ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XVI. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE’ SORDO-MUTI MDCCCLXXXII ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE % DI STORIA PATRIA VOLUME XVI. GENOVA TIPOGRAFIA DHL R. ISTITUTO De’ SORDO-MUTI MDCCCLXXX3I OLIVIERO CROMWELL DALLA BATTAGLIA DI WORCESTER ALLA SUA MORTE # • _ CORRISPONDENZA DEI RAPPRESENTANTI GENOVESI A LONDRA PUBBLICATA DAL SOCIO « CARLO PRAYER a II Protettore è un grandissimo uomo, et più di quello ognuno si possa immaginare ». Ugo Fiesco, Lett. del 12 Mar^o i6;s- ell’Archivio di Stato dell’antica Repubblica Genovese, tra le altre corrispondenze diplomatiche, trovasi quella che l’agente Francesco Bernardi scrisse da Londra negli anni 1651 al 1665 (1). (1) La corrispondenza del Bernardi, tranne poche lacune, seguita fino al 1662, non interrotta che dalle ambasciate del conte Ugo Fiesco nel 1654, e di Giovanni Luca Durazzo nel 1661, che a loro volta la suppliscono. Dal 2 luglio 1662, cessa fino al 10 dicembre 1661. L’ultima lettera del Bernardi è del 23 aprile 1665. Incoraggiato dal chiarissimo signor Professore L. T. Belgrano, che mi fu maestro nel decifrare le vecchie scritture, a me parve che tale corrispondenza fosse degna di essere tolta dall’oblio in cui fu lasciata, presentandola per intanto lino al settembre del 1658. In questo periodo di tempo vi si incontrano descritti molti particolari, intorno alle azioni di un personaggio, che mentre resse l’Inghilterra coll’ audacia e la fermezza del suo carattere, a se attrasse gli sguardi dei popoli attoniti, e fece curvare la fronte ai più potenti sovrani d'Europa. Ed oltre a ciò che spetta ad Oliviero Cromwell ed alla storia d’Inghilterra, gli studiosi delle patrie memorie, seguendo le tracce della più che prudente politica dei reggitori della Genovese Repubblica, potranno scorgervi fino a qual punto nella tutela de’ loro interessi e nei rapporti diplomatici colle altre Potenze, e specialmente colla Spagna, sapessero valersi della temuta influenza del Gran Protettore , tanto favorevolmente guadagnata Ja] O O Bernardi e dal Fiesco mantenuta. Il Bernardi erasi stabilito da molti anni in Londra, prima di servire la sua Repubblica; e di là teneva relazioni commerciali col padre suo Filippo, dimorante in Ore-gina, e che perdette nel 1657. Egli fu eletto console dei Genovesi il 6 luglio del 1651, quindi agente nel 17 ottobre dello stesso anno. Ebbe moglie ed otto figliuoli ; e, come rilevasi dalle sue lettere e da quelle del Fiesco, visse assai splendidamente. In un suo memoriale * del 30 marzo 1662 , dice che quando incominciò a servire la sua Repubblica haveva tanti denari, gioje et argenti eh*a pena sapeva come disporne. Non è a meravigliarsi quindi, che la sua casa fosse frequentata da molti signori di distinzione, e ch’egli avesse potuto stringere relazioni intime con personaggi molto influenti, in quelle fortunose vicende. Nel suddetto memoriale il Bernardi parla di lire 1500 sterline ricuperate dai Conte di Wervyhe nell’anno 1654; ed in una lettera del 31 maggio 1660, nomina tra i suoi amici il Conte di Norwich, che posso dire, et così riconosce, gii salvai la vita, quando doveva essere decapitato V — io — col Duca Hamilton e conti di Ho land a e Cappe!; i/ Conte di Newsastel, il General Massey et più di tutto T istessa madama Lane (che ini chiama padre), che fuggì con detta Maestà (Carlo II Stuart) dalla città di Voster (Worcester), quando perse quella battaglia et scappò con essa come suo servitore e di là dal mare, sendo tant’ intimo con quella famiglia come con la mia. Ebbe amicizia col Cromwell stesso, e dice con lettera del 23 dicembre 1633 : L'entrata che tengo non è poca, come ne può in parte far testimonio T Illustrissimo Signor Marchese Spinola, che quando fu qua dui anni sono lo accompagnai a visitare al Generalissimo. Il Fiesco pure, con lettere dell’ 8 e 15 marzo 1635, afferma che il Bernardi era del Cromwell molto dimestico per amicitia antica et suo intrinseco. Nel domandare ai Serenissimi di Palazzo nuove credenziali, il Bernardi insiste, con lettera del 6 gennaio 1634, che siino serviti in esse nominarlo Conte deli Imperio e Cavaliere della Corte di Sua Maestà Cesarea, come dice di esserlo per lettere patenti in forma amplis- sima. Sembra che fosse di un’ indole piuttosto ambiziosa, giacché non cessa, inogni occasione che gli si offre e con ogni sorta di argomenti, di eccitare la sua Repubblica a nominarlo residente invece di agente, onde poter mettersi al paro degli altri ministri pubblici delle Potenze a Londra rappresentate. I ripetuti lamenti per la poca retribuzione che riceveva dal suo Governo, sono in gran parte giustificati dal fatto di vederlo rimanere circa quattro anni, cioè fino dopo il ritorno da Londra dell’ambasciatore Fiesco, senza ricevere un soldo. Ottenne finalmente, che gli fossero pagati per tutto compenso scuti cinquecento d'argento, che ritirò suo padre. Poi, con deliberazione del 23 luglio 1655, gli furono assegnati altri scudi duemila d’argento di trattenimento, spese et altro, ninna cosa esclusa ; fissandogli per l’anno venturo scudi mille d’argento di stipendio annuo, più altri cento per le spese straordinarie. Poteva egli ben dolersi e far osservare le differenze del valore del denaro e delle maggiori spese di vitto ed altro a cui era obbli- gato, per mantenersi decentemente nella sua carica in Londra; ma nulla otteneva, e per vari corrieri i Serenissimi fecero orecchie da mercanti. Fa ancora più meraviglia il rilevare dalla corrispondenza, come nemmeno le sovvenzioni accordategli, gli pervenissero regolarmente., Con data del 15 luglio del i659j trovasi infatti un decreto dei Serenissimi Collegi, i quali ordinavano che lossero dalla Camera Eccellentissima pagati tutti i crediti così d'ordinario come d’altri conti de quali sino a quel giorno fosse creditore il Bernardi. Di tutte le retribuzioni ricevute j^erò, egli si lagna, affermandole insufficienti a soddisfarlo delle spese incontrate pel servizio pubblico; e nel citato memoriale del 30 marzo 1662 si chiama ancora creditore, di senti j joo d'argento come da nota anexa... e conclude trovarsi grandemente consumato et indebitato, non restandogli al presente altra facoltà che da 300 lor lettere, tutte laudando h suoi buoni servitù, con quali si consola che quando non babbi a altro possa ripartirle per segni di honore a’ suoi figliuoli ! — 13 — Nelle sue lettere, il Bernardi non ostenta ricercatezza di stile e di frasi, scrive come era solito esprimersi trattando di affari. Fornito di non comune ingegno e di raro criterio, palesa quasi sempre una ben accertata previdenza di avvenimenti e di casi, e si dimostra assai destro nel maneggio dei pubblici affari. Nel riferire che fa, corriere per corriere, quelle notizie che andava raccogliendo, sempre lo si riscontra, per le molte relazioni che aveva in ogni partito, esattamente infor-• mato ; quando non era egli stesso, come in molte circostanze lo si discopre, testimonio oculare. Sarebbe troppo lunga ed ardua impresa • il voler fare un confronto e notare tutte le differenze, che risultano fra le narrazioni del Bernardi e quelle degli scrittori contemporanei , specialmente inglesi. Però , di mano in mano che si pubblicheranno le sue lettere , si cercherà di corredarle con note e con riscontri storici. In queste preliminari nozioni, mi limiterò ad osservare , che le notizie date dal Ber- nardi, siccome quelle che sono fornite nel giorno istesso, o poco dopo gli avvenimenti, sempre ci conservano la fresca impronta e le tracce caratteristiche dell’epoca, e dei personaggi che ne furono gli attori. Nè mancheranno certamente di aggiungere alla Storia nuovi e minuti particolari, i quali pei cultori di essa potranno riuscire molto interessanti. L’effetto prodotto da simili genuine e sincrone descrizioni, mi sembra potersi paragonare a quello che si prova osservando un ritratto a matita o dipinto ; nel quale senza badare alla mano più o meno esperta che l’ha eseguito, pure dai tratti, dal colore, e da certe finezze di naturale espressione, si viene rilevando con certezza, che quelle fat- * tezze sono state direttamente prese dal vero e non sono l’opera, benché attraente, della sola immaginazione. Si deve anche attribuire al Bernardi una certa quale imparzialità, perchè straniero come era sul suolo inglese, non poteva essere invaso da quell’ardore di passioni religiose e politiche, che avevano scisse in tante fra- — i5 — zioni e di così opposte vedute le persone più influenti di quell’ isola. Le memorie, per esempio, del Ludlow, del Warwich, di Mistriss Hutchinson ecc. (i), sono tutte pregevolissime per molti rapporti ; ma, per quanto siano state coscenziosamente dettate, non possono essere ritenute affatto scevre da quello spirito di parte, di cui erano compresi i loro autori. Se si considera poi, che quasi tutte quelle memorie furono scritte molti anni dopo gli avvenimenti, quando gli autori di esse per lunga meditazione, poterono ponderare la successiva concatenazione delle cause che li produssero; non ci possono togliere al-l’intutto dal dubbio, che i. fatti in esse memorie ricordati abbiano potuto subire delle modificazioni, onde adattarli meglio alle loro passioni predominanti ed alle loro idee preconcette. Il Bernardi, scrivendo giorno per giorno ciò che avea visto coi propri occhi od aveva udito raccontare da persone degne della sua (l) Guizot , Colìtclion de mòmorits reìatifs à la revolution d’Angleterre. — i6 — fiducia, non poteva che narrare i latti come erano successi; e non potendo prevederne sempre le conseguenze, bisognava che si attenesse all’ opinione della generalità e della maggioranza dei partiti, anche nel giudicarli ; giacché l’obbligo suo era di avvertire la Repubblica dello stato reale delle cose, onde -sapesse poi regolarsi nel maneggio dei pubblici affari. Le lettere del Bernardi possono riuscire di molto giovamento, anche per precisare alcune date di avvenimenti, tuttavia controverse. Familiare come egli era della lingua inglese, potè desumere direttamente molte importanti notizie : l’intimità sua presso il Protettore e la Corte, non gli frapponeva ostacolo di sorta, per poterle attingere alla vera fonte. Devono perciò ritenersi degne di molta fede le informazioni sue, sia delle secrete intenzioni del Protettore verso la Repubblica , sia dei maneggi politici degli altri rappresentanti in Londra e degli ambascia-tori di estere nazioni. Tra le varie sue descrizioni, è molto notevole quella che egli Hi dello scioglimento del — I7 — Lungo Parlamento operato dal Cromwell. Essa è così consentanea e naturale nella successione dei fatti, e nello sviluppo delle idee che conducono alla catastrofe finale, che ce la pone in evidenza assai meglio che non facciano, coi loro minuti particolari, quegli scrittori, i quali, pur additandoci le rozze calze del Generalissimo, non seppero mantenersi estranei ad ogni spirito di parte. È pure assai interessante la relazione che ci dà il Bernardi della tragica avventura del fratello del Console di Portogallo. La circostanza della tentata sua fuga dal carcere, non rammentata da altri scrittori, ci scopre la vera cagione per la quale il Cromwell fu inflessibile nel voler eseguita la sentenza capitale, mentre prima aveva fatto tutto il possibile per salvarlo. Caratteristiche poi sono, nel dipingerci al vivo l’indole dei tempi, quelle sue varie e particolareggiate descrizioni di ricevimenti, di cerimonie, pompe, funzioni, ecc. Nè poca è l’emozione che ci desta la lunga enumerazione delle cospirazioni, degli atten- Società Ligure di Si. Patria. Voi. XVI. 2 — i8 — tati contro la persona del Protettore, e delle condanne subite dai colpevoli. Ma spassionatamente considerandole, ci dobbiamo convincere , che con le barbare leggi di quei tempi in vigore, ancor mite e clemente ne emerge la giustizia del terribile uomo di' Stato, in confronto dei successivi, non meno sanguinosi, atroci e perfino stolti supplizi della Ristorazione. Il Cromwell nell’ ultimo periodo delle sue azioni, nei maritaggi delle sue figlie fino alla perdita della sua prediletta Cley-pole, ci apparisce, dalle lettere del Bernardi, meno tetro, meno chiuso e ravvolto in quel manto di .dissimulazione ed ipocrisia, in cui lo vorrebbero nascondere i suoi detrattori. Il Bernardi finche si mantennero al potere i due Cromwell, seppe conservarsi l’amicizia e confidenza loro. Anzi dal Gran Protettore ricevette tali attenzioni e favori, che non doveva mai più scordarsene. Narra egli stesso, il 27 agosto 1659, di una sua grave e lunga malattia, durante la quale ha ricevuto particolari favori da Sua Altera, come de suoi medici chirurghi e visite di parte sua. Ma, mi dispiace il dirlo, accaduta la restaurazione dello Stuart, il Bernardi degrada sè stesso, e da incostante ed ingrato insulta alla caduta fortuna, per inneggiare servilmente alla risorta. Forse in tal modo sperava di salvare, nel dissesto de’ suoi affari, quel posto e quello stipendio donde traeva un sussidio, allora divenuto necessario, ai bisogni della sua famiglia. Ma di ciò si parlerà più distesamente, se tornerà opportuno il seguitare colle lettere del Bernardi fino a quell’ epoca. La corrispondenza dell’ ambasciatore Fiesco , dal 18 novembre 1654 al 10 maggio 1655, è migliore nella lingua e nel concettoso modo di esprimersi. In essa emergono le ottime qualità del Fiesco, come gentiluomo e fine politico; e merita molta lode la sua perspicacia, nell’aver tutta penetrata la grandezza del Cromwell e preveduta la durata e stabilità del suo governo. Lo scopo dell’ ambasciata del Fiesco fu di trovare appoggio nel Protettore contro la prepotenza della Spagna, nell’occasione dei sequestri effettuati sopra gli averi dei sud- — 20 — diti Genovesi in Lombardia e nel Napoletano. Nell istesso tempo, quantunque il Fie-slo abbia avuto qualche preliminare istruzione dal suo Governo, pare però ch’egli formulasse di suo criterio, in ciò forse aiutato dal Bernardi, pratico del traffico delle due nazioni, quel trattato di commercio tra Geno\a e 1 Inghilterra, che emancipandosi dal sistema protezionista propugnava il libero scambio (i). Il Fiesco ultimata la sua ambasceria, che riuscì di piena soddisfazione tanto al Crom-^ell come alla sua Repubblica, obbedendo all incarico avuto, presentò anche una compita relazione del suo operato. Questa relazione, sul genere di quelle onde Venezia face\a obbligo a suoi ambasciatori, è 110-te\ olissima per la descrizione che vi si contiene del carattere del Protettore, della sua armata, e del suo Governo (2). ^ Premesse queste generali spiegazioni, sarà d uopo il qui rammentarci delle interne ed esterne condizioni della Repubblica Geno- (1) Vedi Giornale Ligustico, anno II, 1875, fascicolo XII, pag. 489* (2) Questa relazione si darà per intero nella raccolta dei documenti. vese in quell’ epoca. Essa giaceva in quel-1’ inglorioso letargo nel quale s’era lasciata cadere, da che la soverchiante e vanitosa Monarchia Spagnuola la premeva intorno dalle occupate provincie d’Italia. Solo teneva deste le antiche discordie delle sue nobili famiglie ; ed il Governo era quasi del tutto nelle mani della vecchia aristocrazia, la quale appena sedevasi sicura, dopo di avere sventata la cospirazione del Balbi. Il Raggi, uccidendosi in prigione, vieppiù esacerbava 1’ odio tra i nobili del portico vecchio e quelli del nuovo. Sedeva Doge dal 1648 Giacomo de Franchi ; e perchè la Regina Marianna d’Austria, sposa di Filippo IV di Spagna, per le insinuazioni del Duca di Maqueda, aveva scelto di passare per il Finale, evitando il territorio della Repubblica, questa mandava Stefano De Mari ambasciatore a Madrid per farne le sue doglianze (1). In Francia risiedeva a rappresentare la Repubblica Genovese, pure dal 1648, Giovan (1) Filippo Casoni, Annali dilla Repubblica di Genova. Battista Pallavicino, che troveremo più volte nominato dal Bernardi e dal Fiesco; ed in quel regno governava il Cardinale Mazzarino, erede deU’autorità del Richelieu, durante la minorità di Luigi XIV. Nel passaggio da Parigi e nel ritorno dell’ambasciatore genovese , vedremo il Mazzarino procurarsi un colloquio col Fiesco, che ci darà un nuovo saggio dell’ attività e sagacia di quel Ministro, troppo spesso e volontieri biasimato dagli scrittori francesi. La politica all’estero dei reggitori della Genovese Repubblica andava facendosi ognora più fiacca e tentennante. Mostravasi solo accorta ed insinuante, quando trattavasi di acquistare dei chimerici titoli, e di conseguire delle futili onoranze. Ma non mai ebbe la fermezza ed il coraggio, nemmeno di pensare, a metter mano alla spada, quando pur non le rimaneva altro mezzo onorevole, per salvare dalla prepotenza dello straniero, la vera dignità e grandezza della patria. Già ben si potevano presentire da lungc le funeste cause, per le quali un popolo, già un tempo sì pieno di vita, di glorie e di arditi propositi, e che pur testé aveva sostenuto incontrastato lo scettro del Medi-terraneo nelle vigorose mani del D’ Oria, lo lasciò neghittosamente cadere e raccorre da lontane e più fortunate nazioni. Pur troppo appariranno, come inevitabili conseguenze dell’ inerzia e pusillanimità del Governo Genovese, le ripetute umiliazioni inflitte dalla Spagna, più tardi l’oltracotanza e 1’ insulto del despota Francese, infine lo scherno e la rapina dell’esercito Austriaco. E ben fu grande e generoso quello slancio di popolana virtù, che nell’ ultimo avvilimento de’ suoi reggitori, diede un nuovo esempio del Ligure valore; il quale, avventurosamente rivolto contro allo straniero, mantenne viva la memoria dell’antico suo nome. ALCUNE NOTIZIE SULLA RIVOLUZIONE INGLESE ED ANTECEDENTI DEL CROMWELL n sarà discaro ad alcuni lettori, il qui riassunti gli antecedenti del /eli; ed il rammentare i principali avuti della rivoluzione inglese, potrà servire di schiarimento ai nostri documenti. Oliviero Cromwell nacque ad Huntigdon il 25 aprile del 1599 (1). Il padre suo Roberto, quantunque di nobile ed antico casato, aveva tenuto a sostentamento della sua numerosa famiglia una fabbrica di birra. Oliviero fino dalla sua fanciullezza fu accuratamente educato (1) Villemain'e , Storia di Oliviero Cromwell. — David Hume, Storia degli Stuart. — 26 — giunto al 16.° anno di età, passò a studiare nel collegio di Sinney-Sussex in Cambrydge. Morto il genitore, sua madre lo chiamò a Londra, perché ivi frequentasse una scuola di Giurisprudenza. D’ indole assai viva ed irrequieta, si abbandonò ad ogni sorta di sregolatezze. Ritornato da Londra alla sua patria, fu il terrore di tutti, destro e tormidabile spadaccino qual’ era. Ma ravvedutosi presto dai suoi giovanili trascorsi, abbracciò con fervore le idee della riforma religiosa. L’eredità di uno zio, gli permise di accasarsi con Elisabetta Bouchier, discendente di una famiglia molto stimata nel contado, e ritirossi in villa a godere della pace domestica. Intanto più che mai si accendevano le discordie politiche e religiose fra Carlo I. Stuart ed i suoi popoli. Nel 1628 intervenne il Cromwell qual membro del terzo Parlamento ordinato da Carlo, e circa a quel-1’ epoca, fece parte di un comitato Puritano. Sciolto il Parlamento il Cromwell, ritirossi ancora presso la sua lamiglia. Ma per fuggire le persecuzioni a cui erano fatti segno i Puritani, egli già erasi imbarcato per lasciare l’Inghilterra e recarsi in America, quando un Decreto Reale, che proibiva lo spatriare, 1’ obbligò a fermarsi. Provvedutosi di una fattoria in Sant Ives (isola d’Ely) attese all’ agricoltura. Però occupavasi sempre in dispute religiose, mentre il Puritanismo era come il santuario della libertà, e vi guadagnò molta rinomanza nella sua provincia. Solo in quell’epoca, e mentre più ferveva la guerra dichiarata dal Re al Parlamento, il Cromwell, che oltrepassava già il quarantesimo anno di età, si dedicò alla vita militare, e reclutò nella sua provincia una com- — 2? — pagnia di soldati a cavallo (i). Ma, col suo genio, ben tosto comprese ciò che I’ Essex e gli altri non avevano saputo indovinare; cioè in che consistesse la vera forza de’ realisti. Bisognava, alla devozione al Re ed al sentimento d’ onore de’ cavalieri, opporre non dei soldati mercenari e triviali, ma degli uomini di condizione decente, di carattere grave, ed animati dallo zelo della religione e della libertà. Con tali reclute compose adunque il proprio reggimento, e potè assoggettarlo alla più severa disciplina ed ottenere, col proprio esempio, le migliori prove di abnegazione e coraggio. L’esito dei combattimenti non mancò di mostrare la superiorità della sua mente; e mentre nel 1644 le forze Parlamentari, guidate dall’ Essex nelle provincie settentrionali, subirono una serie di sconfitte, la giornata di Marson Moore guadagnata dal Cromwell e dal valore dei suoi, nelle provincie meridionali, compensò ampiamente di tutti quei disastri. Questa vittoria dovuta al partito degli indipendenti, del quale il Cromwell ed i suoi guerrieri erano il maggior nerbo, non recò un colpo più serio ai realisti di quello che lo recasse ai presbiteriani, fin allora dominanti nel Parlamento. Si licenziarono 1’ Essex e gli altri di quel partito, e si affidò Y esercito nelle mani di Fairfax e di Cromwell per riordinarlo. Questi organizzò l’armata intera, come aveva fatto col proprio reggimento; e Fairfax, soldato intrepido, ma di scarso ingegno e di carattere irresoluto, rimase generale di nome, mentre il Cromwell lo era di fatto. (1) Maculay, Storia d’Inghilterra. — 28 — In Naseby le rifatte schiere del Parlamento ebbero la prima decisiva vittoria contro i realisti. Altri trionfi rapidamente si successero, ed in pochi mesi l’autorità del Parlamento ritornò ad essere pienamente ristabilita. Fu allora che Carlo I, rifugiatosi presso gli Scozzesi, venne, in un modo poco onorevole per essi, consegnato agli Inglesi. Ma intanto che le Camere usavano della propria autorità arrogandosi un potere senza limiti, essa sfuggi loro dalle mani. Nel 1647, circa un anno dopo che l’ultimo propugnacolo dei Cavalieri crasi sottomesso al Parlamento, questo fu costretto a sottomettersi ai propri soldati. Giammai l’Inghilterra per tanti anni fu governata dalla spada. Ma 1’ armata che si recò in mano il supremo potere dello Stato, era molto differente da qualunque altra. I soldati di essa avevano una paga maggiore del gua-dagno, che 1’ individuo del popolo poteva sperare dal proprio lavoro; e chiunque si fosse distinto per intelligenza e coraggio, poteva aspirare ai gradi più eminenti. Quei soldati sobrii, morali, diligenti, assuefatti alla riflessione ed al sacrifìcio, erano stati indotti ad abbracciare il mestiere delle armi, non dal bisogno, non dalla bramosia della licenza, ma dallo zelo religioso e politico. In una milizia in tal modo composta, potevansi, senza pregiudizi, tollerare quelle licenze, che avrebbero in qualunque altra soldatesca pervertita ogni disciplina. Quelle adunanze religiose nelle quali un caporale, versato nella interpretazione della Bibbia, dava lezioni di maggior fer- — 29 — vore al suo colonnello o ammonizioni al suo maggiore poco devoto, avrebbero scosso il giogo d’ ogni subordinazione. Ma tanta era la gravità religiosa, lo zelo di cui ciascuno, nella sua tede, era invaso, che nel campo di Cromwell poteva sussistere una organizzazione religiosa e politica, senza menomare la militare. Gl’ individui stessi che emergevano quali demagoghi e predicatori, godevano pari riputazione pel loro spirito d’ ordine, la pronta obbedienza e il valore. Non è quindi a meravigliare se i capi di quell’ armata, affascinati dallo stesso fanatismo, cercassero di mantenere la loro superiorità, tanto nelle ordinazioni militari come nelle religiose. E si spiega perché l’istesso Cromwell, quando posava la spada, fosse obbligato a combattere nel campo delle idee, citando frasi e versetti della Bibbia, per non comparire da meno degli altri anche in questo nuovo genere di lotta. Ma non fu lieve impresa per quell’ esercito, 1’ asso-gettare il popolo Inglese. Non appena la nazione sentì il peso della tirannide militare, cominciò ad agitarsi ferocemente. Quelle contee, che mentre ardeva la guerra avevano mostrata cieca sommissione al Parlamento, furono le prime a sollevarsi. Ed il Parlamento, che a dir vero abborriva i suoi nuovi difensori più che i vecchi nemici, bramava piuttosto di venire a patti con Carlo I, che essere dominato dal proprio esercito. Nella Scozia formossi una coalizione fra i realisti ed un grosso corpo di presbiteriani, i quali detestavano le dottrine degli indipendenti. In ultimo scoppiò la procella. I popoli si sollevarono in Norfolk, in Suffolk, in Essex, — 30 — in Kcnt, in Galles. La flotta nel Tamigi innalzò il regio stendardo; e spintasi in mare, minacciò la costa meridionale dell isola. Grosse bande di armati Scozzesi ^alitarono i confini, e giunsero fino alla contea di Lancaster. Con tutto ciò, il giogo dell’ armata non si potè aci mente scuotere. Intanto che Fairfax spegneva le insurrezioni nella vicinanza della capitale, Oliviero Cromwell oma\a gli insorti Gallesi, riducendo i loro castelli in roMne, e moveva quindi contro gli Scozzesi. Le sue uppe erano poche, in confronto degli invasori; ma egli on a\ e\ a per costume di contare il numero de’ suoi nemici. armata Scozzese fu interamente distrutta. Segui cangiamento di governo in Iscozia e formossi un mministrazione in Edimburgo, ostile al Re. Cromwell, entato 1 idolo de suoi soldati, ritornò trionfante in Londra. • Fu allora che si incominciò ad incarnare tra questi austeri guerrieri, che governavano la nazione, un pcn- fivr'e nc' Pr'nc'P'° della guerra civile nessuno dett 6 ferniarsi; s' meditò una tremenda ven- detta sul Re prigioniero (i). messp116 "" fSSC or*f‘ne un tale disegno e quando assu-cisare ^ °rma d'St'nta’ assa' difficile il poterlo pre- o di "’°'’eSSe dai “mandanti e si appigliasse alle file, o d queste a quelli, o se fosse il trovato di una pò- potente T " “me di u" Potente a suo, fini; o che il fanatismo stesso trascinasse <■> Q»i si Kguitt le id„ dello slorico Macsu|ay — 3i — la politica con irresistibile impulso; é quistione non ancor bene definita. Né sembra improbabile, che in quel vortice di cose, colui che compariva il duce degli altri, fosse invece trascinato da loro, e che in quell’ occasione , come succedette molti anni dopo, egli fosse costretto a sacrificare il proprio giudizio e le proprie convinzioni ai voleri dell’ armata. Il Cromwell protestò pubblicamente, che non era l’iniziatore di quell’ idea, che i primi passi erano già stati compiuti senza che egli ne fosse partecipe, ma aveva assoggettati i propri sentimenti alla forza delle circostanze, che a lui, sembravano una manifestazione degli alti decreti della Provvidenza. Tali proteste non sono credute sincere da coloro che tacciano il Cromwell d’ipocrita. Essi vorrebbero provare, che non osando assumere tutta la responsabilità di quell’atto, eccitò l’armata di sottomano, onde avere sgombra la via a quella meta, cui reputano essi che già agognasse. Si noti però, che dagli stessi suoi nemici , più degni di rispetto, egli non viene mai rappresentato come uomo pazzamente crudele ed implacabile nelle vendette; e sembrerebbe per conseguenza assurdo, che facesse il passo più importante della sua vita spinto solamente da animo malvagio. Ma chi lo giudica un ipocrita ed un sanguinario, certo non oserebbe ritenerlo uno stolto. Oliviero non potea disconoscere, che quando consentì alla morte del Re, nove decimi di quelli stessi che parteggiavano pel Parlamento, oltre tutti i realisti , si sarebbero commossi di dolore ed orrore contro gli autori della sentenza; e, per quanto fossero strane le allucinazioni degli altri, di certo egli non so- — 32 — gna\a né la repubblica, né il regno millenario dei santi. Che se già meditava di tarsi il fondatore di una nuova inastia, a lui non conveniva alienarsi affatto in quel mo o il partito realista, e mettere un’ insuperabile barnera tra esso ed il trono. Era troppo evidente che ar° sarcbbe stato un rivale meno temibile di suo I °j ? . realista, avrebbe conservata Ja propria a ta, in tutta la sua purezza, a Carlo II ; mentre il P e i questi era caduto in dispregio agli stessi uoi intimi amici. Carlo II avrebbe destato tutto l’ineresse, che accompagna la giovinezza, 1’ innocenza et ? SpfntUra ‘ ^ Primo era prigioniero, 1’ altro sarebbe stato libero. -i-i ntd“i cos‘ ovvie importanti, non era pos-c e non passassero per la mente dell’ uomo polipo più grande in quelle emergenze. culi Jttl ^ Cromye]l non aveva mancato di tentare, in e prime, di farsi mediatore fra il trono ed il Parlatimi ^ ricornporre lo stato in dissoluzione col P re ella spada e sotto la sanzione del nome regio. dati p Cltp * ^esistere» Pcr 1 insubordinazione dei sol-1 lnc°rreggibile doppiezza di Carlo I. traHi't ° /Un ^Jrtlt0 ne^ «mPo, che voleva la testa del d’arn e C}\ trattava con dgag. Cospirazioni, minacce dello st C rmUtÌnamentÌ misero in pericolo la vita a enaT°- °mWCll; * h SUa e vigoria appena basto a sedarli. Pure s’accorse quale pericolosa nione eh Stata 11 contrariarli nell’ opi- loro e d’iddio"^0 CadUt° m 11 PÌÙ acerrimo nemico — 33 — D’altronde era manifesto che nessuno poteva aver fede nel Re. I suoi vizi, maggiormente cresciuti tra le perplessità e le difficoltà della situazione, erano quali si potevano aspettare da chi, abituato ad ingannare mentre era nella miglior fortuna, non poteva imparare ad esser franco nella avversa. Carlo, debole di carattere e tra gli impacci e le sciagure, si facea scudo con Tarmi che gli restavano: l’astuzia e la dissimulazione. Nessun uomo politico commise più di lui, con innegabile evidenza, tante frodi e falsità. Riconobbe pubblicamente le Camere di Westmin-ster come legittimo Parlamento; e nello stesso tempo, con atto privato, scrisse al suo Consiglio di non riconoscerle. Pubblicamente protestò di non aver mai invocate armi straniere ; e privatamente implorò aiuto dalla Francia, dalla Danimarca e dalla Lorena. Solennemente negò di avere impiegato i papisti ; ed intanto ai suoi generali ordinò di impiegare ogni papista, che volesse prestare i suoi servigi. Giurò in Oxford, in pubblica adunanza, di non favorire il papismo ; privatamente assicurò la propria consorte che intendeva tollerarlo in Inghilterra, e diede facoltà a Lord Glamorgan di promettere che il papismo verrebbe ristabilito in Irlanda. Poi tentò a danno del suo ministro di levarsi d’impaccio ; e diede a Glamorgan, tutte scritte di suo pugno, riprensioni che dovevano essere lette da altri, e lodi che lui solo doveva conoscere. A tal segno insomma erasi spinta l’indole falsa del Re, che i suoi più devoti amici, con dolore e vergogna , non si poterono frenare dal querelarsene amaramente. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 3 — 34 — Da quando cadde prigioniero, non vi tu individuo del partito vittorioso, ch’egli non tentasse di avvolgere nelle sue lusinghe e macchinazioni. Ma con nessuno tece più infelice prova, di quella che ebbe a sperimentare con Cromwell, studiandosi di blandirlo nel tempo stesso che voleva minargli il terreno. Oliviero non era uomo da vincersi con blandizie né con astuzie. Egli doveva ben calcolare, se per far salvo un principe che non si sarebbe mai potuto vincolare con promesse o giuramenti, gli conveniva di perdere la stima e 1’ affetto che gli portava il suo partito, la sua popolarità nell’ armata, la sua grandezza ed anzi la sua propria esistenza. Doveva ben considerare se ad un tale inevitabile sacrificio era cosa prudente di assoggettarsi, per un tentativo che probabilmente non sarebbe nemmeno riuscito. A malincuore dovette determinarsi; e dopo molte lotte e sospetti, e forse non senza molte preghiere, Carlo fu abbandonato a’ suoi più accaniti nemici. Succeduta la morte del Re, parve che la confusione e lo scompiglio tutta avesse invasa l’Inghilterra (i). Causa di questo disordine, non era tanto la smania della fazione dominante, di voler tutto rimodellare e perfezionare, quanto il sovvertimento di ogni autorità civile ed ecclesiastica. A ciò s’aggiunga il fanatismo da cui tutti erano invasi, di crearsi cioè un tipo di governo, per quanto non attuabile e strano, e di adottare un sistema religioso per quanto si fosse ideale e fantastico. I livellatori volevano demolire qualunque dipendenza i) Home, Storia citata. — 35 — e subordinazione, ed agognavano ad una perfetta eguaglianza di beni e poteri. I millenari, o partigiani della quinta monarchia, tendevano all’abolizione d’ ogni civile governo, per sgombrare la strada al dominio di Cristo, la cui seconda venuta preconizzavano imminente. Gli Antoniniani pretendevano che ogni obbligo di morale e della legge di natura dovesse tacere nel cuore del credente, quando sorgesse contrario al principio che guidava al suo fine 1’ eletto, ritenuto superiore ad ogni meschino sentimento di umanità e giustizia. Molti si scagliavano contro le decime ed il sacerdozio mercenario : altri detestando le leggi ed i loro protettori, avrebbero voluto abolire l’intero sistema di giurisprudenza inglese, che ritenevano troppo inerente al governo monarchico. In tal modo pretendevano semplificare la distribuzione della giustizia. Anche i più moderati dei repubblicani, nella loro manìa di essere santi, si credevano privilegiati così che non corresse loro alcun obbligo di far caso di leggi, di proteste, di antecedenti impegni e contratti. I monarchici, che tuttavia rimanevano, detti cavalieri dal popolo, nobili e gentiluomini caduti di seggio e spogliati delle loro ricchezze, non si sapevano rassegnare a quell’ umile stato in cui si vedeano balzati dai rozzi loro avversari, chiamati per dileggio, dal taglio dei capelli, teste rotonde. I presbiteriani, che primi col loro credito avevano fatto forte 1’ esercito, già si vedevano rapito il frutto delle loro fatiche dal prevalente partito degli indipendenti. La fazione repubblicana, quantunque composta di una I minoranza del popolo Inglese, pure esercitava un’ au-tore\ ole violenza sopra tutti gli altri discordi partili. A\e\a a suo maggior puntello l’esercito, forte di cinquanta mila uomini, formidabile per disciplina e coraggio. Il I arlamento, costituito come era di una piccola ed inconsistente porzione dei Comuni, aveva allora mandato tuori lettere particolari per le nuove elezioni ai posti mancanti. Istituì un Consiglio di Stato, composto di trentotto persone, coll’incarico di ricevere gli indirizzi, dare gli ordini ai generali ed ammiragli, ed eseguire le l°o&i- Voleva far credere di consacrarsi a regolare lo Stato colle torme e col sistema di rappresentanza nazionale, protestando che intendeva restituire a suo tempo 1 autorità di cui si riconosceva investito dal popolo. La Repubblica trovò l’Inghilterra in un’ apparente quiete, sotto il terrore delle armi sue; mentre le straniere Potenze, in guerra e discordia tra di loro, non avevano nè ragioni, nè volotà d’immischiarsi nelle sue domestiche dissensioni. Ma i due altri regni, che erano stati soggetti agli Stuardi, si dichiararono ostili al nuovo Governo. Il partito degli indipendenti era ugualmente odioso ai cattolici romani d'Irlanda ed ai presbiteriani di Scozia. E questi due paesi, che poco innanzi erano ribelli a Carlo I, riconobbero l’autorità di Carlo II, che povero e negletto viveva ora in Olanda, ora in Francia. Assestate quindi alquanto le interne faccende, la nuova Repubblica volse lo sguardo alla vicina isola d’Irlanda, ove Jones ed il presidio di Dublino erano stati lasciati nella massima angustia. Il marchese di Ormond non aveva trascurato di promovere a tutto potere la causa del Re; e messi insieme I sedici mila uomini, si era avanzato per assalire i presidi dei parlamentari. La guarnigione di Dundalk, ammutinatasi contro di Monk, fu tolta agli Inglesi; e d'altra parte la perdita di Tredah, Neury ed altri forti, rendeva prossimo un assedio alla stessa Dublino. Con tali successi, ebbe speranza il giovine Redi potersi recare personalmente in Irlanda. Urgeva perciò al Parlamento Inglese di arrestare quel pericolo. Si pensò tosto di mandarvi un luogotenente; e la scelta cadde sul Cromwell, avendo concorso alla nomina tanto gli amici che gli avversari di lui. I primi, perché sospettavano che la proposta fatta dal Consiglio di Stato, mentre egli era assente, provenisse dal Cromwell medesimo ; i secondi per allontanarlo da Fairfax , che, secondo loro, egli aveva cosi a lungo ammaliato. Al Cromwell toccò prima di sedare vari disordini ed insubordinazioni nell’ armata stessa, suscitati dall’ Eve-rard, dal Luckier e dal colonnello Lilburn. All’animo suo fermo e sicuro nessuna difficoltà valeva a contendere la via che s’era prefisso raggiungere. Adunò nelle parti occidentali dell’ Inghilterra dodici mila uomini : altri quattro mila tra cavalli e fanti, guidati da Reynolds e Vcnablcs, spedi a rinforzo di Jones, onde metterlo in grado di far fronte all’ Ormond. Il quale già in nome del Re s’era impadronito di Finglass, e disponevasi ad assalire Dublino. Intanto Inchinquin, con un corpo separato, aveva occupato Tredah e Dandalk e sbaragliato Offarrel, uno dei principali ufficiali di O’Neal, ed il giovine Cood, il quale comandava alcune truppe parlamentari. Inchinquin si congiungeva quindi al Marchese d’Ormond, e passa- vano insieme il fiume di Liffv, accampandosi a Reth-mines, due sole- miglia da Dublino. — Quivi l’Ormond si accinse a riparare un vecchio castello onde intercettare a Jones qualunque soccorso (i). Ma 1 animoso Jones, coi rinforzi che già aveva rice-'uti dal Cromwell, usci da Dublino; ed assalite le bande che lav oravano intorno al vecchio castello, e postele in rotta, piombò tosto sul grosso dell’ esercito deH’Ormond. Il quale, malgrado tutti gli sforzi fatti per riordinare le sue genti sgominate, dovette pur cedere il campo, perdendo tende, bagagli, munizioni, e lasciando circa tre mila morti sul campo. Jones tornò vittorioso a Dublino, con più di due mila prigionieri ; ed il Cromwell vi giunse poco dopo, accolto con gioia. Ma si avviò tosto a Tredah, cui 1 Ormond avea provveduta d’ un presidio di tre mila uomini, comandati da Arturo Aston, ufficiale rinomato , sperando con la resistenza di aver tempo a riarsi. Cromwell però non indugiò punto; apertasi appena la breccia, diede l’assalto ; e sebbene due volte respinto, ritornò in persona collTreton all'attacco. i Inglesi trucidarono allora tutto il presidio ; e romwell die voce d avere cosi operato, per vendicarsi e crudeli stragi commesse sotto il regno di Carlo I; con più probabilità per ismuovere da ogni proposito di resistenza gli altri presidi. Difatti, appena giunti i suoi manzi a Wexford , per incominciarvi l’assedio, le genti que presidio, fatta una leggera difesa, proposero di capito are. Ma trascurando essi di tener le guardie prima (0 Questo posto, secondo Io storico John Lingard, sarebbe Bogo.rath. — 39 — di aver ottenuta una tregua , diedero agio agli Inglesi di penetrare nella città, la quale non trattarono meno aspramente di Tredah. D’allora in poi tutte le città, dove Cromwell compariva, gli aprivano le porte. Rost si arrese, quantunque munita di forte guarnigione; Estio-nage fece lo stesso; ed il vincitore, gittato un ponte sul fiume di Borrow, si fece padrone di quel passaggio e di Carrick. Owen O’ Neal fu obbligato ad arrendersi a discrezione ; e la sua morte seguì poco apt resso. Gli Inglesi quindi non ebbero altre difficoltà a superare, tranne quelle delle fatiche e della stagione avanzata. Varie malattie , che infierirono nell’ armata, ne fecero perire una gran parte : l’istesso Jones, governatore di Dublino, mori a Vexford. Però Cromwell, lottando contro tante difficoltà, ebbe a compenso che si dichiarassero per lui le guarnigioni Inglesi di Corke, di Kinsale e del Munster. 11 credito del Marchese d’Ormond era venuto meno in tutta l’isola. Gli Irlandesi, mossi anche dalle prevenzioni religiose e dall’astio nazionale, abbandonarono affatto un governatore protestante, le cui imprese nell’interesse del Re erano tutte fallite. Cromwell invece, ricevuti rinforzi dall’Inghilterra, s’impadronì nella primavera di Kilkenny e di Clonmel, ultime piazze che fecero una seria resistenza. Ormond non tardò a sgombrar 1’ isola, tutto essendo crollato 1’ edifizio della Unione Irlandese. Così nel corso di nove mesi il Cromwell, con una serie di non interrotti trionfi, soggiogò l’Irlanda e la ridusse come non era stata mai, nello spazio di cinque secoli di strage, dallo sbarco de’ primi Normanni in poi. Egli determinossi di por fine al con- — 40 — flitto delle razze e delle religioni, che avevano per tanto tempo turbato quel paese. Le più grandi città furono da lui lasciate prive d’abitanti : ne cacciò parecchie migliaia sul continente, ne imbarcò molte migliaia per l’America e riempì quel vuoto mandandovi numerose colonie di genti Anglo-Sassoni, seguaci delle credenze di Calvino. Con tutto ciò, sotto quel regime di ferro, il paese conquistato cominciò a far mostra di una certa prosperità esteriore. Distretti che poco innanzi erano selvaggi, in brevi anni, vennero trasformati nei più floridi e coltivati. Sorsero da per tutto nuovi edilìzi, e strade e piantagioni. Le entrate dei terreni crebbero tanto, che i proprietari Inglesi cominciarono a lagnarsi di incontrare 1 prodotti dell’ Irlanda in tutti i loro mercati, e invocarono delle leggi protezioniste (i). Intanto al guerriero vittorioso si preparava un nuovo campo di gloria in Iscozia. Ivi erasi trasferito il giovane Re, dopo avere acconsentito di professare il culto dei presbiteriani ed aver firmata la convenzione. In compenso di ciò, gli austeri presbiteriani, che dominavano in Edimburgo, gli avevano concesso di tener sotto la loro vigilanza e direzione una corte nelle vuote sale di Holivood. Ma tutti gli amici suoi Inglesi, come sobillatori, gli furono tolti d’intorno. Argile, che era il personaggio più influente presso quei rigidi zelanti, quantunque aspirasse a guadagnarsi l’amicizia del Re, chiudeva le orecchie ad ogni sua proposta. Il clero, esaltando l’altare sul trono, calpestava ed avviliva la regia maestà, tra- (i) Macaulay citato. % endo partito dal predominio suo, con ogni specie di contumelie. Carlo si vide non solo annichilito nella propria autorità, ma macchiato nell’ onore. Nessuno faceva caso di lui, nei publici provvedimenti e nei Consigli di Stato. Era sospetta ogni sua raccomandazione per unire le discordi fazioni. I malintenzionati e sobillatori erano sempre oggetto della riprovazione del clero ; e chiunque gli era sospetto veniva accusato con uno di quei nomi. Gli stregoni furono un’ altra invenzione di quei fanatici. Molti di essi furono dai pubblici magistrati accusati e condannati alla pena del fuoco. In un villaggio di sole quattordici case, presso Berwich, quattordici stregoni vennero arsi vivi. Malgrado il poco accordo tra il giovine Re e quel partito di zelanti, il Parlamento Inglese, prevedendo che alla fine gli Scozzesi avrebbero potuto intendersi, si preparò ad una guerra ritenuta inevitabile. Rchiamò il Cromwell dall’Irlanda; il quale cedette il comando del-1’ isola ad Ireton, e restituissi in Inghilterra. Fairfax, sempre generalissimo di nome, avrebbe potuto agire contro la Scozia e comparire alla testa degli eserciti. Ma egli per iscrupoli insuperabili, si asteneva dal muover guerra alla Scozia : considerava gli Scozzesi come caldi presbiteriani, e congiunti all’ Inghilterra coi sacri vincoli del concordato. Si cercò di persuaderlo con un Comitato del Parlamento , del quale fece parte l'istesso Cromwell. Ma rimasto inflessibile il Fairfax, rassegnò il posto al Cromwell , il quale diventò così anche di nome il capitano generale di tutte le forze dell’ Inghilterra. Cromwell, colla sua solita. vigilanza e prestezza, si mise in moto; ed entrò in Scozia con sedici mila uomini. Gli Scozzesi erano capitanati da Leslev, ufficiale espe-rimentato e che aveva concepito un ottimo piano di difesa; perchè fortificatosi in un campo trincerato, Si era stabilito tra Edimburgo e Leith, ed avea fatto togliere dalla contea di Morse e dal paese dei Lozj quanto potea servire di sussistenza al nemico. Cromwell avanzatosi verso il campo di Leslev, cercava d’indurlo a battaglia; ma il cauto Scozzese, sapendo che se non era inferiore di numero lo era di disciplina, si tenne dietro ai ripari, ingaggiando solo dei piccoli scontri e delle scaramuccie. In una di queste il Cromwell, sempre intento a stuzzicare il nemico perchè venisse a battaglia, trovossi coi soldati dell’avanguardo. Un tiratore nemico, avendolo riconosciuto, gli scaricò contro il proprio fucile, senza coglierlo. Cromwell rivolgendosi a lui pacatamente gli disse : « Se tu fossi dei miei, ti farci severamente punire per avere sbagliato un colpo cosi commodo e sicuro ». Anche il giovine Re, seguendo il consiglio del Conte d’ Eglinton, si era portato nel campo del Leslev, dove 1 soldati lo aveano entusiasticamente acclamato. Ma tosto il clero se ne ingelosiva ; ordinava al Re di lasciare il o ’ a » campo, e facea dare lo sfratto a qualche migliaio di soldati, supposti malintenzionati e sobillatori, purgando cosi 1’ esercito, che essendo composto di soli santi, non lasciava più temere che potesse subire dei rovesci. Il clero, che tutto voleva dirigere, vietava altresi a Leslev di combattere nel sabato, per non avvolgere la — 43 — nazione nel peccato ; e mormorava del prudente generale, che tardava a salvarli da’ suoi nemici. Cromwell, a cui quella guerra difensiva mantenuta dal Lesley riusciva assai dannosa per la difficoltà di provvedersi le vittovaglie, che doveva ricevere dalla parte del mare, fu costretto ad avvicinarsi a Dumbar. Lesley gli tenne dietro: accampossi sulle alture di Lammermore, che dominavano quella fortezza, e prese possesso dei passi più importanti tra Dumbar e Berwich. Lo storico Hume dice che Cromwell, ridotto a mal partito, pensava davvero ad imbarcare fanti e cavalli, quando * s’accorse per alcune mosse del campo nemico che questo disponevasi ad assalirlo. 