ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE D! STORIA PATRIA VOLUME XII — PARTE I. - FASCICOLO I. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE- .SORDO-MUTI MDCCCI.XX1V ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XII. — PARTE I. GENOVA TIP. DEL R. I. DE’ SORDO-MUTI MDCCCLXXIV. L Onorevole Consiglio della Provincia di Genova , mosso da generosi e nobili intendimenti, stanziava nel proprio Bilancio a favore di questa Società un assegno bastevole alla pubblicazione di un fascicolo degli Atti oltre quel numero che il nostro Istituto, con gli altri mezzi di cui dispone, è solito mandare annualmente in luce. Grata la Società pel nuovo ed efficace impulso dato in siffatta guisa a’ suoi studi, deliberava che un tale assegno si erogasse nella stampa delle Iscrizioni medio-evali della Liguria corredate de’ rispettivi fac-simili, e che inoltre ogni fascicolo alla cui edizione sarà provveduto coll’ assegno in discorso debba recare in fronte lo stemma della Provincia. I fac-simili precitati sono eseguiti dietro la scorta de’ calchi e disegni che il socio D. Marcello Remondini, ( VI ) con somma diligenza ed a tutte sue spese, ha fatti di ogni lapide ancora esistente; e spesso anche col soccorso degli esemplari fotografici che furono con pari liberalità apprestati dal collega avv. Pier Costantino Remondini. attuale Preside della Sezione Archeologica. ISCRIZIONI MEDIO-EVALI DELLA LIGURIA RACCOLTE E POSTILLATE DAL SOCIO Pr. MARCELLO REMONDINI TESTI . ‘ ' - , Intenta com’ è la nostra Società a mettere in luce quanto vi ha di documenti e quanto può servire in qualsiasi modo a dilucidamento delle nostre antiche memorie, non può certo passarsi di quelle che vennero affidate dai nostri padri alle pietre. Una raccolta adunque delle iscrizioni è lavoro che troppo bene si affà alla natura di questi Atti. E già la Società manifestò da buona pezza quanto di ciò andasse persuasa ; allorché breve tempo dopo la sua costituzione vi pose mano, e diede quindi in luce la collezione delle epigrafi romane della Liguria. Ora essendo venuto il tempo opportuno per continuare la raccolta, avvisava la Società medesima che mentre l’egregio canonico prof. Angelo Sanguineti sta recando al suo termine, insieme ad una importante aggiunta alle iscrizioni romane, la serie di quelle che spaziano da’ primi tempi cristiani infìno al Mille, sareb- besi potuto dare opera alla pubblicazione delle altre tutte che spettano agli ultimi cinque secoli del medio evo. Queste epigrafi pertanto della cui pubblicazione ci si volle confidato l'incarico, sono qui esibite per ordine di data in doppio volume. L’uno contiene tutte le iscrizioni delle quali si potè avere contezza, tratte il più che possibile dalle pietre originali, e in difetto dagli autori che le riferirono : l’altro presenta in fac-simile l’immagine fedele di quante si poterono da noi stessi ritrarre (1). Ciò si fa perchè lo studioso possa ricavare da questa nuova collezione il maggior utile, e correggere all’ uopo gli sbagli de’ raccoglitori che ci precedettero. La nostra raccolta è divisa per secoli; e di ogni secolo si daranno prima le iscrizioni che tengonsi per genuine, poi quelle che si giudicano spurie od errate ; indi un alfabeto ed un catalogo esporranno la forma ed il valore delle lettere, dei segni di abbreviazione e dei nessi in quel secolo usati. La intelligenza delle lapidi sarà così agevolata, ed allo stesso tempo si avrà un criterio di piti per rettamente giudicare di esse. Voglia il lettore accogliere benevolmente la collezione che gli presentiamo, e compatire gli errori che per avventura gli venisse fatto di scorgervi. Egli abbia presente che i lavori di questo genere, anche per attestazione de’ valorosi che ci precedettero, non vanno (’) I fac-simili furono incisi dal sig. Alessandro Rossi, la cui perizia è ben nota per altri diligenti lavori prodotti negli Atti. ( XI ) scevri da particolari difficoltà, poco appariscenti è vero, ma non per questo meno reali. Il nostro poi ebbe a superarne di gravissime; e tanto più quanto maggiore fu in noi il desiderio eh’esso riuscisse fedele ed esatto. Genova , 12 Luglio 1874. PR. MARCELLO REMONDM ISCRIZIONI I. anno 1003 Min . Dotti?NI DE PASSANO in nOMINE Domici