezione; ma la stampa non é gran fatto corretta, ed oggidi dee principalmente la sua fama*all’ornamento delle ligure, le quali furono intagliate con molta franchezza da Agostino Caracci e da Giacomo Franco. Quelle del Caracci sono, secondo che scrive il Malvasia (2)ai Canti VI, VII, Vili, X, XII, XVI, XVII, XIX e XX. Si osservi che nel Canto IV non sia duplicata la figura che sta nel Canto V, e che le stampe sieno di eguale freschezza e morbidezza, mentre quelle intagliate dal Franco riescono bene spesso d’impressione nerastra e non accordata ». E seguita riportando dal Quadrio (3) che il Castello « non solamente nel 1604 fece ristampare in Genova, per Giuseppe Pavoni, lo stesso Poema in 42.°, replicandone la ristampa nella medesima forma anche nel 1615, con nuovi argomenti in amendue di Gio. Vincenzo Imperiali, ornando l’opera stessa con nuove e non men belle ligure in rame; ma nel 1617, per la terza (anzi quarta) volta mandolle in luce, parimente in Genova, presso lo stesso Pavoni, in foglio, con tutte le giunte della sua prima edizione sopraccennata, e con nuove figure da tutte le altre diverse .... Ma tutte queste edizioni rimasero inferiori e meno pregiate di quella fatta nel 1590 ». A noi Genovesi poi deve essere sommamente grato che nella nostra uscisse la prima edizione di simil genere, seguitata nel 1607 da altra di Boma in 12.°, con figure di Antonio Tempesta, notata dal Gamba precitato. (’) V. Cixelli, Biblioteca Volante-, Scanzia XIV, pag. 109. (2J Felsina Pittrice-, voi. I, car. 98. C) Storia ecc. d'ogni poesia; voi. Ili, pag. 070. ( 219 ) Nella Trivulziana, secondo lo stesso Gamba, « sta un esemplare in carta turchina ». 1590. Nella R. Universitaria e nella Civico-Beriana: DEGLI STATVT1 CRIMINALI DI GENOVA, Libri dui AGGIVNTOVI LE LEGGI criminali fatte l’anno 1576. et i decreti, e deliberationi fatte prima, et poi in simili materie, ET NELLA FINE IL BANDO prohibitione delle armi. CON LA TAVOLA DELLI CAPITOLI. E CON PRIVILEGIO. Stemma della Repubblica (1). IN GENOVA, Appresso Girolamo Bartoli. MDXC. In fol., di pagine numerate 17G, più altre 25; carattere tondo. Bellissima edizione. La dedica è la stessa già notata nell1 edizione del 1557 0, (') V. Tavola XIV, a pag. 160. (*) V. a pag. 99 di questo Notizie. ( 220 ) colla sola differenza che qui è voltata dal Ialino in italiano. L’ignorò, si vede, l’Oldoini, chea Nicolò Gentile ed agli altri ivi nominati fé’comporre nel 1590 detti Statuti. Alla pagina G, non numerata, si notino 35 errori; ed alla settima si leggono 20 versi sciolti di anonimo ai lettori, in bel corsivo, tra i quali i seguenti: Dunque e giovani, e vecchi, e chi hà pensiero, 0 di viver à casa, o di star fuori, Legga questo libretto, che à ciascuno Moli’utile in più modi apporta seco. Mancate ò ladronecci, e abbruggiamenti, Homicidij, e delitti, che la pena E presta, ne in denari alcun si fidi. Vattene presto o libro a dar le leggi A popoli, che son sotto l’impero De la Città de Liguri, e che sono Dal fiume Macra à Monaco, o del Giogo Vedon eli qua ò di là l’erta salita. Indi un quaderno di Tavola de’capitoli e delle rubriche, segnato: Nell’ esemplare della R. Universitaria alla Grida del 25 Giugno 4588, circa la proibizione delle armi, con che finiscono i tipi bartoliani, seguono altre Gride ecc., fino al 43 Febbraio 4G13, distinte con varie numerazioni; ed in* fine ad una di queste si legge : In Genova, appresso Giuseppe Pavoni, MDCIII ( 221 ) 1590. Nella R. Universitaria e nella Civico-Beriana: DISCORSO DEL M. R. D. ANTONIO PRATO DOTTOR THEOLOGO, Sopra il saggio Reggimento del Prencipe. SCRITTO AL MOLT’ 1LLYSTRE SIGNOR EMANVEL FILIBERTO DI NEGRO MARCHESE DI MVLAZZANO. E da esso Signore tradotto nella lingua Volgare. Indi T armo del Cardinale Vincenzo Lauro, sotlo la quale : I. B. P. Hactenus Heroas cinxit: mox (auguror) astra Aequabis , cinges numina , Sydus eris. In 4."°, di pag. numerate 73 ; bel carattere tondo. A tergo del frontispizio è un distico al detto Cardinale di Tommaso Baldi abate di S. Matteo; e da pagine 3 a 5, non numerate, la dedica, in carattere corsivo, del Traduttore al Cardinale stesso. Al quale dice aver egli fatta questa traduzione per diporto, e per esercitarsi nell’ una e nell’ altra lingua. Soggiunge come ora la pubblichi ad esortazione di alcuni Religiosi di bontà, e di dottrina principali nella nostra città, ; e come finalmente la dedichi a Lui in grazia della ( 222 ) parentetici spirituale contratta seco alla nostra villa di Ter-ralba, dove ella si degnò nel mio battesimo d essermi Padrino,.... come primizie de’ mici studij puerili ('). A pagine (3 sono altri 2 distici del sullodato Baldi; e quindi succede lo stemma di esso Marchese. Seguono altre 4 pagine, ugualmente non numerate e del pari in corsivo, con versi italiani in lode del 1 raduttore; e sono di Marc’Antonio Doria, Gio. Carlo Doria, Ciio. Maria Volgicapo, Pietro Contestabile, D. A. G. M. B. 11 quale ultimo prevede che il lodato ...........co’l petto Virile domerà Venere, e Marte, A la penna giungendo, e scettro, e spada. E per ultimo si ha un ritratto in rame, con intorno la scritta: EMANVEL PHILIBERTVS DE NIGRO MARCHIO MOLAZANI AETATIS ANNOR. XI. Indi ha principio il DISCORSO SCRITTO 9 AL MOLT’ 1LL. SIG. EMANVEL FILIBERTO DI NEGRO DORIA Marchese di Mulazzano ecc. (') Secondo ogni probabilità egli era figlio di quel Ncgroiie Di Negro, clic si rese celebre come Generale delle Finanze di Savoia sotto Emanuele berto, e che del 1569 acquistò appunto il Marchesato di Murazzano da n tonio e Filippo Signori di Cardò, pagandone loro in prezzo tredicimila scudi d’oro (V. Casalis, Dizionario ecc., voi. XI, pag. 602). Ed è pure a credere che in omaggio a quel Duca valoroso siagli stato imposto al sagro fonte il nome, affatto inusitato presso di noi, di Emanuele Filiberto. ( 223 ) Alla pagina 74, non numerata, è poi la Tavola Alfabetica, che contiene altre 9 pagine. Le 5 rimanenti sono occupate, da un distico di Tommaso Calegari, ,e da più altri di Giambattista Pinelli, Ippolito Fiamberti, Domenico Ramirono, Pietro Cornice e Giovanni Federici. In fine : GENVAE, Apud Hieronymum Bartolum. M D. LXXXX. Superiorum Permissu. 1590. Nella Civico-Beriana : CENTO RAGIONAMENTI SOPRA LA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE fatti a Milano dal Molto Must, et Rev. FRANCESCO Panigarota liora Vescovo d’Aste. Impresa bartoliana (‘). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli. M. D. XC. In tutto come la prima edizione già notata all’anno 1585 (2). (') V. Tavola XVI, a pag. 173. (s) V. a pag. citata. ( m ) 4 591. Nell’ Urbana: LIBRO SECONDO DELLE PREDICHE DEL REVERENDISSIMO MONSIGNOR F. CORNELIO MVSSO VESCOVO DI BITONTO. FATTE IN DIVERSI TEMPI, ET DIVERSI LVOGHI, NVOVAMENTE RISTAMPATE, ET POSTE per ordine: con somma diligentia re viste, et corrette, per beneficio de gli studiosi. CON D VE TA VO LE, L’una delle Prediche, l’altra delle cose più notabili. Impresa bartoliana (*). IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli. M. D. XCI. In 4.°; di pagine numerate 973; carattere tondo, con fregi e silografie analoghe alle Prediche (2). (1) V. Tavola XVI, a pag. 173. ,(’) V. sotto l’anno 1554, pag. 92. ( 225 ) 1591. Nella R. Universitaria' CANZONETTE Del Signor GABRIELE CHIABRERA. Stemma Della Rovere, forse per indicare come Editore-Mecenate delle stesse un qualche membro di tale famiglia. JN GENOVA. Con licentia de’ Superiori. -1591. In 4°, di pagine 64, carattere corsivo, simile al già notato nell’ edizione del 3° libro all’anno 1588 (*), della quale edizione è in questa ripetuto un fregio, ed altro di quella del Discorso del Prato, descritta sotto il 4 590 (2). Il perché bartoliana deve essere pure la tipografia onde uscì la presente (3). • (’) V. a pag. 205. (*) V. a pag. 221. {z) Noterò qui di passata che neiresemplare della H. Universitaria seguono alle succitate Alcune Canzoni del Signor Gabriello Chiabrera non più stampate , raccolte da Giuseppe Pavoni. In Genova, appresso G. Pavoni, 1612. Tale edizione in 4.°, di pag. 44, ignota al Gamba, è dedicata a Giacomo D’ Oria ; contiene alcune canzoni indirizzate dal Poeta a personaggi genovesi, e fra le I altre una: Nella creatione del Serenissimo Alessandro Giustiniano Duce della Repubblica di Genova. « ( 220 ) A pagina 3: DELLE CANZONETTE Del Signor GABRIELE CHIABRERA LIBRO PRIMO Al Signor AMBROSIO SALI NERO. E tosto segue la canzone per Francesco Maria Della Rovere Duca tl’ Urbino; la quale ha qualche variante dalla già pubblicata nel 1586. « Vi sono anche riprodotte le due canzoni per Emanuele Fi-liberto, e quelle per Giovanni de’ Medici, Nicolò Orsino, Francesco Gonzaga, Bartolomeo Liviano; e da pagine 34 a pagine 36 se ne legge una per Cristoforo Colombo, quivi detto: gloria savonese. A pagine 38:* DELLE I CANZONETTE Del Signor GABRIELE CHIABRERA LIBRO SECONDO. Al Signor GIO. BATTISTA FERRERÒ. Fra queste invece non se ne ha alcuna delle pubblicate nel 1587; ma sono per Alessandro Farnese Duca di Parma, ( 227 ) Giovanni tlc’Medici, Carlo di Savoia Duca di Nemours, e Carlo di Lorena Duca di Uména (*). 1590. Dal Soprani (2) : Oratione di Pasquale Saoli, Dottor di Leggi, nella Coronatione del Serenissimo Principe della Repubblica Genovese, Battista Negrone. In Genova, appresso Gerolamo Bartoli, 1590 (5). In 4.° 1591. Nella stessa e nella Civico-Beriana: SCELTA DI RIME DI DIVERSI MODERNI AVTORI NON PIV STAMPATE. Parte Prima. ALLO ILL. ET MOLTO REVER. SIG. F. Benedetto Spinola, Cavaliere di S. Giovami. Impresa bartoliana (4). , IN GENOVA, « Appresso gli Heredi di Gieronimo Bartoli. Con licentia de’ Superiori. 1591. In 8.° piccolo, di pagine numerate 153; carattere corsivo. (’) Il Ferrerò, a cui il libro è intitolato, era, come il Salinero, socio del Cliiabrera nell’ Accademia degli Accesi, che si raccoglieva in casa del Salinero medesimo a Savona (V. Spotorno, voi. IV, pag. 254). Parrebbe quindi non vi fosse allora in questa città alcuna tipografia di conto. (a) Pag. 233. (3) S’intende però che fu pronunciata l’anno avanti, quando ebbe luogo la Predica di frate Girolamo Uocca, di cui a pag. 211. (4) V. Tavola XVI , a pag. 173. ( 1228 ) La dedica è sottoscritta da Pietro Bartoli ; il quale dice di aver raccolte queste rime de più valorosi Poeti moderni del Toscano Idioma con molta fadiga (sic) e infinita diligenza. Gli Autori sono: Alberico Principe di Massa, Alessandro Appiano d’Aragona Signore di Piombino, Alessandro Bovio, Antonio Ongaro, Antonio Maria Bardi de’ Conti di Vernio ('), Antonio Bonaguidi, Ambrogio Di Negro, Don Angelo Grilli) (2), Bartolomeo Mancini Poliziano, Battista Guarini , Bernardo Vecchietti, Carlo Noce (3), Erasmo di Valvasone, Francesco Ferdinandi, Ferrante Caraffa Marchese di S. Lucido, Ferrante Gonzaga Principe di Molfetta, Federico Della Valle, Gio. Battista Pona, Gio. Ambrogio Spinola, Giacomo Antonio Frigio, Gio. Jacopo Cavalletto, Gio. Battista Filippi, Giovanni Savorgnano, Giulio Guastarmi (4), Gabriello Chia- (!) A pag. 36 è un suo sonetto sopra una Maddalena di Bernardo Castello. (’) Di costui cita il Giustiniani (p. 76, col. 2) la Parte Prima delle Rime, edita in Genova nel 1591, in 1° Ma è forse sbaglio, e deve intendersi delle poesie eh’ egli ha nella presente Scelta. (3) Del quale si hanno qui varii sonetti, e, Ira gli altri: uno « in morte della molto Illustre Signora Artemisia Spinola » , uno « al ritratto del Card. Montelparo, opera del Castello», uno di «scusa alla molt1 Illustre Signora Livia Spinola, perchè non canti le lodi di Framcavilla .... amato colle ameno », e un altro « al sig. Alessandro Spinola, « della miseria dell’ età presente », cui il Poeta chiama età del ferro. (*j Del quale parmi notevole il sonetto a Torquato Tasso, con cui si rallegra che siasi calmala . ... la sì lunga atra tempesta Clic 'I legno tuo quasi sommerse Et a pavidi amici il sen coperse Spesso d’ orror, e fè la faccia mesta. Onde lo consiglia a spiare, nuovo Palinuro, i venti : .....acciò per men turbato Senlier arrivi la tua nave in porto. ( 229 ) brera ('), Ercole Botligaro, Girolamo Amelonghi, Jacopo Mancini Poliziano (2), Livia Spinola, Leonardo Spinola, Lucio Feronio, Leonora Beilati Bernardi, Maria De Ferrari, Maflìo Veniero, Nicolò degli Angeli, Orazio Navazzotti, Pasquale Sauli , Pompeo Arnolfini , Pietro Capponi, Stefano Guazzi, Scipione de’ Monti, Torquato Tasso ed un Incerto (3). La Seconda Parie di questa Scelta, fu stampata lo stesso anno , e da' medesimi Eredi Bartoli, in Pavia. E conchiude a sua consolazione : Nessun per questo mar, che sempre ondeggia, Viver sortisce lieto e riposato ; Felice è quel che non rimanvi àbsorto. Voci degne al cerio di trovare un eco amichevole in quell’anima gemebonda. (*) Vi ha un sonetto in lode di Cesare Corte, dipintore di quella che Dante procella sempiterna finge Di condannato amor degno tormento. (2) Fra i molti sonetti, ne ha pure a Vittoria Spinola Doria, a Paola Pinelli Salvago e ad Ambrogio Spinola. C) Di cui si ha pure un sonetto « a Bernardo da Castello sopra un Christo Crocifisso ». ( 2,10 ) 1594 Nella R. Universitaria: PREDICA DELLA SIGNORIA DELL’ HV0M0 DEL R. P. D GIVSEPPE MAZZAGRVGNO NAPOLITANO. Gan. Reg\ del Salvatore. Fatta in Genova, nella Chiesa Cathedrale. ■ Per P Incoronazione del Sereniss. Doge Gio. Agostino Giustiniano il giorno di Natale, 1’ anno 1591 ALL' 1LLVSTRE SIGNOR GIO. PIERO CROLLA LANZA. Del quale segue lo stemma. IN GENOVA Appresso gli Heredi di Girolamo Bartoli. 1591. Con licenza de S. S. Superiori. In 4.°, di pagine numerate 28; carattere tondo. Nella dedica (di 2 pag. non numerate, in corsivo) 1’ Antore nota il costume introdottosi in Genova di pubblicare simili fatiche; e nomina il P. Alessandro Bovio, Priore del Monastero di Coronata, il cui nome leggemmo poi anzi fra' poeti (‘), (’) V. a pag. 228. ( 231 ) dicendo come il dedicatario sia stretto con lui in amicizia; e per ultimo ricorda avere il proprio glorilo della Coronatione orato il Iieverendiss. Vescovo di Genova ; la cui orazione, crediamo, sarà stata del pari mandata in luce. 1594. Nella Civico-Beriana: AD BARTOLOMEVM PATRITIVM GENVENSEM V1RVM PERILLVSTREM IOANNIS NICOLAI CARREGAE N0B1L1S GENVENSIS Disuniti Academici Dispersi DE CONCORDIAE LAVDIBVS ORATIO X-Iabila in Dispersorum Academia INEVNTE CONSVLATVM HIERONYMO ROGHA. Stemma Calvi cimato da elmo. GENVAE, Cum Superiorum Permissu. M.D.XCI. ìn 4.°, di pagine 8. Dove sono sei distici di anonimo: IN LAVDEM IOANNIS NICOLAI CARREGAE. ( 232 ) Ecco un’altra Accademia ignota allo Spotorno ('). E circa siffatta Orazione, è assai curioso quanto lo stesso Carrega no scrisse nelle sue Epistolae: Dictitabant malevoli (egli dice) me Orationem illam . . . non fecisse . . . scilicet tantum ac tam b)'evi tempore in latina lingua huc profecisse non poteram (2). 1593. Nella Durazziana, e presso il socio sig. Giambattista Villa raccoglitore esimio di patrie antichità. DISCORSO Jn Lingua Genovese, BOP PO LA ELETTI ONE del Sereniss. Dace di Genova. IL SIG. ANTONIO CEBA- Stemma della Repùbblica (-1). IN GENOVA, Per gli Heredi di Girolamo Bartoli. In 4.°, di carte 36 non numerale; carattere corsivo, eccetlo la dedica che è in bel tondo; iniziali a disegno; ed alcune silografie, tra cui l’elezione, il convito, ed il ricevimento del Doge all’ingresso delja Cattedrale per la cerimonia dell’incoronazione. Segnature: A 2 — E. (’) Non sarà, credo, inutile notare che ncll’Urbana v’ha una Raccolta di Atti e memorie d’Accademie de’ secoli posteriori. (!) Giustiniani, op. cit., p. 395, col. 2. Vedansi appo lo stesso gli elogi di diversi e le altre opere di questo ingegno multiplici eruditione, come scrisse Girolamo Frugoni. (3) V. Tavola XIV, a pag. ICO. Antonio GrimalUi-Ceba fu eletto il 27 novembre <593. # - - r ♦ TAVOLA XVIII GRANDE IMPRESA DI ANTONIO ROCCATAGLIATA. ( 233 ) La dedica al Doge, ed ai Governatori e Procuratori è datata: Da la Stampa di Genova: e sottoscritta: Il stampator Pietro Bartoli. Il quale afferma di aver pubblicalo siffatto Discorso, perché il medesimo era da tutta la città desideralo. Tale Discorso poi è dettato in versi endecasillabi dal chiaro poeta del nostro dialetto Barnaba Casèro (*), e diviso in sei parli. In capo alla seconda delle quali è una nuova variante della impresa e stemma Roccatagliata, di proporzioni maggiori delle antecedenti (2); mentre in fine alla stessa parte vedesi invece la piccola impresa bartoliana già prodotta alla Tavola XVI (3). Seguono alcuni versi italiani di Alberico Cibo-Malaspina Principe di Massa, e due distici latini (in carattere tondo) di Tommaso Baldi, Abate di S. Matteo, in lode dell1 Autore. Del Casèro, oltre il presente Discorso, si hanno diverse rime (4), « tra le quali, scrive lo Spolorno (5), è famosa una canzone di metro petrarchesco, piena di così vive e leggiadre. immaginazioni, condotta con tal artifizio, limata con (') Essendo la famiglia dei Gaserò stala aggregala all’Albergo Cicala, il nostro Barnaba si trova per lo più ricordato con 1’ uno e 1' altro cognome insieme. Fu egli sepolto nella chiesa di Santa Maria di Castello in Genova, dove i suoi avevano la tomba. V. intorno a ciò l’erudita opera del eh. socio P. Amedeo Vigna, intitolata: Illustrazione ecc. di S. il. di Castello; Genova, 1864; pag. 321. (*) V. Tavola XV11I. (•) Pag. 173. (*) Sono fra quelle edite dal Bartoli in Pavia nel 1583, e dal Calzetta in Torino nel 1612. (5) Stor. Leltcr., IV. 154. ( 254 ) tanto di attenzione, che io non saprei degnamente lodarla (']. E vuoisi pur notare, che dove gli altri che verseggiano in idiomi del volgo, sogliono adornarsi di scurrilità e facezie affatto plebee, il Caséro senza punto lordarsi di quella fec-ciosa vivacità, solleva colla forza dell’ingegno la bassezza della lingua alla dignità petrarchesca ». 1593. Nell’ Urbana: IN TROD VTTIONE ALLA VITA SPIRITVAL E E PERFETTIONE CJIUISl’IAXA Per ciascun stato in particolare, cioè dei Maritati, Continenti, Vedove, Vergini, e Religiosi, Con la pratica Spirituale commune a tutti. Composta dal E. P. Gio. Battista Velati della Compagnia di Giesv. Estote perfecti sicut, et pater vester Caelestis perfectus est. ilatth. 5. Quindi una piccola e nuova impresa bartoliana (2). In Genova, Per gli Heredi di Gir. Bartoli Con licenza de' Superiori, 1593. (*) Comincia: Resto d’haveive vista abarlugaou, De sorte me piaxei bella garzona. (') V. Tavola XIX. — , ? M TAVOLA XIX. TERZA IMPRESA BARTOLIANA. ( 23o ) In 12.°, di pagine numerate 568; caralterc tondo minuto, con vignette. È dedicata : ALLA NOBILE E DIVOTA CON- gregatione della Madonna Eretta in Genova. Della quale Congregazione , sotto il titolo dell’ Annunziata , dicesi fine ;principale . . . . il congregarsi sovente nel loro Oratorio à fare unitamente Oratione, al frequentemente confessarsi e communicarsi . . . anco per giovare al ben pubblico delle città, Republiche e Regni. 1593. Nella R. Universitaria, nella Civico-Beriana, nell’Urbana, nella Durazziana e nell’Archivio di San Giorgio: DE IMM VNIT ATIB VS A MAGISTRATV DIVI GEORG». Concessis Liber. Stemma di S. Giorgio (l). \ (') V. Tavola VI , pag. 72. ( 236 ) GENVAE E\ Typographia Haeredum Hieronymi Bartoli, ¥ Superiorum Permissu, M.D.XCII1. In fol., di pagine numerate 130, bel carattere tondo; e 2 altre non numerate di dedica, in corsivo, intitolata da Nicolò Costa correttore dell’ opera : PERILLVSTRIBVS OCTOV1RIS DIVI GEORGI! Quindi una terza di Prefazione del Tipografo al lettore; ed una quarta nella quale si notano circa cinquanta mende. Nella 7 è l’Indice dei capitoli. i 593. Nella R. Universitaria e nella Durazziana: RIFORMA ET GIVNTA ALLE LEGGI DI S. GEORGIO. Silografia suddetta (*)• IN GENOVA, Per gli Heredi di Geronimo Bartoli. 1595. Con Licenza de Superiori. (') V. Tavola. VI, a pag. 72. ( 257 ) . In fol., di pagine 20, e dello slesso carattere dell’antecedente. Nell’ esemplare della R. Universitaria segue poi un’ altra edizione di dette Leggi del 1002, con Appendice del 1605, per Giuseppe Pavoni. \ 594. Nella Civico-Beriana e nell’Urbana: TRACTATVS DE MODO CIBI SVMENDI, IN QYO CONTINENTYR TRES VVLGATAE QVAESTIONES. In I. Frigus partium extremarun à Cibo, non ex concentratione caloris ad ventriculum fieri. In II. Primam ventriculi concoctione non somno, et quiete fieri ; in qua multa de concoctione universali annectutur. In III. Prandium coena copiosus esse debere. 1LLVSTRISS. ET BEVERENDISS. D. ALEXANDRO CENTVRIONO -Archiepiscopo G-enuensi benemerito dicatus. Auctore Gasparo Carnilia eius Medico. Arma Centurione sormontata dalla croce e dal cappello pffe-latizio. Gezsvae, Apud Haeredes Hieronymi Bartoli. 1504 Superiorum Permissu. In 4.°, di pagine numerate 79 in carattere tondo e nitido; più altre 10 non numerate, nelle quali si contengono l’epistola dedicatoria e tre epigrammi latini, uno dello stesso Carniglia al Centurione, un secondo di Giambattista Della Chiesa, fisico preclarissimo, all’Autore, ed un terzo di Alberto Carezano, medico e fisico, allo stesso; quindi la Tavola e la Prefazione. Al tergo della carta 79 è VErrata; e segue poscia: RAPHAEL MERELLVS li AC nostra aetate praestantissimus huius Reipub. Genuensis Philosophus, et Medicus Lectori candido. Al quale fa, in due pagine, l’elogio dell’opera carniliana. \ 594. • Nelle stesse : DELLE MEMORIE DI FILIPPO IDI COMINES, Cavaliero et Signore d’ Argentone, INTORNO ALLE PRINCIPALI attioni di Lodovico Vndicesimo, e di Carlo Oliavo suo figliuolo, amendue Re di Francia. Tradotte dal Magco Lorenzo Conti. ALL’ILLVSTRISS. SIG. MARCHESE, IL SIGNOR AMBROGIO SPINOLA. Impresa bartoliana (1). In Genova , Appresso gli Heredi di Gier. Bartoli Con licenza de’ Superiori, MDXCIIII. In 4.°, di pagine numerate 803 ; carattere corsivo. (') V. Tavola XVI , pag. 173. ( 239 ) Precedono però altre pagine 38 non numerate, nelle quali sono in prima una lunga dedica del Conti, e l’Elogio del Co-mines Giusto Lipsio , poi un Epigramma di Giambattista Pinelli : In Historiam Argentoni. Indi i Sommarti degli otto libri, ne1 quali essa Storia é divisa, e la Tavola dei capitoli; poscia un Sommario della Vita di Angelo Cattilo, Arcivescovo di Vienna, cui il Comines indirizzava queste sue Memorie, ' e per ultimo il Proemio dell’ Autore. Il tergo della pag. 803 è interamente occupato dalla nota degli errori tipografici. 1595. Nella R. Universitaria e nella Civico-Beriana: IL SERA F FICO SAN FRANCESCO. Indi un silografia rappresentante la comunicazione delle stimmate. DI FRA GIACOMO Garibi da Porto Mauritio, Minor. Osser A II’ Ill.mo et Ii.mo Monsig. il Sig. P. Fra Francesco Gonzaga Vescovo di Mantoa. Quali Franciscus CHIilSTVM dilcxit amore, FRANC1SCVM , et Christus stigmata sacra probat. IN GENOVA Per gli Heredi de Girol. Bartoli, 1595. Con licenza de' Superiori. ( 240 ) In 8.°, di pagine numerale 470 in carattere corsivo. Le quali sono tutto occupate dai 20 canti in ottava rima del mediocro Poema, di cui è a vedere lo Spotorno (*)• Vanno innanzi undici pagine di liriche; nel qual genere pare che il fraticello sia poco di più valente che nell’epica; in altre tre sono poi due epigrammi latini ed un sonetto di frate Gio. Maria Solari, de’ Predicatori, al quale si direbbero ancor meno benigne le Muse. Le terzine aggiunte in diverse pagine non numerate sulle apparizioni ed i miracoli del Santo vanno anch’ esse pedestri. L’edizioncella, di gradevole aspetto per tipi e fregi, si chiude con una pagina e mezzo a due colonne di Errori occorsi nello Stampare. Nel tergo dell’ultima pagina è poi l’impresa bartoliana(2). 1595. Nella II. Universitaria: LA GHIRLANDA DELLA CONTESSA ANGELA BIANCA BECCARLA. Contesta di Madrigali di diversi Autori. Raccolti et dichiarati DAL SIG. STEFANO UVAZZI Gentil’ huomo di Gasale di Monferato Ove s’introducono diverse persone a ragionare, ( Prima giornata delle Frondi, Nella Seconda de’ Fiori, f Terza de’Frutti intrecciati in essa Ghirlanda. (’) Stor. Letter., IV. 447. (2) V. Tavola XVI, a pag. 173. ( 241 ) impresa bartoliana ('). !>; G i-:>sOwv , 3?er gli Heredi di Girolamo Bartoli. Coti licenza de’ Superiori. MDXCV. In 4.°, carattere corsivo , minuto nelle copiosissime noie. L’esemplare della R. Universitaria termina a pagine 369; ma l’ìndice degli Autori nota la 557. Tra i molti Autori cito: Silvia Beaidinella, Francesco Durante, Prospero Cattaneo, D. Angelo Grillo, Leonardo Spinola, Annibaie Guasco , Girolamo Casone , Lucia Spinola, Giulio Verga, Giulio Guastavini , Fabio Belloni, Muzio Manfredi, Opicio Spinola , Gio. Ambrogio Spinola , Bernardo Ferrari, Francesco Antonio Spinola, Gio. Andrea Ceva, Ansaldo Cebà, Massimiliano Selvaggio, o Saivago, Odorico Carretto. 1595. Dal Catalogo della Durazziana-(2) : Rime diverse in zeneize. Zena, 1595. In 12.° (’) V. Tavola XVI , a pag. 173. (*; Pag. 193. ( 242 ) 1590. Nella R. Universitaria : COMPENDIVM SIVE INDEX MORALIVM CONCEPTVVM Ad hominum animos virtutis studio vitiorumq; odio in morum reformationem impellendos Ex operis Religiosissimi P. F. Pjiin,ir»i?i Diez conciona toris egregii selectum, per alphabetum digestum. AVTHORE F. FRANCISCO CAMPOS TProvinciae Sancti Iacobi Ordinis IVTinorum concionatore. VSVM, NECESSITATEM VTILITATEMQVE istius operis pete ex Epistola, ad Lectorem : sine qua non poteris hoc fruì compendio, i Perillustri, et lì- Admodum E*. K1. Ioanni Savlio nobili Genuensi Sacrae Theologiae Lectori, et Conventus S. Dominici de Genua Priori vigiiantiss. Impresa bartoliana ('). Genuae, Apud Haered. Hieron. Bartoli. MDXCVI. De licentia Superiorum. In 4.°, a due colonne, di pagine numerate 255; carattere tondo. Il dedicante, editore di quest’opera, che a lui mandò di Spagna (') V. Tavola XIX, a pag, 234. ( 245 ) A. Ferdinandus a Sancta Maria ex religiosissima S. Annue faimlia, proclama il dedicatario illustre non solo per nascita, ma exquisita quadam sacrarum litterarum cognitione ac pietale in Deum. Alle due pagine di dedica ne succedono altre non numerate di approvazioni ecc., e della seguente: EPISTOLA AYTHORIS AD lectorem de huius compendii usu et dispositione. \ 596. Nell’Urbana: . CANDELABRVM AVREVM IE G Ci X-. S. DEI CONTINENS LYCERNAS SEPTEM: Septem scilicet, circa septem Sacramenta mirabiles elucidationes In Tres Paries Divisum C0MP0S1TVM, SEPTIMO IAM IMPRESSVM, ATQVE summa diligentia correctum, illustratum, et auctum ab Admodum R,. P. D. Martino Alfonso Vivaldo Hispano, I. C. Atque ex sacro . . . Tlieologor. Bonon. Doctore, Saone, Senisq; olim publico Profess . . . atque nunc Canonico Regulari Congr. Salvatoris, etc. Accessit in fine explicatio trium Bullarum S. D. Papae Sixti Quinti, cum modificatione facta per Sanctiss. D. Papam Gregorium XIIII ( 244 ) Impresa bartoliana (*). GENVAE, Ex Officina Haeredum Hieronymi Bartoli, MDXCVI. In 4.°j con caratteri neri e rossi nel frontispizio, tondi e neri nel resto ; di pagine 27G la prima parte, di 231 la seconda. Dove, ad un terzo circa del retto dell1 ultima carta si legge : Finitum Bononiae ... Die 18. Martii 1588. quo die, Quadraginta tribus retro annis primam in Mundo aspeximus lucem. Segue : AVREA APPENDIX SIVE PARS TERTIA: AI) CANDELABRVM AVREVM ECCLESIAE SANCTAE DEI: CONTINENS CAPITA, VEL TRACTATVS viginti duos: quibus complures, mirabiles, atque utilissimae quaestiones declarantur, etc. Di pagine 152. In fine l’approvazione dell’Inquisitore di Bologna, in data dei 16 Settembre '1589. (*) V. Tavola XVI, pag. 473. ( 245 ) 1596. Rammenta il Soprani (*) che « Francesco Buzenga, con haver aggionta all Alfabeto la sesta vocale, facilitò molto lo scrivere in lingua genovese ; per lo che non sarà mai scordato il suo nome. Visse nel secolo passato (XVI), e con applauso del suo vivace ingegno stampò l’opera seguente: Paradosce sopra la Lingua Toscana e Genovese. Con la. nuova lettera vocale a>, per lui aggionta al-1’Alfabeto, e sue ragioni. In Genova, per gli Heredi di G-erolamo Bartoli. 1596. « In 8.° ». 1596. 1597. Nella R. Universitaria, nella Civico-Beriana, neH’Urbana e nella Fransoniana : DELL’ISTORIE IDI GENOVA DI MONS. VBERTO FOGLIETTA ' PATRIZIO GENOVESE. Libri XII. TRADOTTE PER M. FRANCESCO SERDONATI CITTADINO FIORENTINO. AL SERENISSIMO DOGE ECCELLENTISSIMI GOVERNATORI ET ILLVSTRISS. PROCYRATORI della, sereniss. republica di Genova 0) Pag. ioi. IN GENOVA Appresso gli Heredi di Girolamo Bartoli, MDXCVII. Con licenza de1 Superiori. In fol., di pagine numerate 664; carattere tondo e chiarissimo. Nel verso del frontispizio è il ritratto del Foglietta già notalo all’anno 1585. Qui soggiungo che nella base vedesi a destra uno scudo coll’arme di Genova, ed a sinistra un altro scudo con lo stemma de’ Foglietta, consistente in un albero molto fronzuto. Nelle 2 pagine non numerate è la dedica al Doge ecc., cui sottoscrive Giambattista Foglietta nipote dell’ Autore. Seguono altre 4 7 pagine, del pari non numerate, in corsivo, che contengono la Tavola-, e nella 13, sotto l’arma della Repubblica (2), é ripetuta la data della stampa che ivi è del MDXCVI. Indi una carta bianca. E cosi pure in fine dell’opera, a pagine 664, si legge: IN GENOVA, Con licenza de’ Superiori. Lo Spotorno (3) osserva giustamente essere « meraviglia che i compilatori del Vocabolario della Crusca e del Gran Dizionario di Bologna abbian citato la versione della Storia, Indiana del Maffei fatta da quel fiorentino {il Serdonati), e non quella degli Annali del Foglietta; benché il genovese sia scrittore di più sincera latinità che il Maffei ; e ad opera italiana meglio si addica onorare le imprese di un popolo italico, che quelle de’ portoghesi nell’Indie ». f1) V. Tavola XV, pag. 1G8. (J) V. Tavola XIV, a pag. 1G0. (3) Storia Letter., IV. 261. ( 247 ) Seguono nello stesso volume: GLI ANNALI IDI GENOVA Dall’ 1528. clie ricuperò la libertà, fino al 1550. Di NI. Giacomo Bonfadio Divisi in cinque libri. NVOVAMENTE TRADOTTI IN LINGVA Italiana, et di una Tavola copiosissima accresciuti DA BARTOLOMEO PASCHETTI MEDICO, ET FILOSOFO VERONESE AL MOLTO ILLVSTRE SIGNORE, IL SIGNOR GIVLIO PALLA VICINO. Impresa bartoliana (1). IN GENOVA, Per gli Heredi di G-irolamo Bartoli. MDXCVII. Con Licenza de' Superioii. In fol., di pagine numerate 98; bel carattere tondo. Da pagine 3 a 5 non numerate è la dedica di Pietro Bartoli, data dalla sua stamperia in Genova 1’ 8 Gennaio 4 596 ; che dice avere questi Annali (*) V. Tavola XVI , pag. 173. ( U8 ) et nell’uno, et nell’altro idioma . . . acquistato molta perfettione co ’l mezzo, et con l’opera di detto sig. Giulio Pallavicino; c per ciò volerselo gratificare con l’appresentargli una imagine del valor de’suoi Avoli, ivi appunto lodati per sommi capi. Segue r altra dedica, già notala all’anno 4 586, del Paschetti a G. B. Pallavicino, di quasi 3 pagine non numerate, in corsivo; appresso la Tavola alfabetica a 2 colonne, che occupa altre 4 pagine non numerate. In fine é una carta bianca. 459 7. Nella Civico-Beriana e presso il sig. march. Staglieno : STATVTORVM GIVILIVM REIPVBLIG AE GENVENSIS. NVPER REFORMA TOR VM Libri Sex. CVM DVPLICl INDIGE, ALTERO Rubricarum, et altero materiarum. Nonnullis in hac postrema editione declarationibus additis CVM PRIVILEGIO. ' Arma della Bepubblica (*). GENVAE, MDXGVII. APVD HAEREDES HIERONYMI BARTOLI. (') V. Tavola XIV, a pag. 160. TAVOLA XX. IMPRESA DI GIVSEPPE PAVONI. — ■ | i ( 249 ) In Col., di pagine numerate 164; carattere tondo. L’edizione è meno bella della già notata all'anno 1589; della quale non è nel resto che una ripetizione, tranne le enunciate nuove dichiarazioni. 1598. Nella R. Universitaria, nell’ Urbana e nella Civico-Beriana, nonché presso 1’ avv. Avignone ed il march. Slaglieno : DELLA ■VIT ET FATTI DI ANDREA DORIA PRINCIPE DI MELFI libri d ve. Tradotti dal Latino di Carlo Sigonio nella nostra volgar lingua. DA POMPEO AUN0LFIN1. Stemma grande pavoniano (*). IN GENOVA, Appresso Giuseppe Pavoni. MDXCVili. Con licenza de’ Superiori. In 4.°, di pagine numerate 550, bel corsivo; edizione però men nitida della latina bartoliana del 1586 (2). Il libro è dedicato da Simone Menochio al Marchese di Tor-riglia (3), con lettera in data di Loano 22 Dicembre 1598. Nel tergo della 3 carta non numerala si legge, vólto libe- s (*) V. Tav. XX. (3) V. a pag. 185. (5) Carlo figlio del Principe Giovanni Andrea I. ( 250 ) ramente in un sonolto italiano, VEpigramma già altrove notato dell’ Arnolfini sovra il ritratto di Andrea; e segue nella 4." la Tavola delle cose notabili. 1598. Nella R. Universitaria e nell'Urbana: ISTORIA DI MONS. VBERTO FOGLIETTA NOBILE GENOVESE DELLA SACRA LEGA CONTRA Selim, e cl’ alcune altre imprese di suoi tempi, cioè Dell’impresa del Gerbi, soccorso d’Oram, impresa del Pignon, di Tunigi, et assedio di Malta, fatta volgare PER G1VLIO GVASTAVINI NOBILE GENOVESE. Impresa pavoniana (‘). IN Genova, Appresso Gioseffo Pavoni, mdxcviii. Con licenza de’ Superiori. In 4.°, di pagine numerale 671; carattere corsivo. Precedono 5 pagine non numerate di dedica del Guaslavini medesimo, in carattere tondo : ali; illvstrissimo SIGNORE IL SIG. DON CARLO DORIA DVGA DI TORSI ETG. V. Tavola XX, pag. 249. ( 251 ) Nella quale dice egli d’aver trado 11 i questi scritti già da quattordici anni , essendo . . . ancora molto giovinetto, per esercizio; e proclama il suo originale: pari nell’ eloquenza a’ più pregiati antichi, e nell’ordine, e nell’ esporre le cagioni delle cose accuratissimo. Aggiunge che nelle orationi, ò dicerie che le si chiamino, molti di essi n’ avanza , e con Tucidide istesso può stare a fronte. Di che, fra i molti e grandi testimoni che ne potrebbe^ addurre, cita Giusto Lipsio e il Doge Maiteo Senarega: al quale mentre si truovava in Roma ambasciatore, fu. dallo stesso Mons. Foglietta per haverne il giudizio suo, fatto parte di quest’istoria. Nella pagina seguente è un attestato di G. B. Nannini, gesuita, revisore dell’ opera per commissione di Matteo Riva-rola Arcivescovo di Genova, colla data del 22 Ottobre 1597. 11 quale attesta nulla essere nella medesima contra fidem, religionem Catholicam,.. .bonosmores. Al che sottoscrive del pari, il 27 dello stesso mese : Io. Maria Solarius de Genua Vicarius Sancti Officii ('). (’) Di costui ò 1’ opera clic- segue. ( 252 ) In fine sono pure altro 12 pagine non numerate; e contengono la Tavola. A me pare che in questo volgarizzamento sia desiderabile talora maggiore scioltezza di stile e più accurata sintassi. 1598. Nell’ Urbana: SPIRITVALIVM ELEGIARVM OPYSCYLA, . AD COMMVNEM FIDELIVM VTILITATEM EMISSA. AVCTORE. lì. P. F. IO. MARIA Solario Genuensi Dominicano Theologo. Impresa pavoniana uguale alla precedente, ma spoglia di fregi alF intorno ('). Genuae, Apud Iosephum Pavonem. 1598. De licentia Superiorum. In 8.° piccolo, di pagine numerate 232; carattere corsivo, con vignette intagliate in legno. (’j V. Tavola XXI. - » I _ L m I tavola XXI ALTRA IMPRESA GlVSEPPE PAVONI. È dedicata : ( 233 ) ILLV STRISSIMO D. AMBROSIO SPINVLAE, MARCHIONI VENAFRI, DOMINO CASALIS, Patritio Genuensi. 1598. Nella R. Universitaria e nelP Urbana: TRATTATO DELLA RELIGIONE E VIRTVTI CHE TENER DEVE IL PRINCIPE CHRISTIANO, PER GOVERNARE E CONSERVARE I SVOI STATI Contra quel, che Nicolò Machiavelli, dannato auttore, et i Politici, (così indegnamente chiamati) d.i questo tempo empiamente insegnano. SCRITTO PER IL P. PIETRO RlBADENEYRA DELLA COMPAGNIA DI G1ESV AL PRINOIP|; DI SPAGNA DON FILIPPO. E dalla lingua Spaglinola nella italiana tradotto per Scipione Metelli da Castelnuovo di Lunigiana. ( m ) Piccola impresa pavoniana (*). IN GENOVA Appresso Gioseffo Pavoni. MDXCVIII. Con licenza de’ Superiori. In 8.°, ili pagine numerate 535, carattere corsivo; più altre 30 non numerate. L’opera è dedicata dal Traduttore: AL MOLTO ILLVSTRE AMBROSIO SPINOLA, CHE FV’ DEL SIG. FRANCESCO DE’ SIGNORI DI CAMPO, ETG. La qual dedica afferma a lui dovuta sì per esser (l’opera) nata in sua casa, dove io vivo suo servitore già tanti anni sono; sì anco, per essere il proprio autore dell’ opera molto suo particolare amico. Segue un Carmen di Giambattista Pinelli; quindi la dedica del Ribadeneyra al Principe Filippo ; poi la Prefazione dello stesso al lettore , nonché la Tavola dei capitoli contenuti nei due libri onde l’opera si divide, e finalmente il permesso di pubblicazione del presente volgarizzamento, so-scritto : F. Agostino Gallamini dell'Ordine de Predicatori Maestro in Sacra Theologia, et Inquisitore di Genova. # La stessa opera fu ristampata Panno appresso in Brescia. V) V. Tavola XXII. — - > •• TAVOLA XXli. . , * PICCOLA IMPRESA PAVONI A M ■ . ~ - - I ; - mm Tf. ; CTC . v pc- ca •• •; lare o r Vs:,- • ; !;,!;• i: V. I ,• •• : • ■■■/ OniitiX ù'v TAVOLA XXII. PICCOLA IMPRESA PAVONIANA. ( 255 ) 1598. Scrive il Soprani (') che « Giacomo Maria Ghirardenghi recitò . . . con gradita facondia: Oratione al Senato e Popolo Genovese, nella Coronatione del Serenissimo Duce Lazzaro Grimaldi, recitata 1’ anno 1597. li 27. Decembre. In Genova, per il Pavoni, 1598 « In 4 ° ». La stessa Orazione però attribuisce altrove (2) a Gio. Maria Gherardenghi dottore. 4 599. Dello stesso Giacomo Maria Ghirardenghi nota pure il Soprani (3) : Oratione al Senato e Popolo Genovese, nella Coronatione del Serenissimo Duce Lorenzo Saoli, recitata nel Palazzo Ducale li 12. Aprile 1599. In Genova, appresso il Pavoni, 1599. Rime per la Coronatione del Serenissimo Lorenzo Saoli (stampate con l’Orazione predetta). In 4.° 1599. Ed il Soprani medesimo (4) scrive ugualmente che « Cesare Morando, che fiori nel -1595, fu di faci] vena nella To- C1) Pag. 4 28. (a) Pag. 4G8. (s) Pag. 4 29. (4) Pag. 74. ( 256 ) scana Poesia; le cui Rime furono stampale in Genova appresso Giuseppe Pavoni, 1599. « In 4.° ». 1599. Registra poi il Giustiniani ('), di Filippo de Zanettis, genovese, il seguente, di cui esisteva un esemplare nella Biblioteca Bodleiana: Repertorium legale. Genuae, 1599. 4 599. 4 600. Scrivono il Giustiniani predetto (2) ed il Gamba (3), che la seconda volta in cui si pubblicò una Raccolta di Rime del Chiabrera si fu in Genova per Giuseppe Pavoni. Il Gamba assegna l’edizione al -1599, e la dice del formato di un 8°; il Giustiniani invece la riferisce al 1600, e cita la Biblioteca Classense. Comunque siasi, parmi non possa essere il caso che di una sola edizione; e che vi sia pur modo a conciliare la differenza, pensando che forse il volume avrà portata in fronte una data e nel fine P altra. Di che vedemmo noi stessi, nel corso di questo lavoro, più esempi. '1600. Nota il Soprani (4) che Gio. Battista Gallo, « dottor di leggi et orator di molto pregio », disse ; Oratione deir Unione al Serenissimo Senato di Genova. In Genova, appresso Giuseppe Pavoni, 1600. In 4.° (') Pag. 221, col. (2) Pag. 256, col. (*) Pag. ]\ 0, col. 4; ediz. 1839. (<) Pag. fi7. f ( 257 ) 1600. Nella Civico-Beriana, e presso il lodato socio avv. Avignone: DISCORSI- politici DI PAOLO PARVTA NOBILE YINETIANO CAVALIERE, E PROCVRATOR Di San Marco. Ne i quali si considerano diversi fatti illustri,e memorabili eli IPrincipi, e di Republiche Antiche, e Moderne. DIVISI IN D V E L1DIU. Aggiontovi nel fine un suo Soliloquio, nel quale VAuttore fa un breve essamine di tùtto il corso della sua Vita. Indi r impresa prodotta alla Tav. XVII (l). Iiv Genova, Appresso Giuseppe Pavoni. MDC. Con licenza de’ Superiori. . In 4.° Seguono al frontispizio 4 pagine non numerate, nelle quali si contiene, in bel carattere tondo, la dedica del tipografo ad Antonio Roecatagliata, datata: Dalla Stampa il dì xxv. Aprile MDC. In essa dedica il Pavoni tesse un elogio delle virtù e del (’) V. a pag. 209. 17 ( m ) sapere del dedicatario, e soggiunge clic sì le nne come l’altro sempre rileveranno nell’Historia della sua Patria, nella quale si esser-cita in maniera, che da ogn’ uno è aspetlata con sommo desiderio (’). Finalmente così conclude : Non mancano à me le cagioni d’ indirizzare questo Libro à V. S. Illustrissima, ma h'ora mi lasta solo di far palese 1’ obligo, che le liò d’ havermi introdotto in questa Città’, d’havermi dato luogo fra quei, che la servono, d’ ha vermi preso nella suapro-tettione, e di farmi tutto il giorno singolari favori, e benefìcij. Succedono poscia altre sei pagine, in corsivo , e del pari senza numerazione, ove si ha la 7"avola degli argomenti di ciascun Discorso, che sono XV pel primo libro e X pel secondo. E viene appresso il testo dei Discorsi medesimi, in carattere corsivo piuttosto grosso ; i quali abbracciano pagine numerate 670. 4 Alla pagina 671 comincia poi il Soliloquio, impresso egualmente in corsivo,* e che continua fino alla pagina 692. (1) L’autografo di tale Storia serbasi nel nostro Archivio Governativo; nè l'opera è da confondere cogli Annali pur mss. onde, secondo già notammo a pag. 152, il Roccatagliata ebbe incarico dalla Repubblica; i quali (scrive lo Spotorno, III. 48) « divisi in otto libri, dall’ anno -1381 discendono a tutto il 1607. L’oggetto principale di quest’opera pare che sia questo, di mostrare che alla Repubblica si doveano i regii onori; contesa che allora cominciava a sorgere nell’ozio e nell’abbondanza della pace. Esattissimo è dunque il Roccatagliata nelle minute particolarità del cerimoniale; preciso ne’ titoli; e perciò noioso e frivolo. Non lascia però di registrar con sincerità gli avvenimenti degni di ricordanza. Il suo stile italiano non è rozzo ; ma languido, e poco docile ai precetti de’ grammatici ». ( 239 ) Vengono ultime altre 26 pagine, nuovamente sprovvedale di numerazione, dove si legge la Tavola di tutte le cose notabili contenute nei suddetti Discorsi; e chiude il volume lo stemma grande pavoniano già riferito alla Tavola XX (*)• IV. AGGIUNTE E CONCLUSIONE DI ALCUNE ALTRE EDIZIONI GENOVESI E DI QUALCHE RETTIFICAZIONE. Nel corso della stampa di queste Notizie ci avvenne di ra- . dunare altre indicazioni, le quali giovando precipuamente a crescere la serie delle edizioni genovesi nel secolo XVI, ci parve ben fatto di qui soggiungere a guisa di Supplemento secondo 1’ ordine cronologico. 1503. Conventiones . . . Saonae (pag. 50). Un esemplare membranaceo di queste Convenzioni fu collocato addì 4.° Luglio scorso nella Biblioteca Comunale di Savona, secondo la notizia datamene dal eli. Desimoni. Una copia cartacea delle stesse esiste inoltre nella Civico-Beriana. 4 510. Scrive il Soprani (2) che « Desiderio Parodi, . . . raro nella prattica delle leggi pontificie, fiorì nel 4 510; et ad instanza d’un suo caro amico diede alla luce un’ opera intitolata : De IPagis quae fìunt in Monte Sancti Georgij Genuae ; C) Pag. 249. (*) Pag. 81. * % ( 260 ) el una altra, col titolo: Quomodo Homo cura Deo vivere possit....... Le suddette Opere si conservano in Genova nel Monastero di S. Agostino ». Se però le medesime siano state impresse nella nostra città egli non lo dice ; nè io ho argomento alcuno per affermarlo o negarlo. Stimai tuttavia utile cosa il farne cenno, come per memoria ed invito a chi avesse modo d'instituire sulle antichità della nostra tipografia ulteriori investigazioni e ricerche. Anche il Lasor cita la prima delle opere suddette, e vagamente secondo il consueto (’). Ì516. Psalterium Hebraeum etc. (pag. 59, nota 4). Su questa edizione è da vedere ciò che ne scrisse il P. Spotorno in due rari e dotti Ragionamenti della Bibbia Poliglotta di Agostino Giustiniani, edito l’uno in Livorno nel -1818 e l’altro in Genova due anni appresso (-). Nota egli pertanto delle copie in carta che « Francesco I imperatore non isdegnò donarne una ..., benché guasta dell’umido, alla Biblioteca Magliabecchiana di Firenze; come si rileva da un cartello incollato nel libro ». E prosegue: « Degli esemplari in carta pecora, uno ne possiede la Laurenziana; ed é congettura del . . . Biscioni, che sia quel medesimo, che l’Autore presentò al Pontefice (3). Un altro aveano i PP. Predicatori in Bologna, ma ora si conserva nella ricca Biblioteca dell’Università. È probabil cosa, che il Giustiniani regalasse questo codice prezioso a quel celebre con- (1) Lasor, loc. cit. Desiderii Parodii Libcr de Montis S. Georgii Paghis. (*) Si custodisce un esemplare d’ entrambi dal eh. socio avv. Avignone. (s) Catal. Laurent, pi. 7, part. post., cod. n. 3. ( 261 ) vento, (love risieder doveva allorché spiegava nel pubblico studio di Bologna il libro delle Sentenze (*) ». Soggiunge quindi a proposito di essi esemplari membranacei: « Non ignoro che già varie copie di libri si eran vedute stampate in pergamena; e molti esempi ne somministra l’esattissimo Catalogo della Biblioteca de' Volpi; ma che 50 esemplari di un volume in foglio ne fosser tirati, credo non se ne abbia esempio nella storia tipografica (2) ». Finalmente circa X’ Errata avverte: « Gli errori scorsi vengono corretti nella Errata, alla quale lavorarono Battista Fieschi per la parte latina, il Giustiniani per le altre, aiutato forse da’ suoi amici, eh’ ei loda negli Scolj, Cicala, Fornari e Sauli, dotti nelle lingue orientali ; circostanza notabile per la genovese letteratura. 11 Mittaire . . . non lasciò di notare la diligenza di quell’ errata corrige, da lui delta accurata recognitio. Spiacemi per altro che lo stampatore abbia trascurato i dittonghi negli Scolj, e v’ abbia adoperato un carattere che tira alquanto all’acuto del gotico. Nel rimanente i caratteri ebraici e latini sono di nitida forma; e l’edizione é ben intesa, e distinta; cosicché anche nello splendore delle stampe Bodoniane, e nella perfezione di quelle di Cagliari, l’erudito bar. Vernazza (3) trovò motivo di lodare la genovese, con le parole seguenti : — La proporzione, e lo ripeto volentieri, è il grande arcano della tipografia. Piacque un tempo, e con ragione piace ancora, il Salterio ottaplo del Giustiniani impresso da Pier Paolo Porro — » (4). Aggiungerò in ultimo che un altro degli esemplari membranacei si custodisce alla Marciana dì Venezia; e fu testé de- C1) Ragion., 1820; pag. 6-7. (’) Ragion, cit., pag. 18. (3) v. annot. 26 al canto 3 del Poema intit. Su tesoru de sa Sardigna. C) Ragion, cit., pag. 20-21. ( 262 ) scritto dal eh. Valentinelli ('), il quale pensa a ragione che il Giustiniani medesimo lo inviasse al Doge di quella così illustre Repubblica. i 534. Alle Orazioni del Partenopeo, di cui sotto gli anni 4538-39-40 (pag. 75-77), si aggiunga la seguente notata dal Soprani (2): Oratio de Charitate Patriae ad Senatum Genuen-sem. 1554. In 4.° Edizione al certo d’Antonio Bellone. 1543. Un esemplare della Contemplatione ecc. del Robbio, citata a pag. 79, vedeasi testé annunciato nel Catalogue de livres anciens qui se trouvent ... à la Librairie Tross (3). -1550, circa. L’Urbana conserva una bella edizioncina, in 8.° piccolo, della Divina Commedia, senza alcuna indicazione di luogo, d’anno e di tipografia, e così pure senza marca di carta od altro segno distintivo. Nel frontispizio si legge in maiuscoletto romano : TERZE RIME DI DANTE. (’) Nel Giornale delle Biblioteche; 15 giugno 4869 ; num. XI, pag. 8i. (*) Pag. 229. Nel tergo : ( 263 ) LO’ NFERNO E’L PVRGATORIO E’L PARADISO DI DANTE ALAGHIERI E subito al principio della terza pagina, segnata a-ii: Nel mezzo del camiti' di nostra vita ecc. E sono in tutto nella stessa pagina nove terzine. I canti si succedono senza altro intervallo che la numerazione romana , talora posta in fin di pagina, sino a G-vi, seerno; tutti gli altri sono quaderni. Nel retto dell’ ultima carta, verso la fine, è l’ultimo verso: L' amor, che muove 'I Sole et l’ altre stelle. Sarebbe mai una edizione genovese della prima metà del secolo XVI? I caratteri mi paiono belloniani; nè io la trovo notata da alcuno de’ principali bibliografi. 1557. Ricorda il Mazzucchelli 0 che Andrea Bava, nobile di Ca-vagnola in Monferrato, prete secolare, diede alle stampe: # Trattato bellissimo della Fede con una brevissima e mol to utile cLicbiarazione del Simbolo de’ Santi Apo-stoli, delli detti della Sacra Scrittura, Sacri Canoni, e Dottori della Santa Cliiesa. In Genova, per Antonio Belloni, 1557. In 8.° (’) Voi. II, par. I, pag. 557. ( 2G4 ) 1559. Presso l’avv. Gaetano Avignone: SERMONI FVNEBRI DE VARI AVTORINELLA MORTE DE DIVERSI ANIMALI. Stemma entro scudo cimato da elmo, con isbarra trasversale da destra a sinistra. In Genova. MDLVIIII. In 8.° piccolo, di carte 36 numerate ; caratteri belloniani. Nel tergo del frontispizio si legge : TAVOLA. Di Frate Cipolla nella morte del suo Asino detto Travaglino. Di Bertolaccio nella morte del suo Cavallo detto Passamonte. Di Frate Puccio nella morte del suo Pedoccliio. Del Burchiello nella morte d’un cane detto Lionzo. Del Cimarosto nella morte d’un Simione. Del Piovano Arlotto nella morte della sua Civetta. Di Ser Berlaccolone nella morte d’una Gaza. Di Monna Fiore nella morte d’un Gatto. » Di Catosso nella morte d'un Mergone. Di Monna Tessa nella morte d’un Gallo. • Di Monna Checca nella morte d’un Grillo. Succede nel retto e verso della carta 2 la dedica, in carattere tondo, e senza alcuna sottoscrizione : AL S. NICOLO DELLI ALBERTI DA DORMO CONTE ET CAVAGL1ER Dignissimo. % ( 265 ) E tosto in capo alla carta 3 cominciano i Sermoni, in corsivo piccolo, i quali si continuano senza interruzione fino al retto della carta 34, di cui occupano ancora 4 linee. Viene poscia : Dalla quale si comprende che l’Autore di questi Sermoni, onde già nel \ 548 era stata fatta in Venezia una edizione dal Giolito, é uno solo, e precisamente il Landò medesimo di cui si enunciano altre opere certe e conosciute, cioè: un commentario delle mostruose cose del Mondo, un Cathalogo delli Inventori delle cose che si mangiano, et che si beveno : un volume di novelle : co alcune traduttioni d’autori Greci, non più vedute a’ nostri tempi..... L’esemplare che abbiamo fra mani, e che è lo stesso cui si accenna nel Catalogo di Gaetano Schiepalti in data di Giugno 4 869 (*), ha pure annesse alcune paginette d’annotazioni mss. C) Pag. 86, num.*2436. Il Mazzucclielli (voi. II, par. I, pag. 428, par. il, pag. 4 02o , par. IV, pag. 2437) ricorda con poca esattezza questi Sermoni, attribuendoli interamente ora a Bertaccolone ed ora a Bertolaccio, colla data, rispetto a quest’ultimo, del 1589. Altri non meno erroneamente li ascrisse pure al Burchiello. Il Brunet nella prima edizione del suo Manuel du Libraire (§. Sermoni) attribuisce l’edizione di Genova a Ginevra; ma nella ristampa del 1864 ha corretto lo sbaglio. POX-OOX^k. IDI UVE. HORTENSIO LANDÒ DITTO IL TRANQVILLO PER L’ AVTTORE. __ ( 266 ) 1567. Dal Cinclli (') : La Impresa di M. Cesare Trevisani da Carteceto, airillustriss. Sig. Gio. Andrea Doria. In Genova, appresso Antonio Bellone, 1567. In 8.° 1568. Avendo il sullodato socio avv. Avignone acquistato pure di recente un bell’ esemplare delle Costituzioni del vescovo Lo-mellino, accennate a pag. 112, credo utile desumerne le seguenti più ampie indicazioni. CONSTITVTIONES ET DECRETA CONDITA IN DIOECESANA SINODO LVNENSI ET SARZANENSI. SVB ILL.M0 ET R»° D. D. BENEDICTO LOMELLINO MISERATIONE DIVINA S. n. E. TIT. S. SABINAE PRESBITERO CARDINALI LVNEN. ET SARZAN.* EPISCOPO ET COMITE. Stemma Lomellini entro scudo sostenuto da putti, è sormontato dal cappello cardinalizio. * GENVAE APVD ANTONIVM BELLONVM M. D. LXVIII. (’) Biblioteca volante, Scanzia XI, pag. 33. Dove l’anno 1667 si ha da ritenere come un troppo manifesto errore tipografico. ( 267 ) In 4.°, di pagine 416 numerate in bel tondo; più altre 6 in principio, di carattere corsivo, nelle quali si contengono l’indice de’ capitoli, che sono 25, ed una lettera pastorale del Lomellini a’ suoi Diocesani. In fine sono altre 2 pagine del pari non numerate. La prima è interamente occupata da una specie di Dialogo fra il lettore ed il clero sarzanese, che comincia: Lector. Reverendi Patres, placet nè vobis de constitutionibus lectis, per Illustrissimum Cardinalem Episcopum nostrum statutis? Clerus. IPlacet , et illas servare promittimus. Nella seconda poi è il certificato della lettura e pubblicazione di esse Costituzioni, stata fatta nella chiesa parrocchiale di Santa Maria di Spezia, addi 20 Maggio 1568; cui soscrive: Franciscus Manechia Notarius publicus Collegiatus Sarzanen. et Praefati Illustrissimi, ac Reverendissimi Domini Cardinalis Episcopi, Cancellarius 1569. Soggiunge il Mazzucchelli (•) che dietro alle Stanze di diversi eccellenti Poeti, citate alla pag. 115, vedesi impressa una Questione di Flaminio Nobili, con un Madrigale inseritovi di Alfonso d’Avalos. 1570. Con P occasione di queste Aggiunte ci teniamo anche in debito di avvertire come la Selva ecc., accennata alla pag. 116 sulla fede del Soprani, sia da considerare una sola cosa con Voi. I, par. II, pag. 1222. ( 2G8 ) quella ricordata dal Mazzucchelli, e notata da noi a pag. | |f). Il lettore ci dia venia della doppia citazione, ed unisca al primo articolo quanto soggiungesi nel secondo a proposito del Bonfadio. 1570. Stando allo Ruele, continuatore del Cinelli, il Ragionamento o Dialogo dello Zabata, citato alla pag. \ 16 (nota 4), sarebbe uscito in luce la prima volta nel 4 570, con dedica ad Orazio Lcrcaro (e non Ottavio, com’ egli dice). Questa dedica, firmata col nome di Laura (una delle sei interlocutrici del Dialogo), leggesi pure nell’edizione del I583, e reca infatii la data di Genova IO Luglio 1570; ma quivi è preceduta da altra dello Zabata del 13 Aprile 1583 ad Ottavio Imperiale, cui viene pure dal medesimo indirizzato un sonetto. Ma se l’edizione del 1570 sia stata eseguita in Genova od altrove, ecco ciò che noi vorremmo principalmente conoscere, e che lo Ruele non dice. Soggiunge invece essere « Christoforo Zabata da Moneglia (e non da Oneglia, come riferimmo sulla fede del Melzi che cosi vi lesse), come si trae dalla Pistola al Lettore da lui posta in fine, ancorché egli si sforzi di far credere il contrario ». Ora neanche sopra ciò noi siamo in grado d’aggiungere alcuna cosa. Solamente osserviamo che in fine all’edizione del 1583 vedesi del pari una epistola dello Zabata ai lettori; e notiamo altresì che in essa non trovasi la benché menoma allusione al luogo della nascita del nostro Autore. * ( 2G(.) ) I 574. Un Catalogo dì Libri in gran parte rari e curiosi ('), registra di Marco Teluccini , detto il Bernia: Paride e Vienna, in ottava rima. Genova, Bellone, 1571. In 4.°, molto bello, di pag. 4 19. ♦ * 1576. Dal Cinelli (2) : Il modo cLi preservarsi dalla peste, di Giovan Agostino Con tardo Medico genovese. In Genova, appresso Marc’ Antonio Bellone, 1576 In 8.° (3). 4 576. Dallo stesso (4) : Difesa contro la Peste di Marcello Squarcialupi Medico e filosofo, con le vere ragioni del vivere, e de’ debiti reggimenti avanti, dentro e doppo la pestilenza. In Genova, appresso Marc’Antonio Bellone, 1576. In 8.° C1) Lucca, tip. Giusti, 1867; pag. 58, num. 2i3l. V. anche Brunet, voi. V, pag. 693. (5) Biblioteca volante, Scanzia, VII, pag. 53. (3) Di quest’opera si#ha pure un’edizione genovese de! 1630; di cui serbasi un esemplare nella R, Universitaria. (4) Loc. cit., pag. 94. ( 270 ) 1585. Dal Catalogo generalo di Gaetano Schicpatti (*): Oratione di fra Francesco Panigarola in morte e sopra il corpo di San Carlo Borromeo. Genova, 1585. In 4.