11 conte Majolino Bisaccioni, nella sua Storia contemporanea delle guerre civili d’Inghilterra, narra il fatto in tal modo: « Cromwell pensò all’arte dove la forza non valeva. Finse dunque di ritirarsi verso il porto di Dumbare per mancamento di vittovaglie, ritirata che aveva del verosimile, quasi che stanco e disperato dell’ impresa di Scotia volesSfc ritornare in Inghilterra. Creduli li Scozzesi uscirono de’ posti per dar alla coda à gli Inglesi, che arrivati vicini a Dumbare, furono fieramente attaccati da’ Scozzesi. Giunta la retroguardia a sito vantaggioso, voltò faccia, et con essa tuttcf il corpo dell’ esercito , et si attaccò quella battaglia, che tanto avevano li Scozzesi fuggita. La fattione fu breve, e sanguinosa per li Scozzesi, e fortunatissima per il Cromwell, restandovi morti più di tre mila di Scotia, et prigioni otto mila, con perdita di trentadue pezzi di cannone, et di tutto il bagaglio; rotta cagionata dalla fanteria, che intimidita dall’ attacco furioso della ca- ✓ — 44 — valleria, gettò l’armi, volgendosi ad una vilissima tuga, l^u questa vittoria ai 18 di settembre; doppo la quale mandò il Cromwell duecento insegne a Londra tolte à gli inimici, che furono poste nella gran sala del I alazzo di Westminster ; et in tanto voltò l’esercito ad Edimburgo, essendosi ritirato il Re più verso tramontana a San Johinston, dicendo ad alcuni suoi confidenti die sperava in Dio, per quella vittoria ottenuta da Inglesi, di esser libero dalla oppressione di quei scelerati presbiteriani » (i). Il \ illemaine dice: « Tutto assicura che gli Scozzesi, ove si fossero limitati a ben custodire le alture ed i passaggi, avrebbero costretto il Cromwell ad arrendersi per fame, e lo avrebbero attaccato con suo irreparabile svantaggio. E cosi credeva il Lesley; ma l’ardenza dei ministri la vinse ». Lo storico Lingard dà pure una minuta descrizione della battaglia; e quantunque coincida nel numero dei morti, feriti e prigioni, pure non spiega chiaramente, come il latto per sé stesso evidentemente lo dimostra, che una ( ) Ho citato questo brano del Bisaccioni, per dare un saggio, del come egli mostri bene informato riguardo a cose militari. Uomo di guerra, giudica cognizione di causarne si lascia accecare dall'odio delle fazioni ; benché servito il Pontefice ed altri Sovrani d'Europa, non poteva essere certamente partigiano del Cromwell. II Bisaccioni appartiene a quella lunga schiera di raminghi Italiani, che nella a ed oppressione della loro patria erano costretti ad offerire i propri servigi alle Potenze straniere, contribuendo alla grandezza delle medesime coll’in-g g o e col sangue, e venendone bene spesso o dimenticati o rimunerati d’ingratitudine. ... C SUCt nor'z‘e s' Possono rilevare dalle opere seguenti: Scena degli uomini 1 “str‘ d I‘aha del Conte Gualdo Priorato. Venezia, 1659; Glorie degli Incogniti. Venezia, 1647. — 45 — vittoria cosi completa non poteva che essere il risultato di un piano militare ben meditato e felicemente compiuto dal Cromwell. La disfatta di Dumbar aperse le porte di Edimburgo e di Leith al vincitore, mentre i pochi fuggiaschi di Lesley si ridussero a Stirling. — L’approssimarsi dell’ inverno, e le febbri che colsero il Cromwell, arrestarono per allora il corso delle sue vittorie. La sconfitta dei presbiteriani Scozzesi, parve al Re un evento fortunato, in quanto che i due eserciti che avevano combattuto gli erano quasi nemici del pari, ed in ogni modo i vinti dovevano lasciargli maggiore autorità, per essere meglio sostenuti dal suo partito. In fatti egli potè avere presso di sè 1’ Hamilton, il Landerdale e gli altri suoi più fedeli, che dovettero però far pubblica penitenza. Quindi il Re con molta pompa e solennità fu incoronato a Scone. Ma tante erano ancora le vessazioni, e tanto gli era gravoso il dover assistere a tutte le prediche e sermoni de’ suoi fautori, che un giorno tentò liberarsi da quell’ incontentabile clero, per raggiungere Middlcton il quale alla testa di alcuni realisti percorreva i monti vicini. — Raggiunto dal colonnello Montgom-mery, si lasciò persuadere a tornare indietro, facendo di necessità virtù; ma dopo quel tentativo di fuga, ottenne miglior trattamento. Intanto, nella propizia stagione, si potè radunare un nuovo esercito Scozzese, sotto il comando di Hamilton e Lesley ; ed il clero permise che il Re si portasse pure nel campo. I soldati delle parti occidentali, per non mischiarsi coi sobillatori e malintenzionati, fecero un corpo - 46 - separato sotto il comando di Ker. Essi si dissero i protestatori; gli altri si chiamarono i risolvitori —fazioni che lacerarono poscia e per gran pezza il Reame. Carlo II si era accampato coll’ esercito a Torwod, lasciandosi alle spalle la città di Sterling, donde traevansi liberamente le vettovaglie che pervenivano dai paesi settentrionali. La fronte del campo del Re, già ben difesa da forti trinceramenti, teneva in rispetto il nemico; ed i suoi generali non pensavano che a conservarsi sulla difensiva, seguendo le massime dell’ultima campagna, alle quali dovevano i prosperi risultati ottenuti. In questo mentre il castello di Edimburgo si era dovuto arrendere al Cromwell; ma questi non avea potuto tentare l’assalto di Sterling. All aprirsi della buona stagione, riavutosi il Cromwell da una grave infermità, cagionatagli dalle febbri e che aveva fatto temere della sua esistenza, riprese con ogni attività le militari operazioni. Cercando con tutti i mezzi di indurre il nemico a battaglia, s’impadroni, sotto gli occhi dei soldati di Carlo. di un forte che difendeva le trincee da essi erette nell’inverno. Ma non riuscendogli di attirarli alla pugna, spedi Lambert nella Contea di Fife, per intercettare i viveri al nemico. Lambert mise in rotta un corpo di realisti, comandati da Holborne T? Brown, facendone molta strage. 1 ale disfatta obbligo 1’ esercito di Carlo a ritirarsi più \erso Sterling. Lo insegui il Cromwell, e si piantò co 1- 1 esercito suo dietro a quello del Re, tagliandogli cosi la ritirata verso l’interno della Scozia. Previde bensi che a Carlo rimaneva aperta la via dell’ Inghilterra; ma — 47 — scrisse al Parlamento di aver appostale truppe sufficienti per arrestarne la marcia se mai l’avesse tentata. Carlo, ridotto alla disperazione, volle arrischiare 1’ ultimo colpo ardito che rimanevagli; e conoscendo di aver favorevoli le provincie del Nord, mosse alla volta dell’Inghilterra. Partì dunque, col massimo secreto, il 29 di luglio; ed il giorno 6 d’ agosto toccò il suolo inglese dalla parte di Carlisle, alla testa di sedici mila uomini. Ma Cromwell non ismarissi punto per tale audacia. Esortò il Parlamento a non temere; spedì il Lambert dalla Contea di Fife, con un corpo di cavalleria, ad inseguire il nemico , ordinandogli però- di evitar la battaglia fino al suo arrivo col grosso dell’ esercito; e lasciò Monk con settemila uomini nella Scozia per compirne la sommissione. 11 Parlamento rassicurato decretò ogni possibile armamento per la difesa, ed ogni misura di repressione contro i realisti. Carlo si avanzò rapidamente per la Contea di Lancaster, e Massey fu spedito innanzi per organizzare le leve dei sollevati. Ma il Comitato della Chiesa proibì di reclutare soldati che non avessero prima aderito al Convenant; e quantunque Carlo avesse annullato quest’ordine, i ministri presbiteriani insistettero perchè fosse osservato. Massey si fermò ; e fu raggiunto dal Conte di Derby coi suoi cavalieri e fanti dell’isola di Man. Nello stesso tempo Cromwell aveva spedito il colonnello Lilburn col suo reggimento di cavalleria, per radunare i rinforzi che accorrevano da -Yorckshire e Ches-hire. Derby, coi soccorsi dei realisti di Manchester, tentò di sorprendere Lilburn; ma fu invece colto egli stesso da questi, sulla strada che conduce da Manchester - 4* - a Wigam. Le teste delle colonne opposte s’ attaccarono a più riprese ; ma il coraggio disperato dei realisti non potè resistere alla fermezza e disciplina dei repubblicani. Tutti furono morti o dispersi: lo stesso Derby potè a stento salvarsi colla fuga. Carlo pervenuto a Worcester, città grande nella quale avea molti partigiani, fu dall’ Alderman e dai nobili solennemente, proclamato ed accolto con entusiasmo. La sua armata fu provveduta di tutto quanto mancava, ed accresciuta di molti volontari. Quivi gli balenò un lampo di buona fortuna, e pensò di ristorare l’esercito, approfittando della fertilità della contrada. Invece di marciare direttamente su Londra, decise allora di fortificarsi, e di attendere l’armata parlamentare al di qua del fiume che ne lo divideva. Infine il giorno 28 agosto, Cromwell raggiunse i suoi. Lambert attaccò subito e prese il ponte d’Upton, sopra il fiume Severn; ed in questa azione Massey, il più distinto de’ generali realisti, toccò una grave ferita. Il 3 di settembre accadde poi la battaglia di Worcester; ed é con la notizia della medesima che incomincia la corrispondenza del Bernardi. Ora udiamo da lui quanto vociferavasi in Londra e con quali particolari egli ce la descriva. I I. Serenissimi et Ecccìcntissimi Signori t> Venerdì passato li 15 stante ricevei la carissima di Vostre Signorie Serenissime de 28 passato, con la mia lettera credentiale con titolo di Agente a questo Parlamento ; la quale non ho ancora presentato, per esserci le differenze tra questa Republica e il Re di Scotia, nella opinione de giudiciosi ridotte a tal ponto da non poter descernere chi dovesse superare, trovandosi il primo nel Ponente nel Contato di Voster con armata di 30 mila tra Cavalleria et Infanteria, et l’ultimo con qualche vantaggio. Sabato li 16 stante (1) alla notte vien avvisata che sendosi l’armata Realista pochi giorni prima marciata (ad instanza del Contado) a nuovi quartieri verso la Vallia, per trovarsi scarsi de viveri et lasciatoli nella città di Voster guarnigione di 4 mila fanti, che furono subito assediati e di tal maniera ristretti, ch’obbligò (1) Notisi U differenza di 10 giorni in più del Calendario Gregoriano non adottato dall'Inghilterra.. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 4 — 5o — l'armata Realista al soccorso, et che giovedì li 14 stante si divisero le forze Parlamentarie; cioè el una parte a combattere il Re, et 1’ altra all* assalto della detta Città con prospero successo e vittoria, per essersi in 6 hore di contesa impadroniti di essa Citti e saccheggiatala et disfatta tutta l’armata di quJ Re, tra morti e prigioni da 6 milla, però con perdita considerabile di questa parte per haver l’infanteria fatto una gagliarda diflesa, ina mancandoli la polvere, et la cavalleria sendo la maggior parte S«.o zesa, gente di poco spirito, vennero in disordine e tuga. Il e scappato con 4 mila 'cavalli, et in seguito di esso aitanti della Re publica, et si crede debba restar preso; il General Masse) ascoso nella detta citti di Voster. Se questo ò vero, di che poco se nc dubita, potranno questi Signori godersi la quiete per qualJi anni, con la gionta che di certo restarano presi a Dondee ne a Scotia li Baroni Leslev, Cranford e Ogleby, con tutta qud a partita che s’andava levando in soccorso del lor Re. Di que o seguirà in appresso saran VV. SS. Ser.m* alla giornata rigua gliate; et passato tre o quattro giorni ci sarà luoco di muover per la mia audencia, che essendosi gii il negotio della nave Mon lagna di Sale del tutto dispacciato, solo restano le sigortA quali si spera resteranno tosto libere, et l’Alessandro Grande non .nuora comparso. Non potri esser questa poca dilatione in non presentar le lettere di alcun preiudicio, havendo osservato di non trattar per il presente altro negotio che quello dell 'Alessandro Grande, et non farlo in avvenire senza particolar ordine, che cosi cscgu con ogni pontualiti; sendo ogni mio studio impiegato in ben str vire la Patria et dar compita satisfazione a VV. SS. Ser. , ‘-^c sari per hora fine. Li auguro da Nostro Signore ogni feliciti et contento (1). Londra a 8 Settembre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime et Eccclcntissime Humilissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardj. * * (1) Ogniqualvolta compariranno degne di rimarco, si pul blicheranno le annotaxioni dei cancellieri o segretari» della Signorìa, scritte a tergo di ciascun autografo. Esse, oltre ad avvisarci del giorno in cui furono lette le lettere del Bernardi, ci conservano un sunto delle risposte che dovevansi dare, condo le deliberazioni prese nei Collegi o Consigli. — 51 II. Lettera tradotta ila me Francesco Bernardi dall’ inglese, che scrisse il Generalissimo Signor Cromwell al Sig. Guglielmo Sentalle Oratore del Parlamento della Re-pulilica d’Inghilterra, stata stampata con autorità di esso. Non posso ancora darvi exatto conto de successi così grandi che Nostro Signor Dio ha operato per questa Republica, et pure non posso tener silentio, ma secondo il mio debito vi rapprcsen-tarò sinceramente come mi viene a mano. La battaglia seguì con varj successi per alcune hore, però sempre con bona speranza della nostra banda; et alla fine divenne absoluta vittoria e così completa, che riesce la total riuna dell’esercito nemico del tutto scacchiato con la presa della città di Vorcester che se li diede, li nostri soldati entrando in essa alli calcagni de nemici, combattendo con essi nelle strade con gran coraggio, impadronendose de tutti loro bagagli et artigliarie. Quanti siano li morti ancor non ne posso dar conto certo, non restandone per anco fatta la revisione; però sono assai, per essere stata la disputa longa et da vicino et spesse volte da pica a pica e da una diffesa all’ altra. Restano nostri prigionieri da 6 in 7000 qua et molti Signori di gran qualità et officiali, il Duca Iiamelton , il Conte di Roshe e diversi altri conti e marchesi, et altri che saranno apropriato su-gietto e degni della vostra justitia. Habbiamo mandato partita considerabile dietro al nemico che fugge in fretta ; già sono avvisato da nostri d’ haver preso numero assai seguitando il resto molto d’ appresso et che importa tutto il paese d’intorno alzatose contro de nemici. Credo che le nostre forze, che per Provedenza Divina se messero a Brondhe-sherosse et Staford, con quelli ancora del Coronello Elborne, restorno de manera come se si fosse antevisto quanto è successo per impedimento del loro ritorno in Scotia. Sento ancora che il nemico non abbi molto più di mille cavalli di corpo nella loro fugita, et che voi ci n’avete vicino a quattro mille seguitandoli et altri che sono interposti fra loro e loro ritorno in Scotia. Veramente la battaglia fu ardua assai; nientedimeno non credo — 52 — thè noi habbiamo perso 200 huomini. Le demensioni et debito a questa mesericordia de Dio passarno il mio intendimento: veramente mi pare una coronata miserecordia, et se tale non è tale'I’haveremo, quando questa provochi quelli a chi tanto concerne de darse le do-\ute gratie a Dio et il Parlamento fare in ciò la volontà sua et per la natione et cambiamento del Governo in vedere il Populo cosi \olonteroso alla diffesa di essa, et così segnalatamente benedire le delegcnze delli vostri servitori in questa cosi grande ultima opera. Pi-rdò mi prendo l’ardire de humilmente pregarvi, che tutti li nostri pensieri solamente risguardino all’alzamento del suo honore che ha operato così gran salute, et che la sostanza de queste continuate misericordie non causi superbia nè vanità, come già simili meserecordie fecero alla natione sua elletta; ma che il timore dd Signor Dio solo per sua mesericordia senza autorità, et il Populo così prosperato et benedetto humele et fedele, et che la giu-stitia e rettitudine e verità scatturisca de Voi con ritorno de gratia al nostro Gratioso Dio, queste saranno le preghiere del Vostro Humelissimo et Obediente Servidore Olivero Cromwell. III. Serenissimi et Eccelentissimi Signori e Padroni Osservandissimi A 8 stante fu mia ultima in risposta della carissima di \ ostre Signorie Serenissime de 28 passato, eh’ il contenuto confermando, sarà tanto di maggior brevità, col essersi li giorni passati il Parlamento totalmente occupato con la vittoria grande havuta contra il Re di Scotia et modo di ricever il Generalissimo Cromwell, che venerdi passato a 24 stante entrò in questa Città accompagnato col Oratore e tutti li Signori Principali del Governo. S’ ha deportato con molta humeltà et prudenza, et vieti apiauso più che mai; ha condotto con su’ armata quà tutti li prigionieri Scosesi, che saranno da 3000, et hoggi entreranno altri 1500 Inglesi; con che non c’ è stato luoco di muovere per la mia audienza; havendo — 53 — detto Oratore promesso seguirà domani, che per non lasciarsi fin hora vedere la nave Alessandro non è tempo perso. Il Re di Scotia con molta difficoltà ha rientrato con solo 60 cavalli (quelli 4000 fugirno seco da Voster) nella Scotia; il suo Generale Massey trovandosi gravemente ferito et da non poter seguitarlo, fu costretto restar a dietro in Lestensheew, et resosi lui prigione alla Contessa di Stanford madre del Signor Baron Grey, membro di questo Parlamento, intendendosi per bona mano sia poi morto. E questo sendo tutt’ al presente degno della notitia di Vostre Signorie Serenissime farò fine, humilissimamente baciandoli le mani; pregandoli da Nostro Signore ogni colmo di felicità e contento. Londra a 25 Settembre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime Hutnilissitno et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. IV. Serenissimi et Eccelenfissimi Signori e Padroni Osservandissimi A 25 stante fu mia ultima ; et il giorno seguente a 26 detto l’Oratore del Parlamento, conforme al promessomi, muosse per la mia audienza, il che mi fu assignato per dimani come vedranno dalla copia del Oratore che vien con questa; et col discorso ha-vuto poi con alcuni amici che furno presenti alla detta motione , trovo che fu abracciato con somm’ affetto e contento; e la coniun-tura, che si prese nel muoverlo, non potè humanamente esser meglio, per esser il primo giorno eh’ il Generalissimo Cromuell entrò nel detto Parlamento dopo del suo quà arrivo, con che li fu Parlamento pieno. Hieri mi venne a visitare il Cavaliero Oliver Flemings maestro delle cerimonie, di parte del Parlamento, et a darmi notitia che detta audienza resterà differita sino al giovedì venturo, per esser riservato il martedì a digiunare et dar gratie a Nostro Signore per le passate vittorie. — 54 — Il detto Generalissimo, come intendo per bonissima mano, richiedeva mercordi venturo tre ponti : il primo che tutti li comis-sarii et officiali della Republica diano conto delli denari da essi scossi per il Publico, et come si son distribuiti; secondo, che passi atto di oblivione e perdono generale, a chi se sia che vorrà sottomettersi a questo governo ; terzo, che si disolva questo presente Parlamento et che il Consiglio di Stato habbi autorità di chiamar un nuovo di dui in dui anni. D’Irlanda si tien tresc’ avviso, che quest’ armata habbi tenuto prospero successo contra li Irlandesi, et che si spera debba restar fra breve del tutto ridotta all’obedienza di questa Republica. Che è quanto per hora occorre degno della notitia delle \ o-stre Signorie Serenissime; cui mano humilmente bacio, et prego Nostro Signore li conservi felicissimi. Londra a 29 Settembre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime et Eccelentissime Humilissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Martedì il 16 Settembre 1651. L’ Oratore per via di raporto dà conto alla Casa della ricevuta della copia delle tre Credentiali dal Serenissimo Duce et Ecce-lentissimo Signor Governatore della Serenissima Republica di Genova del 28 Agosto 1651. Risoluto per il Parlamento che una Gionta di deputati sii apon-tato per ricevere Francesco De Bernardi Agente della Serenissima Republica di Genova, in conformità delle regole in ricevere Agenti. Risoluto per il Parlamento, che hoggi a otto, alle ore dieci della mattina, sia apontato per dar audienza al detto Agente et che il maestro delle cerimonie gli ne dii notizia et lo accompagni. Tradotta verbatim. Hen: Scobell Clcr: Parliament. 55 — V. Serenissimi et Eccelenlissimi Signori e Padroni Osservandissimi A 29 stante fu mia ultima : il contenuto confermando causerà brevità, servendo questa solamente per dar notitia a Vostre Signore Serenissime della prolungatone sino a domani della mia audienza, per esser stati questi Signori sino al mercordì passato ocupatissimi, nella dispositione per un nuovo Parlamento : in che col presente sono seguiti contrasti d’ importanza col Generalissimo, nè resta sin hora quello gran ponto stabilito, che disolven-dolo (di che poco si dubita), le partite Realiste e Presbiteriane, quali restano ancora in esso considerabili anderan del tutto per terra; et alcuni delli membri al presente potenti la faranno male, sendoli riso-lutione di chiamarli a conto, et incolpandoli per grave offese, il che non seguirà mentre sono membri, per non violare li privilegi del Parlamento. Il nuovo consisterà di una elletione libera del popolo, ogni provincia nominando la parte li tocca; però saranno persone di tutta satisfatione all' armata, che conforme al giudicio humano non può mancare di governar anni. Temo che 1’ agitatione di una cosi grande risolutione possa ancora dilatare detta mia audienza , non ostante il Cavaliero Flemingh, maestro di cerimonie, m’ è venuto hoggi a visitare con moltissimi complimenti et assicuratomi debba infalibilmente seguire domani alle due hore dopo mezzo giorno, et che sarà con ogni decoro et honore coni’ è debito mio di procurare ; et di quello che seguirà con altra spero darli compito aviso. Del Ile di Scotia non si sa fin hora dove sia : alcuni dicono , esser morto, altri che abbi passato a Francia, che non sendo ancora venuto quel Corriero di questa settimana non se ne sà il certo che sarà. Per hora fine. Con ogni reverenza bacio a Vostre Signorie Illustrissime le mani, augurandoli da Nostro Signore ogni vero bene. Londra a 9 Ottobre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime ed Eccelentissime Devotissimo et affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. - 56 - VI. Serenissimi et Ecceìentissimi Signori e Padroni Osservandissimi A 9 stante diedi conto 'a Vostre Signorie Serenissime di come la mia audienza restò prolungata sino a 30 detto, causato dalli importantissimi affari del Parlamento et deferenze tra esso et il Generalissimo. Queste continuano et augomentano ogni giorno più, a tal segno sari forza 1’ uno o 1’ altro vadi a terra, come presto ne devono succedere l’effetto, tirandose l’armata in postura di forzar 1 intento. Questo è stato causa , come ne temeva, che un altra volta restassi dilatato, et il Parlamento (ha) ordenato al Consiglio di Stato di darmela, come Vostre Signorie Serenissime vedran dalla lettera mi scrisse il Cavaliero Flemingh maestro di cerimonie; il quale è stato poi meco, et assicuratomi che la dilatione non procede per altro che dalla causa sudetta; et che c’è qui un Residente di un Prencipe del Imperio, Cavaliero del suo Consiglio, il quale dimandò audienza 15 giorni prima ch’io lo feci, nè fin hora potutala havere ; et che se ci fosse un ambasciatore del maggior Principe del mondo, in questa congiuntura li succederebbe l’istesso; dicendo a Vostre Signorie Serenissime che non è da meravigliarsi di questo procedere. Non tenendo questo Governo cosa stabilita, il Signor Ambasciatore di Spagna ebbe ultimamente audienza nell’istesso Parlamento; il Residente di Portogallo la ebbe in una stanza vicina a detto Parlamento, et nominatoli deputati ; quello del Granduca di Firenze la ebbe similmente per un Comittec o siano 11 deputati, ma seguì in altra stanza; et a me se-guiri per il Consiglio di Stato, che consiste di tutti li principali del Parlamento et armata, che di tutto ponto governa la Republica et resteri in piedi quando non ci sarà Parlamento ; si che chiaramente si vede da questa resolutione, la buona inclinatione et affetto di questo Governo a Vostre Signorie Serenissime. Non ostante ci sono di quelli che vilmente et maliciosamcnte hanno cercato et cercano per loro invidia et preprj interessi di sturbarmi: questi per falta di giudicio et debita consideratione, per farmi male, procurano quanto in loro sti d’afrontare l’istessa Patria; sperando — 57 — in Nostro .Signore che presto si discoprirà l’infamia del loro procedere, del che non mancherò di dar a Vostre Signorie Serenissime distinto aviso. Queste differenze vanno talmente crescendo, eh’ il Consiglio di Stato ha havuto per bene dilatare la gran festa e banchetto restava apontato giovedì venturo a Palatio, sino a 2 del prossimo. Del Re di Scotia non si sà fin hora nuova alcuna. Si stima sia stato amazzato, ovvero annegato passando il mare con qualche piccola barca, sendo da credere li sia occorso qualche disastro, presupo-nendo, se fosse vivo sarebbe forza prima di hora sentirne qualche cosa. Di quello s’innoverà saran Vostre Signorie Serenissime alla giornata avvisate , cui humilmente prego da Nostro Signore ogni desiderato bene. Londra a 16 Ottobre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime et Eccelentissime Humilissimo et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. VII. Serenissimi et Ecceleutissimi Signori e Padroni Osservandissimi A 16 stante fu mia ultima: il contenuto confermando causerà brevità, tanto più non havendo sin hora havuto audienza causata dalli importantissimi affari del Parlamento, quale ha intervenuto al di-solversi, purché prima passi un atto di indemnità et perdon generale alli membri di esso, al che 1’ altra partita non ha voluto consentire, et questo è il ponto al presente in disputa. A 9 stante passò un atto di Parlamento, prohibendo qualsivoglia vascello forastiero il caricar merci di questa nascita, o manifattura ; nè essi portarne solo di quelli dei loro paesi, sotto pena di confiscatione di nave e carica; et che nessun forestiere debba pescar arenghe, sardelle, bacc allao, 0 far oleo di balena, sotto l’istessa pena. Questo bando, abenchè vien preteso per il benefìtio e comodo di questi sudditi (come in effetto lo sarà) principalmente mira al detri mento dell’ Olandese, stante che con questo resteran disocupati li due terzi de loro vascelli : il che doveri causar innovatione considerabile fra questo e quel Governo, come a suo luogo saran \ ostre Signorie Serenissime avisati. Del Re di Scotia e del suo essere continuasi il solito silentio. Si crede intalibilmente sia morto; che sari per oratine. Humilis-simamente taccio a Vostre Signorie Serenissime riverenza, pregandole dal Cielo ogni contento. Londra a 23 Ottobre i6jr. Di \ ostre Signorie Serenissime et Eccelentissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Vili. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 23 del passato tu mia ultima; et questa serviri per dar aviso a Vostre Signorie Serenissime che fin hora non ho potuto haver audienza, ritardato (come pubicamente si vocifera et lo credo) dal mal officio fatto per lo Signor Don Alonso de Cardenas Ambasciatore di Spagna con l’interesse tiene con alcuni suoi pensionati parlamentari; havendo inteso da buonissima parte, che sono stato e sono oposo dal Cavaliero Henrico Wayne, tutta cosa di detto Ambasciatore et dal Henrico Martin grande amico della moglie di un Shenchaworch patrone in negotio di Giacomo An-tosso genovese, il quale con Giovan Battista Ferrari agiuta nel farmi fortuna. Il primo non posso creder lo facci per farmi male, havendo meritato altrimenti in tanti anni che ho servito alla Ambasciata per Sua Maesti Cattolica, ma bensì per suo particolare interesse e materia di Stato, che fue per non haver qua Ministro Publico di Vostre Signorie Serenissime nè nessun altro che sè stesso; li ultimi lo fanno ad istanza sua, come suoi istrumenti, con speranza che uno di loro col favore di detto Ambasciatore terri questo carico. Credo che mai si sia sentito una più indegna et dish onorata «ione, venendo confermato da quanto dirò in appresso a Vostre Signorie Serenissime. _ 59 — Il detto Signor Ambasciatore, tre o quattro giorni dopo hebbi la mia lettera credentiale, mi fece domandare dal suo Secretario se m’era ancora venuto la patente di Agente ; li risposi di nò , coni’ era vero, non havendola fin hora vista; ma volsi celar da esso et da qual si voglia la detta lettera fin a tanto restassi ad-messo, temendo sempre che m’opponerebbe, conoscendolo troppo bene. Quando poi si lesse in pieno Parlamento una copia della detta lettera, fui admesso senza contraditione alcuna, et assignatomi audienza a 23 passato, questo stile due di Settembre, come dalla copia del ordine mandata a Vostre Signorie Serenissime haveran visto ; et quando passò detto ordine, son certissimo erano presenti detto Cavaliero Wayne e Martin, che ambedui mi conoscono benissimo , et all’ hora non oposero; ma quando ebbi detto ordine mi stimai sicuro, et lo divolgai afinchè li amici lo intendessero per accompagnarmi col dovuto decoro alla audienza, come vennero la prima volta con 17 carozze et la seconda con 25. Hora in quelli 7 giorni fece le sue diligenze sotto mano, nel modo detto, alla mia oposizione, havendo insinuato io essere inglese e le lettere credentiali non esser compite, con altre vane finezze che conosco esser sue. Et ottennero che fossi rimesso al Concilio di Stato ; dove non ho voluto ancora acudire, si no di contraminare la mina, facendomi di tutto sin hora ignorante della injuria fattami; et potrà essere se ne. penta, non dubitando che questi Signori si persuaderanno con la ragione e dovere, havendone dati? parte al Generalissimo et Cavaliero Sant Jlion, che fu Ambasciatore in Olanda, ambedui inimicissimi di detto Wayne e sua partita: et fra pochi giorni ne farò rimostranza, dimandando audienza, e seguirò col più maturo consiglio si trovi; col quale e con 1’ ajuto di Nostro Signore spero uscirne con molto honore, che se 1’ avessi fino al principio havuta. Il Cavaliero Fleminghs, maestro di cerimonie, m’ ha anche lui giocato leggicr di mano: il che ho conosc'uto per più mezzi. Vien vociferato che il Re di Scotia sia in Olanda: la certezza si saprà con le prossime lettere. Due fregate di questa Republica incontrate con una nave di guerra Olandese, che portava 50 pezzi di artiglieria di bronzo, fu da esse comandata amainare; la quale ricusando, la combatterno; et dicesi sia afondata. Questo col pas- — 6o — sato atto del Parlamento, prohibendo loro vascelli al pescar e comercio, genererà malissimo sangue: si può fortementi dubitare di rottura presto. Li giorni passati restò decapitato il Conte de Derby , che fu preso a Woster. Che è quanto c’ è hora degno della notizia delle Vostre Signorie Serenissime. Di quello seguirà saran alla giornata avisate, chè sarà per hora fine. Faccio a Vostre Signorie Serenissime reverenza, e prego Nostro Signore concederli ogni bramato bene. Londra 7 Novembre 1651. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissiiìio et Devotissimo Servidore Francesco Bernardi IX. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 7 stante diedi a Vostre Signorie Serenissime conto come restò dilatata la mia audienza et la causa, il che in tutto confermo; questa servendo per avisar la ricevuta della loro de 17 passato, con la patente in ordine alla Agenzia, che mi ne servirò al bi-sogno; assicurando a Vostre Signorie Serenissime che sarò molto contro la voglia mia di preterire in qualsiasi voglia cosa li loro comandamenti, tanto più dove ricevo anticipati avertimenti. Mer-cordi passato cenai col Generalissimo privatamente, sendo a tavola solo esso, sua consorte, et figlia maritata al Generale Ireton che comanda l’armata di questa Republica in Irlanda: mi trattò con straordinaria cortesia et segni di affetto a Vostre Signorie Serenissime; et fra altri discorsi, fu servito manifestarlo con queste formale parole, che m’assicurava che la Serenissima Republica di Genova riceverà ogni rispetto et buona corrispondentia da questa, et tanto come qual si voglia principe della Cristianità, et che terrei audienza con ogni honore, et che fossi servito attribuire la dilatione alle moltissime occupazioni nel agiustamento della pace e — 61 — quiete del Governo presente, eh’ ancora non resta del tutto stabilito; ne volse prender notitia meco della opositione mi facevano li accennati a Vostre Signorie Serenissime con mia ultima: di che resto certissimo tiene piena notizia. Sabato passato feci una breve remostranza al Consiglio di Stato, domandando audienza, et spero tenerla fra pochi giorni et come se deve, non ostante li pessimi officii per mala gente. L’armata navale di questa del Repubblica li giorni passati s’im-patronirono delle Isole di Gharsey e Man. Queste fin all’ hora s’havevano mantenute alla divotione del Re di Scotia; il quale di Olanda passò a Francia, dove al presente si trova: lu io giorni a Bristoll, 4 in Londra, et 3 a Graveend : fu miracolo la scappasse così bene. Questo trattato nuovo Parlamento non resta ancora di tutto ponto concluso. Il Generalissimo farà quello che vorrà. In Holanda se va preparando potente armata navale, standose fabbricando (come vien scritto) 100 fregate nuove, la metà per andar al Brasile et l’altra per il Mar Mediterraneo. La nave Alessandro Grande non se lascia fin hora vedere. Non dubito ponto della restitutione di quanto sarà in essa spettante ai Signori Genovesi, con la entrata tengo col Generalissimo. De quello seguirà in appresso degno della notizia di Vostre Signorie Serenissime saran avisati; con che le faccio reverenza, pregando Nostro Signore concederli ogni contento e bene. Londra a 20 Novembre 1651 (1). . * Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. X. Serenissimi et Eccelentissùni Signori A 11 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quanto passava; il che in tutto confermo. A 26 del passato arri- (1) Mancano le lettere fino al !.° Gennaio 1652. — 6 2 — vorno qui tre ambasciatori, li due di Holanda et uno di Zelanda, con seguito di circa 80 persone, tutti alloggiati et mantenuti a spese di quella Republica ; a 29 detto hebbero audienza nell’ istesso Parlamento con ogni honore et rispetto, accompagnati dal lor loggia mento dal Conte de Salisbury e due altri Conti del Parlamento et maestro de cerimonie; et poi hebbero un grande banchetto. Questi Signori vogliono con cortesia et compimento ripagarli il mal tratto usato verso quelli li mandorno de qui li mesi passati ; ma venendo alli fatti se ne ricorderanno. Non s’ è publicato ancora 1’ Ambasciata : s’ intende sia per la restitutione de lor navi e merci, state prese da vascelli di questo Parlamento; e che quell atto prohibendo loro navi portar merci in questi porti che non siano di quella nascita sia revocato; et che vogliono armare ioo navi di guerra per giustificarsi. Se questo vero fosse, la risposta li sari poco grata, sendo questi Signori risoluti mantenere il dominio del mare; il Parlamento havendo apontato di 3 stante di considerare 1’ Ambasciata et di risponderli. Viene altro Ambasciatore di Svetia (1). Si tratta sottomano accomodamento con Francia : il che avendo inteso 1’ Ambasciatore di Spagna, lu similmente a 29 del passato al Consiglio di Stato dove ebbe audienza. Et propose quello li parve bene in opositione de ciò. Le differenze tra il Parlamento et armata continuano; tuttavia non si dubita ponto che l’ultima ottcneri l’intento, e Ira breve, sendo gii la massima parte di essa qua. Et seguitò li giorni passati rumori considerabili. Hanno nominato 6 comissarii per andar al governo della Scotia; et partiranno (come se dice) li 4 Ottobre. Et sono quelli poco affetionati alla armata, da che puossi giudicare sia stato politica di quella parte il cercarli con tal carico, per rimuoverli di qua et debilitare 1’ adversa. Fra essi v è il Cavaliero Enrico di Vayne tutto cosa di questo Ambasciatore di Spagna et che opose la mia audienza. Fui ultimamente a 30 passato col Generalissimo, et mi assicurò clic tra pochi giorni lmerei audienza ; di che non dubito ponto prevalendo esso, al quale m’ è parso bene appoggiarmi del tutto, come in ogni vero- (0 Nell» Svezia regnava Cristina figlia Ji Gustavo AJolfo. simile il più sicuro. Suplico Vostre Signorie Serenissime di credere che 1’ honore di questo negotio mi è caro come la vita ; nè tralascerò diligenza alcuna sino d’aver superato questi maligni. Il cappo d’ essi sendo di alta qualità (non curandosi quel che fa ne spende purché esca con la sua), convien negotiar con attentione e destrezza e dar tempo al tempo, assicurato che la somma lor prudenza havendomi onorato con questo carico, mi presterà la dovuta fede, nè daran orecchie alle calunnie di chi mi ha oposo. Il General Ireton, quello fu in Irlanda, genero del Generalissimo Cromuell, doppo 13 giorni per malatia morse; fu li 18 del passato per febbre maligna; il qual accidente affligge non poco il suocero et amici. Restano comissarj deputati al governo della parte di quel Regno a devotione di questa Republica, dove s’intende l’Irlandesi tener grosso esercito, et che se di quà non mandano presto soccorso farà progresso di considerazione. Questo è tutto quello che al presente è degno della notizia di Vostre Signorie Serenissime; cui bacio le mani, augurandoli da Nostro Signore felicissimo cappo d’anno, con ogni contento e bene. Londra a primo Genaro 1652 (1). Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. (1) Cessano le lettere fino al 21 Ottobre, per 1’ assenza da Londra del Bernardi. Intanto nella Re-publica Genovese si era, per legge del 4 Maggio 1652, incorporato il Consiglio minore con quello del-1* anno precedente, come se uno stesso Consiglio avesse a convocarsi, nel numero di 140 cittadini. Nei casi di ordinari negozi , invece di quattro quinti di voti favorevoli, dovevano bastare i due terzi nelle proporzioni dei due Collegi. In cose di maggior importanza, come trattati di pace, di guerra 0 di alleanze si dovea ancor deliberare coi quattro quinti dei voti. Istituissi che questa legge dovesse durare quattro anni; ma poi nel dicembre del 165$ prorogossi per altri cinque anni, quindi per sempre. Nel giorno 8 settembre del presente anno fu nominato Doge Gerolamo de Franchi, in sostituzione al fratello Giacomo. Ora giova di sapere, per indagare i motivi pei quali la Repubblica genovese gii pensava di spedire un ambasciatore in Inghilterra, come annidassero nel porto di Villafranca 4 vascelli ordinati al corso, con bandiera del Re d’Inghilterra, allora ramingo. Le prede venivano condivise coi ministri del Duca di Savoia, e ne restò catturata una nave Genovese assai ricca. La Repubblica spedi a Torino Felice Tassorello, i cui maneggi ottcncro per allora la restituzione della nave e degli averi dei Genovesi. Fu pure ingiunto ai corsari di sgombrare da Villafranca. In questa congiuntura incominciarono a scambiarsi fra il Duca di Savoia e la Repubblica di Genova i titoli di Serenissimi: il primo come Re di Cipro e la seconda come Signora dell Isola di Corsica (Cassoni, Annali della Rep. dì Genova). 64 - XI. Serenissimi et F.cceìentissimi Signori A 20 del passato scrissi a Vostre Signorie Serenissime da Rotterdam, con particolar relatione di quanto all’ hora occoreva, toccante i successi in queste parti e Hollanda, a che mi rimetto. Sono circa 3 settimane, che mi trovo in Inghilterra; fermatomi però da 12 giorni a Dover per attendere 1* arrivo ivi dell’Illustrissimo Sig. Ugo Fiesco, la notizia de cui spedizione fu il principal motivo m’obligò trasferirmi qua, come ne diedi conto a \ ostre Signorie Serenissime. Intendo ora sia il suo viaggio so-sPes°, Per attendere risposta de come sari ricevuto; che venendo col titolo d? Ambasciatore seguirà con ogni honore, et come se 'enisse dal maggior Prencipe del mondo, per essersi hora stabilito il modo di ricever Ambasciatori e Ministri publici. Il ponto consisterà, eh havendo di trattar particolar negotio (come presupongo) segua con molto secreto; nò si devolga solo venir a com-plire e riconoscer questo Governo presente, che darà una cosi bona impressione al Corpo della Repubblica, che poi con li particolari amici membri di essa facilmente s’otteneri l’intento. Non ci sarà per mancare li suttili uffici dell’Ambasciatore di Spagna; questo per i suoi interessi', com’ anche per tener poc’ a fettone alla Serenissima Republica, non desidera ce sia qua ministro pu-blLo per essa; le sue spie son dui Genovesi, Giovan Nicolò Ferrari e Giacomo Anfosso, l’uno suo scritturale l’altro dependente a suoi particolari negotii, quali non mancheranno d’ insinuare quanto potranno in servitio del padrone abenchè contra la patria; però 1 un nè 1’ altro poco nuocerà, nè se li cederà ponto venendo Ambasciatore da Vostre Signorie Illustrissime. Li affari quà generalmente non vanno troppo bene in favor de questa Republica, constando ogni giorno più l’errore comesso in romperla con fio-landa, cui armate navali, in ogni contrasto, hanno fin hora havuto il meglio. Li marinari qua cominciano a mormorare, eh’ è un cattivo segno. Questi Signori si trovano col cervello a partito, — 65 — massime con la pace in Francia, sendo il principal negotio hora in trattato dove appoggiarsi a Spagna o Portogallo ; desiderando 1’ ultimo far lega offensiva e diffensiva ; che già sarebbe concluso se 1’Ambasciatore di Spagna non li havesse fortemente oposo, intimando rottura se ciò segue ; il che non ostante, si giudica debba 1’ Ambasciatore di Portogallo ottener l’intento ; almeno la ragione che lo richiede, per trovarsi conformi le conditioni di questo e quel Governo; et consequentemente da presuponersi maggior fede e sicurezza con esso che con Spagna, quale è sempre stata l'inimica alla Republica; ma quel eh’è il scopo, dicesi che questo Ambasciatore tiene prossima somma da destribuire quando se sarà necessario : la verità è che si diporta con gran dignità e ostentatione, sendo quel di Spagna un mecanico a comparatione sua, et ebbe il numero doppio di seguito e carozze quando ebbe la prima audienza. Di quello s’ annovera in appresso, degno della notizia di Vostre Signorie Serenissime, non mancherò alla giornata di darle aviso; in tanto humilmente facendole reverenza, li auguro dal Soprano felicità e contento. Londra a 21 Ottobre 1652. Di Vostre Signorie Serenissime et Eccelentissime Devotissimo et Humilissimo Servitore Francesco Bernardi. XII. Serenissimi et Eccehniissimi Signori A 21 Ottobre e 8 del passato (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del mio arrivo qua con particolar relatione delle occorenze all’ hora degne di lor notitia; stando hora con divotione attendendo lor comandi, et la resolutione presa toccante la spedinone a questa volta dell’ Ambasciatore di Vostre Signorie Serenissime, che seguendo sarà ricevuto col dovuto honore, come gli ne diedi conto con dette mie. Hora intendo da buona parte che (l) Mane» I» lettera dell’ 8 Novembre. Spesela Liguri ài Si. Patria. Voi. XVI. 5 — 66 — ^ J/T ^ *ntercerta una lettera di un Giacomo Anfosso Ge-. *“ C '*'e ^lu (c^e andava diretta costi) et portata al Coniglio di Maro et ivi aperta, in quale disuade mandar qua l’Jl- Ren hi*010 ^lol)0r Viesco per Ambasciatore, perchè questa Rcpubhca non lo riceverla per tale per la poca stima tic,ne di fi /°riL ^cren‘ss‘me> et che segueria afronto; perchè se Il , . 