PRID1E KaLendas MADw OTBERTì ) siccome esistente nella chiesa di san Tommaso in Genova; ma il Federici (Abecedario ecc., Ms. della Biblioteca della Missione Urbana) ed il Giscardi (Famiglie ecc., Ms.) si accordano nel dirla murata nel cortile o piazza di quel monastero. Soggiunge inoltre lo stesso Federici che di Guglielmo figlio al qui tumulato si ha contezza ne’ rogiti di Guglielmo Cassinense sotto l’anno 1200. Abitava poi questa famiglia certamente nei pressi del detto monastero; giacché in un istrumento del notaio Bartolomeo Fornari, sotto il 24 ottobre 125S, comparisce un Wilielmus Salicelus de sancto Thoma ('). XXVII. a. 1171 * HIC JACET ANSALDVS MALLONVS FVNDATOR ECCLESIAE SANCTI PETRI QVI ME MIRARIS TV ES QVOL) EGO FYI ERIS QVOD EGO SVM PRO ME PRECARE DEVM REX MISERERE SVI ANNO NATIVITATIS DOMINICE MCLXXI MENSE FEBRVARII Cosi il Paganetti (Supplemento ecc. Ms., Voi. I, pag. 181); e dice essere a Prà, riviera occidentale di Genova, nell’oratorio di san Pietro, cioè nella chiesa già di monache cisterciensi ed ora cappella privata di proprietà del marchese Brancaleone Negrone. L’originale fu cercato invano. (’) Archivio di Stato: Pandette fìiclieriane, Fogliazzo I, foglio 11, car, 7. ( 23 ) XXVIII. a. 1172 ABBAS BELTRAMVS LAVD1S TITVI.O MEMORANDYS PROVIDVS INCEPTOR FVIT HVJVS CLAVSTRI ET AYCTOR PETRI ARCHIPONT . TARTARIENSIS ANNO AB INCARNA TIONE MCLXXII. Cosi lo Schiaffino (Annali ecc., Voi. I, pag. 200); il quale scrivendo nel 1641, afferma che l’epigrafe si leggeva nel capitello di una colonna nel chiostro di san Siro in Genova. Il Paganetti (Storia ecclesiastica ecc., Voi. II, pag. 52) mette susceptor invece di inceptor. XXIX. a. 1179 t M : C L X X V III I : OPIZO : LECAUELUm. IN HONOREM '.DEI : ET BEATI: B I. A S 1 I 1- E C I T : C 0 « S T II D I : ET II E D 1 F I C A R I : ECCLESIA»»: ET HOSPITALE : PRESEN TEM:T A n Q 0 A m:PATR0NUS:ET FONDATOR De ERE : PROPRIO : CONDAm GULLfefMI : FRalrIS SUI : Pro SE : ET HEREDIBUS SUIS : Pro REGET ATI ONE : PAUPERum IHesU : XP1 : PRO OmniBUS (animabus) IPslUS : ET SUORwm : DE LECAUELIS : ( 24 ) XXX. a. 1179 f MCLXXVIIII : 0 P I Z 0 : L E C A U E L U m : IN HONOREm : DEI : ET BEATI : BLASII FECIT : CONSTRUI : ET : HEDIFIC ARI : ECCLESIAm : ET : HOSPITALE PRESEN TEra TANQUAm : PATRONUS ET FO.NDATOR: De ERE : PROPRIO : QUONDAM» GULLiW.MI FRATRIS SUI : PRO SE : ET HEREDIBUS : SUIS : Pro RECETA TIOhE : PAUPERuw : 1II«U : XP1 : PRO ANIMABUS IPsI US : ET SUORiwj : De LECALIS : (Lecavelis) Duplice iscrizione copiata il 23 maggio 186S dagli originali in due lastre di marmo staccate, ora esistenti nell’interno della piccola cappella privata de’signori Marengo a Rivarolo-ligure inferiore, nel borgo della Certosa, là dove prima era la chiesa di san Biagio con annesso ospitale. In origine l’una di queste lapidi stava entro la chiesa ora tramutata in abitazione; l’altra era sul muro esterno dell’ospitale de’pellegrini annesso alla chiesa medesima ed ora volto ad uso di casa colonica. Se ne veggano i fac-simili nella Tavola XI. Di questo ospedale s’incontra documento in un rogito del già citato Guglielmo Cassinense del 22 febbraio 1192, nel quale si legge: Philippus Aradei minister hospitalis sancti Blasii de Rivarolio et Ansaldus Lecavelo, advocatus eiusdem hospitalis vendunt Ocjerio Tribus testibus ... locum (') quem videtur habere idem hospitale in (') Lo stesso che un manso. ( 25 ) Bacali pretio librarum quinquaginta Janne; quos denarios confitentur se expensuros in levatura domus quam levant in Rivarolio prope hospitale (*). Inoltre da un atto del 17 aprile 1232 si rileva che l’ospedale e la chiesa annessa al medesimo dipendevano da quella di santa Maria di Betlemme in Pavia. Difatti : Petrus Bellus scriptor, sindicus hospitalis positi in Prato Ticini iuxta ecclesiam sancte Marie de Belleem de Papia, veniit Johanni Rubeo et Rubeo fratribus filiis qm. Lanfranci Rubei de Volta etc. otnnes terras et domos et possessiones quas hospitale et ecclesia sancti Blasii de Rwarolio posila in Valle Pulcifere in burgo Riva-roli habent in Valle Pulcifere et in Episcopatu, et Diocesi. Janue etc.; que ecclesia et quod hospitale pertinent hospitali dicto de Prato Ticini etc. (*). « XXXI. a. 1180 t ACTONis Willielmi DomiNI DOMus