° • * 1585. Dallo stesso (2) : Lettera sulla morte del card. Carlo Borromeo del p. Bascapè. Genova, 1585. In 8.° 1587. Delle Lagrime di S. Pietro del Tansillo trovammo più tardi un esemplare nella Civico-Beriana. L’impresa bartoliana‘che vi è nel frontispizio non è quella della Tavola XVI, ma l’altra della Tavola XIX che vedesi a pag. 234 di queste Notizie. 1590. A conferma di quanto abbiamo avvertito a proposito di Emanuele Filiberto Di Negro in nota alla pag. 222, soggiungiamo che nello stemma del medesimo campeggia in alto la croce di Savoia. (1j Pag. 287, num. 8012; art. Miscellanea. (') Ibid. ( 271 ) 1590. L’ Orazione di Pasquale Sauli, di cui a pag. 227, venne per mera inavvertenza collocata dopo alcuni articoli che spettano al 4 591. Avrebbe invece dovuto precedere al Libro secondo delle Prediche del Musso riferito a pag. 224. Ma anche di ciò nutriam fede che vorrà tenerci per iscusati il discreto lettore. DEI TIPOGRAFI RICORDATI IN QUESTO LAVORO. Riepilogando quanto siamo venuti finora esponendo, ci sembra di dover fare anzitutto uno speciale ricordo de’varii tipografi i quali hanno relazione diretta colla storia della stampa in Liguria. E primi e più antichi fra essi, allo stato delle nostre cognizioni, appariscono Jacopo e compagni da Fivizzano (1472), e l’editore della Razone de la Pasca (1473), se tale curioso opuscolo, come pare grandemente probabile, fu impresso in Genova, od almeno nel suo territorio. Nel 4 474 Mattia Moravo e Michele da Monaco vi stampano la Pisanella; ma sono ben presto costretti a riparare in Napoli, per non incorrere nelle ire degli amanuensi, i quali hanno per sé la protezione del Governo. Savona pregiasi a buon diritto di una edizione di Boezio, eseguitavi lo stesso 1474 dal tedesco Giovanni Bono; il quale si giudica che l'anno dopo vi stampasse del pari il Doctrinale di Alessandro Gallo, a que’ giorni ricercatissimo. Certo il Bono, che era monaco, dovette, in grazia di questa sua qualità, trovarsi più agevolmente al coperto da molte persecuzioni e fastidi; nè egli altro lamenta infatti se non chela ( 272 ) mancanza aliquarum rerum quae ad hanc artem perlinent impressori, e delle quali copia fieri non potuerit in huius artis initio. Lo stesso vorremmo pur dire di Battista Cavallo, de’ carmelitani, che stampò in Genova (1480) 1’ opera d’ Annio Viterbese, De futuris Christianorum triumphis. Abbiamo inoltre memoria di un Benedetto genovese (l‘480) e di Francesco da Moneglia (1481); ma non conosciamo che abbiano impresso alcun libro fra noi ; bensì li troviamo a Venezia. La cospicua terra di Lavagna vorrebbe per sé quel Filippo che tanto operò in Milano- e Novi si gloria de’ suoi Girardenghi, i quali tengono con onore il campo negli annali della tipografia veneziana e lombarda; oltrecchò Francesco stampò in patria la Somma Battistiniana (1484), e Nicolò vi fece a sue spese imprimere da Simone Bevilacqua Enciclopedia medica del Silvatico (1512). Ma Savona ci mostra più altre edizioni, commecchò tutte eseguitevi da stranieri, le quali spettano a’ principii del secolo XVI; e Francesco da Silva col Bevilacqua summentovalo occupano certamente, per la bellezza e. l’importanza de’loro lavori, il posto più ragguardevole. Non sembra però che tale città lungamente serbasse il vanto della propria tipografia; che questo forse, con altri più e colla stessa libertà, le venne meno dopo i luttuosi fatti che la sua storia politica ha registrati sotto l’anno '1523. Notiamo che l’ultima edizione savonese da noi conosciuta é il Libellus de natura animalium, il quale v’impresse Giuseppe Berruerio (1524). Se altre importanti Comunità della Liguria (ad eccezione delle fin qui ricordale, e di Loano che ne va debitrice alla oltrapotente dominazione de’ Principi D’ Oria) abbiano avuta una qualche tipografia lungo il periodo cui si estendono le nostre ricerche, non ci vien fatto di raccogliere. Nè ci è lasciato troppo sperare, se consideriamo le edizioni che si fecero in ( 273 ) Genova si d’ alcuno opere di cittadini appartenenti a quelle medesime Comunità, e si de’ varii sinodi di Sarzana e d’Albe nga. La prima edizione certa, che sia comparsa in Genova nel secolo XVI, reca la data del 4 516; ma basti, a compensarci del ritardo, eli’essa sia il Salterò poliglotlo di Agostino Giustiniani , altrove da noi lodalo colle parole del benemerito Spo-lorno (‘). Lo stampò il milanese Pier Paolo Porro, che si qualifica abitante di Torino (Taurini degens), e che eseguì la magnifica edizione nelle case di Nicolò fratello al Giustiniani medesimo, governando pel re Francesco I di Francia Ottaviano Fregoso munifico protettore d’ogni bell’arie. Sappiamo dal Yernazza (2) che questo Pier Paolo essendosi recato col fratello Galeazzo in Torino, v’esercitarono dapprima entrambi l’ufficio di zecchieri ducali, ed eziandio l’arte di « intagliatori di monili ed altre fregiature in oro »; e « si rivolsero poi alla silografia ed alla stampa de’ libri ». Parlando quindi di un Graduale da essi stampato nel 1512 in Torino, osserva; « La mondezza novissima dei tipi, e la integrila delle figure intagliale, e l’antecedente professione dei Porro nella zecca e nell’orificeria, m’ inducono in questo pensiero: che . . . volgessero l’arte del conio e del cesello a lavorare i punzoni e le madri; che fondessero i caratteri; e che intagliassero in legno » (3). Ragiona poscia de’ meriti del Saltero, e dietro la scorta di tali premesse, pensa che lo ingegno di cui nel medesimo si dà lode a Pier Paolo colla epigrafe: Impressit miro ingenio ecc., non sia già « da locare in quelle fatture che sono del compositore e del torcoliere; ma sì bene in quella parte che è la più nobile del magistero tipografico; vale a dire, (’) V. a pag. 260. (4) Dizionario ecc., pag. 280. (3j lei., pag. 284. 1S ( 274 ) secondo il Fournier ('), la taillc des poincons et la /'aule des lettres » (-). So altro operasse il Porro, fra noi non consla , nè sembra probabile, dacché presto ricomparisce in Torino, ilove.« seguitò a stampar libri almen fino al 1531 » (3); ma gli succede Girolamo De Benedetti, colla stampa d’Ammiano Marcellino (1517); e che qualificandosi Bononiensis, non ci lascia supporre alcuna relazione o parentela con quel Nicolò Benedetti che si dice catalano o spaglinolo, e che unitamente al precitato da Silva esercitò la tipografia in Torino. Bensì è da notare col Manzoni, che i Benedetti bolognesi impressero « con somma perizia nell’urte » (l). Poco stante però la Repubblica, che trascorse aveva le prime decadi del secolo contristata fra le intestine fazioni e i dominii stranieri, riacquistata eh’ ebbe la libertà e riformate le proprie istituzioni, si preoccupava essa medesima de’ vantaggi di un’arte alla quale, come tanti altri Governi, avea pur messi ostacoli ne’ suoi principii, ed inviava il cancelliere Lorenzo Sorba in Torino a cercarvi del tipografo Antonio Bellone (1533). Il quale abbiamo dall’annalista Partenopeo che aderì all’invito; e fu così il primo, che proietto e favorito dalla Signoria die’ in Genova stabile assetto alle cose tipografiche. A que’ giorni la stampa era grandemente in fiore nella metropoli del Piemonte; e forse noi non ci dilungheremmo dal vero sospettando il Bellone un allievo del Porro, e credendolo prescelto dalla Repubblica in vista dell’eccellenza cui era giunto il maestro, che di tal epoca doveva essere già trapassato. Le edizioni d’Antonio Bellone hanno comunemente il pregio della nitidezza; e sono eseguite con varietà di caratteri: le (') Pag. s. (’) Vernazza, pag. 289. (3; Vernazza, pag. 281. (4) M.'.nzo'i, Annali tipografici torinesi; pag. 2‘JO. ( 275 ) pii! in corsivo o tondo, alcune nel gotico; e ili quest’ultime troviamo il più recente esempio nell’operetta Planctus Divi Bernardi del 4 5fi8. Sono inoltre adorne di fregi, d’iniziali a disegno, e d'altre composizioni silograflche, pascolo non indegno ne scarso per chi studia i progressi della calcografia. Nel nostro caso poi que' fregi e quelle composizioni possono aversi in conto di altrettanti criteri, i quali dovranno essere bene avvertiti da chi prenda a classificare anonime edizioni; perchè, giudiziosamente adoperati, guideranno talvolta a rintrac-. ciarne lo stampatore. Dicemmo giudiziosamente, perché non é da ommeltere come tali fregi ecc., al pari de’ caratteri, s’incontrino ripetutamente usati anche a non brevi intervalli, come appunto lo attestano le diverse operette ascetiche stampate dallo stesso Celioni, le quali recano sempre l’effìgie del-1’ Ecce Homo (*); e più ancora, fra queste, le Vile della B. Angela da Foligno e della B. Caterinetta da Genova, il cui frontispizio ha una composizione medesima del Crocifisso' e della Beala a’ suoi piedi. Inoltre il Liber elucidalionis di frate Francesco Meddense (3) ed il Planctus Divi Bernardi si fregiano entrambi di una stessa silografia esprimente la Crocifissione. Belle e splendide edizioni fra quelle d'Antonio Bellone sono poi i Castigatissimi Annali del Giustiniani, le Orazioni del Partenopeo, gli Statuii della Repubblica e di Corsica, le Leggi di S. Giorgio, i Responsi de’ varii giureconsulti e del Collegio di Padova, ecc., fino al 1573. Negli Statuti Criminali del 1557, (’) La composizione di questa figura è molto somigliante a quella di una Pace cogli stemmi sforzeschi, prodotta dal Cicognara alla Tavola Vili. B. delle sue Memorie spettanti alla Storia della Calcografìa. (2) Ecco per esteso, come ce lo favorisce il eh. sig. comm. Domenico Promis, Bibliotecario di S. M. in Torino, il titolo di questo libro da noi citato (pag. 100) per lo memoria fattane dal Vernazza: Liber elucidationis oCì i tutu tu catholi-carum contra enitentes doctrinam catholicam oppugnare. È in 8.°; e la dedica dell’Autore porta la data di Genova, Agosto Ioo7. ( 270 ) egli assume titolo di tipografo ducale; e di questo medesimo titolo fregiasi quindi Sfare'Antonio Mellone nella stampa delle Lcges Novae il 1570. Di costui e di Cristoforo Bellone, abbiamo inoltre diverse edizioni a partire dal già detto anno 1573, in cui Antonio mori o per lo meno si ritirò dall’ esercizio dell’arte (*); e di quest’ ultimo anzi ci sembra poter giudicare che l’uno e l’altro fossero figli (2). Di Marc’Antonio sappiamo ancora che del 1581 si trasferiva a Torino (3), ma non è improbabile che di là tornasse fra noi; Cristoforo giudichiamo che pubblicasse nel 1579 gli Elogi del Foglietta tradotti dal Conti, e nel 1583 le Bellezze di Genova del Paschetti ; nè di lui in Genova abbiamo ulteriori notizie ('*). Gabriello Pelo, cancelliere dell’Ufficio di Moneta, asserisce ili bavere autorità nel maneggio della stamparia; e perciò fa dedica delle Leggi Nuove ad Agostino D’Oria il I584 (5). Or (juesta autorità derivava per avventura al Pelo in Genova nella guisa medesima clic a Cesare Boccardi in Torino, il quale notammo che presso i Lorenzini esercitava il governo . . . della stampa de’ libri . . . di quella molto illustre compagnia; o forse egli aveva interessi anche più diretti nella tipografia genovese, e ad altri ne confidava la gestione, giacché sia per li carica ond’era rivestito e sia per la sua qualità di nobile, li Giustiniani riferisco al 1580, corno stampato da Antonio Bolloni, le Costituzioni sinodali di Sarzana del Vescovo Loinellino (V. a pag. 150 delle presenti Notizie); ma egli qui scambiò certamente il semplice nome d’Antonio con quello di Marc’Antonio. (2) Cesi, rispetto a Cristoforo, interpretiamo Filius Antonii ie iniziali F. A., che figurano fra le note tipografiche nel Dialogo de’ Cambi ecc. (V. sotto il 1573, pag. 180). (3) V. a pag. 153. (4j Aveva il detto Cristoforo tipografia anche in Torino; c fu da Carlo Emanuele 1 , con privilegio de’ 25 Novembre 1582, dichiaralo stampatore ducale (Vernazza, p. 21). (s; V. a pag. (1G5. ( 277 ) non avrebbe allora potulo esercitare quel negozio ed officina col proprio suo nome. Di Antonio Roccatafjiala, cancelliere ed annalista della Repubblica, e della parte rilevantissima che reputiamo gli spetti negli annali della nostra tipografia, ci riserviamo a dire nel successivo capitolo. Nella serie de’ tipografi genovesi a Marc' Antonio e Cristo-foro predetti succede Girolamo Bartoli, le cui stampe cominciano il 1585 e proseguono in buon numero fino al 1591. Ma in tale anno certamente egli cessò di vivere; perchè più altre edizioni che recano questa data si dicono fatte dagli Eredi di esso Girolamo. Chi poi- fossero questi, e quanti, non è chiarito; solo abbiamo contezza di Pietro Bartoli, il quale a nome della compagnia onde è socio, e forse il principale interessato, scrive alcune dediche, e si mostrerebbe di non iscarso ingegno, se a lui potessimo attribuirne con sicurezza il dettato. Ma ciò che più monta il notare, egli è che Girolamo e i suoi eredi recarono fra noi l’arte tipografica ad un tal grado di perfezione, cui prima di essi non era giunta; onde levarie edizioni del Foglietta, del Bonfadio ecc., possono senza fallo sostenere degnamente il confronto colle migliori del secolo XVI. Che diremo poi della Gerusalemme liberata del Tasso, impressa l’anno 1590? Questa, che fu da più valorosi bibliofili lodatissima, non solamente segna il punto culminante per la splendidezza della stampa; ma ci chiarisce un concetto nuovo, a colorire il quale posero mano col Bartoli elettissimi uomini; vogliam dire quello delle edizioni che oggidì, con vocabolo troppo spesso abusato, si dicono illustrate (*). (*) Abbiamo dal Soprani (Vite de’ pittori ecc., voi. II, pag. loo) che Bernardo Castello avea sino dal 1586 formati i disegni delle storie onde questa veramente bella edizione si fregia ; e quelli mandava poscia in dono al Tasso, elio, ricevendoli con gratissimo animo, attcstava all’insigne artista la propria I ( 278 ) Giuseppe Pavoni che viene dopo de’Barloli, e le cui edizioni cominciano il 1598, rimane a costoro di gran lunga inferiore. Egli è F ultimo de’tipografi del secolo XVI; ma abbraccia alcune decadi del seguente. Resta or qui che dopo gli stampatori facciamo una breve memoria de’ librai, il cui nome comparisce del pari in queste Notizie. Essi sono Stefano di Allegro da Savona, che aveva negozio in Genova, ed alle cui istanze il Berruerio stampò, nel 1518 in Mondovì, le Rivelazioni di Santa Brigida; Domenico Scotto, anch’ esso savonese, di cui abbiamo notizia da un libro eh'ei legò a Nicolò Barbarino il 1523; ed Antonio Orerò, forse socio a Girolamo Bartoli che eseguì verisirnil-mente psr di lui conto diverse edizioni, nelle quali il nomedi esso Orerò si legge impresso. Inoltre di Francesco da Silva, già ricordalo come tipografo, si ha pur notizia che esercitò il commercio librario. Ne’ conti dei Tesorieri Generali di Savoia gli si vedono anche pagate alcune somme per legature; e si rileva che nelle stesse venivano allora adoperati i velluti di Genova (l). riconosccn/a col Sonetto clic leggesi fra gli altri in capo al volume della Gerusalemme, e con una lettera di cui il Soprani, che narra d’ averla veduta, riferisce il principio. Fece pure il Castello i disegni a penna per un poema sulla regina Ester, tuttora inedito, di Gabriello Chiabrera. Un frammento autografo di questo, con venti de’ predetti disegni, si custodisce oggi nella nostra Biblioteca Universitaria, e comincia dalla descrizione d’un reale convito coi versi che seguono: Nel vestibulo altiero tra fresch’ ombre Del regai bosco d'amirabil piante Beveano gl' invitati in nappi d’ oro Superbamente fabricati in forme Varie d' aspecto e d’ornamento raro. (’) V. Marocco, Cenni sull' origine ecc. dell'arte tipografica in Torino; pag. \\. Dove si leggono, sotto il il Ottobre H95,1rpagati 3 fiorini a' maislre ( 279 ) Ma anche di al tri librai, legatori ecc., abbiamo qualche notizia; la quale con la presente opportunità vogliamo eziandio riferire. E prima è quella di un Viviano da- Varese, che ci è fornita da un bel Salterò membranaceo in 4.°, alluminato, con fregi, figure ecc. del secolo XIV, serbato in questa R. Universitaria , legato in tavole coperte di cuoio nero. Nella parte anteriore sono impresse dieci piccole storie esprimenti rAnnunciazione, la Crocifissione, ecc., incorniciale e disposte per modo, che rendono imagine della celebre porta di bronzo a San Zeno in Verona; e nella posteriore è un grazioso ornamento di fogliami che partono da un vaso. Qui poi, nella cornice che rinserra 1’ornato medesimo, si legge: opvs . VIVIANI . DE . VARIX10 . CARTAMI . IN . CARVBEO . FILI . IAN. Nella quale località, non meno che nell’angusta via presso la piazza de’ Banchi, a cui tuttora rimane il nome de’ Cartai, è poi da ritenere che facessero appunto dimora i legatori e i venditori di carta ; onde un codice membranaceo in 4.° del secolo XVI, posseduto dal già ricordato socio sig. Giambattista Vii-la, e che contiene parecchi atti riguardanti il Comune e privati cittadini di Chiavari dal 1521 al 4567, fu aneli’ esso legato in una officina del Vico del Filo. La legatura in cuoio rosso sopra tavole, è molto bella e diligentemente eseguita; agli angoli ed al centro stanno borchie d’ottone, e mancano le mappe o fermagli. Le due parti sono poi egualmente fregiate in questa guisa: una leggiadra composizione ornamentale di fiori e foglie, forma co’ suoi giri quattro piccoli tondi, ne’ quali sono francoys de Silva librere de Turìn (per) ung quart d’aulne de fin velours viollet de Genes doublé, pour couvrir ung livre de chant, que ma dite Dame (la Duchessa di Savoia) a donne à madame de Fruzasch. Similmente, il 27 Aprile 1496, si paga allo stesso Silva il prezzo di un demy tier de fin vellours noir doublé de Genes pour couvrir Ics Heures de Madame. * ( 280 ) ritratti i simboli degli evangelisti, e circonda una medaglia col nome di Gesù attorniato da raggi fiammeggianti. Nella cornice è scritto : opvs . antonii . de . tabia . in . carvbeo . fili . in-•• clite . civitatis . iANVE. E segue a qualche distanza un’altra cornice tutta composta di stelle (1). DELLE IMPRESE E. DEGJ.I STEMMI. Anche sulle imprese, i monogrammi e gli stemmi da noi prodotti per fac-simile, crediamo dover sottoporre alcune brevi considerazioni al lettore. Di Francesco da Silva alquanti monogrammi furono già pubblicati, nella forma diversi ma identici nella sostanza (2). Quello da noi riferito alla Tavola I (3) componesi di un rettangolo a fondo nero, contornato da una linea a mo’ di cornice. Nella parte inferiore del rettangolo è inscritto un circolo, entro il quale stanno le lettere F e S, iniziali del tipografo. Sovrasta al cerchio una croce, 1’ asta della quale partendosi poscia in due forma una specie di triangolo, quasi a piedistallo della croce medesima; e verso il centro é disegnato alcunché di somigliante ad un fiore col calice rovesciato. Simone Bevilacqua (4) ha per impresa un albero sfrondato, diviso in due rami che s’ incrociano, e da ciascuno de’quali pende uno scudo o targa con entro una corona. In capo all’albero, poggiata su entrambi i rami, é una civetta; ed in- (') 1! eh. Belgrano (Della vita privata dei genovesi, V. Atti, IV. 153) fa pure menzione di un altro legatore, che fioriva intorno al ìiiO. È questi Bartolomeo da Novara ; ed era in pari tempo miniatore, preparatore di pergamene, ed amanuense. (!) V. Fac-simile di alcune imprese di stampatori italiani dei secoli XV e XVI; Milano, Tosi, 4838; e Manzoni, op. cit, donde ricaviamo la descrizione della presente del Silva. (5) Pag. 50. (4j V. Tavola 11, pag. Si. » ( 281 ) torno al tronco gira un bindello dove si legge: simon bivi- LAQVA. Il monogramma di Pier Paolo Porro (') presenta, su fondo nero cornicalo, due P P intralciati con una pianta di porro; e con esso credemmo eziandio riprodurre il frontispizio del Saltero da lui stampato (2), come un pregevole saggio dell’arte silograflca. Or questi monogramma e frontispizio, per le ragioni più sopra discorse, a noi sembra di poter ritenere come fattura artistica del Porro medesimo. Di Antonio Bellone ci avvenne d’incontrare tre imprese, o meglio un solo concetto in tre diverse proporzioni rappresentato; ed è una Bellona la quale con la destra tien ritta 1’ asta e con la sinistra si appoggia allo scudo. Entro un bindello svolazzante è 'il motto: io . sto . hvmile . non . per . pavra, o semplicemente: hvmile . non . per . pavra; ed all’intorno quest’altro : et . gaydet . bellona . libellis. Noi incontriamo la prima e più piccola di esse imprese (3) nelle Prediche del Visdomini il 1553, nel Sumnium del Boccatagliata il 1556, e ne’ Rudimenta Grammatices dieci anni appresso. La figura, che ha centimetri 5 d’altezza, è qui posta senza alcun ornamento od accessorio; e solo, a guisa di cornice, le gira intorno l’ultimo de’ motti testé riferiti. La seconda impresa al contrario (4) ha proporzioni alquanto maggiori (3), ed è fregiata da cornice. L’adopera in* prima il Bellone nella Risposta di frate Angelo Zampa (1559), quindi in più altre edizioni degli anni 1560, 1562, 1563, 1569, 1573. (1) V. Tavola IV, pag. 58. (,2) V. Tavola III, pag. 56. (3) V. Tavola VII, a pag. 90. (4) Cent. 6 7-> d’ altezza, per 6. (s) V. Tavola Vili, pag. 101. ( m ) Marc’Antonio suo figlio ne fa uso aneli1 esso ; e ne abbiamo esempio nelle Orazioni di Francesco Imperiale (1575). La terza finalmente (') è per bellezza, dimensione, e ricchezza di contorno, superiore alle altre. Noi la troviamo nella Orazione del Framurio il 1569, in alcuni esemplari del Compendio d’Antonio D’Oria (1571), ne’ Consulti di Padova (1572), nell’opera del Montefiori (1572), negli Statuti 'Criminali del 1573. Marc’Antonio poi se ne giova nelle Leges Novae (1576), e nella Istruzione del B. Alessandro Sauli al suo clero (1578). Ma della impresa di Bellona, convien pure notare una quarta variante (2), la quale noi ascriviamo a’ fratelli Cristoforo e Marc’ Antonio succitati, conciossiachè la troviamo soltanto impressa ne’libri che recano il nome dell’uno o dell’altro (3). Tuttavia non sarebbe improbabile che uscisse fuori una qualche edizione, la quale ci mostrasse questa impresa adoperata ugualmente dal padre loro. La cornice ha al sommo un mascherone , a’ piedi una testa muliebre, ai lati due specie di telamoni. Scrive il Vernazza (4) che Marc’Antonio , oltre i due motti riferiti di sopra, ne pose anche un terzo intorno alla Bellona, cioè: vt . vTimiQVE . te.mpvs. Qimsto per altro noi non incontrammo in alcuna delle nostre edizioni; ma sarà sempre utile tenerne memoria, per le scoperte che in seguilo si potessero fare. Noteremo pure col sulIodato Vernazza che la divisa bel-loniana trovasi ancora, « senza indizio di chi fosse divenuto padrone dell’ intaglio, ne’ Discorsi di Cesare Mocca, preparali V. Tavola IX, pag. M5. {■) V. Tavola X, pag. 432. (5) Vedesi usata da Cristoforo nella Scelta di Rime il 1373, da Marc’Antonio nei Ragionamenti del Capelloni il 1576. (4J Dizionario ccc , pag. 24. ( 283 ) livi e curativi della peste, stampati nel 1629 in Torino, ad instanza di Giovanni Francesco Zavalta ». A Cristoforo Bellone pensammo inoltre di poter ascrivere anche un’ altra impresa (*), per lo indizio che parve fornircene la Scelta di rime del \ 573. Questa rappresenta un braccio che tiene ritta una spada cui vedesi un serpe attorcigliato, ed il motto: his dvcibys; e ciò notiamo per quanto spetta al particolare delle nostre edizioni, giacché Marc’Antonio usò del pari la medesima impresa nelle Eroidi d’ Ovidio stampate in Torino. Girolamo Bartoli, e quindi i suoi eredi, hanno aneh1 essi tre varianti di una sola impresa; che é l’idra di Lerna entro cornice. Una testa del mostro vedesi di già troncata a terra1; ed all’intorno è il motto: virescit . vvlnere . virtvs. Quella di maggiore formato e di più ricca decorazione (2) serba Girolamo alle edizioni in foglio; la media (3) agli altri sesti indistintamente; la terza (4) incontriamo soltanto a partire dal 1587, e vediamo ben poco usala anche dappoi. Il disegno e la finezza delle due prime sono pregi, che si desiderano in quest’ ultima più di quello che vi s’incontrino. L’impresa di Giuseppe Pavoni è quella dell’ augello omonimo al nostro tipografo, col motto: coelvm . tango . votis. Le varianti poi sono molte; ma tre solamente quelle che toccano al secolo XVI. L’una ha all’intorno della cornice una decorazione d’architettura (3); l’altra ne è spoglia (b); la terza (7) V. Tavola XII, a pag. 117. (2) V. Tavola XV, a pag. 168. C) V. Tavola XVI, a pag. 173. (4) V. Tavola XIX, a pag. 234. (s) V. Tavola XX, a pag. 249. (°) V. Tavola XXI, a png. 232. (7) V. Tavola XXII, a pag. 254. * ( 284 ) si compendia in una specie di cartella, su cui il pavone è rozzamente disegnato ed impresso. Se non che, nella enumerazione delle nostre imprese, noi abitiamo lasciate finora da banda le Tavole XI, XIII, XVII e XVIII ('); sulle quali però vorremmo d| presente chiamare l’attenzione del benigno lettore. Come ognuno può vedere, la sostanza di tali rappresentazioni é in tutte la stessa.- l’arme cioè della famiglia Boccatagliata, espressa da una rocca su cui è un albero reciso ad eccezione d’un ramo ben promettente e rigoglioso, se il Cielo gli sia propizio, come pare assicuramelo una stella che in alto campeggia (3). Il motto che corre intorno alto stemma è del pari costante, e dice: hinc . qvoqve . noe . avspice . gemmae. Gli accessorii invece sono più o meno sempre variati; per guisa che mentre nella Tavola XIII quel-I’ arme è sormontata da un mascherone, nelle altre vedesi al medesimo luogo introdotta Feflìgie di Giano bifronte. Inoltre due di esse Tavole (XI e XIII) hrtnno ai lati due busti di grilli, un’altra (Tav. XVII) lascia interamente scoperti quegli animali; e nella quarta (Tav. XVIII) uscendo essi più che a metà dagli ornamenti, e fiancheggiando quel Nume, pigliano il luogo occupato già nella Tavola XI da due putti. Finalmente, come questi tengono fra le mani de’ rami di palma e d’olivo (che pur s’incontrano nella Tavola XVII), cosi essi hanno afferrati due nastri da’ quali pendono altrettanti festoni di fiori e frutta insieme tessuti. La prima volta in cui ci vien fatto d’ incontrare l’arma od impresa in dicorso, egli è nella Scelta di rime stampata il (») V. a pag. I lo, 151, 209 c 233. (’) Quest’ arme vedesi appunto cosi esattamente ritratta in un libro di stemmi a colori, disposti per ordine alfabetico (num. 2174), c serbato fra i manoscritti della Civico-Beriana. il qual libro è lavoro del nostro defunto socio march. Carlo Tommaso Piuma. \ ( 28!i ) 1579; quindi la veliamo ne Dubbi morali del Pasclielli (1581), ne Discorsi del Barloli, e nuovamente nella Scelta di rime, nonché nella Historia di Heliodoro (1582); poi nelle due ristampe dei Discorsi del Bobbio (1583 e 1585), nei Paradossi del Facio e nelle Leggi Nuove della Bepubblica (1584): edizioni tutle le quali vanno senza nome d’alcun tipografo. Or che significa dunque silT.itla impresa? Forse un qualche stampatore, cui piacque non darsi a conoscere fuorché con tale rappresentazione, la quale d’altronde sarebbe stata assai facilmente intesa a’ suoi giorni , o forse un qualche splendido mecenate dell’arte tipografica, che sussidiò od anche fece interamente eseguire a sue spese tutte le anzidetto edizioni? Vediamo di scoprire il vero; e per rintracciarlo facciamo intanto di richiamare alla nostra memoria alcune circostanze che siamo di già venuti sparsamente indicando nel corso delle presenti Notizie. Sotto Fanno 1570 (*) riferendo noi alcuni decreti i quali si ragguardano alla pubblicazione delle Decisioni della Ilota Genovese raccolte da Antonio Boccatagliata (quel desso di cui abbiamo registrato il Sumnium del 1556), vi notammo come egli avesse risoluto di farle imprimere « nella sua stampa che ha in Genova, sotto nome di Marc’ Antonio Belloni ». Egli é vero che a- quest’ ultimo, come perito in giurisprudenza, vor-rebbono poi in altri decreti attribuirsi esclusivamente le Decisioni medesime, lasciando al Boccatagliata il solo merito di doverle stampare singulari industria ac virtute; ma ponendo da banda la prima di tali questioni, e venendo all’altra che ora più specialmente ne interessa, noi dobbiamo osservare che il punto su cui convengono tutti i precitati decreti egli è questo di una tipografia che il Boccatagliata'aveva in Genova Pag. 117. ( m ) e che il Bellone esercitava. Quest’ultimo adunque, oltre le edizioni elio portano il suo nome, e che si distinguono colle imprese ili cui già tenemmo- ragionamento, deve pure aver eseguite le altre sovra enunciate; o sia che il Hoccatagliata facesse imprimere que’ libri per proprio conto, o sia che generosamente ne sostenesse le spese. Or si abbia qui la debita considerazione al motto che circonda l’impresa, e più si noti quell’A, che vedesi collocata sotto il busto di Giano nella Tavola XI, ed è certamente l’iniziale del nostro Antonio; e si avrà quindi del motto medesimo la spiegazione più semplice e naturale. Che quel motto, a nostro avviso, non può voler altro significare che questo: Auspice Antonio Jioccatuglùta, escono in luce siffatte gemme. Noi riteniamo del resto che il Melloni, il quale pur avea in Carmagnola una stamperia in società con Giacomo Novarese, non fosse, come suol dirsi, un semplice presta-nome; ina che nella tipografia donde uscirono i libri iu discorso avessero interesse più soci : il Hoccatagliata, Gabriello Pelo già nominato più avanti, autore della Dedica delle Leggi del I5S4, e il Belloni medesimo. Il quale da Torino intitolando al nostro Antonio le Eroitli suddette d’Ovidio (21 Ottobre 1581) lo proclama ottimo mecenute (‘). Già esponemmo le ragioni per le quali al Pelo suminentovalo non parea consentito dichiarare esplicitamente quella sua società tipografica; ma ben più gravemente le stesse ragioni militavano pel Hoccatagliata. Il Pelo era cancelliere dell’Ufficio di Moneta; Antonio invece,* figlio a Girolamo senatore spettabilissimo, era segretario ed annalista della Repubblica. Il Doge Nicolò D* Oria lo aveva eletto il 1581 a quest’ultimo ufficio (3); e noi pensiamo che egli perciò appunto, in (*) V. a pag. >52 di queste Notizie. 0) V. Smoimo, Slor. Lcller. III. 48. ( 287 ) segno di grato animo, gli dedicasse le Decisioni predette, uscite a stampa in quel torno a Venezia. Ma perche mai queste Decisioni comparvero co’ tipi delle Ziletti in Venezia (*), se il Roccatagliata aveva in Genova a sua disposizione la tipografia belloniana, e se a questa, accennano precisamente i decreti ricordati in principio? Rispondiamo: che mentre le Decisioni recano la data di Genova 1581, relativa alla ultimata loro compilazione, noi di Marc’ Antonio non abbiamo in tale anno che una sola e tenue edizione (i Dubbi del Paschetli) ; e sappiamo che recatosi allora in Torino vi fece pubblicare il volume delle Eroidi testé citale. Nella dedica delle quali tocca pure della sua partenza (sic repente, ac veluti extemplo, et insalutato hospite a patria recessum) ; e ne spiega al Roccatagliata il motivo e con lui si scusa uscendo in queste notevoli parole: lrac cessi: qua seduta, aliquando (Deo dante) revertar. Alla quale promessa tenne fede assai presto; perchè già l’anno seguente ripigliate in Genova le sue stampe, prosegui a farvi dimora sino al 1584 al quale spetta (’j Come curiosità bibliografica gioverà però' conoscere la seguente alterazione delle Decisioni predette, serbata in qui sta R\ Universitaria: Decisiones etc. ; indi la grande impresa come alla Tavola XVIII, e sotto: Cuin privilegio. Genuae, anno MDLXXXll. Nel tergo del frontispizio: Cantum est auctoritate Summi Pontif., Gallorum regis ... et aliorum principum né quis praeter lijpograplinm (che non si nomina) Genuae lias Decisiones ante deceiminm imprimat, ecc. Dopo la dedica, che è lutta compresa nel retto della pagina successiva non numerata , comincia il quaderno A , e con esso la intera edizione dello Ziletti. Inoltre , come già notammo più avanti un trapasso ad altro tipografo dell'impresa belloniana, così qui reputiamo avvertire un somigliante trapasso di questa del lleccntagliala. La quale vedesi adoperata da Gio. Maria Farroni, stampatore in Genova, nell’ opera di Lazzaro Ghirinzana In srptem tibros magni Hippocratis . . - animadversiones, che il Soprani e I’ Oldoini asseriscono pubblicata il 1649. Ne ha un esemplare questa K. Universitaria, pervenutole dalla Biblioteca de’ Missionari di l'assolo. ( 288 ) I’ ultima delle edizioni ricordate di sopra. E ciò ribatto ancora con quanto si ha dal Vernazza, che rammenta edizioni del Bellone a Carmagnola del 4 585 e 1586 (1). Non cessò per altro colla partenza del Bellone 1’ interesse e 1’ amore d’ Antonio Roccatagliata per le cose tipografiche. Imperocché mentre le stampe belloniane non recano di lui che le imprese riferite alle Tavole XI e XIII, Girolamo Bartoli si fregia della terza (Tav. XVII), ed i suoi eredi della quarta (Tav. XVIII) si onorano. Anche costoro protesse adunque il nostro Antonio; né è forse improbabile che Girolamo suddetto rilevasse nel 1585 la stamperia belloniana, ed in quella si acconciasse con que1 patti medesimi pe’quali vi era stato lungo tempo il Belloni. Meno oscura è la parte che riguardo alle cose fin qui toccate si aspetta al Pavoni, successore de’ Bartoli; perchè ne’ Discorsi del Parata ripete l’impresa della Tavola XVII, e- nella dedica al Roccatagliata apertamente dichiara'averlo costui introdotto in Genova, e preso nella sua protezione (2). Resta ora che diciamo alcunché degli stemmi della Bepub-blica (3) ed i San Giorgio (l). E quanto ai primi, notiamo che (’j Altre del 1587, 1590, 1595, 1599, 1600 e 1607 esistono nella R. Biblioteca di Torino, come ce ne avvisa cortesemente il prelcdato sig. comm. Domenico Promis. (s) Nel 1531 Antonio Hoccatagliata fu eletto Senatore, cd in questa dignità morì \vrso ii 1608. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria di Castello ; dove nel pavimento della maggior nave tuttora si legge la seguente iscrizione (V. Vigna, Illustrazione ecc., pag. 388, nnm. 237): OSS1BVS . IERONYMI . PATRIS . ANTONII . AVI MAIORVM . SVORVM VXORIS . ET . POSTF.ROnVM ANTONIVS . ROCCATALIATA P. (3) V. le Tavole V e XIV, a pag. 72 e 160. (*) V. Tavola VI, a pag. 72. ( 28(.) ) uno stuilio completo dello insegne e de1 sigilli del nostro Comune riuscirebbe forse più profittevole di quello che a prima vista potrebbe parere. La storia delle sue armi e delle sue divise implica infatti, com’ e naturale, la storia delle sue trasformazioni politiche e civili; onde le une e le altre potrebbero lumeggiarsi a vicenda, e fornire ai cultori delle nostre memorie de’ criteri! assai preziosi non prima avvertiti. I due stemmi genovesi da noi riferiti ne sono appunto un esempio ; conciossiaché un libro, un dipinto, un monumento, ecc., i quali si fregino del vexillvm genvae, non possono appartenere se non al periodo che corre dall’anno della ricuperata libertà a quello del 1580 ; e viceversa 1’ arme ducale che vedesi impressa nella Tavola XIV, non è propria che dell’, epoca la quale si inizia dalla concessione del titolo di Serenissima fatto alla Repubblica da Rodolfo II imperadore (1580), e si chiude colla proclamazione del titolo reale assunto dai Dogi nel 4 637. Lo stemma di San Giorgio al contrario non va soggetto a mutamenti ; e come vedesi nelle edizioni del secolo XVI cosi anche trovasi adoperato in altre de’ successivi. Ma il suo accoppiamento con quello della Repubblica ripetutamente da noi osservalo , vuole , per avventura, simboleggiare i due poteri che in un solo Stato aveano signoria, e che, sfidando le predizioni del celebre Segretario Fiorentino, si mostrarono ognora concordi. NATURA. DELLE EDIZIONI GENOVESI. Anche sulla natura delle nostre edizioni ci sembra di poter fare alcune considerazioni ; giacché la stampa è necessariamente la fedele espressione delle tendenze e delle condizioni del suo tempo. Io non intendo già di fermarmi alle edizioni d’opere classiche, ovvero di sacra erudizione e d’ altre scienze, oppure «a ( 290 ) d’amena letteratura. A queste fra noi, come -altrove, sempre si volse ne’ suoi principii l'arte impressola. Ma noto invece e ritengo come sintomo di spirito religioso nella nostra città, quella specie di Biblioteca Ascetica, impresa da Antonio Bellone, e della quale fanno parte più scritture da noi conosciute : 1’ Opera spirituale del Panziera, la Vita della B. Angela da Foligno (‘), e quella della B. Caterinetta da Genova, il Dialogo di fra’ Pietro Martire da Garessio , il Trattato sulla fede di Andrea Bava, il Pianto di San Bernardo. Egli è chiaro tuttavia che le nuove' dottrine predicate verso la metà del secolo XVI in fatto di religione non ebbero in Genova tiepide accoglienze, se può farsi assegnamento sulla edizione dei Sermoni dell’Ocbino, a cui nell’anno 1543 avrebbe posta mano il Belloni medesimo. Sappiamo inoltre cbe il Bon-fadio, il quale allora appunto scriveva gli Annali della Repubblica, era legato in amicizia con taluni fra’ più dichiarati ed aperti fautori della Riforma, anzfcollo stesso Ochino, e propendeva fors’ anche alle teorie sostenute da loro. Non mancarono però in quella lotta valorosi difensori delle cattoliche verità; onde il Grimaldi-Robbio, l’anno medesimo della stampa de’ Sermoni ochiniani, diede nella sua Contemplazione « piena risposta a’ luterani nel fatto della fede et delle opere » , frate Francesco Meddense li combattè nel Liber elucidationis ; e frate Angelo Zampa sostenne il domma del Purgatorio « contro a’predicanti di Valtellina » (1559). Né è da passare in silenzio come il predominio spagnuolo, il quale, in ispecie dopo la morte di Andrea D’Oria, si gravemente pesò sulla Repubblica, e che tanto si chiarisce negli (’) Anche questa Vita pubblicata in volgare dal Belloni, era stata, come quella della B. Caterin- ita di cui dicemmo a pag. 89, originariamente scritta in latino. Il suo autore, secondo il Mazzucchelli (voi. I, Par. II, pag. 1108) è frate Arnaldo dell’Ordine de’ Minoii, e famigliare della Beata medesima. ( 291 ) usi, no costumi, negli abili e somiglianti, si riveli del pari negli annali della nostra tipografia. Onde noi riferiamo al sopravvento delle idee e degli interessi spagnuoli in Liguria, la slampa di più opere che toccano all’ultimo terzo del secolo XVI. Tali sarebbero, a nostro avviso, la Lettera, del Pallavicino sulla vittoria di Don Giovanni d’ Austria, la Relazione de successi di lercera, la scrittura del Conestaggio sul Portogallo, la dedica al re Filippo li dell’opera del Foglietta De saao foedere in Selimum; ma più specialmente 1’ Enchiridion di Angelo Delpas, 1’ Istoria della China del Gonzalez intitolala al Mendozza, V Introduzione al Simbolo del P. Luigi di Granata tradotta dal castigliano, il Compendium del Campos, il Candelabrum del Vivaldo, il Trattato del Principe del Ri-badeneyra. La congerie di libri che d’ ogni banda incominciava ad uscir luori intorno alla metà del Cinquecento, avea pure indotti i o^erni e la Chiesa a porre non solamente un freno agli eccessi che dalla stampa potevano derivare, ma a studiar modo eziandio di prevenirli ; donde l’obbligo della licenza così re-bDiosa come civile. Però fra noi la prima precorre di gran UM alla seconda ; perchè, mentre della licenza religiosa incontriamo cenno lino dal 1551 (*) ; della civile invece possiamo solo aigomentare che preesistesse all’anno 1584, nel qua e col decieto del 9 aprile fu poi definitivamente regolata Sta *^la' ^ ® appunto dopo la promulgazione di questo ecieto, che nelle edizioni genovesi s'incontra notalo il permesso dei superiori. Non erano tuttavia le stampe nostrane quelle su cui facea mestieri di peculiare sorveglianza, sibbene le altre che in 0 Ni! 1 o43 il papa Paolo III aveva istituito in ogni città d’Italia il tribù-na'e Inquisizione. ( 292 ) Genova poteano introdursi da altre contraile; onde l’Orero notava de’ libri qui passim imprimuntur che alij propter locorum contagionem non admittuntur suspecti, alij propter pestem scelerum . . . estenninantur etiam admissi ('). Se lo spirito a cui s’informano le presenti Notizie non c’ imponesse de’ limiti che sarebbe troppo presumere il voler sorvanzare, noi avremmo da aggiungere ancora parecchie altre considerazioni, le quali si affacciavano alla nostra mente di mano in mano che procedeva innanzi il lavoro. Noi vedevamo per esso allargato non poco il campo alla storia della nostra letteratura nel secolo XVI, e di questa inoltre rivelarsi più spiccato il carattere e lo spirito. Ed invero, basta uno sguardo ai molti nomi d’autori, editori, dedicataci e somiglianti da noi registrati, per convincersi come parecchi fra essi non sieno stati fin qui raccolti dalla patria bibliografia, oppure non vi si trovino rappresentati in quella luce che loro si conviene (2). Ma altri, e certo meglio di noi, potrà volgere a tale ufficio questo qualsiasi lavoro. Noi qui sentiamo 1’ obbligo di atte- (') V. a pag. 172. (’) Giulio Guastavino, 1’ erudito commentatore del Tasso, ò certo di questo numero. Già vedemmo (pag. 216) come delle Annotazioni di lui alla Gerusalemme fosse nel 1590 pubblicata in Genova solamente una parte, c come il resto promettesse il Bartoli entro breve intervallo a’ lettori. Or qui soggiungeremo che del 1592 vennero infatti stampati in Pavia, dagli Eredi del Bartoli medesimo i Discorsi et Annotationi sopra lo stesso argomento di esso. Guastavino, con dedica deli’Autore a Gian Francesco Grimaldi de’ Marchesi di Ceva. Formano un volume in i.°, di pag. 34i numerate; cui succede una Risposta di Giulio Guaslavini ad aterine oppositioni fatte alla propositione, et invocatione usata dal Tasso nella Gierusalemme. È noto poi come esso Giulio stampasse fino del 1588 in Bergamo, per Cornino Ventura e compagni, una Risposta all’ Infarinato Acadmico della Crusca intorno alla Gierusalemme liberata. ( 295 ) stare invece la nostra più sincera gratitudine a quanti ci hanno incoraggialo nel disegno di esso, e con lodevole esempio di patriottismo concorsero volenterosi alla sua più pronta effettuazione, tornendoci di notizie e procurandoci opere che non si trovavano nelle pubbliche Biblioteche della nostra città, o che ci erano altrimenti rimaste ignorate. Fra coloro perù che più largheggiarono con noi di agevolezze e favori, vogliamo qui specialmente ricordali il eh. sig. cav. avv. Emanuele Celesia Bibliotecario della R. Universitaria, nonché gli egregi socii D. Filippo Cattaneo Bibliotecario dell’Urbana, cav. Cornelio Desimoni , avv. Gaetano Avignone e march. Marcello Staglieno. Quanto abbiamo poi rilevato di peregrino dalle private Collezioni di questi due ultimi, già lo avrà notato a suo luogo il lettore; nondimeno sarà bene il soggiungere che di altre molte edizioni ligustiche sono essi egualmente possessori, delle quali noi tralasciammo di registrare gli esemplari, bastandoci additar quelli che delle opere stesse si custodiscono nelle suddette pubbliche Librerie. Speciale diritto poi alla comune gratitudine e stima si è Nota il Soprani che Giulio « fu quello, che nella città di Pisa rendesse più d’ogni altro affollate le scuole della Sapienza, quando, così richiesto dal Gran Duca, vi lesse pubicamente la Medicina pratlica » (pag. 179). Ed il eh. socio avv. Avignone mi fa osservare che forse egli è quel medesimo Guastavino che in Pisa ed in Livorno esercitò l’onorevole uffizio di console de’ genovesi, e di cui si ha in questa R. Universitaria il sigillo. È del diametro di 44 millimetri; ha lo stemma di Genova coronato, e sorretto dai griffi; ed all’intorno la leggenda: -f . IVL . GVASTAVINIVS . CONSVL . GENVENSIVM . PISIS . ET . LiDVRNT. A recare un altro esempio di quanto sopra esponemmo , ricordiamo pure Giulio Pallavicino, cui vedemmo dedicati più scritti. Egli viene ripetutamente lodato per una sua certa curiosità di andar sempre investigando le memorie degli antichi, pel desiderio di giovare agli amatori delle lettere, per avere con molta diligenza adunata una bella copia di libri infiniti, e per essere il più caldo sostenitore e fautore dell’Accademia degli Addormentati (V. a pag. 151, 173 e 192). ( 294 ) certamente acquistato il eh. Segretario Generale della nostra Società, cav. Luigi Tommaso Belgrano, il quale oltre allo averci fornite considerazioni ed aggiunte in buon dato, volle pure assumersi il carico non lieve di dirigere la stampa del presente lavoro; e quindi tenne modo che d’ogni edizione nel medesimo rammentata venisse offerta allo studioso la speciale fisionomia, nella scelta de1 caratteri, nella distribuzione delle linee, ecc. Ma dopo tutto ciò, potremo noi sperare di aver fatta opeia che raggiunga lo scopo al quale è destinata, e valga cosi a soddisfare ad ogni giusto desiderio? Altri risponderà per noi, e frattanto dichiariamo che accetteremo sempre con animo riconoscente, quelle aggiunte o correzioni che pur troppo si scoprirà dovercisi fare. Alle une ed alle altre noi stessi trovammo anzi di già materia; e pigliammo pure ad esporle per for nirne 1’ esempio, e per mostrare che amiamo sopra lutto li-esattezza e la verità. Del resto, chi mai nel tessere una or dinata serie di edizioni di un dato periodo e paese, potrà sentirsi talmente sicuro e satisfatto di sé medesimo da pronun ciare il nec plus ultra? Tuttavia se il favore degli intelligenti ed il compatimento dei discreti non ci abbandoneranno, noi seguiteremo da parte nostra a svolgere 1’ impreso argomento, e porremo così mano alle stampe del secolo XVII, che sono molte di numero e gravi per importanza, e che voi re anche essere studiate sotto di un altro aspetto: quello incisioni che le adornano , ed intorno a cui si travagliarono i migliori artisti che vantasse a que' di la Liguria. DELLE PROSPETTO EDIZIONI LIGURI INDICE ALFABETICO PROSPETTO DELLE EDIZIONI LIGURI SECONDO l’ ORDINE DELLE MATERIE A TUTTO IL SECOLO XVI SECONDO l’ ORDINE DELLE MATERIE GRAMMATICA E LETTERATURA AMENITÀ 1. 1472. Virgilii Opera.........Fivizzano Pag. 25 2. 147.. Juvenalis Liber.........Ivi » ivi 3. 1479. Alex. Galli Doctrinale.......Savona » 35 4. 1538. Aretino, Lagrime d' Angelica .... Genova » 74 5. 1547. L. Vitr. Roscii Gramm. Quaest. ... Ivi » 80 6. 1550 circa. Dante, La Divina Commedia . . Ivi? » 262 7. 1559. Landò, Sermoni funebri......Ivi » 26i 8. 1560. Vertunno, Viaggio di Corsica .... Ivi » 103 9. 1562. Filippi, Eneide tradotta......Ivi » 106 10- 1562. Steph. Cattanei Voltae, De laudibus Peges. Ivi » 108 11. 1563. Pelissonus, Contextus univ. gramm. . Ivi » 109 12. 1566. Id. Rudim. lat. gramm. ... Ivi » 110 •13. 1567. Trevisani, Impresa ecc......Ivi » 266 14. 1568. Aldovrandi, Lettere amorose .... Ivi » 115 15. 1568-69. Stanze di diversi.......Ivi » 115 16. 1570. Selva di cose piacevoli......Ivi » 116 17. 1571. Teluccini, Paride e Vienna.....Ivi » 269 18. 1573. Nuova scelta di rime.......Ivi » 151 19. 1575. Rime in zenize........Ivi? » 135 20. 157G. Capelloni, Ragionamenti......Ivi » 140 21. 1579. Scelta di rime.........Ivi » 145 22. 1579. Darlonna, Rime........Ivi » 148 23. 1582. Scelta di rime-........Ivi » 155 ( 298 ) 24 1582. Gliini, Historia di Heliodoro (dal greco). Genova Pag. jgg 25. 1585. Molinari, Madrigali ....... Ivi » 170 26. 1580. Chiabrera, Canzoni: Lib. I.....Jvi » 27. 1587. Tansillo, Lagrime di S. Pietro ... Ivi » 13^ 28. 1587. Chiabrera, Canzoni: Lib. Il ... Ivi » 490 29. 1587. Rossi, Rime....... Ivi » 199 50. 1587. Bracchi, Pro elect. Ascan. Column. . Ivi » ivi 51. 1588. Ombrerà, Canzoni: Lib. Ili.....Ivi » 205 52. 1588. Cova, Letlione.........Ivi » 206 55. 1589, Belprato, La Veronica......Ivi » 214 54. 1590. Tasso, La Gerusalemme Liberala. . . Ivi » jvj 55. 1591. Chiabrera, Canzonette (ristampa)... Ivi » 225 56. 1591. Scelta di rime.........Ivi » 227 57. 1591. Carrega, Oratio etc.......Ivi » 231 58. 1595. Garibi, 11 Seraflico S. Francesco. . . Ivi » 239 59. 1595. Guazzi, La Ghirlanda ecc......Ivi » 240 40. 1595. Rime in zeneize........Ivi » 241 41. 1599. Morando, Rime........Ivi » 255 42. 1599-1C00. Chiabrera, Raccolta di rime . . Ivi » 256 SCIENZE FILOSOFICHE ED ASTRONOMICHE POLITICA ED ECONOMIA 1. 1474. Boetii Consolat.........Savona Pag. 52 2. 1505. Nani, PoJyanlhea........Ivi » 47 5. 1514. Id. id. (ristampa) .... Ivi » 52 4. 1513. Grimaldi-Robbio, Discorsi.....Genova » 78 5. 1568-69. Clavario, Traci, de cambiis ... Ivi » 113 6. 1573. Dialogo de’cambi........Ivi » 130 7. 1581. Paschetti, Dubbi morali......Ivi » 150 8. 1583. Grimaldi-Robbio, Discorsi, (2.a ediz.). . Ivi » 158 9. 1585. Id. id. (3.a ediz.) ... Ivi » 167 ( 299 ) 10. 1580. Malfarne, Le meteore...... Genova Pag. 184 11. 1586. Id. Civ. Pliiloso.pl)compendium . Ivi » 183 12. • . - . Id. Nonnul. Philosoph. monumenta. Ivi? » ivi 13. 1588. Bodino, Delia Republ. trad. dal Conti (dal francese)........ Ivi » 207 lì. 1590. Prato, Discorso ... del Principe, trad. da Em. Filib. Di Negro (dal latino) . Ivi » 225 15. 1598. Ribadeneyra, Trattato . . . del Principe, trad. da Scip. Metelli (dallo spagnuolo). Ivi )) 253 16. 1600 . Parata, Discorsi Politici...... Ivi )) 257 SCIENZE SACRE ASCETICA E POLEMICA 1. 1474. Fr. Nic. de Ausmo Summa Pisanella . Genova Pag. 29 2. 1484. Fr. Bapt. de Salis Summa..... Novi » 37 3. 1510? Parodi, Quomodo Homo cum Deo vi- vere possit......... Genova? » 260 4. 1516. Giustiniani, Psalterium (ediz. poliglotta). Ivi )) 55 5. 1522. Libro de S. Jo. Baptista (dalfrancese?). Savona )) 61 6. 1535. Panziera, Opera spirituale..... Genova » 64 7. 1536. Vita de la B. Angela de Foligni (dal latino )........... Ivi » 69 8. 1543. Ochino, Sermoni . :...... Ivi? )) 77 9. 1543. Griinaldi-Robbio. Contemplatione ecc. . Ivi » 79 10. 1551, Marabotto, Vita de la B. Caterinetta Ivi » 86 11. 1554. Musso. Prediche........ Ivi 2> 92 -12. 1555. Fr. Pietro Martire da Garessio, Dia- logo ecc........... Ivi » 94 13. 1557. Francesco Meddense, Lib. elucidationis . Ivi )) 100 14. 1557 . Bava, Trattato della fede..... Ivi » 263 ( 300 ) 1559. Zampa, Risposta ecc.......Genova Pag. 101 16. 1568. Plancius D. Bernardi......Ivi » 112 17. 1569. Ani. Framurii Pro relig Oratio ... Ivi » m-, 18. 1575. Frane. Imperialis, Orat, do Nat. J. C. Ivi » 135 19. 1580. Fr. Marian. a Gonua, Doctr. christ. . Ivi » 149 20. 1582. Delpas, Enchiridion eie.......Ivi » 154 21. 1585. Th. ah Argentina Comm. in IV. lib. Sentent...........Ivi » 171 22. 1585. Panigarola, Cento ragionamenti ... Ivi » 173 23. 1575. Id. Oratione in morte di S. Carlo Borromeo..........Ivi » 370 24. 1585. Bascapò, Lettera sulla morte del card. Carlo Borromeo........Ivi » ivi 25. 1585. Razzi, Cento casi ecc.......Ivi » 187 26. 1587. P. Luigi di Granata, Introdutt. al sim- bolo, trad. dal casligliano da Filippo Pigafetta..........Ivi » 198 27. 1587. Fr. Barione da Genova, Prediche qua- dragesimali .........Ivi » ivi 28. 1588. Carranza, Homilia........Ivi » 202 29. 1589. Mascardi, Discorsi sopra il catechismo . Ivi » 212 30. 1589. Gentilis, Alm. Urb. Myst. Descript. . . Ivi » ivi 31. 1589. Noberasco, Additam. Conf. Savonarolae. Ivi » 213 ivi 32. 1589. Di Negro, Orat. del perfetto conseglio . Ivi » 33. 1589. Bruni, Meditaz.........Ivi » 214 31 1590. Panigarola,Cento ragionamenti (ristampa). Ivi » 223 35- 1591. Musso, Prediche (id.) . Ivi » 224 36. 1593. Velali, Inlrodult. alla vita spirituale. . Ivi » 234 37. 1596. Campos, Compendium etc. . .... Ivi » 212 38. 1590. Vivaldus, Candelabrum aureum . . . Ivi » 213 39. 1598. Solari, Spiritual. Elegiar., etc. ... Ivi » 252 STORIA IN GENERE I. 1180. .Io. Viterbien., De futuris christ. triumphis ...........Genova Pag. 35 ( 301 ) 2. 1517. Ammianus Marcellinus...... Genova Pag. 60 3. 1571. D’ Oria, Compendio ecc...... Ivi » i21 ì. 1571. Pallavicino, Lettera sopra la vittoria di D. Gio. d’ Austria....... Ivi? r> 122 5. 1582. Bartoli, Discorsi historici..... Ivi » 153 6. 1583. Relatione di quanto è successo nell’isola della Tercera........ Ivi » 159 7. 1583. Conestaggio, dell’unione del Regno di Portogallo ecc......... Ivi » 174 8. 1585. Folieta, De sacro foedere in Selimum . Ivi » 176 9. 158G. Gonzales, Historia della China. . . . Ivi » 186 IO. 1587. Folieta, Ex universa historia etc. . . Ivi » 194 li. 1587. Id. De sacro foedere etc. (ristampa). Ivi » 197 12. 1589. Conestaggio, Dell’ unione ecc. (id.) . Ivi » 240 13. 1594. Comines, Memorie trad. dal Conti (dal francese) .......... Ivi 0 » 238 14. 1593. Foglietta , Istoria della sacra lega ecc., trad. dal Guastavini (dal latino) . . hi » 250 STORIA LIGUSTICA CIVILE ED ECCLESIASTICA DIRITTO PATRIO 1. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 1473. La razone de la Pasca ecc. (Calendario e santo storico-geografico di Genova). i486. Panigarola, Lettere alla Rep. di Genova. 1303. Conventiones Saonae....... 1510? Parodi, De pagis S. Georgii .... 1534. Parlhenopeus, Oratio ad Senatum etc. . 1535. Grida coutro i ribelli....... 1537. Giustiniani, Castigatissimi Annali . . . 1538. Parthenopeiis, Oratio ad Senatum etc. 1539. Id. id. Genova ? Ivi? Savona Genova? Ivi? Ivi Ivi Ivi? Ivi? Pag. 20 » 47 » SO » 259 » 262 » 65 » 72 » 75 » 76 ( 302 ) IO. 1510. Partlienopeus, Oratio ud Senatum etc. G enova ? Pag. 77 n. •15i6. Capilula de vestitu mulierum .... Ivi » 80 12. 1519. Statuta, Coni. Levanti..... Ivi » 82 15. 4550 circa. Statuti di Loano...... Loano » 85 li. 1555. Visdomini, Institutione di una Republ. christ......... Genova )) 90 15. 1555. Giustiniano, Oratione nella consign. dello stendardo al Principe Andrea Doria . Ivi? )) 91 16. 1554. Ant. Frumenti! Epistolae ad hist. et acta genuen. (gallice)....... Ivi » 93 17. 1556. Ant. Justin. Roccataliatae Sumnium etc. Ivi H 95 18. 1557. Th. Centur. Calanis, De vera Principis laude........... Ivi? » 98 19. 1557, Criminal, iurium civ. Gen..... fvi » ivi 20. 1557. Reform. Rotae Gen........ IVi )) 100 21. 1567*? Pallavicinus, Synod. Genuen. . . . Ivi » HO 22. 1565. Leggi di S. Giorgio....... Ivi )) 111 25. •1568. Lomellinus, Constit. Synod. Lunen, et Sarzanen .......... Ivi 266 24. 1570. Zabata, Ragionamento di sei nobili fan- ciulle ecc.......... Ivi? » 116 25. 1570 circa. Bracellius, De genuensibus scripto- ribus ........... Ivi )> 119 29. 1575. Statuti di Corsica....... . Ivi » 120 27. 1571. Sauli, Constit. del Vescovato d’Aleria . Ivi » 125 28. 1572. Tib. Deciaui Responsum ..... Ivi » ivi 29. 1572. Jo Cephali Responsum...... Ivi » 124 50. 1572. Jacob. Menochii Quinque Responsa . . Ivi )) 125 51. 1572. Sacri Coll. Paduae Responsum . . - Ivi )) ivi 52. •1572. Jo. Nervii Responsum...... Ivi » 120 55. 1572. Montiflorius, De pugna nav. cursularia . Ivi )) ivi 54. 1572. Ad reform. Rotae etc....... Ivi )> 128 55. 1575. Criminal, iur. civ. Genuae..... Ivi )) ivi 56. 1575. Addit, alli Statuti di Corsica .... Ivi J) 129 57. 1575. Spinola, Tumulti civili...... Ivi )) 134 58. 1575. Saoli, Discorsi......... Ivi? » 155 59. 1575. Leu. de’ citt. genovesi che sono al Finale. Ivi )) 156 ( 303 ) 40. 1570. Leges novae....... . 41. 1576. Grida monetaria . . *..... 42. 1376. Sauli, Instrutt compendiosa ecc. . 43. 1578. Id. id. 44. 