11 e S[ cre^e) per non lasciarsi detto Anfosso veder onpcf a l J)er PaNura n°n venga carcerato, procede ad istanza di rien ™ aSc*alorc Spagna che effettivamente per longa espe-Dubl - ° 10 tr0Wt0 tener P°ca affetione alla Serenissima Re-n,,m*_ * V s'10‘ disegni non vorrebbe fosse qua altro ministro c . !" C U*‘ * crò» come (Ho) detto, mandando Vostre Signorie ennf IrnC- Ctt° ^ava^ero C°1 dovuto titolo e decoro, sarà ricevuto ri-nnrt'1?-' ','ì\nL* Perthè questi Signori si compiaciano molto esser vendono T a C°n ostental‘one» riparando (//V) più come chiar Ambasciatori che da chi vengono; et questo si 6 eh ramente v.sto con la venuta dell’Ambasciatore di Portogallo, flu 1 q ostantt la consideratione della inegualità tra suo Re c col do •*>J°na Ct t^crcnza di corrispondenza, fu ricevuto ciò see^10 S!'fU't0’ C maSS*or decoro di quello di Spagna ; et snln i- c ^ r>" K 'cnnc ^pressamente con gran seguito, ct l’altro :°'o° C°nlfrmal° d°« baveva vissuto per anni prima; « sitarn ’ ^rinC'^^ mot>vo mi fu prolaiata l’audienza. Ho vi-sitato un altra vnln ;i r .• • ■issimi; quali mi „ ' G'n"-,l'ss'mo « altri Signori principa- audienza, 1* baverei subho- ° m0l°’ “ ^ . . It0> ma non nn par bene muover in detto sime^nT SCn2a. r‘CCV':r pri™ oniinc di Vostre Signorie Screnis-7' mass,me d°™j° venir qua ambasciatore. satcVv’Y'*^- U“ab°*~' con lc altre prese Holandese, avi-•presente ì’ gn°rÌC Scrcni“imc ultima, restano al naccie °S,ln'C * ‘ ™ Drinn- li C Spagna per la liberazione della piata n» C 6 r Serv“° SOl° * sosPendere la sbarcatone della giudic’a dTbbe ^ SegUÌ,° dÌ P'Ù ddlÌ P-'' 8“ ■* risati. Se s uar cnt T “7 rilaSCÌare> P- n°" »ver competente prove spettar cosa alcuna ad Holandesi. — é7 — Quattro giorni sono arrivorno otto barche Inglesi da Ostende, cariche con panni di seta e telarie del valore di lire 200 mila sterline, spettante la maggior parte ad Inglesi ; dove havevano atteso un mese per convoj de qua; ma non sendo pronti hebber ordine dalli principali interessati di arisicarle e venirsene senza , come fecero, per paura che qualche imbargo succedesse per questa nave Hamburghese. Si va preparando con ogni spedinone armata navale da costituire di 25 fregattc nuove, per scacciare gli Holandesi da cotesti mari mediteranei et convolar le navi mercantili. Si stima debba esser pronta fra un mese al più. Questo Ambasciatore di Portogallo va negotiando con molta prudenza e instanza, abenchè fortemente oposo da questo Ambasciatore di Spagna e molto più dal cavalier Enrico Waine, quale con una pietra dà due colpi, 1' uno per vendicarsi del poco rispetto con che pretende fusse trattato suo fratello da quel Re nella Ambasciata di questa Republica ad esso, 1' altro per compire con Spagna, cui pensionarlo è. La sottigliezza di quest’ huomo per divertir il trattato ha operato tanto, mediante una fattione tiene nella città, che una rimostranza s’ è presentata al Parlamento in nome delli mercanti Inglesi che trattano in Portogallo, richiedendo in essa lire 200 mila sterline per spese, danni, et liberatione della detentione e sequestro delle lor navi e merci che due anni sono fumo rilasciate ; ma ciò ha constato di dove viene et la causa, et che quelli presentorno detta supplica aver tenuto pochissimo et alcuni nessun interesse in quel regno ; giudicandosi se debba concludere una firma pace. Le differenze qua tra il Parlamento e *T armata non mancano di essere tuttavia di consideratione. Si spera però debba il tutto quetarsi con la ellezione del nuovo Consiglio di Stato, seguita tre giorni sono. Con Holanda non si tratta d’ alcun accomodamento, seguendo continuamente di ambe parti hostilità maritime di consideratione; in che questa Republica comincia esser superiore, havendo da cinque settimane in qua fatto presa di più di 30 de lor navi, la maggior parte ricchissime: fra queste cinque d’esse in servitio della Republica di Venetia. Ciò è quanto per hora posso dir a — 68 — Vostre Signorie Serenissime. Di quello s’ innoverà haveran alla giornata aviso. Humilmente facendoli riverenza, sono Londra a primo Dicembre 1652. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. XIII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A primo stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quello c’era all’hora degno di lor notizia. Venerdì passato a ,1 detto arrivò qua di Francia Monsignor Bordeos, persona di qua lità. Viene invitato di qua, dalla partita che è sempre stata ^on traria alla rottura con Holanda, la quale se trova al presente potente nel Parlamento; porta due commissioni 1 una di envoic, 1’ altra di pieno potentiario. Il suo seguito consiste solamente di -O persone. Domani se li è apontato audienza; e si fonderà sopra tr ponti: l’uno la restitutione delli vascelli e merci presi dalli su diti del suo Re; la seconda che cessi ogni hostilità, et thè libero comercio, e bona corrispondenza tra questo e quel 0 verno; il terzo a offerir mezzi per la pace con Holanda. Se questo sia come si crede, per tenerlo da buona parte, sarà benissimo ricevuto , cominciando per esperienza questi Signori a quanto li preme conservarsi amici con li Principi vicini, danno che cotidianamente ricevono questi sudditi con quella guerra, sendo il negotio di questa piazza del tutto per terra, con il sue cesso li giorni passati tra quest'armata navale consistendo di 45 vascelli grossi, e quella di Holanda 80, ch’andavano a convoiar da 200 navi mercantili, che incontratisi a vista di Dover, contrastorno circa due giorni ; nel qual senza dubbio havrebbe questa par- . tita havuto il meglio, se ci fusse stato generai impegno di esse 45, che solamente 13 volsero combattere, le altre fugirno; et di 69 esse 13, furno prese 3 ogni una di 35 in 40 pezze d’artiglieria; le altre scapporno, et con il restante di quell’armata si trovano al presente ne’ porti; et li Holandesi, signoreggiando et insultando in questi marr, senza minima opositione, facendo presa di quanto incontrano, si sta qua da tutte parti col cervello a partito. Le differenze tra il Parlamento et armata non mancano di continuare; la gente maritima (come evidentemente si vede) è poco inclinata a combattere con quel nemico al presente potentissimo; li boni giu-dicij e neutrali continuano quella opinione che sempre .hebbero , di non poter questa Republica nel stato si trova competer con quelle provincie. Un poco di tempo lo chiarirà, perchè quest’ armata, che hora consisterà di 80 vascelli grossi, sarà pronta (come si dice) fra 10 giorni; et si spera debba nettar questi e quelli mari da nemici, et mantener la iuridittione maritima che pretende questa Republica spettarle. Di quello seguirà saranno Vostre Signorie Serenissime avisate. Del trattato con Portogallo non c’ è innovato altro più dell’ acusatole con mia ultima. Non si lascia di sperarne bon successo. Li giorni passati fumo intcrcette lettere de certi mercanti Fia-menghi di questa piazza, e particolarmente quelle di un Giacomo Stanier, scritte a lor corrispondenti in Holanda; in quali avisano non dubitar della liberatione presto del lor interesse in quelli pezzi 800 mila da 8 reali presi nella Hnmborghese (avisata a Vostre Signore Serenissime), stante li potenti e sicuri amici'hanno acquistato per boni mezzi e favor dell’ Ambasciatore di Spagna nel Consiglio di Stato, et che esso Ambasciatore per altro ne nego-tiava l’interesse come spettante al suo Re e sudditi, con che in luogo di rilasciar il tutto, come si sperava di giorno in giorno, s’è sbarcato quanto ne stava a bordo, ch’era da 700 mila pezzi, et portato nella torre dove se ne fa moneta. Il detto Stanier resta carcerato: è stato già due volte examinato nel Consiglio di Stato, per discoprir quelli amici et la promessa fatta a essi et detto Ambascia-dorè ; però non ha voluto confessar cosa alcuna, ma procurato scusar l’errore, che è stato relevante. Sono qua bisognosi di denari, ct saltano della occasione de far presa di cosi considerevole somma, come indubitatamente si crede, con non poco smacco di _ 7o — detto Ambasciadore, che è quanto per hora s’ offere alle Vostre Signorie Serenissime. Londra a 24 Dicembre 1652. Di Vostre Signorie Serenissime Humilis simo et Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. XIV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 24 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quanto occorriva. Hora in executione de Lor comandamenti con la de 3 scaduto, mi sono per più versi insinuato con persone principali del Parlamento del modo sarebbe ricevuta qua persona publica mandata da Vostre Signorie Serenissime al riconoscimento di questo Governo; nè posso colleggere altrimenti, ma che havendo titolo d Ambasciadore seguirà come se venisse da qualsivoglia Principe della Cristianità; et nell’istesso modo seguì con quello di Spagna, et ultimamente con quello di Portogallo, che fu nel- 1 istesso Parlamento con sedia reale etcetera , questo sendo il vero senso del Parlamento; et chi ha scritto altrimenti è stato solo per divertir la venuta di tal persona, ad instanza di questo Ambasciadore di Spagna, che per suoi disegni non desiderava qua tal ministro. Perchè, ben considerato e col consiglio di bonissimi , # O amici, per andar sul saldo et schivar ogni intoppo potrà nascere dalla di esso astutia su la venuta dell’Ambasciadore di Vostre Signorie Serenissime, et per evitar ogni disputa nella qualità del suo ricevimento, sarà conveniente in ponto di honore e bon governo (considerato-il modo proceduto meco), prima di mandarlo, restar assicurato dal Parlamento del modo del suo ricevimento; et a quel effetto farne l’inclusa rimostranza, quale rimetto alla lor grave — 7i — prudenza; et mi governerò in ciò conforme alli ordini si degneranno darmi in risposta di questa. Il trattato con Portogallo resta terminato con ottimo successo, sendosi conclusa una firma pace e comercio libero tra questa Republica e quel Regno, e ciò seguito con bonissime conditioni di quel Re, perchè delle lire 250 mila sterline pretendeva questa Repubblica s’ è mitigato in lire 50 mila. Questo Ambasciadore ha regolato con somma prudenza e destrezza, l’oposizione sendo stata relevante; ha contenuto con che (sic) et saputo ben contraminare, coni’anche valersi della presente coniuntura. Trovandosi le cose qua in cattivo stato, l’Holandese signoreggiando in questi mari, e facendo giornalmente prese di consideratione. L’ armata di questa Repubblica, che dicesi consisterà di 300 in più vascelli, non potrà esser pronta in due mesi: li marinari han poc’ animo di competere con l’inimico , con li boni successi potentissimo. Questi Signori trattano di far decreto, che per un anno non esca al mare nessiiha nave mercantile: il che non sarà mal arbitrio ad oblegar la gente marittima alla interpresa del publico servitio, sperandosi che alla prudenza di questi Signori non li sarà per mancare la dovuta attentione per soggiogar presto 1’ aroganza di quella gente (come molto li preme) et farle seguir le pedate del Portughese massime aggiustandose con Francia. L’audienza di questo Agente di Francia fu ritardata, per non esser il soprascritto della sua lettera credenziale a satisfatione del Parlamento, dicendo «et notres chères amies, le gens du Parliament de Angleterre quella parola « gens » sendosi interpretata servitori; sì. che fu forzato rimandarla, et in loco di « gens » farli mettere « messieurs » ; et solo quattro giorni sono hebbe detta audientia con sei deputati. Suo messaggio fu in sustanza, come ne diedi notitia a Vostre Signorie Serenissime con mia ultima, cioè chiedere comercio e bona corrispondenza e ristitutione de vascelli, et offerirsi mediatore della pace con Holanda. Il Parlamento ha rimesso il trattato a’ deputati, e si spera debba prender bon effetto , havendo dato risposta alla lettera di quel Re, il quale dove veniva sempre chiamato da questa Natione il Re Francese s’è risoluto il Parlamento, doppo non poco contrasto, chiamarlo Re di Francia: eh’è quanto — 72 — posso al presente dir a Vostre Signorie Serenissime degno di lor notitia, facendoli humilmente riverentia « • Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 13 Gennaio 1653. Devotissimo et Affetionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XV. Al Parlamento della Repubblica d'Inghilterra. Francesco Bernardi, Agente della Serenissima Repubblica di Genova, rapresenta a Vostre Signorie: Che il Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori Governatori della Serenissima Republica di Genova, miei Padroni, sendo stati serviti constituirmi lor Agente alla Republica d’Inghilterra, con patente e lettere credenziali in ampia forma, cui fumo lette copie nel Parlamento li 16 Settembre 1651, et da esso riconosciuto per tale, et apontatomi audienza; la quale mi fu dilatata senza saperne la causa, non ostante la solecitai più di quattro mesi. Che havendomi importanti affari chiamato di li del mare, dove mi son trattenuto diversi mesi ; et sendo hora frescamente ritornato con particolari e freschi ordeni, di rapreseiftar a Vostre Signorie da parte de miei Padroni la continuazione del desiderio loro di mantener amisti, comercio e bona corrispondenza con la Republica d Inghilterra, e che per estabilirlo fermamente e trattar di materie di reciproca convenienza c’è disposinone in detti miei Padroni di mandar Ambasciatore a Vostre Signorie. Ma per quanto ha constato esserci persone che per particolari arhitrj han1, per quanto in lor è stato, procurato di impedire la desiata amistà, et evitare la missione di detto Ambasciadore, dal- 1 una parte procurando qua menopretiare la Serenissima Republica et dall’ altra insinuando a miei Padroni che il suo ricevimento non — 73 ~ sarà conforme quello di altri Prencipi a’ quali la Serenissima Republica di Genova, nè in honore, antiquità, nè nobiltà può cedere ne cederà. Perciò in nome de detti miei Padroni, e di lor particolar comandamento, richiedo a Vostre Signorie esser serviti significare, venendo detto Ambasciadore, se sarà ricevuto conforme alle lor regole stabilite, et se il suo trattamento in ponto di honore sarà come è modernamente seguito con li Ambasciadori de altri Prencipi : il che sarà di somma satisfatione alla Serenissima Republica che servo, et in augumentatione di quella affetione e bona corrispondenza tiene et desidera tenere con questa d’Inghilterra. A tergo, di mano del Segretario Genovest di Stato. 1653 11 Febbraio. Letta alli Serenissimi Colleggi, et essendo per due volte stato proposto di partecipare il contenuto di detta lettera al Minor Consiglio del dupplicato numero, per sentir sopra de ciò il parere dei Consiglieri; nil actum. Si risponda che le notitie che dà in questa materia sono troppo generali c confuse, e che perciò non si può pigliar sopra di esse sicura detterminatione, che non si approva, in ordine ad assicurarsene maggiormente, la presentazione del memoriale avisato, ma .che continui a farlo in voce; avvertendo che altro è dire di trattar la Repubblica come gli altri Prencipi, che trattarla con li honori regii e come si fa con Spagna e Francia e Venetia. Per questo, senz’impegni, s’assicuri con Ministri e soggetti più principali, che tale debba essere il trattamento, a ciò fondatamente si possa risolvere. Ad calculos. XVI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 13 del passato scrissi a Vostre Signorie Serenissime in risposta della loro de 3 Dicembre, il cui contenuto in tutto confermo , et con devotione attendendo lor comandamenti toccante — 74 — quel particolare, quali saranno sempre da ine con ogni efHcatia osservati. L armata navale di questa Repubblica si va ponendo in ordine con ogni diligenza, et di gii sono uscite nella riviera 30 (regatte grosse per nettar il Canale da certi Vascelli nemici, ch’ha-'evano preso posti in diversi porti di esso, et facevano presa di molti vascelli mercantili eh’ uscivano et entravano qua senza convoj. La restante parte di detta armata, che si chiama l’armata nuova, non potrà esser pronta ancora dtf due mesi, sendoci scarsità di denari, che obligò li giorni passati al Generalissimo et alcuni principali del Parlamento venir alla Città a richieder dalli cittadini lire 500 mila sterline in prestito. La risposta fu che detta Città si trovava grandemente impoverita, ma che si farebbero le diligenze per soccorrerne il possibile. Il Parlamento ha passato un atto col quale bandisce tutti li sacerdoti catholici, dichiarando che tutti d’ essi saranno presi doppo il primo di marzo '(.muro inrevocabilmente sufriranno morte; si teme molto debbasi anche proceder con molto rigore contra tutti catholici, et ciò per compiacer alla partita presbiteriana ; che non manca (se ben occolta) d’esser considerabile nel Parlamento et armata; quale consiste di tre faccioni, Indipendenti, Levellers e detti Presbite- . \Ct s>ano tutti di una opinione (che si tiene difficile) ma. ci sarà accordio. La cosa andò li giorni passati così alta, che pretendevano li Levellers che il Generalissimo CrumweU dovesse metter a basso la sua Comessione (1). Lui respose che ne darà pane all armata: il che fece ; et in quattro giorni si trovò la maggior parte d essa m vista della Città; et li ufficiali presentarne di parte di detta armata et Republica d’ Inghilterra suplica per un nu°vo rapresentativo, o sia Parlamento, et fu forza darli bona risposta di che presto haveriano l’intento. Questo Agente o sia Envoié di Francia va negotiando con prudenza e destrezza ; et se spera debbasi per mezzo suo venir a trattato di pace coll’ Holandese. CO NotUi quest, circostanza perei * U Bernardi narrando di ci6 eh. ,i tr.n.vz in Parla ndo il g.orno r,n * “* Fir 1 “£0rl COme di ua* Proposi* in dite unione, non «cccrnata da altri «orici, appunto quando .1 CroBwcll tì entrò rer doverlo. — 75 — Se tratta mandar di qua Ambasciadore a Venetia (i), creden-dose seguirà il figliolo maggiore del Conte di Leister. Di quello seguirà saran Vostre Signorie Serenissime avisati : facendoli humil-mente riverenza il Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 3 Febraro 1653. Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XVII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 3 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quanto c’era quà degno di lor notizia; ct hora in exccutione de Lor comandamenti con la de 16 spirato, andai subito dal Presidente del Parlamento, acciocché facesse motione per il passaporto delli dui vascelli stanno faticandone in Amsterdam. Lo trovai, come sempre, benissimo disposto a compiacerci ; però m’advertì d’una difficoltà, et fu esser necessario specificare il nome di detti vascelli, o capitani d’essi, coni’ anche la portata, con la qualità e quantità delle merci, artigliane e munitione, per non aver voluto il Parlamento concederne altrimente. Perchè venerdì passato, a 14 stante, scrissi al Signor Samuel Sandro d’ avisarmelo, che ne doverò tener la risposta fra 10 giorni; et conforme ad essa, se ne farà la motione con la lettera di Vostre Signorie Serenissime, quale non par accertato presentare sinché non resti provisto del necessario per ottener l’intento. La spedinone di questa nuov’armata navale resta assai ritardata per la scarsità di danari e gente, non sendo per anche usciti più di 30 vascelli, nè quelli fin hora passato li Duni; quella dell’ini- (1) Trovargli i LonJr., in quiliti di Agent* dell» Rcpubbllc» Vcncu, Lorcn/o PàuIuuì. -Vomico rinforzandosi ogni giorno più, che con le differenze non solo nel Parlamento com’anche nell'armata, quali sono di momento, dà loco a temere fastidij grandi, eccetto se la prudenza, valor e politica del Generalissimo presto non lo rimedia. Li giorni passati un Agente del Governo d’ Hamborgo hebbe audienza con deputati ; fece una oratione congratulatoria in laude di questa Republica, che durò circa un hora , et segui con tanto fervore, che si dubita ha tutta disimulatione per ottener l’intento, che fìe la liberatione delle lire 500 mila in più sterline che restano tuttavia ditenute da quella nave Hamburghese già avisata a Vostre Signorie Serenissime, et che non solo la missione di detto Agente com’anche 1’ oratione fu tramata da questo Ambasciatore di Spagna, cui avaritia nel principio fu causa della rovina di questo negotio; et il rimediarlo è tardi, sendoci tatto sangue addosso. Detto Agente non trattò all’ hora di quello nè di qual si voglia altro negotio, ma in conclusione richiese gli fusse segnalato dove indrizzarsi al trattato de negotij che miravano al comercio e bona corrispondenza fra questo e quel Governo. Hebbe una breve risposta, ct che li apontaria al Parlamento deputati. Dell’Envoié di Francia poco s’è innovato, solo che *>’ è raffreddato molto nel verbo principale d’offerir mezzi al trattato con Holanda , dicendo hora tener particolar ordine di non ingerirsi in materia alcuna si no de ottenuto sodesfattione delle prese fatte di questa Republica dal suo Re e sudditi. Dicesi sia arrivato a Dover Ambasciadore di Svetia, dove ha risoluto il Parlamento mandar il figliuolo maggiore del Conte di Ester, che si trattava mandar a Venetia. Di quello succederà non mancherò, conforme al debito mio, dar a Vostre Signorie Serenissime alla giornata aviso ; e facendoli humilmente riverenza, sono Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 17 Febraro 1653. Humilissimo et Diwtissimo Servidore Francesco Bernardi. — 77 — XVIII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 24 del passato (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime delle occorenze degne di lor notitia ; e a 3 stante presentai al Parlamento la lor lettera, quale fu letta l’istesso giorno et il negotio rimesso al Consiglio di Stato, come vedran dalla copia del-1’ ordine che vien qua incluso, dove, ho fatto ogni giorno attendere mio servitore per la risulta : il che finhora non s’ è potuto ottenere , pretendendo il Secretario che la multiplicità de’ gravi aflari diverte la vista del negotio, come di effetto lo credo , sen-domi confermato da particolari amici di detto Consiglio, che m’hanno persuaso d’andarli in persona, come farò se pur non si vede fra dui o tre giorni, comportandomi con la dovuta riputazione e gravità ; tanto più tenendo aviso dal Signor Santino d’Amsterdam, in risposta delle mie scritteli in questo negotio, che li dui vascelli non potran esser pronti ancora tra un mese o cinque settimane ; ma da quello presento da amici, temo che ci sarà qualche difficoltà nella concessione del passaporto, come di tutto con altra spero intenderan il proprio. A 28 del passato, al far del giorno a vista di Portland, le due armate navali di questa Republica e Holanda — la prima consistendo di 56 vascelli grossi l’altra di 70 in più che venivan convolando da 150 navi mercantili —, si scontrarono. Il contrasto durò tutto il giorno ct fu sanguinolente, per haversi trovato il General Blache nel Admirante abordato in una volta da 7 navi dell' inimico ; a quali con gagliardissima resistenza e non meno valore diede la ripulsa, et amazzatoli in dette 7 navi più di 300 huomini, però con perdita di circa 100 de’ suoi, fra quali diversi ufficiali di qualità, et esso ferito. La restante parte della armata si comportò alla venante, et conforme alla miglior intelligenza. Restorno morti d’ambi parti da 3000, de quali 2 dell’inimico per uno de’ nostri; quali (1) L* lettori àccenniu nunci. — 78 - / ~ absolutamente (come qua si dice) hebbero la vittoria per haver afondato 3 navi grossi, presone una e fracassatone altre 14 che saranno inutili et de mercantili presone 20 in più, et di questi afonatone solamente 2, non mancando però molte altre di trovarsi in <-atti\0 stato. Li Holandesi qua non mancano di vantarsi della vittoria. Li \ erità è che il vittorioso ha poca causa di gloriarsi (1). n exe^utione de lor comandamenti con la dell’ir passato, ho itto diligenze straordinarie (nel modo ordinatomi), per penetrar modo del iLe\imento qua del Personaggio che forsi potrebbe et J1 man^at° ^ ostre Signorie Serenissime a questa Republica; esse, vengo maggiormente confermato nel già avisato che o be con 1 istess honore et decoro, come se venisse da P o 0 Francia, levando però titolo di Ambasciatore straordi--, t COn seSu't0 alla venante : et questo è sempre stato et è fit ^enso del Parlamento. Et chi ha scritto altrimenti l’ha , . ^er divertir la missione di tal Personaggio ; anzi da mnle r™ ^^enza m* son chiarito che questi Signori desiderano che mi d^ m'Si'°ne’ ^ c^e c°nstarà dall’evento del passaporto , -J ^C0P° di Maggior insinuatione per poter discorerne con Sipn°10r e0 ament0* ^on cfie Per fine humilmente bacio a Vostre 8 one erettissime le mani, pregandoli dal Signore ogni bene. Londra a 10 Marzo 1653. Di \ ostre Signorie Serenissime V Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XIX. Serenissimi ct Eccelentissimi Signori Ho differito il scrivere li due passati ordinar], sperando la co cessione del passaporto desiderato per li dui vascelli in Am CO Questi battaglia navale sarebbe quella narrata dall’ Humc, nella quale i due Ammiragli Olandesi Tromp e Ruvter uniti si scontrarono con la flotta comandata dal Blake presso Goodvin-s. Due vasce inglesi, la Ghirlanda e la Buona Speranza, furono presi dal nemico, due altri bruciati cd uno calato a fondo. Tromp aveva fatto alzare sopra l’albero maestro della sua nave una scopa, volendo mi,care che presto pulirebbe il mare d'ogni vascello nemico. 1 successivi combattimenti, sventratamele per lu. e per la sua patria, verificarono il contrario. — 79 — sterdam. A 14 del passato presentai l’inclusa rimostranza al Consiglio di Stato , et a 20 detto fu letta ed il negotio rimesso , al Consiglio di Deputati che trattano con Ministri Pubblici, come si compiaceran vedere dalla traduttione dell’ ordine ; dove ho atteso et fatt’ attendere ogni giorno di gionta di detto Consiglio, che fìe due volte la settimana; ma ciò non ostante, ed altre diligenze straordinarie usate, non ho potuto ancora ottener l’intento. Danno compitissime parole et promesse, tanto il Presidente e Secretario (che sono l’istessi del Consiglio di Stato) come li particolari amici, scusando la dilatione con li gran negotij alle mani, come di effetto non li mancano. La verità è che il tratto di questa gente è differente di quello si pratica in qual si voglia altra natione , procedendo di mal governo ; che per ottener un negotio ci vuol grandissima pacienza et attentione; et finalmente avanti hieri m’assicurò il Secretario di parte del detto Consiglio , che sarebbe il primo negotio da vedersi alla gionta domani. Prego a Dio l’effetto segua; suplicando Vostre Signorie Serenissime credere che se ni’ importasse la vita non potrei far più, sendo impossibile evitar il mal procedere di chi manca la legge e fede ; ne può dar la botte miglior vino che tiene. Quest’Ambasciatore di Spagna, non ostante le minacce, insinuationi e pensionarij, non ha potuto fin hora ricuperar cos’alcuna delle lire 500 mila in più in quella nave Hamborghese, abenchè asistito dall’Agente di detto loco; anzi li giorni passati ne presero altra che veniva da Sant Lucar, di non meno valore , che similmente detto di Spagna pretende; et (ha) intimato al Consiglio, che se presto non ne segue la liberatione, saran sequestrati li beni de Inglesi ne dominij del suo Re. Questo Envoié di Francia, li giorni passati, peremptoriamente disse al Consiglio, che se non veniva dato satisfattione del valore delle navi e merci} presi dal suo Re e sudditi, che similmente segueria sequestro dei beni de Inglesi in Francia; et che teneva espress’ ordine di significarlo al Parlamento, nò di trattar qual si voglia altro negotio sin de ottenuto questo. A che questi Signori si ridono, pretendendo questa Republica e sudditi di essa più di due milioni di lire sterline da quel Re, per depredationi seguite da — So — tre in quatrto anni passati ; sì che credesi debba presto detto En- VOÌé rimnnwrcì • 6 Danimarca ha fatto sequestrare tutte le navi e ,U C In§lesi ne suoi porti; con che questi Signori hebbero P ene mandar ivi iMonsignor Bradshawe, con titolo di Residente, ai a ^beratione. Però non ha operato cos’alcuna; anzi fu o 0 letiiaisi con bon convoj di cavalleria a sue spese ad 1 ° ’ temen^° esser amazzato. Questi particolari, agravati iffeienze nei Parlamento et armata, non lasciano di dar da P ie et temere di considerabile novità questa state. S’è sentito o qua la perdita delli vascelli contra Y Holandese in cotesti tanto più dicendosi sia l’inimico in caccia delli restanti sotto o del Bodiloe. Si va qua preparando con ogni sforzo ar~ ‘ potente, sendone di già ne’ Duni da 6o vascelli grossi, et fra 2° gion» saran pronti altri 4o i„ più. o andese ha scritto una lettera al Parlamento per accomo- per' 't0* ^Ua^e/U ^etta et vo^ta bona lettera et di risponderla ; giudica sia pei risultarne poco bene. — Toccante la missione AK P?°nag§Ì0 Vostre Signorie Serenissime * con titolo di pjjVj r ■ 6 3 C0mP^re con questo Governo, resto ogni giorno quelloV^310 m qUant° gia ^ avisai che sarebbe ricevuto come Però° ià1 FranCia ° Venetia, et senza eccettione alcuna. statQ ^ , 6 S ^ tardato tanto, col trovarsi le cose qua in questo Din ino <-• -606 ^ma ^ prendere la risolutione veder un poco mani * nmettendomi però in tutto alla Lor grave prudenza, cui mani h Imente bacio, pregandoli dal Signore contento Londra a io Aprile 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore r n t.. i , Francesco Bernardi. La translatione dell’ordine. Mercoledì li 23 Febraro 1652 ti o- D 3 Marzo 53 ricevuti rte’ qUeSt° gi0rn°' di *1 Parlamento della translatin ' Tìi ? ^ SerenissinM Republica di Genova, la translatione della quale fu letta. - Si - Ordinato dal Parlamento che la detta lettera sia rimessa al Consiglio di Stato, per far in ciò come li parrei conveniente. Hen: Scobell Cler: Puritani. XX. Al Consiglio di Stato della Repubblica d’Inghilterra. Francesco Bernardi, Agente della Serenissima Republica di Genova in Inghilterra, rappresenta a Vostre Signorie: Che il Serenissimo Duce et Eccelentissimi Governatori di detta Serenissima Republica, suoi Padroni, havendo risoluto armare alcuni vascelli in diffesa del tratto e comercio nel Mar Mediterraneo, de quali due navi stansi fabricando in Amsterdam ; m’hanno perciò comandato di procurarne passaporto per lor libero passaggio ne mari e porti di questa Republica ; et a quest’ effetto turno serviti di scrivere lor lettere al Parlamento d’Inghilterra, quali furno lette, et il negotio rimesso a Vostre Signorie come dal ordine anexo consta. Perciò, in nome de miei detti Padroni, richiedo e suplico \ ostre Signorie esser serviti di concedere quanto si desidera et si aspetta dalla nobil dispositione loro, in conformità della sincera amista e buona corrispondenza fra le due Repubbliche, cui preservatione et augumentatione sarà sempre procurato dal Di Vostre Signorie. Affezionatissimo Servidore Francesco Bernardi. Società Ligure di St. Pairia. Voi. KM- 6 — 82 Sabato 12 Marzo 1652 20 3 Traduzione deli’ Ordine del Consiglio di Stato. Ordinato per il Consiglio di Stato, che questa Rimostranza del Agente della Repubblica di Genova, et li popoli anexi, sia rimesso al Commitee de Signori e Comuni di negotj di fuori, et che facciano in ciò come li parrà conveniente. Salisbury. XXI. Serenissimi et Eccelentissimi Simori c> A 10 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime delle o^oienze degne di loro notitia, questa servendo solamente per aligare copia dell’ ordine fatto dal Consiglio di Stato di negotii di inori a 18 stante, toccante il passaporto per li dui vascelli in Amsterdam: in che ci fu difficoltà grande nella concessione, massime dovendo andar cariche con merci di valore; che dubitava il Consiglio potessero (in tutto) o in parte spettar ad Holandesi (col precedente della ricca nave Hamburghese, che pretendeva quest’Ambasciatore di Spagna spettar al suo Re e sudditi, et hora con ampie prove ha constato altrimenti). Perciò gli amici trovorno il rimedio per ottener l’intento: che fie di dar sigortà di mercanti, che detti dui vascelli non sariano impiegati contra questa Republica nè che levariano alcuni merci di Holandesi; il che seguirà domani, per amici miei di qualità; convenendo sia in somma di lire 50 mila sterline, et 10 obligato salvarli indemni, come non dubito lo saranno Vostre Signorie Serenissime di me. Perciò sarà bene che faccino subito avisar al signor Santino d’Amsterdam, o a chi verrà appoggiato la cura di caricar detti vascelli, d’ haver bona advertenza in questo particolare, per evitar disastri, tenendo questi Signori tali persone in detto loco di Amsterdam che non mancheranno di dar ogni intelligenza. Venerdì venturo 23 stante, che sarà giorno di Corriero per Fiandra, manderò il passaporto al detto sig. Santino; et con altra n’ haveran Vostre Signorie Serenissime copia authentica; assicurandoli vergognarmi dirli la pena havuta in quest’ affare ; ma se havesse potuto esser più, stimarei tutto benissimo impiegato in Loro servitio, et obligo mio. — Humilmente baciandoli le mani, Nostro Signore le conceda felicità. Londra a 21 Aprile 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affetionatissimo Servitore Francesco Bernardi. La translatione (dell’ Ordine). g Venerdì a—Aprile 1653. Al Consìglio di Stato a Whitehall. Consideratione havuta del papel consigliatoci, l’Agente di Genova, richiedendo che dui vascelli, che al presente sono fabbricati in Amsterdam, per l’uso dello Stato di Genova, debbino aver passaporto ossia varanto per lor libero passaggio da Amsterdam a Genova, senza essere molestati dalle navi di guerra di questa Republica; È ordinato Che l’Agente di Genova dandoci notta della portata di detti dui vascelli, con le particolarità della artigliaria, numero de marinari, et altra munitione che haveranno, con una specificatione delle altre merci saranno in essi caricate, che con ciò et con sicortà dataci che non saranno impiegati al prejudicio di questa Republica, nè qual si voglia robbe spettanti alli inimici d’essa celate nè caricate in esse, che la licenza sia concessa nel modo desideiata. Io: Thurloe Clericus Coucilij. 84 - XXII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori ò A 21 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del seguito toccante i\ passaporto per li lor dui vascelli di guerra in Amsterdam, et mandai copia dell’ ordine fatto dal Consiglio 1 Stato per la concessione di esso ; dando la sicortà di che etti vascelli non sarebbero impiegati contra questa Republica, nè alcune mercantie in essi caricate spettanti alli inimici d essa. La sigortà haveva pronta, mentre l’istesso giorno offerendoseme o ^ occasione di baciar le mani al Generalissimo, fra altri discorsi rapresentai la poca stima e confidenza potevasi attribuire ten£j questa Republica di Vostre Signorie Serenissime, obligandomi dar sigortà di mercanti, quando s’ erano compiaciuti scriver lettere al Parlamento (de quali gli mostrai copia), assicurando o qualmente detti vascelli erano per servitio della Serenissima publica; et che la parola di un prencipe ad un altro era da teporsi a qual si voglia particolar sigortà. Rispose eh havevo ra gione, et che m’ assicurava non esser 1’ intentione del Consi0 i dovessi dar simil sigortà, ma solo prender la mia parola come ministro publico, et che non mi prendessi altro fastidio, perchè di tal conformità restarebbe dispacciato, come effettivamente se gui ; perchè il giorno doppo, alle io della notte (che fie alle 2 come si conta costì), mi fu mandato a casa detto passaporto in compitissima forma; ma già era partito il corriero d’ Holanda, si che non lo potei mandare avanti di venerdì passato primo stante. Non mancai però di scriver al Sig. Santino che s’ era data la su-detta sigortà, acciochè procedesse con maggior cautione nel negotio, perchè se venisse di là aviso che fusse caricato in esse merci d’Holandesi, farebbe per la prima volta cosi mala impressione che difficilmente s’ ottenerebbe (offerendosi 1’ occasione) di simil negotio l’intento. Inclusa vien una copia autentica, con la translatione del detto passaporto. Et in esecutione de Lor comandamenti con la de 7 spirato n’ ho dato particolar conto di tutto - «5 - all Illustrissimo Signor Giovan Battista Palavicino a Parigi accio-chè possa lui procurar quanto desiderano. Le gran differenze tra il Parlamento e 1’ armata restano totalmente terminate, perchè mercordì 30 spirato il Generalissimo accompagnato dal Sargente maggiore General Harrison, et sei altri ufficiali dell’armata con dieci 0 quindici di seguito, senz’alcun segno di strepito , entrò nel Parlamento (mentre sfavasi per metter a voto la revocatione della Patente di detto Generalissimo et poi di agiornare il Parlamento sino a S. Michele) et cavato il capello , levò la maza d’inanti il Presidente (ct la diede al Sargente maggior Generale Harison, et esso la diede al locotenente della compagnia della guardia del Generalissimo), et ciò fatto si coprì subito e disse: « Signori, non vi parlo addesso come al Parlamento; il Popolo di questa Republica ha con gran divotione e pacienza aspettato da voi qualche frutto, in stabilimento del presente Governo et administratione di giustizia, in che Nostro Signore per gli enormi‘e gran peccati di molti di voi, v’ha aciecato et levatovi l’intelletto, anteponendo vostri particolari interessi al ben publico et honor di Dio, cercando per quanto in voi sta di perpetuarvi in quest’ufficio; nè si può più attender, nè sperar cosa bona da voi. Sono perciò comandato dalli Conservatori della libertà, di parte del Popolo di questa Republica, a disolvervi. Perciò voi, Signor Presidente, levatevi dalla sedia; et ritornatevi tutti a vostre case et habitationi, perchè il Signore ci ha aperto un camino al governo che sarà gustoso ad esso et al mondo ». A pena ebbe finito di parlare, molti delli principali nel Parlamento della parte adversa clamorno ad alta voce: « Signor Presidente, Signor Presidente, continuate nella sedia, continuate nella sedia». A che il Generalissimo comandò il Sargente maggior General Harrison di scacciarlo, il che subito obedì; però con modestia lo prese per la mano et lo richiese per uscire quietamente, se nò che sarebbe forzato. A che rispose il Presidente: « Se mi forzate convien che obedisca, riconoscendo la vostra potestà maggiore della nostra »; et così uscì. Con che molti delli Parlamelitarj mor-mororno fortemente, a ognuno de quali diede il Generalissimo la sua mortificatione, come al vecchio Cavaliero Vayne di giocatore / 86 vecchio di leoaier d’imbostero della Rep"^. ^'il'iero Enrico Vayne suo figli» dultero; al Chalhner , . ’ al Henr"-'o Martin d'atfieysta et a- 1 hr‘- 500 mik sterline d^t^’ '' Cava,iero Henric0 Milmay "-0” di lire ,0Q m. s'0,e et argenteria del passato Re; al et cosi a diversi altri chrl dl dar conto alla Republica; uscirno quietissimamenre ^ publlca'llen^ hebbero la sua, et I soldati che non P0c ’ !• passorno a uno a uno tra le guardie 1 ur avano (1). Hora comincierà di quella che ne ^ U° 3tt° de’ Più ìnportant^'T r ^ Ber"arJi’ sei soli giorni doP° succeduto i( differenze. 000 *'* S‘°rici Hur”e, Viljl • ' Crom"'e"- Confrontando 1, su, narrazione con 3ine e Li»S°,sb-V che invece stava nuovo Corro * di«“«ione del • «®m»to. principalment ^preSL‘ltatlvo c come <,(; ■ pnma m Parlamento e delle attribuzioni votate per il r «exue alla 1 urnciaii dell* ^ introduzione d- • • Iss,0ne dei neutri che mata eran° contrarii a tutte quelle proposte ; den2a che abbandf • !tCreSSÌ Presb!teri‘ani. ^ ^ Ue°P° d> aSgiungcre forza ^ Governo per ^'ogliere il p ,°n° buona «usa, sari aV°Va detto iJ Cromwell, alcuno di quella cre- 11 Bernardi f an'UU° 0 in un modo o n -11 ™'|SS° ^ P°tere- Qua,che ufficiale dichiarò , che si doveva A 11 * utt0 entrar* .1 ^ CJ1 al*ro. £*U Sua Patente di Generali J » Par,a™ento dice h Generalissimo al r e di ^iormr ■ ’ questo stava trattando la revocazione nella lettera del - rTj''?1’ neSSUDo dei citati T °° ^ ^ Miche,e- Della revocazione della patente di Cromwell. J * ra‘° (Doc- XVI), J4 pon^co' ^ Ce”n°; ma “ BernlrJi> comc si é' &ia ,,otat0 L’ Hutre fa c °mL Una Prctesa del partito dei Levellers avverso al 501,0 >* porti-r. r°mWcI1 accoinpa<»natn ,1 11 Vi»emaine gli di'‘f"'1* $Cala‘ trUU''° S°,Jatl’ cbe c°«ocò qualcuno sulla porta, altri uttl > tre nominat; « • scSu‘to, e lo fd cn. spone nel vestibolo vicino all* entrata, asco,tanJo qUeIIo che *°Jk; dicono che il CrojT ^ lkw° Repito in Parlamento. 0 sr'fHo, afftllar tfa»anJ0. jj | ;| r'" J ne*la Camera, slfttc jeJulo al.'iifi tempo potessero essere i tormenti del *' Pr^‘ ,0st° in aÌZ«7° « Pann° -o, con calze srigie. “ CronrWeIl l,rrICHarri-, il qua.r,d " ,CVa'° i,caPPc,'° tolse la mazza dinanzi i»me riferisce che il r- tendosi il cappe]|0 . Irasmise al luogotenente delle guardia del lZ}°hn ami‘° -, a?Pena ^ cra °ral,dc C n0n 'asi ^rlamento .1 r -- ron,"'e)l, e stette un quarto d’ ora " ’~rL ‘ vot‘ '■ egli è tempo, disse allo — 87 — constar al mondo la prudenza, politica e valor del Generalissimo havendo tutto questo tempo dato loco al Parlamento di rendersi stosso Harrison, ora sono deciso ; cd alzatosi d’ un tratto , si mise a caricare il Parlamento delle più sanguinose accuse, cd a rimproverargli la sua tirannia, ambizione, oppressioni c pubblicità ladrerie. Presso a po:o è la stessa la descrizione del Villemaine. Il Lingard dice di più die alzatosi levò il cappello, e che parlando alla Camera il suo discorso fu in principio pulito e lusinghiero, ma divenne a poco a poco più animato ed ardente, infine prese tutta la veemenza della collera e si scatenò a personalità offensive. Il discorso del Cromw ell, riferito dal Bernardi, è molto coerente e varia da ciò die narra il Lingard. Questi vuole clic il Cromwell, giunto col suo discorso a dire come il Signore aveva cercato degli strumenti più degni a compir 1’ opera sua, fosse interrotto dal Sir Peter Wentworli il quale gli dichiarò di non aver mai udito un linguaggio così poco parlamentare, linguaggio tanto più offensivo in quanto veniva diretto dal loro proprio servitore che avevano troppo amato e che la bontà loro senza esempio l'aveva fatto ciò ch’egli era. A tali parole, continua il Lingard, il Cromwell si mise il cappello in testa, ed uscendo dal suo posto gridò : « Fuori, fuori, Signori, fuori eh’ io vado a metter fine a questa Babele ». Durante qualche secondo rimase in preda alla più violenta agitazione, c camminando avanti c indietro, e battendo i piedi gridò : « Voi non siete più un parlamento, più un parlamento . . . fateli entrare, fateli entrare.....; ed aprendosi la porta, entrò il Colonnello Worselcy con venti e più moschettieri. « Non è cosa Onesta, gridò Henry Vane, è contro tutta la morale cd onesti ». — « Sir Henry Vane, risponde il Cromwell, il Signore mi liberi da Sir Henry Vane ; egli avrebbe potuto prevenire un tal atto, ma 6 furbo e lui stesso non ha punto d’onore». Si volse quindi a Witelock, sul quale rovesciò un torrente di ingiurie, foi verso Challoner : « Ecco un briacone gridò ». Ed al Martin cd al Wentworh : « Ecco due libertini». —Poi indicando diversi altri membri del Parlamento, li qualificò di costumi corrotti e disonorati, di scandalo e vergogna per chi professi il Vangelo. A queste parole, il Colonnello Harrison prese il Presidente per la mano e lo trasse dal suo seggio. Algernon Sidney fu in seguito forzato a lasciare il suo posto ; c gli altri membri, all’ avvicinarsi dei soldati, si levarono in numero di So c si diressero verso la porta. Allora il Cromwell riprese il suo discorso : « Siete voi che mi forzate ad agire in tal modo. Ho pregato il Signore giorno e notte di farmi morire, piuttosto che di obbligarmi a'questa azione ». L’ Aldcrmann Alien approfittò dell’ occasione, per dire che non era punto troppo tardi per disfare ciò che aveva fatto ; ma tosto il Cromwell 1’ accusò di prevaricazione c lo fece arrestare. Quando furono tutti partiti, fissando gli occhi sulla mazza: « Clic faremo noi, disse, di questo trastullo? via, levatelo » ; e • prendendo dalle mani del Cancelliere 1’ atto di dissoluzione, tccc chiudere la porta; ed accompagnato dai soldati, ritornò a Whitehall. 11 Bernardi, diversamente da quello che c riferito dal Lingard, fa riporre il cappello al Cromwell , appena ebbe levata la mazza dinanzi al Presidente ; c sembra ragionevole e naturale, che avendo parlato a capo scoperto dinanzi al Parlamento ancora costituito, si riponesse il cappello tosto clic lo dichiarava disciolto. Difatti il Bernardi gli fa dire alle prime parole : « Non parlo adesso come al Parlamento », ecc. Cosi pure torna di una conseguenza più voluta dalla circostanza, clic il Cromwell mandasse l’Harrison a togliere dalla sedia il Presidente, quando i Parlamentari lo eccitavano invece a star fermo .