EXII Htc. Pro QuO QVES0 PATER Qui TRANSls DIC. 0 t M . CLXXX . TENpoRE . Willielmi. INC0ATYM Est Iscrizione scolpita in due archetti concentrici intorno ad una testa come di persona giacente entro una nicchia nel campanile di san Giovanni di Prè in Genova, lato a mezzodì. Copiata nel 1SG0 da un calco in gesso procurato alla Società Ligure di Storia Patria dalla cortesia del prof. Varni, e confrontata diligentemente col-l’originale. (') Archivio di Stato: Pandette Riclieriane, Fogli azzo I, foglio 11, car. 3. (’) Pandette o Fogliazzo citati, foglio 59, car. 13. ( 26 ) Vedasene il fac-simile alla Tavola XII, tratto da detto calco e ridotto al quinto delle sue dimensioni lineari mediante fotografìa. Nel marmo questa epigrafe è di malagevole lettura ed intelligenza; e però venne da diversi autori variamente letta ed interpretata. Fra tutti, quegli che meglio la lesse fin qui è il Paciaudi nella sua opera De cullu sancti Johannìs Baptistce, pag. 290. La vera lezione peiò, secondo noi, sarebbe la espressa qui sopra, ed il senso ci pare esserne il seguente. È il sepolcro che parla: + QUI RIUSCII SEPOLCRO DEL SIGNOR GUGLIELMO ACTON PEL, QUALE DI GRAZIA 0 TU CHE PASSI RECITA UN PATER, f FU COMINCIATO NEL '1180 AL TEMPO DI GUGLIELMO ^iè alcuno si meravigli di trovare che in tal guisa da noi si ascriva questo sepolcro ad un membro di antico ed illustre casato inglese. Brano allora di già frequenti le ìelazioni tra Genova e l’Inghilterra, nè questo sa-ìebbe 1 unico esempio di inglesi dimoranti a que’giorni nella nostra città. II.sepolcro dicesi cominciato nel 1180, ma non si accenna punto che allora vi fosse del pari tumulato il suo ordinatore. E siccome non era e neanche oggidì e raro il caso di chi vivo e sano prepari a sè stesso la tomba, cosi reputeremmo che il detto Guglielmo sia da ritenere una sola persona con quel commendatore dello spedale de’ Gerosolimitani contiguo alla chiesa in discorso, del quale incontriamo la notizia in un ìogito del più volte citato Guglielmo Cassinense, datato del 30 settembre 1198 e cosi concepito: Ego Wi-lielmus commendator hospitalis sancti Joliannis de Capite Arene confìteor habuisse a te magistro Johanne de En- ( 27 ) deterrà medico in deposito libras xxxvn. Qui magister Johannes facit hoc depositum timens Bei iudicia in itinere beatissimi sancti Thome de lngleterra de Contorbia in quo proficiscitur. Et si Januam non redierit legat medietatem dictarum librarum xxxvn dicto hospitali; quartam partem legat presbitero Wilielmo capellano de ecclesia de Spinolis ('), e! alia pauperibus. Actum prope Januam, in dicto hospitali (2). Vedi dei resto la nostra dissertazione nel Giornale Ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti pel 1874. XXXII. a. incerto LARGVS AMANS LENIS PRVDENS SOLAMEN EGENIS PRAECEPTOR DIGNVS CLERI PATER ORE BENIGNVS TEMPLI FVNDATOR IIVJVSQVE D0MVS REPARATOR IIOC IACET IN BVSTO WILIELMV3 MORE VETVSTO Questa iscrizione, secondo l’Acinelli (Liguria sacra, Ms. della Givico-Beriana, Voi. Ili, pag. 70), si trovava a’ suoi tempi nell’oratorio di sant’Ugone. Quest’oratorio , ridotto ora a magazzino, si trova sotto il corpo di mezzo della chiesa di san Giovanni di Prò in Genova, ed ha il suo ingresso appiè dello scalone della commenda. Ma la lapide vi fu cercata invano. D’altronde il Giscardi ('Origine delle chiese ecc., pag. 266), nota invece eh’essa è nel vestiario de’ confratelli della Compagnia di santo Ugo dietro un armadio. Siffatto vestiario corrisponde allo spazio tra lo scalone della commenda e il campanile (’) San Luca. (*) Archivio di Stato; Pandette Riclieriane, Fogliazzo I, foglio 11, car. 8. ( 28 ) di san Giovanni, ed ora si trova diviso in due piccole botteghe. Persone pratiche del luogo affermano che effettivamente una iscrizione vedevasi fino a questi nostri ultimi tempi affissa a quella delle pareti di detto vestiario, che rimane di prospetto all’antica porta d’ingresso in faccia allo scalone. Potrebbe quindi esistere anche tuttavia sotto l’intonaco. L’iscrizione poi sembra appartenere al sepolcro di quel Guglielmo Acton che è nominato nella lapide riportata al numero precedente; parrebbe anzi come il suo complemento, o la parte elogistica XXXIII. a. 1180 OCTOBRIS POSTQVAM LVX SEPTIMA