1578. Sacramentorum Libellus etc. . . . 45. 1578. Centurione, Constit. del Vescovato di Ma- riana et Accia....... 40. 1579. Foglietta, Elogi trad. dal Conti (dal la tino)........... 47. 1580. Lomellinus, Constit. Synod. Lunen.Sarzan 48. 1581. Chiavari, Orat nella coron. di Nic. Doria 49. 1583. Paschetti, bellezze di Genova . . . 50. 1584. Grida monetaria....... 51. 1584. Fliscus, Constit. Synod. Albinganae . 52. 1584. Dianen^ium Conventiones .... 53. 1585. Leggi nuove (dal latino del 1576) . 54. 1584. Guastavino, Oratione al Senato ecc. 55. 1585. Folieta, llistor. Genuen..... 56. 1*586. Pallavicinus, Decreta Prov. Synod. Ge nuen. (ristampa)...... 57. 1586. Bonfadio, Annali trad. dal Paschetti. 58. 1586, Sigonius, De vita Andreae Auriae . 59. 1587. Ghisi, Ragionamento dell’Unione. . 60. 1588. Orationi e rime nell’ incoron. del Seren David Vacca....... \ 61. 1588. Folieta, Claror. Ligurum Elogia . . 62. 1588. Ghisi. Oratione della Libertà . . . 63. 1587. Id. Della nobiltà della fam. Cibò 64. 1589. Statulor. civil....... 65. 1589. Saoli, Sinodo Diocesano di Genova . 66. 1589. Rocca, Predica nell’incoron. di B. N grone .......... 67. 1589. Ceva, Oratione ecc....... 68. 1590. Statuti Criminali....... 69. 1590. Saoli, Oratione nella coron. di B. Negrone 70. 1591. Mazzagrugno, Predica per l’incoron. di G. A. Giustiniano ,...... Genova Ivi Ivi? Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Ivi Pag. 138 » 111 » 14-2 I) ivi » 143 » 144 » 147 » 150 » 152 » 158 >» 160 » 161 » 162 » 165 » 156 » 168 »» 180 » 181 » 185 » 191 >» 199 » 203 » 207 » ivi >» 20S » 209 » 211 » 213 » 219 » 227 » 230 (vi Ivi Ivi ( |04 ) 7!. 1593. Casòro. Discorso in lìngua genovese doppo l’elettione del Seren. A. Gjba . . 7-2. 1593. De immunitatibus a Mag. D. Georgii concessis ........... 73. 1593. Riforma ecc. alle Leggi di S. Georgio . 74. 1590-7. Foglietta, Istorie di Genova trad. dal Serdonati (dal latino)....., . 75. 1596-7. Bonfadio, Annali trad. dal Paschetti ( ristampa).........Ivi 76. 1597. Statutor. civil.........Ivi 77. 1598. Sigonio, Vita di A. Doria, trad. dall’ Ar- nolfini (dal latino)....... 78. 1508. Ghirardenghi, Oratione al Senato ecc. . 79. 1598. Id. Oratione e rime nell’ in- coron. di Lor. Saoli...... 80. 1600. Gallo. Oratione al Senato ecc. . . . Genova Pag. 232 Ivi Ivi Ivi Ivi » 235 » 236 » 245 » 247 » 248 » 249 '« 255 » ivi » 256 SCIENZE NATURALI E MEDICHE 1. 1512. Math. Silvatici Lib. Cibalis..... Novi Pag . 51 2. 1524. Libell, de nat. animai....... Savona » 62 5. 1550. Centurionus, De noxior. bumor. etc. . Genova )) 85 4. 1554. Imperialis-Terrilis, De medicina . . . Ivi )) 93 5: 1560. Id. Il Libro di Galeno (dal greco) ......... Ivi » 102 6. 1576. Contardo, Modo di preservarsi dalla peste. Ivi » 269 7. 1576. Squarcialupi, Difesa contro la peste. . Ivi » ivi 8. 1578. Monardes, Herba tabaco (trad. ital.) . Ivi )) 144 9. 1580. Paschetti, Lettera della peste di Genova. Ivi )) 149 IO. 1584. Facio, Paradossi della pestilenza . . . Ivi )) 103 11. 1594. Carnilia. Tract de modo cibi sumendi. Ivi )) 257 - JL ( 505 ) GIURISPRUDENZA 1. 1585. Marrilianus, Solenn. Repetitio etc. . . Genova. Pag 177 2. 4586. Id. id. (ristampa) Ivi. » 478 3. 4587. Saulius, Tract. de alien, rebus etc. . Ivi. » 49G 4. 4599. De Zanettis, Repertorium legale . . . Ivi. » 25G RIASSUNTO. Grammatica e Letteratura, Amenità........Ediz. N.° 42 Scienze filosofiche ecc.............id. »46 Scienze sacre ecc........... . . id. » 59 Storia in genere..............id. » 14 Storia Ligustica ecc..............id. » 80 Scienze naturali e mediche...........id. »44 Giurisprudenza...............id. » 4 Totale: Ediz. N.° 206 Le quali si dividono come segue: PER SECOLI Secolo XV................Ediz. N.° 9 Secolo XVI..............■ • id. » 497 PER LUOGHI Fivizzano................Ediz. N.° 2 Savona.................id. » 7 Genova.................id- » 495 Novi..................id- » 2 Loano. '.................id- » 1 ( 506 ) Inoltre queste 200 edizioni si compongono delle seguenti : Latine (fra cui tre ristampe, e sette dubbie).......N.° 79 Italiane (fra cui due traduzioni dal greco, undici dal latino, tre dal francese e tre dallo spagnuolo, otto ristampe e dieci dubbie). » 122 Poliglotte.................. » i Francesi................... » \ In dialetto genovese (fra cui una dubbia)........» 3 INDICE ALFABETICO (I numeri indicano le pagine) Accademie. Yed. Accesi, Addormentati, Dispersi, Svegliati. Accesi (Accad. degli), 227. Addormentati (Accad. degli), 192 e se". D Adorno Francesco, scrittore, 170. Alamanni P. Giuseppe, oratore , 201. Alighieri Dante, 27, 53, 216. La Divina Commedia, 262 e seg. Allegro (di) Stefano, libraio editore, 61, 278. Amanti Bartolomeo, scrittore, 55. Amanuensi, 9, 10 e seg., 53. Amelonghi Girolamo, scrittore, 146, 229. Aldovrandi o Andovrandi Matteo, scrittore, 113, 132, 1-47, 156. A Angioli (degli) Nicolò, scrittore, 152 e seg., 147, 156, 229. Anonimo, scrittore, 220. Antiquario Giacomo, scrittore , 56. Appiano Alessandro d’Aragona, scrittore, 169, 228. Aretino Pietro, scrittore, 7-4. Argentina (di) Tommaso, scrittore, 171. Ariosto Orazio, scrittore, 215. Arnaldo (frate), scrittore, 290. Arriolfmi Pompeo, scrittore, 176, 186, 204, 229; traduttore, 249. Avanzo Francesco, traduttore, 186. Avignone Gaetano, bibliofilo, 86, 129, 145, 150, 155, 162, 206, 249, 257, 265, 266. 295. Baivero Vincenzo, vescovo di Noli, 55. Baldi Accursio, scrittore, 146. Baldi Tommaso, scrittore, 170, 221 e seg. Barbar ino Nicolò, letterato, 62. Bardi Antonio Maria, scrittore, 228. Bartoli Cosimo, scrittore, 155. Bartoli Girolamo, tipografo, 163, 171 e seg., 277, 288. Sua impresa, 285. Bartoli Pietro, tipografo, dedicante, 188, 255, 217, 277. Bascapè P., scrittore, 270. Basciadonne Andrea, notaio, 161. Bava Andrea, scrittore, 265. Bava Battista, dedicatario, 157. Beccaria Angela Bianca, encomiata, 240. Belgrano Luigi Tommaso, 48, 50, 52, 62, 294. Bellati-Bernardi Leonora, scrittrice, 220. Bellone Antonio, tipografo, 64 e seg., 274 e seg, Sue imprese, 281. Bellone Cristoforo, tipografo, 150 e seg., 147, 276. Sue imprese, 282 e seg. Bellone Marc’Antonio, tipogr. e giu-recons., 118, 152, 276, 286 e seg. Sue imprese, 282 e seg. Belloni Fabio, scrittore, 241. Belpralo Vincenzo, scrittore, 215 e seg. Benalio, srittore, 156. Bandinella Silvia, scrittrice, 241. Benedetti (de’) Girolamo, tipografo, 60, 274. Bernardo (S.). Planctus sup. medit. Pass. Chr.. 112. Bernissone Cassano, dedicatario, 177. Berruerio Giuseppe, tipografo, 61, 65, 272. Bevilacqua Simono , tipografo , 51, 54, 272. Sua impresa, 280. Bianchi, o Bianco, P. Lorenzo, scrittore, 170, 180, 208. Bidelli Giulio, scrittore, 146. Bobba, cardinale, scrittore, 148. Boceardi Cesare, tipografo, 155,276. Boeri Ottavio, scrittore, 170. Bolganni Belisario, scrittore, 146. Bona Giulio, scrittore, 193. Bonaguidi Antonio, scrittore, 228. Bonaguidi Olimpio, scrittore, 156. Boncompagno Filippo, cardinale, 181. Bonfadio Jacopo, scrittore, 115, 119, 152,146, 2G8. Suoi Annali, 181 e seg. 247 e seg. Bono Giovanni, tipogr. 52 e seg., 271. Bordonio Girolamo, dedicatario, 188. Borghesi Dioinede, scrittore, 146. Boselli Pietro, scrittore, 170. Bottari, libraio, 88. Bottigaro Ercole, scrittore, 229. Bovio Alessandro^ scrittore, 228, 250. " ( 309 ) bracchi Andrea, modico c scrittore, 199. Bracelli .Iacopo, scrittore, 27 e seg. Bracelli G. B. vescovo, editore e scrittore, 110. lirigida (Santa). Sue Rivelazioni, GO. Bruni Vincenzo, scrittore, 214. Bucci Agostino, scrittore, 132. Buzenga Francesco, scrittore, 245. c C. Z. L., scrittore, 132. Calanis-Centurione Tommaso, scrittore. 85, 98, Calegari Tommaso, scrittore, 223. Calvi Bartolomeo, scrittore, 231. Cambj (Dialogo de’) 130. Cainerano(di) Conte,scrittore, 14G. Camilla Gio., scrittore, 108. Campos Francesco, scrittore,242. Capello Bernardo, scrittore, 156. Capelloni Lorenzo, scrittore, 140. Capilupi Ippolito, vescovo e scrittore, 204. Capponi Pietro, scrittore, 229. CapurroGio. Francesco, bibliofilo, 39. Capurro Perotto, scrittore, 147, 156. Caracci Agostino, intagliatore, 218. CaraiTa Ferrante, scrittore, 228. Carenzi Battista, consigliere di Diano, 162. Carezano Alberto, medico e scrittore, 238. Carranza Pietro Maria, scrittore, 202. Carrcga Gio. Nicolò, scrittore, 231. e seg. Carretto Oderico, scrittore, 241. Carniglia Gaspare, scrittore medico, 237 e seg. Caro Annibaie, scrittore, 146, 156. Casa (della) Gio., scrittore, 146. Caséro Barnaba, scrittore, 232. Suo sepolcro, 233. Casone Girolamo, scrittore, 241. Castelletti Bernardino, scrittore, 146; dedicatario, 155. Castelli Giuseppe, 113. Castello Bernardo, disegnatore, 214 e seg. Encomiato, 228 e seg., 277. Castiglione Pietro Antenio, tipografo, 18, 23, 24. Castro (di) Scipione, scrittore, 133, 156. Caterina (Santa). Ved. Fieschi. Cattaneo Filippo, Bibliotecario dei BR. Missionari Urbani. 293. Cattaneo Paolo, scrittore, 132. Cattaneo Prospero, scrittore, 241. Catlaneo-Della Volta Stefano, dedicante, 99; scrittore, 108. Cavalletto Gio. Jacopo, scrittore, 228. Cavallo Battista, tipografo, 33, 36, 272. Cebi Ansaldo, scrittore, 215, 241. ■ Ceba Antonio, doge encomiato, 23-2. Cefali Gio., scrittore, 12-1. Celesia Emanuele, Bibl. della R. Univ., 203. Celle Benedetto, tipografo, 88. Centurione Adamo, dedicatario, 108. Centurione Agostino scrittore, 132. 156. Centurione Alessandro, arcivesc. di Genova, dedicatario, 237. Centurione G. B., vescovo. Suo si-nodo, ( U, 188. Centurione Girolamo, scrittore, 193. Centurione Marco, dedicatario, 138, 167. Ceva Gio. Andrea, scrittore, 206, e seg., 213, 215, 211. Chiabrera Gabriello, poeta, 183 e seg., 190, 193, 205, 225 e seg., 228 e seg., 236, 278. Chiavari Ampegli, scrittore, 116, 152, 200 e seg. Cibo, famiglia, 183. Cibo Alberico, scrittore, 198, 228. Cibo Francesco Maria, scrittore, 201. Cibo-Clavica Pietro, dedicante, 99. Cibo-Montebruno Francesco, notaio, 111. Cigala Battista, correttore, 59. Civitale (da) Matteo, tipografo, 10. Clavario (o Chiavari) Agostino, scrittore, 113. Chiavari Gio. Luca, scrittore, 170. 10 ) Chiavari Girolamo, doge, 168. Comines (di) Filippo, storico, 238. Conestaggio. Ved. Do Franchi. Confredo Giacomo . consigliere di Diano, 162. Congregazione della Madonna, dedicataria, 235. Contardo Gio. Agostino, scrittore modico. 269. Contestabile Pietro, scrittore/108, 156, 170, 200, 222. Conti Lorenzo, traduttore, 117, 207, 238; scrittore, 169. Copia di una lettera ecc., 156. Coppetta Francesco, scrittore, 132. 116, 156. Cornice Pietro, scrittore, 223. Corrado Baldassarre, giureconsulto, 162. Corsica (isola di). Suoi Statuti, 120, 129. Corsini Lodovico, scrittore, 156. Corto Cesare, scrittore, 170. Pittore encomiato, 229. Costa Gio., scrittore, 170; dedicatario, 188. Costa Giuliano, scrittore, 170. Costa Nicolò, correttore e dedicante, 236. Costo, editore, 189. Crollalanza Gio. Pietro, dedicatario, 151, 230. Cuneo, città, 51. ( 311 ) D D. A. G. M. B., scrittore, 2:22. Dartonna Vincenzo, scrittore, 148. Deciani Tiberio, giurecons., 123. Decisiones Rotae Genuae, 177 e seg. Contraffazione, 287. De Ferrari Francesco, dedicatario, 215. De Ferrari Maria, scrittrice, 229. De Fornari Luca, scrittore, 169. De Fornari Vincenzo, scrittore, ivi. De Franchi-Conestaggio Girolamo, scrittore, 14G, 174 e seg., 2 40. Delpas Angelo, scrittore, 154. Desimoni Cornelio, dedicatario, 6; ricordato, 59, 05, 74, 259, 293. Diana Francesco, correttore, 57. Diana, scrittrice, 108. Diano. Sue convenzioni coi Genovesi, 162. Ivi trofeo pisano, 163. Di Negro Ambrogio, scrittore, 169, 228; doge, 170, 193. Di Negro Negrone, march, di Mu-lazzano, 222. Di Negro Stefano, accademico, 193. Di Negro-D’Oria Emanuele Filiberto, scrittore, 213, 221 e seg , 270. Di Negro-Pasqua Francesco, cancel- ' liere, 69. Dispersi (accademici), 231 e seg. D’Oria Agostino, dedicatario, 165. D’Oria Andrea, dedicatario, 186. D’Oria Antonio, storico, 121 e seg. D’Oria Carlo, dedicatario, 249, 250. D’Oria Ceva, accademico, 193. D’Oria Gio. Andrea, dedicatario, 164, 168, 203. D’Oria Girolamo, cardinale, 63. D’Oria Marc’Antonio, scrittore, 222. D’Oria Nicolò, dedicatario, 103, 118, Doge encomiato, 152. D’Oria R. Nicolò, scrittore, 170. Durante Francesco, scrittore, 241. Durazzo Marcello. Sua Biblioteca, 8 e pass. Durazzo Gio., dedicatario, 145. Durazzo-Grimaldi Giacomo , doge , 1 lo. E Edizioni genovesi. Loro natura, 289 e seg. Egidio, Monsig., revisore, 101. Emanuele Filiberto, duca di Savoia, dedicatario, 140, 184. Enrico Alaramo, scrittore, 108. ( 512 ) F Fabri Gio. Francesco, scrittore, 132. ‘146, 136. Facio Silvestro, scrittore medico, 163 e seg. Farroni Gio. Maria, tipografo, 287. Federici Gio., scrittore, 225. Ferdinaudi Francesco, scrittore, 228. Feronio Lucio, scrittore, 229. Ferrari Bernardo, scrittore, 132, 141, 146, 136, 211. Ferrari Gio. Francesco,scrittore, 201. Ferrerò G. B., dedicatario, 226, e seg. Ferretti Gio, scrittore, 116. Festa G. B., scrittore, 132 , 156. Fiamberti Ippolito, scrittore, 223. Fieschi Battista, correttore, 57. Fieschi S. Caterina. Sua vita, 86. Fieschi Francesco, riformatore delle leggi, 63. Fieschi Lorenzo, vescovo, 57. Fieschi Luca, vescovo. Suo sinodo, 161. Fieschi Paolo Emilio, scrittore, 170. Fieschi Scipione. Scritture legali contro di lui, 125. Fieschi-Canevale Giano, dedicatario, 81. Filippi G. B., scrittore, 106, 228. Filippo II, re di Spagna, dedicatario, 197. Filippo (Don), principe di Spagna, dedicatario, 253. Filipponi, scrittore, 83. Filopono Lucilio, scrittore pseudonimo, 200. Finazzi canonico Giovanni. Sua lettera, 2S. Fivizzano, città, 24 e seg. Fivizzano (da) Alessandro, tipogr. 25 e seg. Fivizzano (da) Battista, tipogr., ivi. Fivizzano (da) Jacopo, tipogr., ivi., 271. Foglietta G. 13 , dedicante, 246. Foglietta Paolo, scrittore, 117, 169, 172, 176, 204, “215. Foglietta Uberto, scrittore encomialo, 97. Suoi elogi di liguri 147. Id. lat. 203. Hislorise Genuens etc., 168 e seg. Storiografo stipendiato, 170. De sacro Pha>dere in Se-limum, 170, 107. Id. trad. ital., 250. Dell’ Istorie di Genova, 215. Ex univ. historia, etc., 191 e seg. Suo stemma, 246. Foligno (da) li. Angela. Sua vita, 69; scritta in latino, 290. Forni Jacopo, correttore, 59. Framurio Antonio, scrittore, 115. Franco Giacomo, intagliatore, 218. Fregoso Cesare, aJservigi di re Francesco I, 66. Fregoso Ottaviano, Governatore della Ile pubblica pel Re di Francia, 58. Frigio Giacomo Antonio, scrittore,228. Frumento Antonio, scrittore, 93. ( 315 ) G Gallamini Agostino, inquisitore, 254. Gallo Alessandro, scrittore, 55 e seg. Garessio (da) Pietro Martire, scrittore, 94. Caribi Giacomo, scrittore, 259, e seg. Gavi Ottavio, accademico, 195. Genova. È la prima città d’Europa dove si stampa in caldeo, 59 e seg. Suoi stemmi, 289. Ved. Decisiones, Diano, Jurium, Leges, Leggi, Reformationes, Savona, Statuti, Statutorum. Genova (da) Benedetto, tipografo. 54 e seg., 272. Genova (da) Girolamo, revisore, 87, 91. Genova (da) llarione, scrittore 198. Genova (da) Mariano, scrittore, 149. Gentile Deodato, scrittore, 212. Gentile Matteo, dedicatario, 105. Gentile Nicolò, leggista, 2-20. Gentile Pellegrina, dedicataria, 400, Genlile-Senarega Nicolò, giurecons, dedicante, 99. Gentili Pantaleo, scrittore. 407. Gentili Scipio, scrittore, 214 e seg. Gesualdo Carlo, scrittore, 479. Ghini Leonardo, traduttore, 457. Ghirinzana Lazzaro, scrittore me- • dico, 287. Ghisi Innocenzo, scrittore, 194, 207. Sua famiglia, 492. Gio. Battista (S). Libro che ne traila, G4. Giovardi Marco, scrittore, 450. Gfraldi Olimpio, scrittore, 447. Girardengo Francesco, tipogr. Opere da lui stampate, 42-47. Ricordato, 274. • Girardengo Giacomo Maria, scrittore, 2;> o. Girardengo Nicolò, tipografo, 55, 57 e seg. Opere da lui pubblicate 59-42. Editore, 51, 274. Giorgio (San). Leggi della Compagnia, 414; De Immunitatibus etc., 255 e seg.; Riforma et giunta alle Leggi, 250 e seg. Stemma, 289. Giudice Cristoforo, vicario del Podestà di Levanto, 84. Giustiniani Agostino, vescovo e scrittore, 55 e seg., 72, 275. Giustiniani Agostino, doge encomiato, 250. Giustiniani Alessandro, scrittore, 469, 176. Giustiniani Angelo, vescovo e scrittore, 106. Giustiniani Ansaldo, scrittore, 91. Giustiniani Girolamo, scrittore, 169. Giustiniani Nicolò, mecenate, 58; dedicatario, 198. Gonzaga Curzio, scrittore, 452 , 456. Gonzaga Ferrante, scrittore, 22S. 20' ? ( 0 'Gonzaga Francesco, vescovo, dedicatario, 2.19. Gosellini Giuliano, scrittore, 116,156. Gottueci Gio. Francesco, scrittore, 170. Grammaticarum Quaìstiones etc., 80. Granata (di) P. Luigi, scrittore, 198. Granello Bernardo, inquisitore, 57. Gride a stampa 65 e seg., 1 il. 160. Grillo D. Angelo, scrittore, 188, 189, 200, 214, 228, 2il. Grillo-Biscoto Yinceuzo, dedicatario, 96; scrittore, 97. Grimaldi Agostino,dedicatario, 151. Grimaldi Ansaldo, scrittore, 169. Grimaldi Gaspare, accademico, 193. 14 ) Grimaldi Lazzaro, doge encomiato, 255. Grimaldi-Ceva Gio. Francesco, dedicatario, 20G, 292. Grimaldi-Hobbio Pellegro, scrittore, 78 e seg., -158,- 167, 262. Guarini Battista, scrittore, 228. Guasco Annibaie, scrittore, 211. Guaslavini Giulio, scrittore, 156, 166, 292 e seg.; fìlodosso, 170, 188 e seg., 200, 214, 228, 241 ; traduttore, 250. Guatelli Agostino, scrittore, 229, 240. Guglielmo marchese di Monferrato, dedicatario e mecenate, 49. Guttemberg, 9, 14. H Heliodoro. La dilettevole historia ecc., 156 e seg. Imperiale Francesco, scrittore medico, 102, 135. Imperiale Ottavio, dedicatario, 268. Imperiale-Terrile Francesco, scrittore medico, 93. Imperiali Vincenzo, scrittore, 2, 18. Incerto, scrittore, 152, 156, 229. Incognito, accademico, 211. Ingegneri Angelo, scrittore, 146-Inghilterra, 9. fppoliti Francesco, scrittore, 146. J Jurium (Crimiualium) Civitatis Geuuens., 98, 128. 1 ( 315 ) Landò Ortensio, scrittore, 262 e seg. Lauro Vincenzo, cardinale, 221. Lavagna (da) Filippo, tipografo, 13 e seg., 272. Lebezio Giacomo, scrittore, 80, 82. Leges novae Reip. Genuens., 138. LeK2fi e Riforme della Eccelsa Re- DO pubblica di Genova, 137; Leggi nuove, 165. Leonino Nicolò, notaro, 8i. Lercaro Orazio, dedicatario, 268. Levanto. Suoi statati, 82 e seg. Loano. sua tipografia, 85, 272. M. C. M., scrittore , 132. Machiavelli Nicolò, confutato, 253. Maddalena Cesare, scrittore, 156. Maggiolo Lorenzo, grecista, correttore, 57. Mainerò Bartolomeo , accademico , 195. Magnani Cornelio, scrittore, 146. Malfanti Genesio, scrittore, 184 e seg. Mancini Jacopo, scrittore, 229. Mancini-Poliziani Bartolomeo, scrittore, 170, 228. Manfredi Muzio, scrittore, 241. Marabotto Cattaneo, scrittore, 89. Lombardino Ugo, sindaco di Diano, 162. Lomellini Benedetto vescovo e card. Suoi sinodi, 112, 150, 266 e seg. Lomellini Gianolto, doge dedicatario, 127. Lomellino-Sorba Lorenzo, cancelliere, editore e correttore, 64, 75 e seg. Lomellino-Veneroso Girolamo, scrittore, 127, 200. Lucca, città, 10. Lupi Pietro, Console degli Svegliati, 206. Mari Stefano, interlocutore, 164. Mascardi Nicolò, vescovo e scrittore, 212. Mazzagrugno Giuseppe, scrittore, 250. M;mechia Francesco, notaro, 297. Manuzio Paolo, scrittore, 205. Marriliano Girolamo, giurecons. e scrittore, 177. Marzo Pietro, scrittore, 135, 156. Materiale Intronato, scrittore, 147. Mazanti Gio. Antonio, scrittore, 146. Meddense Francesco, scrittore, 100, 275. Mendozza (di) Gio. Gonzales, scrittore, 186. ( Mcndozza (di) Garzia, dedicatario, 1S6. Menocchio Jacopo, giurecons., scrittore, 123. Menocchio Simone, dedicante, 219. Merello Raffaele, medico o scrittore, 238. Metelli Scipione, scrittore, 108, 133, 111, 136; traduttore, 253. Mirabelli. Yed. Nani. Mollino Yiucenzo, notaio, 57. Molinari Simone, compositore di musica, 179. Molino Girolamo, scrittore, 132, 156. Mondovì, città, 61. Monaco (da) Michele, tipografo, 29 e seg., 271. Moneglia (da) Francesco, editore e correttore, 57, 272. Montali (de) Gio., notaro, 84. Montano Cola, tipografo, 16. Montefiori Marc’Antonio, scrittore, 126, 132, 150-Montenegro Girolamo, dedicatario, 191. Monti (de’) Scipione, scrittore, 229. Morando Cesare, scrittore, 255 e seg. Moravo Mattia, tipografo, 29 e seg., 271. Morone card. Gio., dedicatario, 131. Musso Cornelio, vescovo e scrittore, 92 e seg., 224. Muzio Gaspare, scrittore, 178. N Nani-Mirabelli Domenico, scrittore, -48 e seg., 52 e seg., 55. Nanni G. B., revisore, 251. Nardi G. B., scrittore, 170. Natura Animalium (Libellus de), 62. Navazzotti Orazio, scrittore, 229. • Negrone Ballista, doge encomiato, 211, 227. Nervi Gio., scrittore, 126. Ì 0 Noberasco Clemente, scrittore, 215, Nobile G. li., scrittore, 152, 1-46. 156. Nobili (de’) Flaminio, scrittore, 267. Noce Carlo, scrittore, 228. Novara (da) Bartolomeo, legatore, 280. Novaro Bernardo, scrittore, 162. Novi, città, 59, 51. Nuvoloni Giulio, scrittore, 156. Ochino Bernardino, scrittore, 77 e seg. Orerò Antonio, libraio editore, 171, Ongaro Antonio, scrittore, 228. e seg., 172, 278. Orerò Fabio, scrittore, 132, 156. Orlando Furioso, 148. Orsi Aurelio, scrittore, 156. Ortensio Antonio, scrittore, 20 4. P I Padova (da) Clemente, tipografo, 10, Paita Francesco , notaro, 86. Pallavicini Cipriano, arcivescovo di Genova. Suo sinodo, 110, 180; dedicatario, 131 ; Sacramentorum Libellus etc. 145; Doctrina cliri-stiana, 149. Pallavicini G. B., dedicatario, 181 e seg. Pallavicini Giulio, dedicatario e mecenate, 153 e seg., 156, 171 e seg., 182, 184, 191, 247. Pallavicini Lorenzo, scrittore, 122. Pallavicini Nicolò, dedicatario, 138, 175. Pallavicini-Coronato Girolamo, dedicatario, 96. Panigarola Agostino, scrittore, 47. Panigarola Francesco, scrittore, 175, 225,270; vescovo dedicatario, 203. Fanziera Ugo, scrittore, 44 e seg. Parodi Desiderio, scrittore, 250. Parrisola Girolamo, consigliere di Diario, 162. Partenopeo Paolo, annalista della Repubblica, 75'e seg., 262. Paruta Paolo, scrittore, 257. Paschetti Bartolomeo, scrittore, medico e filosofo, 149, 150, 158; traduttore, 181 e seg., 247 e seg. Pavia, città, 42 e seg., 51. Pavoni Giuseppe, tipografo, 179, 249 e seg., 278, 288; dedicante, 257. Sua impresa, 285. Pelisson Giovanni, scrittore, 109 e seg. Pelo Gabriello, cancelliere dell’Ufficio di Moneta, 160; dedicante, 165 e seg.; ricordato, 276. Percivàlle Gabriello, scrittore, 136. Pigafetta Filippo, traduttore, 198. Pinelli, cardinale, dedicatario, 211. Pinelli G. B., scrittore, 215, 223, 254. Polyanthea, 48 e seg., 52. Piuma Carlo Tommaso, scrittore, 284. Pona G. B., scrittore, 228. Pontevico Silvio,scrittore, 155, 117, 159. Porro Galeazzo, tipografo, 275. Porro Pietro Paolo, tipografo, 58, 275. Suo monogramma, 281. Prato Antonio, scrittore, 221. Predominio spagnuolo in Genova. Sua influenza sulla stampa, 290 e seg. Privilegi di stampa, 55, 99. Promis Domenico, Bibl. di S. M., 275, 288. Psalterium hebraeum etc., 56 e seg., 260 e seg. P. F. M., scrittore, 156. ( 318 ) Q Quirino Girolamo, scrittore, 156. R Raggio G. B., dedicatario, 140 Ramirono Domenico, scrittore, 223. Ratto Giuseppe, medico, 464. Razone (la) de la Pasca, 26 e seg. Razzi Serafino, scrittore, 187 e seg. Re Giacomo, accademico, 493. Reformationes Rotae Genuae, 100; Appendix, 128. Reggio Paolo, vescovo e scrittore, 189. Relazione dell’ armata di S. M. Cattolica (del 1383), 159. Riario Raffaele, vescovo dedicatario, 53. Ribadeneyra Pietro, scrittore, 253. Rime in dialetto genovese, 133,211. Ritiliari Francesco, scrittore, 136. Rivarola Angelo Luigi, dedicatario, 200. Rivarola .Matteo, arcivescovo di Genova, 251. Robbio G. B., scrittore, 146. Robbio. Ved. Grimaldi-Robbio. Rocca Girolamo, scrittore, 211; Console dei Dispersi, 231. Roccatagliata Antonio, scrittore, editore, ecc., 25 e seg., 97, 452, 169. Suo stemma ed impresa, 166, 209, 235, 577, 284 e seg. Decisiones Rotae, 147 e seg. Dedicatàrio, 257. Storia ed Annali della Repubblica, 258. Suo sepolcro, 288. Rodolfo II imperatore, 289. Roma, 25, 47. Roscius, scrittore, 80; pseudonimo di Rossi, 82. Rossi Bartolomeo, scrittore, 4 46. Rossi G. B., scrittore, 199. Rossi Stefano, bibliofilo, 79. Rucellai Cosimo, scrittore, 146. Ruggieri Lodovico, scrittore, 4 47. Ruscelli Girolamo, scrittore, 132. Rutiliario Gio. Francesco, scrittore, 446. -- » « ( 319 ) S Sale (ila) Battista, scrittore, 58 e seg. Salinero Ambrogio, dedicatario, 185 e seg., 226 e seg. Saivago Raffaele', scrittore, 147,148. Sauli Alessandro, vescovo. Sinodo, 123; Instruttione ecc., 142. Sauli Antonio, arcivescovo di Genova, dedicatario, 180 , 190, 202; Sinodo, 209. Sauli Gio., dedicatario, 242. Sauli Lorenzo, doge encomiato, 255. Sauli Marc’ Antonio, scrittore, 135. Sauli Pasquale, scrittore, 190,227, 229, 271. Sauli Stefano, mecenate, 55. Savona, città, 32, 33, 48, 60, 272. Convenzioni con Genova, 50, 259. Savorgnano Gio., scrittore, 228. Scelta di Rime, 131, 145, 155, 227 e seg. Scillacio Nicolò, medico e scrittore, 47. Scotto Domenico, libraio, 62, 278. Sellaio Jacopo, scrittore, 132, 146, 156. Selva di varie cose piacevoli ecc., 116 e seg., 119. Selvaggio Massimiliano, scrittore,211. Senarega Matteo, storiografo, 190, 132; loda il Foglietta 251. Serdonati Francesco, traduttore, 245. Seripando, cardinale , dedicatario , 114. Serravalle Lazzaro, scrittore, 147. Sforza Gio. Maria, arcivescovo, 57. Sigonio Carlo, scrittore, 185, 249. Silva (da) Francesco, tipografo, libraio ecc., 47 e seg., 50,272,278. Sua impresa, 280. Silvatico Matteo, medico e scrittore, 51 e seg. Sirillo Rartolo, scrittore, 146. Sisto IV, pontefice, 29. Sisto V, pontefice, dedicatario, 146. Sivori Giulio, scrittore, 146. Solari Gio. Maria, scrittore, 240, 252; Vicario del S. Offizio, 251. Sommi Leone, scrittore. 147. Spinola Agostino, scrittore, 134.) Spinola Alessandro, scrittore, 117, 146, 156. Spinola Ambrogio, dedicatario, 238, 254; scrittore, 241. Spinola Antonio, dedicatario, 107. Spinola Benedetto, dedicatario, 227. Spinola Carlo, dedicatario, 153. Spinola Filippo, dedicatario, 147. Spinola Filippo, vesc. e scrittore, 189. Spinola Francesco Antonio, scrittore, 241. Spinola Gio. Ambrogio, scrittore, 228. Spinola G. R., accademico, 193. Spinola Gio. Maria, dedicatario, 131. Spinola Leonardo, scrittore, 215, 229, 241' ( Spinola Livia, scrittrice, 229. Spinola Lucia, scrittrice, 2-11. Spinola Massimiliano, 30, 122. Spinola Nicolò, dedicatario, 110; scrittore, 170. Spinola Uberto, dedicatario, 101. Squarcialupi Marcello, scrittore medico, 2(39. Staglieno Marcello, bibliofilo, 23, 122. 117, 103, 201, 2-18, 2-19, 293. Stampa Gaspare, scrittore, 172; Stampa immorale, 172; Prefetto della 320 ) stampa in Genova, 100. Licenze per la stampa, 291, Statuti criminali di Genova, 219 e seg.- Statutorum civilium reform., 208. 248. Strozzi G. B., scrittore, 146. Snbiaco, 9, 24. Summa Baptistiuiana, 28 e seg. 'Summa Pisanella, 50 e seg. Svegliati, accademici pisani, 206. T Tabacco. Opera che lo riguarda, 144. Taggia (da) Antonio, legatore, 280. Tansillo Luigi, scrittore, 132, 117, 136, 188 e seg., 270. Tasso Bernardo, scrittore, 146. Tasso Torquato, 146, 189, 216 e seg. 229, 277. u Teluccini Marco, scrittore, 269. Terminio Antonio, scrittore, 107. Tolomei Francesco, scrittore, 146. Tomacello Plinio, scrittore, 132, 136. Torino, città, 57. Torricella (da) Antognono, castellano di Varese, 29. Trevisani M., scrittore, 266. Ubaldini Gio. Paolo, scrittore, 132, Usque Salomone, scrittore, 133, 146, 136. 136. Uberto, cancelliere della Bepub., 99. f C 321 ) \ Vacca David, doge encomiato, 199. Vaccà-Rivarola Porzia, dedicataria, 159, 201. Vald, o Valdel, G. li., scrittore, 132, 156. Valvassone Erasmo, scrittore, 188, 228. arazze (da) Gaspare , inquisitore, 57. Varese (da) Viviano, legatore, 279. Vecchietti Bernardo, scrittore, 228. Velati G. B., scrittore, 254. Veneroso Girolamo. Ved. Lomelliui-Veneroso. Venezia, città, 9, 47. Veniero Maffeo, scrittore, 147, 229. Venturini G. B., scrittore, 152,15G. Yenlurino, grammatico e correttore, 32, 5-4. Verga Giulio, scrittore, 241. Verna zza Ettore, scrittore, 89. Verzosa Gio., scrittore, 204. Vertunno Giulio, scrittore, 105 e seg., 152, 156. Vestiario delle donne. Capitoli che lo riguardano 80. Vicenza, città, 51, n. 2. Villa G. B., raccoglitore d’antichità patrie, 8, 252, 279. Visdomini Francescano, scrittore, 90. Viterbo (da) Annio, scrittore, 35 e seg. Vivaldo Alfonso, scrittore, 245. Volgicapo Gio. Maria, scrittore, 140, 200 e seg., 222. Voltri. Curia di questo luogo, 129. z ' Zabata Cristoforo, editore e scrittore, 115, 116, 131, 1 41, 126, 148, 154 e seg., 156 e seg., 189, 268. Zampa Angelo, scrittore, 101. Zanettis (de) Filippo, scrittore, 256, Zecca. Gride relative. 141, 160. Zinnamo Nicolò, scrittore, 97. DO Zimara Antonio, scrittore, 151. ADDÌ XXIV APRILE MDCCCLXVIIlI SI COMINCIÒ LA STAMPA DI QVESTO LIBRO E FV COMPITA IL XXIII OTTOBRE CVRÒ IL. LAVORO MICHELE BOERO PROTO SPECIALMENTE IMPIEGANDOVI I COMPOSITORI FRANCESCO ZERBI SORDO-MVTO E GIOVANNI NOVARO I TORCOLIERI RAFFAELE MAZZINI E PAOLO CAPVRRO FVRONO I PRIMI XVI FOGLI PRESENTATI AL II CONGRESSO TIPOGRAFICO IN BOLOGNA DA CVI LA STAMPERIA SORDO-MVTI DIRETTA DA LVIGI FERRARI EBBE PREMIO PER DISTINTE EDIZIONI APPRESTÒ LE TAVOLE LO STABILIMENTO LITOGRAFICO PELLAS ERRORI CORREZIONI Pag. 113 Un. 19 Frate Agostino Clavario T) 117 » 30 Torino 1836 0 119 » 19 1.° Ottobre 1572 B 127 » 9 1582. a 133 » 13 braccio nudo, 0 136 0 19 Giacomo Bartoli » 148 » 29 Gio Pietro Crollanza, cui vedremo pur dedicati gli Elogi del Foglietta. D 156 » 4-5 Corpetta » 188 » 32 V. Tavola XVI, loc. cit. » 230 » 22 poi anzi » 239 f> 3 Giusto Lipsio » 288 n 20 ed i San Giorgio Frate Fabiano Clavario Torino 1863-64 1.° Ottobre 1582 1588. braccio, Girolamo Bartoli Gio Pietro Crollalanza, cui vedremo pur dedicati i Dubbi morali del Paschetti. Coppetta V. Tavola XIX, pag. 234. poc’ auzi di Giusto Lipsio o di San Giorgio scambi di lettere (segnatamente U dall' indulgente lettore. Tralasciamo di notare alcuni errori di punteggiatura, o per V ne’ titoli delle opere); de’quali speriamo aver facile perdonanza DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Giuliani, Notizie della Tipografia Ligure sino a lutto il secolo xvi, con xxii tavole.........- . . Pag. S Prospetto delle edizioni . . ......» 295 Indice alfabetico . .......• » 307 AVVERTENZA Per la distribuzioue delle materie destinale a comporre i volumi degli Adi, si abbia ricorso al relativo Prospetto 15 novembre 1868. allegato al tomo vili. ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME IX - FASCICOLO II. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE’ SORDO-MUTI MDCCCI.XX I SUPPLEMENTO ALLE NOTIZIE DELLA TIPOGRAFIA LIGURE SINO A TUTTO IL SECOLO XVI PEI SOCII N. GIULIANI e L. T. BELGRANO Mercé la cortesia dei benevoli, i quali a titolo di gratitudine e d’ onore verremo successivamente ricordando, e le nostre continuate ricerche, siamo in grado di accrescere e migliorare non poco il lavoro che precede. La materia da noi presa a trattare è di tal genere, che forse non ha ricevuto mai dalle prime fatiche il suo perfezionamento; nò per avventura potrebbe giudicarsi, quando che sia, pienamente esaurita. Ringraziando perciò quegli egregi i quali vennero gentilmente finora in nostro aiuto, ci auguriamo che essi abbiano da trovare ( 528 ) imitatori, e così speriamo di aumentare anche inseguito la messe delle raccolte notizie (*). Ecco intanto le aggiunte che siamo in grado di presentare ai lettori. (') Il lavoro da noi pubblicalo lo scorso anno è riprodotto dal eh. prof. Eugenio Bianchi nell’ ottimo suo Giornale delle Biblioteche, e fu argomento di una rivista inserita nel Propugnatore di Bologna (a. 1870; voi. Ili, p. 20i). Lo scrittore della medesima, si piace riconoscore che il nostro libro • contiene assai pregi ed utilissime cognizioni • ; ma soggiunge che « v’ ha per avventura qualche difettuccio «. Se non che, mentre ci professiamo obbligatissimi verso di lui per la prima sentenza, siamo dispiacenti eh’ egli non abbia indicato quali propriamente sieno questi difettucci. Speriamo cionondimeno che possano trovarsi fra i corretti nel presente Supplemento. EDIZIONI DI FILIPPO DA LAVAGNA Anno 4 479. Alle edizioni del Lavagna (1) si aggiunga la seguente, che leggesi notata al num. 6 del Catalogo degli Eredi Graz-zini di Firenze, e di cui dobbiamo la comunicazione alla cortesia del eh. bibliografo sig. cav. Gio. Battista Passano. Sumula houero Sumeta de pacifica conscientia composta nel 1475 per fra Pacifico da Nouara. Mediolani, Phil. de Lauag-nia, 1479. In 4.° EDIZIONI LIGURI 1473-147.4.' Il eli. socio onorario comm. Domenico Promis, Bibliotecario di S. JVI. in Torino, ci favorisce la seguente descrizione della edizione savonese di Boezio, da noi riferita sulla fede d1 alcuni bibliografi a pag. 32. (') Ved. a pag. 22 di questo volume. ( 330 ) « Questo volume è in caratteri romani, di carte 64, compresa 1' ultima bianca, e di linee 29 ciascuna. E senza alcun segno tipografico, ed ha in testa alla prima pagina questi versi, che sono del priore Venturino al pari degli epigrammi che stanno a capo degli altri quattro libri ; Primus liabet lachrymas seuerini flentis amaras: Exponit mores fortunae ac dona secundus. Tercius ampla bona: et nos celsas edocet arces: Quartus posse bonos memorat: rectosque potentes: Arbitrii quintus ratione soluit honustas:- « Nel retro poi dell' ultima facciata impressa si legge : Venturini Prioris Epigramma in laudem operis et artificis Est Augustini Conuentus in urbe Saona : Et vitae et fidei relligione sacer. Hoc impressit ibi Frater bonus aere Johannes. Teutonicae clarum gentis alumnum opus. Pontificis summi genuit Quem clara Saona; Tunc Sixti quarti Tertius annus erat Principe Caesareo Galeaz fiorente Maria: Dum Genuae is dominus imperitaret ibi. Hunc Venturino librum emendante priore: Errati lector labe carere scias: • Anicii : Manli : Torquati : Seuerini Boetii : Exconsu lis: Ordinarii, patricii : de philosophica consolatio ne liber quintus et ultimus explicit : • « Noterò infine, che per segno nella filigrana della carta evvi una forbice mezzo aperta, e sopra una rosa ». Vuoisi pure fare attenzione al sesto verso di questo Epigramma, il quale accenna all’ anno terzo del Pontificato di Sisto IV ; perché il 1474, a cui il volume è comunemente attribuito, non leggendosi in realtà nel libro, ed essendo quel Papa sfato ( 331 ) eletto il 9 agosto del 1 471, se ne può trarre la conseguenza che tale stampa sia avvenuta fra l’agosto del 1473 e quello del '1474. Il frate Giovanni Bono, cioè probabilmente Buongiovanni , si appaleserebbe poi dallo stesso Epigramma allievo gentis teutonicae. A. 1476, Ottobre. Intorno a frate Battista Cavallo, di cui già sotto il 1480 registrammo la impressione dell’ opera di Annio da Viterbo , De futuris Christianorum triumphis (l), riuscirà certo gradilo un documento indicatoci dal eli. prof. cav. Federigo Alizeri , e che tratta di una società costituita fra lo stesso Cavallo , Battista de’Ricardi , Tommaso Centurione, Giuliano Spinola e suoi eredi, per la stampa e vendita di un Breviario di Camera e di un Evangelistario. Leggesi questo documento nel fogliazzo Vili del notaio Giacomo Rondanina (”2), al num. 143; e noi lo riferiamo non senza qualche lacuna, per le corrosioni che vi s'incontrano. Bartolomeo da Novara poi, al quale nel detto documento del pari si accenna , venne anch’ esso già altrove da noi rammentato ; ma ora il socio comm. Varai ha pubblicato ne’ suoi Appunti artistici sopra Levanti un lungo estratto di codice che lo riguarda (3). In nomine Domini Amen. Cum verum sit ut per in fr ascriptas partes asseritur, quod inita fuit quedam societas inter venerabilem dominum fratrem Baptistam Caualum ordinis (*) Pag. 35-36. (*) Archivio Notarile di Genova. 11 documento reca il num. d'ordine 143; e 1’ anno si deduce da ciò che è posto fra due istrumenti dell’ottobre 1476. (3) Varni, Appunti ecc., pag. 62-74. ( 552 ) carmelitarum ex una parte, et egregium medicine doclorem dominum magistrum Baptistam de Ricard is, Thomam Centurionum qm. Barnabe, et qm. Julianum Spinulam tunc viuentem ex parte altera , seu pluribus partibus, de et super sculptura seu impressione Breuiariorum de Camera in centum in circa vel plus, et totidem Euangelistarum ; sitque quod pro et occasione dicte societatis et occasione contentorum in quodam instrumento pactorum initorum inter ipsas partes rogato per Jacobum Caluum notarium hoc anno, die quinta februarii (*), verse fuerunt et vertantur inter dictas partes nonnulle lites et controuersie quibus dicti dominus frater Baptista et dominus magister Baptista, nominibus de quibus infra dicetur, omni modo intendunt et volunt finem ponere et amicabiliter viuere ut decet. Ea propter dicti dominus frater Baptista ex una parte et dictus dominus magister Baptista de Hicardis, suo proprio nomine et tamquam procurator et procuratorio nomine Thome Centurioni, ac enim Andree De Franchis Bur-gari fideicommissarii et gubernatoris bonorum dicti qm: Juliani Spinule , ut de eius mandato constat publico instrumento rogato per me notarium infrascriptum die XX presentis mensis octobris, cuius vigore habet amplam et largam potestatem et bailiam ad infrascripta et nonnulla alia facienda, exparte altera, cassantes prius, reuocantes et annullantes dictum instrumentum ut supra scriptum manu dicti Jacobi Calui notarii, et generaliter queeumque alia instrumenta, apodisias et scripturas, ac edam queeumque pacta et compositiones usque in horam presentem facta et factus inter dictas paries, quacumque et qualitercumque occasione dicte societatis, peruenerunt et sibi ipsis ad inuicem et vicissim, presentibus et stipulantibus pro (’) Varii fogliazzi d’atti rogati da Giacomo Calvo serbatisi nel nostro Archivi» Notarile; ma quelli del M76 mancano interamente. ( 333 ) se se et heredibus suis dictis nominibus, et peruenisse confessi fuerunt et confietntur ad infrascripta pacta et compositiones verbis solemnibus hinc inde vaiata et valatas. Renuntiantes etc. Videlicet quia et ex causa dictorum instrumentorum et pactorum dictus dominus magister Baptista de Ricardis, dictis nominibus, promisit et solemniter conuenit dicto domino fratri Baptiste presenti et ut supra stipulanti perficere et complere seu perfici et compleri facere totum opus Breuiariorum inceptum, quod opus est Breuiariorum quadringentorum quinquaginta; et hoc expensis propriis ipsius magistri Baptiste suo et dictis nominibus. Qui quidem eciam tenetur et debet idem dominus magister Baptista, dictis nominibus , satisfacere de laboratoribus dicti operis Breuiariorum de salariis debitis occasione impressionis et seu laborerii ipsorum de propria ipsius domini magistri Baptiste dictis nominibus pecunia ; et hec tam de salariis decisis quam indecisis, videlicet a die vigesimo primo aprilis proximi preteriti citra usque ad finem dicti operis ; declamato tamen quod dictus dominus frater Baptista teneatur et debeat satisfacere de propria ipsius domini fratris Baptiste pecunia et seu contentos facere, dictos laboratores de salariis decisis et sibi spectantibus a die vigesimo primo mensis nouembris proximi preteriti usque ad dictum diem vigesimum primum dicti mensis aprilis. De indecisis vero dicti temporis, videlicet a dicto die vigesimo primo dicti mensis nouembris usque ad dictum diem vigesimum primum dicti mensis aprilis, et sic pari modo de omnibus aliis salariis decisis totius clicti temporis usque ad perfectionem dicti operis teneatur et debeat soluere et satisfacere dicto domino magistro Baptiste, dictis nominibus, presenti ut supra et stipulanti, dare et restituere eidem domino fratri Baptiste......perlinentes ad summam librorum tricentorum Breuiariorum, quarum partem ipse frater Baptista ( 334 ) confitela)' habuisse......Et hec semper et quando cumque ad ipsius domini magistri Baptiste liberam voluntatem. Et ex aduerso dictus dominus magister Baptista tenetur et promisit dicto domino fratri Baptiste complere seu compleri facere residuum Breuiariorum ultra tricentum; quod residuum ipse dominus frater Baptista habet incompletum; et ipsum residuum eidem domino fratri Baptiste dietim consignare. Propterea dictus dominus magister Baptista , dictis nominibus , liberat et absoluit dictum dominum fratrem Baptistam presentem et ut supra stipulantem ab omni eo et toto quod in preterito ipse dominus frater Baptista tenetur et seu teneret ac obligatus esset dicte societati librorum , tam in particulari quam in comuni, et seu quacumque raeione, occaxione vel causa, occasione dicte societatis ; nec non eciam tenetur et promisit dictus dominus magister Baptista , dictis nominibus, facere ac complere opus Euangelistarum in omnibus et per omnia pro ut continetur in dicto instrumento scripto manu dicti Jacobi Calui notarii, et dare per totum mensem februarii proximi venturi. Qui quidem eciam tenetur et pr.omisit dictus dominus magister Baptista dicto domino fratri Baptiste restituere omnia illa sua instrumenta que peruenerunt ad manus ipsius domini magistri Baptiste semper et quandocum-que ad ipsius domini fratris Baptiste liberam voluntatem ; videlicet illa que presentialiter non sunt necessaria. Illa vero que sunt necessaria tenetur sibi restituere completo dicto opere Euangelistarum. Et hec.....dictus dominus frater Baptista .....promisit.....dicto domino magistro Baptiste ut supra nominibus, omnia arnesia spectantia dicte societati tam in comuni quam in particulari, que jperuenerunt in ipsum dominum fratrem Baptistam , restituere eidem domino magistro Baptiste. Acto etc. ( 335 ) Quod dictus dominas frater Baptista teneatur cra4 altare ex afouto accedere pufTif. $mpje(Tum 0aoii£ par 4Da^^m^£pbum35errnenum toe n&onteroiaU, ■Ah.CCCCC.KXi i* f&idmem 10 ime nu Iqj alibi tmjftues. ndKectoiem. ìRomatuim qwcuw# cupi? venerande &accrdo$ ^biffale eniunctum.quodf cuptt omne genns. %m bene limatum impje/fit tibf clara £aona. IBunccmeiiqaertó lfb:ofbvter e Ite bonus* MESSALE STAMPATO IN SAVONA NEL MDXXII TAVOLA XXIV Ci Zaffale fecundum Tfcomane curie ritunv. optimc 7 recenter cosrectut filici fine claudifur.Solerti cura ingenio n 0iHgentia21bagiftri IJofepb terruerit t>e2bonicregalitn pieclara ©aoneft. Ciuttate ^tnpaelTurn. /Étper wn.Oacerdoté-BS/ZJoanem jucbarcllu t^cclcfie maio2vs 0ao/ n£fl.benef»ciatu ftudiofifiìme reuifum 1 emédamac nónulUe additfonib? t>eccnat a. filino bumane reparationis. *3igefimo fcèo (upia abUlcfimo qningfKfimo. iQonis gulu.SJd eius laudero 1 gloiiam qui omnium eft finis ■,. - fii--:*' i*-; | ';v?- . r • . >.?.• . i -■ ; : ' ( 359 ) L’ intero libro è stampato in gotico, ina di due qualità differenti di grandezza. In fine, cioè alia carta 248 recto, subito dopo il testo, si legge in caratteri rossi la sottoscrizione che vedesi nella Tavola XXIV. L’ estemporale poi che si legge al tergo della 8.a carta dei preliminari, nell1 ultimo distico dà luce su coloro che ebbero parte nella edizione : Jussit opus cuìii Oaptista Godjimus: at illuì) jflkrruerius cuìnt 3nscpl)us ere pari. Sul trapasso delle silografie del Silva al Berruerio, le quali vedremo anche in appresso da lai adoperate , ecco ciò che ne scrive il già lodato comm. Promis, la cui ampia dottrina ed esimia cortesia abbiamo posta a si larga contribuzione nel presente lavoro. « Questo tipografo (il Silva) deve esser morto a Torino nel 1521, poiché dopo tal anno nulla più si conosce di lui; anzi si ha una parte d’opuscolo, impressa a spese di Andrea Calvo, del Vegio, Ponterollo e Filippini colla data dei 30 agosto 1521 , e terminata di stampare a Milano addi 11 ottobre dello stesso anno ed a spese del medesimo, da altro tipografo. Il Berruerio deve perciò aver acquistata allora una parte della stamperia del Silva, essendosi servilo di sue silografie uno o due anni dopo la di lui morte, quando cioè il suo laboratorio era chiuso ». ( 5*0 ) 1523. Lo stesso comm. Promis ci dà pure comunicazione del seguente opuscolo, custodito nella Biblioteca di S. M. in Torino. C (!?l liufiimiso lamentìi d)c fu cl grati I!) d’ JHastra ì>c HoDi am li sai Ca 3) (C ualii'ri a lutti , li principi ì»c 3 (C la (Cl)ristiamta nc la j) (L* Sua partita Da j) <£ Uaìii. j) * Quindi vi é scritto a mano: DE ANO: 1523. La quale data, di mano sincrona, è pure ripetuta nell’ ultima carta. Succede nel mezzo del frontispizio una silografia esprimente un guerriero con mazza nella destra, a cavallo di un elefante, preceduto e seguito da armigeri. In capo alla pagina é poi la B. Vergine venerata da più santi; a destra un fregio con putii, delfìni, sirene, ecc., ed in quattro medaglie altrettanti busti di sibille; a sinistra un ornamento di fogliami, ed un egual numero di medaglie con profeti ; in calce la incisione col monogramma del Silva già sovra prodotto (’). In 8.°, di carte G non numerate, a due colonne, e caratteri molto stracchi. Segnature: a ii, 3 iij- (’) Vedi a pag. 338. ( 341 ) Questo Lamento è in ottave, le quali sono in tutto novan-tuna; e comincia in capo al verso della prima carta, nel modo che segue : Of)aì>re o prc inteso eterso a tc ricorro con la mete cl core sicorrt a me signor d)io non sia perso eljio possa ìiire a tua laube e l)onore cl gran òamagio ì>e tutto luniucVso elo scljcrno vituperio c Disonore corno per la Mscorìna t>e Cljrcstiani el (turco Ijauuto tloìù nelle mani. Soggiunge, il eh. Promis che tali e somiglianti poesie usa-vansi, nel secolo XVI, pubblicare e cantare per le strade in luogo delle attuali Gazzette; e difatti 1’ anonimo cantore, nel-1’ ultima ottava che leggesi in cima alla prima colonna del verso della carta 6, conclude in questi termini : Papa : 3mperator : principi e He. e noi altri Oaroiti be gran affare si alc!)un bel mio parlar agrauato e el gran Dolor mi sforja alamentare a tutti quanti uè djicìio merce e prego me kbiatc perdonare e similmente ciascun auditore qsta l)istoria e finita al nostro Ijonore. ( 342 ) Quindi nell1 altra colonna di fronte all’ oliava medesima: € ria De la inclita Citta ì>d j) € iHonìifui canmaratc J> C in Saona satta pa 3 C lacia i piassa 3 (L* De C)crlu\ 3 (C /inis. 3 « 1526-1529. Il sullodato comm. Promis ci avverte che del Berruerio non trovandosi, dopo il 1520, altre edizioni che quelle da lui fatte in Savona , dovrebbero pure giudicarsi stampate in quest’ ultima città le seguenti poesie custodite del pari nella mentovata R. Biblioteca, e narranti fatti del 1526-27, 4 528 e '1529. Nè ciò discorda da quanto già notammo noi stessi (f); anzi ci rafferma nella esposta congettura, che 1’ onore della tipografia mancasse a Savona soltanto in seguito alle dure condizioni cui i genovesi aveano assoggettato in quel torno siffatto generoso Comune. La prima delle citate poesie ha questo titolo : ©pera coposta nouamtfc la qual tratta òe iar- mata tic fraja a marsitjlia p. magata ì>cl (Eljmtiamssiino He cl)c 0Ìosf a saona cl ì)i tir. s. Hacljo 1526 ? ì>. suona ( 543 ) se parli l)e abo aleresa , ? piglia certe uaue b. inimici pai aborno aligortto j li trauarna el. tt. anbrca boria con sue galere etta quelle be ueneliani j li se tttissena in cantina } anbortta l)a fJortofin quanbo fuma rati ispagnali ba francesi e bai caute inlipin. 3te trata b. le mntiocto naue be Spagna cljefurna sbaratate e b. qle mtssen al faba. 3te trata bel sadja ? uituperio facto a ttoma } bele naue brusate a. s. fioretta. Ite canto spagliali oeueteua a saana ca sciale l)e co anima b. preberla e farne a sua posta. 3te trata coma ispagnali el bi be nra bona b. augosta rapitea li fracesi a parlofitt e pison el cote filipin. 3te et bi sequete ifrancesi betena la Uotta a spagnoli e li tolscna larmata egaler e por-tofiit. 3te la bttica sequete ?ena resto al nome be fra?a. 3te trata canta el signor b. otredjo preise el boscl)o e altre casse conto intenberiti legettba la istoria. In 8.°, di carte 6 non numerate. Segnature a ii, a iit. Caratteri eguali al Lamento sovra riportato. Segue alla intestazione la silografia del guerriero a cavallo già precedentemente notata, ed a sinistra della medesima lo scudo gigliato di Francia entro un riquadro. La canzone comincia oltre a metà del retto della prima carta, e consta di 103 ottave, col seguente ritornello: (Dgniuno eriba fratija franca uiua la nobile fiore belili be abatere i sai nettàri bio gli baga la posanja (Ogniuuo criba franca franca. D’ Oria, altre se ne leggono in favore di Oberto Cattaneo che fu il primo doge eletto dopo la Riforma del 1528 ('). 1526, 14 Gennaio. Il prelodato cav. Alizeri ci comunica il seguente istrnmento, per la stampa di un’opera ascetica di frate Girolamo Savonarola. E rogato da Bernardo Usodimare-Granello , e serbasi nel nostro Archivio Notarile (2). MDXXXV1 die Veneris XI HI Januarii in tcrciis in Palacio Archiepiscopali Janue. Reuerendisimus Dominus Marcus Cultaneus Arc/iiepiscopus ollocensis Janue commorans ex una, et Antonius Bellonus de Turrino quondam Christophori impresso)' librorum in Janua partibus ex altera, sponte etc., peruenerunt ad infrascripta pacta : (’) Tutti i componimenti sovra enunciati sono rilegati in un volume di Miscellanea, con più altri stampati egualmente dal Berruerio in Mondovì tra il 1509 ed il 1 o 15. Vi hanno pure diverse poesie edite in Milano, Bologna , ecc.; fra le quali notiamo in ispecie la seguente , in 4 carte non numerate di caratteri tondi, che per noi non è senza interesse. Si compone di 56 ottave, seguite da un sonetto; e si intitola : Opera e lamento de Zena che tracta de la guerra et-del sacco dato per li spagnoli a li XXX di de Magio nel MCCCCCAAII ; e si adorna nella prima carta di una vignetta, consistente in una grande capitale N, nel cui centro stanno gli apostoli Pietro e Paolo. Ora il chiar. Promis ci fa sapere che siffatta iniziale è perfettamente identica a quella che s’incontra nel verso della carta 121 del Dominicale stampalo in foglio nel 1524 da Pier Paolo Porro in Torino. Il che dinota che la canzone in discorso fu stampata aneli’essa in questa città e da quel tipografo, del quale inoltre nella Miscellanea medesima se ne hanno pure alcune olire. E soggiunge: « Di tali iniziali ho, posso dire , la serie completa nei grossi volumi di Chiesa con musica esistenti nella Biblioteca di S. M. » Le minute circostanze poi narrate in questa canzone, le danno, a parer nostro, non poca importanza storica ; e perciò noi la stamperemo per intero in fine del Supplemento. (*) Fogliazzo d'atti inestesi dal 1522 al 1543. ( 547 ) Videlicet quiu, dictus Antonius promissit prefitto Domino Marco Archiepiscopo presenti etc. imprimere el seu stampare Dialogum compositum per quondam Reuerendissimum Fratrem Jeronimum de Ferraria Ordinis Predicatorum, intitolatum Solacium itineris mei, per prefatum Dominum Marcum eidem Antonio ad imprimendum tradditum; et ex ipso Dialogo stampare et imprimere volumina duo millia tantum infra terminum medie quadragessime proxime venture; et que quidem volumina duo millia spectent et pertineant pro una-tercia parte prefato Domino Marco Cattaneo, cui illa dictus Antonius traddere promissit et seu de eis sequi voluntatem eiusdem, et pro reliquis duabus terciis partibus spectent et pertineant ac remaneant et remanere' debeant dicto Antonio, qui de eis facere possit pro eius libito voluntatis. Et versa vice prefatus Dominus Marcus Archiepiscopus pro pretio seu mercede dicti Antonii imprimi facere Dialogum prodictum, et pro precio dicte tercie partis dictorum voluminum duorum millium sibi traddendorum ut supra, dare et soluere promissit pre fato Antonio scutos tresdecim et terciam partem alterius auri solis , cx quibus ex nunc dedit et soluit actualiter pre fato Antonio in presentia mei notarii et testium suprascri-ptorum (sic) libras uiginti ianuinorium quas habuisse ei recepisse confessus fuit, et residuum dare et soluere promissit in consignandum dictorum voluminum sibi Domino Marcilo assignandorum pro torcia parte ut supra. Intelecto quod originale dicti Dialogi restitui debeat ipsi Domino Marcito. Que omnia etc. Sub etc. Et proinde etc. Tesles D. Matheus de Moriaria Canonicus Ecclesie Januen-sis, et Johannes Baptista de Franchis de Mulfmo Notafius. ( 548 ) Questo documento lascia credere che 1’ autografo dell’ operetta onde nel medesimo è caso , fosse pervenuto a mani del Cattaneo; e l’edizione é la prima che sia comparsa in luce (*). Della quale però cercammo invano un qualche esemplare in Genova ed altrove (2). Il P. Quietif così l’accenna negli Scriptores Ordinis Praedicatorum (3) : « Dialogus spiritus et animae interlocutorum, cui titulus : Solacium itineris mei. Incipit: Cogitate me a facie oculorum Dei projecto etc., quem libris septem distinxit, quorum primo de Deo , altero de fidei veritate tractat. Tertio Messiam Ebraeis venisse probat. Quarto fidem adversus philosophos astruit christianam. Quinto rationes eius probabiles affert. Sexto vitam fore futuram. Septimo denique viam qua ad illam itur ostendit. Primus e tenebris eruit et edidit Paulus Franchus Parthenopaeus (4), Genuae typis Antonii Pelioni Taurinensis 1 536, in 8° parvo, pp. 60 gotkico charactere; nuncumpavitque Franchus Marco Cataneo antistiti Rhodiensi et proarchiepiscopo Genuensi epistola eleganti, qua Hieronymi sanctitatem atque doctrinam (’) Del Cattaneo ha pubblicato nel 1863 un Trattato della vera perfezione l’egregio nostro collega P. Amedeo Vigna, premettendovi una biografia del-1’ Autore. (sj 11 dottissimo P. M. Alberto Guglielmotti, ci scrive da Pioma a questo proposito: « Nulla ho trovalo dell’ opuscolo Solacium itineris mei.... Ilo minutamente cercato su tutte le tredici fittissime pagine del Catalogo Casanatense per Savonarola ». Ed il eh. P. Tommaso Corsetto, in data di Firenze: • Per quante ricerche io abbia fatte dell’ edizione di Genova . . . , non mi è stato possibile trovarla. Essa non è neppure nella ricca raccolta del Capponi, dove trovansi tutte le altre edizioni citate dal Quietif ». Lo stesso ripete l’illustre comm. Promis per la R. Biblioteca di Torino. (!) Voi. I, p. 886. (*) S’intenda cioè che il Partenopeo ebbe cura della stampa ; e, giusta la consuetudine vigente assai di que’giorni, la intitolò a chi col proprio denaro l’avea procurata. L’opera poi cresce il numero della Biblioteca Ascetica, alla quaie già notammo avere atteso il Belloni (Vcd. a p. 290). t ( 349 ) mire commendat, ac illius mortem maximo fuisse dicit Ecclesiae dispendio procuratam ». E soggiunge: « Prodiit rursus Venetìis eodem anno 1536 ^ apud Ber nardum Stagninum in 24.....» 1557. Ecco notizie più estese sul Liber elueidationis, di cui già a pag. 100 e 275, tolte da due esemplari pervenuti in questa U. Universitaria dalle soppresse corporazioni religiose. L1BER ELVCIDATIONIS V E R I T 1 T V M CATHOLICARVM CONTRA ENITENTES DOCTRINAM CA T EO L ICAM OP-P VGNARE, PER Q, V AM V T ILI S VNIVERSIS Christi lesu fidelibus et Verbi dei praeconibus praesertim, in quo quidem infrascritta continentur, Videlicet. Silografia esprimente la Crocifissione; e sotto : GENVAE Apxul Antonium Bellonum. M. D. LVII. In 8.