->1 suo posto. Si capisce anche dal mormororno for temali, per quali provocazioni desse il Cromwell ai vari membri del Parlamento quelle mortificazioni, che essi dovettero inghiottire, c quictissimamcnte passare per le file dei soldati che non foco li burlavano. Notabile infine ò 1’ espressione del Bernardi che fa dire al Cromwell : Sono comandalo dalli Conserva-lori della libertà di parie del Popolo a dissolvervi. Quei Conservatori della liberti erano i caporioni più influenti dell’ armata, unico suo sostegno, armata ben conosciuta da lui che 1’ aveva ordinata e composta, cd alla quale aveva anche dovuto ubbidire, prima quando si trattò della morte di Carlo I, e poi allora clic non potè assumere quel titolo di Re al quale tanto agognava. E ciò non tanto forse per sua personale ambizione, come per il convincimento di non potere altrimenti acquietare 1’ Inghilterra che sotto al regime dell’antica legislazione, onde consolidarla per sempre nell’alto grado di poteiua e grandezza, cui egli il primo, col suo genio, colla sua ferrea volonti ed instancabile attiviti, 1’ aveva innalzata. — ss ~ del seguito)°raiocK°n-1C ^ ^1"° '° *’ PerC'‘è °S'1’ ‘"10 *' raliegra Governo, che senza dTh' T gUS'a'° 11 seSuente sodisfatione del passato" i/fi r°” magg‘°r fo™a’ gÌUSt'Z'a e mandorno a chiamar il r GeDera'ISSlmo et Conslg,io J’Uffi“li g« incaricorno di pro-ed°' ^ AWenuani di <5uesta Citti- et li tribunali civili e crin/V T”* qUeSM mutationé> in tu,ti come sernip ^ 1111 ' et ^ministrar giustitia a ogni uno, tione £ !T“ “Udienza; et hieri usci l’inclusa Declara- fermamente stabilim^1^0 ^ m brCVe temp° resten' iJ Governo conto. ’ *“0me tutt0 a suo loco haveran particolar Spagna, trov^oTpriTO^dTr31116!”'6 ^ qUeS‘° Ambasciatore di Martin e Challone ■ Cavaliero Henrico Vayne, Henrico ®no il GeneralSmoU°!rr°nai?! et C°nSta’ per haVer 'rC g>°m> gento preso in u Consiglio dato ordine che tutto Far- Si giudica che sr^dl'?vi Hamborgh- se ne facesse moneta. che li fomentatori6 ^ n° 2 trattat0 d' paCC C0" Hohnda\ et n°n sendo dubbio 2 guerra saran capitalmente puniti, presente occorre deano a,CUni.la faranno male; eh’è quanto al pregandoli dal Sian° * °f notltia- ^umilmente li fo riverenza, ' °Stre S'gnorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi, Jradottione. Venerdì a 8 Aprile 1653. M C0HSÌgIÌ0 di Stato « Whitehall Questo Consiglio havendo considerato il dl Gen°va, richiedendo che due nav* 1 Paper° dat0 d*lì’A8entc sterdamo, per 1’ uso della Republica VrPVe$Qtlte fabricate in Anl‘ enova, possino haver un O) Questa Dichiarazione manca nei documenti varanto per lor libero passaggio da Amsterdam a Genova, senza esser molestate dalle navi di Guerra di questa Republica; È ordinato Che l’Agente di Genova dando qua una nota della portata de detti vascelli, con le particolarità della artigliaria, numero di huomini et altre munitione che porteranno, con una spetificatione delle merci saranno in esse carricate, che con ciò, et con sigortà data che non saranno impiegate al preiudicio di questa Republica nè qualsivoglia cosa spettante alli nemici d’ella celata o caricata in essi, che licenza sia concessa corno è desiderata. La tradottione. * Havendo la Republica di Genoa scritto lor lettere al Parlamento della Republica d’Inghilterra, rapresentando in esse la necessità (in prescrvatione et sicurezza del trato e comercio nel Mar Me-diteraneo al presente grandemente impedito e preiudicato da pirati et rubbatori marittimi) di armare certi vascelli di guerra, dui de quali contratosi d’esser fabricati in Amsterdamo per quel servitio, quali sendo hora finiti et pronti a veleggiare desiderano il salvo condutto di questa Republica per detti dui vascelli nel loro passaggio dal detto loco dove sono fabricati, a Genova; le quali lettere sendo state rimesse dal Parlamento a questo Consiglio ; abbiamo perciò havuto per bene in consideratione del sudetto de concederlo. Queste perciò servono di comandare e richiedere tutti Almi-ragli, Vice Almiragli, lieve Almiragli, Capitani et Officiali di vascelli di guerra in servitio della Republica, com’ anche quelli di tutte le navi armate da particolari, et qualsivoglia altri a chi può spettar di permettere e sufrire le dette due navi, 1’ una nominata Santa Maria di longhezza 146 piedi con 54 pezze di artigliaria e 100 huomini, l’altra nominata il Sole di longhezza 140 piedi con 40 pezze di artigliaria e 80 huomini, quietamente di passare con lor carriche consistendo di specierie, saye, sargie e telarie a Genoa — 90 — como sudetto, senza alguni venturi ritardamenti, imped* molestationi. Di che avertite a non mancare. ^ Data al Consiglio di Stato a Whitehall, a di d ^Pn ^ Jo. Thurloe Signato col nome c per o Clcr. ConciUi Consiglio di Stato apontato d. Authorità del Parlamento. Denis Bond Presidente. XXIII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 5 del passato mandai a Vostre Signorie Seieniss ^ autentiche e traduttione del passaporto per li dui vasce ^ sterdam, che hora con loro de 18 e 21 Aprile mi con^, ^ ot_ procurare con ogni maggior sforzo, come di effetto (c0me tenerlo. L’ originale mandai subito al Signor Samuel Santin Aptt'X 9 ne diedi notitia a Vostre Signorie Serenissime con J - ^ ^ reiteratolo con altra de 20 pur del passato); pelò ^ m1 ha avisato detto Santino la ricevuta, che doverà seD prossimo. Dì nuovo c’ è poco degno di Lor notitia, godendosi qua tut_ fetta quiete e tranquillità. Il Generalissimo e suo Consig tavia consultano al stabilimento del Governo, et procedor ^ somma attentione e secretezza, che pochissimo si pL'ò Pene . certo : intendo però che tra pochissimi giorni uscirà una die ♦ ^ tione del modo in che governerà. Li giorni passati comparse* 0 ^ Canale da 30 navi da guerra Holandesi, che obligò (sic) 1 aj"n ‘ navale di questa Republica in numero 70 vascelli grossi all ho nelli Duni a darli la caccia che le menò nelli mari del N°rth, mentre eh’ il giorno seguente passò in vista di detti Duni altre 4° navi da guerra del detto Holandese, convolando da 300 vascelli — 91 — mercantili, clic tutte con questo stratagemma cntrorno ben in Amsterdam, et li convojanti unitosi con li primi. Et dicesi liab-bino combattuto, però non si sà il certo. Si giudica che stabilito sia questo Governo, seguirà presto una pace con quelle provincie, come di tutto a suo loco haveran particolar conto; cui mani bacio, humilmente pregandoli dal Signore ogni contento. Londra a io Giugno 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affetionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XXIV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 11 stante incontratasi quest’armata navale, consistendo di 80 vascelli, con quella di Holanda di 100 in più, la attaccò la prima con tal violenza e risolutione, che in poche hore restò deciso il contrasto, per trovarsi gli Holandesi talmente disanimati clic la maggior parte si posero in fuga; con che la restante, che fu ila 35 vascelli grossi, restò per preda e distruttione; da 1500 morti, e 2000 prigioni, senza la perdita di pur un vascello da questa parte, però uno delli Generali nominato il Deano ammazzato, et da 200 della gente ordinaria. Quelli che fugirno et che non volsero combattere non mancamo di partecipar del flagello, perchè trovandosi il vento da levante, et quasi calma, non solo quel giorno, ma anche tutt’ il seguente, ricevettero moltissime canonate dal inimico che mai li abandonò sin che la notte rabescatosi il vento entrarno in Fleshinges, dove restorno al presente assediati per non uscir così presto. Questa gran vittoria darà con ragione da pensare a quelle provincie, massime che da bona parte presento si siano di qua dati ordini per la sbarcatione in esse da 6000 soldati ; et quello che maggiormente lo conferma, è che con questa marea sono uniti 50 vascelli grossi chiamati carbonari (trattando solo nel car- — 92 — bone di pietra che viene dalla Scotia), et in esse da 8000 tonfiate, parte viveri, il resto polvere, balle., archebugi, zappe, scale et altri instrumenti bellici, vociferandose siino destinati per Holanda. Se questa gente li mette una volta piede, difficoltosamente verranno scacciati. Quest’ evento ha da alterar grandemente la inclinatione dal trattato di pace, eccetto (sic) vantagiosissima da questa parte (1). Non occorrerà altro sopra quanto mi comandano con loro de 26 passato, che ricevo in questo ponto, per esserli, come non ne metto dubbio, pervenuta la mia de 5 maggio, con le copie autentiche del passaporto di quelli dui vascelli in Amsterdam, et da esse visto, et da quello ne diedi all’ hora conto sopra ciò, che fu libero et absoluto quanto si potè humanamente desiderare; di che se ne resta con gratie al Generalissimo, non dubitando in avenire di tutta giustitia e favore in quello potesse occorrere di servitio di Vostre Signorie Serenissime e comodo delli sudditi Loro, trovandosi totalmente scacciati quelli pentionarj di Spagna, quali ad instanza di quel Ambasciatore cercavano disturbarci in tutto. Si crede che anche esso durerà poco qua; quello eh’ hora mi spiace è che il Sig. Santino m’ avisa, che quelli Signori Stati s impatronirno di esse navi per servirsene nelle presenti loro urgenze; ma che se ottenesse la licenza per loro passaggio, vorrebbe nel passaporto dicesse senz’esser visitate; questo deve procedere dal scrittoli quando glielo mandai, che fu d’ haver dato la sicortà (come sarebbe seguito se non fusse stato la galanteria del Generalissimo), acciochè procedesse con maggior cautione e secreto nella carica di esse navi, et che tutto di valore andasse ben coperto corno interesse de Lor sudditi; perchè se bene non si è data de mercanti, ci resta una maggiore, eh’ è per mezzo mio la parola di Vostre Signorie Serenissime, con che detto passaporto non solo fu concesso absoluto e senza limitatione alcuna, ma anche comanda tutti Generali et altri a chi può spettar di non ditener , impedir, nè molestar detti vascelli; et visitandoli è forza venga tanto trasgredito detti comandi come se fusse espresso non visitarli, perchè (1) La qui riferita battaglia navale successe 1’ 8 di Giugno tra 1’ ammiraglio Olandese Tromp e gli Inglesi Monk e Dean. Sopraggiunse anche il Blak verso la fine del combattimento. — 93 — non potrà seguire, eccetto con grande impedimento, molestatone e detenimento; oltre che se havessi richieso o volessi richiedere una tal specificatione, sarebbe svegliare il cane dormente e dar una giusta causa di sospitione per esser cosa mai praticata nelli passaporti: et lo so per li tanti ottenuti per il passato nel servitio di Sua Maestà Cattolica. Sperando che con questo resteran Vostre Signorie Serenissime con quella sodisfattione che il negotio in se merita et eh' io desidero non solo in ciò, ma in qual si vegli altro di Lor servitio darsi. E humilmente baciandoli le mani, Li prego dal Signore ogni contento; Londra 19 Giugno 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota del Segretario a tergo della suddetta lettera. 1653, 15 Luglio. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avisi la ricevuta, con dirle che stante 1’ innovatione seguita circa detti vascelli, non occorre per hora facci maggior diligenze, lodando quello ha operato sin hora e continui gl’ avisi : ad calculos. XXV. Serenissimi ct Eccelentissimi Signori In executione di quanto mi comandano con loro de 30 maggio, toccante li grani spettanti a Lor sudditi presi da vascelli di questa Republica nella nave Santo Giovanni Evangelista, Olandese, n’ ho parlato con particolari amici del Consiglio di Stato, quali m’ assicurano haver dato ordini generali a lor Almiragli et capi di vascelli di non ditenere merci alcune spettanti ad amici, abenchè prese in vascelli de nemici, ma che in tal caso gli interessati provando lor particolar interesse debbasi subito seguir rilascio, come - 94 — seguirà di queste. Però se mi fusse stato dinotato il nome del Capitano che prese il vascello, così dove et in cui possesso sono detti grani, non dubitarci ottener un particolar ordine a quell’ effetto; ma mancandomi quest’informatione, non si può per hora far altro solo che li interessati acudino dove è 1’ interesse e- faccino juridicalmente le debite prove; et se con ciò li sarà negato il fatto loro, che mi sij mandato il processo et chi li nega giustitia, chè presto s’ otterrà qua, signifìcandose questo Generalissimo in tutte occasioni molto affetto a Vostre Signorie Serenissime. A 19 del passato li diedi aviso della segnalata vittoria ottenuta da questa armata navale contra quella d’ Olanda, et come restava assediata quella parte di essa che non volse combattere, come tuttavia lo è, trovandosi quelli Stati talmente apretati eh’ hanno risoluto mandar qua tre Ministri Publici (con solo titolo di En-voiés, però persone di qualità) a trattar di agiustamento. Entrorno a 28 passato senza alcun seguito 0 ostentatione, et due giorni sono hebbero una audienza da sei deputati; quali visto la patente et non trovata a satisfatione, hebbero per risposta che si considererà il negotio et che intanto procurino piena potentia ; intendendosi hora debba presto seguir altra missione con titolo di Ambasciatori Straor-dinarij ; ma questi Signori se ne ridono, et se vorran pace le costerà cara. A 14 stante si radunarà il nuovo Rappresentativo che consisterà di cento in circa, cioè di due per ogni provincia, citati dal Generalissimo in questa maniera : « Oliver Cromwell, Capitan Generale di tutte le forze della Republica d’Inghilterra, vi richedo esser in persona meco a Whitehall a 14 del prossimo Luglio, ivi a consultar il modo di stabilir il governo della natione ; et de ciò non mancate ». Dal Santini d’Amsterdam non ho lettere doppo quella con che m’ avisò la ricevuta del passaporto, et come quelli Stati s’ erano impatroniti delli dui vascelli per lor servizio. Mi sono infoimato, anzi me lo assicura il Secretario del Consiglio di Stato (che fie il Signor Thurloe, l’istesso che sempre lo fu), eh’ il passaporto sarà ubedito nè più nè meno come se havesse continuato il Parlamento,. et che non occorrirà altro; rru havendo considerato che sarà vecchio " 95 — pi ima che se ne servirà, gl’ho scritto travisarmi tre settimane prima che saranno pronte per mettersi alla vela; con che gli ne farò pervenire un nuovo, con le specificationi che desidererà. Che è quanto per hora occorre degno della notitia Loro, cui mani humil-mente bacio ; augurandoli dal Signore ogni contento. Londra a 7 Luglio 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XXVI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 7 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del necessario toccante li grani presi nelli mari di Sicilia in quella nave Holandese; a che mi rimetto. A 14 detto si trovorno a Whitehall tutti li membri del nuovo Rapresentativo citati dal Generalissimo, dove con esso tutta la mattina stettero orando; et due hore doppo mezzo giorno andorno con ostentatione a Westminster, et ivi si gionsero nella istessa sala del Parlamento passato, dove continuano ogni giorno. E a 24 uscì l’inclusa Declaratione, in quale si chiamano « il Parlamento della Republica d’Inghilterra, Scotia et Irlanda ». La sostanza è di cose divine, et exortationi al Popolo di pregar al Signore acciocché benedisca l’opera in mano, per l’intiero stabilimento della quiete della natione. Hora (conforme al debito mio) raccordo a Vostre Signorie Serenissime che se in loro prudenza stimeranno in futuro poter tener occasione di valersi di questa natione, addess’è il tempo di compire con questo Governo col mandar qua la persona con titolo di Ambasciatore, come tenevano intentione l’anno passato di fare; et che non venga inferiore in ostentatione e seguito a quelli d’altri Prencipi; ma se pur non risolveranno mandarlo subito, sarà necessario mi dieno nuove lettere di credenza a questo Governo, con titolo — — che slew TeX-ritPU^1Cae A"g,ii,e’ Scotiae et Hiberniae » etc., et «ima che Agente. ResWente- clle 9“» * ài molto maggior dui vascelli ivi (sic\ n ^ ottenuto Ja liberatione delli molto lo dubito hav ^ Slgnorie Serenissime, come mento in che resr • ^ ° •* ^,01n* Passafi seguito altro combatti- del Holandese* D> ? af'on(^ati altri 14 vascelli di guerra dì quelle parti un- ° ^ Ceit° ^ tra un mese usciranno grossi. armata nuova, che consisterà di 100 vascelli Se Vostre Signorìe • • compra di vascelli d renissime bevessero occasione di far rottura et che si» * QSS° ° ^ tempo (mentre dura la presente qua delle preSe che^^ ^ ^Uesta Republica) di comprarli P°c’aparenza di ^.CJnt'nuamente van facendo et faranno (sendo quello costaria fabriCr^T^’ m ^ SÌ salveria Ja mettà di Cur° ogni convenienT '* tCnendo (3ue^i mezzi con quali m’ assi-sporti. Et se voless 1 COmPra d’essi come nelli pas- servir Vostre Siano^0/^^ *reSatte nuove, non dubitarci ài bellezza col princi erenissime c°me se deve, tenendo hintrin-inimici che ne disturbai ^ PreS6nte Governo et atterrati quelli da questo nuovo Gove haVendo alIa prima richiesta ottenuto Residente di Vostre S'a ° Un ^assaPorto richiestomi dal Signor a Brest in Francia T”6 Serenissime a Parigi di un vascello costì• r °'er dl ,a c°n la munitione e carica venir temente concluso la Di- Ortuoa^° sta di partenza, havendo to-C°hrl Ch’è quanto per'Ln f1UStat0 ^uel,e differenze di parti-erenissime, cui mani bi ' i e°n° not'tl"a di Vostre Signorie °gni contento e felicità. Umi,mente> pregandoli dal Signore — iVlltllH* Londra a 28 Luglio 1653. Di Vostre Signorie Serenissime issimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — 97 — XXVII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori Hoggi a otto diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quanto c’era qua di nuovo degno della notitia loro; ni’ è poi pervenuto 1’ informatione dell’infedele et vituperoso atto commesso dal Eduardo Stanton in quelli dodici giovani con la loro de 8 scaduto, di che n’ ho dato conto ad alcuni amici del Consiglio di Stato , ct principalmente al Generalissimo, et mostratoli non solo la detta intormatione ma anche la lettera che Vostre Signorie Serenissime mi scrivono, et agravato il caso da altri particolari occorsimi, che di effetto lo resenti cordialmente, anzi disse che stentava credere potesse esser in un huomo tanta sceleragine, et che ni informassi s’era.impiegato nel servitio della Republica et dove si trovava al presente, et che poi ne facessi ampiamente rimostianza al Con siglio di Stato, accompagnata con detta informatione et lettera di Vostre Signorie Serenissime tradotta in inglese; assicurandomi che provandosi il fatto di somma giustitia, come non ne dubito, non si mancherà di cura e diligenza sino de ottenutala ; et a suo loco terranno distinto conto del successo; cui mani bacio humilmente, augurandoli dal Signore ogni felicità. Londra a 4 Agosto 1653. Di Vostre Signorie Serenissime. Devotissimo et Affettatissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo di detta lettera. Scritture mandate in Londra. . . Relatione degli Eccelentissimi Monsa e Loraellino per li dodeci garzoni che sono in mano de Torchi fatta a ; Luglio .653. Testimonii essaminati a 25 Aprile 16; 3 dinanzi 1 lestantis situo Gio: Battista Invrea deputato al Lazaretto in questa pratica. Società Ligure di St. Putria. Voi. XVI. — 98 — Lettera scritta dalli garzoni che comincia : « Carissimi Signori, . qui si f?i intendere » ; e finisce : « Siamo insieme dodeci; la lettera sari ricapitata a Giovanni Domenico Semino ». Altra lettera scritta da Giames Boromen, a 16 Marzo 1653, a Signori Gioanni Lays e Gio. Mead. Tutte sudette quattro scritture extratte e sottoscritte dal Sotto-Cancelliere Geronimo Camere con il Tabellionato. XXVIII. Serenissimi ct Eccelentissimi Signori A 4 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime dell effettuato in executione de comandamenti Loro nel particolare di quelli poveri giovani schiavi in Argiers, et a 12 detto presentai la rimostranza al Consiglio di Stato, della quale inclusa viene la traduttione. Ho agravato la materia al possibile, non solo con diversi delli principali del Consiglio, coni anche coll istesso Gene ralissimo quale mi ha assicurato di somma giustizia. M ha prò messo il Secretario che domani si vedrà il negotio, se pur lo per^ metteranno le gravi occupationi tengono questi Signoii, quali si giontano due volte la settimana al dispaccio di negotii stranieii, in quali s’includono quelli de Ministri Publici. Il Eduardo Stanton trovandosi (com’ intendo) nella città, spero riceverà quel castigo merita un così atroce atto, et che sarà forzato redimere li giovani, per ottener il che non risparmierò qual si voglia diligenza, come di tutto haveran a suo loco distint’aviso. Trovandosi l’armata navale di questa Republica, doppo dell ul timo combattimento, nelli mari d’ Holanda e sopra il Texell a impedire l’uscita della nuova armata che s andava con ogni^spe ditezza preparando in Amsterdam, et avisati gli Holandesi eh una squadra d’ essa era partita ad incontrare le navi Holandesi che s’ aspettavano dalla India orientale, si risolsero godere di quella conjuntura, coll’ uscire e combattere l’inimico, come fecero ve nerdì passato a 9 stante, che cominciò a 21 hore come si conta — 99 — costi, e durò sino alla una di notte: in che l’una e l’altra parte si diporlorno con gran valore, gli Holandesi consistendo di 97 vascelli et di questi 70. Però quel giorno solamente 30 delle più veloci veleggiere poterno avanzarsi ad obligar l’inimico a combattere, che fortemente si ritirava per trovar gli Inglesi in maggior numero di quello presuponeva, ma la mattina seguente (rinfrescatosi il vento di mare con tal tempesta che si stimò col naufraggio della maggior parte d’ ambi doveva terminarsi il contrasto) non seguì altro. Però aplacatosi la domenica, cominciorno di nuovo a combattere (sendo allora tutti gli Inglesi uniti, però sotto vento); che incessantemente durò il contrasto sei hore continue, con tanta risolutione da questa parte, che gli Holandesi si persero talmente d’animo che si diedero alla fuga, doppo d’esserli afondati venti vascelli grossi; li Inglesi sempre seguendoli sino al mercordì, che entrorno di notte nel Texell; et in quella caccia presero altri 12 di essi, quali subito afondorno per non indebilitarsi di gente: li morti della parte Holandese sendo da 3000 et 1000 prigioni, fra quali due ufficiali di qualità et Vice-Almiraglio; di questa parte morti da 300 et da 700 feriti; 1’ Holandese trovandosi a malissimo partito. La pretentione di questi Signori alli Agenti qua de quei Stati per la pace consiste in tre ponti : il primo haver piazze per sicortà non assisteranno gli hinimici di questa Republica, et di’ al Principe d’ Orange li sia levato il comando; secondo che paghino quanto restano dovendo per tanti anni per la pesca; terzo che pa'ghino le spese ha costato il mantenere tanto tempo l’armata navale in diffendersi dalla loro in questa guerra, che l’un e 1’ altro stimasi debba ascendere a quattro milioni di lire sterline, et hora con quest’ ultima botta verrà il negotio augumentato. Hieri il Parlamento ha votato a basso, 0 sia desmesso, la Corte della Cancellarla eh’ era la suprema di giudicatura nella Republica, et si crede debba presto seguire di tutte le altri Corti, con attuatone della legge fondamentale della natione chiamata qua la legge comune d’Inghilterra; et instituire altre di molto minor spesa et incomodo al popolo; con che rest’atterrato l’ultimo pilastro di monarchia; il primo sendo li signori titolati; il secondo li eclesiastici; et il terzo li legisti; tutti quali hanno fomentato la rovina del passato — 100 — Re et hora il giusto castigo li ha venuto adosso ; chè nella opinione -judLi impartiali credesi debba questo Governo restar stabilito per un pezzo. 1 erJò, come ricordai a Vostre Signorie Serenissime Passato, sarà sommamente necessario in tempo com-P con esso, perpoter meglio ottenere quanto potrà m appresso irsi in Loi comodo e de sudditi, col mandar la persona di qua-titolo di Ambasciatore Straordinario al riconoscimento di q o Go\erno, et che intanto siino serviti darmi subito nuove re di credenza e patente col titolo di Residente, di’ è qua di loto maggior stima ch’Agente. Il titolo qua dirà: « Parlamento ^ eipublicae Angliae et Scotiae et Hiberniae ». Però meglio sarà ar superscrittione alcuna , che la porrò qua come s’ offerirà isionc, intendendo siino per mutare il stile. Che è quanto per occorre. Humilmente li bacio le mani, pregandoli dal Signore ogni bene e contento. Londra a 14 Agosto 1655. Di \ ostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affetionatissinio Servitore Francesco Berna r or. XXIX. Relazione della battaglia navale del Texel, da fonte olandese, spedita dal Bernardi al suo Governo. Di Amsterdam, 15 Agosto 1653. Il nostro Admirante Tromp entrò di Zelanda in mare con 85 vascelli da guerra, e rincontrò li 8 stante l’armata Inglese forte di 120 vascelli, con quali combatette a tiri di cannone alla gagliarda, senza però avantaggio meritevole nè dell’ una nè del- 1 altra parte. Il medesimo giorno alla sera le 10 hore il nostro ^ ice Admirante, che fu in Tessei, havendo avuto aviso della sortita dell Admirante Tromp, e che quel giorno haveva combattuto, fece tutti li sforzi per entrare anch’ esso in mare, sì come gli successe, con 26 vascelli da guerra, lassando indietro in Tessei altre 4 delle più capitali navi non leste. Si congiunse detto Vice Admirante il sabbato doppo desinare con il nostro Admirante, e — 101 — la Dominica rincontrorno di nuovo 1’ armata Inglese, con la quale combatterono furiosamente, in modo che si calcula che delle navi Inglesi da guerra ne siano affondate o ruinate da 18 in circa, e della nostra armata in circa 6 navi. Il nostro Admirante si è portato valorosissimamente; però in l’ultimo abbordo, che fece all’ Admirante Inglese, seguì un furioso combattimento dal-l’una e l’altra parte : el coraggio del nostro Admirante era tanto grande, che non haveva messo corsaletto, e così d’un colpo di moschetto sul petto gli fu levato la vita; eh’è gran disgrada non solo d’haver perso sì valoroso e ben voluto guerriero, ma che con quello calmò la principiata furiosa animosità ; e Così doppo finito il combattimento di quel giorno il Lunedì non successe altro , e il Martedì il Vice Admirante Vuitte Vuitten risolse con da 94 vascelli da guerra entrare nel Porto di Tessei, e altri 6 in 8 vascelli entrorno mal accomodati nella Mosa, e con questo hebbe fine quella battaglia, con più danno degli Inglesi che dalla nostra parte. Ma se la mala fortuna non fusse stata della perdita del nostro Admirante, vi era apparenza di altri successi. Hora vi sono in Tessei 13 personaggi deputati delli nostri Stati Generali per prender prontamente nuova rissolutione , acciò senz’ alcun perdimento di tempo le navi tornino a mettersi alquanto all’ ordine et eschino in mare ; e doveranno ad uno ordinare , cui intanto in loco dell’ Admirante haverà il comando Generale, in tanto si eleghi nuovo Admirante. Intanto gl’ Inglesi continuano in mare; poiché, quando bene volessero, il vento contrario non gli permette che possino tornare in Inghilterra. Delle nostre navi di mercantie stimiamo che poche cascheranno in loro mani, essendovi aviso che le navi d’Italia sono da galeotte state avertite. Il simile è seguito di 6 navi delle Indie Orientali; e non ponghiamo dubbio che il medesimo sarà seguito della nave Cavaglier Marino con sua conserva, sì come parimente de 30 vascelli che vengono di Francia, stimandosi tutti in Norveggia. Fin hora tutte le navi destinate per Ostelandia continuano in Slie (sic): così segue delle navi per Moscovia. Vi è poi aviso, che gl’inglesi si siano ritirati in Inghilterra molto malconci. — 102 — XXX. Al Consklio di Stato della Republica d’Inghilterra. Francesco Bernardi, Agente della Serenissima Republica di Ge-a, rapresenta a A ostre Signorie, che circa il mese di marzo p< ato Eduardo Stanton, Capitano della nave Bona Speranza, prese suo ser\itio, nel porto di Genova, 12 giovani Genovesi a sano , et na\ igando con essi vicino 1’ isola d’ Evisa incontrò con un \ascello de Turchi, e doppo haver sparato e fatto brindesi un a 1 altio, il Stanton li andò a bordo, et portò seco li 12 Ge-no\esi, et i\i li \endette come dalla anexa informatione ricevuta da miei Padroni consta. E per quanto che sono confidentissimo che un cosi scandaloso iniquo atto, non solo contra quel bon trattamento riceve in o^ni occasione questa natione nelli dominii de miei Padroni, ma absolutamente contra ogni bontà, fedeltà e civiltà, non debbasi permettere dove tanta Christianità et honore regna; Perciò, in nome de detti miei Padroni (e per Lor particolar co-mandamento a me), richiedo Votre Signorie servirsi maturatamente di considerare 1 attrocità del fatto , a finché il Stanton riceva il condigno et exemplar castigo merita; e che tal espediente sia subito preso per la redentione de detti poveri giovani, come nella somma prudenza Loro giudicheranno conveniente in conformità di giustitia, la legge de nationi e bona corrispondenza tra le due Republiche. Nota a tergo.. Letta a Serenissimi Collegi. Se li accusi la ricevuta, con dirli che havendo per conto di detti ragazzi \enduti schiavi, come si vede dal memoriale presentato, sodisfatto alle sue parti, se li manda informationi più complete del fatto, a finché più fondatamente proseguir possa le istanze contro detto Capitano, perchè riporti dell’azione indegna da lui fatta il do\ uto castigo, e che emendi il danno con la redentione dalla — 103 — schiavitù delli detti ragazzi. — Et che a quello che nel rimanente si contiene in detta sua lettera si farà in appresso le dovute rif-flessioni alle considerationi rappresentate, et se li aggradiscono gli avisi: ad calculos. XXXI. Serenìssimi et Eccelentissimi Signori Il Consiglio di Stato a 22/12 stante mi mandò col Maestro delle Cerimonie una rimostranza sigillata in un piego, in quale era una lettera Loro (sic) per Vostre Signorie Serenissime, sigillata, con la copia di essa a me; ma trovato il titolo , o sia soprascritto, dire « Duci et Gubernatoribus Republicae Genuensium salutem » , dissi al latore che sebene desiderava molto servire questi Signori, non potevo farlo in questo, eccetto se veniva dato alla Serenissima Republica il dovuto titolo et quello riceve da tutti Prencipi. Mi rispose, che le lettere havevano Vostre Signorie Serenissime scritte a questo passato Parlamento erano di quella conformità. Replicai esser tale la volontà di quel Parlamento, et che quando nel principio gli vennero lettere col titolo, non le volse il Presidente presentare, sino ch’emendate nel modo desiderato, come lui benissimo lo raccordava. Mi disse che haveva ragione et che la ritornerebbe per farla accomodare; ma conoscendolo bene , sendo Scosese e cosa di questo bon Ambasciatore di Spagna, e considerando 1’ avania poteva sotto mano alsarmi, col ritorno di essa lettera, gli dissi che rispondeva in scritto al Consiglio, quale non dubitava restarebbe sodisfatto (con le mie giuste raggioni) col ritorno di essa lettera, come feci subito, et sigillato a esso diedi il piego, sì che giorni doppo me la riportò nel modo che hora viene, che se bene dice « Illustrissimi et Eccellentissimi » (che confessò esser errore suo), non mi pare bene per la prima volta farne altra difficoltà. La sustanza di essa lettera, come saran serviti vedere , è toccante una nave Inglese carica presa da una d’Holandesi., e condotta in cotesto porto; e come pretendono questi interessati (il principal de quali si è un Alessandro Bens — 104 — del passato Parlamento), costì venduta et essi non permessi ginridi-calmentc di far le lor diffese. Questa è la prima lettera ha scritto questo nuovo Governo a Prencipe straniero, sendo forza habbi questo Bens grand’ influenza nel Consiglio eh’ è il supremo Governo della Republica; perciò sarà bene compire in questo negotio di tal modo, che possa dar quella satisfatione spera ricevere questa Republica da \ ostre Signorie Serenissime; che oltre ne risulterà bonissima impressione d’ amistà e bona corrispondenza, aprirà la strada ad ottener quanto potrà offerirmi di comodo loro e de sudditi ; e quando la giustitia della causa non desse loco alla pre-tentione, che se ne mandi il processo per satisfare il Consiglio contro le exclamationi delli interessati. Con occasione della risposta da farsi alla lettera mandata a Vostre Signorie Serenissime, il Consiglio di Stato sarà molt’accertato faccino instanza con particolar premura contra il Eduardo Stanton che vendette quelli 12 giovani alli Turchi, perchè sino de i8s tante fu letta nel Consiglio la rimostranza (che io) presentai con la traduzione della lettera mi scrissero toccante quel fatto ; però non ordenorno cos’alcuna, solamente di rivederlo un’altra volta: il che fin hora non è seguito, non ostante le continue diligenze usateli , procedendo la dilatione dalli molti affari tengono questi Signori per il stabilimento della quiete del presente Governo, che si è di administrar giustitia e dar generalmente satisfatione al popolo , et sicuramente di estinguere quelli scintilli di monarchia che tuttavia restano nelle ceneri, sendosi li giorni passati discoperto una congiura contra il Generalissimo et altri principali del Governo; li capi d’ essa sendo presi e nella Torre; con la nominatione d’ una nuova suprema Corte di Giustitia (come quella che condennò il Re) per giudicar non solo essi, ma capitalmente di punire offese e fraudi comessi da alcuni principali del passato Parlamento. Questo Ambasciatore di Spagna fece un contratto per 6 navi per il soccorso di Bordeous, et (ha) advansato ad ogni nave lire 1000 sterline conditionalmente, per darle se veniva resa la città prima della partenza d’esse di qua, che doveya seguire *o giorni doppo del sborso di detto advanso; et poi un tanto il — 105 — mese. Ecco che solo due giorni doppo lo sbarco, viene aviso di capitolatione per la renditione di detta città (r), facendo hora strepito per il ritorno. Ma li succederà come delle gran minaccine per quelle lire 600 mila in più della nave Hamborghese, che se non venivano restituite haveva hordine d’andarsene, et che ne seguiria ripresaglia ; perchè hora tutto è andato in fumo, Riavendone questi Signori fatto moneta; e qua se ne vidono con molto smacco del suo padrone e suo, et il negotio perso, perchè così lo volse; perchè sinceramente quando meno la mettà spettava a Spagnuoli e vassalli del suo Re, però non volse mai permetterli di pretendere lor particolari interessi, ma lui di farlo generalmente di tutta la partita ; et havendosi discoperto eh’ una gran parte spettava ad Holandesi, si valsero questi Signori della occasione per condennar il tutto: eh’è quanto per hora degno della notitia di Vostre Signorie Serenissime, cui mani bacio humilmente , pregandogli dal Signore ogni contento. Londra a 28 Agosto 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Note a tergo. Letta alli Serenissimi Collegi. Li Eccelentissimi Residenti in Palazzo riconoschino il fatto della nave Inglese, quale si suppone dopo la presa che ne fu fatta dagli Olandesi sii stata venduta con suo carico in questa città o altra parte dello Stato. Habbino parimente consideratione al modo tenuto nei titoli; e revisto quello s’ è praticato prima d’ hora così in tempo del Governo precedente come del fu Re, riferiscano il fatto sopra ogni cosa col loro senso: ad calculus. 1653 29 Ottobre. Lette a Serenissimi Collegi le sudette relazioni degli Eccelen-tissimi di Palazzo, insieme con l’estensione della lettera respon- (1) Bordeaux ribellatasi al Re di Francia Luigi XIV, teneva le parti del Principe di Condè, appoggiato dagli Spagnuoli. Fatta assediare dal Mazzarino, si arrese al Duca di Vendome il 3 Agosto 1655. al Consiglio di Stato d Inghilterra, et havuta al tutto la doluta consi eratione, e sentiti anche in voce detti Eccelentissimi di Palazzo, hanno Loro Signorie Serenissime a palle approvato le re-atiom su ette e deliberata la lettera responsiva del tenore sudetto, sotto li modi e forme contenute in dette relationi. Jo. Benedictus. XXXII. Relazioni accennate nella nota del Cancelliere. Serenissimi Signori ostre Signorie Serenissime, sopra quanto ha scritto il Consiglio tato della Repubblica d Inghilterra con lettera de io di Agosto passato, hanno comandato che si riveda quello si è praticato prima ìora in materia di titoli così in tempo del Governo e Paramento precedente, come in quello quando viveva e comandava il Re, e che giontamente si riconosca il fatto seguito circa la nave Inglese, che presa dagli Olandesi nel porto di Alicante, vien supposto esse: poi stata condotta in Genova, e posta in vendita con le robbe e merci delle quali andava caricata. Del che rappresenta detto Consiglio esserli stata fatta doglianza da mercanti Inglesi, non solo pei esser stata data detta comodità in Genova a suoi nemici, ma anco per esser stato nell''istesso tempo impedito alli legittimi padroni di quella di avalersi del beneficio delle leggi nel domandare il fatto suo; et essersi perciò mosso alle di loro istanze a scrivere, eh essendo simili fatti poco corrispondenti a quelli perpetui testimonii di amicizia che la Loro Repubblica a questa have\a in tutti i tempi dimostrato, acciò in questo apprezzo dalle Republiche che passano reciproca amicizia non si vada più oltie, non dubita detto Consiglio di Stato, che, ricevuta questa sua lettera, la Serenissima Republica procurerà subito che la detta nave e beni alli proprietarii sia prontamente restituita, come richiede la ragione e 1’ equità ; e che da questo si proveranno gli effetti di quella benevolenza et amicizia, che con questa Serenissima Republica felicemente sin hora si è conservata. — 107 — Ubeuendo dunque a Loro comandamenti, et al tutto fatta la dovuta riflessione, riferiamo a Vostre Signorie Serenissime, quanto alla prima parte, non essersi dal Governo e Parlamento precedente d’Inghilterra ricevuta lettera alcuna, perchè se bene nell’occorrenza dell’ elezione che si fece deU’Agente Francesco De Bernardi in Londra, e di alcune prese che furon fatte da vascelli di guerra Inglesi di navi appartenti a cittadini e sudditi di questo Stato, più d’una volta si scrisse a quella Repubblica senza titolo alcuno , perchè così fu da Loro desiderato, non è stata però data’alle lettere sudette sorte alcuna di risposta; che però fattasi diligenza di quello si praticava col Re vivente, si ritrova che scrivendo lui alla Repubblica et essa al Re, si è usato de’ titoli e trattamenti espressi nella nota che se n’ è fatta a parte,'del tenore che Vostre Signorie Serenissime sentiranno; essendosi anche con tale occasione fatta estensione del stile hora usato dal detto Consiglio in detta lettera, e di quello si è praticato con altri Potentati, acciò da quest’uno possa la somma prudenza di Vostre Signorie Serenissime pigliar motivo a quella detterminatione, che in ordine a rispondere alla lettera sudetta di detto Consiglio di Stato stimarà conveniente. Quanto alla seconda parte, il fatto della suddetta nave Inglese la quale dopo esser stata presa nel porto di Alicante fu condotta in questa Città dalli vascelli Inglesi (sic) che la presero, si riduce alla seguente sostanza. A 18 Genaro del presente anno comparse da Sua Serenità e dalli Eccelentissimi di Palazzo il Magnifico Filippo De Bernardi, Console degli Inglesi, esponendo esser stata presa nel porto di Alicante dalla nave Vittoria Olandese la nave Roberto Inglese , et esser stata condotta in questo porto ; perciò richiese che si ordinasse dovesse trattenersi. Al che Sua. Serenità e Loro Eccelenze fecero rispondere non havere simile autorità; che perciò si ricorresse oye facea di bisogno. Fratanto fecero Sua Serenità e Loro Eccelenze dar di ciò parte al Prestantissimo Deputato del Magistrato di Sanità, acciò vedesse se col diferire di darle pratica si potesse far risolvere detta nave a partirsi da questo porto e levare la Serenissima Republica da tale appretto. Indi a 21 Genaro il tutto si portò nel Senato Serenissimo, che — io8 — 1’ approvò. Comparse l’istesso giorno detto Console delli Inglesi e fece la medema instanza al Senato Serenissimo, il quale ordinò agli Eccelentissimi di Palazzo che rispondessero al detto Console che Lor Signorie Serenissime non havevan per bene intromettersi in detta pratica, e che dicessero al Console degli Olandesi che Lor Signorie Serenissime non vedeano volentieri che 1’ olio preso con detta nave si vendesse nel Dominio della Repubblica, e così fu da loro Eccelenze eseguito. Fecero anche Lor Signorie Serenissime dire al detto Prestantissimo Deputato di Sanità che circa il dar pratica a detta nave si regolasse conforme al solito, non ostante 1’ ordine sudetto. Indi a 6 Febraro il Capitano Christiano Cheusen, capitano di detta nave Fiamenga, denonciò in credito di Baldassarre Bolghei botte ducento olii, sporte quattrocento sode, e balle cinquanta anesi e recaniccio, che erano sopra detta nave Inglese. Percio comparse dalli Signori. Protettori di San Georgio il Scrivano della Cabella dell’ olio, e disse haver inteso che detta nave Inglese dovea esser condotta a Livorno, e che essendosi già denonciato qua 1 olio che non gode porto franco, restava causata la Gabella, e pei ciò era conveniente assicurarsi che delta Gabella non si pregiudicasse. Sopra di che detti Signori Protettori mandarono a dar parte di tale istanza al Serenissimo Senato, il quale le fece risponder 1 i-stesso; cioè che aveva per bene che si lasciasse andar detta nave, e clie detto olio non si vendesse in Dominio. Anzi portata et esa minata la medesima pratica nei Serenissimi Collegi, fu proposto se si dovesse innovare di quello che già il Senato Serenissimo ha veva deliberato; e la posta non fu approvata. Comparse di nuovo da detti Signori Protettori detto Scrivano della Gabella, e disse che s’intendeva negotiarsi la vendita di detti olii qui in Genova con huomini di Sestri di Ponente, ma che si dovevan con la nave mandare a Livorno per fìngere che colà si facesse la vendita et appropriarsi l’introito in pregiudizio della Gabella di Genova, pei il che detti Signori Protettori di nuovo replicorno, per mezzo del loro Sindico, alli Serenissimi Collegi; li quali a 12 Febraro, sentita la nuova instanza, deliberorno che si permetesse la vendita di detti olii, come seguì; essendo stati venduti dal detto Baldassar — 109 — Bolghei a Giovan Francesco Bertolotto e Lorenzo Rapallo, e poi portati a Sestri in somma di barili mille duecento cinquanta in circa. Questo è il stato di tutto quello che è seguito per extensione in la sudetta pratica. E perchè abbiamo, stimato che facilmente Vostre Signorie Serenissime vorranno sapere quello si è provisto per parte della Serenissima Repubblica in altri simili casi occorsi; per questo, fatta anche in ciò la necessaria diligenza per accertare la Loro mente, si è trovato esser seguiti li casi seguenti, cioè il caso della nave San Cristoforo, la quale nel 1645 navigando dalli mari di Napoli con carico di merci alla volta di Spagna, fu sopra Monte Cercello presa da Francesi, i quali amarinatala di propria gente rinviamo verso Proenza. È però vero che assai presto sopra i mari del Regno di Corsica naufragò, e salvatosi qualche parte del carico per mezzo delli uomini di Bonifacio, fu preteso dalli padroni della robba ricoverata fosse a loro restituita. Però fu provvisto di concerto co’ Ministri di Francia che restituita quella parte che spettava a Genovesi, e dedotte le spese per tal conto fatte, il resto si rilasciasse alli stessi Francesi che 1’ havevano presa. E questo non ostante che vi fosse consulto, nel quale si sosteneva che in questi termini si potesse giustamente restituire a veri padroni di essa per molte ragioni, e principalmente perchè per quanto li Francesi 1’ havessero presa, havendola poscia 1’ accidente della fortuna di mare sottratta dal loro dominio prima che 1’ havessero condotta in sicuro, questo desse giusta attione alli primieri padroni di detta robba di domandarne la restituzione. Altro caso in secondo luogo successe gli anni addietro, in occasione che resisi li Francesi padroni dell’ Isola dell’ Elba, et affittata la vena del ferro, essendo rimasta qualche somma di denari per occasione di detto affitto appresso di Salvatore Mangiamarchi, in tempo che ricuperata detta Isola fu resa al primiero padrone, fu da esso preteso che detto denaro rimasto in questo tempo indisposo appresso detto Mangiamarchi, dovesse a lui come vero padrone esser pagata, non a Francesi, eh’essendone stati semplici occupatori più non la tenevano in loro potere. Sopra di — 110 — che havendo il Serenissimo Senato avocatasi questa causa pendente dinanzi ad altro Magistrato, fu commessa ad referendum a Magnifici Savii ; i quali, dopo molto dibattimento fra dette parti, votorno a favore de Francesi, se ben poscia, pendente il giudizio, essendosi le parti aggiustate, non vi fu luogo a decisione. A questo in terzo luogo successe dopo qualche mese la presa che fecero le galere del Stuolo de’ Particolari fuori de mari della Repubblica di una barca Francese carica di vino, condotta in questo porto: dal che prese occasione il padrone di essa con il Console de Francesi di far instanza e pretendere che gli fosse fatta restituire. Sopra di che non fu presa provigione alcuna; ma anzi pare che nell istesso tempo fosse con una di dette galere detta barca condotta verso il Finale, e poscia venduto per quello che si intese il carico di detti vini nel Stato della Republica. Le ragioni che facilmente possono essere state considerate in ordine a non provedere che le prese fatte si dovessero restituire alli veri padroni di esse, per quello si deduce dal consulto di detti Magnifici Savii, sono in sostanza le seguenti, cioè : Che quello che si occupa iure belli, e vien a rendersi in possesso e dominio di quello che ne fa V acquisto, con esser poi condotto nel Stato di Principe amico, non può esser riconosciuto in forza di disposizione legale appartenere ad altri che a quelli che lo ritengono appresso di loro. Che tanto più fortemente questa ragione milita nelle cose mobili trasportate altrove, le quali in caso di guerra si fanno di quella delle parti che 1’ occupa, a distinzione delle cose stabili et altri effetti che si trovano esistenti nel Stato o luogo occupato, nel tempo nel quale vien ricuperato dal suo vero padrone : oltre che pare che la regola generale sia che nelle cose mobili non entri la disposizione della legge postliminia. Alle suddette ragioni si aggiunge quella de casi decisi in altre parti in varii tempi, espressi nel consulto di detti Magnifici Savii. Per il contrario, quando le prese non son fatte iure belli, sicome vi entra diversa considerazione, così è stato diversamente provisto dal Serenissimo Senato in qualche caso; poiché essendo state in- — Ili — viate a queste Dogane qualche balle di seta state compre da alcuni Hebrei, di quelle che fumo depredate dalli Armeni da un vascel Francese, le quali eran state dichiarate dalla Corte di Francia , contro del predatore, di mala presa, dopo un longo e contentioso giudizio furono fatte restituire a detti Armeni veri padroni di quelle, come state prese e poscia vendute contra ogni dovere. Et in altra occasione, nella quale fu rappresentato al Senato Serenissimo esser stato condotta in questo porto da un vascello Olandese una barca che aveva presa in Canale abbandonata dai suoi marinari, la quale poi si venne in cognizione esser barca Francese et in conseguenza esser di suddito della Francia amica con l’Olanda, parimente furon fatte qualche provvigioni in ordine a che fosse restituita; se ben poi non ne seguì 1'effetto, per essersene detta nave fugita di questo porto con la presa sudetta. Del che tutto ci è parso dar parte a Vostre Signorie Serenissime, acciò da questa maggior chiarezza di fatto, possa la loro infallibile prudenza pigliare quella risoluzione che sarà giudicata di maggior servizio publico intorno alle instanze fatte dal detto Consiglio di Stato di Inghilterra. 