DECIMA FVLXIT MILLE FERE ET CENTVM BISQVADRAG1NTA PERACTIS ANNIS A CHRISTO TVMVLO REQVIESCIT IN ISTO MENTE PIA CVNCTIS INNOXIA NOBILIS ANNA QVAE POTVIT DICI TANQVAM S1NE LABE SVSANNA PRAETERIIT SED NON OBIIT DEVS ILLE DEORVM IIANC RAPVIT SIMVL ET STATV1T SVPER ASTRA POLORVM Cosi il Paganetti (Supplemento ecc. Ms., Voi. I, pag. 173), che la dice murata nella Badia di sant’Andrea di Sestri-ponente, ora proprietà della famiglia Peirano. Ma il Giscardi {Origine delle chiese ecc., Ms.), benché contemporaneo del citato storico, parlandone nel 1754, l’accenna in guisa da lasciar credere che già fosse perduta ; e perciò usa l’espressione: vi fu altro monumento ecc. Comunque siasi poi, l’abbiam noi cercata invano li 18 luglio 1867, e solo ci rimane il sospetto che possa ( 29 ) per avventura essere rimasta tra gli avanzi della antica chiesa in riva al mare dove al presente sorge un fortilizio. Il Pasqua (Ms. cit., pag. 63), riportando l’epigrafe medesima, mette fluxit in luogo di fulxit, ed innoxia invece di obnoxia. XXXIV. a. 1181 QVARTO KALENDAS IVNII OBIIT BERNARDVS SVBDIACONVS CANONICVS BEATI RVPHI FLORVIT IN MVNDO TYRiO VESTITVS ET OSTRO FVLGET ET IN CELO SANCTIS PRECIBVS MICIIAELIS ANNO MCLXXX1 Così il Paganetti (Supplemento ecc. Ms, Voi. I, pag. 116), che la dice esistente nella chiesa di san Michele in Genova. Or non si trova più traccia nè della lapide nè della chiesa; la quale si innalzava nella regione di Fassolo, dove al presente è costrutta la stazione occidentale della Ferrovia. XXXV. a. 1181 ANNO AB INCARNATIONE DOMINI NOSTRI JESV CHRISTI AMEN M 81 . INDICTIONE 14 . INTRANTE MENSE APRILIS FVIT FACTA ISTA PORTA SANCTI IOANNIS IN TEMPORE D.IOANNIS DE ISOLA. QVANDO ILLE ERAT CAST ELLA NVS CLA VARI DE MANDATO D.VINCENTII GVERCIJ ET D.VINCENTII CORNASCA CONSVLES 1 AN VE. Gos'i il Paganetti (Supplemento ecc. Ms., Voi. I, pag. 152). Ma il Garibaldi (Chiavari antico, pag. 43), ( 30 ) dopo di aver notato che la lapide era stata posta nella chiesa collegiata di san Giovanni Battista di Ghiavari e che ora piti non esiste, legge in quest’altro modo: INDICTIONE XIV 1NTRANTE MENSE APRILIS — FACTA FVIT ISTA PORTA SANCTI IOANNIS — TEMPORE D . IOANNIS PE INSVLA — QVANDO ILLE ERAT CASTELLANVS CLAVARI — MCLXXXII DE MANDATO VINCENTII GVERCII ET — VINCENTII DE CORNASCA CONSVLES IANVE. Comunque siasi però, non volendosi ripudiare l’intera epigrafe come apocrifa, converrà almeno supporla alterata e forse rifatta sopra una scrittura più semplice e meglio conforme alla verità. Basti osservare che nella serie dei Consoli di Genova mai non s’incontrano i nomi qui riferiti di Vincenzo Guercio e Vincenzo di Comasca. XXXVI. a. 1182 ROMANAE LVCIO JAM SEDIS HONORE FRVENTE ITALIAE SCEPTRVM FEDERICO REGE TENENTE * PRAESVLAE TVNC ETIAM POPVLI IANVENSIS IIVGONE E MELIORE VERO SIC DICTO DE RATIONE PRAESIDE LA VA NI A E SVMMI REGIS IIONORE CONDIDIT IIANC BARDO DIVINO CAPTVS AMORE Cosi il Nuovo Giornale Ligustico per l’anno 1831, a pag. 465. L’originale esisteva a Chiavari nella precitata chiesa di san Giovanni Battista. 11 Paganetti (Supplemento ecc. Ms., Voi. I, pag. 152), varia nel quinto verso così : Prceside Lavanice sub summì regis honore. E così pure il Garibaldi ( Chiavari antico, pag. 43-44). Il quale inoltre alla fine della iscrizione, come a capo di un settimo verso mette Fanno mclxxxii, e quindi aggiunge: « Un indegno di nominarsi infranse ( 31 ) e gittò in mare 1' inscrizione che attribuiva a Bardone Fiesco la fabbrica della chiesa per estinguerne la memoria. Vedi atto 13 agosto 1569, notaro Bartolomeo Oneto ». Ciò in tempo di gare tra Ghiavari e Lavagna. A nostro avviso il Bordo della lapide su riferita dovrebbe tradursi non in Bardone, ma in Baldo abbreviativo di Rubaldo ; ed in tal caso il fondatore della chiesa di san Giovanni, sarebbe da ricercarsi molto probabilmente in quel Rubaldo figlio di Ugo Fieschi, stipite di tal ramo fra i Conti di Lavagna, che fu canonico e poscia preposito della Cattedrale di Genova (')• XXXVII. a- 1188 Ottobono Scriba riferisce ne’ suoi Annali sotto il 1188 il fatto seguente. Universis tam futuris quam presentibus innotescat quod . . . dominus archiepiscopus Bonifatius cum preposito sancti Laurentii, abbatibus religiosis, clericis, consulibus, presente