° A tergo del frontispizio, è in corsivo piccolo enuncialo il contenuto del libro, che fa seguilo così al Videlieel del recto ; e gli succede alla fine della stessa facciata : Auctorc venerabili Patre fratre Francisco Meddcnsi ordinis minw'im obser. sacrae theologiae professore eximio ac dininae scripturae interpracte ( 550 ) perlucido et profundo et haereticorum accerrimo impugnatore, per quera quidem sanctae Romanae ecclesiae pedibus prouolutum, haec vniuersa et singula eiusdem sacrosanctae ecclesiae iudicio et sententiae demandantur ac committuntur. Seguono quindi due carie di dedica dell’Autore, colla data di Genova 28 agosto 1557, nello stesso carattere corsivo: MAGNIFICAE AC GENEROSAE ET VERE CATHOLICAE TAVRINORVM AVGYSTAE COM^ MVNITATI. E finalmente nel retto di una terza carta si legge V approvazione dell’Inquisitore fra Girolamo De Franchi, in data di Genova 15 novembre stesso anno 1557. / Tutta l’opera poi è in carattere tondo, ed abbraccia 237 carte numerate. Segnature : A — G g. Per ultimo a tergo della carta 237 comincia una serie di Errala alicuius pondci'is . . . per literas alphabeti, in carattere corsivo, la quale prosegue in altre due carte prive di numerazione. 1559. Il Toppi (*) registra di Ferrante Carafa , cavaliere napolitano e marchese di san Lucido : Le rime spirituali, della vera gloria humana in libri 4, et in altri tanti della diuina. In Genoua, appresso Antonio Belloni, 1559. In 4.° » (’) Biblioteca Napoletana, p. 8.5. r ( 351 ) '1159. Ognuno conosce il libro di Uberto Foglietta, Della Repubblica di Genova, stampalo in Roma dal Biado nel 1559, e le ire vivissime nelle quali, per parte della Signoria, incorse allora 1’ Autore. Per motivo del luogo d’impressione noi non dovremmo occuparcene in questo lavoro; ma ciò che ne induce a parlarne è un documento comunicatoci dal eh. Alizeri, il quale rivela insieme lo sdegno e i timori che per tale pubblicazione avea concepiti il Governo, il proposito di punire lo scrittore (*), il desiderio di sottrarne 1’ opera alla circolazione, ed infine i dubbi non infondali di darle maggior fama col mostrarne soverchia preoccupazione. 11 documento in discorso fa parte di un fogliazzo del nostro Archivio Governativo, intitolato Minute di lettere dal 1529 al 1563; ed è in sostanza una Nota, la quale (osserva lo stesso cav. Alizeri) sebbene dal ms. originale non apparisca a chi fosse diretta, pure da qualche altra che si trova nel fogliazzo medesimo si raccoglie con bastante certezza che venne spedita a monsig. Benedetto Lomellini (2). Molto Rgv. e Magnifico; V. S. hauerà inteso di quel libro composto e dalto alla stampa per quel Foglietta , e mandato qui à noi accompagnato (') La Repubblica lo dichiarò reo di ribellione, e lo condannò a perpetuo esilio; ma questa sentenza più tardi fu rivocala. Ved. Spotorno.Storia Letter. della Liguria, voi. Ili, p. 41 e seg. (’) Costui, dimorando in Roma, si porgeva assiduamente a molte e gravi commissioni della Repubblica ; e nel 1565 , da papa Pio IN, fu insignito del cappello cardinalizio col titolo di S. Maria in Acquiro. ( 51)2 ) con una sua lettera, del qiuil libro nessun' altro può esser ne più abomineuole ne più seditioso, come che per dentro vi si scorga una velenosa mente, e siano sparsi pestiferi ragionamenti in tanto pregiuditio della nostra Republica quanto V. Signoria amoreuole et aueduta può per se stessa hauer conosciuto , quando però le habbi sofferto 1’ animo di leggerlo, insieme colla prosonlione di hauercelo mandato qui , col farsi manifesto auttore di tanta scelcraggine. Di donde noi spinti dal desiderio di spengere una si fatta pestilenza, et inuitati dall’ essempio di molli altri Prencipi, ci saressimo mossi a dargli senza altra dilatione il douuto castigo ; se non che. sendo di nostro costume et intentione di portar sempre ogni riuerenza à cose ecclesiastice ('), ci siamo rissotuti di seguire I' usato nostro stile e procedere colla giusti fi catione in mano, e così partecipato ogni cosa col Molto Reu. Vicario nostro, e consultato il tutto co’ nostri Dottori, esso Monsignor Vicario non pur inclina, ma è al tutto rissolulo e come ordinario giudice, e come anco Delegato in virtù di un Breue ottenuto da Papa Giulio III di procedere conira ecclesiasticos in materia de somiglianti delitti cum inleruentu alicujus in dignitale ecclesiastica constiluli, di poter giustamente processarlo e dargli quel castigo che à tanta scelcraggine è douuto, caminando sempre però co’ debiti e ben giustificati termini. E ben vero che per quel che hauemo inteso ci è una Bolla di Papa Eugenio la qual dispone che per li rcssidenti in Poma si possa leuar le cause dall’ ordinario, e che ciò si ottiene con molta facilità quasi prò forma. E per questo ci è occorso preuenire, e chiuder la via a chi volesse goder di si fatto Priuilegio, tanto più che ci vien data fama intentione che in casi di si (') Il Foglietta vestiva l’abito ecclesiastico, ed avea (itolo di Referendario «lei Sommo Pontefice. ( 353 ) fatui importanza, e tanto nefandi, la preuentione ci ha luogo seiulo massimamente la persona di poca o nessuna qualità. Laonde per drizzare a buon fine questa nostra intentione e desiderio, ci è occorso dar cura di tutto questo negotio a V. Signoria, sicuri per la molta destrezza sua e per quella carità onde fu sempre accesa verso la sua patria, che ella non pur voluntieri sia per sottentrare al peso , ma sostenerlo insieme con quel frutto che si spera. Ci è occorso scriuerne al lieu. Arciuescouo nostro (*), non già cosi a pieno, il quale siamo certi per la prudenza et amoreuolezza sua che non lasci à dietro intorno ciò alcuno ufficio di vero et affetlionato cittadino. Ne scriucmo alli Jìeuerendissimi et Illustrissimi di Napoli (2) et Araceli (3) in credenza vostra, a fine che consultato prima il tutto con esso Beuerendissimo Arciuescouo e comunicato poi co’ suddetti Reuerendissimi et Illustrissimi (se così vi parrà) disponiate tutti insieme il desiderio nostro per que mezzi che giudicante più ageuoli per condurlo a fine, cioè col preuenire e prouedere che non segua cosi innouatione contro il giuditio Ecclesiastico che qui si và facendo , tanto più che esso Mon- 1 signor Vicario non è per procedere che per via de’ termini legittimi conforme allo stile ecclesiastico. E perchè di sopra s è fatto mentione del Priuilegio che habbìamo di Pappa Giulio ; e senza dubbio quando (che non credemo) non si potesse assicurar l’intento nostro, restarebbe nulla la prouisione la quale derogasse in particolare al detto Priuilegio , rimettiamo in voi l’ allegarlo O'nò conforme a quel che la cosa il tempo e I' occasione consiglieranno. Ci è parso a proposito scriuerne insieme alla Santità di N. (*) Monsig. Cipriano Pallavicino. (’) Alfonso Caraffa, pronipote del papa Paolo IV, cardinale ed arcivescovo di Napoli. (!) Frate Clemente Dolera, nativo di Moneglia. ( 354 ) Signore, in credenza vostra però come vederete per la copia, non già perchè subito gliela presentiate, mei che giudicandoci V. S. il bisogno , quando massimamente questa Bolla Euge-niana fosse per alcuno ricercata, possiate in tale occorrenza seruiruene per impedirla ; il medesimo si dice delle altre dirette ai tre Cardinali in credenza vostra , le quali lasciamo all’ arbitrio suo il dargliele. Le lettere sono in semplice credenza , riputando ciò cosa più secura per molti rispetti. Si è fatto qui il Proclama per restringere essi libri, del quale vi si manda copia. Vederessimo volontieri raccoglierne quella maggior parte che si può : ne però sappiamo come costì si siano smaltiti. V. S. ragioneuolmente dee saperlo; e restandone presso i librari e stampatori, ci ’ soddisfarebbe I’ auerli lutti, e che V. S. di grosso li comprasse per quel prezzo che le paresse conueneuole, dandoci ciuuiso quante copie ne possono esser uscite fuori e per doue, acciò che sì fatta pestilenza, più oltre stendendosi, non pigli maggior campo. Di Genoua alli XIII di Marzo MDLVI1I. Poscrilta. Intendemo che costì si componga un libro in risposta di quello del Foglietta, che altro non vuol dire che porgere nodnmento a quel soggetto che noi vogliamo estinguere in ogni modo. Laonde V. S., o con destrezza, o con que’ mezzi annunciatiui che le parranno , vegga di operare in maniera che a partito del mondo non vi si vada dietro , pereiochè per la medesima cagione castigaremmo aspramente chi ne fosse l’auttore o l’inuentore, et auuenga che altro non contenesse che cose sante , tuttauia perchè porgerebbe■ vigore e sueglierebbe le diabolice (sic), cader ebbe chi vi hauesse mano nell’ istesso crime. E in ciò non potete fallire ad impie-garui ogni diligenza. Meglio consideralo chel far molto romore intorno al racco- ( 55» ) gliere de suddetti libri potrebbe accresci' loro riputazione, onde poi seguirebbe contrario effetto al desiderio nostro , le dicemo che si resti di altramente comprarli; ben sarebbe a proposito, e cosi ne la confortiamo, a scrinerei qual puotrebbe essere a parer suo il vero mezzo di spegnerli; et assicurarsi che costi almeno non fossetto stampali un’altra volta. A’ XVII del detto. Duce e Gouernatori della Repubblica di Genoua. H presente piego di lettere vi sarà datto di cinque o sei hore innanti che siano dalle a gl’ altri le loro, à fine che quando paresse a V. S. "di preuenire qualche occasione e gli oggetti ad alcuno possa farlo. Ne mandiamo di esso plico un’ altra copia sotto lettere di ms. Alessandro Pinello, acciò si corra minor rischio di smarirsi, nelle quali sarà parimente un cdtì'o piccolo piego a V. S. per ragioni del Vicario nostro Arciuescouile , et seguirete quanto in quelle si contiene. Di Genoua li 4 8 di marzo. Fra i pericoli temuti dalla Repubblica in questa Nota, é quello 'di una nuova edizione del libro, la quale pertanto il Lomelìino è incaricalo di assicurarsi che non avvenga. Ma il sospetto che si aveva riguardo a Roma, verificossi per avventura in Genova stessa, per opera di Antonio Bellone. Imperocché il già lodato cav. Bongi, delle cose bibliografiche intendentissimo, ci scrive aver sempre credulo come delle due diverse stampe del libro Della Repubblica, coll’indicazione di Roma e la data del 1559, P una sia fattura genovese, ed anzi eseguita cogli stessi tipi del Cortigiano (*), che sono quelli alquanto allungati cogli v (w) così fatti. (’) Ed anche del Liber elucidationis (p. 349). ( 5se* ) 1560. 11 ridetto cav. Bongi ci comunica pure la descrizione del volumetto seguente, desunta da un esemplare di sua proprietà. IL CORTIGIANO DEL SESSA. Impresa belloniana, come alla Tavola VIII (*); e sotto: Impresso in Genoua appò Antonio Belloni Nell’ anno M. D. LX. In 8.°, di fogli 182 numerati a destra. È dedicato, con lettera di Genova 15 novembre 1559, a Pasquale Caracciolo da Cristoforo Belloni : il quale dice aver fatto già da qualche tempo tradurre il presente Trattalo da Francesco Baldelli, e dirigerne ora la edizione ad esso Caracciolo come a quello che era gentiluomo intendente di questa disciplina, avvezzo alla civiltà delle Corti, e quasi paesano dell’autore nativo di Salerno, mentre il Caracciolo avea molte nobili castella . . . nelle medesime contrade della Lucania. Il libro originale del Nifo da Sessa, è notissimo; e questa sua traduzione è fatta in ottima lingua toscana come lo sono tutte quelle del Baldelli. (’) Ved. a pag. 101. ( 357 ) ■1567. Nella Civico-Beriana, e presso il comm. Antonio Merli ('). LA IMPRESA DI MESSER CESARE TREVISANI DA CARTECETO, CON LA D I C H I A R A T I O N E ALLO ILLV STRISSIMO Signore Giouan Andrea Doria. Impresa belloniana, come alla Tavola Vili (2). In Genoua Appresso Avionio Bellone. M D LXV II. In 8.° piccolo, di pagine 64, delle quali soie 42 numerate. Le prime 4 6 e le ultime 6 mancano di numerazione. Carattere corsivo. Segnature Aii — Eij; B — Dijij. La dedica al D’ Oria porta la data di Genova 4 settembre 1567 ; ed è sottoscritta F. Felice, il quale si rivela autore del-1’opera, asserendo avere ordinato con essa una picciola ta-uola, nella quale dipinto si potesse da V. S. scorgere . . . qual fosse il mio noto di seruirla. Perchè pigliala occasione da questo mio nuouo pensiero della Impresa, .... miserai a comporre questa operino,, che ora al suo inultissimo nome con la mente consacro. Succede alla dedica un Sonetto del medesimo (F. Felice) alla Illustrissima Famiglia DOIÌIA ; quindi un’ avvertenza ai (*) Ved. a p. 266. (’) Ved. a p. 101. 23 ( 558 ) lettori, ai quali è detto che chi uorrà con sua maggior soddisfattone dilettarsi in questa Impresa la si. potrà far di- pingere in un foglio grande da qualche discretto pittore; e finalmente la TAVOLA RACCOLTA PER ORDINE DI ALFABE to di cose 'più notali (sic), che si contengono nell' opera. Gli argomenti trattati sono in tutto 67 ; di cui parecchi in lode dei D’Oria. Fra gli altri poi notiamo: Bellezza et leggiadria di Donne Genouese ; Descrittione della Città di Genoua; Diuotione delle Donne Genouesi; Eccellentie di Genoua; Giardini di Genoua-,' li uomini eccellenti per. nobiltà , per ualore, et per uirtù d’ animo di Genoua ; Magnanimità, et cortesia dello Illustre Signor Paulo Viualdi; Orationi frequenti di Genoua; Palazzi più belli di Genoua-, Prudentia de Duci Genouesi; Religione di Genoua ; Sopra de’ palazzi di Genoua si ordinano mirabilmente molti Giardini ; uestire leggiadro, et ricco de Genouesi. Alla pag. -1 numerata comincia la DICHIARATICI NE DELLA IMPRESA N. DI MESSER CESARE TREVISANI. Dove l’Autore racconta come caminando à diuerse terre d'Italia, udita la gran fama, che di Genoua bellissima. . . sonaua. . . me n’ andai. . . a uederla; e quivi, mentre che. . . et l’occhio, et la mente à due bellissime statue di marmo uolto hauea, fui allo’ mprouiso sopragiunto dalle braccia di Messer Cesare Treuisani da Carteceto. Il quale . . . mi ( 359 ) scuopasc un Arma ... la quale era sopra un bel fogliò à questa guisa da molto discreta ... et prattica mano dipinta, ecc. Le ultime cinque pagine sono occupate da un Sonetto del Trevisani in lode del D’Oria summentovato, e da una Canzone fatta dallo stesso Autore, quando ne uenia à Genoua nel passare, che fe per Fiorenza. 4 568. Intorno alle Leggi di S. Giorgio stampate nel 4 568 (*), ecco un documento che riguarda le spese di quella edizione, ed é iscritto nel Càrtularium introitus et exitus Officii S. Georgii anìii 4 568 (2). Esso conferma inoltre il sospetto già da noi espresso (3), che Cristoforo Bellone fosse figlio di Antonio. Yesus. 4 568 die 40 Septembris Christopharus belonus stampator etc. ad bonum computum stampe nouarum regularum, mandalo Magnifici Officii Sancii Georgij anni- presentis........L. 4 00. — — Jtem 4 569 die 30 Junii. Pro Antonio eius patre- ad complementum mercedis ipsius stampe nouarum legum comperarmi......» 187. 4 0. — Item ea pro dicto Francisco (sic) solutis per eum laborat oribus in dieta stampa prò esenio etc. » 5. 8.— ltem ea prò dicto Francisco solutis per eum Bartolomeo Orerio interueniente in dieta stampa. » 5. — —-■ ltem 4 577 die 14 octobris pro expensis . » — 2. — Z.298. — — --- (>) Ved. a p. \\\. (a) Fol. 27 verso: Archivio delle Compero di S. Giorgio. (!) Ved. a p. 276. ( 300 ) * ’ \ '..r-,- 1568. 4569. Intorno a frate Fabiano Chiavari, del quale abbiamo riferito il Tractatus de Cambiis ('), è da vedere la Dissertatio historica de ducentis coeléberrimis Augustinianis del P. Domenico Antonio Gandolfo (2) ; dove, per errore tipografico, l’edizione del detto Trattato si ascrive al 4596. 11 2 aprile 1569 fu quello della morte di esso Fabiano, cum iam octua-genarium annum explesset. 1570. Presso il socio cav. dott. Giovanni Casaretto, benemerito Presidente della Società Economica di Chiavari : PAGANI PAGANINII LICIANENSIS IMPARES VERSYS IN N V P T 11 S IOANÈIS BAPTISTAE DORIAE , ET MARIAE IOANNAE GENTILIS PATRITIORVM GENVENSIVM. Impresa belloniana (3). GENVAE APVD ANTON IVM BELLONVM M. D. LXX. In 8.° di carte 44 non numerale; carattere corsivo piccolo, eccetto le prime due che contengono la dedica dell1 autore ad Antonio D’Oria, in carattere tondo. Segnature: A ii — Diiij. (’) Ved. a p. Mi. (’) Pag. 117-19. (*) Ved Tavola Vili, a p. fOI. Le curte 5 a 17 hanno un componimento in distici latini; del quale poi a carte 48-34 si legge la traduzione in versi sciolti. Dove P autore cosi descrive, favoleggiando, le origini della sua famiglia e del suo cognome ('): Vn sol PAGAN iioh lascicrò non detto; Dal quale ancora in questa nostra etatc Il sangue mio conserna il suo cognome. Perche GIANO gentil del ceppo nostro Alficr d’ uno Ammiraglio si pregialo Mostrò ualore, e senno in quelle imprese, E per questa cagion V alto PAGANO Del nome di se stesso uolsc ornarlo; Onde siam detti PAGANINI, gli alti Monti halitanti, che son sopra SESTRI Onde rimena à noi il giorno il Sole; Come fan fede de i miei uecclii i libri, Che mi ricordo hauer letti fanciullo; I quali a tempi nostri ancor serbiamo, Come uogliam ne i secoli à uenire Faccino quei che nasceran di noi. lui stanza una parte, e gli altri appresso II fiume Tiuerone, oue LICIANA ( ) Mia dolce patria posta in picciol piano Intorno è cinta da giardìn uestiti Di vigne., e oliui, e di siluaggi boschi. Le carte 35 a 43 contengono brevi componimenti latini in onore del cardinale Benedetto Lomellini, di Ottaviano Odorico celeberrimum philosophum clarissimumq : senatorem, Benedetto Spinola, Scipione D’Oria, Giovanni Saivago, Stefano Gentile (') Car. 22 verso. C) Liciana , in Val di Magra, fu già marchesato dei Malaspina di Villafranca. Il torrente Tavaronc, che discende dall’ Appenino, passa per Bastia e Liciana, o di là sotto la Piove a Monti; entra in Tcrrarossa, e quivi presso si scarica nel fiume Magra (Ved. Rispetti , Dizion. ecc .'della Toscana). ( 362 ) optimis studiis deditum, G. B. Lercari, Isabella Medici-Orsini, Baldassarre Trevigi; altri poi sono indirizzati a papa Pio IV ed a’principi cristiani, per eccitarli a collegarsi contro de’ turchi; al Doge ed ai Padri della Repubblica per la festa commemorativa dell’ Unione. Sonvi quindi parecchi versi per la statua di Giambattista Grimaldo, per le mura di Genova, in Palatia ad Fontem Amatorium constructa, ecc. Finalmente nel retto della carta 44, si nota che Superiora Latina et Hetnisca approbauit pius inqvisitor, e si correggono alquanti errori tipografici. % ■1573. Dalle schede del già lodato cav. Casaretto desumiamo la seguente notizia : Diauoli delle donne di Giacopo Boerio'Gorretta. In Genoua, appresso Ghristofaro Bellone, F. A. 1573. In 8.° piccolo, di pagine 32. È un canto in ottava rima (scrive lo stesso Casaretto); ed era inserito in una Miscellanea appartenente a certo Gaetano Torri. 1580, 5 Marzo. Sotto questa data nel Cartolario delle spese della Repubblica per detto anno (') si leggono pagate lire 8, soldi 6 e den. 8 thipografo ... pro eius mercede imprimendi proclama factum contra Joliannem de Castronouo et Pantalinum Maciam. (') Archivio Governativo. Dobbiamo la notizia al cav. Desimoni. ____ ( 5(io ) 1582. Nella K. Biblioteca di Torino (e per gentile comunicazione del eh. sig. comm. Promis): Oratione di Pasquale Sauli patritio genouese, et dottor di legge, nell’ ingresso al gouerno della Serenissima Repubblica di Genoua, delli eccellentissimi Francesco Montebruno, Gieronimo Ganeuà, Giacomo Moneglia, Andrea Viualdo, et Paolo Sauli. Il primo di Genaro MDLXXXII. Impresa di Antonio Boccatagliata, come alla Tavola XVII (*). In Genoua. Sono sette foglietti in 4.°, dedicati dall’ autore a Guido Panciroli. 1585. , 11 cav. Alizeri ci comunica la seguente lettera di Paolo Foglietta (2), che riguarda la dedica della Historia Genuensh di Oberto suo fratello, il quale era passato di vita nel 1582; e benché priva di data, notiamo non potersi altrimenti asseta Ved. a p. 209. (’) Trovasi 1’ originale nel fogliazzo del cancelliere Ambrogio Senarega giu-niore (Archivio Governativo); e vi si legge a tergo: Svpvica dro Fogietta. ( «764 ) gnare che al 1585 circa, nel quale appurilo lisci coi tipi del Barloli la detta Historia (*). 0 S.,m Segnoi Se ben diuersi dri nostri Cillen dexiroxi de groria, me han offerto, e m' offeran de continuo ( corno ghe posso mostra) , 500 seni d’ oro, perche gh’ indrize ra bella IHstoria eira nostra Patria, ra qua posso indrizà a chi me piaxe, mi me contento de indrizara a questo Serenissimo Senato, ro qua antiponno, conio don, a ogni citten particula , se lè me comanderà, e se contenterà ancora de dame questi 500 scui che ne trouo da ri particulè, e massime sacciando che questa IHstoria chi me costa tre miria scui d’oro, mi I’ ho deta per si basso prexo a ra Patria, che se po di che ghe ri aggie feto un prezente; ni ghe de’ parvi raxioneiue che ghe donne ancora questi 500 scui con ri que penso de resarsi parte dro me danno, perche no me pà honesto che mi Poro, chi son chiù poueo cha Frè Corzetto, paghe solo tutto questo honò publico, ma certo che se mi fosse, no diggo ricco , ma ben staghente, o fora de neccessitè, ghe l'indrizereiua de badda, corno de badda ghe ho deto I' llisloria, perche desborsando pe ra Patria, me parreiua d’imborsa; ma possa che no ri ho un da trà ro gallo, no posso espedì gratis, ne posso (come vor-reiua,) indrizà a V. S. Serenissime l’epistola dedicataria senza premio d’ auantaggio , perchè sereiua chiù ra zointa cha ra deirà. Però ghe diggo in concruxon, che voggiando pu che ghe l’indirize, me faran gratia de fa unna de queste quattro cose: o donarne ri 500 scui che he trouo da atri, o de ■ accresseme ro me sarario (ro quà è de 700 lire I’ anno) fin in mille lire , o de perpetua questo poco stipendio che dan a (') Ved. a |>. 168. / ( oli!) ) mie in rnè Figgio solo ancora, ro qua è za canno chiù cha mie, e marotlisso d’ auantaggio, o a ro manco de lassarne indrizà questa 11 isteria a chi me parrà con so bornia gratia, como me creo che furari, succiando che mi non solamente ho feto fa con me gran breiga e speiza questa Historia, che honora ra nostra Patria, ma scriuo ancora mie de continuo per utile e honò (Ira nostra lìepublica, si che a Zena no gilè nissun chi se mostre chiù amorozo Figgio de Zena de mi Fogetta : però Zena ancora nostra Moere de’ tegnì quinto d’ un cosi amoroso e bezugnozo Figgio, conio son mie ; ro qua solo per amò e per honò de Zena ho sempre pari w ze-neize, como fasso aura a V. S. Serenissime, a re que’ m’inchinilo con reuerentia. Questa lettera, a prima giunta, non è ben chiara. Perché Paolo accenna ad una Historia la quale dice aver fatta fare pel prezzo di scudi 3000-, mentre Oberto, storico officiale della Repubblica, godeva l'annuo assegnamento di lire 425 appunto per compilarla (’). Vuoisi dunque intendere che i 3000 scudi (se pure non vi ha esagerazione nella somma) rappresentino le spese di stampa, e che con le parole ho feto fa, lo scrittore voglia significare di averla fatta stampare. Quanto poi al contenuto della medesima lettera, vedesi che la Repubblica non accolse la prima delle istanze di Paolo, perchè il volume uscito a stampa reca in fronte la dedica non già alla Signoria, ma al Principe Giovanni Andrea D’Oria, il quale avrà pertanto sborsati i 500 scudi richiesti in compenso dal dedicante. E siccome il Foglietta loda poi lo stesso Principe anche per ciò, eh1 egli ha adunato in casa quocl mandarunt litteris eruditi viri e soggiunge nec fratris mei labor (’) Ved. a p. 170. * ( 5()(> ) m eo ipso desideratus est, così si comprende clic della Historia di Oberto corse dapprima un qualche esemplare manoscritto, uno de’quali Giovanni Andrea era sialo sollecito di collocare nella domestica sua Biblioteca. Difatti, con un mandalo del 2 febbraio 1581, il detto Principe ordinava che si pagassero « a Ottavio Talignano libraro lire 5 e soldi IO per le Historie Genovesi » (*). Del resto il Principe Giovanni Andrea D’ Oria era vaghissimo di ricever dediche, e di essere in quelle esaltato da letterati italiani espagnuoli (2); per lo che pagava eziandio la impressione delle opere loro. Ma, tornando al Foglietta, mette pur bene accennare quanto nell’avvertenza al lettore, posta in fine dei XII libri, lamenta il nostro Paolo; perocché il fratello immatura morte nobis praeter spem euectus. . . , non potuit multa illustrium familiarum nostrae duitatis monumenta colligere, quae suam historiam illustrassent: onde egli medesimo soggiunge alcune notizie di quella de’ Cibo. Or questo punto resta vieppiù chiarito da alcuni Documenti testé pubblicati dal eh. socio corrispondente march. Giuseppe Campori (3). Se non che ìa lettera sovra riferita pone eziandio in rilievo un altra particolarità; ed é questa, che Paolo Foglietta era anch’ esso agli stipendi delja Repubblica. E ciò vale a crescere alcun poco le notizie finora scarsissime intorno a questo brioso poeta del nostro dialetto. (1) Fogliazzo di mandati dell’anno 1581, nell’Archivio di S. E. il Principe D’Oria. La comunicazione è dovuta al eli. socio comm. Antonio Merli. (’) Véd. a p. 164, <68, 203, 367, 382. (!) Nel voi. V degli Alti e Memorie delle Rii. Deputazioni di Storia Patria per le Provincie Modenesi e Parmensi; Modena, 1870. ( ÒG7 ) 1586. Ecco per 1’ appunto l’esempio di un'opera stampata a spese del Principe D’ Oria, ed al medesimo indirizzata. È quella di Carlo Sigonio De vita et rebus gestis Andreae Auriae (‘); e le note di pagamento che vi si riferiscono (delle quali noi ci professiamo debitori alla gentilezza del comm. Merli) constatano eziandio il cambio di cinque fogli avvenuto nella edizione forse dopo il suo compimento f2). Il qual cambio è per avventura dovuto a qualche ritocco giudicato opportuno nel testo, e non a mende tipografiche. 1586, 25 Marzo. Gio. Batta Magnerò metta a debito mio lire cento, che ha pagalo a Pietro Barloli stampatore, a buon conto della Viltà del Principe Andrea Doria che al presente stampa, fatta dal Sigonio . . . Gio. Andrea Doria. 1586, ultimo di Aprile. Gio. Batta Magnerò paghi a Geronimo Bartoli stampatore lire cento trentuna, che con lire cento che lia hauute fano L. 231, e sono per la stampa della Vita del Principe Doria che ha fatto, cioè copie num. 600 di fogli 33 per copia, pagando la prima a ragione di L. 7 lo foglio ..., e con la riceuuta di esso Bartolo ... si faran buone a suoi conti. Gio. Andrea Doria. (’) Ved. a p. !8o. (*) Archivio D’ Oria sopra citalo: Foglialo di mandali dii IS586. / ( .1(5,S ) Segue a tergo di questo secondo mandato la ricevuta così concepita : lo Hieronimo Bartoli ho riceuuto dal Sig. Gio. Batta Mainerò lire cento e Ir exduna, e sono per copie num. 600 di fogli 33 per libro della Vitta del Principe vecchio che habiàmo stampato, e sopra questi giorni passati ho receuuto libre cento che fanno in tutto libre 234, che sono il compimento di dello pagamento, che sono a ragione di L. 7 il foglio, e per essere la verità o sottoscritta de man propria. lo Hieronimo Bartoli affermo. Succede in ultimo il mandato per la ristampa dei cinque fogli, di questo tenore: 4586, Maggio 44. Gio. Batta May nero metti a debito mio lire trentacinque che ha pagato a Pietro Bartoli stampatore per predo di fogli cinque che ha reffatto alla Vitta del Principe vecchio Boria, a ragione di lire 7 per foglio .... Gio. Andrea Boria. ( 509 ) % • 1580. Nella R. Universitaria : . LE VITE DE’ SANTI DESCRITTE DAL R. P. D. GABRIEL FIAMMA, CANONICO REGOLARE LATERANEN. VESCOVO DI CHIOZA. DIVISE IN XII. LIBRI; FRA’ QVALI SONO SPARSI PIV DISCORSI intorno alla vita di Christo. Con le annotationi sopra ciascuna d' esse, che espugnano, et conuin-cono le heresie, e’ rei costumi de' moderni tempi. Et contien questo sscondo 0) Volume le Vite de' SANTI, assegnati a' mesi di GENAIO , et FEBRAIO. Di più si sono aggiunti due indici copiosissimi ; L’uno delle cose, che nelle Vite; L'altro di quelle, che nell’ annotationi più notabili si contengono. All Illusivissima Signora, /a Signora PLACIDIA DORIA SPINOLA. Grande impresa bartoliana (-); e sotto : IN GENOVA, Appresso Gieronimo Bartoli, MDLXXXVI. In foglio, di carte 212, nella 2.a delle quali è la dedica (3) in carattere corsivo, firmata da Otlavio Talignani, che dice aver fatto ristampare il presente volume. (’> La parola secondo vedesi però cancellata a penna. (’) Ved. Tav. XV, a pag. 168. (r>) Notasi in questa che Placidia Spinola era sorella del Principe Gio. Andrea D’ Oria. ( 570 ) • f Segue nel recto della 3.a carta un Sonetto di anonimo alla dedicataria, pure in corsivo; e nel verso un’ avvertenza del Fiamma ai lettori, quindi una Tavola delle vite e dei discorsi contenuti nel volume. Nella. 4.a comincia l’opera; e la stampa è a due colonne, in carattere corsivo pei Discorsi e le Annotazioni ed in carattere tondo per le Vite. SECONDA PARTE DELLE VITE DE’ SANTI DESCRITTE DAL R. P. D. GABRIEL FIAMMA, CANONICO REGOL'ARE LATERANEN. "Vescouo di Ghioza FRA' Q VA LI SONO SPARSI PIV DISCORSI . Intorno'alla Vita di Christo. Con le annotationi sopra ciascuna d' esse, che espugnano, et eonuin-cono le hrresie, e’ rei costumi de' moderni tempi. E contien" questo secondo Volume le Vite de’ SANTI, assegnati a' mesi di MARZO, et APRILE. Alla Molto III. Sig. la Sig. Thomasina Spinola, del Siy. Benedetto. % Stemma bartoliano (*). IN GENOVA, Appresso Gieronimo Bartoli, MDLXXXVI. In foglio, di carte numerate 205. (’) Ved. Tav. XV, a p. 168. ( 371 ) La dedica in corsivo, a carte 2, è dello stesso Talignani. Segue alla 3.a una nuova avvertenza del Fiamma a’ Lettori; la quale finisce a principio della 4.a, dove le succede nel recto la I avola delle Vite e de’ Discorsi. Il Fiamma era di nobile famiglia veneta; e 1’ Ughelli (*) lo proclama rarissimus alque eloquenlissimus orator. Soggiunge che scripsit sanctorum vitas tribus voluminibus distinctas, e lo stesso riferisce il Tiraboschi (2), specificando appunto « tre tomi delle vite de’ santi ». Esse furono difalti ristampate in Venezia nel '1602 da Domenico Farri, e constano realmente di tre tomi in foglio, l’ultimo de’quali abbraccia i mesi di maggio e giugno (3). Dunque o 1’ edizione genovese rimase interrotta, o scompleto è l’unico esemplare che a noi fu possibile di conoscere. Psoliamo infine che nella dedica posta in capo alla ristampa veneta, intitolata a don Lorenzo Bembo da Onofrio Farri con lettera del 1° giugno 1002, il dedicante afferma aver fatte ripubblicare queste Vite, le quali « sepolte in tenebre parea giacessero, non trovandosene, già molt’anni fà,„più nelle librarie ». E tuttavia nè il Brunet nè il Graesse hanno fatto di quest’ opera alcuna menzione. (’) Italia Sacra , voi. V, col. 1335. (!) Storia della Letter. Ital., voi. VII/p. 415. (5) Un esemplare di questa edizione del Farri serbasi nella Biblioteca dei RR. Missionari Urbani. ( 372 ) 158(i. Un documento dell' Archivio di S. Giorgio (') ci chiarisce intorno il luogo d’ origine e la condizione di Genesio Malfanti già ricordato a p. 184-85. È questo un alto rogato in Sarzana dal nolaro Zaccaria de’Medici addì 20 luglio 1578, mercé cui Bernardino, Alessandro, Nicolò e Giacomo Parentucelli costituiscono loro procuratore presso gli Uffici delle Compere magnificum dominum Genesium Malfantium de Illice, abitatorem in duitate Januae, *medicinae et philosophiae doctorem. 1587. Presso I’ avv. Gaetano Avignone.- IL RE TORR1SMONDO T R A G E D I A. Del S/'g. Torquato Tasso. A L S E R E N I S S I M O SIG. DON VINCENZO GONZAGA Duca di Mantoua', et di Monferrato, etc. Piccola impresa bartoliana (2); e sotto : IN GENOVA. Appresso Girolamo Bartoli, mdlxxxvii. Con licenza de' Signori Superiori. In 8.°, di carte numerate 03, carattere corsivo. Segnature: a 2 — 7/4. (’) Fogliazzo 2.° delle Colonne pel l£>78. (’) Ved. Tavola XIX, a p. 23*. ( 375 ) Precedono altre (i carie non numerate, di cui le prime due contengono la dedica del Tasso al Gonzaga (in carattere tondo); la terza ha nel recto un Sonetto di Giulio Guaslavini, in corsivo, e nel verso è bianca* le altre racchiudono l’argomento della 7rcigedia, aggiunto in questa edizione dal Guastavini medesimo (pure in carattere tondo), nonché P elenco degli interlocutori. Le carte poi 62 e 63 contengono la Canzone dello stesso Torquato per la coronazione de! ridetto Gonzaga : Mvsa discendi Imnai dal verde monte ’ l chiaro Mincio, e cingi il crin di lauro, ccc. 1587, 6 Maggio. Il cav. Desimoni ci comunica questa nota, che leggesi nel Cartolario delle spese della Repubblica per detto anno (') : Pro .... solutis Petro Bartolo Hieronimi, impressori lìei-publicae, pro eius mercede imprimendi quingentas copias classium nouiter factarum per Serenissima Collegia... assassinorum et agressorum viarum, in obseruatione decreti Serenissimi Senatus de 29 aprilis........L. 16. 14. 8. 1587, 2 Ottobre. Anche la seguente Grida comunicataci dal sullodato comm. Merli, benché priva di ogni indicazione tipografica, può ritenersi uscita dall’ officina dei Barloli. (’j Fol. 4M : Ardi. Gov. 2V ( 374 ) GIO. ANDREA DORIA MARCHESE DI TORRIGLIA, Conte dì Loano, Signore di Garbagna, et Gremiasco, etc. Sapendo quanto dannatole cosa sia olii stati nostri, che in essi conuersino non solo banditi del territorio e giurisdittione nostra, ma etiandio banditi forastici, come sarebbe quelli di Genoua, Milano, Piacenza, et altri luoghi; i quali caminando in molto numero, tumultuano, et danneggiano .... ; Per il presente ordine, crida, et bando . . . comandiamo . . . che nissuno de’ suditi, o vassalli nostri . . . ardisca . . . accettare, ne albergare alcuno de’ sudetti banditi .... Data in Fassolo alli 2 di Ottobre 1587. Della detta Grida la quale consta di un foglio grande di linee 46, compresa la intestazione, si conservano nel privato Archivio di S. E. il Principe D'Oria due esemplari; l’uno de’ quali reca le soscrizioni autografe di Gio. Andrea e di Pompeo Arnolfini suo segretario; oltrecché é munita del principesco sigillo ottimamente conservato. •1588. Sono pur dovute alla gentilezza del cav. Desimoni le note che seguono (*): • 1588, 4 martii. Solutis Petro■ Bartolo tipografo ducali prò valuta scutorum 2 auri in auro ei deliberatorum per Serenissimum Senatum, pro eius mercede imprimendi reformationes..... ultimo loco factas virtute decreti diei 23 presentis. Z. 8. 9. — \ 588, 12 iulii. Solutis impressori Genuen. (2), pro eius mercede imprimendi proclama prohibitionis armorum. L. \%-- (') Cartolario delle spese delta Repubblica pel 1588, fol. 39!): Arch. Gov. (sj il Bartoli. ( 373 ) 1589. Nella Biblioteca del Museo Britannico a Londra (indicatoci dal cav. Desimoni): SOMMARIO DELLA DOTTRINA CHRISTIANA PER LA CITTA, ET DIOCESE DI GENOVA. CON PRIVILEGIO. Indi il monogramma Jhesus, circondato da raggi e fiamme, con intorno: societas nominis iesv; e sotto : IN GENOVA, Appresso Girolamo Bartoli. 1589. Con licenza de’ Superiori. Essendoci poi rivolti all’ esimio sig. Giorgio Bullen dello stesso Museo , per avere una descrizione del libro in discorso, il medesimo ci ha inviato col fac-simile del frontispizio sovra riferito, la seguente lettera. « Museo Britannico, 6 settembre 1870. « In risposta alia vostra del 28 ultimo, io vi accludo un disegno della pagina-titolo del Sommario ecc. Sul verso di questa pagina sono due alfabeti, 1’ uno piccolo e 1’ altro grande (large), con una silografia della Crocifissione. ( r>7(i ) « Il foglio seguente comincia colle parole : Essortazione ai fedeli Christiani. « L’opera é divisa in quattro parti, ciascuna delle quali ha titolo, segnature e paginazione particolari. « La parte prima ha 16 pagine; la seconda 45; la terza 13 pagine numerate, e 3 non numerate, di cui l’ultima contiene delle incisioni in legno; la quarta ha 80 pagine. « 11 titolo della seconda parte è così concepito: Dottrina Christiana per la Città e Diocesi di Genoua. Con priuilegio. In Genoua, Appresso Girolamo Barloli, 1589. Il titolo della terza è : Orationi per dire auanti e dopo la Dottrina Christiana. Con priuilegio. In Genoa, Appresso Girolamo Barloli, 4589. E quello della quarta: Lodi deuote per uso della Dottrina Christiana. In Genoa, Appresso Girolamo Barloli, 1589. • « Confidando che questa descrizione sia sufficienfe . . . . , sono ecc. » 1589. Un esemplare pervenuto in questa R. Universitaria dai PP. Francescani di Chiavari, ci permette di descriver meglio il libro già altrove notato di monsig. Mascardi ('). Catechismo Romano ridutto in Discorsi dall’ 311 e Heuerendissimo Monsignor Nicolao Mascardo ve-scouo di jVJariana et Accia Diuiso in quattro parli In Genoua, Appresso Girolamo Bartoli, 1589. In 4.° piccolo, di pagine numerate 297; carattere tondo. Nella dedicatoria, che è fatta alla Sacra Congregazione sopra Vescoui, 1’Autore, ricordato il governo anteriormente (') Ved. a p. 212. ( 377 ) da lui sostenulo della Chiesa di Brucato, dice che la dottrina O ' del Catechismo Romano essendo già stata volgarizzata, a mente del Concilio Tridentino, dal P. Figliucci domenicano « d’ordine di Pio Quinto », e dipoi ridotta « a dialogo da Monsig. Reverendiss. Vescovo d’ Aleria (') », giudica egli ben fatto di tenere un terzo modo, « cioè ridurlo a prattica per via di Discorsi ( modo forse più facile per i curati in servizio di quella Dottrina) ». (’) Di quest’ opera del noslro B. Alessandro Sauli è scritto nelle Memorie de’ PP. Barnabili del Barelli (voi. I, p. 367, num. 42, anno 1703), ch’egli vi « raccolse succintamente quanto si contiene nel Sacro Concilio di Trento , nel Catechismo Romano e nella Somma di S. Tommaso, la qual opera fu poi tanto stimata da S! Francesco di Sales, che fatto Vescovo di Ginevra nella Savoia, consigliato a pubblicare qualche Compendio del Catechismo Romano in lingua francese per uso della sua Diocesi, rispose quell’opera essere già stata fatta da Alessandro Sauli così perfettamente, che meritava d’essere tradotta in tutti i linguaggi ». Non sarà inutile poi soggiungere qui ciò che lo stesso Barelli dice delle altre opere di quel Beato: « Presso di noi si conservano come prezioso lavoro i di lui manoscritti, cioè la Scolastica Teologia, che insegnò per molti anni; quattro libri della cristiana felicità; altri quattro della religione cattolica; un trattato della giustificazione: un altro dell’uffizio e costumi del Vescovo e del Parroco; un Catechismo latino; le annotazioni sopra i primi otto salmi di Davide ; alcuni discorsi sopra le cose che Dio parla internamente all’ anima : un trattato de’ cambi ; e sci volumi di prediche e sermoni da lui detti nelle feste dell’anno, che non sono deboi testimonio c del molto sapere e della molta fedo del Servo di Dio ». ( 378 ) 1589. Il eh. sig. cav. G. B. Passano ci fornisce gentilmente la seguente descrizione del Confessionale del Savonarola ('). CONFESSIONALE R. P. F. HIE R O N Y M I SAVONAROLAE ILLVSTEISSIMI ET Reuerendiss. D Hippolyti Rubei S. R. E. Card, tituli S. Mariae in Porticu Ac Episcopi Papiensis Et Comilis etc. jussu editum Notissime post omnes alias editiones repurgatum, compluribus ei additis, quae versa pagina conspicies. Impresa bartoliana come alla Tavola XVI (2); e sotto: G E N V A E Ex officina Bartoli. mdlxxxix. Oam Privilegio Scn. Mediolanensis. In 8.° (’) Ved. a p. 213. (’) Ved. a p. 173. ( 57!) ) Nella nota delle malerie (caria segnala f 2), olire a quelle solite inserirsi nelle edizioni del -Confessionale, trovasi in carattere corsivo: Postea R. P. Don Antonius Marchesius Regularis dictae Congregationis Clericus (') haec addi curauit. E più basso: Demum vero hac editione addita fuere sequentia per R. Don Clementem Noberascum eiusdem Congregat, professorem. 1589. II Catalogo Imperiale registra (2) : Laurentius Hieronymus Decisiones Rotae Aue-nionensis ; Genuae, per Hieronymum Barlolum , 1589. In 4.° 1591. L’edizione della Parte Prima delle Rime del P. Angelo Grillo, citata dal Giustiniani come eseguita in Genova nel 159i. e da noi posta in dubbio (3), è confermata dal Marracci nella Biblioteca Mariana ; e sonvi componimenti in onore della B. Vergine, i quali non trovansi nella Scelta di Rime che abbiamo riferita. I detti componimenti poi riscontrati da noi nella edizione di essa Prima Parte fatta in Bergamo dal Ventura nel 4589, sono in lode di G. B. Castello « miniatore (come dice il (’) Della Congregazione cioè de’ Barnabiti. (5) Ved. Catalogus Biblioth. Joseph/ Renati Imperialis; Roma, 1711 ; p. 281. (3) Ved. a p. 228. ( 580 ) Guastavino negli appositi argomenti) che per eccellenza non è forse indegno del primo loco in questa nobile professione ». 1591 Scrive il Toppi (') che « Giuseppe iMazzagrugno, genti-1'huomo di Lucera di Puglia, ma originario di Lanciano, canonico regolare del Salvatore, predicator famoso, et erudito in belle lettere, ha dato in luce » : Predica della dignità episcopale, recitata in Genoua, nella Chiesa Cattedrale, per la uenuta del-l’Illustrissimo e Reuerendiss. Arciuescouo Monsig. Alessandro Centurione. In Genoua, appresso gli Heredi di Girolamo Bartoli, 1592 In 4.° 1596. Nella Biblioteca della Società Economica ili Chiavari: Rime spirituali sopra la Passione et Morte del Nostro Signor Giesu Christo del P D. Angelo Michele di Bologna Can. Rqg Lat. Al Serenissimo Matteo Senarega Duce della Serenissima Rep. di Genoua. 0) Biblioteca Napolitani, p 472. L' Autore però non conosce la Predica da noi registrata sotto il 15:)1, p. 230- ( 581 ) Una vignetta esprimerne la Crocifissione; e quindi: In Genoua Per gli Heredi di Gerolamo Bartoli, M. DXCVI. Con licenza de’ Superiori. In 4.° piccolo, segnato A1 — A3; carattere corsivo, con iniziali a disegno. 1597. 11 prof. Gian Gregorio Cavagnaro, nell’ elogio del P. Angelo Grillo, tra quelli dei Liguri illustri (*), cita dello stesso: Pietosi affetti; Genova, 1597. 1598. Nella Biblioteca di S. M. in Torino (dal eli. sig. comm. Promis) : Descrizione dell’ arco trionfale fatto in Genoua nel passaggio della Maestà della Regina Cattolica, e del Serenissimo Alberto Arciduca d’Austria. Stemma della Repubblica come alla Tavola XIV (2). In Genova, Appresso Gioseffo Pauoni. M.DXCVIIL Con licenza de’Superiori. In 4.° piuttosto piccolo, di facciate 32 in carattere corsivo, meno la dedica. La quale é falla a Matteo Senarega e Francesco C) Etliz. 2.»; voi. II, p. 126. (2) V. a p. 160. ( 38* ) Di Negro Procuratori della Repubblica, nonché a Carlo Spinola qm. Luciano e Paolo Sauli qm. Bartolomeo Deputati dal Governo sopra l’apparecchio e ricevimento nel dello passaggio. 1599. Anche il volgarizzamento della Vita di Andrea D Oria del Sigonio, fallo da Pompeo Arnolfini, di cui a pagi 249, fu impresso a spese del Principe Giovanni Andrea I. Intorno a che 1’ esimio comm. Merli ci fornisce cortesemente le noie che seguono (•). Nicolò MoMoggio paghi a Don Lorenzo Fabri Lire Cento-cinquantaquattro et soldi diece, che con L. 45. IO, che ha hauute (2) fanno L. 200; le quali le pago per l’assistenza che ha hauuto a far stampare il libro della Vitta del Princive Andrea..... In Genoua, li 12 di Gennaio 1599. Lo pago bene et ha sentito male (3). Gio. Andrea Doria. Ad Ambrosio cartaro, per il prezzo di alto risme di carta, che ha date per stampar detto libro, a L. 4. 15 la risma. ............... L. 38. -- A D. Lorenzo Fabri, per una sua lista di spese fatte per conto di detto libro.........L. 5. \ 6. — Sig. Nicolò Monloggio. Pagate a messer Giuseppe Stampatore Lire Cento venti una, che con Lire 250, che ha hauute (*), (’) Archivio D’Oria: Filza di mandati del l-!>99, num. 14, 47 e 98. (*j Manca nel citato Archivio la filza dei mandati del 1598, da cui si potrebbe desumere I’ epoca di questo prinu pagamento. O Quest’ ultima riga è di mano del Principe. (4) Ripetiamo qui l’avvertenza della nota 2. t ( Ò85 ) fanho lire 371 che ha da liauere; tire 351 per la stampa/,ara di fogli 54 di papero per il libro.della Vita del Principe Andrea, a ragione di Lire 6. IO il foglio; et le lire 20 per il beveraggio promessoli se daua il libro fatto auanti Natale, di ordine del Mcnocchi; con che resta anco satisfatto di tutto quello che si rimesse al giuditio di messer Antonio Rocataliata della mercede della stampa. In Genoua, a’ 7 di febraro 1 599. Gio. Pietro Ricardi. A dì 9 febraro 1599, in Genoua. lo Giuseppe Pauoni ho rieeuuto dal Sig. Nicolò Monto gio, Cassiero di Sua Eccellenza, L. cento vinti una di moneta di Genoua, che fanno il compimento di L. 371 che mi veniua per stampare il libro di Sua Eccellenza; et in fede della verità ho fallo la presente di mano propria a dì el millesimo sopra detto. Io Giuseppe l)auoni soprascritto. Soggiunge il eh. Merli come dalle carte dell’Archivio D’ Oria si rilevi che 1’ Arnolfmi era mancato di vita nella prima metà del 1598, subentrandogli a1 servigi del Principe Giovanni Andrea, nella carica di segretario, Simone Menochio, il quale nella dedica al Marchese di Torriglia assevera pure aver ridotto a perfezione il lavoro dell’ Arnolfmi medesimo. Tale dedica reca la data del 22 dicembre 1599; ma la stampa doveva essere già stata allestita qualche di prima, attesoché abbiam veduto come al Pavoni si tenesse conto della diligenza usata nel dare il volume innanzi il Natale (*). (’) A pag. 249 parlando di quella dedica, dicemmo come il Marchese di Torriglia fosso Carlo, secondogenito di Giannandrea. Emendiamo qui l’errore, soggiungendo clic investito di questo titolo era invece il piimogonilo, che poscia fu Principe col nome di Andrea 11. Presso P avv. Gaetano Avignone ('): PHILIPPI ZANETTI B-R VGNATENSI S REPERTORI VM LEGALE. q v-o, Quisquis vtetur, quaecumq • studendo, m suis libris notare voluerit, illicò id facere poterit, et indè cùm opus ent, notata facillimè, et sine temporis amissione suo loco reperiet. Quod cuiq; sicut erit vtilissimum, sic et gratissimum esse debebit. Sequuntur inde Preludia, et Alonitapro ipso Repertorio, quce etiamper Itnpressorem, et Bibliopolam omnino videnda, et observanda erunt. Accedit indè fructuosus Tractatus de Vtilitatc et necessitate notandi, et scribendi. Subsequitur item alius Tractatus de consensu, ex quo norma ipso Repertorio vtentli, liquido cuiq; patebit■ Qiia; omnia non solùm Jurisperitis, sed etiam Mcdicis, Theologis, Philosophis, et alijs scientijs operam nauantibus magnopere prodesse valebunt. Cum Priuilegijs. Grande stemma pavoniano (2). G E N V sE, Apud loseplium Pauonem. MDXGIX. De Licentia Superiorum. In foglio; di pagine numerate 136, con ricco margine; carattere corsivo piccolo. 0 Ved. il cenno farià fattone a p. 256. P) Ved. Tav. XX, a p. 2i9. ( 383 ) Precedono però 3 carie non numerate; la prima delle quali contiene la dedicq, in bel carattere tondo fatta dallo stesso Zanetti ad Ambrogio Spinola, e dove la capitale C è eguale a quella già da noi avvertita nella Grida monetaria del 4584 (')• Occupa quindi il recto della seconda una Prefazione al Lettore, del pari in carattere tondo; e finalmente nel verso della medesima e per tutta la successiva si leggono, giusta il costume, parecchi epigrammi latini cosi in lode dello stesso Zanetti come dello Spinola; i cui autori sono il P. Tommaso Calegari, Orazio Serchio, Antonio Paglieltini, Pietro Conte-stabile, Gio. Tommaso Airoli, Domenico Alesserio e frate Giacomo Garibbi. Il Repertorium finisce propriamente al verso della carta 4 12. Quindi da pag. 4 4 3 a 420 si hanno i Praeludia et Monita; da pag. 4 21 a 4 23 il Tractatus de vtilitate etc.; e per ultimo, da pag. 4 25 a 4 36 l’altro Tractatus de consensu et consentiente. L’ esemplare che descriviamo , testé venuto in possesso del-Tegregio socio Avignone, è ottimamente conservato. 4 599. Nella R. Biblioteca di Torino (dal comm. Promis): Oratione del Signor Jacopo Maria Gherardeng'hi Al Sen. e Popolo Genouese nella coronatione del Sereniss Duce Lorenzo Sauli Recitata nel Palazzo Ducale li XII. Aprile. MDIC 0) Ved. a p. 100. I ( 380 ) Stemma Sauli, con berretto dogale. In Genoua, Appresso Gioseppe Pauoni. Con licenza de’ Superiori. MDIC. In 4.°, di facciate 13; più altre 10 non numerate, contenenti il frontispizio ed in corsivo la dedica del tipografo a Paolo Sauli, e poesie di diversi (*). 1599. Nella stessa (dal medesimo): Ragionamento fatto in S. Lorenzo Chiesa Metropolitana dal M R. P. Oratio Passardo della Compagnia di Giesu. Nella incoronatione del Serenissimo Duce della Rep. di Genoua. Lorenzo Sauli. Stemma Sauli, come sopra. In Genoua, Appresso Giuseppe Pauoni. Con licenza de'Superiori. MDIC. In 4.° di pagine 21 ; e precede in corsivo la dedica al cardinale Antonio Sauli, di Gio. Battista Alaleoni in data di Genova li 23 aprile 1599. (') Veti, il cenno ili già fattone sulla fede del Soprani, a p. 2S5. DEI TIPOGRAFI E DELLE LORO IMPRESE DEI LIBRAI E DEL COMMERCIO DEI LIBRI DI ALCUNE LEGATURE DI PREGIO Seguitando in questo Supplemento il sistema già praticato nelle Notizie, riassumiamo le precipue risultanze dello stesso. Le edizioni di che siamo nuovamente venuti in cognizione, e che non mancammo di raccogliere nello unito Prospetto , rilevano a 30, di cui 24 sono genovesi e 6 savonesi; onde, sommate con le anteriori, ci danno un totale di stampe sinora note ed uscite in Liguria a tutto il secolo XYI pari a 236, comprese le dubbie. Niun tipografo abbiamo però da aggiungere ai conosciuti fin qui, nè c’incontrammo in alcuna impresa la quale già non fosse posta a corredo del precedente lavoro. Bensì notammo come le silografie che abbellirono i volumi del Silva, passassero dopo la costui morte in potestà del Berruerio, che ne usò largamente nelle edizioni di Mondovì e di Savona, senza neppur sostituire a quello dello stampator milanese un monogramma suo proprio. Nè un trapasso di siffatta natura, in quell’epoca di rinascenza delle arti del disegno, era nuovo; e non rimase senza esempi anche in appresso. Onde, a volerne citare uno solo che fa al caso nostro, avvertiamo col dotto Vernazza come la impresa del toro da noi prodotta alla Tavola XII (*) fosse (') Voci, a p. 147. ( 388 ) adoperala non solamente da Cristoforo Belluno, ma da Nicolò Bevilacqua in Torino, da Francesco Lorenzini prima in Venezia e poscia del pari in Torino (‘), ed infine da Francesco Dolce pure in quest’ultima città (2). Circa al Bellone confermiamo poi quanto scrivemmo già nelle Notizie, che cioè le sue edizioni non hanno principio innanzi al 1573 (3); e notiamo al contrario come la impresa del Roccalagliata, riferita nella Tavola XVII, la quale non avevamo incontrala prima del 1589 (4), si trovi usata fino dal 1582 (3). Inoltre 1’ autorità e la ingerenza del medesimo in cose tipografiche, altrove accennata (6), riceve sempre maggiore conferma pei documenti dell’Archivio D’Oria prodotti sotto il 1599 (7). Sappiamo che già innanzi di trasferirsi a Genova, Girolamo Bartoli stampava in Pavia; nè abbandonò egli questa sua officina poscia che si ridusse nella nostra città. Gli eredi di lui fanno quindi memoria distinta dei privilegi in forza de’quali esercitavano l’arte loro in un luogo e nell’altro, emanati dal Senato di Milano e dalla Repubblica Genovese (8). Li accennano poi cumulativamente, stampando il Repertorium dello Zanetti cum privilegijs (9). Più note raccogliemmo quindi rispetto a’ librai ed al traf- (’) Il Lorenzini del quale abbiamo già fatto cenno a p. 153 c 276, era stato, secondo il Vernazza (p. 238), « il capo o il proto e maestro degli operai nella stamperia . . . diretta da Nicolò Bevilacqua ». (’) Vernazza, p. M e 158. (!) Ved. p. 130, 276 e 362. (4) Ved. a p. 209. (5) Ved. a p. 363. (6) Ved. a p. 285. (7j Ved. a p. 383. (') Ved. a p. 378. (9) Ved. a p. 384. t ( 381) ) fico librario. Vedemmo stipulato nel 1476 da frate Battista Cavallo, che gli esemplari del suo Breviario e dell’ Eoan-gelistario sarebbero posti in vendita nella botiega di Bartolomeo da Novara (*); e rilevammo come Battista Boccone fosse quei che commise al Berruerio la splendida edizione del fltissak uscita in Savona nel 1522 (2). Bartolomeo Orerò, che nel 1568 si dice interveniente coi Belloni nella stampa delle Leggi di S. Giorgio (3), era forse padre di quell’ Antonio che pigliò interesse più lardi in alcune edizioni di Girolamo Bartoli (4); dal quale pure, nel 158G, Ottavio Talignano faceva eseguire una ristampa delle Vite del Fiamma (5). Ma di costui, nonché d’Antonio Orerò e di un Giambattista Corniglia troveremo eziandio fatto ricordo alquanto più sotto. Per ciò poi che riguarda a’ libri, abbiamo adunata buona copia d’altri importanti particolari, i quali a tempo debito divisiamo porre in luce, trattando in apposita Memoria delle prime biblioteche e raccolte d’ antichità formale da genovesi; parendoci argomento da riuscire siccome a conclusione non impropria del presente lavoro. Per ora ci limitiamo quindi a soggiungere alcuni documenti, i quali non concernendo vere biblioteche, ma piuttosto semplici collezioni di libri, non potrebbero in quella Memoria aver luogo. E questi sono: 1’ inventario de’volumi appartenuti all’annalista Bonfadio, esteso per ordine della Signoria poscia che il medesimo venne dannato a morte; nonché diverse note di opere acquistate dal principe Gio. Andrea D’Oria per uso proprio o d’altrui. 11 primo dei documenti succennati, il quale serbasi nel nostro (’) Ved. a p. 331. (2) Ved. a p. 339. (5) Ved. a p. 359. (4) Ved. a p. 171 -73. (s) Ved. a p. 369~74. 25 ( 390 ) Archivio Governativo (l), ci fu indicato dal eh. Alizeri; nè fa d’uopo considerarlo a dilungo per convincersi come sia stato redatto, per avventura sotto dettato, da tale cui non erano famigliari le buone lettere ed i classici autori. Gioverà cionondimeno a darci una idea degli studi cui predilesse quel latinista non indegno del suo secolo, né raro sarà per noi l’abbatterci nella citazione di opere alle quali ci rimembri aver egli attinto volontieri in quei preamboli ed in quelle intramesse degli Annali, onde cercava un rimedio (non diremo certo felice) alle aride ed ingrate cose che il più delle volte gli occorreva di registrare. Di che la Repubblica si doleva non poco; e già, secondo che narra egli stesso, in sul finire del primo libro, uno dei Procuratori a nome di tutto il Collegio lo stimolava perchè si affrettasse nello scrivere, allegando come non si richiedesse grande scelta di parole o candor d' eloquenza in quelle cose nelle quali la sola semplice verità si riguarda. Ma ecco senza più il documento. lnuentario de li libri rilrouati in una Capsia quali erano del quondam inesser Giacomo Bonfadio , come apreso. Et primo : Omero, in greco Francesco Patricio Titoliuio Poetica Aristotelis Demotica de oracionibus Cornelio tacito Volaterrani Platonis Aristotelis natur: in greco (’) Finanze: fogliazzo 24, an. 1550-51. 9 ( 391 ) Brunoné pomerani A ristololis stagirilae Tulius de offe. ijs Opera Justini | Marcilij Ficini fiorentini Dionisij episcopi utomensis Joachini de dialectica Ermoginis terceh. Littere del Tasso Sophoclis tragediae lzograte in greco Nizoli parsi (*) libro uno Aristotelis, de anima A ristotelis. peripateticorum Lucio fioro Cornelio agripa Furici glarcani Yamblicus de misteryo Prophirio in aristotelis Tucidii (sic) in latino Dedis (sic) gentium Vocabulista in greco Plinio Gio Francesco Burana — del medico Morchia (-) Nicolo machiaueli Sadoleti episcopi Sancti Thomae Super Etica (1) Forse pars I; trattandosi qui per avventura del Thesaurus Ciceronianus. (2) Cioè Giambattista Morchio, del quale si legge negli Statuti del Collegio Medico di Genova, che facea parte dello stesso fino dal 4550, e che obiit die ultima ìulij 1589, apoplesia, in littore maris (Ved. Pescetto, Biografia medica ligure, p. 120). ( 592 ) Giacopi Sadolcti de laudibus philosophiae Libellus de coloribus Demostenis oracionum in greco pars 2.a Cosmographia Francisci Morolici Hipocretix (sic) lex Giacobi lodoici strebei De eledone oratoria Colocatione verborum Seneca Ovidii, p. Raphaelis venact. canonici regularis de graciae Demostenis et aschinis (Eschinis) Petri Rami veromandin. Diuersorum veterum poetarum Epistolae Ciseronis (sic) ad Atìchum Valerii catuli veronen. Etica aristotelis Aloisii Trissini Demostenis Philippie. Joannis Jouiani Uno libro de cartina scritto a mano Tulii Ciseronis oracionum Omeri, poeta L' organo de Aristotile in greco Amonio Grecho Le rime di Dante Nicolai leonici thomei de varia Istoria Pansani istorici Julij Cesaris Scaligiarij Georgij Trapezontij Comentarii Salamonis regis predestinacione ( 593 ) Georgij pachimerij Yapotemati de Erasmo Retorica Aristotelis Omeri Odisea Jeronimi Fracastorii vewnensis Redolp/ii agricolae Apolitica de Aristotile Retorica Aristotelis Aurea carmina Pitagorae Oracionum Marci Tulii Ciseronis. Libro de la Republica Venetiana Desidori (sic) hispalensis Demostenis oracionum in greco Aristotelis politicorum Demostenis oracionum in greco Francisci Roborteli Aristotelis Eticorum siue de moribus Ecuba et Ephigenia in Aulide Euripidis tragediae latinum tralatae (sic) Erasmo retoro-damo interprete. Comica (sic) di Giouanni Canone Francisci Philippi Pedemontij In artem poeticam Flauij Joseph Judei Istoriographi De li amori del Tasso Rime di messer Fr. Agostino Cazza de la Cademia de pastori. De humorum purgatione Ex officiis anotaciones . Uno libro de le cose de Aristotile scrìtto a mano. ( 394 ) Rispetto poi a’libri acquistati dal Principe D’Oria, ecco diverse note a noi comunicale dall’ usata cortesia del socio comm. Merli (l). 1579, 2G Maggio. Gerolamo Jirunengo metta a debito mio scuti venticinque d’ oro in oro pagati a Pompeo Arnolfmì, perchè li paghi a Pietro Bizaro, per auermi datto una delle sue opere intitolata Historia delli fatti della Repubblica di Genoua (2); valeno.........L. '103. 2. 6. 1 Gio. Andrea Doria. '1581 , 2 Febraro. Ad Antonio Orerò , per F opere del Granata............L. 9.-- 1585, 22 Agosto. Il Sig. Pompeo Arnolfini, secretano del Excellentissimo Principe Doria, deue a 22 di agosto L. 2. 14 per il costo di tre libri, cioè doi Margarita finj et uno Decisioni de Don Luis de Pugnerà, senza ligare. L. 2. 14. — 1589, 13 Marzo. A Ottauiano Talignano e Gio. Batta Corniglia, librari, per il prezzo di settanta sette pezzi di libri che Marcantonio Cauarchino ha compri da loro per seruitio di Gioanettino mio figlio (3), come per loro conto che va con questa ecc.........L. 453. 10. — Gio. Andrea Doria. (’) Archivio D’Oria: Fogliazzi di. mandati dfl \ 079-84 -85-89-90-95. (2) Era stata pubblicata l’anno stesso in Anversa, col titolo: Senatus l’opu-lique Genuensis . . . Historiae, ctc. L’edizione è assai bella; c vuoisi notare che nel rovescio del frontispizio vedesi impresso lo stemma di Genova , sorretto dagli angeli, a somiglianza di quello da noi prodotto alla Tavola V (p. 72 ), ma di proporzioni alquanto maggiori e di più corretto disegno. (*) Fu questi nel 1604 creato cardinale da papa Clemente Vili. ( 595) Testi ciuili Leoncino.......L. 45. — — Bartoli lecture, consilia, et tractatus Leoncini » 26. — £ Baldo de Venetia lecture......» 35. — — Petri Ancharani lecturo . ■.....» 33. — — Decisiones in ciuili, Venetie.....» 5. — — Petrus de bello partico......» 9. — — Omnes opere Vigelij, Basilee . . . . #27. — — Omnes opere . . . Leoncini moscati . . » 4 5. — — Opere Vaselli, Franco for te.....» 4 7. — — Arius Pinellus. Lugduni.....» 4. — — Menochius cie arbritariis, presumptionibus , et possessione..........»24. — -- Fas. Lecture Salamandre.....» 26. — -- Summa Ostiensis Leonis......» 8. — — Decisiones in canones, Rome . . . . » 7. — — Felinus, Lugduni........»46. — — Lex canon. Junti........» 28. — — Repet, canon. . *........» 58. — — Dutr. lecture.........» 33. — — Corpo de speculi.........»4 6. — — Inocentio...........» 5. — — Pratica di L. Marranta......» 3. — — Pratica Pa-uese.........» 3. 4 0. — Tratato de assecurationibus.....» 4. — — Letture del Solino........" 8. Tratato de nullitate.......* 4. 4590, 6 Luglio. A Ottauio Talignano libraro, per il. . . suo conto di libri dati per seruilio di Gioanettino mio figlio. ...............L. 263. Historia del Tarcatjnola......Voi. 5. L. 25. Gierusalemme del Tasso..... » » 5. ( 396 ) Tiraquelli..........voi. 6. L. 40. Aidati....................» 5. » 40. Jo. Andrea..................» 5. » 33. Abbas...............» 5. » 36. Barloli....................»6. » 38. Duareni....................»2. »16. Cujadj....................»3. » 36. Misengeri Instituta..............» — » 4. •* Al conio fa seguito questa curiosa postilla all' indirizzo del Principe : Mi sono attosicato per ridurre il predo de sudetti libri a minor pretio, et alfine non ho potuto ridurlo solo che a L. 260, dicho duecentosisanta (*), dicendo che li ha speso molto perche li ha fati venire di Milano et Pauia; et a V. S. bascio la mano. Di casa ali 3 Luqlto. Di V. E. Marco Ant.0 Caualchino. 1595, 6 Giugno. A Ottauio Talignano libraro, per i seguenti libri mandati a un fratte del monastero di Loano (2). ...............L. 12. 6. — Calepino...........» 6. —■ — Diurno........... Epistole di Cicerone........ Virgilio........... . \. 4. — 16. — 16. (2j Veramente il conto somma a L. 273; e il D’ Oria ne ordina il pagamento di 263. {■) Il convento cioè di santo Agostino, dovuto alla munificenza dei D’ Oria. ( 397 ) Horatio............../ _ \ _ Secunda editio Donati.......» — 8. —■ Breuiario con l’ officio di santo Agostino . » 4. 6. — L. 4 4. 2. — )) 4. 4 6. — L. 42. 6. — Di alcune legature eziandio amiamo pur qui brevemente ragionare, per seguito alle cose discorse a pag. 279. Ed anzitutto è necessario stabilire che quella ivi accennata del Saltero alluminato nel secolo XIV, è lavoro molto posteriore; perchè di Viviano da Varese, del quale non avevamo prima alcun maggiore indizio, il eh. comm. Merli ci ha poscia segnalata un’ altra legatura fatta ad un codicetto in pergamena della Biblioteca della Società Economica di Chiavari. Il quale contiene gli atti della riforma di quel Monte di Pietà promulgati il 5 giugno 1520, e nella coperta reca da una parte otto piccole storie di Gesù dalla Annunciazione della B. Vergine alla Flagellazione, dall’altra la identica leggenda da noi già prodotta. Il cav. Desimoni poi, visitando lo scorso giugno la Biblioteca Imperiale di Parigi, ha avuto occasione di osservare un piccolo volume membranaceo (*), con coperta di pelle scura ornata da un doppio parallelogramma con vaso nel centro, e suvvi impresse a caratteri teutonici frammezzati da fiori (al cui luogo noi poniamo qui altrettante stellette) le parole: aue maria gratia piena òaminus * tccunt * bcncciicta ¥ tu* in mu *-licribus *-et * bcucìiictus fini*. « Il manoscritto (egli soggiunge) è sincrono al documento che contiene; ha 43 carte, e vi si leggono i capitoli (33 in (’) Mss., codici latini, sotto il num. 5902. * ( 398 ) tutto) conceduti ai genovesi dal re Luigi XII dopo la rivolta di Paolo da Novi. Lo credo anzi autentico, essendovi scritto in fine : Visa per Regem Dominum Janue, Dominis Cardinalibus de Ambosia e!c. . . . et aliis presentibus. Comincia: Millesimo quingentesimo septimo, die undecima-maij. Cum post seditiones in duitate ortas, etc. ». Finalmente leggiamo nelle Opere storico-numismatiche del eh. Morbio, testé pubblicate (*), come fra tutte le legature storiche e singolari della sua Biblioteca « primeggia quella del distinto bibliofilo Clarevaris (leggi Canevari), colla biga e la sua impresa in greca leggenda ». E più innanzi ripiglia: « Fra le legature preziose da me possedute, ne ho accennata una del celebre Canevari. Desiderando avere contezza di questo personaggio e della sua impresa e leggenda, mi diressi al distinto bibliofilo marchese Girolamo D’Adda, il quale gentilmente mi favori la notizia seguente. Demetrio Canevari, detto anche Ca-nevaris, o Mecenate, medico genovese, fiorì nel XVI secolo (2)... La sua Biblioteca andò dispersa. Egli era richissimo ed avarissimo, ma tutto spendeva in bei libri che faceva rivestire splendidamente. Quei volumi sono ora ricercatissimi, ed a Londra ed a Parigi si vendono a prezzi assai elevati, quanto quelli appartenuti a Grolier ed a Majoli. I libri di Canevari si distinguono per legature uniformi in pelle, dove nel centro si vede un elegante medaglione, impresso a secco, figurante Apollo che guida il suo carro, su d’un monte, in cima al quale sta il cavallo Pegaso colle ali spiegate. Attorno corre una greca leggenda, che suona: Recte et non oblique. Quello del mio esemplare poi (continua il Morbio) é di rara conservazione e bellezza, insomma un vero cammeo » (3). C) Bologna, Romagnoli, 1870; p. 319. C) Nacque nel 1559, c morì in Roma nel 1625. (5] Mordio, p. 529. ( 399 ) L argumento ne tocca si da vicino, che ci sarà permesso l’esporre in proposito alcune brevi osservazioni, con le quali però faremo fine. Diciamo adunque che Canevari fu veramente il cognome del nostro Demetrio, e Cmeouris, o meglio de Cane variis , fu egli talvolta appellalo in marmi e codici latinamente; ma non ebbe mai nome di Mecenate. Questo titolo, come si capisce, gli avranno dato però coloro che si saranno avvantaggiati del favore ond’egli riguardò ai buoni studi. Di avarissimo ebbe taccia dall’Eritreo (Gian Vittorio Rossi), ma non senza buoni argomenti ne lo difende il eh. Pescetto (*)• Dal catalogo poi della Biblioteca di Demetrio, allegato al suo testamento e riscontralo dallo stesso Pescetto, apparisce che il numero dei volumi onde si componeva era di circa 5000. Estintasi nel 1794 la linea mascolina dei discendenti del Canevari, al cui benefìcio questa preziosa collezione era destinala, passò giusta la volontà del fondatore, nella famiglia dei Balbi, e patì in seguito gravissime sottrazioni, forse in causa delle turbolenze politiche sopravvenute. I libri che tuttavia rimasero, esistevano ancora nel 1823, per testimonianza dello Spotorno, « in Genova nella via di Luccoli » (2);*nel 1844 vennero quindi affidati ai Gesuiti, e sommavano ancora a circa \ 800; ma in appresso furono allogati nel convento della Maddalena de’ PP. Somaschi; e finalmente ora serbansi presso il march. Giacomo Balbi. (’) Pescetto, Biografia medica ligure, p. 169 e segg. (’) Stor. Letter., 111. 260. il * DELLE EDIZIONI LIGURI INDICE ALFABETICO PROSPETTO DELLE EDIZIONI LIGURI A TUTTO IL SECOLO XVI .DI CUI SI FA PAROLA PER LA PRIMA VOLTA IN QUESTO SUPPLEMENTO DISTMISUITE SECONDO l’ORDINE DELLE MATERIE LETTERATURA ED AMENITÀ 1. 1559. Carafa, Rime Spirituali...... Genova Pag. 350 2. 1570. Paganini, In nuptiis Jo. Baptae Doriae etc. Ivi » 360 3. 1573. Boerio Gorretta, Diavoli delle Donne . Ivi » 362 4. 1587. Tasso, Il Ee Torrismondo...... Ivi 0 372 5. 1591. Grillo, Parte Prima delle Rime . . . Ivi » 379 6. 1596. P. Angelo Michele di Bologna, Rime spirituali........... Ivi » 380 7. 1597. Grillo, Pietosi affetti....... » 381 POLITICA 1. 1560. Sessa, Il Cortigiano :...... Genova Pag. 356 LITURGIA ED ASCETICA 1 1. Genova Pag. 331 2. 1476. Evangelistarium . . ....... Ivi » ivi 3 1503. Psalterium B. Virginis Mariae. . . . Savona » 336 ( 404 ) • 4. 1522. Missale ordinarium . ...... Savona Pag. 338 5. 1530. Savonarola, Solacium itineris mei . . Genova » 345 6. 1586. Fiamma, Vite de’ Santi...... Ivi » 369-70 STORIA IN GENERE • 1. 1523. EI lacrimoso lamento del Gran Mastro Savona Pag. 340 2. 1526-27. Opera ... la qual tracta de l’ar- • mata de Franza, ecc....... Ivi 1) 342 3. 1528. Opereta la qual trata corno el conte Filipino, ecc.......... Ivi » 344 4. 1529. Istoria nova, quale trata de la venuta Ivi » 345 STORIA LIGUSTICA CIVILE ED ECCLESIASTICA DIRITTO PATRIO 1. 1559. Foglietta, Della Repubblica di Genova. Genova ? Pag. 351 2. 1580. Grida della Signoria contro i banditi . Ivi » » 362 3. 1582. Sauli, Oratione nell’ingresso al Go- Ivi » 363 verno, ecc........... 4. 1538. Grida della Repubblica contro i mal- 373 fattori ............ Ivi » 5. 1587. Grida del Principe Gio. Andrea D’Oria 374 contro i banditi......> Ivi? )> 6. Ivi » ivi 7. 1588. Proclama per la proibizione delle armi. Ivi » ivi 8. 1589. Sommario della Dottrina Christiana . Ivi » 37o 9. 1592. Mazzagrugno, Predica per la venuta del- 380 l’Arcivescovo Alessandro Centurione. Ivi » 10. 1598. Descrizione dell'arco trionfale, ecc. . . Ivi » 381 11. 1599. Passardo, Ragionamento . . . nella in- coronazione del doge Lorenzo Sauli . Ivi )) 386 GIURISPRUDENZA 1. 1589. Decisiones Rotae Avenionensis .... Genova Pag. 379 I ( /«05 ) RIASSUNTO Letteratura ed Amenità............Ediz. N.° 7 Politica..................id. s 1 Liturgia ed Ascetica.............id. » 6 Storia in genere........... . . . . id. » 4 Storia Ligustica ecc..............id.. » 11 Giurisprudenza ...............id. » 1 Totale: Ediz. N.n 30 Le quali si dividono come segue: PER SECOLI Secolo XV................Ediz. N.u 2 Secolo XVI....................id. » 28 PER LUOGHI Genova..................Ediz. N.° 24 Savona...................id. » 6 Inoltre queste 30 edizioni si compongono delle seguenti: Latine....................N.° 7 Italiane (comprese due dubbie)........... » 23 N.° 30 Alle quali aggiunte quelle riferite nelle Notizie in numero di » 206 si ha un totale di edizioni liguri dal 1472 al 1600 pari a . N.° 236 2G INDICE ALFABETICO (I numeri indicano le pagine) Airoli Gio. Tommaso, scrittore, 385.' Alaleoni G. B., dedicante, 386. Alesserio Domenico, scrittore, 385. Alizeri Federigo, scrittore, 331, 340, 351, 363, 389. Baldelli Francesco, traduttore, 3S6. Bartoli (eredi), tipografi, 388. Bartoli Girolamo, tipografo, 367, 368, 369, 370, 372, 375, 376, 379, 380, 381, 388, 389. Bartoli Pietro, tipografo, 367, 368, 373. A' Ambrosio cartaro, 382. Arnolfini Pompeo, scrittore, 374, 382, 383, 394. Avignone Gaetano, bibliofilo, 372, 384 , 385. B Bellone Antonio qm. Cristoforo, tipografo, 346 e seg., 349, 350, 355, 359, 360. Bellone Cristoforo di Antonio, dedicante , 356 ; tipografo , 359 , 361, 388. Bembo Lorenzo, dedicatario, 371. ( 408 ) Berruerio Giuseppe, tipografo, 339, 342, 34(5, 387. Bevilacqua Nicolò, tipografo, 388. Bianchi Eugenio, bibliografo, 328. Bizaro Pietro, storico, 394. Boccone Battista, editore, 339, 389. Boerio-Gorretta Giacopo, scrittore, 362 Boezio, filosofo, 329. Bonfadio Jacopo, scrittore, 389-90. Bologna (di) Angelo Michele, scrittore, 380. Bongi Salvatore, bibliofilo e bibliografo, 338, 355, 355. Bullen Giorgio, del Museo Britannico, 375. c Calegari Tommaso, scrittore, 385. Campori Giuseppe, scrittore, 366. Canevari Demetrio , bibliofilo , 39S-99. Capitoli conceduti ai genovesi dal re Luigi XII, 398. Caracciolo Pasquale, dedicatario, 356. Carafa Ferrante, scrittore, 350. Casaretto Giovanni, bibliofilo, 360, 361. Castello G. B., miniatore, 379. D’Adda Girolamo, bibliofilo, 398. Desimoni Cornelio, scrittore, 336, 373, 374, 375, 397. Di Negro Francesco, dedicatario, 382. Dolce Francesco, tipografo, 388. D’Oria Andrea, dedicatario, 383. D’Oria Antonio, id., 360. Cattaneo Marco, scrittore-editore, 346 e seg. Cavalchino Marcantonio, a’ servigi del Principe D’Oria, 394, 396. Cavallo Battista, tipografo, 331 e seg., 389. Centurione Tommaso, editore, 331 e seg. Chiavari Fabiano, scrittore, 360. Contestabile Pietro , scrittore, 385. Corniglia G. B., libraio, 389, 394. Corsetto Tommaso, scrittore, 348. D’Oria Giannettino, poi cardinale, 394, 395. D’Oria Gio. Andrea I, dedicatario, • 357 , 365 e seg., 367 e seg. ; sua Grida, 374; ricordato, 382, 383, 389, 394 e seg. D’Oria Scipione, lodato, 361. Edizioni liguri. Loro numero, 387. ( 409 ) Fabri Lorenzo, correttore (?), 382. Farri Domenico, tipografo, 371. Farri Onofrio, dedicante, 371. Felice F., scrittore, 357. Fiamma Gabriele, scrittore, 369-71. F ' Foglietta Paolo, scrittore, 3G3 e seg. Foglietta Uberto, scrittore, 351 e seg., 363 e seg. Garibbi Giacomo, scrittore, 385. Gentile Stefano, lodato, 361. Gherardenghi Jacopo Maria, scrittore, 385. Giorgio (San). Leggi della Compagnia, 359. Giovanni Buono, tipografo, 331. Imprese tipografiche, 387, 388. Lavagna (da) Filippo, tipografo, 329. Legature di pregio, 397 e seg. Leggi di S. Giorgio, 359. Lercari G. B., lodato, 362. Librai, 388. G Gonzaga Vincenzo , dedicatario , 372, 373. Gride, 373 , 374. Grillo Angelo, scrittore, 379, 381. Grimaldo G. B., lodato, 361. Guastavini Giulio, scrittore, 373,380. Guglielmotti Alberto scrittore, 348. I L Libri acquistati dal Principe D' 0-ria, 389, 394 e seg. Lomellini Benedetto, poi cardinale, 351 e seg. ; lodato, 361. Loren zini F rancesco, tipografo, 388. Lorenzo Girolamo, scrittore, 379. M * Malfanti Geneeio, scrittore, 372. Mascardi Nicolò, scrittore, 376. Mazzagrugno Giuseppe, scrittore, 380. ( 410 ) Meddense Francesco , scrittore , 349. Medici-Orsini Isabella , lodata , 361. Menochio Simone, dedicante, 383. Merli Antonio , bibliofilo, 357, 3G(3, 367 , 373 , 382 , 383 , 394 , 397. Morbio Carlo, bibliofilo, 398. Morchio G. B., medico, 391. * Museo Britannico, 375. N Nano Domenico, correttore, 336. Noberasco Clemente , scrittore, 379. Novara (da) Bartolomeo, libraio, 331 e seg., 389. Novara (da) Pacifico, scrittore, 329. 0 - Odorico Ottaviano, filosofo, 361. Orerò Antonio, libraio-editore, 389. Orerò Bartolomeo, libraio-editore, 359 , 389. Paganini Pagano, scrittore, 360 e seg. Pagliettini Antonio, scrittore, 385. Partenopeo Paolo, dedicatario, 348. Passano G. B., bibliografo, 329, 378. Passardo Orazio, scrittore , 386. Pavoni Giuseppe, tipografo, 381, 382, 383, 384, 386. Porro Pier Paolo, tipografo, 346. R Ricardi (de-) Battista, editore, 331 e seg. Riforme della Rep. di Genova, 374. J Roccatagliata Antonio, scrittore ecc., 363, 388. Sacco di Genova de! 1522, 346. ’ Sauli Antonio, dedicatario, 386. Saivago Giovanni, lodato, 361. Sauli Paolo, dedicatario, 381, 386. Sauli Alessandro, scrittore, 377. Salili Pasquale, scrittore, 363. ( - Savonarola Girolamo, scrittore, 346 e seg., 378. Senarega Matteo, dedicatario, 380, 381. Sercliio Orazio, scrittore 385. Sessa (da) Nifo, scrittore, 355, 356. Sigonio Carlo, scrittore, 367,382. Silografie, 387. Silva (da) Francesco, tipografo, 336, 337 , 339 , 340 , 387. Talignano Ottavio, libraio, 366, 369, 371, 389, 394 e seg1. Tasso Torquato. Edizione del suo Torrismondo, 372; Canzone, 373. Tipografi che esercitarono l’arte in Liguria, 387. Varese (da) Viviano, legatore, 397. Varni Santo, scrittore, 331. Venturino, grammatico e correttore , 330. I ) Società editrice in Genova, 331 e seg. Spinola Ambrogio, dedicatario. 385. Spinola Benedetto, lodato, 361. Spinola Carlo, dedicatario, 382. Spinola Giuliano , editore , 331 e seg. • Spinola Tommasina, dedicataria, 370. Spinola-D’Oria Placidia, dedicataria, 369. Tivelli Stefano , scrittore , 338. Torino (città), dedicataria, 350. Trevigi Baldassarre, lodato, 361. Trevisani Cesare, scrittore, 357-59. Vigna Amedeo, scrittore-editore, 348. Viterbo (da) Annio, scrittore, 331. Zanetti Filippo, scrittore, 384-85 , 388. CANZONE SOPRA IL SACCO DI GENOVA DEL MDXXII STAMPATA DA PIER PAOLO PORRO ED ORA NUOVAMENTE TRATTA DA UN ESEMPLARE DELLA R. BIBLIOTECA DI TORINO 26* Opera e lamento de Zena che tracta de la guerra: et del saccho. dato per li spagnoli. A li.xxx. di de Magio. Nel. M. ccccc . xxii. Zena son Ia tribulata posta in pianti c amari doli Milan Pranza e Spagnoli mhàno tutta insanguinata Zena son Eglie la pocha charitadc che haueua i mei Citadini e la falsa voluntade chauian contra suoi vicini de destruere li confini da li piedi fino a la cima trista quel dii non fa slima de hauer la sua giornata zena son La inuidia iniqua e acerba e vn vicio falso e rio el peccato de la superbia molto si dispiace a Dio per volere el popul mio seguir sue false opinione questa e stata la casone chio sono mal tractata zena son Mai si lesse alcuna cronicha ni libro de liumanitade non Brigida non Veronica con la sua sanclitade pronosticon tal crudeltade che sopra mi far si douesse ne tal sangue se spandesse sopra mi o sfortunata zena son La rason voi che io piango con dolore e amari stride, corno quella chi rimango fra li dolorosi eride maladetto che si fide in nessun Re transitorio son rimasta in tal martorio mai più spero esser liberata zena son Quando pensaua esser felice e hauere qualche riposso per scaciar li inimice me vine el Duca adosso de Milan dire i non posso quanto glie sauio e valente domando piaceuolmente che la Cita li fusse data zena son ( 410 ) Disse il Duca in vcritade i non vengo per discordia se me date la citade con amor pace e concordia hauero misericordia con vna gratia infinita la roba e ancora la vita ve sara tutta saluata zena son Altramente ve so dire che voi ve ne pentirete non velerà poi el pentire quando destrutti voi sarete udoncha voi pigliarete intra voi el bon consiglio e cercate el vostro miglio e de tutta la Citata zena son Qui era el Duca in persona e gli Adorni con sue bandera el signor Prosper colona el Marchexo de pescherà e molti altri signori gli era li quali non metto in liste al combntre ben prouiste con lai tegliaria parata zena son Vno cxercito mirabile hnueua el Duca de Milano duna gente spauentabile spagnoli et alamano tremaua el monte el piano a vedere tante bandera el Marchexo de pescherà con sua gente ben armata zena son Mando zena la risposta al gran Duca de Milano che zena a sua posta la prende con larma in mano ah signor Octauiano (’) che risposta tanto amara tu te fidi in Pctro nauarra quale gionto con larmata zena son Sempre tu maledirai in mal hora la sua venuta dubito che tu serai per suo amor quasi desinila prego Dio che le aiuta a consigliare el tuo megliore e non passera due hore crudelmente serai assaltata zena son El Duca intexo tal moto el nhaue gran despiaceie e chiamo signor Ar.tognoto che dicesse el suo parere i spagnoli a più podere cridalieno ognuno e stracco dona a noi la terra a sacco poi che glie cosi ostinata zena son I degni Signori Adorni maxime el signor Antognoto vedo zena con hi contorni giongere al gran terramoto corno quel che sauio e docto cercaua de reparare perche hauesseno a tardare per fin a lai tra giornata zena son PaVeua quella gente darnia che hauessen il diauolo adosso comenzon a cridare a larma per forza correndo pI fosso pareua chel gran minosso mouesse tutto lo inferno infra lhor era el gouerno che infra gente disperata zena son Lartegliaria a la muraglia la più grossa si tirorno e per forza de bataglia vn gran pezzo ruinorno do o tre squadre inlrorno con vna summa allegrezza assai ne fu tagliati a pezza li primi che fen la intrata zena son ( 417 (lliallri iiitrorno co tata furia corno va el céruo a la Tonta ognuno de la ingiuria cerca de vendicar Ionia zenoua a clic sei gionla in poter de li inimici che del core ogni radici lì vorria hauer rancata zena son lntro el Duca de Milano contra mi molto robusto qual pareua Hector Troiano overo vn Cesar Augusto corno quel che sauio e iusto non fe quel che far podcua ampiamente io credcua de esser tutta violata zena son * lntro li Signori Adorni tutti mesti e lachrimosi vedendo li suoi contorni tutti quanti sanguinosi como homini piatosi de dolore se missen a piangere de zena non volsen tangere persona che fusse nata zèna son Poi intro Prosper cotona bene armato su lardone che per casa de Aragona facto a già gran destructione ben pareua vn Scipione o vn forte flambalo mai menaua colpo in fallo con la spada insanguinata zena son El Marchexo de pescliara drento intro da paladin per donar la morte amara a mereadanti e a ciladin questo più che mai Guerin in ogni balaglia ria se faceua far la via la donde gliera serrala zena son ) lntro dentro con grà rumore lo exercito a vn tratto per volere con furore dare a zena vn scacomato tal spagnolo parca vn gatto al montar de la muraglia cosi la crudel bataglia subito fu incomenzala zena son I spagnoli con gran tempesta se affrontorno con li inimici spalle braze gambe e testa tagliaueno fin a la radice so posseua chiamar felice chi non si li trouo in li piede nesuno tal bataglia crede se non quel che la saziata zena son I spagnoli sono il diauolo quando i son in simil guerra non guardeno pedro ni paulo tutto buttano per terra e se alcun con lor safferra conuien che habia bona forza i guerra no stiman vna scorza persona che sia nata zena son Egli entron dentro in zena come orsi scadenati detteno la mala cena a quanti nhebbeno trouati tanti homini amazati che a dirlo el cor mi langue correua lhorribil sangue per piaze e ogni contrata zena- son Scorsoli tutta la citade sotto ripa e ala marina * ferno tonte crudellade de la gente transalpina altro pan che de farina li donammo a supc per ma fuoy li fen cogie su vna cogia mal parata zena son Non porria scriuere vn Liuio el caso iniquo c strano e quei chi sono de vita priuo da quelli del Re Ilispano parlila tutto quel piano quella misera Carthago de sangue pareua vn lagho tanta gente fu amazata zona son De le dòne i asperi cridi se sentili presso a varazo (s) vedendo de li maridi esser facti tanti oltrazo a li trenta di di Mazo facta fu sta mortai guerra tremaua tutta la terra de tanta artegliaria sparata zena son Le dòne forte piangeuano li figlioli e lor maridi da i balchoni li vedeuano mortalmente esser feridi con dolori e amari stridi trcmauen corno la foglia tal vendetta non fu a Troia quando fu arsa e disfacta zena son Presen tutta la citade a la costa e a la marina senza far deshoneslade non a dòne non a fantina non aspectarno a la matina benclie ognuno fusse stracco comenzorno a dare il sacco corno gen(é indiauolata zena son Den principio a ruinare de richissime botegha comenzorno a infagotare menando ogni cosa arregha tenaglie martelli e segha per a rompere ogni banchale pareua la turba infernale che fussc doscatcnala zena son Corsen proprio come vn vèto al carrogio de gliargenteri (5) do trouorno oro e argento per carigarc dew mulaleri altri anclorno a i draperi in caneta (*) a i drapi fini li spazorno i maghazini c la porta fracassala zena son Chi porria estimar cl dagno facto al carrogio de Allo (5) se cargho ogni compagno tutti de lauor sutillo cl patron staua humilo non osaua a parlare per paura de releuare qualche vegia bastonata zena son Altri andorno sotto ripe (6) e tutto butorno abasso • zenzere canelle e pipe ognuno si faceua fasso dapei facto el gran fracasso de le altre speciaria li butorno per la via e più case fon brusala zena son Ala piaza de san Si (7) li ferno vn gran botin che bastaua assai per si de ducati assai florin venendo per il camin a la piaza de san Luca cridàdo spagna adorno e duca la piaza fu sachegiata zena son Li a la piaza di banchi trouoron da botinare se non simpin (*) ben li fianchi possono tutti crepare anchora volseno andare a la piaza di catani ben che fussen gente strani trouon la roba amontonata zona son ( 41«.) ) Tutta la Cita de zona la menomo per eguale fin clic la botte fu piena non lassorno de far male a la piaza de zigalle (°) tra brocadi e veludi valiuan cento millia scudi a farne bona derrata zena son Non lasson nisun palacio che non butasseno la mano citadini o capellazo mercliadanti o arthesano li tolleuano il gabano per forza se lassauan prende per non stare a contende con tal gente arrabiata zena son Li spagnoli bano ingegno in bataglia gente acorte intra sei portauan vn legno per aruinare le porte per molte che fussen forte tanti colpi si li dauano che in terra le gitauano se ben la porta era ferrala zena son E cosi in le case intrauano senza nulla remissione con superbia domandauano alla deina e a lo patrone doue era la monitione de lo argento e de lhoro e per forza de martora la robba si gli era insignala zena son Ognun se marauegliaua come menauan le man basse con li picozin spezauan banchali cassoni e casse e presto faceuan fasse de lo bono e del megliore e lassauano con dolore la madonna apassionala zona son Prendeuano schiaui e scliiaue dandoli aspri tormenti li faceuano trouar la chiaue de lhoro e de li argenti tanti belli vcslimenli de brochadi e de veludi e tanti sacelli pien de scudi che era cosa inextimata zena son Trouorno vna dona grossa sola con gran suspir e del ledo sera mossa pensando de parlurir senliuasi forte languire cridando aime chio more li streporno li slrenzicore e la lassorno strangosciata zena son Citadini e merchadanti son deslrutti di berreteri (10) caleghari e calzanti son destrutti e li laneri pelizari e slraponteri e sartori e cortele (”) thessidori e bandiate (”) hauen la mala giornata zena son Fon destrutti li speciari e chiapuzi (”) e formagieri fon destrutti i ferrari filatori e bombaxeri fon deslrulti li barberi tolseno fino a li bacini le touaglie e cafetini e la caldera de la bugata zena son Andorno in vnzeria (“) a desfar quelli vnctori andorno in tenzeria a desfar quelli tinctori poi andorno a i thessitori de vcludo e de sede homo non porria crede la dcslruction chàno facla zena son ( 420 ) No guardaueno pouero o ridi tutti andauano per eguale li spagnoli e iouerlich non faceuano se non male lenzoli e cauezali c cadane e cadenazi pairoli e scdazi fin alla carne sailata zena son 0 per forza o per amore in ogni loco eglintrauano e al bon e al migliore in prima se attacauano famigli e schiaue chiamaueno dandogli la roba in spala tal pareua vna caualla tanto era carrigata zena son Non bastaua loro e largente scudi e tanti ducati tanti belli vestimente de veluto e brocliati e quanti nlianno stradati che non haueuan colpa nulla giiano menato muli e mulla e del tutto mlian spogliata zena son Quale e quel cor di sasso • che non habia pietade a sentire vn tal fracasso lato in simile Citade giamai tal crudelitade non si fece in barbaria non in spagna non in turcliia ne nel regno di Granata zena son Poi che heben dato fin e misso la terra a sacco de fare tanto botin ciascaduno era stracco dauane per vn patacco quel che ne valeua dexe spagnoli e milanexi hano colto la peucrala-zena son I spagnoli c milanesi par elio habia la casone di soldati zenocsi liàno habiu meglior bochone maxime quelli tigoni e quegliantri leuantini hano fato bon botini de la roba richamata zena son Zena per la diuisione dio tha dato sto flagello e questa aspera punitione e stata manda da) cielo t"ne ben dritto el pendio e fa che ami la iustitia e tenir bona amicitia con la tua comunitata zena son Tu sai cliel predicatore thè Io disse sta quaresima che Dio del tuo errore ti tana pagare la desima ama donclia corno tu mesima el tuo proximo e vicino e tu col tuo confino dogni mal serai seruata zena son Ahi quanti ne fumo morti de spagnoli e di francesi ahi quanti ne fumo morti de todeschi e milanesi anchora di genoesi assai ne omazorno e molti se ne anegorno dentro de la mar sacrata zona son Credo ben che li uoiani Ileclor Paris Troilo Aenea e li Greci Capitani fessen gran bataglia rea ili a non credo Cerc-s Dea fusse missa in ogni loco conio mi a sangue e a foco dogni banda conquassata zena son ( 421 ) Bon Icsu per tua clementia poi diati liabiu la disciplina donali bona pacientia per tua bontà diuina virgine del ciel Regina Maria di gratia piena lafllicta Gita di zena ti sia ricomandata zena son la tribulata posta in pianti e amari doli Milan Franza e Spagnoli mliàno tutta insanguinata Finis. Sonetto. I stadi son corno il giocho del quadrello lun scacia laltro da segio e partito non con rason ma sol per appetito chi ha denari assai più che ceruello La sira vederai senza mantello ' vn ragazone come vn guffo smarrito e la matina di seda e doro vestito in tanto che tu dirai non e più quello Quando le alto quanto po montare vene vno for di villa e rompe el giazo e falò giù de la roba trabochare E ritornar corno primo ragazo o quanto sancto e iusto quel parlare vmbra di gran signore capei di pazo E per te trar dimpazo A mei giorni ho veduto de gran signori Perdere il stato e diventar pastori. NOTE (') Ollaviano Fregoso. (а) Cioè: se non s’empierono. (3) L’odierna Via degli orefici, ilovo sono ancora per la maggior parte i negozi di gioie, argenterie, ecc. (4) Nella via di Canneto. (’) Nel Vico del Filo sono anche al presente molti negozi di telerie. (б) Anche oggidì molle sono le drogherie che s’incontrano nei tratti esistenti dell’ antica Sottoripa. (7) La piazza di san Siro. (8) Varazzo, nella Riviera occidentale. (9) La piazza dei Cicala. (10) Correggi : li berreteri. (") I coltellieri, le cui officine erano stabilite in un tratto (ora distrutto) di Sottoripa, per ciò appunto detto Coltelleria. fis) Falegnami, o stipettai * (13) Col nome di chiawucci s’intendevano i calderai, stanziati aneli’essi Sottoripa. (14) Untoria. ■ , ! i - INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Giuliani e Belgr.vno. Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo xvi .... Pag. 3215 prospetto delle edizioni . . . . • » 403 Indice alfabetico.......407 Canzone sopra il sacco di Genova, del 1522 . . 415 AVVERTENZA ✓ Sono già in via di compilazione le Notizie riguardanti la tipografia del secolo xvn. Per la distribuzione poi delle materie destinale a comporr* i volumi degli Alti, si abbia ricorso al relativo Prospetto 15 novembre 1868, allegato al tomo vm. ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME IX. - FASCICOLO III. • GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE' SORDO-MUTI MDCCCLXXVIl SUI PRIMORDI DELL’ ARTE DELLA STAMPA IN GENOVA APPUNTI E DOCUMENTI RACCOLTI DAL SOCIO MARCELLO STAGLIENO Atti Soc. Lio. St. Patria. Voi. IX, fase. HI. T’ Jj arte nobilissima della stampa, ingegnoso trovato della metà del secolo decimo quinto, alle gravi e continuate peripezie a cui andò soggetta ne1 suoi cominciamenti deve il rapido suo diffondersi in Europa. Imperciocché andate in fasci le prime tipografìe stabilite in Germania, gli operai dispersi portando altrove il segreto dell1 arte, la sparsero nelle principali città del mondo civile. . Né Genova per le sue dovizie e che per l’esteso suo commercio era in relazione con tutte le più lontane regioni, dovrebbe essere stata delle ultime a profittare di tal arte, la quale a poco a poco venne ad avere un’ influenza grandissima nella civilizzazione della società, e ad essere un’ arma terribile di progresso ; ma questa supposizione non fu ancora confortata dalla testimonianza di nostri stampati anteriori al 1473. onde cronologicamente restò indietro a non poche altre città. 11 dotto Padre Laire, nel suo Index librorum ab inventa thypographia,, della tarda introduzione di quest’ arte, e del lento suo procedere fra di noi, dà la colpa al corpo degli amanuensi ( 426 ) o copisti di manoscritti, che lo facevano guerra per timore della concorrenza agli stessi dannosa; e ciò argomenta principalmente per una supplica, che, secondo gli diceva un distinto letterato, esisteva nell’archivio di ragguardevol famiglia genovese, con la quale, la corporazione degli amanuensi, in virtù de’ suoi privilegi, domandava non venisse permesso 1’ esercizio della stampa fra di noi. Per la qual cosa presso quasi tutti i bibliografi andò comune la voce, che i primi stampatori fossero banditi dal dominio della Repubblica. Ma dopo che il chiarissimo cav. Cornelio Desimoni ci fece conoscere il testo della domanda degli amanuensi (*), accennata dal P. Laire, appaiono del tutto prive di fondamento le cause da lui addotte come opponentisi allo stabilimento della tipografia in Genova: e se è probabile che possa essere stata veduta di mal occhio dai copisti, come generalmente ogni arte o professione nuova che cerca introdursi lo è dalle affini ai cui interessi reca pregiudizio, nulla abbiamo che favorisca la voce del bando e delle continuate persecuzioni. Difatto la domanda accennata, alla quale è poi incerto ancora se il Governo abbia aderito, non è già di voler esclusi i tipografi , ma la proposta di una specie di transazione fra le due arti, onde non restassero gli amanuensi immediatamente privi dimezzi, chiedendo essi il. privilegio per alcuni determinati libri, che erano quelli di minor mole e che più comunemente andavano per le scuole, mentre degli altri era lasciato liberamente valersi agli stampatori. Chi poi sia stato l’introduttore dell’ arte tipografica fra noi finora fu ignoto; e poiché il primo libro di data certa colle indicazioni di Genova è la Summa Pisanella finita di stampare (>) aui folla Società Ligure di Storia Patria, voi. IX. Nelle Notizie della Tipografìa Ligure sino a tutto il secolo XVI raccolte dal socio Nicolò Giuliani. ( 427 ) da Mattia Moravo ili Olmutz nel Luglio del 1474, a questo tipografo si attribuiva generalmente il' vanto di aver pel primo esercitato V arte in discorso nella nostra città. Né conoscendosi che altri intorno a quei tempi vi imprimesse, anche qucH’opuscoletto intitolato La razone de la Pasca ecc., col calendario del 1473, il cui unico esemplare ora si conserva nella civica biblioteca di Bergamo, si volle stampato dal medesimo artefice. Senonché, da alcuni documenti, da me trovati nei nostri ar-chivi, ho dovuto formarmi la convinzione che non a Mattia Moravo devesi 1’ impianto della prima tipografia in Genova, ma che la stessa diversi anni prima di lui vi fu esercitata; e che infine, contrariamente a quello che generalmente si crede, non venne perseguitata, ma favorita e protetta. Colla scorta pertanto dei documenti medesimi ho compilato i presenti appunti, che tracciano come una breve istoria dei primordi di tal arte fra di noi, i quali, spero, potranno giovare ancora alla scoperta di alcuni dei libri che in quei tempi degli incunabuli della stampa furono in Genova pubblicati. Sui principii del 1471 due stranieri, alemanni entrambi nel senso più lato della parola, trovavansi in Genova : un Lamberto del fu Lorenzo di Delft di Olanda, ed un-Antonio del fu Andrea Mathia di Anversa. Donde venissero, perchè venissero, come venissero è ignoto; solo sappiamo che erano maestri dell' arte tipografica, magistri impressure litterarum, e che volevano impiantarla fra di noi. Ma perchè forestieri, e privi di mezzi, non potevano sopportar le spese necessarie per lo stabilimento di una tipografia e campar tutto il tempo che questa avrebbe durato prima di essere profittevole, se tre distinti giureconsulti della nostra città, de’primarii di quel tempo , non fossero venuti in loro aiuto. ( 428 ) Questi erano i dottori Francesco Marchese, Luca Grimaldi, e Francesco Pammoleo, i quali assentirono ad una società coi tedeschi allo scopo di esercitare la tipografia; società nella (juale i dottori contribuivano col danaro e con i consigli, e gli artefici coir opera e l’industria, e probabilmente col loro materiale, torchio e caratteri. Della costituzione della società sotto la data del 20 Febbrajo 1471 si fece atto per pubblico notaro ('), del quale ecco le principali convenzioni. 1.° I tre dottori sopra nominati, e ciascuno per una terza parte, si obbligano a corrispondere agli artisti la somma di cinquanta ducati d’oro, ed anche di più, *a giudizio di essi dottori, onde impiegarli nell’impianto ed esercizio della tipografia, in artificiis ncccssariis in arte impressure, et aliis expensis pro dicta arte faciendis, nonché per 1’ indispensabile loro villo e vestito. 2.° Il Lamberto e F Antonio promettono di bene e fedelmente stampare quelle opere che i dottori avranno giudicato convenienti, e ciò per il lasso di tre anni durata della società. 3.° Dei libri stampati e da vendersi, dedotto prima e soddisfatto I’ importo di quanto sarà stato dai dottori sborsato ai tipografi, se ne dovrà fare divisione, restando d’ ogni cento volumi sette ai primi, da ripartirsi per un terzo a ciascuno, ed il restante agli stampatori. 4.° Obbligati costoro a non contrarre società con altri né andare a lavorare altrove', durante detto tempo. 5.° Doversi ripartire nei modi come sopra é detto e stabilito, tutti i vantaggi che potesse acquistare la società. Coll’atto istesso poi, i tipografi dichiararono di aver ricevuto dai dottori ventiquattro ducati a conto dei cinquanta convenuti. 0) Documento I. ( 421) ) Fatto questo e così stabilita la società, idue maestri impressure litterarum si diedero attorno per la stampa di libri e volumi ; e nel frattempo siccome le parti contraenti ben s’ avvidero che occorreva più danaro di quanto era stato pattuito, con serit-lura del giorno otto Luglio dello stesso anno, registrata in calce alT atto sopra detto, si convenne che i giureconsulti anticiperebbero lutto quanto fosse necessario, oltre i cinquanta ducati, e che invece dei sette volumi stabiliti come loro utile, ne avrebbero ricevuto dieci di ogni centinaio di stampati. Infatti dopo un anno dalla costituzione della società i dottori si trovavano aver sborsato ai tipografi le somme seguenti: cioè il Francesco Marchese lire trecento quarantotto e soldi sedici, il Luca Grimaldi lire trecento quarantuna soldi quindici e danari otto, ed il Francesco Pammoleo lire duecento settantotto, formanti in complesso l’egregia somma, specialmente avuto riguardo ai tempi, di lire novecento sessantotto, soldi undici e danari otto. Ciò risulta da un istrumento del 22 Febbraio 1472 {*) con cui il Lamberto di Delft, anche a nome del suo consocio, si dichiara obbligato di dette partite, da pagarsi a tenore del-1’atto di costituzione della società, promettendo anche di render conto dei libri stampati e mandati in Lombardia, a Napoli ed altrove: reddetur bona, vera et legalis ratti), cum reliquatus restitutione, tam de libris transmissis in Lombardiam ac alio quam Neapolim, ex, libris per eos impressis. Quanta sia la importanza di questo atto, od a meglio dire di queste parole, a nessuno certo può sfuggire; perchè con esse si accenna chiaramente a libri, ed in gran numero, i quali perchè impressi a Genova nel 1471 sono i primi stampati nella nostra città. Alcuno dei bibliografi, come dissi più sopra, non solo ha se- (1) Documonto 11. ( 430 ) gnato mai, ina nemmeno ebbe il sospetto clic a Genova se ne siano stampati, perché certamente sono andati per il mondo privi delle solite indicazioni di luogo, anno e nome di stampatore, come, molti se ne trovano, e se di essi ancora alcuno ne esiste, locché è probabilissimo, deve essere attribuito ad altri stampatori e ad altre città. Ma avendosi da questo documento in modo irrefragabile la [trova che nel 1471 e negli anni seguenti esisteva a Genova una società tipografica la quale in grande scala lavorava, si potrà col tempo e con pazienti indagini venire a conoscere alcuno dei libri dalla stessa pubblicati. Le somme anticipate dai dottori, a poco a poco, e certo col ricavo dei libri esitati, furono dagli artefici restituite, come ne fanno fede due atti del 18 Giugno 1472 ({) ove vedesi stabilito il debito di costoro nella somma di ventidue ducati d’oro, per quattordici dei quali, da pagarsi entro sei mesi, il Lamberto presenta a sicurtà un Lazzarino Cichero, che la presta a nome di Baldassarre Cordero, figlio di Biagino, di Mondovi, e per i rimanenti otto, deposita diversi oggetti e libri in pegno, assumendosi il carico di tener manlevati ed indenni i giureconsulti da ogni pretesa di Carlo Imperiale e di Luca Sacco, per le pigioni delle case ove era stabilita la tipografia. La società però con i due alemanni non arrivò al termine pattuito degli anni tre, che al 20 di Giugno dell’anno suddetto, il Lamberto di Delft già aveva venduto la sua metà sugli arnesi e gli istrumenti tipografici, che aveva in comune con l’Antonio Mathia, al Baldassarre Cordero di Mondovi. sopranominato; e ciò per la somma di 55 ducati d’oro, oltre 22 da pagarsi ai tre dottori come residuo suo debito, ed altri dieci a diversi creditori, obbligandosi il Lamberto a non eser-* * (') Documenti III e IV. ( 431 ) citar più T arte tipografica in alcuna parte del mondo, nè ad insegnarla ad alcuno in tutto od in parte (*). Cessato pertanto costui, del (piale più non ci occorrerà far parola, una nuova società fra 1 Antonio Mathia di Anversa ed il Baldassarre Cordero, In convenuta alle seguenti condizioni. 'I-0 Che il Cordero farà tutte le spese (Iella società, dura-tuia quattro anni, obbligandosi a sborsare settanta ducati d’oro ed anche più occorrendo. 2.° Che il provento dei libri • stampati si debba dividere meta per ciascuno, soddisfatto prima il Cordero di quanto si troverà avere anticipato. 3.°.Che il Mathia eserciterà Parte tipografica per conto sociale, in qualsiasi luogo avranno stabilito di farlo, durante detti anni quattro, e la insegnerà a Giovanni Tomaso Cordero fratello del Baldassarre, sicché dopo i quattro anni possa essere in grado di esercitarla da sé. 4. Che il Giovanni Tomaso Cordero debba essere durante tal tempo mantenuto calzato e vestito a spese sociali, e non possa insegnar 1 arte tipografica ad alcuno nè in tutto nè in parte. 5.° Che ogni segreto della medesima dovrà restare presso 1 Antonio Mathia ed il Gio. Tomaso Cordero. 6.° Che delle differenze che potessero nascere per la prose-tuzione della società se ne abbia a far compromesso in due amici. Tutto ciò si stabiliva addì 22 Giugno 1472 (2), ma essendo dopo poco sopraggiunta in Genova una pestilenza , il Cordero persuase il suo socio a fuggirsene a Mondovi portando seco il torchio ed i caratteri, onde esercitar l’arte in quella città finché il cessare del morbo loro permettesse di ritornare. Così fu fatto. 1 due socii trasportati i bagagli (*) Documento V. (5) Documento VI. a Mondovi presero stanza nel luogo detto Piano della valle, donde nell’Ottobre del 1472 pubblicarono la Summa confessionum se a interrogationum pro simplicibus confessoribus di Santo Antonino Arcivescovo di Firenze, e nel Febbraio del successivo 1473 le Satire di Giovenale con unite le Eroidi di Ovidio. Edizioni, le quali sono una prova della straordinaria attività dei nostri tipografi, avuto riguardo alla povertà dei mezzi meccanici di cui disponevano; e questo quando anche dalle parole finita in Monteregali, che leggonsi nella prima delle opere accennate , possa con fondamento argomentarsi che sia stata polla maggior parte composta a Genova, ed a Mondovi soltanto ultimata e fattane la tiratura. Queste due opere sono conosciute e notate dai bibliografi ; della prima esistono esemplari in Genova nelle biblioteche dcl-f Università e del marchese Marcello Durazzo del fu Giacomo Filippo, ed a Torino in quella di S. M. e presso qualche altra privata. Della seconda nessuna copia mi venne fatto di conoscere. L’andata però a Mondovi se fu cagione che quella piccola città del Piemonte possa vantarsi di essere stata delle prime a produrre libri stampati, fu pur causa di molti guai per l’Antonio Mathia, che, avendo avuto delle divergenze col Cordero, fu da costui fatto arrestare e sostener prigione, da cui non potò liberarsi se non sottoscrivendo un compromesso od obbligazione come quegli voleva. Ma uscito di carcere, subito che gliesene porse il destro fuggi via, e ritornato a Genova, si mise a lavorare nella sua arte aiutato da qualche amico. Costui deve essere un suo compaesano, certo Enrico de Antuerpia pure maestro impressure litterarum, nominato dall’Antonio Mathia come obbligato in solido con lui a pagare venti circa ducati ad un Martino dal Pozzo di Milano per sue mercedi, come da atto del 30 Ottobre 1473 (I). (') Documento VII. ( 433 ) II Cordero però raggiunse il Mathia a Genova, e di bel nuovo lo lece arrestare; onde questi ricorse, esponendo tutte le sue disavventure, alla Signoria, la quale udite le parti, e visto che probabilmente eranvi delle ragioni e dei torti per entrambe, addi 18 Novembre 1473 rimise la definizione della vertenza ai Sindicatori della città (*). Quale fosse il giudicato di costoro non é noto; ma quanto appare certo si è che la novella società andò in fasci. Del Baldassarre Cordero non si hanno più notizie in alcun atto, nè si conosce che sia avvenuto di lui. Cosi non è del Mathia; che in un istrumento del 22 Marzo 1474 lo trovo prendere a’suoi servizi per quattro mesi un Battista de Teri di Firenze (2), e poiché qualificasi sempre magister impressure litterarum in Janua, è da credere che continuasse nella sua arte. Finché a 25 di Maggio dell’anno istesso, fa vendita del torchio, dei caratteri e degli istrumenti tutti ad un Michele Scopo d1lima, il quale a sua volta dopo cinque mesi, a1 15 Ottobre, rivende ogni cosa per sette ducati a Martino dal Pozzo di Milano (3), quel desso che già era stato a servizio dell1 Antonio Mathia e dell Enrico di Anversa, come ho più sopra accennato. Questo è l’ultimo atto relativo a1 primi tipografi operanti in Genova che dagli enunciati documenti mi venne fatto di conoscere, onde io son costretto a far putito nel mio dire. Dall esposto ^ però chiaramente appare, che P Antonio Mathia di Anversa ed il Lamberto di Delft, e non il Matteo Moravo, furono i primi introduttori della stampa fra di noi; che la stessa nel 1471 già si esercitava ed in larga scala nella nostra città, mandandosi libri in Lombardia, a Napoli ed altrove; che non essendo nel detto periodo di tempo, circa quattro anni, abbracciato dai documenti (’) Documento Vili. (*) Documento IX. 0 Documento X. ( 434 ) citati, nemmeno indirettamente accennato ad opposizioni da parte del Governo e degli amanuensi, ed avendo i primi tipografi avuto protezione da’ più insigni uomini politico-legali che allora fossero, sempre esercitato apertamente l’arte e fatto ogni contratto relativo alla stessa, devesi rigettare come infondata l’accusa del bando messo ai medesimi; clic infine dell’interrotto procedere della stampa, non devesi incolpare la corporazione degli amanuensi , ma piuttosto le discordie e le quistioni fra i componenti le tipografiche società, delle quali se alcune possono avere la loro causa dall’essere un’arte nuova, qui importata da stranieri, per cui nei contratti era impossibile prevedere tutti i casi che potevano nascere, molte però dovevano aver origine dalla poca buonafede di altri fra’ contraenti. Con queste osservazioni chiuderò i presenti appunti, ben lieto di aver potuto, nel buio in cui trovasi la storia degli incunabuli della stampa fra noi, apportare un raggio di luce, di aver fatto avanzare l’introduzione della stessa in Genova di alcuni anni, di aver disseppellito dalla polvere degli archivi diversi nomi di tipografi, da aggiungersi ai segnati nei dizionari dell’arte; ed infine di aver potuto provare che essa non fu ne’ suoi co-minciamenti dai nostri antenati avversata, ma incoraggiata e protetta. DOCUMENTI DOCUMENTO I. I Dottori Francesco Marcliese, Luca Grimaldi e Francesco Pam-moleo contraggono società con Lamberto del fu Lorenzo di Delft, ed Antonio del fu Andrea Mathia di Anversa, per l’impianto e 1’ esercizio della tipografia in Genova. 1471, 20 febbraio (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 4, num. 556. Archivio dei notari) Pacta. In nomine Domini amen. Spectabiles iuris utriusque doctores domini Franciscus Marchexius, Lucas De Grimaldis et Franciscus Pam-moleus ex una parte, et Lambertus quondam Laurencii de Delft de Olandia subditus illustrissimi domini ducis Burgondie, ac Antonius quondam,Ser Andrec Matie de Antuuerpia ex altera, pervenerunt, et sibi ipsis invicem et vicissim pervenisse confessi fuerunt et confitentur ad infrascripta pacta, et composicionem et sotietatem solemni stipulatione vallata et vallatas. Renuntiantes etc. Videlicet quia ex causa dictorum pactorum et compositionis ac societatis, prefati spectabiles domini Franciscus, Lucas, et Franciscus coniunctim et divisim prout melius expedit, et quilibet ipsorum pro tertia parte, promiserunt et solvere convenerunt dictis Lamberto et Antonio, presentibus et acceptantibus, eisdem Lamberto et Antonio dare et solvere, semper ad eorum vel alterius eorum simplicem requisitionem, usque in summam ducatorum quinquaginta auri, et ultra ( 458 ) si et prout ipsis dominis Francisco, Luca, et Francisco videbitur oportunum esse, in arte de qua infra dicetur convertendis per dictos Lambertum et Antonium in artificiis neccessaris in arte impressure litterarum et seu in victu et vestitu ipsorum Lamberti et Antonii, et aliis expensis pro dicta arte facienda necessariis, judicio et arbitrio ipsorum Lamberti et Antonii. Versavice dicti Lambertus et Antonius acceptantes omnia et singula supradicta, ex causa dictorum pactorum et societatis, promis-serunt et solvere convenerunt prefatis dominis Francisco, Luce et Francisco presentibus et acceptantibus cum eorum personis et industria ac artificio, bene fideliter et diligenter laborare in artificio impressure litterarum, et ea opera exemplare seu imprimere seu libros et volumina cuiuscumque facultatis videbitur dictis dominis Francisco et sotiis magis expendire ad utilitatem dicte societatis, et in dicto artificio ac societate perseverare per et usque ad annos tres proxime venturos et ultra per tantum tempus quantum dicti Lambertus et Antonius steterint in dicta civitatc Janue et districtu, et diligenter solicite ac fideliter se exercere in dicta arte ad comodum et utilitatem dicte societatis. Acto quod libri scribendi seu imprimendi per dictos Lambertum et Antonium pervenire debeant ad manus dictorum dominorum Fran-cisci, Luce, et Francisci, et vendantur ad utile dicte societatis, declarato semper quod do quibuscumque centum voluminibus scribendis vel imprimendis per dictos Lambertum et Antonium, deduci debeant prius pecunie que tunc tempus exbursate fuerunt per dictos dominos Franciscum, Lucam et Franciscum, et facta dicta dedutione et resti-tucione dictarum pecuniarum supranominatis dominis Francisco et sociis, de residuo fiat divisio sub hac forma, videlicet quod de quibuscumque centum voluminibus ut supra imprimendis, facta dicta deductione, septeni volumina spectent et pertineant ad dictos dominos Franciscum, Lucam, et Franciscum , et quemlibet ipsorum pro tertia parte, residuum vero spectet et pertineat ad dictos Lambertum et Antonium, qui de dicto residuo disponere possint pro eorum libito et voluntate, et similiter fieri debeat pro rata de pluri et majori quantitate quam de cetero imprimi continget. Item acto pro ut supra quod dicti Lambertus et Antonius non possint neque valeant in dicta arte recipere aliquem alium sotium , ( 439 ) vel cum alia persona aliqua, alia pacta facere ocaxione dicte artis, absque consensu dictorum dominorum Francisci, Luce, et Francisci, .nec durante dicto termino possint ad alia loca se transferre ad laborandum. Item acto pro ut supra quod omnia et singula emolumenta processura occaxione dicte artis dividantur, et dividi debeant in omnibus pro ut supra. Que omnia etc. 1 Sub pena ilorenorum centum. Ratis etc. Et proinde etc. Insuper dicti Lambertus et Antonius confessi fuerunt prefatis dominis Francisco, Luce, et Francisco, presentibus et stipulantibus pro ut supra se se habuisse et recepisse in pecunia numerata ducatos viginti quatuor auri ex dictis quinquaginta convertendos ut supra. Renuntiantes etc. Actum Janue in contrata nobilium De Marinis videlicet in studio solito prefati spectabilis domini Francisci Pammolei, anno dominice nativitatis millesimo cccc.mo septuagesimo primo, iudicione tercia, secundum Janue cursum, die mercurii xxa februarii in vesperis, presentibus Jeronimo De Franchis Cocharelo, Baptista Delphino, notario, et Urbano De Leone quondam Johannis, civibus Janue, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. -J- die martis vm iulii in vesperis ad bancum. Dicti domini Franciscus et Franciscus suis propriis nominibus et nomine et vice dicti domini Luce, pro quo ipsi eorum propriis nominibus de rato promittunt, sub etc. ex una, et dicti Lambertus et Antonius ex altera, habentes noticiam de pactis contentis in dicto instrumento et contentis in eo, et scientes opus esse plures exbur-sare pecunias quam in dicto instrumento continetur, et ita se offerunt dicti domini Franciscus et Franciscus, ideo dicti Lambertus et Antonius sunt contenti ut, prout debentur volumina septem ex centum debeantur decem, in reliquis omnibus dictum instrumentum approbant. Testes Jeronimus De Compiano quondam......