quoque domno Petro tituli sancte Cecilie presbitero cardinali, fodiit sub altare beati Laurentii, ubi sarcliophagum tuveum invenit marmoreum, quod publice, intuentibus omnibus quipresentes aderant, ape-riri fecit. In quo quidem beatissimi confessoris Syri re-Uquias, qui 0lim fuit episcopus ianuensis et Emiliane 'mulieris religiose filius, invenit, cum quibus reliquiis inventus fuit episcopalis anulus et pars virge pastoralis, cum quibus fuit predictum corpus beatissimum tumula-fum. In predicto namque sarcophago epytaphia duo in- (') Ved. Appendice alla Parte I del Voi. Il degli Atti, Tav. X. ( 32 ) venta sunt, unum plumbeum et alium marmoreum. In marmoreo quidem epytapliio continetur ita: HIC RECVBAT SILVS SACRO BAPTISMATE DICTVS, CV1VS TERRA LEVIS FLORIDA MEMBRA PREMIT. In plumbeo etiam epytapliio pariter continetur et etiam plus (*). XXXVIII. a. 1188? 1188. S. (Sepulclirum) LANFRANCHI BACHENII ET 0LIVER1I EJVS FILII. Cosi il Pasqua (Ms. cit., pag. 6-3), dal quale si rileva che era alla Badia di sant’Andrea di Sestri, ove da noi fu cercata invano. Nè è ben certo l’anno, giacché lo stesso autore l’accenna del pari in quest’altro modo: 1189. S. LANFUA.NCII BA1ENII ET OLIVERII EIVS FILII. Correggasi però francamente Baclienii in Bachemi. I Bachemo erano una diramazione della [famiglia De Mari, insieme alla quale possedeano in Genova una torre (2). Lanfranco comparisce più volte come testimonio negli atti di Giovanni Scriba; ed i suoi figli Oli-verio e Bachemo giurarono la pace con Pisa nel 1188 (3). Anzi, poiché in questo documento che è del febbraio si legge Bachemus Lanfranchi Bacliemi senza l’aggiunta del quondam, si capisce che il loro padre mori posteriormente a quella data. (’) Vedi Pertz, Monumenta Germaniae Ìlistorica, Tom. XVili. (!) Chartarum, II, 652, 956. (5) Atti, I, 374. INDICE DEI.i.Ii MATERIE CONTENUTI? IN QUESTO FASCICOLO Remondini M., Iscrizioni medio-evali della Liguria, raccolte e postillate — Testi...........• . Pag. I AVVERTENZA Le iscrizioni sovraccennate concernendo soltanto gli ultimi cinque secoli del medio evo compongono il volume xii degli Atti, perchè il tomo xi è destinato all’Appendice a quelle de’ tempi romani, ed alle altre delle età successive sino al Mille. Il volume x poi è serbato alla Illustrazione del Palazzo D’Oria, della quale è bene avviata la stampa, e di preferenza ad alcune monografie storico-artistiche. Inoltre questo volume xii è diviso in due parti, perchè mentre nella prima si reca il testo delle lapidi, nell’ altra se ne producono di pari passo i fac-simili ; dei quali in ultimo si darà un indice. I due rinvii che in questo fascicolo (pag. 19 e 27) si fanno al Giornale Ligustico di Archeologia, Storiae Belle Arti, abbiansi in conto di anticipati. Certo le Dissertazioni alle quali si accenda verranno pubblicate in detto periodico nel corso dell’anno volgente ; ma ancor non lo sono. Nel presente anno verrà anche in luce un nuovo fascicolo del Codice Diplomatico delle Colonie Tauro-Liguri. ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XII — PARTE I — FASCICOLO II. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. ISTITUTO SORDO-MUTI MDCCCLXXXVII ( 33 ) XXXIX. a. 1188 f ANNO MCL XXXVIII MEtiSE OCTVBER OBERTms SPINOLA COre FILItS GUIDONE INGO NE OBERTO NIC OLA (ìuilAjdmO. IOHtwmE BONIFATIO HA NC ECCLESIA™ FUNDAVERUmT Epigrafe sulla porta maggiore della chiesa di san Luca in Genova esternamente; copiata mediante calco li J3 agosto 1876. L’iscrizione appartiene certamente alla chiesa antica. Costrutta la nuova, fu con saggio consiglio inquadrata e posta a far parte dell’ ornato della porta. Vedasi Tavola XIII, ove si trova ridotta al quinto di sue dimensioni. XL. a. 1189 CONTINET IIEC ARA SANCTORVM PIGNORA CARA DONATI DIGIT VM MARCI SACRVMQVE CRVOREM MARTIRIS ET PAVLI CRVOR HIC EST ATQVE IOHANNIS HIC ABRAAM COSTA QVONDAM DE CORPORE TRACTA ANNO M (mille) NOTA C (centim) OCTVAGINTA NOVENOS TVNC CREATVS ERAT PRESVL ANIME ET RESIDEBAT ECCLESIE INSIGNIS CLEMENS PAPA BEATVS TVNC IMPERATOR FVERAT FRIDERICVS HOC ALTARE BONIFACIVS DIGNVS GENVENSIS MORIBVS ET VITA CREATVS EPISCOPVS VRBIS FECIT EREXIT SACROQVE LIQVORE PERVNXIT MENSE SVB APRILI POSTREMA LVCE MEANTE Cosi 1’ Alizeri nella sua