(') et Franciscus de Paulo Lodisii. (') Lacuna. Atti Soc. Lig. St. Patria. Voi. IX, fase. III. 28 ( UO ) DOCUMENTO II. Lamberto di Delft. anche a nome di Andrea Mathia, si dichiara debitore de’dottori Francesco Marchese, Luca Grimaldi, e Francesco Pammoleo di certa somma di danaro spesa per la società tipografica. 1472, 22 febbraio (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, numero 98. Archivio dei notari) Promissio. In nomine Domini amen. Lambertus quondam Laurentii de Delft de Olandia, subditus illustrissimi domini ducis Burgondie, suo nomine proprio, et nomine ac vice Antonii quondam Ser Andree Mathie de Antuuerpia, et prò quo Antonio ipse Lambertus suo proprio et privato nomine de ratihabitione promisit, sub ypoteca etc. Sponte et ex certa scientia nulloque juris vel facti errore ductus seu modo aliquo circumventus, confessus fuit et in veritate publice recognovit spectabilibus dominis Francisco Marchexio, Luce de Grimaldis et Francisco Pammoleo, presentibus stipulantibus et recipientibus pro se se eorumque heredibus et successoribus se a dictis dominis Francisco, Luca et Francisco, habuisse et recepisse in pecunia numerata infrascriptas peccuniarum quantitates, conversas per ipsos Lambertum et Antonium in arte ac artificiis impressure litterarum, ac in victu et vestitu ipsorum ac aliis expensis proinde factis, videlicet a dicto domino Francisco Marchexio, libras tricentas quadraginta octo et solidos sexdecim januinorum, a dicto domino Luca libras tricentas quadraginta unam, soldos quindecim et danarios octo januinorum, et a dicto domino Francisco Pammoleo libras ducentas septuaginta octo januinorum. Renuntians etc. ( 441 ) Quas quidem peccuniarum quantitates dictus Lambertus, suo et dicto nomine, promisit et solvere cofivenit dictis dominis Francisco Luce et Francisco, presentibus et stipulantibus pro ut supra, eisdem dominis Francisco, Luce, et Francisco, et cuilibet eorum pro sua rata, sive legitime persone pro eis, dare, solvere et restituere in omnibus-iuxta formam instrumenti pactorum initorum inter ipsas partes, scripti manu mei notarii anno proxime preterito, die vigesima februarii, et ultra promisit dictis dominis Francisco, Luce et Francisco, presentibus et stipulantibus pro ut supra, quod per dictum Antonium eius sotium flet ac eisdem reddetur bona, vera et legalis ratio cum reliquatus restitutione, tam de libris transmissis in Lombardiam ac alio, quam Neapolim, ex libris per eos impressis, in omnibus et per 'omnia iuxta forma dicti instrumenti pactorum. Hoc acto inter dictas partes pacto expresso quod per presens instrumentum non intelligatur in aliquo derogatum juribus et ypotecis ipsis dominis Francisco, Luce et Francisco competentibus contra dictos Lambertum et Antonium, ac eorum bona, vigore dicti instrumenti, imo dicta iura et ypotece remaneant in suo robore. Que omnia etc. Sub pena dupli etc. Ratis etc. Et proinde etc. Actum Janue in contrata picapetrum in domo prefati spectabilis domini Francisci videlicet in studio solito ipsius, anno dominice nativitatis millesimo cccc.m0 septuagesimo secundo, indicione quarta secundum Janue cursum, die sabati xxn februarii, hora secunda noctis vel circa, presentibus nobile Leonardo Ravascherio quondam domini Manfredi, et Philippo de Bozolo quondam Simonis, civibus Janue, testibus ad .premissa vocatis specialiter et rogatis. ( 442 ) DOCUMENTO III. Lamberto di Delft si confessa debitore de’ dottori Francesco Marchese, Luca Grimaldi e Francesco Pammoleo, di ducati ventidue e per quattordici di essi dà sicurtà un Lazzarino Cìcherio che la presta a nome di Baldassarre Cordero. •1472, 18 giugno (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, num. 278. Archivio dei notari) Confessio. I In nomine Domini amen. Cum verum sit prout asseritur per infra-scriptum Lambertum, quod ex pecuniis exbursatis per spectabiles juris utriusque doctores, dominos Franciscum Marchexium, Lucam de Grimaldis et Franciscum Pammoleum in arte impressure litte- ' rarum ac in sotietate prò dieta arte fienda, inita inter prefatos spectabiles dominos Franciscum, Lucam, et Franciscum parte una et Lambertum quondam Laurentii de Delft ac Antonium quondam Andree Matie de Antuuerpia parte altera, et per dictos Lambertum ac Antonium debitis prefatis dominis Francisco, Luce et Francisco, restent solvendi per dictum Lambertum pro sua portione ducati viginti duo auri largi, qui ex compositione inter partes inita, ut dicitur solvi debent per dictum Lambertum termino mensium sex proxime venturorum ; hinc est quod dictus Lambertus volens agnoscere bonam fidem versus dictos dominos Franciscum, Lucam, et Franciscum et de dictis ducatis viginti duobus cauptum esse dictis do-' minis Francisco, Luce et Francisco. Sponte et ex certa scientia nul-loque iuris vel facti errore ductus seu modo aliquo circumventus, confessus fuit et in veritate publice recognovit mihi notario infra-scripto, tanquam persone publice officio publico stipulanti et recipienti nomine ac vice prefatorum dominorum Francisci Marchexii, Luce de Grimaldis et Francisci Pammolei, se eisdem, calculatis quibuscumque ; ( 443 ) calculandis et compensatis quibuscumque compensandis, ex causa ac occaxione peccuniarum ut supra per prefatos dominos Franciscum, Lucam et Franciscum exbursatarum in artem impressure litterarum, ac societatem predictas, restare ad dandum ex dictis peccuniis ut supra exbursatis, ducatos viginti duos auri largos. Renuntians etc. Quos quidem ducatos viginti duos auri largos, pro resto dictarum peccuniarum ut supra exbursatarum per dictos dominos Franciscum, Lucam et Franciscum, dictus Lambertus promisit et solvere convenit mihi dicto notario, quo supra nomine stipulanti et recipienti, dare et solvere dictis dominis Francisco, Luce et Francisco sive legitime persone pro eis, infra menses sex proxime venturos, omni exceptione remota. Sub pena dupli etc. Ratis etc. Et proinde etc. Insuper pro premissis omnibus et singulis sic ut supra per dictum Lambertum lirmiter adimplendis, pro eo intercessit et fideiussit La-zarinus Jhicherius, macelarius, quantum pro ducatis quatordecim ex dictis ducatis viginti duobus. Constituens se etc. Sub etc. Renuncians etc. Qui quidem Lazarinus fecit et facit hanc intercessionem precibus et mandati Balthasaris Corderii de Monteregali filii Biasini, maioris annis viginti quinque ac palam et publice negotiantis et facientis facta sua, sciente, patiente, et non contradieente dicto Blasino eius patre, ut dicit, presentis et promittentis, dicto Lazarino presenti stipulanti et recipienti pro se et heredibus suis, ipsum Lazarinum , heredes et bona ipsius indemnes et indemnia ac sine danno conservare a dicta intercessione, ac eidem Lazarino dare et solvere ad omnem ipsius liberam voluntatem et simplicem requisitionem, omnem quantitatem pecunie, omneque aliud id et totum, quam et quod ipsum solvere seu damnificari contingerit occaxione premissa. Sub etc. Actum Janue in contrata scarii burgi predis, videlicet iuxta hostium solite habitacionis dicti Lazarini anno dominice nativitatis M.°occc.nu> ( hU ) septuagesimo secundo, indicione quarta, secundum Janue cursum die jovis xviii junii in vesperis, presentibus Bernardo de Domoculta quondam Thome, et Jeronimo de Monelia domini M. Johannis, civibus Janue, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. DOCUMENTO IV. Lamberto di Delft a garanzia di otto ducati sulle somme ancor dovute ai dottori Francesco Marchese, Luca Grimaldi, e Francesco Pammoleo, dà al primo diversi oggetti in pegno, e promette liberarli da ogni pretesa di Carlo Imperiale e Luca Sacco, per le pigioni delle case locate per la tipografia. ■1472, 18 giugno (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, num. 279. Archivio dei notari) Pro domino Francisco Marchexio et sociis. f Die jovis xviii junii in vesperis in studio domini Francisci Marchexii. Testes Raphael Justinianus Aranihus quondam.......(1) et Georgius Stella quondam Baptiste. Cum sit quod Lambertus quondam Laurentii de Delft restet ad dandum spectabilibus dominis Francisco Marchexio, Luce de Grimaldis et Francisco Pammoleo ex ducatis triginta duobus pro resto solidato ducatos octo ultra quatuordecim, modo paulo ante promissos per dictum Lambertum, pro quibus pro eo intercessit Lazarinus Jhicherius macelarius, vigore instrumenti manu mei notarii infrascripti modo paulo ante, et contentus sit ipse dominus Franciscus ut de eis fiat (1) Lacuna. I ( 445 ) promissio et prestetur cauptio termino mensium sex, volens cauptius esse, promisit dicto domino Francisco, stipulanti suo et nomine sociorum, eisdem dare ducatos octo predictos infra menses sex proximos sub etc pro te (sic) Antonius quondam Ser Andree Matie de An-tuuerpia, et Balthasar Corderius de Monte regali, et quilibet ipsorum in solidum sub etc. Renuntiantes etc. et specialiter obligaverunt pacca sex replarum (sic) in papiro et tria volumina dite cremesis in carta, deposita penes dictum Franciscum Marchexium, pro ipsis vendendis, et que liceat vendere, ita quod si vendentur possit sibi ipsi satisfacere de dictis ducatis, octo in totum, seu pro tanta parte quanta capiet eorum processus. Ita quod si ad tantum non ascenderit, teneantur solvere id quod deficiet, et si libri non vendentur teneatur solvere dictos ducatos octo elapsis mensibus sex ipso domino Francisco restituente libros. Prop-terea salvis premissis et quibuscumque aliis promissionibus factis per eos ipsi domino Francisco et sotiis, que ipsi Lambertus' et An tonius.......(1) ipse dominus Franciscus suo nomine et nomine sotiorum pro quibus de rato etc. sub etc. quitavit dictos Antonium et Lambertum presentes, ab omni eo quod petere posset ab eis occaxione sotietatis inite e vigore instrumentorum etc. Acto quod dictus dominus Franciscus teneatur restituere ipsi Lamberto certas raubas et asnensia ac libros quos habet ex suis. Item acto quod dicti Lambertus et Antonius teneantur conservare indemnes ipsos dominum Franciscum et sotios ab omni molestia que inferri posset per Carolum Imperialem occaxione pensionis domus a mensibus quatuor citra et etiam- per Lucam Sacum pro tempore quo steterunt in domo sua, ac quibuscumque creditoribus occaxione dicte artis. f die ea hora et loco, presentibus Philippo et Julio quondam Simonis de Bozolo. Dictus Lambertus confessus prefato domino Francisco presenti, sibi fuisse restitutas vestes, asnensia et libros de quibus eidem tenebatur vigore dicti instrumenti. (1) Guasto. . _ ( 446 ) DOCUMENTO V. Baldassarre Cordero da Mondovi si dichiara obbligato di 35 ducati d’oro a Lamberto di Delft, per istrumenti ed arnesi tipografici dallo stesso vendutigli, e per i quali vengono a patti. 1472, 20 giugno (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, num. 285. Archivio dei notari) Confessio et pacta. In nomine Domini amen. Baldasar Corderius de Monteregali filius Blaxini, major annis viginti quinque ac palam et publice negocians, sciente, paciente et non contradicente dicto Blasino eius patre, sponte et ex certa scientia nulloque juris vel facti errore ductus seu modo aliquo circumventus, confessus fuit et in veritate publice recognovit, Lamberto condam Laurentii de Delfet, presenti stipulanti et recipienti pro se et heredibus suis se eidem Lamberto dare et solvere debere ducatos terginta quinque auri largos ad soldos quinquaginta quinque pro singulo ducato, pro resto ducatorum quinquaginta quinque precii dimidia ipsi Lamberto spectanti ex certis arnensibus et sup-peletibus et instrumentis pro arte impressure litterarum, que erant comunia inter ipsum Lambertum parte una, et Antonium condam Andree Mathie de Antuerpia, parte altera, eidem Baldasari venditis et consignatis, pro dicta dimidia, per dictum Lambertum seu alium pro eo. Renuncians dictus Baldasar dicto Lamberto presenti et stipulanti pro ut supra, exceptioni suprascripte confessionis ut supra non facte reique sic ut supra et infra non esse vel non fuisse, seu sic non se habentis vel aliter se habentis, doli, metus in factum actioni, condicioni, sine causa vel ex iniusta causa et omni alii juri. Quos quidem ducatos trigintaquinque auri, dictus Baldasar promissit et solvere convenit dicto Lamberto presenti et stipulanti, pro ut supra, dare et solvere eidem Lamberto aut legiptime persone pro ( 447 ) eo aut hic Janue, aut Saone, in modum et per terminos infrascriptos. Videlicet ducatos viginti intra menses tres proxime venturos, et reliquos ducatos quindecim ad complementum dictorum ducatorum triginta quinque infra menses sex ex nunc proxime secuturos omni exceptione remotta. Acto tamen in presenti instrumento et qualibet ipsius parte, pacto expresso et solemni stipulatione vallato, quod dictus Baldasar teneatur et obligatus sit, et ita promissit dictus Baldasar dicto Lamberto, presenti stipulanti et recipienti ut supra, solvere-pro dicto Lamberto, ultra predicta, spectabilibus iuris utriusque doctoribus dominis Francisco Marchexio, Luce de Grimaldis, et Francisco Pammoleo, ducatos viginti duos auri, et ultra creditoribus dicti Lamberti, usque in summam ducatorum decem auri; Preterea dictus Lambertus sciens dictum Baldassarem emisse dicta arnensia, suppelletilia, et instrumenta, ac fecisse alia de quibus supra, sub spe infrascripte promissionis sibi flende per ipsum Lambertum, volens que promissit observare ; Sponte et ex certa scientia promissit et solemniter convenit dicto Baldasari presenti, stipulanti, et recipienti pro se et heredibus suis dictam artem impressure litterarum, nullo unquam tempore in aliqua mundi parte exercere, seu exerceri facere, eamque neminem edocere in totum seu pro aliqua parte ; et ultra fuit ac est contentus quod quatenus ullo tempore dictam artem impressure literarum aliquem edocuisset in totum vel pro aliqua parte, ex nunc incidisse et cadere dicto Baldasare pro ipsius interesse in penam ducatorum quingentorum de quibus infra. Que omnia et singula suprascripta dicte partes sibi invicem et vi-cissim presentibus, stipulantibus pro ut supra, promisserunt et solemniter convenerunt habere perpetuo et tenere rata, grata, valida et firma, attendere quoque et adimplere ac effectualiter observare, et contra in aliquo nullo unquam tempore facere, dicere, attemtare, vel venire, aliqua demum ratione occaxione vel causa que quovis ingenio de jure vel de facto dici seu excpgitari posset. Sub pena ducatorum quingentorum auri in auro largorum in quam penam ex nunc incidisse intelligatur pars que premissa omnia pro sua parte observare neglexerit, parti que realiter premissa observaverit in tantum taxata de voluntate partium, pro iusto damno et interesse partis que observaverit. ( M8 ) Ratis et lìrrais nichilominus seraper manentibus omnibus et singulis suprascriptis. Et proinde et ad sic ut supra adimplendum ac effectualiter observandum per dictas partes, partes ipse sibi invicem et vicissim presen-tibus et stipulantibus, pro ut supra pignori obligaverunt et hypo-tecaverunt omnia et singula ipsarum partium bona presentia et futura. Acto tamen in presenti instrumenti et qualibet ipsius parte pro ut supra quod partes ipse, pro premissis omnibus et singulis per eas et quamlibet earum firmiter adimplendis, possint et valeant realiter et personaliter conveniri, detineri, capi, gravari et arrestari, Janue, Saone, Pisis, Mediolani, Papie, in Monteregali, Antuerpie , in partibus Bolgondie, et qualibet alia mundi parte, et ubicumque partes ipse reperte fuerint, seu reperientur, et quelibet earum reperietur, seu bona earum, et cuiuslibet earum reperiri contigerit, 'promisse-runt partes ipse sibi ipsis invicem et vicissim pro ut supra, ibi juri stare et de jure respondere, solutionemque de premissis et satisfactionem sibi ipsis facere, perinde ac si presens contractus ibidem fuisset celebratus et solucio destinata. Renunciantes partes ipse sibi ipsis invicem et vicissim stipulantibus ut supra, quibuscumquc gratiis, privilegiis, immunitatibus et franchixiis ac quibuscumque salvisconductibus, tam conditis et condendis, quam impetratis ac impetrandis, per quemvis regem, dominum, dominium et universitatem, et seu a quovis rege, domino, dominio et universitate quibus contra predicta possint quomodolibet se tueri, nec non benefìcio non sui et incompetentis judicis , legis si convenerit ff. de jurisdictione, omni judicio, et omni alii juri etc. Promittentes partes ipse ac jurantes ad sancta Dei evangelia, tactis corporaliter scripturis, predictis aut aliquo predictorum nullo unquam tempore uti aut aliqualiter contra observacionem premissorum ad invicem debitorum aliqualiter se tueri. De quibus omnibus partes ipse rogaverunt per me notarium infra-scriptum hoc presens publicum confici instrumentum. Actum Janue in contrata canneti, videlicet iuxta hostium domus solite habitationis mei notarii infrascripti, anno dominice nativitatis m.° ccccm0 septuagesimo secundo, indicione quarta, secundum Janue cursum, die sabati, vigesima junii in vesperis, presentibus Baptista ( 449 ) de Costa Pelegrina, textore cintorum et Laurentio Maclavelo quondam Antonii ealzolario, civibus Janue, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. DOCUMENTO VI. •r Antonio Mathia e Baldassarre Cordero vengono a patti per una società tipografica. 1172, 22 giugno ( Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, num. 286. Archivio dei notari) Pacta. In nomine Domini amen. Antonius quondam Andree Mathie de Antheuverpia, ex una parte et Balthasar Corderius filius Biasini de Monteregali, maior annis viginti quinque ac palam et publice negotians et faciens facta sua, sciente, patiente et non contradicente dicto Blaxino eius patre, ut asserit dictus Balthasar, ex parte altera, sponte et ex eorum certa scientia pervenerunt et sibi ipsis invicem et vi-cissim, presentibus et stipulantibus pro se se, heredibus et successoribus, singula singulis congrue refferendo, pervenisse confessi fuerunt et confitentur, ad infrascripta pacta, compositionem et, transactionem ac societatem , solemni stipulatione vallata et vallatam. Renunciantes partes ipse sibi ipsis invicem et vicissim presentibus et stipulantibus pro ut supra, exceptioni ad dicta infrascripta pacta compositionem et transactionem ac societatem non pervenisse, reique sic ut supra et infra non esse vel non fuisse, seu sic non se habentis vel aliter se habentis, doli, mali, metu in factum actioni, condicioni, sine causa, vel ex iniuxta causa, et omni alii iuri. Videlicet quod cum sit quod dictus Antonius sit doctus artis impressure litterarum, et ipse Antonius ac dictus Balthasar intendant dictam artem fieri facere et in ea se se exercere, ex causa dictorum pactorum compositionis et transactionis ac societatis, et sub pactis V ( 450 ) et condicionibus infrascriptis, dictus Balthasar promisit et solemniter convenit dicto Antonio presenti et stipulanti pro ut supra, in primis exbursare in flenda dicta arte et in dando principio diete arti ut supra flende, ex propriis pecuniis ducatos septuaginta unum auri largos et ultra, etiam ex propriis pecuniis, exbursare usque ad annos quatuor proxime venturos, quibus pro ut infra dicetur habet durare, et seu habebit Beo dante presens societas, omnes et singulas peccunias neccessarias et quibus opus erit, ad faciendam dictam artem, ac solvere omnibus creditoribus dicte artis, et seu qui causabuntur ex dicta arte, flenda usque ad dictos annos quatuor proxime venturos. Ita tamen et cum hoc quod omnes et singuli libri imprimendi et flendi ex dicta arte, et ita processus ex libris vendendis processurus, spectare intelligatur dicto Balthasari pro dimidia, et ita in ipsum Bal-thasarem pro dicta dimidia pervenire debeant, et pro alia dimidia spectent ac spectari intelligantur dicto Antonio , et pari modo omne commodum et incommodum quod ex dicta arte impressure litterarum ut supra flenda sequi contingerit etiamque id quod ex primis pec-cuniis processuris ex libris imprimendis et primo vendendis, dictus Antonius teneatur et obligatus sit, et ita fuit et est contentus, videlicet ex dimidia processus dictorum librorum ut supra vendendorum ipsi Antonio spectanti pro ut supra, solvere dicto Balthasari omnes et singulas expensas flendas et exbursandas per dictum Balthasarem, in flenda dicta arte, usque ad dictos annos quatuor pro ut supra et hoc quantum pro sua dimidia sibi spectanti ex dictis expensis et quam primum libri venditi fuerint et secundum ac pro ut eos vendi contingerit. Adeo quod quidquid processerit ex dictis libris ut supra flendis et vendendis pervenire debeat in dictum Balthasarem usque quo de expensis tempore venditionum librorum iam factis in flenda dicta arte, fuerit dicto Balthasari pro dimidia dictarum expensarum spectanti dicto Antonio ex dimidia processus librorum vendendorum et spectante dicto Antonio integre satisfactum. Versavice dictus Antonius acceptans predicta omnia ex causa dictorum pactorum et compositionis, transactionis et societatis, usque ad dictos annos quatuor, promisit dictam artem impressure litterarum in societate dicti Balthasaris et cum eo ac in quocumque loco ellegerint ipsi Balthasar et Antonius, facere et in ea se exercere, et ultra infra dictos annos quatuor, dictam artem integre edocere et instruere Johan- ( 451 ) nera Thomam Corderium, fratrem dicti Balthasaris, adeo quod dictus Johannes Thomas elapsis dictis annis qnatuor, possit et sciat a seipso dictam artem facere, nisi processerit deffectu dicti Johannis Thome. Acto tamen in presenti instrumento et qualibet ipsius parte, et tam in principio, medio, quam in fine, pacto expresso solemni stipulatione vallato, quod durantibus dictis annis quatuor, dictus Johannes Thomas debeat pasci, gubernari, calceari et vestiri expensis dicte societatis, et quod non possit dictus Johannes Thomas neque ei liceat durante dicto tempore dictam artem in totum seu pro parte aliquem edocere seu instruere, et ita fuit ac est contentus dictus Balthasar, sub pena infrascripta etiamque et quod omnia asnensia suppeletilia et instrumenta que partes ipse iam habent et emerunt, et de cetero emi contingerit pro flenda dicta arte, intelligantur et debeant pro dimidia spectare dicto Balthasari, et pro alia dimidia dicto Antonio, et quod de eis, durantibus dictis annis quatuor, non possit inter ipsas partes fieri divisio seu partimentum neque dicta ars cum alio et seu in alterius societate fieri sine mutuo consensu ipsarum partium et cuiuslibet earum. Item acto inter dictas partes pro ut supra quod omnia secreta dicte artis usque ad dictos annos quatuor proximos remanere et stare debeant penes dictos Antonium et Johannem Thomam et non penes alios, etiamque et quod quatenus omni anno non venderentur tot libri ex dictis libris flendis et imprimendis ut supra pro supplendis expensis et seu quorum processus non suppleret ad expensas flendas et tunc iam factas pro dicta arte flenda, sit in cognitione duorum communium amicorum per partes ipsas elligendorum, et quos elligere iura-verunt partes ipse pacto expresso, et in quos ut supra elligendos partes ipse cum omnimoda potestate ex nunc pro ut ex tunc se re-misserunt et remittunt super hoc an perseverare deberent usque ad dictos annos quatuor in dicta societate dicte artis flende vel non, et omni declarationi per dictos elligendos flenda super premissis, partes ipse ulla absque exceptione stare et parere teneantur, et ita partes ipse sibi ad invicem et vicissim presentibus et stipulantibus pro ut supra promisserunt. Que omnia et singula suprascripta dicte partes sibi ipsis invicem et vicissim presentibus et stipulantibus pro ut supra et singula singulis congrue referendo, promisserunt et solemniter convenerunt ha- ( 4-52 ) • bere perpetuo et tenere rata, grata, valida et firma, attendere quoque et adimplere ac effectualiter observare et contra in aliquo nullo unquam tempore facere, dicere, attemptare vel venire, aliqua demum ratione, occaxione vel causa que modo aliquo vel ingenio de iure vel de facto dici seu excogitari posset, etiam si de jure posset. Sub pena ducatorum mille auri largorum in quam ex nunc incidisse intelligatur pars que non observaverit parti que observaverit premissa, pro justo damno parti que observaverit et in tantum taxata to-ciens quociens fuerit contrafactum, ac cum restitucione ac refectione omnium ac singulorum damnorum interesse et expensarum que prop-terea essent seu fierent litis et extra solenni stipulatione premissa. Ratis nihilominus et firmis semper manentibus omnibus et singulis suprascriptis. Et proinde et ad sic ut supra adimplendum ac effectualiter observandum partes ipse sibi ipsis invicem et vicissim presentibus et stipulantibus pro ut supra, pignore obligaverunt et ypoteeaverunt omnia et singula ipsarum partium bona presentia et futura. Acto tamen in presenti instrumento et qualibet ipsius parte pacto expresso, solemni stipulatione vallato inter diotas partes et de ipsarum communi accordio et voluntati, quod dicti Balthasar et Antonius et quilibet eorum possint et valeant pro observatione omnium premis-sorum realiter et personaliter conveniri, capi, detineri et arrestari Janue, Saone, Pisis, Nicie , Mediolani, Papie , in Monteregali ac quocumque alio loco et mundi parte et ubicumque se se invenerint et seu partes ipse vel altera earum fuerit inventa, et bona earum reperta, promisserunt partes ipse sibi ipsis invicem et vicissim, iuri stare et de jure respondere, soluptionemque ac satisfationem sibi ipsis ad invicem facere et proinde ac si presens contractus ibidem fuisset celebratus et soluptio destinata. Renunciantes partes ipse, sibi ipsis invicem et vicissim presentibus et stipulantibus pro ut supra, quibuscumque gratiis, privilegiis, salvis-conductibus et immunitatibus in contrarium disponentibus et tam conditis ac concessis quam condendis et concedendis, per quemvis sere-nissum regem, ducem, dominum, dominium, communitatem, et universitatem ac quorumcumque verborum solemnitate munitis, etiamque et beneficio non sui ac incompetentis judicis, legi si convenerit ff. de jurisdicione, omnium judicum et omni alii juri et legum auxilio, quibus contra predicta possent partes ipse-quomodolibet sc tueri et quibus omnibus, quatenus premissis obviarent, promiserunt ad invicem non uti seu aliqualiter se tueri; De quibus omnibus et singulis suprascriptis partes ipse rogaverunt per me notarium infrascriptum hoc presens publicum confici instrumentum. Actum Janue in contrata caneti videlicet iuxta hostium solite ha-bitacionis mei notarii infrascripti, anno dominice nativitatis millesimo ccco.m° septuagesimo secundo, indicione quarta secundum Janue cursum, die lune, vigesima secunda junii, in vesperis, presentibus Antonio de Costa quondam Jeronimi et Venerio de Amico quondam Petri, januensibus, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. DOCUMENTO VII. Antonio Mathia, a nome anche di Enrico di Anversa, si dichiara obbligato verso Martino dal Pozzo di Milano, di venti ducati per le sue mercedi. 4473, 30 ottobre (Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 5, num. 791. Archivio dei notari) Promissio. In nomine Domini amen. Antonius quondam Andree Mathie de Antuerpia sciens se et Enricum de Antuerpia magistrum impressure litterarum, et quemlibet ipsorum in solidum teneri et obligatos esse magistro Martino de Puteo de Mediolano, de ducatis viginti incirca occasione mutui et mercedis dicti Martini. Et volens de eis cauptum esse dicto magistro Martino, sponte et ex certa scientia promisit et solvere convenit dicto magistro Martino presenti, stipulanti et recipienti prò se et heredibus suis, dare et solvere dicto magistro Martino, sive legitime persone pro eo, dictos ducatos viginti auri de quibus ut supra ipse Antonius ac dictus En-ricus et quilibet ipsorum in solidum tenentur dicto Martino, ad om- ( 454 ) nem ipsius Martini liberam voluntatem et simplicem requisitionem, omni exceptione remota. Renuncians etc. Que omnia etc. Sub pena dupli etc. Ratis etc. Et proinde et ad sic ut supra adimplendum, ac effectualiter observandum per dictum Antonium versus dictum Martinum presentem stipulantem pro ut supra, dictus Antonius eidem Martino pignori obligavit et ypotecavit omnia et singula ipsius Antonii bona presentia et futura, et specialiter illa asnensia et literas ereas ipsius Antonii que et quas dictus Martinus penes se babet. Ita tamen quod specialis obligatio non deroget generali et e converso. De quibus omnibus etc. Actum Janue in palatio de medio seravalis, videlicet iuxta bancum .solitum juris domini judicis maleficiorum, anno dominice nativitatis m.° cccc.mo septuagesimo tercio, indicione sexta, secundum Janue cursum, die sabati, trigesima octobris, in tertiis, presentibus Andrea de Pastino quondam Bartolomei, et Johanne Antonio de Furno callegario, civibus Janue, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. DOCUMENTO VIII. Supplica di Andrea Mathia alla Signoria, per le sue quistioni con Baldassarre Cordero onde è trattenuto prigione ; e commissione ai Sindicatori della città per comporre la vertenza. U73, 18 novembre (Atti Diversorum Cancellariae, filza 21, fra le carte del 1473. Archivio di Stato) f Yhesus. Vobis illustri et excelso Ducali in Janua Locumntenenti et magnifico consilio dominorum Antianorum civitatis Janue humiliter expo- ( 458 ) nitar parte Antonii quondam Andree de Autheuerpia alamani, quod cum superioribus annis ipse Antonius venisset ad hanc inclitam civitatem ad exercendum artem impressure litterarum de qua est peritus, pervenit ad certa pacta cum Baldasare Corderio filio Biasini de Monteregali, ex quibus ad invicem contraxerunt societatem ad imprimendum literas ac libros in civitate Janue, duraturam usque ad annos quatuor proximos, sub pactis, modis et forrnis et condicionibus de quibus latius continetur publico instrumento inde rogato per Laurentium de Costa notarium quod exibetur : Verum cum anno superiore supervenisset pestis in Janua, fuit persuasus a dicto Baldasare ut durante dicta peste in Janua, ipse Antonius vellet se tran-ferre ad dictum locum Montisregalis cum instrumentis dicte artis ad exercendum ibi dictam artem, donec dicta pestis cessaret in Janua, qua cessante ac finita, dictus Baldasar promisit ipsum Antonium reducere in Januam cum instrumentis dicte artis ad prosequendum dictam artem in Janua et ita dictus Baldasar fecit apodixiam sua manu propria ipsi Antonio que etiam exibetur. Et sic dictus Antonius nihil mali suspicans, persuasus verbis ac promissionibus dicti Baldasaris, fuit ad dictum locum Montisregalis cum dicto Baldasare et cum omnibus instrumentis sue artis et bonis que pauperculus habebat. Sed postquam fuit in dicto loco ac ibi iam cepisset dictam artem exercere, fuit de facto et per impressionem et manifestam violenciam, arrestatus ad instanciam dicti Baldasaris, qui est oriundus ac habitator dicti loci, et in eo loco habet multos propinquos ac favores; dictus vero Antonius erat forensis et nulli cognitus indicto loco, et ultra dictus Antonius fuit privatus ac spoliatus a dicto Baldasare omnibus suis instrumentis ac bonis que habebat in domo dicti Baldasaris. Ex quo dictus Antonius opressus et qui continue svenebatur ut non posset ex dicto loco aufugere, non valens aliter facere, habuit necesse omnia facere que dictus Baldhasar voluit et sic fuerunt facta inter ipsas partes nova instrumenta pactorum ac compromissi ad nutum et libitum dicti Baldasaris qui etiam nominavit arbitratores quos voluit, qui tullerunt quandam assertam sententiam pro ut dicto Baldasari placuit. Que omnia dictus Antonius fecit ex necessitate, et opressus per dictum Baldasarem ad linem ut liberaretur a tali arrestacene et custod:a, sed ut primum potuit auffugit ex dicto loco quasi nudus, relictis ' dicto Baldasari omnibus instrumentis suis ac Arri Soc. Lio. St. Patria. Voi. IX. fase. III. 29 ( 456 ) bonis et venit ad hanc inclitam vestram civitatem, in qua auxilio aliorum suorum iam ceperat dictam artem exercere , sed his diebus dictus Baldasar cum dictis assertis instrumentis ac sententia, extortis per impressionem et violenciam, et que sunt iniquissima, et eorum vigore, impetrata asserta licentia a magnifico domino Potestate Janue, ipsum Antonium detineri fecit tanquam debitorem suspectum in car-ceribus prefati domini potestatis, licet dictus Antonius sit Alamanus, et Alamani in Janua habent suum consulem, nec sub alio magistratu possint conveniri, et tamen dictus Antonius sic detentus iam per multos dies, in dictis carceribus remanet opressus, cum sit pauperculus et forensis, nec reperiat fideiussorem in Janua pro ea summa pro qua est detentus. Idcirco suplicatur quod intuitu pietatis acjusticie, dignetur vestra dominatio adversus tot et tantas oppressiones providere, ac committere aliquibus bonis viris quibus placuerit vestre dominationi, ut sumptis supra premissis informacionibus debitis, iusticiam et ius reddant ipsi Antonio contra dictum Baldasarem, ac etiam ipsum Antonium liberent ex dictis carceribus non obstantibus dictis assertis instrumentis ac compromisso et sentencia ac aliis gestis in dicto loco Montisregalis ac extortis per manifestam oppresionem et violenciam, vel aliter dicto suplicanti de remedio opportuno providere pro ut placuerit vestre dominationi, que non debet nee solet pati aliquem in sua civitate, maxime forensem et Alamanum, ita remanere oppressum et que etiam ex speciali regula, vestra dominatio de prohibita intromissione iusticie debet ac solet adversus huiusmodi oppressiones se intromittere f Die XVIII novembris. Magnificus et illustris dominus ducalis vice gubernator et vice locum tenens in Janua, et magnificum consilium dominorum Antia-norum comunis Janue, in sufficienti et legitimo numero congregatum, cum audissent supplicationem suprascriptam et omnia contenta in ea audissentque oretenus Martinum de Puteo mediolanensem, comparentem nomine et vice Antonii quondam Andree de Anteuerpia nominati in supplicatione illa, et cum eo Andream Boverium procuratorem, exponentem etiam nomine predicto, affirmantes multis rationibus contenta in supplicatione illa vera esse, et requirentes remedium supplicanti illi dare, et providere ita ut comparere personaliter, et ius suum / ( «7 ) dicere possit, item quod oppressus et sulTocatus per dolum ac vim magnam a Balthasare Corderio non remaneat. Intellexissentque ex altera parte Balthasarem Corderium, et cum eo Johannem de Mulassano procuratorem, comparentes et dicentes oretenus multis rationibus id quod expositum fuit, aliter in facto se habere, constareque instrumenta pro quibus clarum manifeste apparet dictum Antonium obligatum ipsi esse de nonnulla pecunie quantitate, nec suffocatum nec oppressum esse ab ipso, contentarique si Antonius ipse deponat res et merces quascumque societatis quam cum eo habebat, penes terciam personam, quod detur et constituatur ipsis Magistratum inter partes qui iusticiam illis faciant; intelligentes causam predictam et id quod a partibus sepius dictum fuit, cogno-scentesque homines illos alienigenas esse causamque illam inter pauperrimos verti, nec inter eos discentiri quin detur ipsis magistratus, compatientesque viris illis: omni modo, via, iure et forma quibus melius potuerunt et possunt, de voluntate partium predictarum, dederunt et constituerunt, ac dant et constituunt, virtute presentis deliberationis , spectabiles dominos Sindicatores civitatis Janue magistratum inter partes ipsas de et super omnibus et singulis litibus et controversiis quas una pars alteri, et altera alteri petere et requirere potest, committentes ipsis ut iusticiam partibus predictis faciant summariam et expeditam sine strepitu et figura judicii, ac sola facti veritate inspecta. DOCUMENTO IX. Antonio Mathia prende a suo servizio per quattro mesi Battista de Teri di Firenze. 1474, 22 marzo • ( Atto del notaro Lorenzo de Costa, filza 0, num. 109. Archivio dei notari) Conventio. In nomine Domine amen. Antonius quondam Andree Matie de An-tuerpia magister impressure litterarum in Janua ex una parte, et Baptista de Teri de Florentia ex altera, pervenerunt, et sibi ipsis invicem et vicissim presentibus et stipulantibus, pervenisse confessi tuerunt et confitentur ad infrascripta pacta et compositionem, solemni stipulatione vallata et vallatam. Renunciantes etc. Videlicet quia ex causa dictorum pactorum et compositionis dictus Baptista de Teri promisit et solvere convenit dicto Antonio, presenti stipulanti et recipienti pro se et heredibus suis, eidem Antonio tam in domo ipsius Antonii quam extra, servire mensibus quatuor proxime venturis, et durantibus dictis mensibus quatuor tam in domo dicti Antonii quam extra, prodicto Antonio facere omnia servicia et negocia debita, licita et honesta, et ipsi Antonio neque in domo ipsius neque extra committere aliquod furtum seu maleficium, neque committere volenti consentiet, sed potius quam primum fieri potuit dicto Antonio manifestabit, et demum faciet ea omnia que essent per eum facienda, et se habebit pro ut decet se habere quemcumque fidelem servitorem. Versa vice dictus Antonius acceptans predicta ex causa dictorum pactorum et compositionis, promisit dicto Baptiste presenti et acceptanti, ipsum Baptistam per dictos menses quatuor proximos tenere in domo sua, ipsumque pascere et gubernare sanum dumtaxat et non infirmum, expensis suis propriis, et pro sua mercede omni mense dictorum mensium quatuor, dare et solvere ipsi Baptiste sive legitime persone pro eo ducatum unum auri largum omni exceptione remotta. Et finitis dictis mensibus quatuor ipsum Baptistam liberare ab omni servitute, qua sibi teneatur, vigore presentis instrumenti ulla absque condictione. Hoc declarato de voluntate dicti Antonii quod dictus Baptista cogi non possit seu debeat per dictum Antonium ad aliquod exercitium quod facere nesciverit aut non potuerit dictus Baptista. Que omnia etc. Sub pena florenorum viginti quinque in quam etc. Ratis etc. Et proinde etc. Acto quod ambo possint conveniri Janue, Saone, Pisis etc. et ubique locorum etc. Renuntiantes etc. quibuscnmque gratiis et salvis conductibus etc. i ( 459 ) Promittentes etc. Actum Janue in palacio comunis, videlicet ad bancum solitum mei notarii infrascripti, anno dominice nativitatis millesimo cccc.mo septuagesimo quarto, indicione sexta, secundum Janue cursum, die martis vigesima secunda marcii, in terciis, presentibus nobile Andrea de Flisco quondam Andree et Conrado de Vignali carzatore, civibus Janue, testibus ad premissa vocatis specialiter et rogatis. DOCUMENTO X. Michele Scopo di Ulma, vende a Martino dal Pozzo di Milano il torchio, i caratteri e tutti gli utensili tipografici, che aveva comprati da Antonio Mathia il 25 maggio 1474 con atto del notaro Tomaso Sisto (1). 1474, 15 ottobre (Atto del notaro Lorenzo de Costa, lilza 6, num. 446. Archivio dei notari) Venditio. In nomine Domini amen. Michael Scopus de Ulmo Almanus, omni modo, via, jure et forma quibus melius potuit et potest, vendidit et titulo ac ex causa venditionis dedit et concessit Martino de Putteo de Mediolano, nunc habitatori Janue, presenti, ementi et acquirenti ac stipulanti et recipienti pro se et heredibus suis, quoddam torcular pro imprimendis litteris emptum per ipsum Michaelem ab Anthonio quondam Andree Mathie de Anteuerpia, vigore publici instrumenti scripti manu Thome Sixti notarii, anno presenti die vigesima quinta maii, cum omnibus apparatibus dicti torcularis et literis ereis a dicto Antonio emptis et habitis per dictum Michaelem. et de quibus in dicto instrumento flt mentio. Ad habendum, tenendum, gaudendum, possidendum et usufructandum dictum torcular cum literis et apparatibus de quibus supra de eisque (1) Gli atti di questo notaro sono andati smarriti. # ( 460 ) omnibus titulo presen'tis venditionis faciendum et disponendum pront voluerit. Pro pretio et nomine veri ac finiti pretii ducatorum septem auri, quos dictus Michael venditor a dicto Martino emptore habuit et recepit ac habuisse et recepisse in pecunia numerata in presentia mei notarii et testium infrascriptorum confessus fuit et confitetur, vocans se de dictis ducatis septem auri dicti pretii dicti torcularis cum apparatibus et literis de quibus supra, bene tacitum, contentum, et so-luptum, ac faciens eidem Martino presenti et stipulanti pro ut supra, pactum de ulterius non petendo. Renuncians dictus Michael venditor exceptioni suprascripte venditionis, ut supra per eum de predictis non facte, et dictorum ducatorum septem dicti pretii ut supra non habitorum et non receptorum, reique sic ut infra non esse vel non fuisse, seu sic non se habentis, vel aliter se habentis, doli, mali, metus in factum actioni, conditioni sine causa, vel ex iniuxta causa, et omni alii juri. Promittens dictus Michael venditor dicto Martino emptori, presenti et stipulanti pro ut supra, dictum torcular cum aliis apparatibus et litteris de quibus supra, eidem Martino dimittere et non auferre, subtrahere vel impedire neque auferre vel impedire, si quis voluerit modo aliquo consentire, sed potius dictum torcular cum aliis de quibus supra, eidem Martino ac heredibus suis legitimis deflendere, aucto-rizare « expedire et disbligare etc. Remissa etc. Quae omnia etc. Sub poena dupli etc. * Ratis etc. Et proinde etc. Actum Janue in palatio comunis videlicet ad bancum solitum mei notarii infrascripti, anno dominice nativitatis millesimo cccc.mo septuagesimo quarto, Indicione septima, secundum Janue cursum, die sabati, xv octobris, in terciis, presentibus Francisco Delicia de Levanto, et Baptista de Baxadonnis quondam Benedicti, civibus Janue, testibus ad preraissa vocatis specialiter et rogatis. SECONDO SUPPLEMENTO ALLE NOTIZIE DELLA TIPOGRAFIA LIGURE SINO A TUTTO IL SECOLO XVI PEL SOCIO NICOLO GIULIANI AVVERTENZA Fino dal li) del 1871 io scriveva al eh. collega Belgrano : « Molto giudiziosamente affermava l1 illustre memoria dello Spo-torno verso la line della sua prefazione alla Storia Letteraria della Liguria, appoggiandosi, non eli1 altro, all’ autorità dell’Il-liistratore di Verona, che le opere di questo genere non possono mai trovarsi immuni o da qualche piccolo errore, o da qualche tenue ommissione » ; e prometteva perciò di aggiungere in fine dell1 opera un1 appendice.' Ciò che a lui morte immatura tolse di fare, m’accinsi a far io sotto gli auspicii di questa nostra Società, e coll1 aiuto di non pochi suoi membri ed altri benevoli amatori di cose bibliografiche, del cui nome si fregia la povera mia fatica. Alla quale attendendo io, anche dopo la sua prima e seconda comparsa nella Repubblica delle lettere, mi fu dato di aggiungere non poche altre pregevoli notizie, di che mi è grato, dietro vostro gentile invito, dar conto alla Società stessa, nella speranza eli1 ella voglia gradire la costante mia ( 464 ) devozione». E conchiudeva : «Né altro avendo ora ad aggiungere , non ini resta che a consolarmi che sieno passati i tem[ti di quéi buoni accademici, fra i quali certo io non potrei essere stato ammesso che col nome di Distratto ». Ma con ben altra piacevolezza mi veniva sopra nel Propugnatore di Bologna (T. IV, pag. 442) un Romanini da Forli, cho impennatosi, con quanta ragione altri lo dica, dell’avere io, anzi noi col eli. Belgrano, notato eh’ eravamo dispiacenti « che egli (l’autore d’uri articoletto nello stesso Propugnatore) non abbia indicato quali propriamente sieno questi diffettucci », me ne spifferò poi tanti e non lievi, che poveretto a me s’io mi fossi mai solamente sognato di voler passare per bibliografo di quella vaglia, che ivi é detto esser lui. Ma io che so abbastanza d’caser fallibile, senza pur badare a scolparmi, farò di aggiungere le sue alle correzioni che ni’ ero già fatto da per me, in servigio del pubblico ; al quale se non ho la ventura di essere molto utile, non voglio certamente regalare di proposito i miei farfalloni. Dopo le aggiunte pertanto che, specialmente mercé la gentilezza di coloro de’ cui nomi seguirà ad onorarsi questa pubblicazione, si sono potute fare, si noteranno le più importanti correzioni. Qui solo osserverò, affinché meglio si sappia la mia pochezza, che io non ebbi parte alcuna in quel tratto di lavoro che spazia da pag. 271 fino a pag. 306. Avvertirò finalmente che alla compilazione ed all’ ordinamento delle notizie e dei documenti prodotti in questa seconda appendice, ebbe buona parte il mio amico e collega Achille Neri; e che alcuni dei documenti stessi furono trascritti dagli originali dai signori Carlo Astengo e Giacomo Grasso, valenti alunni della Scuola di paleografia presso l’Archivio genovese di Stato. 1471? A pag. 33 abbiamo recato la notizia del Dottrinale del Villadei, edito sicuramente in Savona, ponendolo sotto la data incerta del 1479. Ma dopo il documento che riproduciamo dal Torteroli più innanzi, e gli altri ritrovati dal Belloro, e di cui tocca il Gaz-zera (*) a proposito del Venturino, ci pare dover concorrere nella sentenza dello Spotorno: il quale afferma come questa stampa precedesse quella del Boezio, specialmente perchè essendo la, prima impressa con caratteri scolpiti, e promettendosi sarà seguita da opere stampate alterius generis litteris, dee per fermo esser posta prima del Boezio, impresso con caratteri fusi. 1473, Gennaio. Antonio Della Rovere, nipote di Sisto IV, fa stampare in Roma per Gianfdippo da Lignamine il Dialogo dell’anima di Giacomo Campora (2). (’) Lett. Bibliogr., pag. 45. (') Spotorno, Storia Letteraria pcc., T. Il, pag. 163. ( 4(56 ) 1474. Mi sia qui lecito di registrare la seguente opera, che trovo a pag. 65 del Saggio storico-critico sulla tipografia del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani: Georgiì Flisci genuensis ad invictissimum Ferdi-nandum Sicilie Regem Poema. « Questo poemetto di 19 carte in 8.°, senza data di tempo e di luogo, e senza nome di stampatore, a me sembra però (dice il Giustiniani), che sia uscito da1 torchi di Sisto Riessinger, e che fossero simili i caratteri a quegli impiegati nell’ edizione del Bartolo. È diviso in due libri : 9 carte comprende il primo, e 4 0 il secondo. » Si legge, secondo Michele Giustiniani (*), nel line il nome Ludovici Bigi Pictoris Finariensis, non si sa se come editore od altro. 1474. Quanto é della tipografia savonese, che in quest’anno produsse il Boezio da noi citato a pag. 32 e 329, dobbiamo ricordare che interessanti notizie ne reca Tommaso forteroli nei suoi Scritti letterari (2), donde ricavasi che il frate Giovanni fu savonese della famiglia Buono esistente tuttavia in quella città, e che ivi nella Libreria dei Missionari conservavasi un esemplare membranaceo di quell’ incunabolo, mentre 1’ esemplare da noi dato (3), sulla fede del Catalogo di un amatore bibliofilo, (’) Scrittori Liguri, pag. 293, col. \. (*) Savona, Sambolino 1859. (5) Pag. 33. ( 467 ) come esistente nella Durazziana, sembra che più non vi si trovi. Di grande interesse è poi il documento dallo stesso Torteroli prodotto, e deve quindi trovar qui luogo. Illustris ac Excelse Domine, Domine nobis observandissime el civis (*). Veslre Excellentie humanitate freli, quemadmodum et alios concives nostros sibi commendavimus, ita et nunc Jacobum Torteyrolum concivem egregium, eidem facere commendatum minime veriti sumus, cum presertim non ignoremus, quod pro justa causa accedat. Hic igitur, ut rem aperiamus, ad imprimenda librorum volumina cum aliis quibusdam civibus acum (2) curamque convertens, teutonicos quatuor illius artis peritos mercede conduxit, qui posteaquam cives ipsos pluribus expensis atque incommodis affecerunt, predalis omnibus ad eam artem necessariis adminiculis, clam noctu aufugierunt ; cumque per proxima loca ne insectarentur pertimescerent, Romam ut audivimus iter accelerarunt, tutiores ob locorum intervallo illic se fore persuadentes. Quod quidem Jacobus equo animo ' ferre nequiens, cum precipue is cum sociis sexcentorum flo-renorum, ut ait, damna passi sint, ad Urbem profisisci proposuit , ut Enrico de Aeger e de Antuerpia principale eorum artifice isthic invenio, Vestre Excellentie auxilio, debitum universum consequi valeat. Quare, etsi non ignoremus huiusmodi nefarios viros vobis et molestissimos, quia tamen tantum sceleris in cives nostros admiserunt, Vestram precamur Excellentiam, ut si quidquam Jacobus ipse consequatur, id omne gratia vestra facium fuisse («) Forse et carissime. II Torteroli non era molto valente in fatto di paleografia. O Forse animum- ( 468 ) intelligcit, et Dominationi Vestrae una nobiscum perpetuo debeat. Ex Suona, die . . Aprilis MCCCCLXXIV. Servitores Antiani Civitatis Saone et concives. 1476, 5 Febbraio. L atto di cui è cenno a pag. 332, e che non fu possibile allora ritrovare, ci venne in seguito indicato dal eh. cav. Alizeri; ed è T obbligo che contrae il carmelitano Battista Cavallo con Battista Ricardi dell’Aulla, Tommaso Centurione e Giuliano Spinola, costituiti in società per la stampa e vendita di 300 volumi di Breviari ed Evangelisturi (*). In nomine Domini amen. Venerabilis dominus frater Baptista, Cavalus ordinis carmelitarum ex una parte, et dominus magister Baptista Ricardus de Laida, Thomas Centurionus et Jul-lianus Spinula Rajfaelis ex parte altera, sponte etc., pervenerunt et pervenisse confessi fuerunt et sunt ad infrascripta pacta et composicionem etc., renunciantes etc. Videlicet quia ex causa dictorum pactorum dictus frater Baptista promissit dicto magistro Baptiste et sociis, presentilms stipulantibus et recipientibus etc., facere seu fieri facere volumina tricentum in circa et plus de forma Breviariorum a Ca- ■ mera secundum consuetudinem Romane Curie et totidem Evan-gelistarios, pro quibus dictus frater Baptista tenetur et debet uc obligatus est, et sic promissit dictis magistro Baptiste et sociis presentibus etc., expensis ipsius fratris Baptiste fecere seu fieri facere torchularia duo cum omnibus instrumentis necessariis, pro (1) Arch. Notarile. Fogliazzo del not. Giacomo Calvi dal 1470 al 1484, nurn. 542. ( 469 ) laborando dictis torchulariis; ac etiam, promissit prestare habi-tacionein omnibus magistris qui laborant opus dictorum librorum pro ut hactenus fecit expensis ipsius domini fratris Baptiste. Versa vice dictus magister Baptista et socii teneantur et debeant ac obligati sint, et sic promisserunt et promittunt dicto fratri Baptiste, solvere etc. predictis magistris dictorum propria pecunia omnes et singulas expensas necessarias ac pro perficiendo dictum opus dictorum librorum; quibus perfectis vendi debeant per dictum Thornam, quem ex nunc dicte partes eligerunt in gubernatorem; et de processu eorum dictus frater Baptista habere debeat quartam partem lucri; sicque verum de dictis prius expensis fiendis per dictum Thomam tam suo nomine quam nomine dictorum magistri Baptiste et Julliani; et similiter dicti magister Baptista, Thomas et Jullianus habere debeant suam raptam lucri, iuxta particionem suam ponendam et positam pro perficiendo dictum opus dictorum librorum etc. Actum Janue in domo Stephani Pantani posila in contrala de mari, habitacionis Leoneti de Marinis quondam Andree, quam ad presens pensionarlo nomine tenetur a dicto Stephano; anno Dominice Nativitatis MCCCCLXXV1, indicione oclava secundum Janue cursum, die lune quinta februarii, post vesperas; presentibus testibus Johanne de Cazali qm. Antonii et Petro* de Conestagio fornar io. 1477. Agostino da Genova era Priore della Certosa di Parma. quando i suoi frati vi stamparono: Baptistae Marchionis Pala-vicini Episcopi Regiensis Ristoria flendae Crucis et funeris Domini Jesu Christi ad Eugenium IV. S. P. cum multis aliis carminibus; come riferisce 1’Amati (,). correggendo 1 Orlandi (*) Ricerche storico-critiche ecc., T. V. pag. 602. ( 470 ) che fece di detto Agostino un tipografo, contro l’espressa confessione che in quel libro si legge, cioè: Impressere frates opus hoc Cartusie Panne Quibus Augustinus Genite tunc prefuit ortus. EDIZIONI DEI GIRARDENGHI. Aggiungiamo alle già registrate edizioni dei Girardenghi le seguenti rilevate dal Panzer. 1479. P. Terentii Afri Comedie sex. Andria. Eunuchus. Adelphorum. Phormio. Ecyra. cum commentariis Aelii Donati Grammatici clarissimi. Item Heautontimorumenon cum commentariis Johannis Galphur-nii Brixiensis viri clarissimi. In fine: Impressum Venetiis per Nicolaum Girardengum recognitumque per magistrum Franciscum Dianam: sub Anno Domini M. GGGG . LXXVIIII die XV Decembris. In fol. 1480. Subtilissimi doctoris sancti Thomae de Aquino clarissima interpretatio in metaphysicam Aristotelis. In fine: Impressum Papie per magistrum Franciscum de Gyrardengliis Anno Domini MGGCGLXXX die XV Octobris. In Ibi., carattere gotico. ( 471 ) 1482. Nicolai Siculi Panormitani Lectura super quarto et quinto Decretalium. In fine: Papie impressa per magistrum Franciscum de Gyrardengis Anno a nativitate domini nostri Jesu Christi MCGCCLXXXII die XXVIIII mensis Maii. In fol., caratt. gotico. 1482. Tractatus sequestrorum editus per Clarissimum dominum Franciscum Curtium Papiensem. In fine : Hoc opus impressum fuit Papie per Franciscum de Girardengis Anno Domini M. GGCC . LXXXII die XXVIIII mensis Octobris. In fol., caratt. gotico. 1482. Bernardi Abbatis expositio sive sermones in Cantica Canticorum. Impressa per Nicolaum de Girardengis, Papie MCGCCLXXXII. die XVIII. Decembris; existente Praetore ac Commissario magnifico Almerico de Almericis viro dignissimo. In fol. 1483. Preclarissimi viri ac subtilissimi sophiste Gui-lelmi Hentisberi probationes profundissime conclusionum in regulis positarum. In fine: Atti Soc. Lic. St. Patria, Voi. IX, fasi'. III. 30 ( 7*72 ) Impresse cura et diligentia Magistri Nicolai de Gjr-rardengis MCCCGLXXXIII die XXIIII Januarii. In fot., carattere gotico, con segnature. Stampato a Pavia. 1483. Pauli Veneti sophismata aurea, correcta per Man-fredum De Medicis Mediolanensem. In fine]: Opus impressum Papie per M. Nicolaum de Gi-rardengis Anno Domini MGGGGLXXXIII die IIII Mensis Martii. In fol., a due colonne, carattere gotico, con segnature. 1483. Joanis de Mayno Mediolan. lectura super titulo : Instituta de actionibus, edita in famoso ac fiorenti studio Ticinensi. In fine : Hoc opus diligentissime impressum est Papié per Nicolaum de Gyrardengis — Anno Domini MGGGGLXXXIII. die XVI. Junii sub Illustrissimo principe domino Jolianne Galeaz-Maria Vice Go. D. Mediolani sex. In fol., caratt. gotico, registro. 1484. Nouella Joannis Andreae super sexto cod. decret. In fine: ( 473 ) Impressum Papie per Franciscum de Gyrarden-ghis MCGGGLXXXIIII die XVII Aprilis. In fol., carattere gotico. 4484. Joannis de Tignano de Bello de Repressaliis et de Duello Tractatus. In fine : Impressum Papie per Franciscum de Gyrarden-ghis MCCCGLXXXIIII. die XXVIII. Maii. In fol. , caratt. gotico, cqji segnature. 1484. Petri Grassi Repetitio c. cum ad Sedem, de resti, spolia. In fine: « Impressum Papie per Franciscum de Gyrarden-ghis M . GGGG . LXXXIIII. die XXVIII Maii. In fol. 1484. Missale Romanum seu ordo missalis secundum consuetudinem Romane Curie. Papie per Franciscum de Gyrardengiiis M . GGGG . LXXX1V. In fol. 1485. Ludovici Pontani Consilia et allegationes. ( 474 ) Impressa Papie per Franciscum Gyrardengum Anno Domini M . GGGG . LXXXV. die V. Martii. In fol. magg., carattere gotico. 1482. Non so se Francesco Venturino, di cui appresso, sia lo stesso che il Priore Venturino, di cui a pag. 32-4 di queste Notizie : Francisci Venturini Rudimenta Grammatices ex multis voluminibus excerpta et in unum corpus redacta. Florentiae, per Antonium Bartholomaei Miscomini, 1i8%. In fol. esistente nella R. Università. È certo che il Venturino già abirava in Savona fino dal 1452, dove nell' anno seguente fece scritta col Comune di tenere scuola di grammatica e di rettorica per un triennio successivo, mediante lo stipendio di lire 60; la quale rinnovò poi di tre in tre anni e di cinque in cinque, con aumento di soldo sino a tutto il 1474 (*). , 1491. Il P. Arcangelo Giani fiorentino, dei Servi di M. V., negli Annali del suo Ordine (2) ha sotto quest’ anno: Ingenti omnium laetitia quinque commentaria super octo Libros Physicorum (Jrbani (Venerici) Averroi (bolognese, prof, in patria il 1403 e segg., come a pag. 368), quae M. Defendini Januensis viri doctissimi studio, primum hoc anno impressa fuerunt, apua Patres, et alios doctissimos evulgantur. E in margine: Liber Urbani Averroictae imprimitur. E a pag. 271 , col. 1 c., ah Antonio Alabantho impressa. (’) Gazzf.iu, Lettere Bibliogr., pae. 45. (*) Lurca , 1719 , pag. 023. ( 475 ) 1503. * Dal Torteroli (4) togliamo la descrizione del libro solamente citato a pag. 336 : Psalterium Devotissimum Gloriosae Virginis Ma riae compositum per Beatum Hieronimum Ecclesiae Doctorem: maxime devotionis et meriti. Questo titolo sottosta ad una silografia « molto diligentemente eseguita, nella quale si vede rappresentata I'Annunzia-zione della Vergine ». In fine: Dominico Nano Cive Albense recensente: impressum Saonae per Magistrum Franciscum de Silva Vili. Galend. Aprilis MCCGGGIII. In 8.° piccolo, di fogli 56. 1504, 23 Settembre. 11 cb. Starabba dai rogiti del notaio Niccolò Bruno palermitano , desunse due atti di questa data, concernenti la Bolla della SS. Trinità, che doveva allora stamparsi in Palermo da un maestro Lorenzo Gandolfo genovese (~). Di che prendendo nota in questo secondo Supplemento, si rendono pubbliche grazie al non meno dotto che gentile scrittore, del nuovo tipografo da lui donato alla Liguria e dell’ incoraggiamento dato ai collettori delle patrie memorie in questo campo ancora poco coltivato. (’) Scritti cit-, pag. 310. r) Ardi. Stor. Siciliano, anno 11, pa^- 473. ( 476 ) 1512, 13 Maggio. Nel recare a pag. 336-37 il privilegio concesso dal Governo genovese a Francesco da Silva nel 1506, notammo come non fossimo inchinati a credere eh" egli pigliasse stanza fra noi e vi eseguisse alcuna stampa. Ecco ora. un altro documento che ce ne porge la prova ; e tuttavia nè manco dopo questo nuovo privilegio, secondo nostro parere, ei venne in Genova e vi stampò. Privilegium Francisci de Silva librorum impressoris. Franciscus et Consilium etc. Audito egregio Francisco de Silva mediolanense Taurini habitatore, librorum impressore, dicente superioribus annis munificientia et liber alitate predeces-sòrum nostrorum sibi concessum fuisse et indultum imprimere libros et seu artem imprimendi exercere posse in presenti civitate Genue per quinquennium et menses quatuor, et quod, durante eo tempore nemini alii cuiuscumque nationis, sive civis sive subditus sive externus sit, per se vel interpositam personam recte vel indirecte clam vel palam in dicta civitate et tribus potestatiis imprimere liceat libros quam ipsi Francisco, et seu ipsam artem imprimendi nemo alius quam idem Franciscus in dicta civitate et tribus potestatiis exercere possit, et prout ex ipso privilegio apparet; et cum ob temporum dificultates et ob alia negocia quibus ipse Franciscus valde impeditus fuit ipsam artem in dicta civitate hactenus minime exercuerit. Ideo petente et orante dictum privilegium cuius tempus lapsum est de novo sibi per nos imparliri et concedi in omnibus et per omnia prout in eo continetur; cum idem Franciscus percupidus sil ipsam artem in presenti civitate in his que ex ipso exercitio et opera sua evenerint, amore cti ngenti studio quo ipsis civibus afficitur, promptum se exhibeat. Ile pro more nostro maturo examine discussa, viso dicto privilegio, ( 477 ) certioresque facti de probitate vite et aliis virtutibus dicti Francisci ac de eius doetrina et longa experientia diete artis imprimendi ; harum litterarum nostrarum auctoritate concedimus et imparlirnur eidem Francisco quod per annos quinque rt menses tres in presenti civitate libros imprimere et seu artem, imprimendi exercere libere possit, non obstantibus obstantiis quibusvis. Decernentes et statuentes quod durante ipso quinquennio el trimestre nemo alius quovis modo dictam artem imprimendi in dicta civitate et Iribus potestatiis facere seu exercere possit quam ipse Franciscus Silva, sub omni pena arbitrio nostro statuenda et exigenda. Declarato tamen quod presens nostrum privilegium locum habeat si et in quantum ipse Franciscus ipsam artem exercere inceperit in dicta civitate et in ea exercenda perseveraverit intra menses tres ab hodie proxime venturos et non aliter. Mandantes omnibus et singulis magistratibus et officialibus urbis Genue, et aliis quibusvis personis ad quas spectare possit, ut presentes nostras litteras observent faciantque ab aliis inviolabiliter observari sub pena sindica-menti. Sub fide sigilli nostri. Genue, XIIII maii MDXU ('). 1513. Agostino Giustiniani faceva stampare a Venezia, dedicandola a Stefano Sauli vescovo di Brugnato, questa operetta : Aeneae Platonici Graeci Ghristianissimi, de immortalitate animarum, deque corporum resurrectione, aureus libellus, cui titulus est Theophra. In line: (') Arcli. Regio. Cod. Litterarum ann. 1511-11, X. num. 1506. / ( 478 ) , Aeneae Viri clarissimi dialogus explicil feliciter. Venetiis per Alexandrum de Paganinis. Anno M . D . XIII. Mense VITBRI (sic). In 8.° piccolo. Ambrogio camaldolese traduttore di questa scrittura dal greco, la indirizza ad Andreolo Giustiniani avo dell1 annalista, e scrittore (*), in benemerenza dell1 ospitalità ricevuta da lui in Scio, dove avealo gettato una fortuna di mare nel suo ritorno da Costantinopoli. Va unita a quest’ opera, con frontispizio e segnature proprie, la seguente : Precatio Pietatis piena ad Deum Omnipotentem composita ex duobus et septuaginta nominibus divinis una cum interprete commentariolo. E altresi dedicata al Sauli dal Giustiniani autore del commento. 1515. Gaspare Bracelli, poi Doge eli Genova nel 1549, fa pubblicare in Milano : Hortus delitiarum dedicandolo al certosino Lorenzo Giustiniani genovese, dal quale aveane, non senza modesto contrasto, ottenuta licenza (2). 1518. Genovese é probabilmente il tipografo die in quest1 anno pubblicò : Commentarii di C. Jul. Cesare tradotti in volgare (*) Giustiniani, Scritt. Lig., pag. 61; Misceli. Stor. Hai, T. VI, pag. 54Ì. <') Soprani, Scritt. della Liguria, pag. 197-198. ( 479 ; per Agostino Ortica della Porla Genovese. In Venezia per T.i-rolamo Foglietta MDXVIII. In 4.° (1). 1519. Piatemi ricordare sotto quest’ anno 1’ edizione degli Statuti d Albenga — impressa in Amena urbe Ast (Asti) per Magistrum Franciscum Sylvam impensa magnifici Communis Attingane — etc. (2). 1520. Monsignor Agostino Giustiniani pubblicò nel presente anno in Parigi le tre opere seguenti. I. Victoria Porcheti adversus impios Hebraeos, in qua tum ex sacris literis, tum ex dictis Talmud, ac Gaballistarum et aliorum omnium authorum, quos Hebraei recipiunt, monstratur veritas catholicae fidei. Ex recognitione R. P. Aug. Iustiniani ordinis Praedi-catorij, episcopi Nebiensis. In fine: Finis excellentissime et plane divine Victorie contra impios hebreos Porcheti Salvatici Genuensis monachi Gartusiensis : quam summa accuratione recognovit R. P. Aug. Iustinianus Genuensis Dominice observationis professor: Episcopus Nebiensis. Impressit vero Guillermus Desplains cum gratia et privilegio in triennium impensis proborum virorum Egidii G-ourmontii et Francisci Regnault commorantium Parhisijs in via Jacobea. Anno Domini 1520, Jdus Julii. In. fol. piccolo. (') Panzer , Amai., Voi. Vili, pag. 451. (') Nuovo Giornale Ligustico, 1837, pag. 13. ( 480 ) 11. Jacobi Biacelei Genuensis Lucubrationes. De bello Hispaniensi JiJ^ri quinque. De claris Genueri-sibus libellus unus. Descriptio Liguriae liber unus. Epistolarium lib. unus. Additumque diploma mirae antiquitatis Tabellae in agro Genuensi repertae. In fine: In aedibus Ascensiànis Anno MDXX ad Nonas Augusti. In 4.° m. Chalcidii luculenta Timaei Platonis traductio, et ejusdem argutissima explanatio per Augustinum lustinianum nebiensem episcopum in lucem editae. Parisiis, in officina Badii Ascensii 1520. In fol. 1522. Del rarissimo libretto solo citato a pag. (51 diamo ora la descrizione, favoritaci dal eh. cav. Vincenzo Promis sopra un esemplare, comechè mancante, della Palatina torinese. « È un volumetto in 4.°, in carattere gotico di mediana grandezza, con iniziali maiuscole assai semplici, quali vedonsi in altri libri stampati dal Berruerio. Non ha numerazione di pagine, ma segnature a-e, tutte di quaderni. Nell’esemplare della Biblioteca di S. M., forse unico, manca il foglietto b, del resto essendo intero. « Nella prima facciata una silografia rappresentante il battesimo di Gesù nel Giordano ne occupa il terzo superiore. Sopra leggesi : a latina, e talora anche volgare, ed alla maggior parte degli apologhi è apposto un intaglio in legno allusivo alla favola. In fine è il seguente epigramma alquanto scorretto, sebbene il resto del testo non sia cosi : Bernardus Zimeonis ad Lectorem Hoc opus Aesopi masculis (*) foederat (*) ineptis Qui malas (3) correctas imprimit aere notas. Sed bene limatum nunc ter quaterque revisum Authori reddens quod fui (4) ante suum. Hunc prius impressis reliquis studiose libellis Perfer (5): nec dubia per lege (6) mente puer. Solve grates igitur loculos (sic): nec parcito nummis. Parvulus hoc (7) parvo venditur ere liber. Finis. Impressum Genuae per Antonium de Bellonis Anno. Domini MCCCCCLVI. » II formato è in 4.° piccolo, il carattere è semigotico; manca la numerazione delle pagine, ed il registro va da .4 in F. Tutti sono quaderni, eccetto F, che è duerno ». (’) Leggasi maculis. (’) Cretio si debba leggere foedabat o foedarat. (3) Leg. male. (*) Leg. reddidit quod fuit. (*) Leg. Praefer. (°) Corr. perlege. (’) Corr. hic. ( 302 ) 1559. La R. Universitaria acquistò 1’ opera già registrata a pag. 350 dalla Biblioteca Napolitana del Toppi: DE L’ILLVSTRE SIGNOR 'FERRANTE CARAFA MARCHESE DI SANTO LYCIDO LE RIME SPIRITUALI DELLA VERA GLORIA HUMANA In libri quattro: ET IN ALTRETTANTI DELLA DIVINA Impresa belloniana alquanto diversa da quella della Tavola X. Impressa nella inclita città di Genoua Appo Antonio Belloni: nel mese di Giugnio V anno M • D • LIX In 4.° piccolo, di carte numerate nel retto 140; più 4 di preliminari non numerate, e 12 in fine, neppur esse numerate, r ultima delle quali impressa solamente per circa metà del retto, dove in carattere pure corsivo, ma molto minuto, si contiene AL MOLTO MAGNIFICO E GENEROSO SIGNOR FRANCESCO LERCARO CONSERVATOR DEI regii sigilli Et Cancelleria del Regno di Napoli. Discorso di Antonio Terminio della Miseria humana e della vera Felicità, col sommario della vita di Gesù Cristo. U. M. ( 503 ) 4560, 42 Maggio. 11 già lodato prof. Alizeri indicavaci la seguente domanda latta da Antonio Belloni, affinchè fosse rinnovato il privilegio concessogli nel 1533, estendendolo anche a favore del figlio Cri -stoloro. E sebbene non siasi trovato il relativo decreto d’ approvazione, è a credere gli venisse consentito, perché il nome suo e del figlio figura in più edizioni posteriori a quest’ anno. Ili mi el M.a S.ri Sfi Osservi Espone humilmente a V. S. Ill.me Antonio Bello-no., loro devotissimo et fidelissimo, qualmente ha già vinticinque anni che esso introdusse la stampa in la presente cità, et si obligò di mantenerla; et V. S. lll.me perciò li concessero essenctioni privilegii et immunità, quali sono espirali non ha molti mesi. Peronde esso che male agevolmente poteva prima con le essenctioni et immunità far essercir detta stampa , per essere le cose del viver carissime et li tempi penuriosi, senza dubio sa-rebe hora astretto a mancare del tutto, non durando anche più il suo obligo. Peronde a ciò che la cità non resti senza stam-paiore et priva di questa commodità, suplica esso humilmente V. S. Ill.me che vaglino et a lui et a Christofaro suo figlio in loro vitta concedere le esenctioni immunità et privilegi che prima li furono concessi, essendo essi pronti ad obligarsi che in loro vita la cità sarà dalla stampa servita in tutto quello che accaderà, con quella magior industria che-sia possibile; et che se per il passato non ha di che dolersi, resterà per lo avenire mollo meglio sodisfatta. Et essendo quanto supplica ragio- Atti Soc. Lig. St. Patria , Voi. IX, fase. III. 32 (' 504 ) nevole, spera da V. S. Ili me doverlo ottenere, che nostro Signore long amente le prosperi el feliciti. Die XII maij 1560 (’). 1568 e 1569. La raccolta di stanze citata sulla lede del Mazzucchelli a pag. Il 5, trovasi nel ricordato catalogo dal Belloro cosi descritta: Stanze di diversi eccellenti poeti nuovamente raccolte e date in luce, aggiuntovi nel fine alcuni dubbi amorosi con le loro soluzioni. Genova, Ant. Bellono. In 12.° Sotto lo stesso anno e tipografo si aggiunge : Lettere amorose de Matteo Aldrovandi. In 8.° \ 570. Nella R. Universitaria, di recente acquisto: FONTE DI NOBILTÀ DI GASPARO MVTIO DELLA STELLA. ALL’ ILLVSTRISSIMO ET VALOROSISSIMO SIGNOR Gl 0. ANDREA. D’ ORIA. Impresa belloniana, come alla Tavola Vili. IN GEN OVA APPRESSO ANTONIO BELLONE. M . D . LXX. In 8.° piccolo, di pag. numerate 90, più 10 non numerate di preliminari, 5 delle quali occupate dalla dedicatoria; e tutto in carattere corsivo. 0) Arch. Regio, inutilium, Filza 1560. / ( 505 ) Nella dedica 1 Autore dice, fra le altre cose: « Io credo an-chor dispensante a me (come amator di vertuosi) tanto di fauor da tor questi miei puochi versi t acciò eh’ ogn’ un s avveggie che non solo sete dell’ armi amator ma di lettere e studi d’ogni buona arte, che ciò seguendo puotro degnamente chiamami vn nuouo mio Licurgo. Restami il pregarla non hauer risguardo alla bassezza della condition mia, ma al diuoto mio cuore » ecc. Nella pag. 8.a si legge un Sonetto del Muzio al D' Oria. Nella 9.a e in due terzi 'circa della I0.a così scrive 1’Autore: Alli Lettori. — Il soggetto dell'opera mia .... è V hauer veduto vna Fonte posta nel cacume d'un monte fabricata a quattrangoli e quattro faccie, e la prima cosa che si scuo-pre è vno grande Epitafio anticamente fatto qual dicea. Con grande arte fu fatta questa fonte e da Tobelle per bocca di Zoroastro, fumo queste imagine e figure scolpite, e dicea quell’ Epitafio quanto in quella fonte si contenea in tal maniera. Nella prima facciata saranno molti valorosi homeni d’ una ^ prole che sara D’ orla, e fiorirano tutti ad vn tempo, che certo puoca invidia porteremo all’ Adultero di Venere. Nella seconda sarano veduti altri ualorosi homeni che sarano ad una medema età. Nella terza sarano molti eccellenti spirti che puoco differenti sarano dal fìgliuol di Saturno. Nella quarta molte bellissime madonne saranli ad vna medema età et ad vn’ istesso tempo, et tutti fiorirano in vna felicissima città (Genova)'... Altro non mi riman cortesi lettori a dar fin, che suplicarvi questo mio puoco frutto (per esser il primo della possession mia) goldiati qual fia e non biasmar la sua accerbità » ecc. Questo Poemetto in ottava rima è diviso in cinque parti. giusta il concetto suespresso dall’ autore medesimo. Dal principio della Facciata Terza (pag. 24) si rileva che questo ( 506 ) lavoro fu composto sotto il dogato di Simone Spinola (1567-69), primo fra i genovesi encomiati in questo canto. Del quale valga per saggio questa stanza, ultima nella pag. 26 : Vn' gran filosofo appo a questo siegue (') Secondo il scritto, et lior suo divin stile Forza il mio carme che ’l pareggi e adegue Ad Apollo, e che ’l facci a lui simile Bialelica con logica esso siegue E mostra il scritto vn Ottavian Gentile Di tutta la Republica consiglio E diffende essa da ciascun bisbiglio. Ultimo è posto : Vn gran scrittor eh’ iiri altro Cicerone Può dirsi..... cioè Matteo Gentile-Senarega, del quale .....è ’l noni1 chiaro Si come è chiaro il sole e lume uero Et è della gran patria Cancellerò. La Facciata Quarta è preceduta da una dedica, in bel carattere rotondo, « All’invittissima ... Ginetta Doria ... degna madre di sì valoroso huomo il quale è maritato in la generosa Donna Zenobia », cioè il principe Giovanni Andrea I; e segue con tali complimenti da confonderne il seicento (che in lui si vede già nato, come ché in fasce sgrammaticate ) per quattro pagine e mezza circa. Sì fatta dedica è datata « dalla Stella li Vili di Agosto del M • D • LXX. » Ed è la Ginetta prima fra le encomiate ; non adulata certamente dal tipografo, che lasciò monchi i primi quattro versi' a lato dell’ elegante capitale I. Occupa questo canto le pag. 36-53, ciascuna di tre stanze, salvo la prima che ne ha due solamente. ( (’) Geronimo Vivaldo. ( 307 ) A pag. 54 « seguitano i sonetti del medemo avtore »; e se ne legge uno per facciata fino alla 74, eccetto la 73 dov’ è un madrigale. A pag. 62 è lodato « Gio. Francesco Petitto doltor di leggi eccellentissimo »; il quale « ove Appennino ha’l corno manco » possedeva un « bel palagio ... che gl’ altri avanza ». A pag. 63 lodasi Agostino Cattano Foglieta G. M., per « miser caso » tolto a Genova da Napoli ; ed a pag. 64 si encomia Paolo Paglino « fisico cugino », al quale l’Autore si lagna di . . . quel gran Tiranno, de eh' il dono E di saete, e per cui abbandono Il lito Sabacco, et altro abbraccio ('). A pag. 66 il Muzio è lodato a sua volta con un sonetto da Baldassaro Vivaldo della Stella; al quale risponde con altro sonetto a pag. 71, standosi contento di "anteporlo a Cino da Pistoia. Quindi a pag. 74 dice « alla Mag.0(1 Città di Savona • : Dunche la tua mesticia, lior abandona Et a Genoesi nostri, tuoi confini Con liumil cuor rivolgi che ne i crini Han la fortuna {Dio mercè) pregiona. Seguono: « Capitolo » in terza rima» (pag. 75-6); « Priego al-T onnipotente Dio » (pag. 77-8); « Priego alla Beata Vergine » (pag. 79) ; « Stanze sopra le Bellezze della signora P. S. », cioè Polissena Sorleona (pag. 82-90), con dedica in prosa a Pagano D’Oria (80-81). Questo elegante volumetto non fu veduto, pare, dal Soprani; il quale ne ricorda il titolo solamente. 11 Muzio è altresì autore di una cronaca di Savona, posseduta (’) Sabazio. ( 508 ) autografa dal eli. cav. Pietro Rocca. È un codice di 78 fogli in bel carattere. L’ opera in forma di dialogo si spartisce in tre giornate o libri; muove dal 4 100 e va fino al 4 312. Seguita il favoloso racconto di Adelasia ed Aleramo, e termina l’opera con alcuni cenni degli uomini illustri di Savona. 4571. La Universitaria ebbe la sorte di acquistare il libro del quale si diè il solo titolo a pag. 269, dove a vece di Mario si legge Marco : . PARIDE, E VIENNA, RIDOTTO IN OTTAVA RIMA DA MARIO TEL V CCIN I SOPRANOMINATO IL BERNIA. ALLI DVE ILLVSTRI, E GENEROSI ESSEMPI DI VIRTV, il Signor Jacopo de’ Negri Gentil’ hvomo Genovese, Et la Signora Lelia Imperiale sua meritissima Consorte. Grande impresa belloniana (tavola IX). IN GENOVA Appresso Antonio Bellone. M . D . LXXI. In 4.°, di pag. 4 19 a 2 colonne ; carattere corsivo. Canti X, con argomenti inquadrati in fregi diversi. La dedica (pag. 3 e 4) reca la data: Di Genova olii 9. dì Febraro. 1571. Mario Bernia. Il quale dice presentare il dono con quello ardentissimo, e sincerissimo affetto d’animo ... con che le ho sempre, da che le conosco, osseruate ..., per segno, e pegno d’una minima particella del mollo, che le debbo ... quantunque più proprio sia il vostro di donar, che d’ accettare qual si voglia presente altrui. .( 509 ) Il feluccini é autore di altri romanzi, scritti (se ho da giudicarne dal presente) sull’ andare ariostesco, con certo possesso di lingua e di verso, impaziente però sempre del freno dell’arte. E poiché la Biografìa, Universale dice non conoscersi alcuna particolarità della vita di lui, importa il rilevare come egli asserisca in questa dedica essere figlio di Jacopo, ed apparisca romano da questi quattro ultimi versi dell' ottava 2.a, a pag. 89, col. \ : Da questo (*) sopra ’l Tebro il genitore, Che mi produsse a gli terreni affanni, Hebbe sempre infinite cortesie, Onde ogn’ hor fien per lui le rime mie. Ed altre cose e nomi specialmente di liguri illustri si leggono nell’ istesso Canto Vili; dal quale reputo non inutile trarne alcuni, schierandoli qui appresso nell’ ordine ivi tenuto. Et hor, che appunto r honorato Duce Giustinian pien di Giustitia regna, A cui San Paulo in man la spada adduce, (pag. 86, col. 1, 8.a ultima); donde si rileva l’epoca in che fu dettato il romanzo, o meglio rifatto sul francese, sotto il dogato cioè di Paolo Giustiniani (6 ottobre 1569 al IO ottobre 1571 ). Nell’ ottava seguente vorrebbe ancor vivo .......il Gran Niccolò Doria .... Vivace essempio a Sinibaldo il figlio . . . '.......giovine giocondo, che ha ......di fermezza ogni scintilla Quindi la candidissima Camilla S’ allegra il cor, d’ogni bel don fecondo ; Camilla dico, a cui V alto Motore Ha dato in sen d’Imperatrice il core. (') Cristofaro Sauli. ( 510 ) Questu à quella Maria nacque figliuola di' oggi è tra i Lomellin perpetuo lume, ecc. Segue Francesco Lomellino : del quale è detto : Se come questo............ Fosser tutti i Rettor, sarebbe il porto In calma ognor del gran furor marino. Coi quali versi V Autore alludeva forse ad alcuna carica di Salvatore del porto e molo, od altra consimile, tenuta allora dal suo elogiato. Similmente vengono lodati altri membri della stessa famiglia, cioè : Giulio, Battista ed Angiolo : Vero Angelo dal del tra noi disceso. Indi si encomia . ... del sopra human Bartolomeo, Pur Lomellino, il candido valore; e si commendano il senno e la bontà di .....quella inuincibil Madalenu Sorella à quel Marchese, onde ne mena Steppa (l) la storia infin al del vicina. Parimente si compartono lodi a Niccoloso fratello di esso Marchese e marito della gentil Maria. Poi V Autore continua rammentando . . . quel bell’ ingegno alto, e sublime, Quel gentil Cavalier, Pavlo Vivaldi, e notandone V eccellenza nelle imprese guerresche. Ecco inoltre : Vn Luigi, un' Andrea Centurioni, Che portan d’ ogni gratta il priuilegio. In mare, e in terra ad ogni impresa buoni. (') Marco figlio di Adamo Centurione, marchese di Stepa in Spagna, ecc. Nè vanno dimenticate Violante consorte di Andrea, e Pellegrina Saivago moglie di Luigi al quale non diede prole. Hor chi d'intatto honor I’ effigie uera In questo mondo contemplar volesse Miri à Giorgio Gentil I’ accorta ciera, A cui (suo merlo) e ’l Re del Ciel concesse Girolamo, stupor d' ogni riuiera, ecc. E miri egualmente .... quell’ innata Nobil alma , e pia Di Galeotto Spinola, che un Regno Premio al suo gentil cor poco saria. Con questo uarca al più sublime segno Franca, a cui statue consacrar douria La nostra Età per la benigna mente, Che la rende sì chiara, e sì lucente. Come Niccolò Serra, e giusto, e saggio, rer ben di questa Età, ueder uorrei Tulli i bei spirti d’ogni gran lignaggio, ecc. E se Maeltina moglie di costui .......è di bontà scettro giocotido, Ei non ha par di fideltade al mondo. Anche Giuseppe D’ Oria è specchio di fedeltà alla sua Pellegrina, la quale più ne gode Che s' havesse il tesor di Crasso, o Mida. Citansi in appresso, quali esempi di virtù, Gian Maria Spinola e la consorte di lui Pellina; . . . quel Giovanni Basadonne, a cui Colossi alzar di eterno lume s’ode; Cristoforo e Giovanni fratelli Sauli ; Nicolò Gentile Gener d! un Duce, e d’un, di’ è stato figlio; e con esso Virginia di lui moglie, concludendo : Di questo io non so già qual più giocondo Matrimonio fidel si trovi al mondo. ( 512 ) Seguono indi i giovani, de’ quali è detto ......che a I’ ardir porr iati paura. E sono di questo novero Agostino e Luzio Raggi: Uuno al seggio Ducal d’Euoli uarca L’ altro al bel marchesato, illustre herede, Veggio indirizzar, de la Palude, il piede. Ecco Odoardo, il nipote « I Del tanto illustre Cardinal Cicala; Giulio Della Rovere, che è nido d'Amore e specchio di grazie; Luca Grimaldi e Andrea Lercaro, i quali han chiari M i pensier, nobili e caldi, perchè Tale è il cor de i Lercari, e de i Grimaldi. ■ Agabito Grillo ha da natura Gratia, senno, valor, modestia, e fede; di che è felice Livia La Sposa sua d’ogni allegrezza herede. Sono per saviezza degni di lode Alessandro Imperiale, Agostino Pinelli e Stefano Gentile figlio a quel Costantino C’ ha per la Spagna sì famoso grido. È inoltre proclamato Tempio d’ogni bontà Quirico Fiesco, Che finger non saprebbe una bugia. Altre lodi si compartono del pari a Vincenzo Gentile, An-toniotto Cattaneo, Ambrogio Saivago ed a ......Marc’ Antonio, il figlio Del salito nel del Niccolò Doria, Pien di valor, di senno, e di consiglio. (513) Succedono Stefano D’Oria Onde il suo genitor, Paulo, per lui Fin ogn' hor contento in tutti i giorni sui-, Lazzaro e Battista fratelli Spinola; Gian Girolamo Ler-caro, Giovanni Centurione, ed altri ancora che si lasciano per brevità; non senza notare come il poeta ricerchi specialmente Quell’ ingegno sottil di quel Matteo, Quel Senarega mio, quel Secretario, Che, mercè sva boutade, il del lo feo Di tanta Signoria fidato Erario. E quindi: Quel Divino Scrittoi' Paulo Foglietta A cui d’ Vrania e di Polinnia il nido È consacrato ; ond’ ei se n’ erge in fretta Per lui del uoslro avventuroso lido L’Idioma fiorir mai sempre aspetta; Sì che ’l nome Cataneo al Mauro, e 'a l’Indo Volando andrà pel suo Parnaso, e Pindo. 1571. Dall’ Argellati (') rileviamo che appunto in quest' anno fu eseguita in Genova la prima edizione dell1 Instruttione del Beato Alessandro Sauli descritta a pag. 142, sopra un esemplare della seconda edizione. Cade quindi ciò che abbiamo ivi accennato sotto il 1576, dovendosi ritenere che TOldoini abbia errato nella indicazione dell’ anno. (’) Biblioth. Scrip. Mediol., T. II, col.-1292. ( 514 ) 1572. Nella R. Universitaria. LA SOFONISB A, TRAGEDIA DI M. GIO. GIORGIO Trissino Impresa belloniana (tavola Vili). DI NVOVO CON SOMMA diligenza corretta , ET RISTAMPATA. IN GENOVA Appresso Antonio Bellone. M D L X X11. In 8.°, di carte 40, carattere corsivo, eccetto la dedica del-T autore « Al Santiss. N. S. Papa Leone Decimo ». 1572. Dal Cicognara (*) : Leon B. Alberti, Concetti amorosi, ne’ quali sotto il nome di Hecatonfìlia si insegna la bella, e ingegnosa arte d’ amore con un dialogo intitolato Deifìra, che ne mostra come si debbe fuggire il mal cominciato amore. Genova, presso Antonio Bellone. (’) Catalogo ragionato dei libri d’ arte e d’antichità posseduti dal Conte Cicognara-, Pisa, presso Niccolò Capurro, 1831; T. I, pag. 141. ( 515 ) 4576. Narra il Serassi (*) che venuto all1 orecchio del Tasso come, il suo poema fosse per darsi alle stampe senza sua saputa in una città d’Italia, si raccomandò al Duca Alfonso « pregandolo a voler interporre i suoi autorevoli offici, affinchè da chi poteva venisse impedita e sospesa l’impressione del suo libro, né tosse pèrmesso ad alcuno di fargli una si rilevante ingiuria con tanto suo danno : nel che Sua Altezza stimò di doverlo compiacere, come fece, con grandissimo impegno, scrivendo molto efficacemente su questo proposito a diversi principi e governatori ». La Repubblica di Genova emanò allora questo decreto riportato eziandio dal suddetto biografo: MCLXXV1 die XI decembris. Illustrissimus et excellentissimus dominus Dux et illustres domini Gubernatores Reipublice Genuensis dignis moti rationibus et negotio ad calculos deliberato ad formam legum, omni meliori modo, quo validius fieri potest, imposuerunt et imponunt nobili Antonio Roccatagliata habenti a Republica privilegium stampe, presenti et intelligenti, quod non permittat tipis excudi opus seu poema versibus octavis in lingua itala descriptum de gestis olim per christianos prò recupei'atione Hierusalem et Terre Sancte, sive sit sub nomine domini Torquati Tassi sive cuiusvis alterius, et hoc sine licentia ipsorum excellentissimi Ducis et illustrium Gubernatorum; nec non et quod si poema vel opus predictum ad ipsum seu ad eius tipografos vel agentes pervenerit, illud retineat retinerique curet ad ordinem ipsorum excellentissimi Ducis et illustrium Gubernatorum, (') Vita di Torquato Tasso-, Firenze <858; T. 1, pag. 330-31. ( 516 ) et hec omnia sub pena eisdem arbitraria; et sic ut sìipra decreverunt , contrariis quibusvis non obstantibus. 1577, 12 Agosto. Si costituisce in quest’ anno una società tipografica fra Marco Antonio Bellone, Antonio Roccatagliata e Luigi Portelli, la quale si propone di stampare sotto il nome del primo e nella* sua officina, dando carico all’ ultimo della sorveglianza, ed al secondo della amministrazione. Crediamo poi che il Leonardo Boli nominato nel documento dovesse aver ufficio di proto. Fra le carte annesse al presente atto v’ ha 1’ orario da osservarsi in tipografia, i prezzi di alcune qualità di caratteri e la copia di due lettere scritte dal Bellone a Guglielmo Molino stampatore di Vercelli ('), dalle quali rilevasi il commercio che passava fra di loro, e lo scambievole accomodarsi di operai, alcuni dei quali, e specie i torcolieri, erano tedeschi. Produciamo poi per intero la nota dei libri esistenti nella tipografia belloniana pur unita'al documento, essendo di non lieve importanza cosi per indicarci il prezzo dei libri, come perchè ci fa conoscere diverse stampe pur uscite da quella officina ed affatto ignote. Dobbiamo la conoscenza di tutti questi documenti al più volte lodato cav. Alizeri, che li trovò nell’Archivio Notarile (2). I. M. Aloisio Portelli, Antonio Roccatagliala et Marco Antonio Belloni fanno una compagnia de stamparia, la quale durerà per nove anni cominciati al primo del presente mese d’agosto. (>) Df. Grecory, Storia Lett. Vercell., T. IV, pag. 258. (') Atti del not. Antonio Cogorno, Filza I. ( 517 ) Il corpo o capitale d'essa per hora è de libre quatro millia octocenlo novanta di Genova, un quarto delle quali, cioè libre mille ducento ventidoe e mezza, spetta al dello M. Aloisio Portelli, et doi quarti, cioè libre doa millia quatrocento quarantacinque, al detto Antonio Roccatagliata, et I' altro, cioè libre mille ducento ventidoe e mezza, al detto Marc’ Antonio Bellone. Gli effetti della compagnia consistono in libri stampati contenuti nell’ inventario estimati in lire mille ducento dodeci, et in atlrasi della stamparia descritti nell’ inventario estimati in libre mille quatrocento venti, et in arnesi per una botega da libraro, estimati in libre cento ottanta, el in libre dueceìito sborsate dal detto Antonio al sudetlo M. Aloisio per far le speise della stamparia, et in tanta carta bianca per libre ducento novanta quattro, cioè nello restante de Marc' Antonio libre sessantatrè, et in mandata dal detto Antonio libre ducento treni una. Li quali tutti effetti detti M. Alosio Portelli et Marc’ Antonio Bellone confessano bavere uppresso di sè et sotto la loro cura ; et di più consistono detti effetti in libre doa millia quatordeci, le quali detto Antonio Roccatagliata ha posto et confessa bavere in se nella cassa della stamparia da governarsi da lui, come di sotto si dirà. Ma perchè le sopradelte some abbracciano non solamenti le participationi, o vero capitale della compagnia, ma importano di più libre quatrocento trenta, si dechiara che le dette lire quatrocento trenta dependono da credito di Marc’ Antonio et si deveno pagare per la compagnia a’ creditori d’esso descritti nella lista ; di modo che il netto capitale della compagnia resta lire quatromillia otto-cento novanta come sopra, et spelta al detto M. Aloisio un quarto, a detto Antonio per doi quarti, et al detto Marc’ An-tonio per I’ altro quarto come sopra si è detto. Si doverà stampare sotto nome di Marc’ Antonio Bellone, et egli doverà impiegare l’ opera et l’industria sua a comodo ( 318 ) della compagnia; et per mercede o salario doveva bavere cinque scudi al mese, oltva la vaia parte del guadagno spettante alla soa participatione come si dirà di sotto. La cura et govevno della stamparia spetterà pvincipalmente al detto M. Aloisio, il quale doverà impiegare V opera et industria sua ad utile della compagnia; et pev sua mevcede o salavio doveva haveve la quinta parte del netto guadagno che si farà, oltva la rata spettante alla sua participatione. La cassa et il libro della detta compagnia doveva essev tenuto dal detto Antonio Roccatagliata, et doveva Iva la compagnia fav fede ; et la fvancheggia che il detto Antonio ha pev conto del pvivilegio della stampa andevà pev detto tempo ad utile della compagnia. Marc’ Antonio doverà accomodare alla compagnia le matrici c’ ha, delle quali sarà richiesto, et doverà bavere il solito premio, o vecognitione dalla detta compagnia. Tutte le spese si favanno per il vivere di M. Aloisio'et di M. Leonardo Boli che si adopera per servicio della stamparia, et delli lavovanti et operarii d’ essa, et parimente tutte le altre spese per la stamparia, si faranno per mezzo o per ordine del detto M. Aloisio; et similmente tutti li danari che s’ imborseranno per conto della stamparia perverranno in detto M. Aloisio-, et li libri eh’alla giovnata si venderanno per esso, o di suo ordine, il quale ogni settimana doverà notare le spese di libri usciti o dati fuora, li denari vecevuti, li libri entrati nel magazeno, la carta ricevuta et la stampata, et dav conto al detto Antonio, et dav anco li danari, o il resto delli danari settimana pev settimana, a ciò che detto Antonio puossi de tutto tenev conto et scrittura ; il quale Antonio doverà delli danari, che si tvovevà in cassa della stampa, pagare pev conto d’ essa stampa lutto quello che le savà scritto con polizza dal detto M. Aloisio senz’ altra cautella. ( 819 ) ■ Mentre che le participationi staranno come sopra, tutto il guadagno, dedutto prima quanto si è di sopra detto, spetterà per doe quarte parti al dello Antonio, per una quarta parte al detto M. Aloisio, et per I' altra quarta parte al detto Marc’ Antonio. Ciascuno d’ essi Aloisio, Antonio el Mare’ Antonio puotrà in ogni tempo mettere nella compagnia quelli danari che vorrà; et di ciò che li metterà doverà esser fatto creditore a conto di participatione, et dall’ hora in poi bavera il guadagno alla rata della somma che li metterà ; dechiarando eh’ in tal caso la quinta parte assignata come sopra a M. Aloisio non crescili altrimenti, se non tanto quanto il detto Antonio dechia-rassi. Chi piglierà danari ne doverà alla giornata esser fatto debitore, et in capo d’ ogni anno si revideramo I’ effetti della compagnia, et si calculerà il guadagno; et ripartita a ciascuno la sua parte, del tutto si metterà a conio de partecipatone, et da l’ora in poi ciascuno parteciperà del guadagno la rata della partecipatione. Con la prima bona occasione si aprirà una botega da libraro per la compagnia, V utile della quale spetterà ad essa compagnia. M D L XX VII die lunae XII augusti in vesperis, in camera superiori residenliae dicti Marci Antonii sitae in contrala Putei curii Ortorum sancti Andreae. Nobilis Antonius Roccatagliata Hieronimi, Aloisius Portellus patavinus et Marcus Antonius BeUonus qm. Christo fori, sponte etc. et omni meliori modo etc. mutuis stipulationibus etc. confessi fuerunt et confitentur ad invicem et vicissim praesentibus etc. devenisse ad societatem stamparne de qua in suprascriptis capitulis; sub modis formis et aliis in eis contentis, et pariter Att. Soc. Lio. St. Patria, Voi. XI, fase. III. 33 ( 520 ) exposuisse et habere respeetive in omnibus et per omnia pro ut in dictis capitulis et conventionibus lectis ad claram intelli-gentiam ipsorum in praesentia testium in fras criptorum et pro ut in eis promisserunt et promittunt respeetive, omni exceptione et contradictione remotis. Renuntiantes etc. Praesentibus Dominico Cassana qm. Avancini et Johanne Deferrariis Hiero-nimi de Levanto vocatis et rogatis. II. Sumario così in confuso fatto circa i libri che habbiamo a vendere a minuto et non ligati. Dottrina christiana de fogli 8 in 12.° sol. 3 l’ una. Li gallatei di fogli 8 in 12.° sol. 3 l’ uno. Vitte de Santa Monica di fogli 4 J/2 in 8.° sol. 2 I’ una. Vissioni del Trivixiano de fogli 5 in 4.° sol. 2 l’ uno. Trattati de’ Cambij del Fabiano de fogli 13 in 4.° sol. 4. 6. I’ uno. Dialoghi de’ Cambij de fogli 7 in 4.° a sol. 3 1’ uno. Leggi de San Georgio de fogli 45 in fogio a sol. 28 l’una. Soffonisbe de fogli 5 in 8.° a sol. 2 l’una. Inprese del Trivigiani de fogli 17 in 4.° a sol. 8 l’una. Fonte di nobiltà de fogli 6 7-2 soldi 2. 6. l’una. Legge nove di Genua con le additioni de fogli 26 in fogio a sol. 30 1’ una. Compendij di historie di Antonio D’ Oria de fogli 18 in 4.° a sol. 8 V uno. Salire de l’Ariosto de fogli 3 lf2 in 12.° a sol. 1. 6. l’una. Arcadie del Sanazaro fogli . . in 12.° a sol...... Scelte de rime de fogli 13 in 12.° a sol. 4 l’una. Scelte d’ orationi de fogli 12 in 12-° sol. 4 I’ una. Concetti amorosi de VAlberti de fogli 4 in 12.° a sol. 2 l’uno. ( 521 ) Officii di San Gio. Battista de fogli 2 in 12.° a sol. 1 l’uno. Vendimiatore ilei Tansillo de fogli 2 in 12.° a sol. 1 l’uno. Discorsi del Capellone de fogli 29 in 4 fi a sol. 26 l’uno. Offitij della Madonna de fogli 13 */2 rosso et nero a sol. S I’ uno. \ Offitij di Compagnia de Casazie de fogli. . in 12.° a sol.... Battismali de fogli .. in 4-.° a sol. . . Disputerii in 8.° di fogli . . a sol. . . . Epistole de Cicerone de fogli 40 f/2 in 8.° a sol. 10 l’uno. Salustij in 8.° de fogli 18 a sol. 6 l’mo. Terentij in 8.° de fogli . . a sol...... Ovidij in 4.° de fogli 15 a sol. 37 l’ uno. Himni in 16fi un foglio a sol. S il quinterno. I Sette Salmi in 24.° in negro a sol. 8 il quinterno. Sallerij rossi e negri in 8.° a sol. 8 il quinterno. » » » » 4.o » 7 » Regole de Pillade in 8.° a sol. 4.6. » » della Croce » » 4.6. » » di Guerrino » »4.6. » Li Donati in 8.° e 4.° »4.6. » Parte et articoli in » »4.6. » Le historie et orationi diverse in 4fi et 8.° a sol. 4. 6. il quinterno. Le tavole da putti rosso e negro a sol. 8 il quintino. Li evangeli di S. Gio. Battista rossi a sol. 6 il quinterno. Fra i libri enunciati nel Sommario testé prodotto, notiamo in ispecial modo gli Offitij di Compagnia de Casazie, dei quali è da ritenere che questa fosse per avventura la prima edizione. L’Acinelli, solerte ed appassionato investigatore delle memorie delle nostre Confraternite, ne rammenta un’altra alquanto posteriore , laddove toccando delle Casaccie più antiche, dice ( 522 ) ch’erano in numero di diciannove, « come si ricava da antico Libro dell’Abbazia di San Siro .... Il simile appare in antico LTfficio con le vetuste Cantilene, o siano inni, che si cantavano antiquitus dai disciplinanti, stampato in Turino nel 1580 a spese di Antonio Bianco , composto e promosso da Antonio e Genesio fratelli Semini e da Stefano Camogli priori della Gasaccia di Santo Stefano » (*). 1578. Presso il socio cav. Belgrano : C. CRISPI SALLVSTII. DE L. SERGII CATILINAE coniuratione, et Bello Iugurtino historiae , cum reliquis Orationibus, quas index sequentis paginae docebit. HIS A CCESSER VN T DOCTAE simul ac breues adnotationes • Praeterea Flosculorum Sallustianorum de rerum notatu dignarum Indices duo. Piccola impresa belloniana (tavola X) ; e sotto : GENVAE Apud Marcum Antonium Bellonum. m • d • LXXVIII. In 8.°, di carte numerate 139; carattere corsivo. A carte 2 recto si riferisce : Ex Libris Petri Criniti de Histo- (') Acinelli, Liguria Sacra; Ms. della Civico-Beriana; T. Ili, pag .96 ( 523 ) ricis, ac Oratoribus Latinis, Galluslij cita; ed a tergo della carta 4: Alia Sallustii vita, incerto authore. Succede tosto il Proemio e la Congiura di Catilina , che va sino a tutto il verso della carta 28; indi la Guerra Giugurtina sino alla carta 75, nel tergo della quale ha principio: C. Crispi Sallustii in M. T. Ciceronem, Invectiva. Al che si aggiungono: M. T. Ciceronis in Crispum Sallustium Récriminatio (car. 77 recto), nonché le quattro orazioni dello stesso Tullio contra Catilinam da carte 81 recto fino a due terzi del verso della 107; dove nelle ultime righe si legge : Portii Latronis Declamatio contra L. Sergium Catilinam, che seguita fino a car. 121 tergo. Si aggiungano eziandio : 1.° Oratio Lepidi Cons. ad. Pop. Rom. ex libris Historiarum C. Crispi Sallustij; 2.° Oratio Philippi in Senatu (car. 1 23 verso) ; 3.° Oratio C. Cottae Consulis ad Populum (car. 125 verso); 4.° Oratio Marci Tri. Pl. ad Plebem (car. -126 verso); 5.° Epistola Cn. Pompeii ad Senatum, (car. 128 recto) ; 6.° altra intitojata: Rex Mithridates Regi Arsaci S. (car. 129 recto); 7.° ed 8.° Due orazioni ad C. Caesarem de Republica ordinanda (car. 130 verso e 134 recto). Cinque altre carte non numerate, ed impresse in carattere tondo, contengono : Flosculorum , hisce Sallustij operibus comprehensorum Index. Vuoisi per ultimo avvertire che la data del 1578, la quale si legge in fronte al volume devesi intendere per quella della sua pubblicazione, mentre il medesimo si trovava completamente stampato già nell’ anno precedente. Noi lo abbiamo infatti veduto registrato nel Sumario poc’ anzi prodotto ; e la sua descrizione in 8.° de fogli 18 corrisponde appunto alle segnature che vi si incontrano da A sino a S. ( 524 ) 1579. Dal documento che qui riferiamo, mercé la cortese comunicazione fattacene dal cav. Alizeri, rileviamo che in Genova erasi costituita una società per sopperire alla spesa necessaria, a fin che monsignor Oberto Foglietta dettasse la storia genovese, ed il fratello Paolo provvedesse alla pubblicazione. Accenneremo qui che più documenti, e intorno ai due Foglietta e alla storia cosi latina come tradotta, furono pubblicali dal socio Achille Neri nel Giornale Ligustico (1). A nome di Dio Amen. Conciosia che il m.co Paolo Foglietta, nobile genovese, /labbia concordato el convenuto con molti pur gentil’ huomini genovesi, d’operare che mons. Oberlo Foglietta suo fratello scriva V historia delle cose fatte da genovesi cominciando dalle più antiche memorie, che si trovano delli liguri e della città di Genova , et all’ incontro essi habbino promesso . o siano per promettere al detto m.co Paolo quelle somme di denari che saranno descritte in una poliza, la quale sottoscriveranno, et li quali denari si deveranno pagare per la terza parte di presente , e per uri altra terza parte finita che sarà la mettà dell’ opera, e V ultimo terzo perfetta che fia 1’ historia, con quella cura e dilligenza che si conviene, concedendo di tutto questo V arbitrio a mons.01' Bev.mo Francesco Spinola et al-I’ Ill.mo Sig. Luca Grillo, al giudicio de’ quali si debbia stare tanto se l’ historia sarà fatta con la dovuta e conveniente cura e dilligenza, quanto se sarà finita la mettà, e conciosia che le sudette parti habbiano ancora convenuto che se per caso (') Anno 1876, pag. 472. e segg. f ( m ) di morte o di qual si vogli altro accidente l’ opera non si continuasse al perfetto fine a giudicio delli medesimi di sopra nominati, et il detto m.cn Paolo si fosse già imborsato della seconda paga, resti obbligato a restituir la della seconda paga ma non la prima, e perciò si debba obligare per instrumento publico con le clausule necessarie sì come apieno consterà per la poliza ; et volendo hora il détto m.co Paolo osservare per parte sua quanto ha convenuto, in virtù del presente publico instrumento di sua propria volontà, e non costretto, nè sedutto, ma liberamente, ed in quello miglior modo e forma che di ragione possi valere, ha promesso e promette a tutti quelli che sottoscriveranno la poliza e pagheranno come sopra, et a ciascuno di loro benché assenti, interrogando et accettando per essi me notaro infrascritto, di restituire e pagare a loro et a ciascheduno di loro respeltivamente, lutto quello che si fusse imborsato a conto della sopradetta seconda paga, in caso che V opera non fussi conduta al fine a giudicio come sopra ; e questo rimossa ogni contraditione et eccetione, alle quali tutte renuntia, e parimente a qual si vogli legge o beneficio di cui si potessi servire o valere contra V osservanza del presente obligo; anzi promette espressamente, e cosi giura sopra i Santi Evangeli a me notaro interrogante et accettante come sopra, d’ osservare compiutamente quanto ha promesso, e non con-travenire in modo alcuno ancora che di ragione potesse; e questo sotto pena del doppio di quello che non fussi osservato o in che si contrafacessi, restando però valida la promessa non ostante il pagamento della pena; e perciò obliga et hippoteca lì suoi beni presenti e futuri, e richiede a me notaro che ne facci lo presente atto publico, che fu fatto in Genova, nel Palazzo Ducale, nella sala inanti alla Cancelleria, l'anno della Natività di N. S. Jesu Christo M D L XXVIIII, cor tendo la sesta inditione secondo il corso di Genova, il giorno mercore ( 526 ) VII II di Settembre a mezzo giorno in circa, in presenza del m.co Antonio Roccatagliata dimeser Gierolamo, et di Gieronimo Caffarena di Battista cittadini di Genova chiamati, etc. Testato per me Gabrielo Pelo. Nella Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia ( e per gentile comunicazione del socio cav. Gerolamo Rossi): Trattato delli buboni e carboni pestilenti con le loro cause e segni e curationi composti per M. Luchino Boerio medico chirurgico ad ìnstanza delli molto Mag. e Prestantis. Sig. Conservatori della Sanità della Serenis. Repub. di Genova. In Genova M . D . LXXIX. In 8.° piccolo, di pag. 53. 1579. 1579. Nella Riblioteca Civico-Beriana : DE’ FINARESI Discorso à Dìffesa de’ Finaresi, nel quale si narrano le cause et il successo delle sol-leuationi loro, INSIEME CON VN SOMMARIO delle Tirannie del Marchese loro, et con tutte quelle proue e fedi che alle cose narrate sono necessarie. Presentato Alla Maiestà dell’Imper. RODOLFO • Il • Augustissimo, et Clementissimo. Anno Dni M.D.LXX1X. In 8.°, di carte numerate 164. Non vi è nome di stampatore, nè luogo d'impressione; ma i caratteri ed i fregi cel dicono uscito dalla officina Belloniana. A tergo del frontispizio è un sonetto in lode dell’ Imperatore Rodolfo. L’ edizione è in buona carta, e molto curata cosi dal lato della nitidezza come della correzione. Il libro è divenuto rarissimo essendo state ritirate le copie dagli aderenti della famiglia Del Carretto. Còsi si legge in una nota apposta ad un esemplare manoscritto di questa operetta, comunicatoci dal eh. Bibliotecario di questa R. Universitaria, comm. Emanuele Celesia; in cui pure è detto che nella copia donde fu tratto quel manoscritto « si trovano al piede del frontispizio queste parole, che indicano che era stato stampato a Genova, cioè : Mf Giacomo Carbone libraro sotto la casa del sig. Gio. Pietro Lomellino. Vi si leggono pure queste altre: Questo libro fu fatto e composto di consiglio e dettame del dottore Angeleri del luogo di Nove », Di costui parla lo stesso Celesia ne1 suoi eruditi Cenni storici sul Finale ligustico (pag. 48). 1579. Dal Nuoro Giornale Ligustico (*) riferiamo: Oratio pro Moderatorum Genuensis Reip. electione coram Senatu habita calend. julij. Genuae, 1579. In 4.° Ne ha copia l’Ambrosiana, secondo che attesta il sig. Tosi nel Nuovo Ricoglitore di Milano, quaderno del giugno 1831. ( 528 ) 1582. \ediamo in un esemplare completo dei Discorsi Historici universali di Cosimo Bartoli (citati a pag. 153 sopra un esemplare monco ) che la dedicatoria a Giulio Pallavicino è sotto-scritta : Scipione Metelli da Castelnuovo di Lunigiana. Dopo l’indice, nel tergo dell’ultima carta del terno, segnato * é un sonetto di Cristoforo Zabata allo stesso Pallavicino, della cui domestichezza e famigliarità si pregia V affezionatissimo servitore Metelli. 1583. Troviamo nell’Argelati (*): Ovidio de’ Rimedj d’ amore. In Genova 1585. In 4.°, senza nome di stampatore. Il traduttore è Angelo Ingegneri. 1583. Presso il socio cav. prof. Giuseppe Cazzino, pei- gentile sua comunicazione : DEMETRII CANEVARII GENVENSIS DE rerum naturalium ortu, atque interitu COMMENTARIYM AD OCTAVIANVM FRATREM Genuae M.D.LXXXI1I. (’) liibliol. Volgariz., T. III, pag. Ilii. ( 829 ) In 4.°, carattere rotondo, di pag. 39, olire il frontispizio e I ultima facciata bianca; iniziali a disegno. La carta, di una fattura diversa dalle consuete genovesi, reca la marca del Sole. Dubito che possa essere carta e stampa spagnuola d-' epoca posteriore. Il Giustiniani (*) reca il titolo di detta opera senza più, sulla fede di Ottaviano Canevari; ed il titolo pure, senza nota veruna di stampa , reca 1’ Oldoini. Ora, ricordando che Demetrio nacque il 9 marzo 1559. ne consegue che egli avrebbe licenziato per le stampe questo opuscolo scientifico di soli 24 anni. Verso il 1577 studiava lettere umane nel Seminario di Roma; e dimorò poi 40 anni alla Corte pontificia. 11 Canevari nel suo testamento (codicill. § 145) ordinava si stampassero due sue opere, che furono difatti pubblicate il 1626, « acciò in memoria mia restino queste mie poche fatiche » : e di queste appunto fa anche parie il detto trattato. 1584. Nella R. Universitaria : DICHIARATONE DI NEGOCIO PRINCIPALISSIMO DIRETTO A’ SIGNORI, ET GENTILHYOM1NI GENOVESI, ET A OVALVNQVE FILTRO lo vorrà intendere, fino a quel segno, che qui dentro si mostra. CON PRIVILEGIO. (’) Scrittori Liguri, pag. 179. ( 530 ) Stemma della Repubblica con corona retta da due gemetti, come alla Tavola XIV. I In Genoua con licenza de’ Superiori. /584. Foglio in 4.° piccolo, senza numerazione di pagine; carattere rotondo, eccetto I' intestazione in corsivo, che merita d’esser qui riprodotta : In vn priuilegio concesso da diuersi Prencipi, et vltimamente dalla Serenissima Republica di Genoua , a fauore di Giacinto Barrozzi detto il Vigno la in materia di vna nuoua difesa, si sparte l’inuentione in quattro capi, l’vltimo de’quali, c minore dell’ altri, è il poter difendere ciascuna casa priuata da qual si uoglia grande incursione de Turchi, o altri nimici con poca spesa nell’ applicarlo , nel trattarlo , et con pochissimo numero di difensori; come da quel che segue meglio si potrà intendere. \ 585, 2 Luglio. A proposito dell Storia di Gerolamo Conestaggio, di cui si discorre a pag. 174, produciamo il documento seguente. 'Lusitanam historiam nuper a magnifico llieronymo de Fran-chis-Conestagio editam typisque Genuae excussam interdictum esto omnibus et quibuscumque in presenti civitate et Beipublicae dominio praeter lypographum ducalem alibi impressam vendere durantibus annis decem proxime venturis, sub poena amissionis historiae impressae et scutorum centum auri in auro pro singula vice, apheata por tertia parte Camerae Reipublicae, pro alia dicto ducali typographo et pro reliqua accusatori. Ita decretum per Serenissima Collegia cui calculos, instante magnifico llieronymo Roccatagliata; et mandatum Magistratibus ad quos spectat ut instrumenti privilegium observari faciant et pro ut in eo continetur ('). C) Arcli. Regio. Manuale Senato, 1585. Troviamo nei Manuali del Senato (*) la notizia seguente : Impressori qui excussit proclama noviter publicatum conira Nicolaum Salvaigum deliberutae librae quattuor pro eius mercede didi proclamatis, per Serenissima Collegia ad calculos. Questo Nicolò Saivago ci é ritratto dal Casoni, come capo di una comitiva di banditi ; e perciò il proclama del quale è cenno nel documento su riferito devesi intendere che fosse una grida promettente una ricompensa a chi lo avesse consegnato vivo o morto in potere della giustizia. Però il Saivago non diede sì presto nelle reti, da che V annalista testé citato racconta come a’ 15 agosto 1585 piombasse colla sua squadra improvvisamente in Albaro. catturando alquanti nobili « principali per le ricchezze ». Alla notizia dell’ audace impresa, viemaggiormente si commossero i cittadini ; e la Signoria emanò provvedimenti consentanei alla gravità del caso. Nicolò riusciva per altro a rifugiarsi in Milano assieme ad Aurelio Cattaneo ; ma consegnati indi a non molto da quel Governatore e tradotti a Genova, furono quivi decapitati. Osserva nondimeno il Casoni « che il principio del bando del Saivago era proceduto da leggiera cagione e piuttosto da persecuzione dei suoi malevoli, che da propria malignità » (2). 1585. La R. Università potè acquistare il libro solamente accennato a pag. 270, del quale si danno perciò le seguenti più precise indicazioni. (’) Arch. Regio. Manuale cit. (') Annali della Rep. di Genova, T. IV, pag. 447. r _ DELLA MORTE DELL’ ILL“° S. CARDINALE S. PRASSEDE, Arcivescono di Milano. LETTERA DEL T. D. CARLO BASCAPE chierico regolare di S. Paolo, decollato; AL REVERENDISSIMO MONSIGNOR SEGA, VESCOVO DI PIACENZA. Piccolo fregio in legno, colle imagini di Giobbe ed Elia; e sotto: Stampata in Genova , MDLXXXV. Con licenza de’ superiori. In 8.