Guida artistica per la città di Genova (voi. i,pag. 298). Questa iscrizione era nella chiesa di san Donato in Genova tutto intorno alla mensa dell’aitar maggiore, poi fu trasportata alla cap- Atti Soc. Lig. St. Patria, Voi. XII, Pari. I, Fase. II. 3 ( 34 ) pella della Madonna dei Signori Saivago. Ora non si sa più che ne sia. L’Aeinelli la riporta a fac-simile (Liguria Sacra, voi. ni, pag. 59), dal quale raddrizzandola al possibile in più di un luogo la trasse l’Alizeri, ma del suo fac-simile non è troppo a fidarsi. Il P. Spotorno la cita, riportandone poche parole nella Storia Letteraria della Liguria (tomo i, pag. 277), dallo Zaccaria (Excursus litt. ital., pag. 29), il quale alla sua volta la riferisce come la lesse o 1’ ebbe da altri 1’ erudito canonico Sellario, cioè con alcune varianti affatto da non ammettersi. Anche come è riportata dall’Alizeri lascia qualche cosa a desiderare. XLI. a. 1191 DISCAT QVI NESCIT QVOD ANSALDVS SAONENSIS HIC REQ VIESCIT QVI HANC ECCLESIAM CVM VXORE SVA ALDA DE SVO PROPRIO FECIT MCXCI Così il Paganetti (Suppl., voi. ii, pag. 12), il quale la dice esistente a santa Maria di Areneto nei Piani di Invrea presso Gogoleto, Riviera occidentale di Genova, cappella ora detta del S. Cristo, proprietà dei marchesi Centurioni. L’originale fu cercato invano. XLII. a. 1192 ANNO DOMINI M C VIII C IOANNES ARGIROFFVS FIERI FECIT HOC SEPVLCRVM IN EO CVM A CHRISTO VOCATVS FVERIT QVIETEM CORPORIS HABITVRVS Epigrafe in Genova nella chiesa di Nostra Signora del Carmine. Nel 1512 questo sepolcro da una parete esterna della ( 35 ) chiesa anzidetta, ove era stato eretto, fu trasportato nel chiostro in quadam magna urna marmorea ptrope puteum, dove il Piaggio (Mon. Gen., voi. i, pag. 266) dice di averla veduta; e alla epigrafe fu fatta questa aggiunta: Quod sepulcrum ab exteriori pariete templi sacelli incremento hunc in locum ab Augustino Argiroffo Antonii iacentis filio translatum fuit anno Domini mdxii prima maii. Nel 1613 fu di nuovo rimosso e portato in chiesa, con quest’ altra aggiunta : Anno vero mdcxiii cum predictum sepulcrum ob instaurationem claustri hinc fuerit amotum ne tam priscos vetustatis memoria aboleretur patres huius conventus hoc monumentum erexere. Tutto invano. Oggidì (1886) il monumento non si trova, e a noi è forza rimanerci nel dubbio se la data, scritta com’ è in modo insolito, sia quale ci viene riferita. XL1II. a. 1194 .............obiit fr ANGELERIVS CLerlCus Qui NOBILis CIVIS IANVENSIS COGjioMINATms DE CAMILLA CUm VXORE AC TOTA ProLE SVA NVME ro et nobilitate magna sePVLTVRAM ELEGIT IN ISTA ECCLESIA CVI Pro IPsO MuLTA Pro VENERE BONA PLVRA QVADRINGENTIS LIBRIS ProPTEreA EGO . NICHOLAms Del PATIEnTIA MOderafoR ECCLesiE DICTVS ProPrio COftSILIO . ET VOLUNTATE PrIORUm ET FRafritM MORTARIENSIUm IANVE DEGEnTIUm UNA?» MISSAwì INSTITUO . Pro DEFVhCTIS SEMEL IN Omni EBDOMADA . Pro AralmA . SVPRADICTI FRairlS CVI IUXTA . SEPULCRUM DOMINI BLAnCARDI SEPULTVRAM . CONCESSIMVS . SUB ARCV. f . M . C . LXXXXIIII . XV DIE Mensis MADII . IIIC FVIT SEPuLTus ANGELERIms . PATER. NVVELONIS. SIMONIS ET . OGLERII . DE . CAMILLA. ( ir ( 36 ) Questa iscrizione si trova nella sacristia della chiesa abbaziale di Santa Maria del Prato a San Francesco di Albaro presso Genova. Copiata dall’ originale li 17 luglio '1867. Veggasi fac-simile alla Tavola XIV, nel rapporto di 1 a 13 metri. Agostino Franzone, nel suo dialogo sul governo antico di Genova intitolato Aristo (*), ci fa sapere che essa era a suoi di nella parete a sinistra del coro; che all’ epoca in cui egli scriveva (1623) questo monumento era già rimosso dal suo luogo, in occasione di restauri fatti in chiesa; e che un certo medico Camilla ne tolse presso di se i marmi. Bisogna dire che poi li restituisse all’Abbazia, ma furono guasti e malamente ricollocati: uno dei pezzi è rotto e mancano cosi le prime parole delle prime due righe, le quali secondo il Franzone sarebbero per la prima riga idvs madii obiit frater ecc. e per la seconda ro {numero) et bonitate magna sepulturam ecc.; dove altri invece dicono che siano f MCLXXXIII IDIBVS MAI OBIIT FR . , OWei’O f MCLXXXXIV eCC. e nvmero et nobilitate magna . Furono poi malamente ricollocati. In fatti i tre pezzi ora si trovano disgiunti tra loro. Il pezzo più cospicuo, cioè il dinanzi della tomba avente tre colonnini e la seconda metà della iscrizione, è incastrato nel muro e fa in quella sacristia bella mostra di se; gli altri due invece, che dovevano servire di coperchio all’ avello e hanno su la grossezza dell’orlo la prima metà della scritta, giacciono in disparte (’) Manoscritto nella Biblioteca della Missione Urbana in Genova. Veggasi il 1.