° piccolo, di carte 8 non numerate; il tergo dell1 ultima bianca. Carattere corsivo minuto, assai nitido e bello. 1585. Si legge nel Giustiniani (*) che, secondo scrive il Possevino, Francesco Adorno, della Compagnia di Gesù, curò (studio) in (') Scrittori Liguri, pag. 66, col. 2. ( 533 ) Milano I' edizione della seconda parte delle Omelie per le domeniche e tutte le feste principali dell’annodi Angelo Castiglione, Bealo Carolo Cardinali Borromaeo procurante. 1586. Dal già lodato Sig. Rye, ed esistente nel Museo Britannico : Genesi! Malfanti Genuensis De humana felicitate Dialogus Ad perillustrem atque ornatissimum virum Nicolaum Pallavicinum. Genuae, De licentia Superiorum, 1586. In 4.°, di sette carte. I58G. Ecco il frontispizio, che non potè darsi a pag. 187: CENTO CASI DI COSCIENZA RACCOLTI DAL R. P. F. SERAFINO RAZZI Dell' Ordine de’ Predicatori, DELLA PROVINCIA ROMANA; E FATTI VOLGARI A. COMMODO DEI MENO SCIENZIATI Pa- rocchiani, e Curatori d'anime. RISTAMPATI CON AGGIYNTA d’ ALCVNI CASI de’ CAMBII, ET D VN Trattato de’ Censi Con licenza de’ Superiori ( 554 ) Piccola impresa Bartoliana (tavola XIX). IN GENOVA appresso Gerolamo Bartoli M . D . LXXXVI. In 18.°, di pag. numerate 423; più altre molte in principio non numerate, dove è la dedica sottoscritta da Pietro Bartoli, in corsivo grosso, e la Tavola. 1587. Ecco l’intero titolo e la descrizione del libro, solo annun-ciato a pag. 199. ANDREI BRACCHI CIVIS GENVENSIS MEDICI, Pro eh Elione ASCANII COLVMNEI CARDINALIS AMPLISSIMI. ORATIO Ad Mag. et Integerrimum virum IO. ^ANT ONIVM OLI VAM Patritium Genuensem. Impresa Bartoliana (tav. XVI). GEN VA E, A pud Hieronimum Bartolum, ij8y. ( 535 ) In 4.° piccolo, di carte G non numerate, carattere corsivo, con fregio in fronte della carta seconda ». Nel tergo del frontispizio cinque distici P. Laurenti Blanci in Mag. Jo. Antonium Olivam. Nel dritto della sesta carta sotto un fiore: Genuae, Superiorum permissu, 1387. 4 587. Il fu sig. Giuseppe Castelli ci comunicò la seguente descrizione: ✓ Meditationi sopra i Misteri della Passione et Ressuret tione di Christo N. S. Con le Figure et Profetie del Vecchio Te stamento, et con i Documenti che da ciascun passo dell’Evangelio si cavano Raccolte da diversi Santi Padri et da altri divoti Autori per il Padre Vincenzo Bruno, Sacerdote della Gompa gnia di Giesù. Impresa Bartoliana (tavola XXI). In Genova 1587 Appresso Girolamo Eartoli. In 18.°, di pag. 617; carattere tondo. 11 tipografo nella dedica alla signora Porzia Vaccari-Rivarola la dice una ristampa. Dopo il Proemio e tre sonetti del P. Angelo Grillo, sta una silografia dell’Annunciazione. I Gioliti che avevano edito questo libro Fanno innanzi in Atti Soc. Lig. St. Patria , Voi. IX, fase. IH. 34 ( 53(5 ) Venezia, con privilegio eziandio del Governo genovese, mossero lite al Bartoli per la stampa da lui fatta (*). 1588, 7 Gennaio. Troviamo pubblicato in quest’anno un editto dal Vicario Arci-vescovile, col quale si proibisce il giuoco o contratto che volgarmente si chiama il redoglio, ovvero scomessa sopra le gravide, già tanto introdotto et frequentato, che ormai è passato in forma di' negotio, onde si vedono seguire desperationi et morti di diverse persone et ruine di povere famiglie. Da ciò ben si pare come anche nel secolo XVI fossevi un giuoco, che arieggiava quello del Lotto o Seminario venuto di poi, con tutte le sue funeste conseguenze. Nell’ editto è detto che il Senato eziandio avea bandita sì fatta proibizione. È un foglio volante senza note tipografiche, ma coi caratteri bartoliani (2). '1588. La R. Universitaria acquistò di recente l’Orazione, già da me registrata a pag. 207, della quale posso perciò aggiungere la descrizione : ORATIONE DELLA LIBERTÀ, FATTA AL SEREN. SENATO DI GENOA Da Frate Innocentio Ghisi dell’ Ordine de’ Predicatori Il compito Academico Inuaghito. (') Ardi. cit. Senato, Filza 1.* del 1588. (J) Ardi. cit. Jurisdictio nalivm et Ecclesiasticorum, Fil. Ia. . : .. R» ' ' :• ..i K,.rt?>u 4' ■in#”'**- per « >?i !*a ìò bèii - : cd, che arie^^va * con tuli-' L '--li ‘ liito - me m; -• >• ■ ,VI\I TAVOLA XXV NVOVO STEMMA DELLA SERENISS. REPVBBLICA DI GENOVA ( 538 ) Impresa Bar.toliana (tavola XV). IN GENOVA Appresso Girolamo Bartoli, 1588. In loglio, di pagine numerate 691, più le. tavole e 3 di dedica « al Serenissimo Sig.lu il Sig. David Vacca Duce della Republica Genovese ». La dedica è fatta dal traduttore, e data di Varazze a’ dì 20 Gennaio 4 588. 4 588, 24 Settembre. Dall’atto seguente, additatoci dal eli. Alizeri, rileviamo il nome di un nuovo stampatore, sebbene non si conosca alcuna edizione uscita dai suoi torchi. In nomine Domini amen. Dominicus Geminianus Bertelli domini Josephi filius maior, modonensis etc., se obligavit vigore presentis instrumenti domino Virgilio Johannisprandi fìlio qm. domini Benedicti, piacentino, presenti et acceptanti, se intra dies viginti quinque proxime venturos intaliare et consignare bene intaliatos et bene fabricatos duos alfabetos, armam Sue Beati-tudinis et tres fricios, quartum, octavum et duodecimum, et quattuor mascaletas etc. Et versa vice dominus Virgilius promittit ea laboreria de quibus supra recipere, seu recipi facere pro eo, per dominum Johan-nem Togninum Griconuin qm. alterius Johannis, stampatorem in hac urbe Genue, et ei solvere seu solvi facere per dictum Johanncm promercede scutos tresdecim de libris quattuor monete Genue singulo scuto ; infra solutionem cuius mercedis dictus dominus Geminianus et pro ara fatetur habuisse a dicto Virgilio presente etc. libras duodecim monete etc. Actum Genue etc. Millesimo quingentesimo octuagesimo octavo . . . die vero sabati vigesima quarta septembris etc. ( 539 ) Millesimo el indictione suprascriptis, die vero lune XXIIII octobris etc. Supradictus dominus Johannes Togninus etc. fatetur habuisse el recepisse a dicto domino Geminiano Bertelli presente dicta omnia et singula laboreria in sua dicto nomine satisfactione; et versa vice dictus Geminianus fatetur habuisse et recepisse a dicto Johanne dicto nomine presente libras quadraginta Genue in pecunia numerata, pro complemento eorum pretii etc. ('). 1589. Già citata a pag. 214, ed ora acquistata dalla R. Univer-s i tari a : LA VERONICA, O DEL SONETTO DIALOGO DI DON VINCENZO TORALTO D’ ARAGONA. INTE%LOCUTO%I ( Partenopeo, | Genovino. Impresa Bartoliana (tavola XVI). IN GENOVA, Appresso Girolamo Bartoli. 1589. (') Arch. Notarile. Atti del not. Giulio Roviairone, Fogliazzo H, num. 20S. ( 540 ) In 4.° piccolo, di pag. 84, più 2 non numerate, con Errori e Correttione. Carattere tondo nel frontispizio e nel resto del libro, tranne la dedica ad Alberico Cybo-Malaspina, Principe di Massa ecc. (pag. 4-5), ed i versi riportati nel Dialogo, i quali sono in corsivo. Bella edizione. 1590. 11 Moreni, nelle Glorie della Casa Medici (pag. 4 65), reca il seguente libro del P. D. Angelo. Grillo Abate Cassinese. Rime per le nozze del Serenissimo Granduca, e Granduchessa di Toscana ; con 1’ aggionta degli archi fatti nel regal’ apparato della sua venuta. In Genova 1590. In 12.°, molto raro. 1590, 3 Marzo. 7 \ Nell’ Archivio di Stato (*). EDITTO GENERALE PER IL SANTO VFFITIO DI GENOVA. Foglio volante senza note tipografiche, ma con caratteri corsivi bartoliani. È in materia di eresie e libri proibiti. (’) Jvridisct. et Ecclesiast. cit. ( 541 ) 1590. Nel più volte citato Catalogo Belloro troviamo sotto quest'anno: Tre lezioni di Jacopo Mancini Poliziano sopra alcuni versi di Dante intorno alle macchie della luna. Genova , Geronimo Bartoli. In 4.° 1590. Il Fetis (*) nota la stampa seguente di Maratto Tosone, compositore genovese: Il primo libro di Madrigali a quattro voci. Genova appresso Girolamo Bartoli. In 4.° 1591. Nella R. Universitaria: ALCVNE LEZZI ONI DI IACOPO MANCINI POLIZIANO, cHJell’ «Accademia degli ^Ag girati, DETTO IL CONFVSO. ALLA MOLTO ILL. SIG. VITTORIA Pinella Spinola, Signora della Rocca forte, e di Ronco. (’) Biogr. univ. des Musìciens; seconda ediz., T. Vili, p. 245 ( 542 ) Piccola impresa Bartoliana (tavola XXI). IN GENOVA, Con licenza de’ Superiori, ijyi. In 8.° piccolo, di pag. 118; carattere corsivo. L’elenco Belloro ha il 1590; nel quale anno pare si stampassero le sole tre lezioni sul Petrarca. La dedica, di due pagine in carattere tondo', reca la data « di Genova dì primo d’ ottobre » ; e dice la Dedicataria « ragguardevolissima in ogni parte del corpo, e dell’ anima ». Le lezioni sono : tre intorno al sonetto del Petrarca Quest'a-nima gentil che. si disparte (pag. 5-70), ed una quarta sopra alcuni dubbi in Poesia, intorno a due versi di Merlin Cocai, Poeta Mantovano (pag. 77-1 18). Questa inoltre è preceduta da un avviso dello stampatore a’ lettori (pag. 71-2), da un madrigale di Gio. Ambrogio Spinola (pag. 73), da un sonetto di Gio. Battista Spinola (pag. 74), da un altro « del Solingo Accademico Addormentato » (pag. 75) e da un epigramma di Domenico An-saldi Cebà (pag. 76). ( 545 ) . '1592. Nella R. Universitaria : J PREDICHE DI MONSIGNOR R.M0 P ANIGAROL A VESCOVO D’ASTI. FATTE DA LV1 SPEZZATAMENTE e fuor de’ tempi quadragesimali, In varii luoghi, et a varie occasioni più Illustri. CON TRE TAVOLE, Una delle Prediche, l’altra delle cose notabili, che in esse si contengano, La terza dei luoghi della scrittura esposti. Al Molto lll,m0 e Reuer. Sig. mio osseruandiss. il Sig. dio- Battista Doria , del fù Sig. Pier Francesco. Impresa Bartoliana (tavola XVI). In Genova, Per gli Heredi di Girolamo Bartoli, Con licenza de SS. Superiori, l’Anno, M. D. XCII. In 4.°, di pagine numerate 412; carattere corsivo. La dedica di 2 pagine è sottoscritta da Pietro Bartoli. Segue altra pagina non numerata intitolata: A ROMA FRATE FRANCESCO P ANIGAROL A VESCOVO D’ASTI. Succedono due lunghe tavole (A-D). Nel dritto dell’ ultima carta è il registro. ( SU ) 1593. Dal Fetis (*) : Il primo libro dei motteti a cinque voci di Maratto Tosone. Genova appresso Girolamo Bartoli. In 4.° '1593. Nella R. Universitaria: ALCESTE, TRAGEDIA DI GIVLIO SALINERO, Detto l’Abbandonato fra gli Accademici Accesi. In fine: Per gli heredi di Girolamo Bartoli. 1593. IN GENOVA Con licenza de’ Superiori 1595. Il titolo trovasi entro una bella decorazione in legno, nella quale campeggia 1’ impresa Bartoliana, delle dimensioni all1 incirca di quella recata alla tavola XVI. In 4.°, di pagine numerate 85; l’ultima bianca. Bel carattere corsivo, tranne a pag. 3, ov’ è la dedica al sig. Lelio Pavese ; al quale scrive V autore da Savona il 13 marzo dell’anno stesso, (’) Op. cit. ( m ) che « ne gli accidenti d’ Alceste, descrisse parte delle sue pene »; ed a pag. 4, ov’ è 1’ Argomento. ■1594. Dal citato Catalogo Belloro: Stimolo del peccatore cavato dalle Considerazioni dei beneficii, con la giunta di varii Dialoghi spirituali del P. Bernardino Zanoni. Genova 1594. G. Pavoni. In 4.° 4595. Nell’elenco medesimo: Pietosi affetti di D. Angelo Grillo, monaco Cassi-nese. Genova per gli eredi di Girolamo Bartoli. In 8.° 1595. Di un editore savonese in Roma è memoria nella seguente opera. Parnassus Poeticus Nicolao Nomeseio Gharmensi -Lotliearingio auctore. — Pars prima — 'Romae ex ty-pographia Gulielmi Facciotti pro Petro Lanza. In 8.°, di pagine numerate 617. / 4596. Pars secunda — Romae, apud Petrum Ant. Lanzam Savonen. Di pagine numerate 494. con dedica del Lanza Gabrieli Berrettae. \ ( 546 ) i 599. Nella R. Universitaria: RIME DI CESARE MORANDO. Impresa Pavoniana (tavola XX). IN GENOVA Appresso Giuseppe Pauoni. MDXCIX. Con licenza, de’ Superiori. In 4.° piccolo, di pagine numerate 43; più 2 di dedica al sig. Francesco Marini del sig. Geronimo, sottoscritta dall’autore in Genova alli 25 di settembre dello stesso anno '1599. Carattere corsivo, e grandi iniziali a disegno. Vi sono anche trattati patrii subbietti, come : sonetto per Andrea Doria; canzone sopra 1’imagine di N. Signora, miniata da G. B. Castello ; altra nella professione di suor Maria Giovanna Conestaggia; altra in morte di Luca Cambiaso pittore eccellentissimo ; sonetto sopra l’Istoria di Genova di mons. Oberto Foglietta. 1599. La seguente è registrata dal Paitoni (*): Alceste, Tragedia di Euripide, tradotta dal Mag. Hieronimo Giustiniano (2) nella morte della moglie. In Genova, appresso Giuseppe Pavoni, 1599.- Con licenza de’ Superiori. In 8.° (’) Voi. II, pag. 56. (’) È forse quello ricordalo dall’Oldoini nell 'Ateneo, pag. 261. ( 547 ) Non vi precede che l’argomento in undici versi. Era nella Zeniana. 1599. Nella R. Universitaria : PLANCTVS S. BERNARDI. IN MEDITATIONE PASSIONIS. DOMINI NOSTRI IESV CRISTI. Vignetta in legno della Crocifissione. GENVAE, MDXGIX. Apud Joseplium Pauonem. De licentia superiorum. Carattere romano, frontispizio inquadrato da fregi. In 12.°, di pag. 22, più 2 altre non numerate; nella prima delle quali S. Bernardo col Diavolo ginocchioni e una catena al collo ; nell’ altra la Madonna cogli Apostoli nel Cenacolo. ( 548 ) 1599. Il dubbio già posto a pag. 256 viene risolto dal libro stesso esistente nella R. Universitaria e prima non avvertito : LE MANIERE DE’VERSI TOSCANI DEL SIG. GABRIELLO CHIABRERA. Impresa Pavoniana (tavola XXII). IN GENOVA Appresso Giovanni Pavoni : MDXCIX I Con licenza de’ Superiori. In 24.°, di pagine 42, con fregi e iniziali a disegno; carattere corsivo. 1600. Il Giustiniani (*) nota: La fascia, Canzone del Sig. Gasparo Mnrtola per lo nascimento della Signora Anna Maria Mortola, Genova, Giuseppe Pavoni 1600. In 4.° (’) Scrittori Liguripag. 26G, ( 549 ) AGGIUNTE Era già molto inoltrata la stampa di questo nuovo Supplemento, quando il mio lodato collega Neri mi trasmetteva la seguente descrizione di quattro stampe, i cui esemplari si custodiscono nella Biblioteca Comunale di Sarzana. 4558. \ TRATTATO DELLA COM-MVNIONE. Del Reuerendo Bonfignore Cacciaguerra. Nouamente riftampato con più coje giunte dall' isteffo authore. Sotto havvi una piccola silografia, che rappresenta l’elevazione dell’ Ostia, e quindi la data: IN GENOVA 1558. Al retto della carta 189, sotto al Registro è scritto: IN GENOVA APPRESSO ANTONIO BELLONE M. D. LVUI. In 8.° piccolo, di carte numerate 190; oltre il frontispizio. Dalla approvazione ecclesiastica, che leggesi a tergo dell’ ul- ( 550 ) tima caria, si rileva clic questa edizione fu eseguita sopra altra fatta a Roma. 1578. CONTEXTVS V N I V E R S AE GRAMMATICES DESPAVTERIANAE PRIMAE PARTIS Syntaxeos, Artis verfificatoriie, & Figurarum: cum fuorum commentariorum epitome, quàm fieri potuit breuifsime concinnata, TE% IO T E L L IS S O 'IsLE M CONDRIENSEM. cNjmc etiam vulgari Italico f emone multis in locis explicata, & aucta. Impresa piccola del Belloni (tavola X); e sotto: \ G E N V AE. Apud Marcum Antonium Bellonum M. D. LXXVIII. In 8.°, di carte 127 numerate, e l'ultima bianca. La numerazione corre regolare fino alla 120; le ultime 7 per errore tipografico sono numerate dal 9 al '15. ( 5S1 ) Unita insieme a questa operetta trovasi quasi sempre la seguente : RVDIMENTA PRIMA LATINAE GRAMMATICES. IO. PELLISSONE CON-DRIENSI AVCTORE. M O D V S EXjLMl'XLA'&DoiE Confiruàionis in oratione per ettndem. Impresa piccola come sopra, e quindi: v G E N V AE Apud Marcum Antonium Bellonum. M. D. l x x v 111. In 8.°, di carte 76. ( 552 ) 4 598. ✓ STEPHANI PLAZONIS SECVNDA EDITIO DONATI. EA CVRA NVNC RECENS emendati, erroribusq; omnib. expurgati, vt caftigatior, illuftriorq; numqjiam in lucem prodierit. Vuà com Iraftatu de generibus nominum, et de formatione praeteritorum, et fupinorum ad cognitionem Grammatices perneceffario. Piccola impresa del Pavoni (tavola XXII). G E N V AE, Apud Iofephum Pauonem. MDXCVIII. In 8.°, rii pagine 248. X 3ST DICE DELLF. MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO 4 v Staglieno, Appunti e Documenti sui primordi dell’arte della Stampa in Genova...........l’QQ- 323 Giuliani, Secondo Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI........... Il fascicolo IV ed ultimo di questo volume sarà pubblicato nel prossimo 1878. ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME IX. - FASCICOLO IV. GENOVA TIPOGRAFIA DEL IL L DF.’ SORDO-MITI V.DCCCLXX VI! I ( 553 ) '1538. Eil ecco ancora un’aggiunta, la quale ci è comunicata dal collega cav. Belgrano. Nella Civico-Beriana : LEGES ROTAE GENVENSIS NVPER REFORMATAE E sotto il Vexillum Genuae, come nella Tavola V. Sono in tutto otto pagine non numerate, formato di foglio. A tergo del frontispizio Ieggesi il decreto datato MDXXX\ 1 lidie ultima Decembris, con cui il Doge, i Governatori ed i Procuratori della Repubblica approvano le dette Leggi e ne stabiliscono 1’ osservanza. Il resto della pagina è occupato dalla silo-grafia di san Giorgio, che può vedersi nella Tavola VI. Non vi è nota di tipografo; ma 1‘ identità dei caratteri usati in altre stampe d’Antonio Belloni è chiara prova che l’edizione usci dalla sua officina. Atti Soc. Lia. St. Patriì, Vol. IX, fase, IV I PROSPETTO DELLE EDIZIONI LIGURI INDICE ALFABETICO PROSPETTO DELLE EDIZIONI LIGURI A TUTTO IL SECOLO XVI * DI CUI SI FA PAROLA PER LA PRIMA VOLTA IN QUESTO SUPPLEMENTO DISTRIBUITE SECONDO L ORDINE DELLE MATERIE GRAMMATICA E LETTERATURA. AMENITÀ | 1. 1541. Doni, Dialoghi........ Genova Pag. 498 2. 1556. Aesopus constructus etc..... Ivi )» 500 3. 1570. Mutio, Fonte di nobiltà..... Ivi V 504 4. 1572. Trissino, La Sofonisba..... Ivi » 514 5. 1572. Alberti, Concetti amorosi .... Ivi » ivi 5. 1578. Sallustius, De L. Sergii Catilinae coniuratione etc....... Ivi » 522 7. 1578. Pellissonus, Contextus univ. Gramm. Ivi » 550 8. 1578. Id. Rudimenta prima Lat. G ramm.......... Ivi » 551 9. 1583. Ovidio, Rimedij d’amore . . . . Ivi 5> 528 10. 1590. Grillo , Rime per le nozze del Gran- duca di Toscana...... Ivi » 540 11. 1590. Poliziano, Tre lezioni sopra alcuni versi di Dante....... Ivi V 541 12. 1590. Maratto Tosone, Primo Libro di Madrigali......... Ivi » ivi 13. 1591. Poliziano, Alcune Lezzioni .... Ivi » ivi Oonova Pag. 544 ( 558 ) 14. 1593. Maratto Tosone, Primo Libro dei motteti........ 15. 1593. Salinero, Alceste...... 16. 1595. Grillo, Pietosi affetti..... 17. 1598. Plazonus, Secunda editio Donati 18. 1599. Morando , Rime....... 19. 1599. Euripide. Alceste trad. da Hieronirno Giustiniano........ 20. 1599. Chiabrera, Le maniere de’ versi to- scani .......... 21. 1000. Murtula, La fascia....... SCIENZE FILOSOFICHE ED ASTRONOMICHE Ivi » ivi Ivi a 545 Ivi » 552 Ivi » 546 Ivi » ivi Ivi » 548 Ivi » ivi 1. 1534. Mappamundus seu carta navigandi 2. 1536. Plutarco, Della curiosità .... 3. 1586. Malfante, De humana felicitate . Genova Pag. 490 Ivi » 493 Ivi » 533 ASCETICA 1. 1523. De bene vivendi........Savona Pag. 483 2. 1558. Cacciaguerra. Della communione . . Genova » 549 3. 1571. Sacchi, Instruttione etc............Ivi . » 513 4. 1587. Bruno , Meditazioni sopra i Misteri della Passione etc..............Ivi » 535 5. Panigarola. Prediche................Ivi » 543 6. 1594. Zanoni, Stimolo del peccatore ... Ivi » 545 7. 1599. Planctus S. Bernardi............Ivi » 547 STORIA IN GENERE 1. 1538. Opera nova ... degli fatti del perfido Turcho etc..........Genova Pag. 496 2. 1548. Dichiaratione di negocio principalis- simo etc........... Ivi •» 529 STORIA LIGUSTICA. DIRITTO PATRIO 1. 1538. Leges Rotae Genuensis......Genova Pag. 553 2. 1544. Criminalium juriura civitatis Genuensis. Ivi » 499 3. 1553. Giust;niano, Oratione ... nella conse- gnatione del Stendardo ali’ Illu- striss... Andrea D’ Oria .... Ivi » 500 4. 1579. Diffesa de’ Finaresi....... Ivi » 526 5. 1579. Oratio pro Moderatorum Genuensis Reip. electione....... Ivi » 527 6. 1585. Proclama contro Nicolò Sal vago . . Ivi » 531 7. 1588. Editto del Vicario Arcivescovile con- tro il giuoco del Redoglio ... Ivi » 536 8. 1590. Editto Generale per il Santo Uffitio di Genova.......... Ivi » 540 SCIENZE NATURALI E MEDICHE 1. 1579. Boerio, Trattato delli buboni . . . Genova Pag. 526 2. 1583. Canevari, De rerum naturalium ortu. Ivi » 528 RIASSUNTO Grammatica e Letteratura. Amenità.......Ediz N.° 21 Scienze filosofiche ed astronomiche........Id. » 3 Ascetica..................................Id. * 7 Storia in genere............. . Id. » 2 Storia Ligustica. Diritto Patrio..................Id. » 8 Scienze naturali e mediche....................Id. * 2 Totale . . lla tradizione che affermava come i preziosi resti di Cristoforo Colombo esistessero nella Cattedrale di San Domingo, non mi fu data dal signor Bobadilla direttamente. Questo rispettabile signore era morto nella città di Porto Principe (llaì'ti), prima che si parlasse di questo fatto. Mi fu comunicata invece da suo genero, l’avv. Don Carlos Nouel; il quale me ne fece partecipe nell’epoca in cui furono scoperte le ceneri di Don Luigi Colombo. Il signor Nouel fu il primo che scopri e lesse le iscrizioni della cassa di esso Don Luigi. L’articolo del Corriere dice pure che io ho ordinato insieme con monsignor Cocchia le pratiche che recavano a cosi felice scoprimento, qual' é quello delle vere ceneri di Colombo, lo non poteva dare questi ordini. Ho bensì pregato il canonico Billini di far le indagini che condussero alla scoperta; ma il mio intervento non è una ragione sufficiente, perchè si attribuisca a me tutto il merito. Questo devesi in primo luogo a monsignor Cocchia; secondariamente al canonico Billini ». '*) Colon en quisqueya, pag. 73. ( 601 ) V. Non avrete già dimenticate, o Signori, le misure della cassa rinvenuta il 10 settembre 1877. Lo scheletro conservato nella sua integrità non vi poteva capire; ed alla sua decomposizione non potevano essere bastati trentaquattro anni circa, quanti ne corsero dalla morte di Colombo al suo trasferimento in San Domingo. Si osserverà che il Las Casas, nel passo da noi citato, apre quasi la via alla supposizione contraria, perchè dopo aver detto llevaron el cuerpo, ripiglia ò los huesos. Ma volendo sottilizzare, troveremmo che anche il Protocolo de las Cuevas parlava di ossa fino dal \ 506 — fueron sus huésos translados en este monasterio — (‘); e poi notando il trasporto a San Domingo, diceva senz’altro che se entregaron los cadaveres. Dunque le espressioni di Las Casas non provano nulla. Di certo, come pensano il Tejera e l’Harrisse, molta luce potrebbe recare intorno a questa circostanza la pubblicazione dell’atto di traslazione da Siviglia a San Domingo, e la istituzione di accurate ricerche nell’ Archivio dei Duchi di Yeraguas discendenti per linea femminile dall’ immortale Scopritore. Ma quell’atto è in potere dell’Accademia Storica di Madrid, e facilmente si capisce che per ora non verrà stampato. Nè pel momento verranno imprese le indagini archivistiche, od almeno non se ne divulgheranno i risultati, in omaggio al vecchio ditterio per cui nessuno è tenuto a produrre documenti contro sé stesso (2). (’) Rev. Crit., pag. 16. (5) Ottimamente rileva monsignor Cocchia (Lett. 9 aprile cit.), che l’Accademia Madrilena era in grado di avere tutti i documenti riguardanti le esumazioni ed i vari trasporti delle ceneri di Colombo, per pubblicarli a grande servigio della Storia. E giustamente anche si duole che non l’abbia fatto, preferendo a cotesta pubblicazione, quella di alcune appassionate dissertazioni de’suoi onorevoli ac-Atti Soc. Lio. St. Patria, Vol. IX, fase. 38 À ( 602 ) Quando la Gazzetta Ufficiale di San Domingo, 1’ II settembre p.p., diede l’annunzio della scoperta'eh’era stata fatta nel giorno avanti, i diarii spagnuoli si limitarono a pubblicare una specie di comunicato « destiné, dice 1’ Harrisse, à rassurer les populations et dementant naturellement l’assertion des feuilles dominicaines » (*). E questo è di prammatica: i comunicati si leggono, ma non si discutono; che cosa diverrebbero mai se si discutessero ? Chi poi dicesse che i dominicani potrebbero da canto loro dar opera a consimili ricerche e pubblicazioni, mostrerebbe d’igno-i are che all’ epoca del terribile sbarco eseguito dagli inglesi sotto gli ordini di Drake nel 1586. gli archivi della Cattedrale di San Domingo furono incendiati, scampando alla distruzione appena un registro il quale però comincia soltanto dal '1569. Anche tutti gli altri archivi civili ed ecclesiastici dell’isola furono trasportati nel 1801 all’Avana, dove tuttora esistono; ma dove parimente non potranno essere consultati a vantaggio delle presenti disquisizioni (2). Oltre a ciò, quella piccola cassa non ci par fatta per le esigenze e le guarentigie di un lungo viaggio, né per la solennità e T importanza onde si dovette circondare il trasferimento delle ceneri di Colombo. Perciò crediamo che sia stata costrutta posteriormente nella città medesima di San Domingo all’ evenienza di qualche ricognizione. cademici. Tra le quali’una ve n’ ha del sig. Jacopo de la Pezuela, dove si afferma que las Autoridades espanolas en la exhumacion de 1795 reconocieron sobre la tapa y costado del atavd las mismas letras y signos designados en el acta de 1536 (correggi 1537). Ma questa è una petizione di principio, nè più nè meno. Fuori dunque cotesto atto; se no il Cocchia avrà sempre ragione di chiedere: Y de donde sacha todo esto el senor Pezuela? E continuerà a diffidare gli spagnuoli a far ciò da cui essi rifuggono: presentar los documentos, averiguar! (’) Rev. Crit., pag. 14. (’) Tejera, Op. cit., pag. 38, M. ( 603 ) • Si noti che nè il Cocchia né il Tejera dissentono menomamente dallo ammettere, che in epoche diverse siensi istituite alcune verifiche del prezioso deposito (*); ciò che eziandio consuona coll’affermazione del più volte rammentato canonico-decano, il quale scriveva che appunto una verificazione delle casse giacenti sotto il presbitéro ayea avuto luogo pochi anni prima del 1783. Si potrebbe forse supporre avvenuto il tramutamento delle ossa da una cassa all’ altra nella seconda metà del secolo XVI, se risultasse conforme al vero la circostanza enunciata dall’ Barrisse, il quale rimanda alla Storia del Charlevoix (*), che cioè la primitiva Cattedrale di San Domingo crollò interamente pel famoso terremoto del 1564. Di che il dotto americano deduce un rilievo, che potrebbe essere semenza di molte dubitazioni, scrivendo cosi: « Fut-elle reconstruite (la Cattedrale) suile mème emplacement et sur les mèmes plans? On l’ignore. Ent tout cas, cette reconstruction implique un remaniement gé-néral des tombes et des caveaux; et si, comme il faut le sup-poser, il y avait dans le premier édifice un caveau spécial pour Colomb et sa famille, avec des pierres tombales ou des inscri-ptions, tout port à croire qu’il n’en fut pas ainsi dans la nou-velle construction » (3). Se non che l’illustre critico è qui caduto in un errore di fatto: Charlevoix racconta che il disastro avvenne a Conception de la Vega, e che fu appunto la Cattedrale di questa città’quella che rimase abbattuta in conseguenza del terremoto. — Dunque il maggior tempio di San Domingo è sempre quello che rimase compiuto nel 1540. Determinato ab extrmeco che la cassa oggidì scoperta non può essere quella dentro cui le Generi vennero da Siviglia, tor- (’) Cocchia, Lett. cit.; Tejera, pag. 33. (’) CnARLEVoix, Histoire de Vile Espagnole, ed. 1730; tom. I, pag. 430. (3) Reo. Crii., pag. 20. nano anche in nostro favore le argomentazioni ab intrinseco, facendoci cosi trovare d1 accordo col medesimo Harrisse, laddove considera che il nome d’ America nel secolo XVI era sommamente raro in Ispagna, e che ad ogni modo la famiglia di Colombo non lo avrebbe mai preferito all1 appellazione officiale di las Yndias, iscrivendolo sulla bara di lui e consacrando perciò sopra gli avanzi mortali dello sfortunato Scopritore la più flagrante delle ingiustizie (*). Dopo quel tempo invece, il nome d"America entrò nell1 uso comune ; e la piccola e rozza cassa potè benissimo recare impressa per mano di pietosi, ma non di congiunti, la iscrizione D(escubridor) oe la A(mericaj, senza il menomo sospetto di uno sfregio alla memoria del gran Genovese, nel punto medesimo in cui mostravasi di volerla onorare. I caratteri di questa leggenda, che diremo neo-gotici, come quelli delle altre in corsivo (se i disegni che ne abbiamo li riproducono fedelmente), non ci forniscono criteri i del tutto sicuri per istabilire la loro età. La forma non ripugna al secolo XVII; e perciò il deposito, nelle condizioni in cui ora si trova, può essere stato costituito a seguito -degli accertamenti che, con molta probabilità, ebbero luogo al tempo del sinodo celebrato nel 1683 (2). (’) Rev. Crit., pag. 22-23. (*) Ho_ meco in questa opinione il cav. Andrea Gloria, illustre maestro nelle discipline paleografiche in Padova, il sig. Cesare Paoli dotto professore di paleografia presso l’Archivio di Stato in Firenze, e l’eruditissimo can. Isidoro Carini che tiene Io stesso ufficio nell’Archivio di Palermo. Il cav. Gloria mi scriveva cosi: « Le iscrizioni non appartengono, a dir vero, ai secoli abbracciati dalla scienza che io professo. Nondimeno, per corrispondere all’invito fattomi da Lei, asserisco che le predette iscrizioni non mi sembrano più antiche del secolo decimosettimo ». E il prof. Paoli, a proposito delle du§ laminetto: « Ho fatto qualche riscontro sopra i facsimili della Escuela Paleographica del Merino; ma il solo resultato al quale mi pare di essere venuto con qualche cortezza, ó un resultato negativo; cho cioè, questa scrittura non è più antica del secolo XVII; forse potrebbe attribuirsi alla seconda metà di quel secolo ». Similmente il can. Carini ( 605 ) Le condizioni particolari del suolo, il clima e l’abbondanza degli insetti che appellano termites, assolutamente esiziali ad ogni specie di lunga conservazione, avranno contribuito a infracidare la cassa primitiva, costrutta forse di legni preziosi e rivestita d’egregie stoffe, a decomporre lo scheletro, a mandarne in polvere la miglior parte. Raccolte le ossa, le ceneri e la terra cui dovettero trovarsi frammiste, furono religiosamente composte nell1 umetta di piombo, dentro alla quale venne pure allogata la piccola lastra che il Cocchia ci descrive: una vicja chapa de piata corno de do§ à tres pulgadas, con dos aguje-ritos, correspondientes d otros en la caja y à los dos tornii los, précedentemente encontrados (*). Nella quale piastrella si legge, da una parte: U.a P.tc de los R.tos del pmo AL.te Cristoval Colon Des ; e dall’ altra U. Cristoval Colon. Cioè, almeno come a me sembra: Una parte dei resti del primo Almirante Cristo-foro Colombo scopritore— Urna (di) Cristoforo Colombo (2). L’ atto verbale del IO settembre rileva ancora che nella cassa se encontrò una baia de plomo del peso de una onza poco mas o menos (3). E il Cocchia nota così : « En la costa de Veraguas se ab rio su herida, Cantù. t. X, biogr. XIX. Se refiere a està la baia » (l)? Ma l’illustre autore della Storia Universale non produce altra autorità, da quella in fuori di un moderno storico, il conte Roselly de Lorgues; il quale confondendo il Colombo d’Italia col francese Coullon (5), e facendolo navigare nel Le- ammette che i caratteri della iscrizione Illustre y Esclarecido Varon etc., « sono del seicento ed anche della seconda metà ». (*) Vedi la tavola III. (s) Lett. cit. (5) Il Tejera (pag. 33) la dice del peso di 20 a 30 grammi. (4) Colon en quisqueija, pag. 69. (s) Vedasi il dotto libro dell’ IIarrisse, Les Colombo de France et d’Italie (Parigi 1874), nonché l’interessante rassegna fattane dal eh. Desimoni nel Giornale Ligustico, anno 1874, pag. 164-180. vante « a que” dì pieno zeppo di pirati dell’Arcipelago, di corsari maomettani e di ladroni barbareschi », soggiunge che appunto « in uno di quegli oscuri ed arrischiati combattimenti che la storia dimenticò o ignorò Cristoforo ricevette una ferita, la cui cicatrice, dimenticata per lungo tempo, si riaperse verso gli estremi di sua vita, e la mise anco in pericolo » (*)• Ma se la storia dimenticò o ignorò il fatto, per qual via lo ha egli risaputo a quattrocent’ anni di distanza il nobile conte ? E poi a che cosa tenderebbe mai tutto questo armeggiamento? Niente altro, fuorché a spiegare una frase scritta da Cristoforo nella sua lettera del 7 luglio \ 503 ai Re Cattolici : olii me se refrescó del mal la Uaga (2) 1 (') Roselly de Lorgues, Cristoforo Colombo, Storia della sua vita ecc., volgarizzata per cura del conte Tullio Dandolo; Milano 1857; voi. 1, pag. 57. (3) Eppure il già citato articolo del Corriere, volendo provare sino all’ evidenza l’autenticità delle ossa di Colombo, non ha trovato migliore argomenlo di questa palla. È vero che, secondo l’articolo, dalle indagini fatte colla scorta delle storie più accreditale, si può accertare che quella palla si trovava nel corpo del grande ammiraglio; ma è vero del pari che tutte codeste storie si riducono alla Storia del Roselly. Del resto si direbbe che anche 1’ estensore dell’ articolo sentisse ei medesimo mancargli il terreno, dal momento che allegando il passo da noi integralmente riferito, ha creduto prudente il sostituire due discretissimi eccetera alle frasi più compromettenti e pericolose. Egli cita infatti cosi: « In uno di quegli oscuri ed arrischiati combattimenti, eccetera.... Cristoforo ricevette una ferita eccetera ». Or ora ci capita la Gaceta de Santo Domingo del 18 giugno 1878, con una nuova lettera di monsignor Cocchia, il quale si batte contro il sig. Gasp autore do! recente opuscolo intitolato: Una baia islorica. Monsignore ha ragioni da vendere, quando al dubbio sollevato dal Gasp (e prima ancora di costui dal Tejera, a pag. 33), se cioè fino dal secolo XV usavano proiettili del peso di quello trovato nella cassa di Colombo, risponde affermativamente, e correda la sua asserzione di ottimi documenti. Molti altri se ne potrebbero aggiungere dedotti dalle opere del maggiore Angelucci, indefesso illustratore della storia delle artiglierie, h specialmente da quella che ha titolo: Gli schioppettieri milanesi nel XV secolo. Invece quando monsignore insiste sulla ferita di Colombo, siamo sempre da capo: Tutte le autorità principiano e finiscono col conte Roselly. ( 607 ) Però T Barrisse ha dimostrato che la ferita onde si volle gratificare Colombo è apocrifa (!); ed io mi permetto di aggiun- A proposito, ci è pure capitato di questi giorni (novembre), e quando il primo foglio della nostra Relazione era di già stampata, un recentissimo lavoro dell’ Harrisse, intitolato: Los restos de Don Cristoval Colon, Disquisicion por el Autor de la Biblioteca Americana Vetustissima, Sevilla, 1878. L’illustre americano sostiene anch’egli, con molto corredo di argomentazioni, che el peso de esa baia . . . casi no es admisible tratandose de un proyectil que se quiere liacer provenir del siglo XV (pag. 29). E poco dopo soggiunge : Hemos medido, y liecho medir con gran cuidado las armas de fuego guardadas en muchos museos y coleciones particulares, que avtoridades competentes en la materia declaran ser de fabricacion anterior del XVI. Ninguna hemos podido encontiw cìiyo calibre bayase de 0.m, 019 miUmetros ó 0.™,020 entre los arcabuces, y O.m, 022 para las culebrinas de mano; lo que supone una baia de un peso muy superior d « una onza poco mds ó menos » (pag. 31). Un documento del 1448, che dobbiamo alla cortesia del lodato cav. Angelucci, varrà per altro ad assicurare il dottissimo critico, che quando anche non si conservasse più alcun esemplare di schioppetti inferiori al calibro accennato, non per questo si deve concludere che non esistettero mai. Il documento fa parte degli inventari del castello grande di Pavia, e registra: Cantoria odo de piombio fece venire messer Antonio Guiddabono da Zenova.... Itera balotine da scopeti uno cantaro, sono in numero 4500 (Archivio di Stato in Milano. Quad. Capitanerie, Contestabeierie ecc, fol. 62). Il piombo fatto venire da Genova dovea ragguagliarsi al cantaro genovese, pari a chilogrammi 47,649. Perciò le otto cantara avrebbero dato: 4500 x 8 = 36000 balotine: e ciascuna balotina sarebbe stata del peso di grammi 10.3, cioè nè manco una mezz’oncia. Inoltre lo stesso Harrisse come corollario alle sue premesse, e con quel rigore di critica stringente onde è maestro ammirabile, così prosegue: Por otra parte, durante todo el siglo XV111 y la primera mitad del XIX, el calibre del mosquete ordinario y luego del fusil de municion no pasaba de 0.m, 017 milimetros, es decir, que el arma de fuego mas comm calzaba una baia precisamente del peso de la que se ha encontrado dentro de la caja en question. Fundamento eneo a traria un crìtico meticuloso ij nimio para plantear el siguiente problema : — Dada la necesidad de presentar en nuestros dias una baia esférica de plcmo , para suponer que procede de un ama antigua de guerra, y no temendo d mano mas que los elementos ordinarios, se pregmta: cual sei'la el peso de la baia producida ? Ochenta y neuve artilleros entre dento contestarian : < una onza, poco mds ó menos » (pag. cit.). Dunque, secondo l’illustre avvocato di New-York, la palla potrebbe anche ( 608 ) gere che ponderando attentamente la lettera, ne esce semplice-mente un senso metaforico, per denotare P uomo che trovavasi ripiombato in gravi travagli morali, allora appunto in cui credeva d essersene liberato. Ecco in sostanza che cosa narrava Colombo : Quando yo hube andado quince leguas forzosamente, me reposó atì as el viento y corriente con furia : volviendo yo al puerlo de essere stata chiusa recentemente nella cassa, allo scopo di circondare sempre più con parvenze d autenticità la scoperta, da chi si sarebbejfidato alle parole del Roselly, o del Cantù che le ha riprodotte semplicemente, senza consultare i documenti in fonte o ponderar bene 1’attendibilità della notizia. Davvero l’accusa è grave, ma il provarla è compito degli accusatori. Noi ci limiteremo ad avvertire, che il verbale del 10 settembre 1877 constata semplicemente il fatto del ritrovamento del proiettile, senza dargli alcuna importanza; e che monsignor Cocchia si arrischia a proporne appena dubitativamente, con una semplice frase interrogativa, la spiegazione. Se si trattasse di una simulaziono architettata con fini preconcetti, di certo i suoi autori avrebbero subito squadernata una quantità d argomenti, acconci almeno a confondere (non dico a persuadere) gli oppositori. D altra parte so l’Harrisse concede, che il calibro di questa disgraziatissima palla risponde al diametro più comune delle canne da moschetto lungo tutto il secolo XVIII; a nostra volta noi abbiamo sostenuto che il deposito delle ossa di Colombo, nella cassa in cui vennero trovate , non può rimontare oltre lo scorcio del XVII. Eccoci cosi, rispetto all’epoca, avvicinati di molto. Il proiettile, perduto (chi sa per quale cagione) ne’ sotterranei della cattedrale dominicana, sarà stato raccolto assieme al gettito e posto inavvertentemente nella bara; forse anche lo avranno recato con sé, pel bisogno di qualche saldatura, coloro stessi che la costrussero. Ancora una domanda. Il pezzo di piombo di cui tanto si ragiona, e che minaccia di diventare famoso, è poi veramente una palla di moschetto? il Tejera mostra di dubitarne (op. cit., pag. 35); ma noi non possiamo dirne di più, perchè bisognerebbe averlo esaminato. Del resto, all’ infuori di quanto ne abbiamo fin qui ragionato, la lettura della Disquisicion non ci consiglia alcuna modificazione sostanziale nel presente rapporto. Soltanto ci fa un obbligo di avvertire che il canonico al quale si attribuisce la sottrazione degli avanzi di Cristoforo Colombo nel 1795, non sarebbe, come ne esprimemmo il sospetto, il corrispondente del Saint Mery, rna un corto ■limenez o Jimeno (Disquisicion, pag. 16). (’) lìev. Crii., pag. 21. \ donde luihta salido falle eri el camino al Retrete, adonde me retruje con harto peligro y enojo etc. ; y cuando crei de haber aca-bado, me falle de comienzo : alli mudò de sentencia de volver d las minas , y hacer algo hasta que me viniese el tiempo para mi viage y marcar ; y llegado con emiro leguas revino la tormenta, y me fatigò tanto à tanto que ya no sabia de mi parte. Alli me se re fresco del mal la llaga: nueve dias anduve per-dido sin esperanza de vida: ojos nunca vieron la mar tan alta, fea y hecha espuma ('). Concludiamo. — Allo stato presente delle cognizioni, vere ossa di Cristoforo Colombo si hanno da ritenere quelle scoperte nella Cattedrale di San Domingo il 10 settembre 1877, non le altre state trasferite all’Avana nel dicembre 1795. Nessuno sforzo di mente e d’ingegno è necessario, per convincersi della realtà dei fatti come vengono raccontati. Non ci fu dolo da parte dei dominicani ; nè gli spagnuoli furono scientemente le vittime d’alcuna sorpresa: pigliarono un equivoco, ecco tutto. Non riesco di ostacolo il nome d’America iscritto sulla bara; non fa d’uopo immaginare alcuna ferita. Siete voi di questo parere, o Signori? 11 vostro giudizio è destinato ad avere un gran peso; e qualora sia favorevole, gioverà di conforto a quell’egregio nostro concittadino, il quale onorevolmente rappresentando in San Domingo l’Italia, ha prese cotanto a cuore le sorti serbate ai mortali avanzi dell’ incomparabile Genovese. (’) Navarrete, Coleccion, l. 301. TAVOLE t PRESBITERI DELLA CATTEDRALE DI SAN DOMINGO TAVOLA I SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA I. A. Ubicazione originaria deir altare. B. Ingresso alla Sacristia. C. Sepoltura di Cristoforo Colombo. D. Parete divisoria, dello spessore di centim. 15, fra V anzidetta sepoltura e la seguente. E. Sepoltura (vuota) di Diego Colombo. F. Sepoltura di Luigi Colombo. G. Sepoltura di Giovanni Sanchez Ramirez. H. I. Sepolcri di persone ignote. K. Ingresso al Capitolo. L. Porta antica, oggidì murata. M. Posto odierno dell’ altare. N. Tribuna attuale dell’Epistola. 0. Tribuna attuale deir Evangelio. iscrizion, grafite SuluCASSA d) colombo TAVOLA III ISCRIZIONI TROVATE DENTRO LA CASSA . . , ESTRATTO DI VERBALE DELL’ADUNANZA tenuta dall'assemblea della societì IL 21 LUGLIO 187/ La seduta è aperta ad un’ora dopo mezzodì, dal Presidente comm. Antonio Crocco. Assistono alla tornata i signori cav. Luigi Cambiaso console d’Italia a San Domingo, e Giambattista Cambiaso console della Repubblica Dominicana in Genova. • ...... • 11 Segretario Generale cav. Luigi Tommaso Belgrano legge una Relazione sulla recente scoperta delle ossa di Cristoforo Colombo in San Domingo, e sui documenti presentati dal cav. Luigi Cambiaso. Riassume anzitutto i fatti come vennero esposti dal mentovato cav. Cambiaso, testimone di veduta, nella tornata tenutasi dalla Sezione di Storia il IO maggio p. p., col corredo degli atti verbali della esumazione seguita il 10 settembre 1877 e della ricognizione avvenuta il 2 gennaio dell'anno corrente. Accenna quindi agli scritti che furono pubblicati su 1’ importante argomento, in ispecie a quelli di monsignor Rocco Coc- '( 616 ) cliia, d Enrico Harrisse e d’ Emiliano Tejera; descrive le condizioni della Cattedrale di San Domingo, in cui avvenne I insigne scoperta, e i tre presbitèri che ebbe quel tempio dall epoca della sua iondazione fino al presente. Dimostra che i Colombo, e soltanto i Colombo, furono sepolti nel presbitero originario, il quale durò nello stato primitivo fino al 1/83; e poi chiarisce che furono soli ad esservi tumulati Cristoforo lo scopritore, suo figlio Diego, e Luigi figlio a quest ultimo. Serbandosi perciò tuttora intatti i depositi del primo e dell ultimo , ne consegue che quello trasferito dagli spaglinoli all Avana nel 1 /95, nel desiderio di portar seco gli avanzi dello Inventore del Nuovo Mondo, deve essere il cadavere ili Diego. Ricerca come mai sia potuto accadere l’equivoco, senza che faccia mestieri incolpare alcuno di sottrazioni premeditate o di mala fede; ed osserva che lo stesso verbale di quel trasferimento mostra di per sé come gli spagnuoli non possedessero alcuna certezza sulla identità dei resti mortali esumati. Si fa carico delle obbiezioni alle quali in parte la dotta critica e in parte 1’ amor proprio offeso hanno aperto il campo ; e ne dimostra alcune infondate, altre non ripugnanti alla recente scoperta. Perciò conclude affermando che, allo stato presente delle cognizioni, Io scoprimento avvenuto in San Domingo deve ammettersi per autentico ; e dice che se il giudizio della Società sarà conforme al suo particolare, avrà di certo un gran peso, e gioverà di conforto a quell’ egregio nostro concittadino che é il cav. Cambiaso , il quale onorevolmente rappresentando in San Domingo l’Italia, ha prese cotanto a cuore le sorti serbate ai mortali avanzi dell’ insuperabile Genovese. Dopo la lettura di questa Relazione, il cav. Cambiaso esprime il suo compiacimento per le conclusioni alle quali é venuto il relatore; ed annunzia che se la Società sarà del medesimo avviso, egli ne prenderà argomento per offerire al Municipio di (617) Genova una piccola parte che potè raccogliere degli avanzi scoperti. 11 Presidente dice che da canto suo si associa alle conclusioni del cav. Belgrano ; e il Vice-Presidente cav. Cornelio Desi-moni fa aneli’ egli una eguale dichiarazione. 11 socio prof. Giambattista Brignardello osserva che la relazione in discorso, acciò possa avere tutta l’autorità che in questo caso si desidererebbe attribuirle, e sia veramente considerata come l’espressione del criterio che questo Istituto si é formato relativamente alla scoperta di cui si ragiona, dee conseguire la sanzione dell’Assemblea; e ne presenta formale proposta. Il Presidente interroga i colleghi se siano di parere che la Relazione del cav. Belgrano debba approvarsi nel senso ora detto ; e 1’ Assemblea si pronuncia in senso favorevole all’ unanimità , essendosi soltanto astenuto dal prender parte alla votazione il relatore. Il socio Francesco Podestà propone che la stessa Relazione venga pubblicata negli Atti. Il Presidente mette ai voti la proposta ; ed è anch1 essa approvata all’ unanimità, essendosi però astenuto dal votare il cav. Belgrano. La seduta è levata alle ore ì ljr Il Presidente ANTONIO CROCCO. Il Vice-Segretario Generale A. Sanguinati. Atti Soc. Lio. St. Patria, Vol. IX, fase. IV 39 NUOVE CORREZIONI ED AGGIUNTE ALLE NOTIZIE SULLA TIPOGRAFIA LIGURE AVVERTENZA. 11 socio Nicolò Giuliani, coerentemente alla promessa da lui fatta a pag. 464, ci avea dato, con pressoché tutte le romaainiane, altre correzioni ed apprezzamenti ecc., da cui, cedendo egli pure all’esigenze del tempo ed alle nostre pratiche, ci siamo contentati di estrarre, talora compendiandolo, ciò che segue. Pag. 25. Debbo qui confessare che quanto scrissi alla nota 3 si rife* risce unicamente all’indice del Gerini, e che, avvisatone gentilmente, ho veduto poi ch’egli parla del tipografo Giacomo da Fivizzano nel tomo II, pag. 99, nelle sue Memorie storiche di Lunigiana, affermandolo della famiglia degli Onorati, arricchita dì amplissimi privilegi dall’imperatore Carlo IV nel 1368, e spenta da molto tempo. Egli aggiunge che, secondo alcuni, Giacomo stampò anche l’uffizio della B. Vergine. Non sarà inutile di ripetere qui ciò che si legge a pag. 475 del Nuovo Giornale Ligustico (an. 1831), che cioè il sullo-dato Giacomo coi fratelli suoi Battista ed Alessandro « avevano fatto un’amichevole società; e perciò ne’ soliti versi ( 620 ) che allora si mettevano colle date appiè dei libri si dicono comites in amore. Ma il signor Gerini non dovea mai tradurre queste parole con quelle di Conti Palatini ». Pag. 30, linea 11: fogli 308. — Corr. 378. » 31, » 42: ytritorum — » feritiorum. » 35. Ho scritto che l’edizione del libro Magistri N. Viterbiensis, del quale nella pag. seg., fu taciuta dallo Spotorno; e ciò si deve intendere della sua Storia Letteraria della Liguria. Difatti quel dotto ne aveva discorso a pag. 068-09 del Giornale Ligustico per l’anno 1827 ; notando ancora essere « da credere che il P. Cavallo fosse genovese, sì perchè il suo cognome è nostro, sì ancora perchè non è indicata la patria di lui, come voleva il costume di quell’età, trattandosi di stranieri ». » 36, linea 15: (■ tir. — Corr. (. » 36 » 26: cobcj — » toty. » 38 » 12: terno HD — » sesterno DD. » 38 » 26: nudate curmitt anno.— Corr. nudate nuncupato (umntt anno. » 50 » 27: interventi. — Corr. intventi. » 57 » 25 : D i. — » D in. » ' 66 e segg. Alle notizie date sul Libro utile et devoto ecc., reputo non inutile l’aggiungere che era stata stampata a Vicenza da Enrico di S. Orso senza nota d’anno, ma nel sec. XV: La leggenda de la beata Agnolela da Foligno. . . Ved. Amati, Ricerche già citate, T.° V, p. 564. » 70, linea 23: ^ Hi. — Corr. )J( ii. » 72 » 11 e 12: per la varietà chiaramente. — Corr. per la varietà delle opere chiaramente. » 70. Il Catalogo della Libreria Tross, N. Ili, Paris, 1869, al Numero d’ordine 1893 segna: Contemplatione di Messer Pelegro de Grimaldi Robio sopra il Salmo centesimo, alla Signora Vittoria di Pescara. Genova, Antonio Bellone, in 8.° picc. Prezzo L. 7. » 82, linea 5: D.XLII. - Corr. D.XLVII. » 85 » 17: La data del 1550 circa è di troppo anticipata, come ha fatto osservare il eh. Cav. Girolamo Rossi, il quale possiede un esemplare degli Statuti di Loano ivi stampato nel 1618. ( 621 ) Pag. 112, linea 12. MDLVIII. — Corr. MDLXYIII. » 113 » 6, il vescovo Benedetto Lomellino non fu « ignoto affatto al Semeria », il quale ne parla nella Storia Ecclesiastica (pag. 396) non però colla qualifica di Vescovo di Sarzana, e nei Secoli Cristiani (voi. I, pag. 248; voi. II, pag. 95), ma senza citare mai il Sinodo da me notato. » 117, linea ultima: 1836. — Corr. 1863. 123 » 2 : MDLXXXI. — Corr. MDLXX1. Del resto questa data e le altre recate alle pagine 82 e 112 sono corrette dalle vere, iscritte a capo degli articoli. Pag. 125, linea 6; ivris pontificii interpretis. — Corr. ivris PONTIFICII PRIMO INTERPRETI. Nella nota in calce a questa pagina, citando la Storia scientifico-letteraria dello Studio di Pad,ova del Colle, non osservai come la stessa non si estenda all’epoca del 1572 della quale da me si trattava. Mi perdoni l’illustre memoria di questo Scrittore, alla quale, come a quella dello Spotorno e del Semeria, feci involontaria ingiuria. E vedano i discreti, quanto al Semeria, se non sarebbe stato conveniente ch’egli ponesse il vescovo Benedetto Lomellini anche nella serie di quelli di Luni-Sarzana, pag. 205 e segg. della Storia Ecclesiastica della Liguria, dove io, veramente l’aveva cercato. » 141, linea 1: 18 pagine. — Corr. 20. » 148 » ultima: Crollanza. — » Crollalanza. » 154 » 5 e segg. Il signor Romanini, hen nudrito « degli studi bibliografici », dei quali io sono « cosi digiuno », ha rilevato dal Gamba che la dedica dei Discorsi Historici del Bartoli, da me « giudicata a casaccio del Zabata, è invece di Scipione Metelli ». » 156, linea 4-5: Corpetta. — Corr. Copetta. » 164 » ultima: Il libro del Fazio non è, come io dissi, « ignoto allo Spotorno »; il quale invece lo registra a pag. 225 del tomo III della sua Storia Letteraria. Svista veramente da « nano », ma non. per quanto n’ho coscienza, di chi vuole fare « strazio di grandi nomi ». Io so d’avere per principio di rispettare anche i nani; e non credo esservi mai venuto meno. atti Soc. Lig. St. Patria, Vól. IX, fase. IV 39* m Sig. Giulio Pallavicino. — ( 622 ) Pag. 189, linea 11: carte 104. — Corr. 105. » 191 » 16 e 17: Al Molto 111 Corr.: Al Molto 111. Mio Sig-. e patrone singularissimo. Veramente questa correzione fattami dal signor Romanini non avrebbe grande importanza, qualora egli nel registrarla non avesse tralasciato nell’ addebito datomene il cognome pallavicino, che pure si legge da me riferito a caratteri maiuscoli nella linea 17. » 204, linea 17: quattro prime pagine. — Corr. quattro prime carte. » » 220, linea 5: 20 versi sciolti. — Corr. 30. » 230 » ultima: poi anzi. — » poc’ anzi. » 236 » 12: Nella 7 ò l’indice — » Nella 5. » 237 » 17 : copiosus — » copiosius. » 239 » 3: Giusto Lipsio — » di Giusto Lipsio. » 246 » 14: nella 13. - » nella 18. ■L ■ ' ' AGGIUNTE \ 544. Neir Archivio comunale di Serravalle-Scrivia : Statuta, decreta et ordinationes communis Serra-vallis. Genuae, apud Antonium Bellonum, MDXXXXIIII. In foglio. Questa indicazione è stata fornita alla Società Ligure dal signor canonico Costantino Ferrari. 1581. Camillo Camilli, del quale già abbiamo fatto cenno sotto l’anno 1553 a pag. 499 (correggasi l’indice generale che manda a pag. 449), scrisse probabilmente la dedicatoria del Trattato spirituale del P. Avita sopra il verso Audi filia del salmo Eructavit, da lui tradotto dallo spagnuolo e stampato in Venezia da Francesco Ziletti nel 1581, benché in calce all’epistola si vegga soscritto lo stampatore. In questa dedica si parla inoltre di un altro probabilissimamente ligure, il « molto reverendo , et eccellente signor Gio. Battista Boselli, uno de’ Lettori pubblici qui di Venetia . . . molto divoto di. .. Lucretia da Este della Rovere (dedicataria), Duchessa d1 Urbino, . . . per i molti beneficii che da lei ha ricevuti ». - INDIGE Boselli G. B., lettore pubbl. in Venezia, pag. 623. Camilli Camillo, dedicante, 449. Cavallo P. Battista , tipografo, 620. Colle, cav. Francesco Maria, scrittore, 125. Crollalanza Gio. Pietro, dedicatario, 148, 621. Fazio Silvestro, 163, 621. Ferrari Costantino, 623. Fivizzano (da) Giacomo e fratelli, tipografi, 619. Foligno (da) Agnolela, 620. Gerini Emanuele, scritt., 620, 621. Grimaldi Robio Pelegro, 620. Loano, città. Suoi statuti, 620. Metelli Scipione, dedicante, 621. Romanini, 621, 622. Rossi Girolamo, 620. Rovere (della) Lucrezia da Este, dedicataria, 623. Semeria, 621. Serravalle-Scrivia. Suoi statuti, 623. Spotorno, P. Gio. Battista, 620 , 621. Viterbo (da) Annio, 620. INDICE DEL VOLUME NONO DEGLI ATTI » DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Notizie sulla Tipografia Ligure sino a lutto il sec. XVI, raccolte dal socio Nicolò Giuliani . . Pag. o Supplemento alle Notizie medesime, pei socii N. Giuliani e L. T. Belgrano......» 325 Canzone sopra il sacco di Genova del MDXXII, stampala da Pier Paolo Porro, ed ora nuovamente tratta da un esemplare della R. Biblioteca di Torino. . » 413 Sui primordi deli arie della slampa in Genova, appunti e documenti raccolti dal socio Marcello Staglieno. » 423 Secondo Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI, pel socio Nicolò Giuliani. » 461 ( 028 ) Relazione del Segretario Generale, L. T. Belgrano, sulla recente scoperta delle ossa di Cristoforo Colombo in San Domingo......• Pa£- ^83 Tavole................» Gli Estratto di verbale dell' adunanza tenuta dall’ assemblea della Società il 21 luglio 1S7S. . . . . » 613 Nuove correzioni ed aggiunte alle Notizie sulla Tipografia Ligure........ » 619 I IST 3D I C E DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Giuliani, Continuazione del Secondo Supplemento alle Nclizie della Tipografia Liguro sino a tutto il secolo XVI . . . Pug. ;;IJ3 Belgpano , Relazione sulla recente scoperta delle os«a di Crisloforo Colombo in S. Domingo.......» o83 Nuove correzioni ed aggiunte allo Notizie della Tipografia Ligure . i;|9