° dialogo a un terzo circa della giornata 1.* — Giuseppe Odoardo Corazzini stampolla non senza errori in calce alle Memorie storiche della famiglia Fran-zoni, Firenze 1873. ( 37 ) in due angoli della sacristia medesima e passano quasi inosservati. Il Piaggio, il Paganetti, il Pasqua, il Giscardi ed il medesimo Franzone ci danno poi la epigrafe copiata con molte inesattezze, male interpretazioni ed anche omissioni. Notiamo come più importante la data della sepultura, che nel marmo è chiaramente 1194 e non già 1182 e tanto meno 1144, e la espressione Dei patientia, che i più tolsero per aggiunto al nome Nicolaus leggendo Nicolaus de Patientia e postillando forse de Platientia o Placentia, mentre che invece va unita al mor che segue, significante come ci par naturale moderator e non già major come mette il Franzone: e il di va letto quale abbreviazione di dei. Nel 1868 fu ancora chi lesse De Patiena, e ritoccando malamente di nera tinta le lettere del maggior pezzo vi scrisse di patiena relut-tante invano la incisione del marmo che, non ostante una sfogliatura di superfìcie, pur lasciasi a bastanza vedere a chi è pratico e guarda ed esamina diligentemente. Il soggetto poi nominato in questo epitaffio appartiene ad una delle più nobili famiglie di Genova, e pensiamo sia un antenato (forse l’avolo) del nominatissimo Tedisio De Camilla, signor di Taggiolo cameriere di Innocenzo iv, il quale ordinò con testamento che il suo palazzo a San Martino d’Albaro fosse convertito in un monastero, ed è ora santa Chiara, fondò pur in Albaro la chiesa di san Luca, e presso san Domenico in Genova la cappella di santa Lucia, chiesa e cappella ora distrutte, ed ebbe sepolcro in san Domenico. La famiglia De Camilla aveva propria e particolare parrocchia in san Paolo di Campetto, come i D’Oria l’hanno in san Matteo, gli Spinola in san Luca, e così altri altrove. ( 38 ) XLIV. a. 1198 f EGO • ANSALDVS • 1)E ■ NIGRO • FILIUS • QUtmDAm LAnFRAnCI DE NIGRO • AD HONOREm Del ET SanCtl MICHAELIS ET ADNIME MEE • REMEDIUm • DONO TIBI • PresBAeRO DonuNICO • RECIPIENTI • NOmlnE ECCLesIE SanC3^ 1 n 1 C 0 A/n/V DIC'O /0 (3 1 S Al I 5 ivo li 1 s li^vcvs f T l ocvsrA i H V1 0 M /V £ j> L .A B or ES VE S TIWS v8 n 1/ x e 1 v,v t Ai i«J 1 p \'S T H L 1 A*5 f 'To/wMf SLAN3o«l fT .Mo N C.CWV f K €> I tSTf s /^DPIfmSfMDO'' /V I C V M M 1 SI 5 V PF R v'c,‘5 "31 N ^ E 5 R4 "5/1 <3h VI co PCM vfS'f R>1 [T fHiV5vES-r«V5v FL°rW£ A /3° R E^ò V E^TR VS poss E VIANT ETSV0PFD/S OH VAI- fSTiS COTTI D|f tT M0fvA3 A1 V 5 CI T/ S : ]P£C P^OD CVirW/O 5AP II CA/A VOS /\PpKor l/^DV/vi M4 R 13 VIAWONO BSE RVAsìiJ >i[ri scn-D«HI n itvri /vt P-/\n FA(1 v,0 3; 5 fTAT A|3f« WACVOs. 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I ! : 1 ! ~ì~' \ i \ i\ì k i i ny A'* ! 11 \ ! 1 i C y / \ y rr i t -A* il i i i ; m\i/ \mm& f f v rA t • ^ j | ! ='7 ► -ir ^ I ; T ;* T *T T 1. \ i I--' 1 Ì V/ ( in u/1 \/S v..,- i v V l„ V a...... /r*V ì ; 7 '• ) /t a ijiJ a \\iì ! \ C L /"1 I J * ; i s \ * ? \ / / *•*., \ : i uu'/sl V/lJJ/1 Nt '7 ’Tfi^Jè i I i ^ ■ c /V 'IL" DAMM/zi CCZil C pHAM l TAVOLA Vili BIS XI VI OAVA TAVOLA X FIO I * toc Re GVTE SCiT COIÌPI’S SANCTISSKI?! Ì[RCIC1N!C0V; FE'SSORÌS Qll&VlNVt NTV'm! eST^hjMODN/GfJ/srCHRIUFml ONisolileSinfiaCENTf SI ino i av INQÙM& l .5] iT?ÒvQV/1 N ■T O i aerovie FXc vmtrnove . INDIGE DELf.E MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Remondini M., Iscrizioni medio-evali-della Liguria raccolte e postillate — Fac-simili. Tav. I a XII. » AVVERTENZA Le iscrizioni sovraccennate concernendo soltanto gli ultimi cinque secoli del medio evo compongono il volume xii degli Atti, perchè il tomo xi è destinato all’Appendice a quelle de’ tempi romani, ed alle altre delle età successive sino al Mille. Il volume x poi è serbato alla Illustrazione del Palazzo D’Oria , della quale è bene avviata la stampa, e di preferenza ad alcune monografie storico-artistiche. Inoltre questo volume xii è diviso in due parti , perchè mentre nella prima si reca il testo delle lapidi , nell’ altra se ne producono di pari passo i fac-simili ; dei quali in ultimo si darà un indice. Nel presente anno verrà anche in luce un nuovo fascicolo del Codice Diplomatico delle Colonie Tauro-Liguri. STORIA PATRIA ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE VOLUME XII - PARTE II. - FASCICOLO li. GENOVA TIPOGRAFIA DEL II. I. DE’ SORDO-MUTI MDCCCXCI TAVOLA XIII OdTWB6ROB0R*IMfflHIB 6aiD®giR60M0BÉRT0 Ria oisaioiohaBoniFiflio® luagaqifl^lHiirtDiifleRiM TAVOLA XIV Ffo/ntfEieRIVS CLV ‘tVOJilL’ Clù'IS Ro-ET-TìoBìu'flrt- wNH-s^uwaMeuefmisw-GctfsiA-aariw \ I7IPVeNS15C06MlPflTDEOMItia caVX|)(!€7ia07flPiesv?) TIVME Mt’WVFnt'Re BOPf) PLVRfl-pWDRmGINTIS-LIBJVlS vPPTEfl yt CGomcboufDi-p/memmÒR- eccve- pictvs eT-FR>f-n)0RTflRieNSrà-Wnve-DE6ÈT1Ù IM01-£BD0M7ID71P-7lT/1 SVPRTIDIC'tIFRISCVI se P U LTVR/Ili CONCt SSIMVS-5H B/1RCV • \zir^c\i ■ lrfracus • MzS\ incoKO-icì-LTfUKECI ■Rnno ; brìi ce ■ ntìt -oiillo-c- lxyxy • oi fri . t K\rv i/’. a \7ì -> >r 'r\r/>i • ’X'S' d r ì ■» n • t?i TAVOLA XVI 4^ sgprcRv«ionRTe'Cftiigpmi-pfl ■CR!S-a°RDTlfD flìARTG -V^OR !£•OLICI) PeTRi-vgprr^ + lOimThff-CRISPinVS-VIR‘nOBILIS-hiC-K€(aVÌ6SCFT*C0RP0Re-J7)6nTe-P0l/0 • aviAnonmDGVjHcessiT ; TAVOLA XVII + obtk;)U(.(: ' PALMI Z- eRfl'DV®- c.. 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I / L b ic Reavi escre.eiiRi cv$ rìvcvs FtC.II (VcdXl.XXOToé i Pxqóuj De 6 oXrco ^ A Lobi f) si, TAVOLA XLIV -----QP o c?— CLXHIlMDDe VIIjWQO?:fòSI flteP IvOPI SI'PODÌiS;filli il 6 L JL. J TAVOLA XLV FIC.I : o?-ecix \iifi 1 I -mh-xì-1 ! OOTin-MP] ÌPBR-Fer^ocop] F1G.II +©€N1£N. VIH£ tah: woiKmk bOHOReH^eo zimmmm TIONeM:*fl?IirO cxixx.hom /cH'.etAH 5T mm TAVOLA ’XLV 1. •* MfflO R0SPIC0T- Q-WD j 0|'PWT avoo-6Vffi • 6R1 T-1 wtw pjto-mnmwi-vHBmmvqnmorfrci'c-hxxi-Wdsemnwjv-pv ,ITi« j .......vv.YV1...^^.^KvA^i|iii|hr||[.M|tf.'i|...........,,...............in un -ii ^ ■TAVOLA XLVII FIG.I. ;^sepuLGÌ?v! ; )ATOOl3reX I I no:QT'(n>l GT! j 0:'VXORIS.'Gr-j FIG.1I. •^ift'CC-i/sni'Die-x^ ffJTGH0TI- 0qpur«* Dm* qwi0[- Dee npc o eT-eau^BQDM?* TAVOLA XLVI1I FTG.I. t)nLOBT[-SPinVK-0TDPl-O^TIfl Vfi- -CflFIT- COIS-tfVOTtiì •l'il'VC'.uSVB.... I POTÉlSTHC ■ JIWIV^RI $• m C6 PT ve OF’fDVRO^J • VI IM-CBPRW T6 -W# 5!LLHTIBTITIST^6ni-t)SGO-(rì^Th0O-'(D^RII-ro^-opi^:^ i TAVOLA XLIX TAVOLA L FIG.l. + A- QQ UW-Diq PR[fflP’D_ecei3BIS pePVLCRV-IfiCOBl • mflIORIg-to-BVlilfl • 'la FIG.II. TAVOLA LI 2 Sr* s S ®,g Qg-ggoc-j-.^ ^ ^ rr> w ^ ^ , s^i=©>5® o&^?5So CSjÓjfnE^ r’-jCC sr> > § y ^ o- 4- C^èx^S TAVOLA LII FIG.I. ------?r*m h\ irx\ j i v . n r> f C L, L m cc -lxx^vii me. - Tl-UPR-PBRI flfflOSCIHV •BCCUORIS- EI ’ONI - CO ti pons uòmm ~ hOC-OPVS-eXISIÉTlB’O SHLDOiHO wen-?BT0L0->^ -''^v vv ^V^ìhii'iiV'à -, -fa.ViWW».! ì II-- V-:^,.4 ..... FiG.ir. ìlSTSffeTOIM^ MbocreMM wonoimw TAVOLA LIII rfPlLLe;PUCéT€nO:SlMULOCTOGÌTfll(KiP(lK) flnnoMT/ius -pììi: svm coppitaturris ; SÒQ^ÀPÌMSVMPRflVIS: PRO: flì € DICI IM pr e s vl is : impeRio pRQ cuivs -no i e : piq j h 1C.6M1 sresilpi^c uepiGn vs ; h onoRv;DeT;r>OBis; tb i n VS ;eT: iiftvs; tavola LIV ^HnnODItf: G7II/B:aa:i/KX| Kiisepmm GISTRipBTRIi Boràweffife INDIGE DEU.E MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO IUmiindiini M., Iscrizioni mod io-evali della Liguria raccolte o postillale—Fac-simili, Tav. XIII a LIV. AVVERTENZA Questa Raccolta epigrafica, clo^^ 'ia comparsa del suo principio nel 1874 (pp. 1-32, tav. I-XII),. lungamente intramessa per volontà dell1 egregio Autore, desideroso di sempre meglio arricchirla e renderla possibilmente perfetta, era stata ripresa e condotta nella stampa sino alla pag. 63, allorché Egli morì il 1.° ottobre del 1887. Avendo però il compianto D. Marcello Remondini lasciato in perfetto ordine il materiale di una parte del suo importante e coscienzioso lavoro, così pel testo come pei facsimili, la pubblicazione si continua, e la revisione delle stampe viene assunta dal prof. L. T. Belgrano. Le Tavole XIII a LIV, contenute nel presente fascicolo, sono quelle alle quali vengono fatti i rinvìi nel corrispondente fascicolo II della Parte I.