11 Consiglio di Stato d’Inghilterra, nella sua lettera di nuovo scritta alla Serenissima Republica di Genova per conto della nave Roberto Inglese; dà alla Republica il seguente titolo, cioè: al di fuori « Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Reipublicae Genuensium»; sicché manca nel titolo delli Serenissimi Governatori, col dire « Illustrissimis » ove dovea dire Eccelentissimi, e nel dire « Reipublicae Genuensium » che dovea dire « Serenissimae Reipublicae »; e con la stessa forma seguita.il titolo al di dentro. Cominciano poi la lettera col metter in fronte « Concilium Status Reipublicae Angliae»; e così antepongono il loro nome a quello della Republica. Soggiungono però « Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Reipublicae Genuensium salutem » ; con qual forma di parlare, secondo il thema, cade avanti il nome di chi parla a quello a cui scrive. — 112 — finto h feftLTon^h'*)10’ .COmp,imento alcun°: ma M'o rolus R ■■ * 1 VI ^ poco a basso la firma « Ca- Jire « Di ™ inissime ecc. » , ni altro i„ insieme ralla fut™?1' 6 J Inghilterra' con la ktteril che in™ natoribus » ove dovea'dire F «Illustrissimis Gul«- di rprlm • ‘iie « Excelentissimis », contesso il Maestro tera ° ^ ^ °rdÌne del Consiglio ài Stato le portò'la let- Der i Jt° error suo; sì che parrebbe che in questa parte, sarne ^ 7° ’ n°n SC n£ dovesse far altro conto, ma solo avi-Console rispetto all’avvenire. >! — Segue poi: « Serenissime Princeps, issimi et Illustres Gubernatores amici carissimi. — Elegerunt nuper » etc _ P^* a- i- j,. . dice: « dictum Consulem Vestris Serenitate prm issimis Dominationibus commendare velemus », etc. — ma poi. « Vester benevolus amicus Carolus Rex ». Et al 1‘ * Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Rei- • . 6 enuer)sium ac Illustrissimis Gubernatoribus S. Georgii snrr^ carissimis ». — E servi a Vostre Signorie Serenis-e c le a hora non era ancora variato il titolo degli Illustrissimi Governatori. o poi 1645, i istesso Re scrisse altra lettera a Vostre Signorie della seguente forma: « Carolus Dei grafia etc. - Se-issimo uci atque Excelentissimis, Dominis Gubernatoribus Sere-tem » eiPub^cae Genuensium, amicis nostris carissimis, salu-dice. « Serenissime Dux atque Excelentissimi Domini - ir3 — Gubernatores amici carissimi ». — Dice poi dentro Ja lettera: « Idcirco Serenitatem atque Excelentias Vestras rogamus » etc. Finisce poi : « Serenitatis et Excelentiarum Vestrarum amicus benevolus Carolus Rex ». Et al di fuori: « Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Reipublicae Genuensium amicis carissimis ». Serva però a Vostre Signorie Serenissime, che mentre detto Re scrisse quest’ altra lettera era già in discordia con li suoi Stati. E Vostre Signorie Serenissime, rispondendole, sogliono tenere il seguente stile, cioè. — Al di fuori : « Sacrae Regiae Magnae Bri-taniae Maiestati » ; e di dentro : « Sacra Regia Maiestas » ; di sotto: « Sacrae Regiae Maiestatis Vestrae Obsequentissimi ». Il Re di Polonia e Svetia, nelle sue lettere suole scrivere a Vostre Signorie Serenissime col seguente titolo, cioè. — Al di fuori: « Serenissimo Principi Duci Januensium amico nostro carissimo »; e di dentro: « Vladislaus Dei gratia Rex; Serenissime Princeps et Dux, amice noster carissime »; e poi senz’altro, finita la lettera sottoscrive: « Vladislaus Rex ». E Vostre Signorie Serenissime le rispondono: « Alla Sacra Reale Maestà di Polonia e Svetia — Di Vostra Sacra Reai Maestà Devotissimi Servitori » etc. Li Stati d’ Olanda, a quali Vostre Signorie Serenissime scrivono in fronte : « Illustrissimi e Prestantissimi Signori », e sotto : « Delle Signorie Vostre Illustrissime e Potentissime Affetionatis-simi » etc.; rispondono e scrivono in la seguente forma, cioè in fronte : « Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori » ; e di sotto, finita la lettera, ripetono: « Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori ; Di Vostre Eccelenze Illustrissime Affetionatis-simi amici Li Stati ». Perciò li Eccelentissimi di Palazzo havuta al tutto la dovuta consideratione, e particolarmente considerando che il precedente Parlamento, al quale l’altra volta scrissero Vostre Signorie Seie-nissime per conto della nave Alessandro, si dichiarò non volei titolo alcuno; perciò Vostre Signorie Serenissime le scrisseio senza titolo, e non si ebbe mai risposta; stimeiiano ispediente risponderle in conformità della lettera che a tal effetto han for- Soeitià Ligure ili St. Palvia, Voi. XVI. — ii4 — mato, con inviarne al Console Bernardi due copie, una senza titolo alcuno e l’altra in la seguente forma, cioè al di tuoii: « Concilio Status Serenissimae Reipublicae Angliae »; e didentro, seguendo la forma della loro lettera, dire in fronte: « Dux et Gubernatores Reipublicae Genuensium Concilio Status Serenissimae Reipublicae Angliae salutem ». E finita la lettera sen-z’altro sottoscrivere : « Hieronimus Dux ». Rimettendo però il tutto alli prudentissimi sensi di V ostre Signorie Serenissime. XXXIII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 21 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del-1’operato contra 1’Eduardo Stanton; ma la continuatione della infermità del Secretario di Stato ha dilatato fin hora la risolutione con quel particolare; sendo circa 20 giorni che per essa indisposi-tione non s’ è gionto il Consiglio di Stato che tratta con Ministri Pubblici, dinanti del quale dipende il negotio, quale ho a cuore come la vita, nè lascierò di stracquar questi Signori se no de ottenuto giustizia, secondo li comandamenti di Vostre Signorie Serenissime reiteratimi con loro de 2 e 3 passato. Quanto al procurar passaporto di questa Republica per le navi holandesi che saranno d’ordine di Vostre Signorie Serenissime impiegate a portar provvigioni di grani per lor Magistrato d Abondanza prima de farne rimostranza al Consiglio di Stato convien habbi li nomi delli vascelli, capitani e portate (chè a richiederlo generalmente non convien pensarci); per ciò sino da 3 stante ne scrissi il bisogno per detta informatione in Anversa al Signor Gio. Stef-fano Spinola, dal quale doverò fra 15 giorni tenerne risposta, et all’ hora userò d’ ogni favore e diligentia per ottener 1 intento, come particolarmente haveran a suo loco aviso. - ii5 - Li giorni passati fu mandato alla Torre il Coronello Ioice (in cui custodia fu il passato Re doppo della fuga alla Isola di Witte sino alla morte), ch’andava facendo partita nell’armata contra il Generalissimo e il presente Governo a favore delli Levellers et in diffesa del Gio. Lilborne lor capo, che dal passato Parlamento fu bandito di vita, et ritornò senza licentia, dove andava facendo fattione grandissima; ma discoperto e preso., fu levato a giuditio, dove, con l’assistenza teneva, fece notabil diffesa, et finalmente per le leggi d’Inghilterra non trovato reo di morte : il che non ostante, fu di ordine del Consiglio di Stato da certa Cavalleria levato in Torre, con pena di vita a chi li parla, li scriva o li dii penna, carta o inchiostro, nè hora si sa che ne sia seguito. Questo Ioice era uno delli principali del Consiglio di Stato et in gran stima nell’armata, col quale restorno degradati alcuni altri officiali et disegno totalmente rovinato, et il presente Governo in grandissima quiete a parer di giuditiosi stabilito per un pezzo. L’ hostilità con Holanda s’infiamma ogni giorno più con sommo detrimento di quella parte, e poc’inclinatione di questa alla pace; passando pochissimi giorni che non li prendano qualche vascello di rilievo; nè ardisce mostrarsi in mare. Resta nominato il Baron Witelhoch per ambasciatore a Svetia; e dicesi partirà fra 20 giorni. Quanto più presto saran serviti prender risolutione in mandar qua Personaggio a compire con questo Governo sarà meglio, et intanto darmi nuove lettere credentiali, come gli ne supplicai, non potendo senza esse trattar come se deve; tenendole già tutti altri Ministri Publici. Che è quanto possa al presente dir a Vostre Signorie Serenissime degno della notitia Loro. Cui mani bacio, et humilmente augurandole dal Signore ogni bene. Londra a’ 6 Ottobre 1653. Di Vossignorie Serenissime Divotissimo et Affctionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — 116 — XXXIV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, ^°°°' a ^ conto a Vostre Signorie Serenissime del degno e a norma Loro; e .finalmente a 9 stante il Consiglio di Stato prese in consideratione la remostranza et altri papeli ivi presentati contro il Stanton, che vendette quelli 12 giovani a Turchi, et ordi-orno lor ufficiali che servono a quell’ effetto di prenderlo in coodia , acciocché lesponda il fatto al Consiglio; il che si executò subito, ma il preso non (fu) trovato quel Eduard Stanton che com-"nesse la sceleraggine, ma un altro di quel nome e capitano di un \ascello in servitio della Republica. Il vero (per certa informatione havuta da ufficiali) al presente (si trova) nelle Barbade, dove navigò doppo de \enduto li ragazzi, et ivi con borasca perse la nave e carrica (giusto giuditio). Con che il Secretario di ordine del Consilio mi scrisse una lettera, cui traduttione verbata inclusa viene, dalla quale pare qualche sentimento in detto Consiglio del negotio ; peiò fino de preso il malfattore non si può qua proseguire la le0ge, massime in questo caso; chè capitando, e provandosi il fatto, non dubito sarà per riceverne il dovuto castigo, 0 almeno obbligato a far bona provigione per la redemptione delli poveri giovani. Già, come dissi a Yostre Signorie Serenissime, non occorre pensar di ottener qua passaporti generali per non esserli precedente, anzi al contrario negati a Spagna, Portugallo e altri Prencipi, cui Ministri in quei casi sono stati constretti alla specificazione de nomi de vascelli e comandanti, numero di gente, carica e munitione; procedendo questo di poca fede. Perciò sino a 3 stante ne scrissi il bisogno in Anversa all’ Illustrissimo signor Giovanni Stefano Spinola, per l’informatione delli vascelli da impiegarsi alla pro\igione de grani; chè fra pochi giorni ne dovevo tener la risposta. Con che spererò ottener l’intento; però non senza difficoltà. Hora con la di Vostre Signorie Serenissime de 2 passato (pervenutami solo a 8 stante) vedo anche desiderano altri passaporti per altri dui vascelli Holandesi, al suplimento de sali: di che a - II7 - io detto ne scrissi in Amsterdam al signor Samuel Santino, per 1 informatione delle particolarità necessarie, che doverò tenerla fra 10 giorni ; et all’ hora metterò in executione con ogni sforzo e diligenza li Loro comandamenti, come di tutto trovaran conto distinto. Et humilmente facendoli riverenza, Li auguro dal Signore ogni contento. London a 13 Ottobre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Tradutlione della lettera scrittami per ordine del Consiglio di Stato, toccante li 12 giovani Genovesi vendati dal Stanton alli Turchi. Honorabile Signore, Il Consiglio di Stato 111’ ha comandato significarvi eh’ havendo letto li papeli presentatili di ordine de Vostri Padroni, il Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori Governatori della Serenissima Republica di Genova, toccante 12 lor sudditi venduti al Turco da un Eduardo Stanton Inglese, maestro d’una nave (come in detti papeli dite), che subito usci varante alli ufficiali del Consiglio per prenderlo, et tenerlo in salva custodia sino de soddisfatto in quanto 11 vien allegato contra. Ma certificando detti ufficiali esser fuori d’Inghilterra nelle Barbade, non può il Consiglio proceder oltre sino al suo ritorno nel negotio ; nel quale (a suo tempo) assicurate Vostri Padroni, che la iustitia, equità e ragioni prenderai! loco alla continuatione di ogni bona corrispondenza fra le due Republiche. Dal Consiglio di Stato a Whitte Hall, a 29 Settembre 1653. Honorabile Signore Vostro assicurato amico e servitore Jo. Thurloe, Secretario. Al soprascritto Honorabile Signor Francesco Bernardi Agente della Serenissima Republica di Genova. 118 — Nota a tergo. Letta ai Serenissimi Collegi. Se le avisi la ricevuta, lodando le diligenze usate fin hora per indennità di quelli poveri giovani fatti schiavi, che continui a suo tempo l’informazione. Quanto a passaporti, che ha fatto bene con scrivere al Magnifico Giovanni Stefano Spinola; e si mandi il capitolo delle dette lettere toccante a passaporti sudetti al Prestantissimo Magistrato d’ Abbondanza, a ciò resti informato di quel che segue: ad caìculos. XXXV. Serenissimi ed Eccelentissimi Signori, A 13 passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del-1’ operato nel Consiglio di Stato, toccante quelli dodici giovani, venduti dall’Eduardo Stanton a Turchi; il quale, come (ho) detto, si trova nelle Barbade, nè si può far altro sino al suo qua arrivo. Però ha uscito alla diffesa del negotio un Giacomo Booman, et ha fatto suplica al Consiglio di Stato (come m’ ha detto uno delli Secretari), dicendo in essa eh’havendo in Genova contrattato con 12 poveri ragazzi Genovesi per servirlo 7 anni (come prentisi) nelle Barbade, et che navigando con essi nella nave Bona Speranza, della quale era maestro Eduardo Stanton, incontrò con un vascello de Turchi; e sendo di maggior forze di quelli del detto Stanton, fu comandato di venir a bordo, ed ivi domandatoli se haveva passagieri rispose di no; poi se non haveva marinari fora-stieri, et temendo la turchesca avaritia, rispose dui poveri ragazzi Genovesi; quali il Turco comandò anche di venir a bordo, et fattoli battere confìscorno li altri dieci; de quali fu anche violentemente deprivato con molto suo preiudicio, per averli suplito con danari et speso in vestirli e mantenerli ; et che s’esibisce a provarlo col giuramento di diversi delli marinari ali’ hora in detta nave, che vegnendo libererà il Stanton e sè stesso dalla accusa, et se ne resterà col smacco per haver fatto tanto romore in un negotio così debilmente fondato che non poco mi dà fastidio. - ii9 — Hebbi risposta tanto d’ Anversa dall’ Illustrissime? Sig. Gio. Stef-fano Spinola, come d’ Amsterdam dal Signor Samuel Santino, toccante le particolarità richiesteli nelli quattro vascelli da esser impiegati in servitio di Vostre Signorie Serenissime al suplimento di grani e sale; però non m’hanno dato risolutione alcuna di momento nel necessario, dicendo il primo che li vascelli non sono per anche noleggiati, ma che tali sogliono portare 20 in 22 pezze d’artigliaria et il resto alla venante; l’ultimo dice che non sa se saranno noleggiati in Amsterdam 0 nel Mar Mediterraneo; perciò, per non dar loco a maggior dilatione, ne feci subito de ricevute dette risposte rimostranza al Consiglio di Stato, dove subito si vidde il negotio, et rimesso al Consiglio di Stato che tratta con Ministri Publici, quali non si giontano che una volta la settimana, dove sono assicurato di uno spedito dispaccio. Ma quel che studio è di superare le difficoltà in non tener li nomi delli vascelli e capitani; et a farne generai richiesta non occorre pensarli. Però, mediante li amici tengo, spero d’liaver trovato un bon ripiego, che fie (specificando la carica, portata, numero di gente e artigliaria, come facilmente da poco più a meno potrò fare) d’haver li passaporti con bianchi per il nome del Capitano e vascelli : il che riuscendomi, sarà quasi l’istesso come se fossero generali, come con altra ne sapran il certo. Intendo da bonissima parte che si sta qua strettamente trattando con li Ministri Publici d’ Holanda la pace con quelle provincie, però con tal secretezza che non si può giudicar a che segno sia ridotto; però, da quanto ho penetrato, trovo che questi Signori mirano ad obliquo quella parte a far lega offensiva et defensiva ; conche da questa sarà rimesso qualunque altra pretensione: il che non ostante, va continuamente rafforzandosi qua l’armata navale, che consiste al presente di 100 in più vascelli grossi, oltre 20 che si tratta di mandar in cotesti mari. Ch’è quanto degno della notitia di Vostre Signorie Serenissime; a quali humilmente fo reverenza, augurandoli dal Signore ogni felicità. Londra a 4 Novembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divot."10 et Servitore Francesco Bernardi. — 120 — XXXVI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 4 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro. Il Parlamento, o per dir meglio questi Signori che governano, sono stati occupatissimi li giorni passati nella elet-tione del nuovo Consiglio di Stato, quale si cambia ogn’anno; eh’ è solo una sottigliezza, perchè questo Governo realmente non consiste di più di sei persone de quali il Generalissimo è il capo, et essi confermano e rimuovono chi li pare; li restanti tanto del Parlamento come del Consiglio di Stato sono propter formam. Dicesi resterà questo Governo confermato; il che, e le differenze tra la gente marittima et soldatesca, che sono state di qualche rilievo (i) (però al presente il'tutto accomodato), ha causato non giontarsi quel Consiglio (che pur consiste delli stessi membri del Consiglio di Stato) a cui fu rimesso la rimostranza feci per gli passaporti delli quattro vascelli holandesi da caricarsi con grani e sale per uso di Lor Signorie Serenissime, come ho dato aviso tanto all’ Illustrissimo Signor Gio. Steffano Spinola d’ Anversa come al Signor Santino d’Amsterdam; e quella speranza tengo d’ottenerli subito de stabilito il nuovo Consiglio, con bianchi per li nomi delle navi e capitani, che sarà l’istesso come se fossero generali : in che non tralascerò con ogni studio per vigilare sino de ottenuto l’intento. Come con mia ultima diedi conto a Vostre Signorie Serenissime, 1’ Eduardo Stanton che vendette quelli 12 giovani a Turchi si trova nelle Barbade; et della risulta del Consiglio di Stato, toc- li) Probabilmente fu in questa circostanza che successe il fatto narrato dal Sagredo Ambasciatore Veneto nella sua relazione, dove dice : « Due mille marinari ammutinati quando egli (il Cromwell) era ancora generale, si condussero alla sua abitazione sediziosamente ricercando 1’ isborso delle loro paglie servite. Egli inteso il sussurro discese le scale ed accompagnato da quattro soli ufficiali, che per accidente stavano seco a pranzo, si spinse nella folla colla spada alla mano, ne uccise uno e nc feri un altro mortalmente con tanta celerità e prestezza, che atterriti gli altri dall’esempio e dalla osservazione della persona presero la fuga sollecita alla volta delle loro navi. — (Cromwell e la Republica di Venezia per Guglielmo Berchet, Venezia 1864). — 121 — cante quel negotio; et come un Jacomo Boomann , ha uscito alla diffesa e iustificatione del fatto, con le ragioni date nella suplica al Consiglio , quale fin hora non s’ è letta nè seguirà sino eh’ io come Ministro Publico spingi il negotio inanti, per tener detto Consiglio più di iooo supliche de particolari che precedono. Perciò vorrei che Vostre Signorie Serenissime fussero serviti di considerare se sarà conveniente proceder nella absenza del Stanton, contra detto Booman; il quale provando con testimonii 1’alegato in detta suplica, non solo libererà sè stesso ma l’altro ancora, et io ne resterei con smacco per haver fatto tanto rumore in negotio così debilmente fondato; eh’ il tutto rimetto alla Lor somma prudenza , cui comandamenti saranno da me con ogni ponctualità osservati. » A 6 stante hebbero audienza li Ambasciatori d’ Olanda di ritorno da quei Stati con plena potentia; et si giudica debbasi stabilir una pace, o almeno venir a tregua fra breve. Si procede nel trattato con sommo secreto; però da bona parte ho penetrato che la principal mira de questi Signori è d’ obligar quella parte a far liga offensiva, con che li rimetteranno cgni pretensione: il che riuscendo, darà pensare ad altri Prencepi. Di quello seguirà haveran Vostre Signorie Serenissime particolar aviso. Sta di partenza il Baron Whiteloch, che va Ambasciatore a Svetia; et segue con grandissima ostentatione, sendoli dato lire ioooo sterline per li vestiti livree et il viaggio d’andata, et lire iooo il mese sino continuerà nella Ambasciata. Li giorni passati mi venne a visitar questo Maestro delle cerimonie, e richiestomi di parte del Consiglio di Stato s’ haveva aviso de Vostre Signorie Serenissime della ricevuta della lettera scrittali da quel Consiglio. Li rispoosi di no. Mi pregò, tenendola, di lasciarglielo sapere. Soggionsi non dubitare dovessero Vostre Signorie Serenissime a suo tempo rispondere. Perciò, se già seguito non è, sarà bene farlo, quando meno con belle parolle e compimenti, et anche perchè ne consti qualche effetto causar una revista del negotio et poi rimettermi qua il processo; il che darà molta satisfatione, sendo questa una gente non ordinaria da trattare et da pochissimi intesa. Ch’ è quanto al presente posso dire a Vostre Signorie Serenissime, * — 122 — cui mani bacio humilmente, pregandoli dal Signore ogni felicità e contento. Londra 17 Novembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1653 20 Decembre. Letta a Serenissimi Collegi. Se le avisi la ricevuta, con gradirle gli avisi e lodare le diligenze fatte per quelli ragazzi schiavi ed intanto si veda se dal Prestantissimo Magistrato del riscatto de schiavi si può aver maggiori notitie del fatto, per poter con maggior fondamento proseguir la causa in Londra contro detto capitan Stanton: ad caìcuìos. XXXVII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, Recevei, con la de Vostre Signorie Serenissime de 5 passato, la mandatami per questo Consiglio di Stato; alla quale feci il titolo ch’ora vogliono: « Illustrissimis et Excelentissimis Dominis Consilii Status Reipublicae Angliae » ; et sigillata in una lettera mia, della quale incluso haveran la traduttione, ricapitai al detto Consiglio avant’ hieri; et con altra ne saperan l’effetto ne rusulterà, che spero sarà satisfactorio, altrimente mi valerò delle instruttioni mandatemi come di già è seguito con diversi particolari di esso Consiglio. 11 negotio delli passaporti per li quattro vascelli holandesi da impiegarsi al suplimento de grani e sale per uso di lor Magistrato d’Abbondanza, s’è visto già due volte nel Consiglio che tratta con i Ministri Publici; et ultimamente giovedì a 28 passato ci fu debate in opositione, dui d’ essi allegando che Vostre Signorie Serenis- * — 123 — sime potriano esset' serviti di essi grani di qua con questi vascelli a molto miglior conditione di quello può seguire in Fiandra o Olanda, per andarne continuamente grossa quantità di qua a Ostende e Donquerque, et che questa pretentione vien fomentata dalla sottigliezza de alcuni mercanti Olandesi eh’ hanno fatto in sinuare costì che procurandoli passaporti servirebbero la Serenissima Republica di grani a bonissimo patto, presuponendo sotto quel pretexto di trasportar merci di grandissimo valore e guadagnarsi sei volte più del valore del grano. Questo mi fu detto da particolarissimi amici ; et hebbero per bene muover altra prattica, lasciando sospesa la determinatione di questa, per non riceverne all’ hora la risposta et poi godere la coniunctura della assenza delli opositori, non ostante li quali, non despero l’intento : in che vigilerò con ogni industria et attentione ; però non convien esser limitato nel tempo, Il trattato con questi Ambasciatori d’Holanda si raffreddò con la confermatione del naufragio di gran parte di quella armata, sendo lo affondato in numero 14 vascelli grossi oltre molti altri resi inutili; ma da quattro giorni in qua hanno rinovato la prattica. Gli Olandesi pretendono molto per haver poco, et credesi debbino venir a qualch’ accordo. Questa armata navale consistendo di 100 in più vascelli grossi è già di tutto ponto in ordine, se non già uscita in mare, et si va con ogni speditione, componendone altra di non men forza; e 30 vascelli grossi destinati per il Mar Medi-terraneo. Il Baron Whitelock fece partenza di qua alla Ambasciata della Regina di Svetia (1) con grandissima ostentatione e seguito di 200 in più, de quali molti di qualità; et andò seco di qua il Residente di essa Regina a questa Republica, pretendendo volerlo accompagnare sino alla Corte. Ma arrivati 30 miglia di qua, si scusò pregandolo darli licenza per haver in quel porto ricevuto ordini dalla sua padrona di passar ad altro negotio; et così si*separorno. Et detto Whitelock sbarcò in Fiandra, et ivi (fu) ricevuto con « (1) Cristina figlia di Gustavo Adolfo succedutagli nel i6-,a, e clic nel 1654 cedette la corona a Carlo X Gustavo, suo cugino. — 124 — grandissima pompa; et (è) partito alla Ambasciata, et dicesi di certo sia quella Regina venuta a confini dov’ha da entrare: a che intento non si sa. Ch' è quanto per hora degno della notitia Loro; a quali humilissimamente fo reverenza, augurandoli dal Signore ogni contento e bene. Londra a 2 Dicembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divolissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XXXVIII. Dux, Gubernatores et Procuratores Reipublicae Genuensis Concilio Status Serenissimae Reipublicae Angliae salutem. Serenissima Dominatio, Singularis qua Anglicam Nationem semper complexi sumus benevolentia, ac omne liberalitatis genus, quo eius naves intra dictionis nostrae portus libentissime excepimus, et ob eius hostium insidiis in nova hac belli cum Batavis tempestate interdum etiam auctoritate nostra subtraximus, amplum satis esse poterunt nostrae erga istam Serenissimam Rempublicam propensionis et amoris testimonium, ipsiusque merita non solum ex animis nostris numquam excidisse, sed summo semper gaudio eius commoda, pari vero dolore iacturam rerum suarum, etiamque navis elapsis mensibus in partibus Hispaniarum intercaptae prospexisse. Verum cum haec ex ipsomet Alicantis portu abducta in potestatem hostium devenerit, et exinde per tractum temporis ab iisdem absolute possessa, si postmodum diutina navigatione Hispaniapum ac Italiae maria discurrens ad Statum Reipublicae nostrae perducta fuit (re ita se ha-bente), sustineri minime posse videtur haud libere de ea, ac mercibus quibus onusta erat, disponi potuisse; cum iure ac generali - 125 - consuetudine ubique locorum comuniter recepta, et precipue in Dominio nostro, etiam ad Anglorum favorem, cautum esse asseratur praedam urgente bello ab hostibus captam fieri capientium. Attamen si interesse in eademmet navi habentes iustam se se, his non obstantibus, confisi sunt fovere causam, sicuti minus hoc casu conveniens supremam auctoritatem nostram interponere existimavimus, ita iuris ordine servato eam libere coram Magistratibus nostris ad id muneris constitutis deducere et prosequi commode poterant, et adhuc possunt, spe quidem indubia freti se se iustitiae complementum, omni post habita cavillatione, consequuturos, tantum abest quod ullum ipsis ad id peragendum illatum fierit impedimentum. Qua in re, si quid ulterius considerandum occurrerit, id fusius nomine nostro vivae vocis oraculo exponet Franciscus De Bernardis Agens noster apud ipsammet Serenissimam Rempublicam, cui in his omnibus quae ad sui dignitatem et amplitudinem pertinebunt, mutuam quam et ipsa erga nos humanissimis litteris testata est voluntatem exhibentes, a Deo Optimo Maximo tranquillitatem Status, omniumque bonorum affluentem felicitatem ex animo deprecamur. — Genuae, die 5 Novembris 1653. XXXIX. Serenìssimi et Eccelentissimi Signori, Non posso ommettere di dar conto a Vostre Signorie Serenissime di un caso notabile seguito li giorni passati, e fu che il fratello di questo Ambasciatore di Portogallo (1), con due Cavalieri di Malta ed altri del loro seguito, passeggiando nella Bolsa nuova dove si vendono le galanterie, incontratisi con un Coronello Inglese (eh’ accompagnava due dame) non volsero dargli il passo ; 1’ altro pro- (1) Don Pantaleone SA. — 126 — curando forzarlo, hebbe dal fratello dell’Ambasciatore un schiaffo; con che andarno a’ pugni, et ambi a terra, mentre uno delli Cavalieri di Malta diede all’ Inglese due pugnalate ; ma sopravenutoli dui altri Cavalieri Inglesi, con spade, ed alcun seguito, posero tutti li Portughesi in fuga; però due hore dippoi ritornorno con miglior provigione, e non trovando opositione all’ intento non seguì altro. Il giorno seguente li vennero un altra volta con tutt’ il seguito di quella casa armati con spade, pistolle et armi difensive ; e montati in detta Bolsa, il primo incontrarno di qualità fu un Signor Grinuay disarmato, con sua sorella et altra signora, con quale signora poi haveva da maritarsi, et a esso fu tirata una pistolettata in testa dal fratello di detto Ambasciatore (come dicono) et morse subito; diedero poi addosso a un Coronello Irlandese, che anche accidentalmente si trovò ivi; ma esso con la spada fece buona diffesa; però in vano contra tanti, perchè doppo de datoli undici ferite lo lascfarno per morto; e triumfando, partirno verso casa mentre per strada sette di essi, tra quali il fratello dell’ Ambasciatore et uno delli Cavalieri di Malta, fumo presi; e stando su la giustifìcatione del fatto et de privileggi, il Capo li prese la parolla, di comparire quando fussero chiamati. In tanto li lamenti delli amici delli morti, accompagnati dalle exclamationi del popolo, arrivarono al Ge- v neralissimo, il quale inteso l’atrocità del fatto comandò un Coro-nell Whealy che con reggimento di moschetteria assediasse la casa dell’Ambasciatore, et richiedesse li prigionieri sotto parolla, com’anche li altri complici nell’ homicida: il che fecce subito. Ma esso stando sopra li privileggi, massime trattandosi di suo fratello, rispose voler più presto morire che consegnarli; et desiderò sapere di cui ordine faceva tal domanda. Gli fu detto dal Generalissimo e suo Consiglio; e bene, disse 1’ Ambasciatore, io voglio andar a parlargli, come fece accompagnato da esso Coronello; il quale a mezzo camino lo pregò haver pazienza, per esser li ordini teneva perentorii, nè conveniente per all’ hora di vedersi col Generalissimo; ma che tenendo la persona sua in sicuro, così sarebbe preservato co suoi privileggi da ogni violenza; ma che fusse servito mandar ordine che li prigionieri si rendino, altrimenti sarebbe la casa battuta e saccheggiata, con la morte delli di dentro. A che — 127 — non vedendo rimedio, si sottomesse. Il suo fratello e il Cavallier di Malta (furono) mandati in Torre, et li altri in Newgale, prigione de ladri, per esser levati a giudicio fra pochi giorni; et come 1 ho da persona principalissima, infallibilmente saranno condennati, et se il principale la scappa con la vita, non sarà poco. Accidente veramente degno di compassione, non tanto per l’afflinone in che si trova 1’ Ambasciatore, come per le male conseguenze ne potran risultar: di che questi Signori poco se ne curano. La lettera di Vostre Signorie Serenissime a questo Consiglio di Stato fu letta, et a tutta satisfattione, come m hanno detto quelli amici particolari preparai nel negotio prima di presentarla, et or i nato che il Maestro delle cerimonie mi venga a trovare con una risposta complimentoria (però non è fin hora seguito), da che ere in quel particolare non se ne sentirà altro. Non ostante le diligenze straordinarie usate per più vie toccante il dispaccio delli passaporti, non s’è potuto sin hora ottener 1 tento, facendomi il Consiglio respondere che attribuisca la delatione alli molti negotii tengono (come di effetto non li mancano) et^cie fra breve si dispaccierà; ma in secreto mi dice un amico eh ha vendo muosso il negotio quattro giorni sono, nella absenza di a culli opositori, fu concesso, ma che prese il Consiglio risoluzione darne parte al Consiglio di Stato, prima di lasciarmelo sapere, per essere la materia (come si pretende) di momento et degna de intiera cognitione di esso Consiglio; di modo che piesto ne vero haver la fine per prattica così fastidiosa. Ch è quanto degno della notizia di Vostre Signorie Serenissime, a quali humilmente fo riverenza, pregandoli dal Signore ogni contento. Londra a 9 Dicembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — 128 — i653, a 30 Dicembre. » Letta a Serenissimi Collegi. Se le avisi la ricevuta, con lodarne le diligenze usate in la pre-sentatione della lettera responsiva al Consiglio di Stato. Che della pratica de’ grani se n’ è trasmessa la considerazione al Magistrato di Abondanza, et se la gradiscano gli avvisi: ad calculos. XL. Translatione della lettera scrissi al Consiglio di Stato per accompagnare quella di Vostre Signorie Serenissime. Illustrissimi et Eccelentissimi Signori, La lettera fumo serviti mandarmi per li miei Padroni Serenissimi fu sicuramente ricapitata, et incluso ne viene la risposta; la quale non dubitano che darà intera satisfattione alla materia (che) invitò Vostre Signorie Illustrissime a scriverla; ma se pur ci rimanesse alcun impedimento 0 difficoltà, confido con li ordini et instruttioni tengo di pianare ogni intoppo, che possa alzarsi non solo in questo particolare ma in qualsivoglia altro di preiudicio alla cordial e sincera amistà e bona corrispondenza tra le due Re-publiche, cui augomentatione sarà con ogni studio procurata dal Di Vostre Signorie Illustrissime — Novembre 1653. 30 Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — 129 — XLI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, Martedì passato 9 stante fumo questi Signori serviti mandarmi due Comissari, membri del Consiglio di Stato, con la di esso risolutane toccante li passaporti richiesteli per li vascelli holandesi per la transportatione de’ grani e sale ; la quale con questa rimetto a Vostre Signorie Serenissime, sendo l’istessa traduttione'datami con 1’ originale inglese. Detti Comissari, da che saran serviti veder la raggione in non conceder il desiderato, che conferma quanto diedi conto a Vostre Signorie Serenissime, mi riferirno settimane passate amici particolari di detto Consiglio; ma pare questa non sia la principale, perchè essi Comissari, doppo d’ haver con molti segni d’ affetto manifestato la bona volontà di questa Republica a Vostre Signorie Serenissime et il disgusto sentiva il Consiglio non poter compiacerli per hora nelli passaporti, quali per ragioni di Stato nella presente coniuntura di trattato con Holanda non convenisse concedere, effettivamente constando esser ciò la serie del seguito, perchè m’ andavano dilatando solo per veder 1’ evento di detto trattato, che sendo buono non c’ era bisogno de’ passaporti, se rottosi li haverebbero concessi. Ma havendo io con tanto vigore e diligenze usate per più versi forzato la risolutione (stimolato a ciò dall’ Illustrissimo Signor Giovanni Stefano Spinola e Signor Santino, richiedendolo il negotio), si trovorno constretti darmi questa risposta, quale spero prenderan in bon grado, havendo di parte mia operato il possibile nè risparmiato al spendere, correndo qua le lire sterline come costì li da 8 reali; ch’il tutto stimo benissimo impiegato. Del seguito sino de venerdì passato n’ ho dato aviso a sudetti Signori Spinola e Santino. Sin hora non ho sentito altro della risposta di Vostre Signorie Serenissime a questo Consiglio di Stato toccante quella nave Inglese venduta costì dal Holandese; che conferma sia a satisfazione, come già mi dissero amici del Consiglio, altrimente credo che detti Comissari haverebbero havuto ordine di parlarmene. Due giorni sono morse uno delli ✓ Società Ligure di Si, Patria, Voi. XVI. — 130 — Ministri Publici d’ Holanda, con che si ritarderà il trattato, nè si è fin hora concluso cos’ alcuna. Il fratello dell’Ambasciatore di Portugallo, con quel Cavaliere di Malta che commessero quella segnalata scappata, sono stati rimossi dalla Torre (prigione di persone d’ honore) a Newgale (carcere de’ ladri e homicida); eh’ è malissimo segno. Fra pochi giorni saranno levati a giudicio. Ch’ è quanto degno della notitia Loro ; a quali humilmente fo reverenza, augurandoli dal Signore ogni contento. Londra a 15 Dicembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. 1654 26 Gennaro Letta alli Serenissimi Collegi. Le notitie date delle risolutioni prese in Londra circa li passaporti si trasmettano al Prestantissimo Magistrato di Abundanza e del Sale, acciò occorendole cosa di vantaggio, riffera; ad ealcuìos. XLII. Consilium Status de chartula ei a Domino Francisco Bernardi Reipublicae Genuensium Agente, tradita, consideravit; in qua ex parte, et nomine eius Reipublicae petitur, ut Belgicis quibusdam navibus ad necessaria in usum eius Reipublicae transvehenda, conductis, literae salvi conductus concedantur. Cui Consilium hanc responsionem reddit. Quod sicut ad omnia necessitudinis et amicitiae officia Genuensium Reipublicae deferenda ex se semper promptum et paratum fuerit, ita eundem pariter erga eam affectum illibatum conservabit. Quantum vero ad literas Salvi conductus, quandoquidem ex his concessis huius Reipublicae hostibus, in eorum mercatura exercenda, lucrum accresceret, Consilium ei, quod hac in parte petitur, annuere non potest. - Hi - XLIII. Serenissimi et EcceJknlisshni Signori, A 15 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro e dell’operato nel negotio de passaporti per li vascelli Holandesi per la transportatione dei grani e sale, et mandatoli la risolutione del Consiglio di Stato in risposta della rimostranza fattali in quel particolare: il che spero saran serviti di prender in bon grado, havendo di parte mia usato in ciò ogni imaginabili diligenze. Ma veramente nella coniuntura se trovavano qua1 li affari, il bon governo e ragione non permettevano altro; comprendendo che con quanto ha poi successo, ne faranno Vostre Signorie Serenissime l’istesso giudicio ; perchè a 22 stante, mentre stavasi nel Parlamento muovendo una total extirpatione d’ Ecle-siastici et annullatone de decime loro, et eh’ognuno predicasse conforme al spirito, ciò fomentato dalla partita che chiamasi Divina (però Ipocrita) et delli Levellers; ma finita che fu essa motione alsatosi in piedi uno della che chiamasi Honestà, che fu Indipendente, et disse constar chiaramente non solo da quanto è stato qua muosso, ma dal poco bene habbiamo in tutto questo tempo operato eh’ il Signor Iddio non è piaciuto con li procederi nostri nè che siamo nel camino al bene della natione, perciò risolvo di parte mia et del popolo ritornar il potere tengo dove lo ricevei, come 1’ unico rimedio al male ci soprastà, assicurandomi che li primi honesti faranno l’istesso. Et così si levò dal luoco. Il che subito fecero da 60 a 90 all’hora nel Parlamento; et tutti useirno et andorno a Whitehall dal Generalissimo Crummuell, suplicandoli di parte del popolo accettare il di esso governo e protettione, per esser l’unico mezzo appresso Nostro Signore per il bene e quiete loro. Et di tal instanza firmorno una scrittura preparata a quell’ effetto. Li altri 30 restarono tuttavia nella Casa del Parlamento orando; dove trovati dal Coronello Golf (che li andò a serrar la Casa et far portar le chiavi e libri dove spettavano), gli domandò che facevano ivi: risposero cercar Nostro Signore. Disse: di gratia an- date a cercarlo in altra parte, chè diportandovi meglio che avete fatto qua fórsi lo trovarete. Con che uscirno; et la metà di essi andorno a firmar detta scrittura (i), et hieri lo fecero con pompa grandissima il Governatore et tutti Aldermani della Città, con sonar le campane, sparato i fuochi, et sommo contento e sodi-sfattione della generalità. Questo è il grado da giudiciosi sempre giudicatosi debba esso Personaggio arrivare, meritandolo per tutti versi: col che non dubito in tutte occasioni esser capace a servir Vostre Sigorie Serenissime come se deve et desidero; perchè oltre 1’ essersi totalmente estinti quei fatiosi che causavano disturbo nei negotii, l’entrata li tengo non è poca, come ne può in parte far testimonio l’Illustre Signor Marchese Spinola, che quando fu qua dui anni sono lo accompagnai a visitar al Generalissimo; cui titolo è hora di Supremo Protettore della Gran Bretagna e Irlanda. È però sommamente conveniente, anzi necessario, raccordi a Vostre Signorie Serenissime esser serviti scriverli subito una lettera complimentoria in modo di credentiale, nominandomi in essa Residente, eh’ è qua di molto maggior stima di Agente, honorandomi col titolo di nobile tengo (in grado di Conte dell’Imperio) appresso Sua Maestà Cesarea: che tutto ridonderà di honore e servitio Loro. Il sopra-scritto alla lettera si farà qua conforme requisito, non havendo ancora dichiarato il titolo, nè come vuol governare. Intendo però da bonissima parte seguirà con un Consiglio privato di 20 persone di sua elettione, nè che per questo si depriverà dell’ ufficio di Generalissimo. Ch’ è quanto posso per hora dire a Vostre Signorie Serenissime, cui mani bacio con ogni riverenza, augurandoli dal Signore ogni felicità. Londra 25 Dicembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. (ij Questo Parlamento fu quello che per dileggio chiamossi di Baberone. - T33 XLIV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 25 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime della mutatione del Governo, et come restava stabilito nella persona del Generalissimo col titolo di Protettore della Republica con somma satisfatione della generalità, come non c’ è da dubitar la riceverà il popolo ogni giorno più dal suo discreto, prudente e bon governo; il che segue con 21 del suo Consiglio privato, et ogni giorno si giontano; cui presente negotio è di stabilir la intiera quiete della Natione, col rimuover quelli turbolenti spiriti eh’ hanno sempre procurato disturbarlo. In executione di che, già resta degradato il Sargente Maggiore General Harrisson, et comandato non uscir di casa e levatoli la patente, coni’ è seguito e seguirà delli altri ufficiali nell’ armata di quella maledetta partita di Levellers. Li giorni passati fu Sua Altezza convitato dal Governatore , Aldermani, e cittadini nella Città; dove hebbe un suntuosissimo banchetto et (fu) trattato regalmente. A primo stante fu proclamata l’inclusa Proclama; la quale, per significar molto, stimo debito mio rimetterla a Vostre Signorie Serenissime verbatim tradotta; da che potran esser serviti vedere il modo va formando l’intento suo, che mira più alto di quel che si giudica. Il trattato con questi Ministri Publici d’ Holanda va 'manti, et si crede più che mai debba tener bon effetto per esser a terra quella perversa fattione sempre opposita al ben fare. Ricevo lettere questo giorno d’ Amsterdam del Signor Samuel Santino, dolendosi della importunità mi fece per il spedito dispaccio delli passaporti: col che, et con l’istesso seguito dall’Illustrissimo Signor Giovali Stefano Spinola, mi trovai stimolato contro il genio mio a spinger tanto la materia che obligò in ponto di civiltà il allora Concilio di Stato a darmi quella risposta, che già mandai a Vostre Signorie Serenissime, non esser in effetto ragioni di Stato in quella coniuntura di trattato con Holanda concederli. Hora mi dice — 134 — che compiendosi detto trattato, facci ogni sforzo di ottenerli, e che ion miri a spendere in ciò lire 100 sterline, come se essa o to ma00ior somma mi tosse stato obstacolo non avessi prove-a necessario. Ma quello non fù ne sarà il punto, non sendo c, o comprar amici, tenendoli et come si deve, massime al P e. utto consiste mantenermi con quell’honore e decoro carico mio: in che, per non vantar di prodigo, non no stato dietro nessuno del grado mio in li dui anni e mezzo py C ,10 St'n'to Vostre Signorie Serenissime; et così piacendo a Uio continuerò. i . ,nt° ^er ^UcSt0 negotio, come per quello potesse occorere, convemente anzi sommamente necessario habbi nuove lettere . r L° di Residente et (sieno) serviti in esse nomi- e celi Imperio e Cavaliere della Corte di Sua Maestà am i* •* 0I^e SOn° Per ^ett:ere patenti di detta Maestà in forma : f , ma! S‘lra ^ene c^e essa lettera ci sia un compimento »! CC 6 3 Prudenza, bontà e valore della persona di Sua ij- C ^ene Pu° giustamente sperar la Natione sotto governo e protettione di tale; perchè so che li piacerà, et quanto in "Stl Nen®a tanta nil'giior impressione farà per tutto potesse non °c.c,°rrci e per servitio Loro o comodo de sudditi ; et se stri P M' n°n '0ne' *n m°do alcuno esser l’ultimo de’ Mini-lLl ° r^on°scesse; perchè se bene già è seguito prjvata- in no 5 r™6 C*le ^ s°no, et alargatomi con un compimento i- . °^°’ non Pei questo si può tralasciare (anzi obbliga più) riefre ormalniente con quel decoro che in simile occasione ìonore, grandezza et convenienza de’ Prencipi. Del che ciò 1 ’ • ^&at0 dar conto a Vostre Signorie Serenissime, ac-eie si servino prender quella essential risolutione che la somma pru enza giudicherà requisita ; cui mani bacio con riverenza, augurandoli dal Signore ogni felicità e contento. Londra a 6 Gennaro 1654. Di \ ostre Signorie Serenissime Divolissuno et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. - r35 XLV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, 6 statlte diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno notitia Loro; e Lunedì passato, 12 detto, uscì quel tanto che stato componendo et aggiustando dopo della dissolutione dei S ■ Parlamento, che fie un stabilito modo di governare questa Pnlll°blica con la maggior satisfattone del popolo; che fie da una T ersona et triannuale Parlamento, et nel di esso intervallo S° ella sol persona, assistita con un Consiglio della nomina-a et che ad ogni tempo la militia sia a dispositione sua, et n0n\[ dignità di Protettore durante vita. Che ben considerato, g°C • merito con più absoluta authorità e potere, che mai ebbe resta investii r _ Rp il quale non potè in tempo alcuno ottenere detta il passato ne, 1 . , ilitia in man sua, con la quale a placito s alterano li costumi .aai Dove regna la spada, cessa la legge. Nè c’ è da dubitare -I e il Governo presente resta stabilito per un pezzo, standosi 1 resente componendo la Corte et nominando ufficiali per essa; 1 a ifP77a si tratterà in tutto regalmente, et altiero, et grand’ama- et oUcl , , / 1 ) « M, delle bone et honorate attiom (et altant adverso alli vili, et 1016 • •'v nnali lo hanno elevato in quel grado, ch’ai presente si inecanicij 4uti* ^Rimetto con questa a Vostre Signorie Serenissime il detto stabi- 0 modo di governo : questo, per esser del momento, 1’ ho sti-raatoTbbligo mio di tradurre verbalmente. Questi Ambasciatori di Spagna e Portogallo sono stati questa -U congratularsi con Sua Altezza con gran seguito di settimana a . occhi e livree ; però 1’ ultimo eccedendo di gran via il primo. Mofeci prima di qual si voglia di loro, però privatamente, et ° °1 oi* et giornalmente segue con una persona, che può tutto V1St° °JjP\ dar conto a Vostre Signorie Serenissime di materie seco, i otrei conv— 31 chiave della ziffra Loro neM “ T" mandaFe ** veran di tempo in tem ’ * $ ^ 51 tenga SeCret° ’ ha~ Comeho • a '*°Se ^ne et necessarie da sapersi. sto col dovutole vT * Slgn0r.ie Serenissime con altre mie, lettere e credenza^ er‘° .atjendendo snno serviti mandarmi nuove patenti ;si:z::zt atomi et che teng°per dente* il rh j ^ rta> nominandomi in esse Loro Resi- per quella L„„n0n,- ^ Pa ;'mbÌzione mi“ Particolare, ma ^ :Vostre sis- seronir occasioni'- i- poter fare come se conviene in tutte le molti s’offeriranno."’ ^ pr°mette la ragione e bon discorso, Ministri Pubinrr^ ^ C°ndusione di Pace con ^uesti (Pistesso che lo fu? V dÌ Stat° Turl°6 formar detto i- ri .passat0 Consiglio di Stato), ordinato di mato- in -, • r !" SCrÌtt°’ acdochè fusse d’ambe parti fir- d’Holanda ri- ”ormi'ta sendo avant’ hieri presentato a quello 1’ intentione dell’ 'h1*11*10* Pretendendo haver detto Secretario errato “Hi Ambasciatori d'Holandi T ^ * dire i> tutto annullato- con -I ‘ •' • ”°n firmandola subito dtchiarava tener um rie . c:ie intesero tre settimane di tempo per (stimando da boni iLT"' S‘‘1tÌ lorpadroni; U che sendoii neSato temente non • lgenza occhino a due mani, et conseguen- ti L~:;ente darii n. vantag§i°di p-ndere °iasciare)’ sorno la riviera s' ^ ^ pnnciPiar i] vla^io abas‘ considereranno la"0 * .raV6Seudel 20 migJia di qua. Si giudica questa conin * matena come se conviene, et che perdendo lor^ disvall? T" tr°VarSÌ 0Wigtó ^ ““ ™lt0 guire aueìl ” ‘Utt0 Preg° Nostro Signore lasciar se- de te coni H S‘1ra per, me8li0- Rimett0 alla L°™ nobil et pru- tionato " r‘‘Tn ÌnClUS° del fed^ « vero affet-fonXlm , ^ 3 Pa‘ria M SÌgnOTÌC L°™ Serenissime, il cui (dove re S“ ' ,SteSSa ragÌOnC C convenienza, m’assicuro (dove regnano tanta prudenza, honore e giustitia) sari oer risultarne quell’ effetto merita una cosi giustf *™ - 137 - tentione. Con che humilmente facendoli riverenza, gli auguro dal Signor Iddio ogni bene e felicità. Londra a 1,5 Gennaro 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XLVI. Al Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori Governatori della Se-ratissima Republica di Genova. Rappresenta a Vostre Signorie Serenissime Francesco Bernardi, Conte dell’ Imperio, Cavaliere della Corte di Sua Maestà Cesarea e del suo Consistorio, e Agente in Inghilterra della Serenissima Republica di Genova : Ch’havendo sino dell’anno 1651 exercitato qua il detto ufficio di Agente et executatolo con ogni attentione e studio, con che mi son trovato quasi del tutto divertito dal maneggio d’ altri affari, et quel eh’è più speso molto non solo nel seguire gl’istessi negotii che giornalmente mi sono stati incaricati come nel mantenere quel decoro a qualsivoglia del grado mio ; Che sendo questo un paese di eccessiva spesa, et più lo sarà col trovarsi al presente il Governo formalmente stabilito con una Corte ct Sua Altezza da trattarsi regalmente, in che converrà necessariamente procedere con maggior ostentatione per ottenere li negotii di Lor servitio e comodo de’ sudditi; Perciò suplico Vostre Signorie Serenissime esser serviti prender il detto nella prudente e grave consideratione Loro, acciò che venghi soccorso d’ una honorata competenza per quanto ha passato, segnalandomi per il venturo un honorario che possa continuarmi capace al pari vivere de’ Ministri Publici d’ altri Prencipi in grado mio, et far quel dovuto honore alla Serenissima Republica come fin hora ho fatto et continuarci, senza incomodar Vostre Signorie Serenissime, con questa non fussi altrimenti constretto dal carico — 138 — tengo di moglie et otto figliuoli, con quali continuatamente pieghiamo al sommo Iddio conceder a Vostre Signorie Serenissime ogni bramato bene. Londra a 15 Dicembre 1653. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XLVII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, AAslltt PaSST diedi COn‘° 3 Vostre Serenissime modo del » egn° ddla n°titia Lor°. «t mandatoli il stabilito a trad°"° Ìn Ìta,!an°; chè dubitando gli sia oltre in au I " °''l'orreri fastldio a Lor Signorie Serenissime petLne de r'*-'’ ^ S°n° Usd U"‘1 UDanÌme proceder ri § ' U®C“'1 della a™a[a suplicando Sua Altezza manteneriano ToTr^re'f dÌ8nÌtÌ, 6 Cari“ *** ’ ^ '° L’ ''stesso ha seguito e ■ ° !'“ ’ C°ntra °gni °Posltlone' ahiltern- ’ u ■ Seguira a tutt> Contati o Provincie d’In- sia questo r ° ^ °8m fat"one resta estinta, nè c’è da dubitare non ■a questo Governo stabilito per un pezzo. Ambasciatori T* <: Mlnistri PuMici qua, in numero di dieci, cioè li borgo li n • ! ?agna’ Francia, Holanda, Portugallo e Ham-Agem’i e, ; r, ? ^ F,0™za > e ^wizzerland, e gli congratulato Sua'AltezzTTeTt' PuWicaBente essi rnn j- 1 Urentissima il Protettore, ogn’ uno per prima di ' ° S0gUÌt° ’ U che 56 bene fu d* me c'omPito privatam p T “ ^°§1Ìa dÌ lor°* 61 VÌSt0l° Poi’ ma Pei'chè segui sona -h ■ f C C n°n C°me Ministro Publico, fui consigliato da perdomanda ^ T° SeC°’ Ct m0lt° amÌC° mi°’ di far l>istesso et di minato V ^ qUel stabilit0 camino dove havevano ca- 1 sudetti Ministri. Il che feci a 20 passato, con una let- - 139 - tera al Secretario di Stato, mandatali col mio; et hebbi per risposta che ne darebbe parte a Sua Altezza, et che tra dui o tre giorni haveria la risalta dal Cavaliero Oliver Flemings Maestro di ceremonie, al quale mandai a 24 mio Secretario a sapere quello era seguito. Mi mandò a dire non esser un quarto d’ hora teneva comandamento da Sua Altezza di notificarmi di come haveva segnalatomi audienza per il Mercordi seguente 26|i6 detto alle 4 e mezzo dopo pranzo. Et a 26 venne detto Maestro de ceremonie a dirmelo in persona. Ma quel che è notabile, l’istesso Mercordi mattina mi venne un Gentiluomo della Camera di Sua Altezza con questo Messaggio, che tenendo il Maestro de ceremonie ordine di notificarmi audienza per questo giorno, et dice haverlo fatto, niente di meno Sua Altezza, havuto per bene comandarmi confermarglielo, et che seguirà alla istessa hora delle 4 hoggi dopo pranzo. Dove gli andai col dovuto decoro, e accompagnato con molti amici di qualità, in tutto da trenta persone di seguito e dieci cocchi; et arrivato a Palatio, furno subito aperte le porte grandi, et condotto dal Maestro de cerimonie nella istessa sala dove suole Sua Altezza mangiare; et pregatomi sedere, domandò licenza de andar a darne conto della mia venuta a Sua Altezza; e dopo haver stato circa mezz’ hora absente, ritornò con dodici torchi ad accompagnarmi alla udienza, che seguì in questa maniera. Entrato la porta della sala di presenza, stando in capo d’ essa Sua Altezza in piedi, si cavò il cappello et lo tenne in mano sino de fittoli le riverenze et che cominciai a parlare; ad ogni conclusione (facendoli riverenza) se lo tornava a cavare. Et finito che hebbi,-mi rispose scoperto; et così continuò sin che fossi uscito dalla presenza : cosa che mai ha usato con nessun Ambasciatore, tanto meno Residente.0 Agente, perchè si tratta in tutto regalmente et così dà le udienze che fie in piedi a tutti; gli Ambasciatori si cuoprono doppo haver fatto le reverenze, ma tutti altri di meno titolo scoperti, nè si muove Sua Altezza mai il cappello. Fui accompagnato dal Maestro de ceremonie con le dodici torchie sino alle carozze, di dove'.non partì sin che fussi incaminato alla volta di casa. Rimetto con questa a Vostre Signorie Serenissime la breve ora- — 140 — tione fatta a Sua Altezza, tradotta in italiano, con la di essa ri sposta, la quale de gran vie eccede l’antecedente honore fattomi, et se non fusse che mi trovo obligato dar una sincera relatione a Vostre Signorie Serenissime di quanto passa, haverei ommesso questo particolare et lasciato (come non dubito seguirà) che \e nisse avvisato d’ altra penna. Li Ambasciatori d’ Holanda fecero partenza de qua accompagnati con una fregata di questa Republica, et si tiene aviso siino ben arrivati, giudicandosi restasse la pace conclusa prima che partirono, ma che Sua Altezza non 'na voluto si publichi cos’ alcuna, fin <■> ie ne venga la ratificazione: il che se non segue presto, si dichiarerà quel trattato nullo. Sto attendendo si siino Vostre Signorie Serenissime risoluti man darmi le lettere di credenza nel modo raccordatoli con altre mie, coni’ è sommamente necessario segua in ordine alle future cor^.e nienze, et che le habbi con speditione, perchè ogn’ uno de 1 nistri Publici vorrebbe esser il primo : oltre che resto assicurata simo della affettione di Sua Altezza a Vostre Signorie Serenissime, un complimento ne vale venti quando viene a tempo e luoco • semplice, senza pretentioni, il che indubitatamente forma bonissin impressione in chi lo riceve. Alle dette credentiali converrà ci sia il titolo di Altezza Serems sima, et che dica il soprascritto: « A Sua Altezza Serenissima 1 Serenissimo Protettore della Republica d’Inghilterra, Scotia Irlanda », con un duplicato senza alcun titolo, o soprascritto, pe poterlo fare come richiederà 1’ occasione, a benché non credo cambierà così presto, chè seguendo sarà per maggiore ; assicuran domi esser al presente capace come qual si voglia nel mondo servir la Patria e Vostre Signorie. Serenissime in questa Corte, come farò con ogni sincerità di cuore et affetto , non du 1 a la somma prudenza Loro considererà quanto preme all nonore della Serenissima Republica et comodo de sudditi d essa (per quello potrà in futuro offerirsi) mi comporti da quel che sono et che servo , in augumentatione della stima si tien di Lor Signorie Serenissime qua, et che prenderan tal risolutione nel memoiiale presentatoli con altra mia, che sarà conforme la giustitia, ragione et honore. E humilmente baciandoli le mani, le auguro dal Signore Iddio ogni contento e felicità. Londra a 3 Febraio 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. XLVIII. Complimento del Bernardi al Cromwl. Serenissimo Signore, Non fusse che giustamente potriasi attribuire a somma negligenza nell’obligo devo al carico mio, non haverei in questa co-niuntura, multiplicata de gravi affari, richiesto la presente audienza per congratulare quel Potere et Dignità nella quale si trova Vostra Altezza Serenissima alzata dalla Divina Bontà e propria virtù ; il che cordialmente fo di parte di Lor Altezze Serenissime, il Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori Governatori della Serenissima Republica di Genova miei padroni; et in nome loro et mio auguro a Vostra Altezza Serenissima ogni felicità e prosperità, assicurandola della buona loro intentione di tenere et conservare tutt’ amistà e bona corrispondenza con Vostra Altezza Serenissima, nò che s’ ommitterà cos’ alcuna che possa ridondare in honore della Persona sua, 0 comodo delli sudditi di questa Serenissima Republica: il che resto confidente sarà manifestato con lettere dalle Signorie Serenissime così presto che il tempo lo permetterà. Serenissimo Signore, quanto al particolar mio non posso presumere di dir cos’ alcuna degna de meriti suoi, quando la sincera affettione e servitù gli porto è solo il dovutoli d’ ogni uno, che stima honore, valor 0 bontà, la esperienza et successo havendolo reso fonte de ciò; quale con l’assistenza de Nostio Signoie in — 142 - tutta probabilità ridonderà al rifresco e quiete di questa Natione, e contento de Prencipi stranieri confederati di Vostra Altezza Serenissima. Serenissimo Signore, ho vissuto tanti anni in Inghilterra che mi stimo come nativo, et conseguentemente quanto in me stava ho procurato in tutte occasioni la di essa convenienza ; massime nelli Dominii de miei Padroni Serenissimi, dove di continuo frequentavano tanti vascelli inglesi di non poco emolumento di questa Natione; il che da tempo in qua s’è calmato molto, procedendo dalla parcialità e sinistri disegni di alcune persone potenti nel penultimo Parlamento; col che impedirno il camino al ben intendersi; et con ciò altra Natione ha raccolto quelli gran vantaggi che potriano haver ridondato et soliano ridondare a questa; il che spero facilmente potriasi rimediare. Perciò suplico Vostra Altezza Serenissima esser servita segnalarmi dove in futuro potrò esser udito in quanto alla giornata s’offerirà a quest’ intento , o qual si vogl’ altro che da miei Padroni Serenissimi mi verrà comandato in ordine alla bona corrispondenza tra le due Serenissime Repu-bliche, comodo d’esse e bene de sudditi loro. Risposta de Sua Altera Serenissima. Signore. — Stimiamo molto quest’ufficio fattoci et gli ne rendiamo molte gratie, richiedendola servirsi assicurar Lor Altezze Serenissime suoi Padroni eh’ in tutte occasioni riceveranno da questa Republica ogni sorte d’amistà e comodo, conforme al vero intento di una buona corrispondenza, e che saran trattati con più honore e rispetto di quello è seguito in qual si vogl’ altro Governo di questa Natione; tanto più havendo Lor Signorie Serenissime fatt’e-lettione ne’ loro adressi qua della persona sua, di tanta stima e valuta, et da Noi longamente conosciuta di molt’ honore; il quale Noi et Nostro Consiglio saremo ad ogni tempo pronti ad udire in che si sia di publica notione. E Signore, in quanto al particolar mio non solo la udirò in ogni occasione potrà offerirsi in ordine alla propria persona sua, ma gli prometto de fargli ogni bon ufficio e servitio possibile. \ - 143 - XLIX. Serenissimi el Eccelentissimi Signori, o 7 In questo ponto ha uscito una Ordenanza di Sua Altezza e il Consiglio, dichiarando le offese in essa contenute (et non altre) da esser giudicate di alto tradimento ; e sono : Contro chi cercherà la morte di Sua Altezza 0 lo immaginerà, predicherà 0 parlerà contro di lui 0 del Governo stabilito, 0 che dirà sia tirannico, 0 usurpato; 0 fomenterà, consiglierà o assisterà qual si voglia sollevamento tanto nell’ armata come fuori contra la persona sua 0 detto Governo, 0 che pretenderà ci ne sia altro in questa Republica e che il Parlamento non restasse absolutamente disoluto a 20 Aprile 1653. Chi volontariamente tradirà 0 sovvenerà qual si voglia città forte, vascello 0 altra forza di terra 0 maritima a questa Republica spettante. Chi contrafarà il gran sigillo, il manuale 0 privato d’Inghilterra, o quello di Sua Altezza. Chi dichiarerà qual si voglia della linea del passato Re d’haver autorità alcuna nel Governo d’Inghilterra, Scotia 0 Irlanda; o che terrà qual si voglia corrispondenza, 0 altrimente, con Carlo 0 Giacomo Stuvart 0 la che era Regina lor madre. Chi contrafarà 0 falsificherà moneta, 0 toglierà 0 diminuirà la corrente. Che tutte le leggi fatte dalla Regina Elisabetta e il Re Giacomo e Catholici Romani restino in forza. La passata settimana fu il fratello di quest’ Ambasciatore di Portogallo , che commesse quell’ eccesso già avisato a Vostre Signorie Serenissime, di ordine di Sua Altezza riportato dalla torre alle prigioni ordinarie de Newgale per esser levato all’ hora a giudicio; ma mediante una suplica fatta a Sua Altezza dalli mercanti che — !44 — trattano in Portugallo, fu il vedere della causa prolungata per sei settimane; continuando però sin hora in detta carcere. Londra a 3 di Febraro 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Hutnilissimo Servitore Francesco Bernardi. Note a tergo. 1654, 6 Marzo. Letta alli Serenissimi Collegi. La Giunta sopra confini veda e consideri la forma di mandar lettera credentiale, per complire col detto Protettore d’ Inghilterra, e riferisca: ad calculos. A 17 detto. La Giunta suddetta havendo fatta riflessione alle deliberationi per l’inanti fatte intorno al complir con la Repubblica d’Inghilterra, ha ordinato se ne riferisca la sostanza alli Serenissimi Collegi ; acciò essendo il negotio già introdotto nel Conseglio del numero dupplicato, Lor Signorie Serenissime deliberino quello le parrà. Et ila, ad calculos. A 18 detto. Li Serenissimi Collegi, sentita detta relatione portata in voce dall’ Illustrissimi et Eccelentissimi Deputati sopra confini, hanno deliberato si portino li sensi loro di mandar per hora lettera credentiale a detto Agente, per complire con detto Protettore più espressamente in nome della Serenissima Republica, al Consiglio del numero dupplicato quando et in quel modo che si delibererà in appresso; et intanto si avisi detto Agente, a risposta di questa, che vadi in l’avenire ritenuto in non portar negotiatione nè instanza alcuna senza espresso ordine: ad calculos. - 145 - A 14 Aprile. La pioposta come sopra già deliberata si facci domani che vi sarà gionta di Consiglio, con rappresentare che il senso de Serenissimi Collegi saria il sudetto, sopra il quale se ne proponerà deliberatione, per dover poi venirne all’ esecutione, restando approvata nel modo e forma che parrà a Serenissimi Collegi ; et il Secretario leggera la suddetta lettera di complimento fatta, con ripetere in sustanza a memoria il già deliberato in questa pratica: ad calculos. A 15 Aprilis. Facta per me Secretarium expositione et propositione Concilio numeri duplicati, in omnibus prout in supradicta deliberatione continetur, excitatione Magnificis Consiliariis ad eorum sensum super dicta propositione dicendum, cum nullus ex eis assurrexerit, collectis super dicta propositione calculis, approbata remansit votis centum sexaginta semptem faventibus et 14 repugnantibus, prout tuit illico dicto Concilio renunciatum. L. Serenissimi et Eccelentissimi Signori In executione de' comandamenti di Vostre Signorie Serenissime, ho fatto le diligenze necessarie toccanti 1’ informatione desideravano della nave Ruota di Fortuna destinata per Amborgo; e trovo che fu da un vascello di guerra di questa Republica presa e condotta a Plemua con pretesto eh’ andava a Olanda; ma sendosi sufficientemente provato il contrario, giorni sono sententia passò nella Corte deU’Almiralità che fusse liberata con la carica, dopo però de visitata e riconosciuta non esserli più argento del manifestato ; il quale com’ intendo fu caricato in Cadiz, col che subito ne scrissi • a Plemua ad amico particolare, che secretamente s’informasse se si trovava ivi, 0 se venuto con essa l’Illustrissimo Signor Giovan Paolo Balbi, et se detta nave era ancora partita; et hoggi potrei Società Ligure di St. Patru. Voi. XVI. — 146 — averne la risposta ; chè seguendo, n’ haveran conto in piè di questa, altrimenti col prossimo corriere. Ricevo lettera dall’ Illustrissimo Signor Giovan Francesco Bri-gnole, scrittami in nome de quei Signori del Magistrato della Abon-danza, acciochè se li proveda de qua sino a quattro vascelli caricai con frumenti; e per risponderli a compimento con 1’ inclusa, non occorirà maggiormente fastidiar Lor Signorie Serenissime in quel particolare, solo che] in ciò et ogni altra cosa di servitio Loro sarò sempre per adoperarmi con quella cura, attentione e deli-genza, che la servitù et affetto gli devo m’obbligano. Giorni sono ritornò d’Holanda Monsignor Bereping (Bererringck), uno di quelli deputati che fu prima qua; ha havuto due audienze publiche et diverse private, assicurando Sua Altezza il Protettore che la Holanda e Friselanda hanno ratificato quelli articoli conclusi qua nel passato trattato, et che non dubita fra pochi giorni (limitando un mese) haveran fatto l’istesso le altre Provincie, et che da ogn’ una di esse sarà mandato un Ambasciatore, desiderando in tanto cessatione della hostilità : il che se li è negato, anzi si va con ogni speditione ponendo in ordine altri 68 vascelli grossi, che saranno pronti fra 20 giorni, oltre più di 100 già in questi mari, che giornalmente vanno facendo prese considerabilissime. La verità è che 1’ Olandese si trova fra il martello e l’anchize, nè sa qual è peggio per lui, la pace o la guerra con questa Republica, trovandosi talmente impegnato con altri Principi che 1’ uno e l’altro gli darà da pensare. Sua Altezza il Protettore fu la settimana passata invitato nella Città a un convito, che doveva essere questo giorno; ma si scusò per non voler dar tanta spesa alli cittadini. Però havendo il Governatore et Aldermani, in nome di essi, suplicatogliene con tante instanze, s’ è finalmente risoluto accettare la cortesia per Mercordi venturo, 18/8 stante; dove sarà trattato regalmente. Whitehall, palatio dove li Re passati tenevano la Corte, si va con ogni celerità ponendo in ordine con maggior grandezza che mai; dove Sua Altezza terrà la sua. In questo punto mi perviene la risposta del scritto a Plemua, toccante la nave Ruota di Fortuna, che tuttavia si trovava in quel - 147 ~ ponto; et potriase soponere fosse anche ivi l'illustrissimo Signor Giovali Paolo Balbi incognito, come potrà esser servito vedere dalla inclusa traduttione di essa risposta in quel particolare. Se le Serenissime Signorie Loro non haveranno già fattemi mandale nuove lettere di credenza, come è sommamente necessario segua quanto prima nel modo raccordato con altre mie; non poti a esser che molto accertato si servino prender cognitione in esse delle cordiali espressioni di Sua Altezza di affetto alla Serenissima Republica, significatemi nella publica audienza hebbi ’a 28 del passato, come all* hora ne diedi a Vostre Signorie Serenissime distinto aviso. Che è quanto al presente degno della notizia Loro; cui mani bacio con ogni riverenza, augurandoli dal Signore felicità e contento. Londra a 12 Febraro 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. LI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A 18 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime nel particolare della nave Ruota di Fortuna, che tuttavia si trovava in Plemua, com’ anche di quanto s’ era potuto penetrar dell’ Illustrissimo Signor Giovan Paolo Balbi, et mandato copia della lettera all’ ora ricevuta di Plemua; et da altra poi pervenutami pare 11011 confermato fusse detto Signore ivi incognito, come potran esser serviti vedere dalla traduttione di essa che con questa mia viene. Il Eduardo Stanton, che comesse quella scelleraggine in quelli 12 giovani Genovesi venduti a Turchi, pare n’habbi patito, se pur così era, le debite pene ; perchè, come già avisai a Vostre Signorie Serenissime, navigando verso le Barbade, pei se la nave e carico; et imbarcatosi poi iyi per venir qua, naufragò il vascello in che — 148 — veniva ct fu negato. Però Giacomo Booman, sopia caiico del vascello in quale s’imbarcarono detti giovani, ha supplicato Sua Altezza e Consiglio li sii permesso giuridicamente far le sue diffese nella Suprema Corte della Almiraliti contra il rappresentato nella remostranza mia, et far constar l’inocenza sua e del Stanton in quel particolare, in che le fu concesso , ma che tenessi io notitia di tutto, et che poi li Giudici di detta Corte ne faccino rapporto a detto Consiglio. E a 16 stante essi Giudici mi scrissero una lettera, della quale incluso rimetto la traduttione, eh’ è il modo con che si camina qua con Ministri Publici, citando li particolari con comandi. Et in conformità de ciò feci comparire ivi Procuratore in nome di essi ragazzi; et ricevette 1’allegatione di detto Booman, et ne darà la risposta per formar interrogatorii adversi alli testimoni produrrà; et a suo tempo rimetterò a Vostre Signorie Serenissime il processo, con governarmi poi conforme a comanda-menti loro. Il convito di Sua Altezza Serenissima nella Città hebbe effetto il giorno accennatoli de 18 stante; et seguì nella maniera come se degneran vedere dalla inclusa relatione. 11 suo savio e prudente diporto e governo va ogni giorno rendendolo più amato dal popolo, e particolarmente da questa Citta: il che per riconoscere et gratificarla, ha conferito il primo titolo d’ honore eh’ habbi dato nel Lord Maior, 0 sia Governatore di essa, et creatolo Cavaliero Banarello, come in avvenire lo farà di Conti, Marchesi et altri gradi di nobiltà, nella istessa maniera lo facevano li Re passati; andandosi con ogni speditione ponendo in ordine il Regai Palatio, dove terrà la sua Corte con dignità grandissima. Questo Monsignor Bevering, deputato d’Holanda, continua assicurar Sua Altezza Serenissima che presto verrà la ratificatione delli articoli qua conclusi nel passato trattato, et che sono già firmati da cinque Provincie, et non intervenendo presto le altre due resteranno escluse. Non per questo si lascia con ogni sforzo di provvedere per la guerra ; et fra pochi giorni saranno lesti altri 60 vascelli arossi, che con più di altri 100 già in questi mari davan da pensare all’ inimico : del quale poco si fida questo Governo, nè crederà la pace sino de proclamata. Che è quanto è degno della — 149 — notizia Loro; a quali hmilmente facend Signore ogni contento e felicità. ‘ ‘° riVeri»», augUrQ Londra a 28 Febraro 1654, Di Vostre Signorie Serenissime Devcissmo et Fwhcbsco BERNA8D[ ww<»* S........Si è discoperto qua Altezza; et diversi (furono) mandati inVoTre0"®111” C°ntf0 Sl« Traduttione della lettera scrittami dalli Giudici d lì ralità nel parere del Capitan Stanton « Booman ^ Aìmi' Illustrissimo Signore, Havendo Giacomo Booman, mercante Giudici della Suprema Corte della AlmiràlitU’Tlr d‘ 110Ì plicato un processo da essedi concesso * C- ng terra> et su-ch’ha 0 pretende d’avere dritto, titolo e^nt^ ^ ^ °gnuno novesi presi fuori della nave nominata la ^ Cmi Ge‘ quale Eduardo Stanton era Padrone, et port ''**• ^ran^a > della di guerra de Turchi de Argieri, acciochè com J* ^ noi nella sala grande nel Doctors Commons r , antl di del presente Febraro, tra le hore di 9 alle ,2 j n' Mbat° ‘‘ 18 detto giorno, per veder una allegatione exibit, J * "’'1“Ìn''1 in stintomi prodotti e giurati per provare la verità del^ te' detto; il che habbiamo stimato conveniente concederli11^0 Ma di quanto c, viene questo negotio raccomandato' dalla Pn testa suprema 111 ordine all’interesse tiene in essi G ' Republica Serenissima di Genova, come sudditi di essa TìT ^ stimato conveniente, in conformità del rispetto doviamo a'vóTn Signoria Illustrissima, de dargli di tutto notitia, come con la pr - 150 - sente facciamo, acciochè possa far in ciò quanto stimerà nella prudenza sua conveniente; et noi restiamo Di \ rostra Signoria Illustrissima 16/26 Febraro 1653-4. Doctors Commons Hi un ilissim i Servitori Gio. Godolphin. Gulielmo Clerke. LII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, Non mancherò, in conformità del comandamento Loro con la de 18 Febraro , far nuov’ apertura nel particolare dei passaporti per li vascelli Olandesi al suplimento de grani e sali: il che farò così presto, che la congiutura di tempo et buon governo lo per-metteran, tenendo da persona principalissima et molto amico advertenza che facendolo hora, et se pur ottenessi l’intento, escla-marebbe la gente contra il presente Governo, concedendo alli inimici quel che niega alli sudditi; perchè ci sono qua più di 40 vascelli riccamente carichi destinati per tutte parti, et altri con grani che non poco patiscono, per quali in alcun modo' s’ è potuto aver passaporti, e ciò per obbligar la gente marittima alquanto scarsa totalmente d’applicarsi l’animo al servitio publico; perchè, oltre da 100 vascelli grossi già in questi mari, uscirà fra dieci giorni altra armata nuova, consistendo di 60 più e tutte fregatte nuove di 400 in 800 tonellate, guarnite di 40 in 80 pezze di bronzo per una ed il resto alla venante; di modo che facendo hora una simil richiesta, non solo se ne riceveria con smacco la ripulsa, ma farebbe mala impressione nelle future convenienze e servitio Loro, in che sono sicuro sempre corrisponderà Sua Altezza con ogni affetto. - i5i - A 13 stante entrorno li Ambasciatori d’ Holanda accompagnati con circa 80 cocchi, la maggior parte de a 6 cavalli, et da 100 persone di seguito. Hebbero udienza il giorno seguente : la sostanza era congratularsi con Sua Altezza, et che erano mandati da loro padroni, le sette Unite Provincie, con piena potentia a concludere c stabilire una ferma pace e rinovar 1’ antica amicitia. Hanno poi havuto udienze private, et generalmente si giudica il tutt*accordato ; però c’ è tuttavia un intoppo da pochissimi inteso, che fie la sigortà per il pagamento d’ una somma grossissima di denaro accordato sotto mano di pagare a questa Republica, il che riesce di grand’ incomodo e suggietto all’ altra parte. Abbenchè si publicasse la pace, non si dimetterà l’armata navale ; per tener, coni’ intendo, Sua Altezza altro disegno. Arrivò qua giorni sono un Agente dell’ Arciduca Leopoldo , et la settimana passata hebbe udienza. Venne a congratularsi con Sua Altezza, e sotto mano a dar ad intender ch’il Duca di Lorena (hora preso) era in trattato col Re di Scotia di passar in essa con l’armata sua. Però li gatti hanno aperto gl’occhi, intendendosi esser stratagemma di questo Ambasciatore di Spagna sperando con tal finzione affacilitar la ricuperatone della somma grossa di denari pretendeva in quelle navi Hambourghesi, de quali già s’ è fatto sangue addosso, et il tutto perso per la sua ostina-tione et avaritia. Vedo che la somma prudenza Loro prenderebbe in consideratione il rappresentatoli, toccante la qualificatone mia nelle nuove lettere di credenza e patente a Sua Altezza Serenissima: il che sinceramente ho desiderato solo come di necessità in ordine al Servitio Publico, sendo naturalmente amico della quiete e principalmente di quella dall’ animo ; ma toccandomi col carico tengo non posso in modo alcuno mancar nel debito mio in raccordar a Lor Signorie Serenissime che quanto più presto viene tanto meglio, se pur c’ è intento 0 convenienza in futuro di servirsi di questo Governo ; a che mi sottometto a più gravi giudicii. Intanto la presente conditione mia non potrà in modo alcuno suffrire patisca 1’ honore e vantaggio della Patria, con viver in minor grado di quelli Ministri Publici della qualità mia che servono altri Prencipi — 152 — in questa Corte. E facendoli humilmente riverenza, gli auguro dal Signore Iddio ogni felicità e contento. Di Vostra Signorie Serenissime Londra a 2 Marzo 1654. Devotissimo et Affezionatissimo Servitore. Francesco Bernardi. LUI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 2 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro; e venerdì 13 detto entrorno qua li Ambascia-tori delle Unite Provincie accompagnati con circa 80 cocchi, la maggior parte di a 6 e 4 cavalli. Hebbono udienza il giorno seguente; la sostanza della ambasciata loro fu per congratular Sua Altezza Serenissima, e concludere e stabilire una ferma pace, rin-novando 1’amicitia antica, et che a quell’effetto vengono dalle sette Provincie con piena potentia, desiderando in tanto che ogni atto hostile cessi d’ambe parti. Et generalmente si giudica con-cluderassi la pace : però c’è un intoppo da pochi saputo, che potria discomponer il tutto, sendo Sua Altezza risoluta uscirne con la sua; se pur prenderà effetto, sarà in essa compreso Francia e Den-marca; il. che darà giusta causa da temere a Spagna, odiata naturalmente da questa Natione et ogni giorno più da questo Governo, mirando quest’Ambasciatore come serissimo; il quale, per incarezzarsi con esso, insinuò eh’ il Duca di Lqjena (preso) era in trattato col Re di Scotia di passar in essa con l’ armata sua; et a significarlo, è venuto qui un Ministro Publico dell’ Arciduca Leopoldo, et hebbe udienza giovedì passato. Gli gatti hanno aperto gl’occhi, nè gli riuscirà per questa fìntione ricuperare le lire 500 mila pretende in quelle navi Hambourghesi che giè se li è fatt’ il sangue addosso. Fu freddamente ricevuto, et rispostoli che si prenderebbe il negotio in consideratione, et che in 10 giorni se li darà - 153 - la risulta. Ch’ è quanto posso al presente dire a Vostre Signorie Serenissime, a quali humilmente fo riverenza, augurandoli dal Signore Iddio ogni contento. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 16 Marzo 1654. Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. LIV. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 30 del passato (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro; et questa servirà per dirgli come Monsignor de Bordeou, eh’è stato, qua da 18 mesi Agente di Francia, hebbe coll’aviso dato a quel Re del stabilimento del presente Governo subito nuove lettere credentiali al Protettore con titolo d’ Ambasciatore; ma per haver stato sopra alcuni termini non graditi qua, gli iu differito la receptione da quattro settimane con non poca mortificatione sua; et solo a 6 stante seguì , con haverlo fatto andare da 10 miglia fuori della Città, dove fumo mandati a condurlo le bargie ossiano barche di Stato di Sua Altezza col Maestro delle ceremonie; e sbarcato a questa Torre, fu ivi ricevuto da dui Signori del Consiglio ct da essi condotto con due carrozze di Sua Altezza, col seguito di quelle degli Ambasciatori di Portugallo e Olanda e da 25 altre de a 6 e 4 cavalli nel Palatio, dove si suole intrattenere li Ambasciatori a spese publiche prima della udienza; la quale hebbe a 8 stante, nell’istesso modo che s’ è dato a Spagna, Portugallo et Olanda. La sustanza della ambasciata sua era di ordine del suo Padrone congratularsi con Sua Altezza, et che desiderava molto tenere con questa Republica ogni buona corrispondenza et libero comercio, il che haveva (1) Questa lettera manca nella corrispondenza. — 154 — patito molto per folta di ben intendersi, procedendo dalle guerre civili in ambi i Dominii. Hebbe gratie delle congratulationi, et eh’in avvenire si trattarebbe della publica convenienza, affinchè ogn’ uno riceva il fatto suo. Dependono qua gravissime risolutioni dall’evento del trattato di pace con Olanda; la quale si giudica forzosamente debba a tutti termini seguire, per non haver 1’ altra parte fatto alcuna prepara-tione per la guerra et qua grandissima, trovandosi al presente uniti a Porthmua da 150 vascelli grossi di 30 sino in 80 pezzi d’artigliaria l'uno; et continuatamente si va riforzando, a segno tale che la gente maritima et artigliaria è scarsissima, nè può uscire qualsivoglia nave mercantile, havendo con non poco favore la protettione di una bellissima nave di 500 tonellate con 32 pezzi, compro qua di ordine dell’ Illustrissimi Signori Giovan Battista e Steffano Palavicini, quale si sta caricando con frumenti con intento e persuasione mia de farli venir costì, come con altra ne darò parte all’ Illustrissimo Signore Giovan Francesco Brignole del Magistrato dall’ Abondanza. Intendo da bonissima parte che è disegno di mandar quest’armata , concluso che sarà la pace, in cotesti mari , et non solo per signoreggiare in essi come segue in questi, ma di richieder satisfattione di Spagna o qualche Prencipe della Italia de mali ufficii fatti a questa Republica e sudditi. Dove caderà, non potrà che dar da pensare. Vedo chestavasi considerando il rapresentatogli (in conformità dell’ obligo devo al carico mio) per le nuove lettere credentiali a Sua Altezza il Protettore, con le qualificationi desiderate et sommamente necessarie in ordine al Servitio Publico et future convenienze: il che non risolvendosi presto, temo non ne sia per risultare il bramato effetto, perchè a compire con un Prencipe o Governo solo quando se n’ ha di bisogno, 0 de vistolo prima ben fermo (come lo è questo, quando meno durante vita), leverà poca forza e stima, come seguirebbe s’ havessi atteso sin hora il congratularmi con Sua Altezza : il che non feci altrimenti di motivo proprio (come per la mia mala fortuna vien interpretato), ma in seguimento di bon governo le vestigie de maggiori Mini- - 155 - stri Publici et consiglio de potenti amici della Serenissima Republica, come all’ borane diedi conto alle Serenissime Signorie Loro; nè dava luoco quella coniuntura di tenerne ordini precisi, massime sendo quell’ ufficio solo un compimento formale. Non lascierà però d essermi questa mortificatione di norma per il futuro in osservare li ordini hora datimi, nè di muover in cos’alcuna sia in qualsivoglia caso exigento, senza tenerne Lor preciso comandamento: il che a me sarà di molta maggior facilità e sicurezza, e gusto di Vostre Signorie Serenissime eh’ in tutto tanto desidero accertare. Servendo questa di risposta alla stimatissima Loro de 18 passato, altro non m’ occorre, solo augurargli da Nostro Signore ogni colmo di felicità e contento. Di Vostre Signorie Serenissime Londra 13 Aprile 1654. Divotissimo ed Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1654, 15 Maggio Letta alli Serenissimi Collegi. L’Illustrissimo Magistrato di Guerra rispetto al Golfo di Vado e fortificationi di Savona consideri la qualità delle provigioni che stimerà necessarie per maggiore sicurezza di detti porti, per riferire poi quello le occorrirà : ad calculos. Il Collegio Illustrissimo facci riconoscere il stato delle fortezze del Dominio di terra ferma, rispetto alle munitioni da bocca e da guerra e soldatesche di presidio; e considerata ogni cosa, riferisca quello stimerà doversi provvedere per maggiore difesa di essa: ad calculos. Approvata la relatione della Gionta della Marina rispetto alla compra de due vascelli. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 13 del passato hebbero conto del degno della notitia Loro. Li articoli del trattato tra questa Repubblica £ le Unite Provincie restano d’ ambi le parti notificati, et Mercordi venturo sarà pubblicata la pace ; con la restituzione di tutte le depredationi che seguiranno da 1’ una o 1’ altra parte in questi mari 12 giorni dopo la publicatione ; et in tutte altre parti di qua del capo San Vincenzo in 6 settimane, et di là nelli mari mediterranei et sotto la linea equinotiale in settimane io; e passato la linea in 8 mesi. Si sono in 15 giorni passati presi più di 20 vascelli Olandesi: fra questi uno che andava alle Indie orientali, di 800 tonellate, riccamente carico. Li giorni passati 6 fregate di q.uesta Repubblica, incontratesi con 48 vascelli Francesi di bona diffesa eh’ andavano a Borneuf per sale e poi a Canade a pescare, combatterno fortemente per cinque ore ; ma finalmente fumo forzati alla fuga, con la perdita di nove d’ essi, cioè el almiraglio e vice almiraglio e due altri afondati e cinque presi e portati a Plemua. A 29 del passato ebbe udienza Monsignor de Grand, Presidente del Duca di Guelders, e mandato qua a congratulare Sua Altezza Serenissima. Questo Monsignor de Bordeou, adesso ambasciatore di Francia, va negotiando con molta prudenza, diportandosi con grandissima dignità. Sua Altezza ha nominato tre del Consiglio di Stato a trattare 1’ aggiustamento delle differenze tra questa Republica e quella Corona; e si giudica debba prender bon effetto. Non ostante la pace con Olanda, non si tratta di sminuire queste forze marittime; anzi si augumentano ogni giorno più con fregatte nuove, de quali sono circa 200 in mare, et 40 destinate per cotesti mari comandate dal General Bodiloe già partito di qua al suo carico. Sono già 10 giorni, che si trova Sua Altezza Serenissima a Whitehall, il Palatio Reale delli passati Re et dove tenevano la lor Corte. ~ *57 - Impoiterà molto la risolutionc delle Serenissime Signorie Loro in ordine al necessario raccordatogli per compire con detta Altezza, se pur giudicheranno conveniente farlo; perchè non muo-ve|o cos alcuna senza li precisi comandamenti Loro, che saranno da me con ogni studio et attentione osservati. Et con ogni rive-renza bacio le mani, gli auguro dal Signore Nostro ogni felicità e bene. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 5 Maggio 1654. Devotissimo el Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. LVI. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, Flavendo a 5 stante dato conto alle Serenissime Signorie Loro del degno della di esse notitia, con questa (laveranno la proclamatone della pace tra questa Repubblica e le Unite Provincie, publicata Mercordi passato: il che seguì con grand’allegrezza e contento della generalità. Nè è da dubitare che non ci sia disegno e trattato con questa Altezza e li Ambasciatori qua d’ Olanda per la' spedinone di una potente Armata; giudicandosi facilmente dove caderà, che sia dove si sia, non lascierà di dar da pensare. Le fregate destinate per cotesti mari non sono ancora uscite dalli Duni, nè seguirà ancora de 20 giorni, come ne son informato da bonissima parte, per essersi risoluto rinforzarle più del determinato prima. Di quello s’innoverà in appresso haveran particolar aviso; cui mani bacio con ogni riverenza, augurandoli dal Signore ogni felicità. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 11 Maggio 1654. Devotissimo ct Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. - i58 -LVII. Serenissimi ct Eccelentissimi Signori, Hoggi a 8 diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro notitia; e con trovarmi li giorni passati indisposto, ha causato non richieder udienza per la mandatami per Sua Altezza. Spero potergliene con altra dar conto del successo. Incluso troveranno li articoli della pace tra questa Republica e le Unite Provincie, tradotti in italiano. Ne mancano dui (i), come non convenienti alla veduta publica: da questi ben si può conjecturare che la Unione va da dovero. Di quanto s’ anderà innovando (in conformità del debito mio) terran aviso ; mentre che in fine gli ^guro dal Signore ogni colmo di felicità. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 18 Maggio 1654. Devotissimo et Affezionatissimo Servitore ■ Francesco Bernardi. Traduttione in italiano della proci amatione della pace con Holanda. Sua Altezza il Serenissimo Protettore della Repubblica d’Inghilterra , Scotia et Irlanda, considerando quant’è necessario non solo di conservare la pace e quiete domestica, ma [quant’ in lui sta di vivere in concordia et amistà con li suoi vicini, ha, con la divina beneditione, confederai ione sempiterna tra questa Republica e quella delle Unite Provincie delli Paesi Bassi, lor terre, paesi, città, ville, domimi, territorii, luochi e gente, per mar e terra, acque fresche, e dove si sia. Con la qual pace rest’ accor- (1) Uno di questi cra l’esclusione dalla dignità di Statolder pei membri della famiglia d’Orange alleata degli Stuardi L’ avere il Cromwell stipulata insieme alla pace un’ alleanza offensiva c difensiva Coll’Olanda, toglieva a tutti i suoi nemici, e specialmente alla Spagna, ogni speranza di collegarsi a suoi danni colla nazione vinta, ed assicurava nello stesso tempo la supremazia della nazione inglese. Questo i uno dei tratti più grandi della politica del Cromwell, e non abbastanza apprezzato dai suoi contemporanei. - i59 — dato che tutt’inimicitia, hostilità, discordia e guerra tra le dette Republiche, popolo di esse e sudditi cesserà ; e che tutte ingiurie e danni, fatti e patiti de 1’ una e 1’ altra parte dalli 18/28 di maggio del 1652 in qua, cessaranno e si scorderanno; eccettuato tali depredationi che si cometteranno de 1’ una 0 1’ altra parte in questi mari 12 giorni dopo della data della presente; e in tutt altri 1 luochi di qua del Capo San Vincenzo doppo di 6 settimane ; e di là del mar mediterraneo sin alla linea equinotiale , dopo di dieci settimane ; e di là della linea dopo di 8 mesi, 0 immediatamente dopo de dato sufficiente notitia in quelle parti di questa pace; e che il popolo e habitanti de 1’una e 1 altra pai te, re-spettivamente di che conditione 0 qualità si siino, tratteian 1 un e 1’ altro con amore et amicitia ; e che possino liberamente e si curamente venire e passare nei paesi, città, luochi e piecinti de l’un e l’altro, et ivi continuare et habitare, et ritornare a placito, senza qual si voglia impedimento 0 molestatione ; e similmente negotiare e tener commercio; et generalmente fare, usare et exei-citare tutte quelle cose (osservando pero le leggi e costumi de 1’ un e 1’ altro respettivamente) con l’istessa libertà e sicurtà come si soleva fare in tempo di pace : di che tutte persone di che qualità si sia in queste nationi d’Inghilterra, Scotia e Irlanda ne prenderanno notitia, et così governarsi. Dato a Whitehall a 26 Aprile 1654. Impressa e publicata dal Particolar Comandamento di Sua Altezza. LVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 4 stante (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro; et a 18 passato mandatoli gli articoli della pace con Holanda tradotti in Italiano, rendendosi quella liga ogni giorno più ferma, e preparandosi a una intrapresa unita (1) La lettera del 4 Giugno manco. — i6o — armata navale di 200 vascelli et segretamente ordinato al Vice-Almiraglio Bodiloc, che veniva in cotesti mari, di non uscire dal canale sin a nuov’ ordine. Si va con ogni speditione disponendo questa macchina, et già (sono) pronti più di 120 vascelli grossi qua et 70 in 80 in Holanda, come credibilmente vien scritto. Questi Ministri Publici di Francia, Spagna e d’ altri Prencipi non studiano altro che di penetrare dove caderà il disegno , ma in vano , potendo assicurar Lor Signorie Serenissime che tal è il secreto con che si camina in quest’ affare (fuori chi lo tratta), che anima vivente non ne può dir il certo. Le opinioni sono varie, come di Spagna, Francia, cotesti mari, assistere Venetia contra il Turco, le Indie Occidentali et particolarmente la Isola di Santo Domingo. Che darà in uno di questi, non c’ è da dubitare ; e si crede nell’ultimo. Fra poco se ne saprà 1' effetto, com’ anche della risulta di altro trattato di non men peso per l’intiero stabilimento del Governo di queste nationi sotto Sua Altezza Serenissima con molto maggior titolo e di sodisfatione del popolo, come di tutto a suo luoco troveran Lor Signorie Serenissime particolar conto. Li giorni passati si discoprì una congiura (0 per meglio dire si discoprì che fu discoperta) contra la persona di Sua Altezza et alcuni del suo Consiglio. La maggior parte delli complici (sono) gente (se bene alcuni di essi titolati) di poca fortuna povera e di men giudicio; et al presente in Torre; tutto fomentato, come lo tengo da buona parte, da un Coronello, il quale per disgusto particolare contro sua Altezza gli giurò la morte, e per dar colore al suo iniquo intento et farsi più capace ad executarlo, passò in Francia, dove ottenne dal preteso Re di Scotia patente per la giustificatione del disegno, nel quale tirò anche ivi- alcuni Inglesi e Scozzesi della sua qualità ; ma ne fu subito di là dato qua notitia, e si può credere a quest’ Ambasciatore di Francia et esso a Sua Altezza. Ma il detto Coronello, nominato Fith Geames, passando il mare qua, gli fu dato caccia da un piccolo vascello di guerra di questa Republica; e trovando non potergli riuscir la fuga, più tosto d’esser preso, saltò in mare e fu negato ; e pochi giorni sono fu gettato in questa costa d’Inghilterra ct trovatogli adosso papeli che davano maggior luce di tutt’ il disegno. — 161 — Si tiene qua aviso di come il Baron Whitelock, Ambasciatore alla Regina di Svetia, resta spedito da quella Corte con la conclusione di una ferma pace e liga tra questa Repubblica e quel Regno. Questo Monsignore de Bordeou, Ambasciatore di Francia, con la sua prudenza e destrezza s’è ingratiato molto con Sua Altezza: col che si giudica debba presto venir ad una conclusione vantaggiosa per il suo Re e sudditi, e confederatione tra le due nationi. Hieri vidi lettere in quali avisavano che Lor Signorie Serenissime havevano in Consiglio risoluto di mantenere con lor vite e fortune gli privilegi dovuti alla Serenissima Repubblica, et di procurar con la forza quello che ingiustamente gli ditiene Spagna (i), (i) La rottura degli amichevoli rapporti colla Spagna ebbe origine dal contrabbando del sale fatto dai Finalini contro i diritti dell’Ufficio di San Giorgio. Fino dal 1652 ne nacquero contese e reciproche confische tra i Genovesi e gli Spagnuoli possessori del Finale. Una galera genovese , mandata a vegliare sui legni dei Finalini, aveva sorpresi e sequestrati molti di essi; quando il Carcassena Governatore di,Milano, spedi un Questore allo scopo di proteggere i Finalini. Questi si mise a processare i Commissari genovesi, che nel Golfo della Spezia avevano proceduto al castigo dei contrabbandieri Finalini, e sentenziò il Capitano della galera genovese alla pena di morte. 11 Governo della Repubblica comandò al Podestà della Pietra di rispondere all’ offesa, col procedere contro il Questore , il quale per violentata giurisdizione fu da esso condannato alla pena capitale. Quindi fu tosto mandato in galera effettivamente uno dei marinari Finalini, già stato antecedentemente condannato dai Commissari genovesi a detta pena. Il Carcassena informò di queste disposizioni ii Governo di Madrid ; e benché la Republica avesse tentato di giustificarsi, mandando ivi un suo gentiluomo, la Corte Spagnuola con decreto del 10 Febbraio 1654 bandi il sequestro sui beni dei Genovesi nei suoi Stati. Tosto il Governatore di Milano ed il Viceré di Napoli e Sicilia ne intrapresero 1’ immediata esecuzione; ed ai Genovesi non restò tempo nè modo di salvare nemmeno una parte delle loro sostanze. La notte del i.° Maggio in Napoli furono sorpresi i Genovesi dalla autorità spagnola colla più inaudita asprezza. La moglie del duca di Telesa ne cadde tramortita, e Giovan Battista De Mari ebbe il suo palazzo invaso da birri e togati, i quali soprastettero cinque ore a numerare minutamente il denaro sonante, non contenti di aver nelle mani le chiavi delle argenterie, delle scritture e delle cambiali. Si sequestrarono tutt i ivalori fondati sopra gli arrendamenti e con nota della publica fede, i depositi delle Banche, i fondi, le case , le possessioni, e perfino gli armenti, e furono inventariati i vini, gli olii, ed ogni genere di mercanzia. Si confiscarono le doti delle donne napolitane maritate con. Genovesi e viceversa, e gli averi delle vedove e dei pupilli. Egualmente caddero sotto la confisca tutte le navi e barche genovesi, rimanendo le mercanzie per più mesi in balia delle guardie spagnuole, ed i legni e marinari senza cura e sostentamento. Nella stagione del raccolto e nelle esazioni delle tasse sui terreni e feudi, alcuni Commissari reali commiscro ogni sorta di estorsioni e ruberie. Ridotti in Napoli i Genovesi a non avere più mezzi di sussistenza, andavano in frotte (le stesse madri coi loro figliuoli lattanti) laceri e smunti a chiedere uu tozzo di pane alle porte del Palazzo del Viceré. Questi dopo molte repulse , liberò una piccola porzione del denaro deposto nelle Banche, per cavarne almeno di che farli sussistere. Fu dolorosa cosa il vedere come alcuni dei più doviziosi Genovesi, i quali pochi giorni prima avrebbero potuto disporre di somme ragguardevoli, durassero fatica a trovare chi somministrasse loro un parco cibo 1 In tanta iniquità e desolazione riesce però di conforto all’ animo inorridito , il fatto aaccaduto al Principe di Calamari. Questi dovendo , poco prima del sequestro, intraprendere un viaggio a San Domenico di Soriano, aveva riposto in serbo le robe cd il ricco contante suo in un convento di monache. Il Ministro , che Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI, — 162 — ct a tal effetto deputato Ambasciatori a tutti li Principi Cristiani, e particolarmente qua a richieder la protettione di Sua Altezza: il che fa qua rumore, sendomene venuto a posta a trovare Personaggio di qualità, al quale dissi non tener di ciò avviso alcuno delle Serenissime Signorie Loro, ma quanto al mandar qua Ambasciatore non esser cosa nuova, perchè sino dall’ anno passato si risolvettero farlo, et nominato l’Illustrissimo Signor Ugo Fiesco, ma che per indispositione sua fu all’ hore dilatato. Se pur c’ è tal determinatione, non mancherà di cader in bona coniuntura, perchè oltre Sua Altezza professa cordialmente grand’ affetione a Vostre Signorie Serenissime, et come di certo posso assicurarli (ha) sentito molto quella inconsiderata e tirannica risolutione di Spagna contra gl’ interessi de sudditi Genovesi, quel Governo resta in mala opinione qua; e le lusinghe di questo bon Ambasciatore (i), naturalmente tanto amico nostro, (sono) a pieno conosciute; potendosi con bon fondamento giudicare che prèsto si vedranno risolutioni di CQnsideratione, come di tutto haveranno distint’avviso. Ch’ è quanto al presente degno della notitia Loro: per fine con ogni riverentia gli bacio le mani, augurandogli dal Signore ogni contento e felicità. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 18, Giugno 1654. m * Devotissimo et Affezionatissimo Servitore. Francesco Bernardi. in sua casa era venato pel sequestro, lo trattò, per vera eccezione, con tale riguardo e civilti, che senza penetrare nell’ appartamento della moglie di lui, si accontentò di notare quanto il Principe 1’ assicurava sulla sua parola di possedere. 11 Principe non volendo esser vinto in cortesia, si recò presso 1’ istesso ' icerè Conte d' Ognate, rivelando quanto aveva depositato nel convento ; cd a sua volta il Viceri, colpito e commosso da tana magnanimità, gli permise di valersi di quanto possedeva in Napoli a vantaggio dei suoi compatriotti, dandogli cosi agio di somministrare denaro a quanti a lui fecero riccorso e di porgere abbondanti elemosine ai più infelici e bisognosi. Il Governo della Repubblica Genovese, publicò il Maggio un editto, col quale, in vista di quei sequestri, concedeva ai sudditi la facolti di difendersi, riscattarci e reintegrarsi a loro talento dei pregiudizi cagionati loro, si in terra che in mare, dalla Spagna. Tre altri editti furono promulgati il di i.® di Giugno, interdicendosi qualunque comunicazione coi soggetti del Re Cattolico cd il trasporto delle merci e vittovaglie nel Milanese , sotto pena di confisca. Si richiamarono poi nel Dominio tutti gli ufficiali e marinari sudditi, che in esteri Stati servivano, con minaccia di pene, se fra tre mesi non si fossero presentati. Parimente si deliberò di spedire ambasciatori e ministri alle maggiori Corti d'Europa (Vedi titano Casotti, Anali ii Gtnovt). (t) Don Alfonso de Cardenas - 163 - LIX. Serenissimi et Eccelentissimi Signori A iS stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro saputa; e a 20 detto mi fu apontato udienza da Sua Altezza Serenissima (sopra la Loro lettera credenziale mandatami per essa) per Martedì all’ hora ventitré ; quando che il giorno avanti mi pervenne, sotto coperta dell’ Illustrissimo Signor Gio. Battista Pallavicino de Parigi, il dispaccio di Vostre Signorie Serenissime de’ 27 passato, con li ordini et fogli in esso contenuti; in osservatone de’ quali, per non perdere la coniuntura della suddetta udienza, informatomi il meglio che la brevità del tempo dava loco di quella mai più sentita ingiustitia et ingratitudine del Viceré di Napoli e Governatore di Milano contra la Natione Genovese, mi preparai per la locutione da farsi il giorno seguente a detta Altezza; nella quale et in tutto sendo la mia sola mira d’accertare 1’ intento e gusto Loro, mi parve il più securo governarmi con la prudentissima Loro, et da essa formare quanto haveva da rapresentargli ; con aggiungere quello di più mi sovenne, per maggiormente imprimere nell’ animo suo quel sentimento e commotione merita un così iniquo et ingiurioso accidente. Hora, per dar distintamente a Vostre Signorie Serenissime conto dell’operato in questo particolare, comincierò dal principio. Lunedì notte a 22 andai a visitar una persona che può tutto con Sua Altezza, et intima meco, et pregatola lasciarla intendere che (oltre le lettere credentiali) avevo quel giorno ricevuto ordini espressi dalle Serenissime Signorie Loro in negotio grave da farne rapresentatione a detta Altezza, et clic perciò desiderava seguisse col secreto dirigerebbe la prudenza sua. Il giorno seguente alla mattina (non ostante la notitia datami prima dal Maestro delle ceremonie della udienza asignatami) mi mandò Sua Altezza un Gentiluomo espressamente a lasciarmelo sapere, et che sarebbe alle 4 hore dopo mezzo giorno, e nel modo desiderate. Dove andai accompagnato con alcune 4 — i64 — carrozze, e seguito non inferiore a qualsivoglia residente qua. Arrivato a Palazzo, mi furono subito aperte le porte grandi et accompagnato dentro dal Maestro delle ceremonie, la soldatesca facendo una strada sino al montar sopra nel primo salone , dove turno in ordine d’ ambe parti la guardia d’albar-dieri nelle lor livree; et condotto nella sala di presenza, vennero sei Gentilhuomini della Camera di Sua Altezza a dir al Maestro delle ceremonie che Sua Altezza mi darebbe presto udienza ; ritornando da un quarto d’hora dopo altri dodici a condur-megli. Entrato che fui nella istessa Camera del Consiglio, trovai tutti li Signori d’esso in piedi e scoperti; e passatoli per mezzo con saluti d’ambe parti, entrai nella Camera del Consiglio Secreto di Sua Altezza, dove trattò il negotiato con gl’ Ambasciatori d’Olanda ; nè alcuno entrò meco, solo il Maestro delle ceremonie : ivi stava Sua Altezza in piedi e scoperto, con solo il Secretario a lato, e dopo fattole le solite riverenze et avicinatomegli, usci anche detto Maestro et fu serrata la porta. Dopo d’havergli fatto un complimento in nome di Lor Signorie Serenissime, gli presentai la lettera credentiale, quale prese in mano, et mirato il soprascritto et sigillo, la diede al Secretario perchè la leggesse. Ma io sapendo che non intendeva troppo bene 1’ italiano, venni provisto della traduttione in inglese et la diedi ad esso Secretario, et mentre sta vaia leggendo lo fece anche detta Altezza di sopra le spalle, et n' ebbe molto gusto, e ritornatami verbalmente la inclusa risposta. Poi gli rapresentai il comandatomi con sudetta Loro de’ 27 passato, precisamente nel modo e torma che aligato viene; quale, contorme al stile qua, dopo finito di parlare, glielo diedi in scritto firmato di mia mano: il che prese et lo tenne in sua; e dopo de datami la risposta, eh’ anche va qua annessa, cominciò a far discorso meco di diversi ponti, come della somma deve il Re di Spagna a Signori Genovesi, et come procedeva tal debito, se imprestatogli per pagare le sue armate, se il denaro sborsatogli seguì con cautione di piazze nelli territorii dove assignava le rendite, o vero sopra la bona fede del Prencipe, con alcune altre cose di più famigliare e solito discorso meco, che facendo poco al proposito, non gliene fastidirò, havendo- dato al tutto la risposta necessaria. E dopo una hora di udienza , mi spedì con un complimento di non interromperla maggiormente nei più gravi affari che l’attendevano. E ritirandomi con le dovute ceremonie; fu aperta la porta del Consiglio, e levati tutti gli Signori di esso in piedi e scoperti, mi salutorno con molta cortesia; et dui d’essi col Maestro delle ceremonie m’accompagnorno fino al cocchio. Che questa diligenza s’è fat,ta a tempo e che il negotio cade in ottima coniuntura non c’è da dubitare, nè della reale affettione di Sua Altezza a Vostre Signorie Serenissime; potendogli assicurare ch’ha sentito molto l’impietoso e tirannico modo con che han proceduto quelli Ministri, come lo conferma la risposta datami; nè c’ è datemere mancherà qua buona assistenza, se vi sarà bisogno ; in qual caso si stima sommamente necessario, per maggior dignità et honore (non che despero di poter negotiar ogni convenienza), di mandar personaggio con titolo di Ambasciatore Straordinario, et che segua con la dovuta ostentatione, sendo assicuratissimo che sarà ricevuto al pari di quelli di Francia, Spagna o qualsivoglia altro Prencipe. So da bonissima parte che questa udienza, col modo ottenutola , ha dato molto da pensare a questo bon Ambasciatore di Spagna, perchè è la prima che ha dato Sua Altezza a nessun ministro Publico da un mese in qua, e fece camino alli altri; perchè il giorno seguente la hebbero alla mattina gli Ambasciatori di Por-tugallo, et el dopo disnaro quello di Francia; il Giovedì questo di Spagna, quale, come si dice, va trattando di far liga offensiva e difensiva con Sua Altezza, proponendoli, acciò segua, grossa somma di lire 500 mila sterline; ma dove si troveranno è il ponto, eccetto col rubarle da Pietro per darle a Paolo, come van di già tacendo quelli Ministri di Spagna in Italia, overo far donatione delle pretese lire 500 mila prese in quelle due navi Hamburghesi. Queste tanto tempo fa si sono provati spettar ad Olandesi; condennati , fattone moneta e spese. Non si può negare che la somma su-detta effettivamente pagata non opererebbe molto; ma bisogna venga presto e non di parole, sendo le dissimulationi e lusinghe di questo Ambasciatore tutte per tirar l’acqua al suo molino benissimo conosciute, et quanto mediante le corrutioni s ha saputo ingranare — iéé — nelli governi passati, cosa da non potergli riuscire nè attentare col presente. Questi sono discorsi che particolari sono impossibile dirne il certo, per esser il secreto con che si trattano qua gli negotii gravi, tale, che nessuno fuori chi gli tratta può saperli ; nè si può negare esser l’unico mezzo di ridurre a perfettione quali-sivoglia negotio importante et l’istess’ anima di materia di Stato. Questa serve anche di risposta della di Vostre Signorie Serenissime de 3 stante pervenutami a 24, il giorno dopo hebbi la udienza ; chè per esser il seguito del Governatore di Milano pubicamente notorio qua sino dalle settimane avanti (come anche tutte le deliberazioni accennatemi in essa) , m’indusse farne insieme rappresentatione a Sua Altezza. Se pur Sua Maestà Cattolica non rimediasse alli sudetti disordini (il che voglio sperare in Nostro Signore debba presto seguire), ma che pur si trovassero Lor Signorie Serenissime obbligali ad altro ripiego, credo non mi sarebbe difficile ottenere da Sua Altezza licenza per la leva d’ un Reggimento d’Infanteria con gli officiali, tutta di gente scelta ; et per trasportarli il camin più sicuro sarebbe comprar tre barche Inglesi di 300 in 500 tonellate I’ una , e che ben armate vengano in esse, eh’ il tutto riuscirebbe a prezzi accomodati ; et in una volta si farebbero cinque servitii, la gente, navi, arme, munitione e provigione. Nel che sendo dispositione, convien venga 1’ ordine con ogni secreto, acciò possa governare il negotio per la via più fattibile et accomodata. Resta eretta una Suprema Corte di giustitia, per giudicare tutti quelli che furono nella congiura già avvisata a Vostre Signorie Serenissime contra la persona di Sua Altezza; et presto saranno levati a giudicio, sendo tutti li capi in Torre; eh’è tutto al presente degno della notitia Loro. Infine con ogni riverentia bacio a Vostre Signorie Serenissime le mani, augurandoli dal Signore ogni felicità e contento. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a 29 Giugno 1654. Divotissimo ct Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. - i67 - LX. Tradutione del compimento fitto a Sua Altera nella mia udienza ai} Giugno, quando gli presentai le lettere credent iati. Serenissimo Signore, Il Serenissimo Duce et Eccelentissimi Signori e Procuratori della Serenissima Republica di Genova, miei Padroni, oltre d’haver molto approvato 1* ufficio congratulatorio che in Lor nome feci a Vostra Altezza Serenissima, alla sua esaltatione al supremo governo e protetione di queste Nationi, hanno havuto per bene (spinti dalla cordiale affetione ehc devono alla Sua Persona) di confermarlo con queste, la cui presentanone è stata fin hora dilatata dalla multiplicità delli gravi affari di Stato di Vostra Altezza. Tradutione del rappresentato a detta Allega in detta udienza delle indegne risolutioni del Vice Re di Napoli e Governatore di Milano contra Signori Genovesi. Serenissimo Signore, Con ordini espressi de’ miei Serenissimi Padroni, pervenutimi hieri, sono comandato presentarmi dinanti Vostra Altezza, ct rappresentar le stravaganti e tiranniche resolutioni del Vice Re di Napoli e Governatore di Milano in sequestrar tutte le rendite, beni e denari spettanti a cittadini e sudditi nelli loro Dominii, ct executatolo in cosi vile et iniquo modo da non esprimere, nè praticato contra gli istessi ribelli (tanto meno con così confederati e devoti amici, come in tutte le occasioni si sono detti miei Serenissimi Padroni manifestati alla Corona di Spagna), coll’haver preso esattissimo inventario de’ mobili in tutte le case de Natio-nali, compresi li bottegari e persone di più bassa mano, e servato il lutto sotto chiave, e ciò con affettati e vani pretesti di atti di hostilità, non sognati, tanto meno attentati, contra alcuni delli sudditi di Sua Maestà Cattolica, come si va per parte dei sudetti Ministri publicando; mentre altro non si è operato in ciò, che contenere con termini giusti, legali e civili li Finarini nel loro do- — léS — vere verso la Casa di San Giorgio, e non con altro motivo che di difendere e conservare quella giurisditione che tiene la Serenissima Republica di Genova nel Mar Ligustico con giusto titolo, continuato possesso, approvationi conseguite dalli Imperatori e Sommi Pontefici, e particolarmente la declaratione fattane da Sua Maestà Cattolica degli ordini e comandamenti espressi in questa materia, dati a suoi Regii Ministri d’Italia, come dalle Cedole Reali della Maestà Sua consta ; in ossequio della quale i miei Serenissimi Padroni hanno volentieri mancato di quello di più che haverebbero potuto o dovuto tare , per riparare e reprimere la contumacia e animosità de detti Finarini, arrivata a segno di perdere apertamente il dovuto rispetto alla Serenissima Republica, non solo con molti attentati di fraude a’ suoi dritti, ma ancora di violata giurisditione in faccia della Città di Genova, come seguì nella depre-datione e rapina di due tartane francesi sopra quel porto. E quando i miei Serenissimi Padroni potevano giustamente sperare compenso e rimedio alle cose sudette, e che la loro sufìerenza dovesse esser laudata et agradita, non credevano che invece di questo e delli grandi servitii fatti alla Corona di Spagna, nelle maggiori di essa necessità, ricevere da mano delli suddetti Ministri agravii et offese così notorie e gravi, nè che dovessero esser decretate rappresaglie contro de’ loro cittadini come è seguito. Di che detti miei Serenissimi Padroni, in ordine alla sincera amistà e bona corrispon-dentia tengono con questa Republica, hanno stimato conveniente per mezzo mio darne parte a Vostra Altezza Serenissima, e - che la gravità di questo accidente e male conseguenze ne potrà risultare gli han necessariamente forzati di provvedere a una cosi grande estremità, et perciò deliberato e dichiarato di volere con perfetta unione d’animo esser tutti pronti ad impiegare l’azienda e la vita per la difesa dello Stato, e conservatione della libertà, et a questo effetto di voler fare tutte quelle provvigioni e pigliar tutte quelle risolutioni saranno necessarie. Di Vostra Altezza Serenissima Giugno 13/23, 1654. Affetmatissivio et Htitnilissimo Servitore Francesco Bernardi. 4 — 169 — LXI. Tradutione della risposta di Sua Altera quando gli presentai le lettere credentiali. Signore, Habbiamo in occasioni diverse preso notitia del buon animo, che quella Serenissima et Nobile Republica di Genova porta verso di Noi et questa Natione ; et veramente saremo ad ogni tempo prontissimi, offerendosi l’opportunità, al riconoscere quanto stimiamo la di essa affetione et il desiderio habbiamo di compire in ciò. Risponderemo in appresso alla lettera di Lor Altezze suoi Padroni e Signori : ritornategli in tanto in nome nostro cordiali ringratia-menti per questo officio fattoci, assicurandola che saremo in qualsivoglia tempo, e quando 1’ occasione s’ offerirà, pronti ad udirla e di far tutti buoni officii e servitii alla sua Republica. Risposta di Stia Allega del rappresentatoli in detta udienza delle indegne violationi delli Ministri Regii di Spagna in Napoli e Milano contra sudditi Genovesi. Signore, Habbiamo prima d’hora ricevuto la relatione che hora ci fate del mal trattamento che vien fatto alla sua Natione dalli Ministri del Re di Spagna in Napoli c Milano, alla quale habbiamo, prima d’hora che ci viene da Voi, dato poco credito. In vero miriamo in quel successo come un atto di grandissima empietà, et che estremamente ne dispiace; e speriamo che il Re li applicherà subito quel rimedio clic richiede un male così grande, perchè Dio mai prospera ingiuste ationi, particolarmente quando accompagnate con quell’ alto crimine d’ingratitudine. Et assicurate i Vostri Padroni, clic non saremo mai mancanti nelli debiti nostri di servire a Dio c far ragione a nostri amici, quando e dove si presenterà l’occasione et Noi (saremo) a ciò richiesti. » — 170 — LXII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A 29 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime dell’operato con Sua Altezza in executione dei comandamenti Loro, e coll’ haverne di fatto mandatigli duplicati a 5 stante. Altro non occorre dire per hora in quella materia, attendendo quello di più si degneranno ordinarmi. Si vanno qua tuttavia facendo grandissime preparationi marittime, e per longo viaggio ; ma sin hora non si sa di certo il disegno. Arrivò alla Corte la settimana passata il Baron Whitelock, di ritorno dalla sua Ambasciata alla Regina di Svetia, con la conclusione di una ferma pace e liga offensiva e defensiva. L’ istesso si giudica seguirà fra pochi giorni con Francia: in qual caso si saprà dove caderà l’armata navale. L’ Attornato Generale, Monsignor Pridiaux, resta nominato Ambasciatore all’imperatore di Russia; e partirà presto con gran seguito et ostentatione. A 15 e 16 stante furono levati a giudicio nel Tribunale eretto a quell’effetto (consistendo di 9 Giudici, 3 della legge comune d’Inghilterra, 4 della Civile et 2 delli Magistrati della Città) il fratello di quest’Ambasciatore di Portugallo, il Cavaliere di Malta, e gli altri che commessero quell’ homicidio già mesi sono. Il primo stava molto sopra li privilegi da non poter essere giudicato in questo paese ; nè volse per un pezzo rispondere alla accusatione. Gli fu detto che nè le leggi d’Inghilterra, nè le civili, scusavan qualsivoglia in caso di homicidio, e che non ostante li suoi pretesi privilegi, se non rispondeva (conforme a quella d’Inghilterra), la Corte giudicava il silentio pro confesso , et che immediatamente sarebbe fatto morire con pesi pressato. Col che risolse far la difesa, allegando non esser reo. Furono examinati gli testimoni davanti gli Giudici et dodici Giurati; quali sentito l’una e l’altra parte, si riti-rorno alla consulta, et accordorno tutti che non solo esso, ma gli altri quattro, eran rei di homicidio volontario; et de li a poco il Presi- - — 171 - dente del Tribunale, sendo il Supremo Giusritiario d’Inghilterra, sententiò il fratello di detto Ambasciatore d’esser decollato, et gli altri quattro impiccati Lunedì all’ hora ventuna, 20 stante. Si sono fatti grandi ufficii a Sua Altezza, tanto dal fratello come dal-l’Ambasciatore di Francia et altri Ministri Publici, per il suo perdono ; ma non c’è stato verso d’ottenerlo, sendo contra il giuramento preso da Sua Altezza. Però coll’essersi a 18 stante firmati gli articoli della Pace con lega offensiva e defensiva tra Inghilterra e Portugallo, detta Altezza ha comandato sia sospesa 1’ exeeutione della sentenza sino al giuntarsi il Parlamento venturo, per procurar da esso il perdono (il che sarà difficoltosissimo ottenere), et a parer di chi l’intende solo per dar loco alla partenza di qua dell’ Ambasciatore suo fratello prima di executarlo. Sabato passato a 18 stante, a circa mezza notte, tentò detto fratello del -l’Ambasciatore di Portugallo, non ostante la suspensione della exe-cutione della sentenza, di scappar dalla Torre; et già aveva passato sino alla ultima porta (vestito da donna gravida) ; col clic sdegnatosi Sua Altezza, comandò hieri clic questo giorno fusse decapitato. Il che seguì a 22 bore al conto d’Italia, insieme col Co-lonello Gerard (1) già detto di sopra, et altri dui apiccati, cioè uno della congiura contra Sua Altezza, l’altro un lacaio dell’Ambasciatore di Portugallo. Il cavaliere di Malta et li altri dui Portoghesi (sono) sin hora sospesi dalla exeeutione, ct riceveranno gratia. Ch’è quanto degno della notitia delle Serenissime Signorie Loro; quali con ogni humiltà riverisco, pregando il Sommo Iddio concederli ogni felicità e contento. Londra a 20 Luglio 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. (1) Il Villemain, che riporta il fatto del fratello dell' Ambasciatore Tortogliele con molte varianti, dice che il Colonnello Gerard fu quella stesso col quale il Pantalcone Sa ebbe il primo -.contro all"! Borsa , e che per strana combinazione accusato di essere il capo d' una congiura contro il Protetto e, venne decanato il giorno prima del Portoghese. — 172 LXIII. Supplica di Filippo Bernardi padre di Francesco, onde ottenere un compenso a’ servigli prestati in Londra dal figlio (i). Francesco Bernardi, mio tiglio, che serve in Londra pér Agente della Serenissima Republica sino dal principio di Ottobre 1651, come consta dalle sue Patenti e lettere credentiali in ampia forma del Serenissimo Senato, senza che fin hora habbi del suo servitio nè delle spese grosse occorseli ricevuto pagamento alcuno, se bene confidente di haver sempre servito con la fedeltà, diligentia et acu-ratezza dovuta a satisfatione de’ Serenissimi Collegi, in che per mantenere il decoro, honore e reputatione deila Serenissima Republica al pari di altri Ministri Publici nel grado suo, che risiedono in Londra, et havere per tale causa lasciato ogni sorta de negotii mercantili, come ben richiede in Inghilterra il carico di Ministro Publico, per mantenerlo con il decoro praticato là da tutti l’altri Ministri tali, in che è verissimo che ha speso sino la fine di Giugno ultimo passato più di lire 650 de moneta sterline, che sono quanto lire 15 mila moneta di Genova, et questo di straordinario, oltre a lire 200 sterline Tanno, che è solito di spendere in sua casa per mantenimento della sua famiglia ; et pure non ha fatto spese superflue , ma ciò procede da essere in Londra le spese grandi più che in Parigi, non correndoli altra moneta che di oro e argento puro, che la minore moneta che corre vale quanto mezzo Reale, se bene ve ne sono ancora di alquanti minori pure pochissime ne vanno attorno, et le spese di casa similmente grosse, massime a chi tiene tale carico, sendo forza mantenghi miglior tavola per la convenienza de vincoli di aver cotidianamente Gentilhomini a disnare seco, et anche tener la borsa aperta di donativi larghi et altro che di continuo se offerano conforme allo stile del paese, di che bene se chiarirà l’Illustrissimo Signor Hugo Fiesco che tra breve li anderi per ambasciatore straordinario, ve- (l) Filippo Bernardi eri stato console dei Genovesi a Londra prima di suo tiglio. — »73 — ramente ottima risolutione, perchè di Inghilterra si può aspettare per mare più securo suffragio, che sarà maggiormente considerato e stimato da Spagna che quello può venir di Francia, che Dio sa se riuscisse così sincero e reale. Hora , atteso che mio figlio con sue lettere de’ 29 Giugno in: fa di novo straordinaria instanza a procurar l’imborso del suo servitio per il detto tempo passato, e fargliene la rimessa a Londra per poter Suplire a suoi bisogni, non posso mancar umilmente de suplicare li Serenissimi Collegi per la pronta spedinone di ciò ; avve»tendo ancora che Tessere Agente, o Residente o Secretario, tutti tre carichi in Inghilterra sono tenuti per Ministri Publici e di uno stesso grado, e cosi stati sempre stimati dalli Re d’Inghilterra per la istessa eminenza: il che ben si può comprendere dalle honorate udienze ha havute mio figlio da Sua Altezza il Serenissimo Protettore. Signor mio, prego Vostra Signoria d’esibir questa in nome mio alli Serenissimi Collegi, per compir a quanto mio figlio mi ha richiesto, a fine che degnino con celerità risolvere quanto alla Lor molta prudenza et integrità parerà conveniente. Con che in bona sua gratia mi racomando. Di Oregina primo Agosto 1654. Di Vostra Signoria Affettatissimo per servirlo Filippo Bernardi. Nola a tergo. 1654, 11 Agosto. Letta alli Serenissimi Collegi. Si trasmetta al Collegio Illustrissimo, al quale é stata commessa la consideratione di quanto è stato supplicato per parte di detto Agente Francesco De Bernardi: ad calculos. — *74 — LXIV. Serenissimi Signori, Francesco de Bernardi, che continua da due anni e mezzo in qua a servire per Agente a Vostre Signorie Serenissime in Londra, con la diligenza et accuratezza a lui possibile, ha supposto che resti constituito honorario a chi serve come fa lui in simile carica, e per questo ha scritto più volte a suo padre Filippo de.Ber-nardi, perchè procuri li sii tatto servire, come appare dall* aggiunto capitolo di lettera ultimamente scrittale, il tutto in ordine a che possa supplire alle spese che alla giornata li convien fare. Ma perchè detto suo padre ha trovato non esservi veramente determinatione alcuna, pure sapendo che dalla benignità di Vostre Signorie Serenissime sogliono essere premiati quelli che fedelmente Le servono, Le supplica con ogni riverenza a degnarsi, conosciuta la verità di quanto sopra, deliberare a detto Francesco suo figlio quel che sarà di Loro mente per detta servitù, in quale persevererà quanto comanderanno con quella esattezza e pontualità, che da lui potrà humanamente procedere, et a Vostre Signorie Serenissime fa profonda riverenza. Di Vostre Signorie Serenissime Detto supplicante. 1654, 21 Januarii. Illustrissimi Procuratores videant et qua mercede dictum supplicantem dignum cognoverint, et referant. Per Serenissima Collegia ad calculos. 1654, die 23 Januarii. Illustrissimi de Mane videnda videant, indeque referant: ad calculos. Petrus Franciscus. — 175 — 1654, a 29 Gennaro. Si riferisca al Collegio Illustrissimo, che visto dagli Illustrissimi della mattina qualche esempio de casi simili, sono Loro Signorie Illustrissime venute in parere si paghino all’Agente Bernardi scuti duecento d’argento ogni anno, per lo tempo che ha servito come Agente e per quello continuerà a fare nell’ avvenire, che le servano per lo suo trattamento nella carica che sostiene. A 30 detto. Il Collegio Illustrissimo, sentita la relazione degli Illustrissimi della mattina, rifere a Serenissimi Collegi haver veduto che detto Francesco fu eletto Console della Natione in Londra a G Luglio 1651, per la qual carica, come che sia di qualche utile a simili Ministri, non suole per conto alcuno pagare la Camera cos’alcuna; che poi a 17 Ottobre di detto anno fu eletto Agente, senza farsi mentione d’assignamento di soldo ; e che per quanto dica il Padre essersi detto Francesco constituito in spesa di qualche consideratione per esercitare la carica, ciò non è seguito precedente la deliberatione de’ Serenissimi Collegi. Ad ogni modo stimano Lor Signorie Illustrissime, che se li paghino scuti ducento argento delli denari di Camera per una sol volta, che li servano per tutto quello possa pretendere in qualsivoglia modo per occasione di detta agenza, con farli scrivere che per l’avvenire non se li pagherà più cos'alcuna per occasione di detta agenza, acciò sappi come contenersi nella spesa. Et ita eie., ad calculos. 1654, 23 Giugno. Letta. Il Collegio Illustrissimo consideri di nuovo quella rico-gnitione clic stima potersi dare all' Agente suddetto Francesco de Bernardi, in consideratione di quello va operando in Londra alle occorrenze publiche d’ ordine de’ Serenissimi Collegi in qualità di Agente e non di semplice Console ; et anche hayuta considera- — 176 — tione al trattamento, che per ordinario si suole dare a questa qualità di Ministri ; riferisca in tutta questa pratica il suo sentimento : ad calculos. 1654, die 30 Iunii. Illustrissimi ad curam Scripturae deputati considerent et refe-rant. Per Collegium Illustrissimum ad calculos. Sub litteris Serenissimis Collegiis transmisssis a Magnifico Agente pro Serenissima Republica Francisco de Bernardis, datis Londini sub die 29 Junii 1654, reperitur ut infra: 1654, 20 Luglio. Letta alli Serenissimi Collegii. — II Collegio Serenissimo, in esecutione della commissione già fattali, riferisca la qualità del trattamento, o sia ricognitione, et aiuto di costa, che stima si debba deliberare a detto Agente : ad calculos. 1654, a 18 Agosto. Si dia agli Illustrissimi della Scrittura già commissionati : ad calculos. Al i.° Ottobre. Si rifera a Serenissimi Collegi, che il Collegio Illustrissimo stimeria fosse luogo di deliberar per hora al detto Francesco de Bernardi scuti cinquecento argento, che li servissero per tutto quello e quanto potesse pretendere per occasione di haver esser-citata in Londra la cura d’Agente della Serenissima Republica, e per qualsivoglia spesa per tal conto fatta sin al giorno d’ oggi; con avvisarlo che non s’intende continuar più in questa spesa, acciò sappi come contenersi per l’avvenire ; risalvandosi a cautela a far altra dichiaratione, se stimaran Lor Signorie Serenissime, che convenga al ritorno di costà del Magnifico Ugo Fiesco, dal quale si — 177 — potran haverpiùcert.* informationi in questa pratica; con ingiungere a detto Magnifico Ugo, che procuri d’informarsi colà della spesa che detto Bernardi possi haver latta in sostener detta carica, e del benefitio che per essa ne possa esser risultato al publico servigio, per darne al suo ritorno distinto ragguaglio a Loro ' Signorie Serenissime, se cosi etc. Ita deliberatum referri Serenissimis Collegiis per Collegium Illustrissimum ad calculos, audita relatione Illustrissimorum ad curam Scripturae deputatorum, quibus negotium ad referendum demandatum fuerat. 1654, die 14 Octobris. Deliberatum iuxta relationem Collegii Illustrissimi, per Serenissima Collegia ad calculos. LXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con sommo contento mio intendo con la Loro de’ 21 passato, pervenutami solo a 19 stante, che il contenuto nel mio piego de* 29 Giugno cra di intiera satisfatione di Vostre Signorie Serenissime, com’ è stato e sarà sempre lo studio mio di dargliela. Ho visto la stabilita deliberatione Loro di mandar quà con titolo d’Ambasciatore l’Illustrissimo Sig. Ugo Fiesco : di che privatamente n’ ho già dato parte a sua Altezza, in bona maniera, et dimani seguirà formalmente, come allo stile qua, con una lettera al Secretario di Stato, richiedendolo dar conto ad essa Altezza di detta missione. Nè c’ è da dubitare che sarà ricevuto con ogni honore, nè trattato inferiore a quelli Ministri Publici nel suo grado di altri gran Principi, havendo da ciò tutta quella satisfatione puossi tenere, oltre il naturai affetto di Sua Altezza di Vostre Signorie Serenissime; advertendo però che venga ben armato di Patente , e che sia ampia e con piena potentia , della quale potrà Sorirli Liguri di Si. Patria. Voi. XVI. ia # — 178 — valersi conforme alla coniuntura delle cose, et l’occasione s’offerirà , et che sia nominato Ambasciatore Straordinario della Serenissima Repubblica di Genova a Sua Altezza Serenissima il Serenissimo Protettore della Repubblica d’Inghilterra, Scotia et Irlanda; perchè prima di dargli l’udienza i deputati a quell’effetto la vedranno; et sarà trattato col Publico non conforme la nobiltà della Persona sua, ma conforme alla qualificatone che tiene dal Principe che lo manda, pretendendosi anzi presumendosi qua dar nuove regole alla Christianità del modo di trattar questa Natione, Francia, Spagna et altri Potentati compiscono a ciò. Non mancherò, conforme al debito mio , di assisterlo e servirlo in tutto con ogni puntualità ; nè dubito sia per ricevere quella satisfatione di me che spero dargli. Ordinò già sei giorni sono Sua Altezza al Generale Blacke, che con 23 vascelli grossi e 10 penasse , doppiammente rinforzati di marinari e soldatesca, facesse vela dalli Duni verso il Mar Medi-terraneo, e ch’entrato nello Stretto (e non prima) apra la commissione quale ha di osservare: non s’intende però sia partito, per essere stato a continuar il vento contrario. C’ è giusta causa da credere debba quest’armata dar sopra Livorno e pretender satisfatione de’ danni patiti da questa Natione da quel Governo, per passarsi poi a Venetia all’aiuto di quella Repubblica contra Turchi, l’Agente della quale hebbe udienza grata la settimana passata. Li giorni addietro 5 vascelli da guerra di questa Republica diedero in 30 navi francesi cariche con sale per li magazzeni di quel Re (di Parigi e Roano) ; e dopo de affondati li dui convoi, le presero tutte, et condottole a Plimua; il che ha dato da pensare a questo Ambasciatore di Francia, che tuttavia tratta stretta-mente di acquetarsi per li danni patiti da li sudditi di questa Republica anni sono da quelli corsari nel Mar Mediterraneo ; e sino a tanto che segua 1’ effetto, non sì lascierà da questa parte di ogni marittima hostilità. Sono già 20 giorni che questo Ambasciatore di Portugallo si è spedito da questa Corte, e datoli due fregatte di convojo; però da 20 miglia di qua, tanto esso come le sue robbe sono stati arrestati, non solo da questi mercanti, come da gente di più bassa — 179 — conditione per vestiti, utensili di casa et vettovaglie compre ; nc ci è stato rimedio habbi potuto liberarsi ; nè seguirà, sin che satisfatione vien data alli creditori, sendo Sua Altezza inimicissima di attioni dishonorate, massimamente in personaggi d’ honore. La restante parte di questa armata navale, che consiste di 80 in più vascelli grossi, sarà fra breve di tutto punto in ordine , la maggior parte d’ essi tenendo il contro bordo, et andaranno riforzati il doppio di monitione e provigioni. La certezza del disegno è impossibile (a sapersi) da questi Ministri Publici, abbenchè fortemente (abbiano) tentato di penetrare ; presumendosi fortemente sia per la India occidentale. Spagna travaglia ad ambe mani; et li giorni passati, in una udienza che hebbe questo Don Alonso de Cardenas, che fu solo per dar notitia a Sua Altezza di come il suo Re haveva deliberato di mandargli un Ambasciatore Straordinario a compir seco e trattar le convenienze publiche , Sua Altezza rispose che bisogna, perchè ciò seguisse, che si levasse nelli dominii di Spagna la tirannica Inquisitione contra li sudditi di questa Republica ivi, già che qua quelli del suo Re tenevano libertà di coscienza , et che intendeva tener il comercio libero nella India occidentale. A che Don Alonso rispose : « Il Signor mio patrone non ha che dui occhi, e Vostra Altezza vuole levarglieli ambi ». Intendo da buona mano che stà si trattando di dar grossa somma, perchè non si tenti d’andar ivi per tre anni : al qual effetto si crede viene detto straordinario. Se porterà gli contanti, negotierà qualche bon effetto ; nè potranno parole belle nè promesse ritardare il disegno. Di quanto s’innoverà degno della Loro notitia haveranno in appresso conto; a’ quali con ogni humiltà facendo riverenza, prego Nostro Signore concedergli ogni colmo di felicità. Londra a’24 Agosto 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo ct Affettatissimo Servitore Francesco Bernardi. — iSo — LXV1. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 24 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro : mandai a 27 una lettera al Secretario di Stato, conforme al stile qua, della quale incluso haveranno la tradutione; a’ 30 mandai per la risposta, et fu eh’haveva fatt’il negotio nè occorrer altro. In exeeutione dell’ordine datomi dall’Eccellentissimo Signor Ugo Fiesco, gii ho preso un palatio nobile che tu del Ducca Hamelton, et hora gli vive il Conte d’Elkin, quale per il tempo continuerà qua Sua Eccellenza si retirerà in altro palatio, non sendo questo inferiore ad alcuno delli altri Ambasciatori, et lo vado in tutto apparecchiando alla venante, come distintamente do conto ad esso Signore. Nè posso in modo alcuno dubitare, eh’ il suo trattamento non sarà al pari di quello di qualsivoglia altro gran Prencipe : in che ho vigilato et vigilerò con ogni studio et attentione. Intendo sia costì arrivato Don Giacomo Anfosso, quale per esser tutta cosa di quest’Ambasciatore di Spagna, e per compiacere il quale ci fece malissimi ufficii mentre governava nel Parlamento del 1651 quell’Henrico Martin, come ne diedi in quell’anno a’ 7 novembre notitia a Vostre Signorie Serenissime, sendo il detto Giacomo Anfosso spia di detto Ambasciatore, perciò stimo debito mio dargliene avvertimento acciò che se ne servino conforme la somma prudenza Loro stimeran conveniente. Domenica 13 stante si radunò il Parlamento in .numero di 350 alla predica a Westmir.ster, et di là andorno a giontarsi nella Camera del Parlamento, et la prima cosa che presero in consideratione fu la validità della Autorità che gli haveva ivi chiamati. Il che fu differito al giorno seguente, con la venuta di Sua Altezza il Protettore nella Camera, dove solevan venir a Parlamento li passati Re; et postosi nella sedia reale, mandò a dir al Parlamento che venisse ivi, il che fu subito eseguito; et sendo tutti assentati, Sua Altezza gli fece una breve exortatione di cose divine, et che per esser il giorno del Signore era bene aggiornare sino al seguente: ’1 che fu fatto. 11 Lunedi 14 tutti li detti membri del Parlamento incontrorno Sua Altezza alla predica nel loco suddetto; et finita che fu lo ac-compagnorno col Sargente Maior Lambert, che portava la spada, e quattro sargenti d’armi, et tutti altri uffiziali di qualità della Republica, con moltissimi altri signori et utfiziali della armata tutti scoperti e con grandissima dignità; et arrivato alla Camera dove fu il giorno inanti, si pose nella sedia reale et gli parlamentariì nei loro banchi, tuttavia scoperti; et di là a poco Sua Altezza si scopri e gli fece una lunga oratione, che durò più di una hora. La sustanza era nelli sette punti seguenti: 1.° La causa della dissoluzione del passato Parlamento. 2.“ Il grave peso che si trovano alle spalle del maneggio del-l’interesse delle tre nationi, et quello di tutta la Religione protestante , et che pregava Nostro Signore dargli la sua gratia, fortificandolo con pii deportamenti per la sua gloria et bene del suo popolo. 3.0 La pace conclusa con Svetia, Danimarca, Holanda, Sviz-zerland, et il progresso del trattato con Francia. 4." Gli patimenti delli protestanti al presente in Alleniagna. 5.0 Che procurino con ogni studio e cura la pace e tranquillità di questa Repubblica, et conservatione della vera Religione e propagatione dell’Evangelo. 6.° Che si advertisca che gli trattati con Principi stranieri mirino sempre all’ interesse della Religione protestante. 7.0 Che non intendeva assumersi potere sopra di loro, ma assicurare il Parlamento che lo accompagnerebbe in scfvire, e di far quanto in lui stava per il bene di questa Repubblica. Et finito di dire questo, disse: « Potete andar alla vostra Camera, ct pigliatevi la libertà di eleggere il vostro Presidente, ct unitevi in amore e concordia per il dispaccio di quelle cose a che siete chiamati ». Il che fecero con generale satisfatione e contento ; et elessero per Presidente l’istesso che lo fu tutti li passati Parlamenti. Ha il detto Parlamento già confermato tutti gli statuti et ordinanze fatte da Sua Altezza e Consiglio, ct particolarmente il prc- — lS2 — sente Governo stabilito nella forma rimessa a Vostre Signorie Serenissime fino dal principio d’esso. Il Generale Black , comandato con 30 vascelli grossi in cotesti mari, si trovava sino a 13 stante a Plemua; et ordine (fu) dato a tutti gli altri vascelli di guerra di unirsi con ogni speditione a Porchmua, dove riceveran gli ordini. Di quanto in appresso s’innoverà haveran distinto conto; a’ quali humilmente facendo riverenza, prego Nostro Signore concedergli ogni felicità e contento. Di Vostre Signorie Serenissime Londra 17 Settembre 1654. Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. Sarà conveniente eh’ il Signor Ambasciatore porti due patenti, o due lettere di credenza, Tuna col titolo et l’altra senza, perchè mutandosi non potrebbe trattare sin che gli venga; et potrà essere che Sua Altezza vorrà durante il Parlamento che gli adrezzi de’ Principi siino a 1’un e l’altro. LXVII. Copia della lettera scritta al Secretario di Stato a 27 del passato Agosto. Illustrissimo Signore, Il Serenissimo Duce et Hccelentissimi Governatori della Serenissima Repubblica di Genova, miei Signori, per manifestar il grand’affetto Loro a questa Repubblica e zelo di servir in tutte occasioni Sua Altezza Serenissima , hanno deliberano di mandargli Ambasciatore Straordinario, con ogni speditione, un Personaggio di grand’eminenza e Ministro di quella Republica: il che stimo obbligo mio di significar a detta Altezza, rimettendomi alla prudenza — 183 — di Vostra Signoria Illustrissima se debba seguire con una udienza (quale mi procurerà se sarà necessaria), o pi.re che Lei stessa lo facci. Di che La prego favorirmi con due righe di risposta; in che obligherà molto il Di Vostra Signoria Illustrissima Servitore Affezionatissimo Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1654, a 8 Ottobre. Letta con le altre due precedenti de’ 24 Agosto e 17 Settembre al Serenissimo Duce et Eccelentissimi di Palazzo, quali hanno ordinato che di tutte tre se li accusi la ricevuta : il che non si è potuto far prima per le occupationi pubbliche dell’ elezione del Serenissimo, che han fatto star sospesi i negotii publici, massime l’andata dell’Ambasciatore Fiesco , qual doveva porsi in viaggio. Dirgli che gli assista, e che continui li avisi. 1654, a 13 Ottobre. Letta alli Serenissimi Collegi. Il capitolo di lettera che tratta della persona di Giacomo Anfosso, si trasmetta all’ Illustrissimo Magistrato di Inquisitori di Stato, acciò facci usar quelle diligenze che stimerà necessarie per saper minutamente gli andamenti di esso, la corrispondenza che possa haver in Inghilterra con l’Ambasciatore di Spagna ed altri, a fine di venir in cognitione se sia venuto da Londra qua per suo proprio impulso, o veramente mandato da altri ad esplorare qualche cosa particolarmente circa l’ambasceria destinata in Inghilterra ; parendo che dal modo col quale si sente essersi andato insinuando col magnifico Ugo Fiesco si possa haver qualche sospetto della sua persona. E quanto prima rifera quello si sarà ritratto da tali diligenze. Per Serenissima Collegia ad calculos. Horatius. 184 — LXVIII. Serenissimi et Eccelentissimi Signori, A’ 17 stante hebbero conto del degno della notitia Loro. A’ 19 e 21 passorno nel Parlamento risolutioni consideratissime, toccanti il stabilimento del presente Governo, non ostante la confer mattone d’esso dui giorni innanti', ciò procedendo dalla partita Presbi-terana in esso Parlamento; il capo de’ quali sendo quel Bradshawe, giudice del passato Re, che lo sententiò a morte. Questa fattione pretendeva cose stravagantissime, come che Tarmata si allontanasse 40 miglia dalla città et che fusse alla dispositione del Parlamento, e che si disputasse se la suprema autorità dovesse rimanere in una sol persona e Parlamento ; con che Sua Altezza hebbe per bene Lunedi sera, 21 stante, di comandar gli fussero portate le chiavi della Camera del Parlamento, et che si trovasse ivi un reggimento di cavallaria et infanteria il giorno seguente per tempo, e quando che venendo gli parlamentarii alla gionta, ufficiali posti a quell’effetto gli facessero entrare in altra Camera, col dir ad ogn’ uno di loro esser cosi la volontà di Sua Altezza et che verrebbe presto a trovargli : il che eseguì di lì a qualche hore, et gli fece una longa oratione che conteneva in sustanza gli ponti seguenti. i.° Cbe gli dispiaceva molto trovargli cadendo in divisione, da ciò avendo proceduto tutti li mali diportamenti del passato Longo Parlamento. 2.0 Che teneva il governo e protettione di questa Republica dalla mano di Nostro Signore insieme col sentimento della miglior parte del popolo, non che mai lo cercava, ma accettatolo per il bene di questa Natione, nè esser da credersi fusse così debile permettere d’ esserne spogliato. 3.0 Che quando gli disse l’altro giorno d'essere Parlamento libero, considerava ancora di reciprocatione seco, perchè quel governo che gli faceva in Parlamento haveva fatt’esso un Protettore; et sì come erano a esso appoggiate alcune cose, così a lui altre. 4.° Che nel Governo stabilito ci sono cose irrevocabili e da — 185 — non potersi in mod’alcuno alterare, come il restar in una sol persona e un Parlamento, nè che esso sia perpetuo, il che deprivarla il popolo delle loro successive elettioni. 5.° Che in quanto alla militia, esser la Divina volontà sia nella forma che si trova, cosi constando dalle benedittioni haveva ricevuto questa Natione col di essa progresso , tanto per terra come per mare , et il poco frutto ne riceveva mentre la governava il passato Parlamento ; et che sperava in pochi anni render questa Republica la più gloriosa del mondo ; et che 1’ armata nel modo (con cui è) ordinata serve di contrappeso tra il Protettore ed il Parlamento, rendendo la bilancia uguale et l’istesso Governo più fermo e stabilito. 6.° Che tutte le altre cose nel detto Governo potevansi examinare et alterare, sendoli causa, ne richiedeva tener voto negativo solo nelli dui sudetti ponti, e che in tutte altre cose teneva solo potere deliberativo; et che se non passava in 20 giorni quelle leggi, che gli presentarebbero per il suo consentimento, che per tali si contarebbero senza ciò. 7.0 Che gli affari passando di questa conformità, gli dispiaceva molto intendere che alcun di loro, contro quella fede ripostagli dal popolo, tentasse atterrare quello era di tal modo stabilito : il che non potrebbe che risultare di grandissima inconvenienza , et rendergli redicoli al mondo; per impedir il che si trovava costretto di porre ognuno di loro al testo di riconoscimento del Governo, il quale bisognava che firmassero prima di giontarsi altra volta nella lor Camera; et così disse: « Andatevene uno a uno nell’altra stanza, dove lo trovarete, ct quelli lo firmeranno entrino nel Parlamento, gli altri potranno ritornarsi a lor case ». Et subito lo fir-morno da 160, ct poi lo hanno fatto molti altri. La traduttione dell’ instrumento è come segue : « Io A. B. prometto et m’ obligo con la presente d’esser leale e fedele al Serenissimo Protettore della Republica d’ Inghilterra , Scotia et Irlanda, e che in conformità del tenore della scrittura di citatione, la quale m’ ha reso capace di servire in questo Parlamento, non proponerò, nè consentirò di alterar il Governo nel modo ora stabilito in una sol persona e un Parlamento ». — 186 — La squadra sotto comando del General Blake, destinata per co-testi mari, tece vela da Plimua sei giorni sono; però non si sa il certo dove sia destinata, send’ il secreto con che si tratta qua impenetrabile. Si crede tenterà qualche impresa prima d’ entrar nel Mediterraneo, alcuni persuadendosi (che) darà in qualche costa della Francia, altri ch’aiuterà le unite Provincie d’Olanda contra il Prencipe d’Orange. Con lettere ricevute quattro giorni sono dall’ Eccelentissimo Signor Ugo Fiesco, vengo ordinato di soprastare a far altra spesa più del seguito, sin a nuov’ordine: a che sono molto rimasto con l’a-viso si tien qua che le cose con Spagna s’accorderanno, et che quel Re non vuole corrispondino con nessun altro Principe. Detta missione non sendo di alcun impegno , ma solo un compimento che tutti altri Principi absoluti han usato, non potrà esser che accerta-tissima segua non ostante detto aggiustamento. Per quello potrà in appresso offerirsi, massime havendo già dato parte a Sua Altezza della risolutione Loro, quello che posso assicurar Vostre Signorie Serenissime è che detta Altezza gli tiene particolar affet-tione et eh’ osserverà in tutto la fede. Di Spagna poco si può sperare, solo che la necessità la costringe al presente; et se non muterà Ministri, si può dubitare sia per ridursi presto in stato da non poter difender sè stessa : il che stimo debito mio rapresentargli, sottomettendomi sempre alla Lor grave prudenza e valore. Mi dice questo Secretario di Stato non occorrer altra risposta alla mia lettera credentiale più della udienza datami, che fu in compimento de ciò, ma che se li fusse stato causa a non ricevermi, in quel caso saria requisito darla denotando in essa la causa, non suolendo Sua Altezza risponder alle credentiali di nessun Prencipe. Ch’è quanto posso al presente dir a Vostre Signorie Serenissime, cui mani bacio con ogni humiltà, e prego (Nostro Signore) concedergli ogni felicità c contento. Londra a 28 Settembre 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — i87 Nota a tergo. 1654 20 Ottobre. Letta alli Serenissimi Collegi, et essendosi discorso della missione di detto Magnifico Ugo per deliberare quello si debba eseguire circa la sua andata, stante lo stato delle cose d’ Inghilterra nel modo avisato ; è stata deliberata congregatione del Consiglio dupplicato di Martedì prossimo alla mattina, ed ordinato che li due Illustrissimi deputati per la speditione di detto Ambasciatore faccino ridur in scritto le considerationi, che circa il dilatare o no sino a primavera detta missione vi possono essere, per rappresentarle a detto Consiglio e sentir sopra di esse il suo senso : ad calculos. Li Eccellentissimi di Palazzo faccino chiamar detto Magnifico Ugo, per intender per suo mezzo, o in altra forma che meglio le parrà, dagli Inglesi che sono nella presente città li avisi che hanno da quella parte in ordine al stabilimento del Governo, e se sii risorta dalla nuova convocatione di quel Parlamento novità o innovatione alcuna circa quel Governo, per riferire ciò che ne have-ranno ritratto : ad calculos. Intanto si tralasci per quest* ordinario di rispondere a detta et altre antecedenti lettere di detto Agente, et il Segretario dichi al detto Magnifico Ugo che facci l’istesso d’ordine publico: ad calculos. LXIX. Lettera di Francesco Bernardi a suo padre Filippo. Carissimo Signor Patre, A’ 17 stante fu mia ultima a longo, il che in tutto confermo; e facendo hora risposta alla gratissima sua del primo stante, dirò me- — i ss — raviglùrmi molto che il Signor Segretario Dolmeta gli abbi detto che il Signor Ambasciatore si tosse ditenuto una settimana per rispetto mio in non haver risposto a Serenissimi Collegi a certo parere incaricatomi; il che non può stare in modo alcuno, perchè dopo di quella de’ 15 Giugno, in quale mi diedero ordine di presentarmi a Sua Altezza nel negotio de’ sequestri, non hebbi che due lettere Loro, 1’una de’ 21 Luglio et l’altra de’ 12 Agosto, delle quali incluso haverà copie acciò che possa vedere se non le ho compitamente risposte. Chè quella de’ 21 Luglio mi pervenne solo a 19 Agosto, et essa risposi a’ 24 detto compitissimamente; et mando le copie del 31 detto. Quella de’ 12 Agosto non mi pervenne che a 8 Settembre, ed a’ 17 ne feci la risposta; sì che, per amor di Dio, dove è questo mancamento ? Vorrei si compisse con me come io faccio al carico mio, rompendomi la testa e consumandomi del tutto, senza poter tener nè satisfattione di quello ho sborsato in li tre anni passati che gli servo, sendone già passato uno, che Vostra Signoria va strascinato in procurarlo. Son sicurissimo d’ haver servito con ogni zelo et attentione, come lo ri conoscono i miei Signori Serenissimi, havendo lasciato ogni altro impiego, che sempre guadagnava tre o quattro cento lire sterline l’anno, nè spendeva la metà di quello che mi è seguito in tre anni passati ; chè coll’ haver giorni sono rivisto il libro di spesa, trovo che 1’ ordinario e straordinario, senz’ alcun eccesso, in esso tempo importa lire 1400 sterlina in più , de’ quali da lire 800 sono spese straordinarie, come per vestiti, furnimenti di casa, cocchio, servitori, spese seguite con Signori, e presenti, udienze, porto di lettere et mille altre cosette, che in tre anni fanno somme: le altre lire 600 le ho spese in mantener la mia famiglia, si che se quando meno non se mi fa buono esse lire 1400 per il tempo passato, pt darmi per il venturo lire 100 d’argento il mese, non potrò subsistere coll’ honore dovuto al carico mio, et la stima fatta di me, potendo spendere quel favore tengo con Sua Altezza in cosa vantaggiosissima, riservandolo a miglior occasione, servire i miei Signori Serenissimi. Nè posso in modo alcuno dubitare che nella prudenza Loro haveranno risoluto darmi quel eh’ è giusto , non desiderando arricchirmi, ma ben che mi rendino capace al — 189 — pari vivere de altri Ministri Publici nel grado mio, sperando coi prime sue (lettere) sentire la conclusione di questa mia cosi giusta pretensione per non pensarli più, e che mi n e facci subito rimessa havendo pur troppo di bisogno. La inclusa per il Serenissimo la lari subito ricapitare, com’anche quelle per gli altri Signori. Si potette comprendere quanto fermo stia il Serenissimo Protettore, e di che manera e con quanta facilità effertui li affari della Republica, ridendosi di che se sia che cerchi di opporsi al Governo già stabilito, havendo hora pronto di mia certa scienda un esercito di 20 mila cavalli e 40 mila pedoni, oltre ad altri 40 mila tutti in lista che se possono approntare fra tre giorni di avvertimento ; ha ancora in mare 100 famose fregate ed altrettante brave navi tutte fornite di homini et vittovagtie, e non ci è da dubitare che tenterà grandissimi disegni, ni che aspetterà mai la guerra difensiva; però, a parer mio, sarò accerlatissimo tener buona corrispondenza seco et compir coni’ han fatto • altri gran Prencipi ; che se non venisse Sua Eccellenza V Ambasciatore Straordinario, come già gli n’ho più volte dato parte, non so come ci mirarebbe, sendo certissimo che fin hora segue di buonissimo occhio; n’ho perciò toccato il punto modestamente a Serenissimi Colleggi (1). Voglio pur sperare che il Magistrato della Abbondanza mi farà buono, com’ in conscienza è obbligato, quelle lire 58 sterline trattemi di perdita nelli grani della nave Cacciatore che scaderanno tra dieci giorni: in che prego Vostra Signoria usar ogni sua forza . •••»••• • • • • • • *•••«•• • • •••• • ••*•• (2). Di Vostra Signoria In Londra, a 28 Settembre 1654. Humilissimo et Ubbidientissimo Figlio Francesco Bernardi. (1) Questo periodo è »critto in inglese. La traduzione fu aggiunta in un foglietto staccato (a) Qui parla di intereui particolari. LXX. Memorie di Filippo De Bernardi, che riguardano il figlio Francesco. Con sue lettere de' 7 Ottobre, la maggior parte in inglese, mi scrive il capitolo di sotto : H auguro dal Sommo Iddio felicità e contento. Di Vostre Signorie Serenissime Londra a’ 23 Gennaro 1655. Devotissimo et Affetionatissimo Servitore Francesco Bernardi. I — 207 — Nota a tergo. 1655, 16 Febraro. Letta alli Serenissimi Collegi. Di detta relatione se ne dia copia a quelle Persone delli Serenissimi Collegi che la vorranno, et anco a tutti li Ministri delle Repubbliche che sono nelle Corti di altri Principi, e si dia a novellisti che la ponghino nelli Novellarii. Alli Ministri suddetti se le mandi anco copia delle lettere del-TAmbasciata esposta, e risposta havuta : ad calculos. Se le mandi anco copia delle lettere dell’ Ambasciatore Spinola in quelle parti che tratta delle honoranze havute nella Corte di Francia. Si risponda a detto Agente, con gradire la distinta relatione di tutto il seguito circa il ricevimento dell’ Ambasciatore Fiesco e delle dimostrationi d’ honore fattele dal Protettore ; che continui ad avvisar quello di nuovo anderà succedendo, e che al General Blach serà ordinato che, venendo in questi mari, le fosse fatto ogni honore, complimenti e regali deliberatile conforme alla grandezza della Republica: ad caìcuìos. LXXIX. Oliverius Protector Reipublicae Angliae, Scotiae et Hiberniae etc., Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Reipublicae Genuensium , salutem. Illustrissime Dux, Illustrissimi Gubernatores, Quandoquidem navigationis et comercii huius Reipublicae po-pulorumque eius securitati et tutela Classem navium bellicarum in Mari Mediterraneo mittere necessarium duximus, visum est - 2o8 — Nobis Serenissimam Vestram Rempublicam hac de rc certiorem lacere; Nosque id eo animo minime fecisse , quo ullis c confe-deratis et amicis nostris (in quorum numero Rempublicam vestram habemus) quantamcunque molestiam exibeamus. Verum e contra Generali nostro Roberto Blake, quem Classi praefecimus, firmiter in mandatis dedimus, uti cum omni gratia et benevolentia erga eos se se gerat. De reciproco vestro in nos favore nihil secius dubitantes, ita ut quotiescumque Classis nostra Portus et stationes \estras appulerit coemendi commeatus aliave necessaria causa, ea bonis omnibus officiis excipiatur. Quod Rempublicam vestram his literis nostris rogamus, quodque praelato Generali nostro quotiescumque \ os vel Praefectos vestros et Ministros locorum quos adire ne^esse habeat, compellendi vel per nuncios aut literas alloquendi occasio erit, plenariam fidem adhibere velitis. Deus Optimus Maximus Serenissimam Vestram Rempublicam sospitet et tueatur, amen. Data ex Alba Aula Westmonasterii, Augusti 5.to, vet* an. 1654. Vester bonus Amicus Oliverius P. Serenissimo Duci et Illustrissimis Gubernatoribus Republicae Genuensium. Nota a tergo. 165 5, 7 Aprile. Letta al Serenissimo Senato. A 12 detto. Letta a’ Serenissimi Collegi. Se le rispondi in latino, con parole corrispondenti di complimento : ad calculos. — 209 — LXXX. « Corrispondenza dell’ Ambasciatore Ugo Fiesco (i). Serenissimi Signori, Con il ritorno della galera che mi ha condotto a Tolone (2), devo raguagliar Vostre Signorie Serenissime come in esecutione de’ suoi comandamenti ho data la libertà a quei Francesi consigliatimi; quali, benedicendo la liberalità di Vostre Signorie Serenissime, hanno ognuno di loro preso il camino delle loro case. Il viaggio è stato per il più rubbato al vento contrario con la maggior diligenza possibile. Il mio arrivo in Tolone è stato honorato al possibile : non vi si è trovato nò il Vescovo di Oranges , nò Monsignor della Ferriera Luogotente Generale delle Galere, essendo T uno ad Oranges et T altro alle Isole. Vennero a visitarmi, prima di sbarcare, il Comandante delle Galere e tutti gli altri ufficiali di esse, et parimenti quelli di Guerra del paese. Allo sbarco fui incontrato da’ Consoli della città, et honorato col sparo di tre pezzi di cannone posti sopra la calata, et da tutta questa compagnia condotto sino a casa di Monsignor di Bidaut, dove presi alloggiamento. Non I10 conosciuto in nessuno mala soddisfattone del seguito per occasione del morto Monsignor Lavina, nè delli altri stati ritenuti sin hora in galera; e solo passandone un leggero discorso col Comandante delle Galere, da me affettatamente proposto, mi disse che fosse toccato ad un bravo huomo (che conobbi essere suo amico) soffrire il rigore delle leggi del mare, che per altro (1) Ugo Ficsco discendeva dai Conti di Lavagna. Nella sua gioventù servi da venturiero e camerata del Generale Don Ottavio d’Aragona, col quale si trovò in varie spedizioni cd imprese che fece il Duca d’ Ossuna sopra galere e vascelli in Levante cd altre parti. Poi si trasferì in Francia , c servi da venturiero Luigi XIII contro gli Ugonotti; e si trovò al famoso assedio di Monte Albano, dove riportò molta lode. Terminata quella guerra , andò alla Corte dell’ Imperatore Fcrdiuando II : ivi fu onorato della chiave d’ oro , e nominato Cameriere di Sua MacstA Cesarea. Fatto ritorno in patria , la servi con zelo e fu scelto per Ambasciatore straordinario al Protettore d’ Inghilterra (Galeazzo Gualdo Priorato, Scena d'110111 ini illustri XItalia, Venezia 1659)' (2) Per l’intiera descrizione del suo viaggio, si veda la relazione che segue alla sua corrispondenza sotto il numero CVII. Sctieli Ligure Hi St. Patria, Voi. XVI. 14 - 210 - la pietà di Vostre Signorie Serenissime è tale, che ha travaglio in nocere ad alcuno, come bene si havevano provato questi miserabili , che all’ hora appunto vennero in poppa a baciarmi i piedi in sua presenza per la ottenuta libertà : il tutto fu da lui applauso e gradito. Con che resta questa pratica terminata , in conformità dei sensi di Vostre Signorie Serenissime; et io, a Dio piacendo, mi parto domani in proseguimento del mio viaggio. Et a Vostre Signorie Serenissime faccio humilissima riverenza. Di Tolone li 18 Novembre 1654. Di Vostre Signorie Serenissime Hiimilissimo et Divotissimo Servidore Ugo Fiesco. Supplico Vostre Signorie Serenissime condonarmi la gionta di questa lettera, ad istanza di Monsignor della Corda Governatore delle Torri di Tolone e particolar creatura del Duca di Vandomo. Egli desidera riavere una barca di grano di presa, a lui spettante, per quanto sia costi ritenuta a nome di Capitano Carlo Orgier ; protesta di non difendere le attioni di quest’ homo, anzi stimarlo degno di castigo per più rispetti, volendoglielo lui stesso procurare quando ritorni in Francia; ma non vorrebbe che la sua robba, che dice haver provato intieramente a lui spettante, fosse trattata come delinquente dell’altrui male. Non posso a meno di riferire a Vostre Signorie Serenissime il suo desiderio, e rinnovarle 1’ ossequio della mia divotione ; ct humilmente me Le inchino. Nota a tergo. 1654, i.° Dicembre. Letta a’ Serenissimi Collegi. Il capitolo che tratta della barca trattenuta si trasmetta al Prestantissimo Magistrato delle Galere, con ordine che circa di essa consideri e quindi prontamente riferisca quello stima si debba provvedere : ad calculos. LXXXI. Serenissimi Signori Dopo della mia partenza da Tolone, non ho di che avvisare Vostre Signorie Serenissime; solo del mio arrivo in Lione assai bene accompagnato da nevi e ghiacci, (che) non poco hanno incomodato il mio viaggio. In questo tratto di paese non ho havuto occasione alcuna di complimento; havendo declinato da Avignone, con avanzo di dieci miglia di camino, et con perdita solo delle cortesie di quel Vicelegato, che ad altro non potevano obbligarmi che ad una ragionevole dilatione per riceverle. Il Signor Pier Giuseppe Giovo, con la sua solita generosità, venne ad incontrarmi fino a Vienna con carrozza a sei, et mi condusse a sua casa, dove mi trovo, per pigliare nuova dirotta al proseguimento del mio viaggio, che sarà domani, a Dio piacendo ; et poscia che continuano li freddi con straordinario rigore, priego Iddio mi conceda salute a proportione del bisogno, acciò possa , servendo a Vostre Signorie Serenissime, complire per le mie obbli-gationi. Dal detto Signor Pier Giuseppe fui avvisato in Vienna di qualche incontro ricevuto dal Signor Lazzaro Spinola con questi doganieri, e non avere ricevuta intiera sodisfattione da questo Arcivescovo Governatore nella visita che le fece. Per ovviare a quest’ ultima, ho detto voler essere per libertà mia incognito, desiderando partire con ogni celerità et avanzare complimenti; per quella da doganieri ho trovato ogni buon trattamento, et non ho da che dolermi. Le nuove di questo Regno più essentiali sono la resa di Clermon, et che per la campagna ventura si formano disegni di qualità, facendosi per essa un fondo di quaranta millioni di lire, de quali però non mi obbligo per l’intiero pagamento. Resto con questo — 212__ ùmilissimo servitore di Vostre Signorie Serenissime, alle quali humilmente mi inchino. Di Lione li 3 Dicembre 1654. Di V ostre Signorie Serenissime Umilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Moia a tergo. 1654, x4 Dicembre. t Letta alli Serenissimi Collegi. Li Eccellentissimi di Palazzo faccino chiamar il Magnifico Giovanni \ in^enzo Giovo, per aggradirle in nome Pubblico quanto ìanno operato li suoi fratelli in Lione nel passaggio fatto da quella parte dalli Ambasciatori Spinola e Fiesco , perchè si conservi da Lor Signorie Serenissime la dovuta memoria: ad calculos. Se le awisi la ricevuta, con darle le notitie avvisate all’Amba-sciator Spinola ; e che rispetto all’ instanza fatta dal Bernardi e sua pretensione circa il trattamento, pigli informazioni segrete della spesa da lui fatta e treno tenuto nell’ agentia . . . come ha rappresentato il....... per poterlo riferire al suo ritorno : ad calculos. LXXXII. Serenissimi Signori, Per non essere necessitato a fermarmi in Parigi, spedii il mio foriero due giorni prima per le Poste a provvedermi di molte cose necessarie per il resto del mio viaggio, et particolarmente di denari che la lunghezza di esso mi ha fatto venire a meno; a questo f — 213 — effetto ancora parendomi necessità di passare qualche complimento con il Signor Cardinale Mazzarini, mentre non si poteva a meno di passare ne’ borghi di Parigi; havendole io scritto da Lione una mia di complimento, per scusarmi se non mi sarei dato 1’honore di riverirlo. Arrivato che fui al Borgo della Regina, dove pensava fermarmi finché havessi provvisto a miei bisogni, vennero a favorirmi li Serenissimi Ambasciatori Lazzaro Spinola et Giovan Battista Pallavicino Residente; et dall’ultimo ricevei una lettera del detto Signor Cardinale Mazzarini, che qui originale invio a Vostre Signorie Serenissime, della quale parmi non potessi a meno, senza una manifesta inciviltà, di seguire i sentimenti; et cosi consigliato da questi Signori, venni con la mia sola persona incognito a ricevere il favore dal detto Signor Gio. Battista Pallavicino in sua casa. Feci sapere al Signor Cardinale il giorno seguente la mia venuta ; et questa mattina solo sono stato con detto Signor Cardinale, non havendomi prima potuto vedere per diverse sue occupationi. Il fine di questo suo complimento , per quanto sii stato in apparenza per dimostratione della nostra amicitia, in verità però ha voluto lungamente informarmi delle differenze di questa Corona esistenti hoggidì con l’Inghilterra, havendomi insinuato che se per sorte il Protettore Cromwel ne facesse meco qualche discorso, come persona disinteressata giovassi in quello potesse portare la contingenza , ma più (questo tocca la sua persona) che a buòn proposito mi mostrassi informato della buona amistà che haveva il Signor Cardinale per la persona del Signor Protettore Cromwel. Risposi che haverei sempre havuto particolar fortuna d’incontrare occasioni dove io potessi in qualche modo servire Sua Eccellenza et Sua Maestà, sapendo certo che nell’ istesso tempo haverei incontrato il gusto di Vostre Signorie Serenissime, da’ quali non mi incaricavo di pigliare alcuno ordine sopra di questo, perchè essendo di verità senza ministero, stimavo di non n’aver bisogno; havendo con questo voluto insinuarle, che senza gli ordini di Vostre Signorie Serenissime non mi sarei fatto lecito di uscire da questa superficie. Li punti che hoggidì si agitano con quel Protettore sono tre. Uno li danni ricevuti da molto tempo in qua reciprocamente in — 214 — mare, della liquidatione de’ quali, per pagarsene il residuo, ne resta appuntato arbitro il Senato d’Amburgo. L’altro è di non dar mano a ribelli, anzi scacciarli: fra questi s’intende la Casa Reale Stuarda. Si accetta questo punto in Francia, et si pregherà quel Re, che si trova absente, di non ritornare; ma una pretentione che ha il Cromwel difficulterà la terminatione di questo articolo, eh’ è il volere il Cromwel riserbarsi libertà di poter difendere gli Ugonotti in Francia, quando si stimassero oppressi ; il che sarà insoffribile, se non accetta nell’ istesso tempo la riserva del Re di Francia di poter difendere li Cattolici in Inghilterra, anzi l’istesso Parlamento, quando a lui ne ricorressero. L’ ultimo è la difficoltà nel sottoscrivere li capitoli, volendo il Cromwel havere la prelatione 0 parità come li Re antichi. A questo potrebbe trovarsi temperamento, se non è che tutte queste difficoltà che insorgono in ognuno di detti capi siano più affettate che pretese, per tirare in lungo un trattato, che solo tiene sospeso per mantenersi armato per la propria difesa. Questo fu il mio sentimento, che ho preso ardire di dirlo al Signor Cardinale, e lui approvatolo; et ho ben scorto, che quando fra un tempo limitato non si concluda, potrà darsi il caso che si rompa a tatti, acciò non possa godere di questi vantaggi et riconosca il pericolo in che si messe rompendo la guerra con la 1 rancia, che haverà per propria difesa di portarsela in casa propria con il fomento de’ partiali della Casa Stuarda. Questi discorsi, che habbiamo fatti, ha mostrato il Signor Cardinale che siano in confidenza. Io però, come Loro Ministro, devo portarglieli quali sono, acciò si servino di essa come più Le pare , non essendo io in questa carica padrone di me stesso. Penso partirmi fatto domani , et con non poco travaglio di questo mio restante viaggio per gl intoppi che io trovo, per 1’ una parte la strada di Cales: che è la migliore, in questi tempi è talmente infestata dalle incursioni delle guarnigioni nemiche, che non si puoi praticare senza manifesto pericolo. L altra, che è di Diepe, alla quale mi appiglio» è cosi piena di fango tenace, che non so come cavarne fuora la mia carrozza, che qui ho compro per condurre meco in Inghilterra. Questo è quanto mi occorre significare a Vostre Signorie — 215 — Serenissime sino a quest’ hora, con desiderio d'incontrare in ogni cosa il Loro gusto; del quale se mi faranno consapevole, per meglio accertarlo, procurerò di eseguirlo. Et a Vostre Signorie Serenissime faccio humilmente riverenza. Di Parigi li 22 Dicembre 1654. Ho tratto al Procuratore di Vostre Signorie Serenissime la valuta di doppie quattrocento, che qui ho preso da’ Signori Forni, per il proseguimento del mio viaggio. Supplico Vostre Signorie Serenissime farle dare buon ordine per il compimento. Soggiungo a Vostre Signorie Serenissime, che essendo in qualche dubbio li Signori Ambasciatori Spinola et Gentilhomino Pallavicino sopra il determinare un regalo alla Signora Contessa di Briene, per ottenere facilità nelli honori regii (1), e chiestomene il mio senso, io sono concorso con il loro parere per le ragioni a Vostre Signorie Serenissime da loro addotte. Ugo Fiesco. Note a tergo. 1655, 11 Gennaro. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avvisi la ricevuta, e se le soggiunga che non sussistono le voci di aggiustamento che vanno spargendo li Ministri Regii di Spagna, e che vedendo che va proseguendo il suo viaggio, si starà attendendo in appresso avviso di quanto infino adesso le sarà occorso, e del suo arrivo : ad calculos. A 12 detto. 11 Collegio Illustrissimo facci compir la tratta delle doppie quattrocento che ha fatto detto Ambasciatore Ugo Fiesco, come per la suddetta sua lettera del 22 del passato; e se ne dia perciò li ordini opportuni. Per Serenissima Collegia. Horatius. (1) La Repubblica Genovese stava brigando presso le Corti d’ Europa, onde ottenere ne’ suoi rapporti diplomatici gli onori regii. - 216 - LXXXIII. Serenissimi Signori, Alla partenza che io feci da Parigi, stimai vantaggio della pubblica estimatione di scrivere all’Agente Bernardi, come feci, che potendoli riuscire procurasse con destrezza che da Sua Altezza mi fosse in\iato vascello da guerra a Diepe, per trasportarmi con sicurezza in Inghilterra, stante le infestazioni che si sentono di corsali in quelli mari. Arrivato a Diepe, fui dal Governatore di quella piazza \isitato con ogni maggior honore che mi potessi desiderare; e tesale in appresso la visita con pari soddisfattone , mi condusse con sua piopiia cariozza ad imbarcarmi in un vascello che hanno preso pei ti asportarmi a Rij, luogo d’Inghilterra distante da Diepe 90 in più miglia; posciachè havendo ricevuta lettera del Bernardi nell istesso luogo, mi consigliava di così fare, non havendo ha-Mito pei bene di fare 1 instanza del vascello come io le haveva avvisato. Giunsi il giorno seguente in Rij, con il mare all’uso del-1 Oceano, che non poco travagliò tutta la mia compagnia. D’ivi spedii incontinente il mio Maggiord’homo a Londra, tre giornate discosto da detto luogo , per dar ricapito a molte cose necessarie et aweitire 1 Agente Bernardi del mio arrivo per il proseguimento del mio viaggio. I geli straordinarii d’Inghilterra hanno reso queste strade così impraticabili, che hanno dilatato più di quello vorrei la mia dimora con mio discomodo in detto luogo, massime fra gente barbara , et sola amica della croce nelle monete, come con loro stravaganti estorsioni mi hanno fatto conoscere. Venne in appresso l’Agente Bernardi a ritrovarmi; e da lui intesi come haveva poi fatto la passata con Sua Altezza per havere il \ascello da guerra, et che subito 1’ haveva decretato con una estimatione non ordinaria, mandando un vascello a posta con ogni sorte di splendidezza per condurmi come seguì. Essendo detto vascello andato a Diepe, et non trovatomivi, haveva incontinente fatto ritorno nelli Duni; dove credutosi che io fossi sopra di esso, - 217 — fu detto vascello salutato da tutti quelli vascelli che si ritrovavano in detto luogo con più di 200 colpi di cannone. Ho stimato necessario che sia tutto questo a notizia di Vostre Signorie Serenissime, alle quali è stato reso questo honore; non lasciando di significarle essere tutto ciò successo con poco gusto dell’Ambasciatore di Spagna, il quale hoggimai apertamente si dimostra oppugnatore delle sodisfattioni di Vostre Signorie Serenissime , et come che sia paesano di longhi anni, non so quello le potrà riuscire per mezzo de’ suoi amici, sapendo che fa il suo possibile perchè io non habbia quelli honori che sono dovuti. Il principio però sin hora è buono : spero che non debba essere inferiore il rimanente. Scrivo sin qui da Grenuici (Greenwich) lontano cinque miglia da Londra, dove sono arrivato quasi in questo punto , et dove ho trovato il rimanente della mia famiglia che, oltre quella che ho condotto da Parigi, diedi ordine vi si trovasse pronta per potere il più presto che sia possibile fare la mia entrata, che però non spero prima da tre in quattro giorni ; et in appresso ne dirò a Vostre Signorie Serenissime il seguito. Sono tre giorni che mi trattengo nell’ istesso luogo sinché ven-ghi aggiornato per la mia entrata; che stimo sarà Giovedì; essendomi poco favorevole questa dilatione, per la doppia spesa che mi causa in tenere due case. Si trattano in questi giorni gran faccende: in Corte entrano gente da guerra, et si pone artiglieria vicino al Palazzo di Sua Altezza. Il segreto, che è 1’ anima de’ negotii, impedisce il penetrare la certezza degli affari. Si fa consiglio segreto quasi tutta la notte, et si studia ad una maggior fermezza di questo Imperio, chè così parmi poterlo chiamare. Si disputa di nuovo il titolo per Sua Altezza, chi dice di Imperatore e chi di Re : 0 sia l’uno o l’altro di essi, si lascerà pregare non chiedendo ; et se nel Parlamento vi si trovano de’ deboli, saranno fortificati dalle sopradette provisioni. L’armata che si dice essere partita da’ porti d’Inghilterra, di 40 in più vascelli con 8,000 combattenti , non vi è chi possa assicurare la dirotta : tale è il segreto di chi comanda. Se però mi è lecito farne qualche giuditio dalle conditioni et andamenti di essa, — 2 r 8 — ardirei dire che debba approdare nelle Indie Occidentali, et par-tit-olainiente pe, impossessarsi dell’isola di Cuba; quale ottenuta, juidera in quei paesi delle Indie così ben temuta et ossequiata la potenza inglese , come lo è in questi mari l’Inghilterra. S’ imbarca sopra detta aimata, oltre il Generale di essa, un altro Ge-nerale eon tutti gli ufficiali che seguono per comandare in terra. im areano parimenti qualche soggetti per formare un Consiglio Stato, pio\\igioni per espugnare et fortificarsi; et nulla manca _ a cl*ret'one di un nuovo acquisto. Quale poi debba essere il fine, il tempo lo chiarirà; non potendosi solo argumentare, mentre non è lecito il penetrare. Accuso a \ ostre Signorie Serenissime la ricevuta della begni-^nissima Loro de 14 dello scaduto ; alla quale non ho che rispondere , che il rifei irle a suo tempo il mio sentimento circa alle pietensioni e necessità, per servitio publico, della persona dell’A-0ente Bernardi; a che procurerò di sodisfare a suo tempo per esserne meglio accertato, solo potendoli dire per hora, che dalle esorbitanti spese in quali mi ha posto congetturo la grandezza dell animo suo. Che è quanto possa per hora dire a Vostre Sianone Serenissime alle quali profondamente m’inchino. Di Grenuici, li 10 Gennaio 1655. Di \ ostre Signorie Serenissime Ugo Fiesco. Nota a tergo. 1655, 10 Febraro. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avvisi la ricevuta, e che si stara con prime attendendo aviso della sua entrata in Londra, e che il suo ricevimento sii eseguito col dovuto honore: ad calculos. — 219 — ' LXXXIV. Serenissimi Signori, La settimana passata diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del mio arrivo in Grenaici, per ivi aspettare il giorno della mia entrata; per la quale, secondo lo stile, pregai con mio biglietto il Segretario di Stato di avvisarmene il giorno, secondo il gusto di Sua Altezza. Le diligenze delPAmbasciatore di Spagna, rinforzate da quello di Ollanda et del Residente di Venetia, hanno fatto l’ultimo sforzo trovandosi alle muraglie. Tutto però è seguito invano, non per la mia diligenza, che poco ha potuto cooperarvi in riguardo di così forti oppugnatori, ma per gratia di Dio Benedetto che il tutto ha così guidato per la sua infinita Bontà. Si sono poste a mezzo le sale regie denegate pel trattamento d’ altri Principi, et simili ; et se non fossero state tutte queste cose ricevute da persona ben disposta, non potevano a meno di travagliarmi. Fui dunque aggiornato per il Giovedì ; et in questa conformità vennero a Grenuici con sei barge (che così si chiamano) 0 sia peotte, tutte dorate et nobilissimamente corredate, il Mastro delle cerimonie con sei Gentilhuomini della Camera di Sua Altezza, tra i quali tre suoi nepoti, et tutti suoi favoriti, et con essi altri Gentilhuomini di qualità. Procurai che trovassero un pranzo , se non come meritavano tali personaggi, almeno quanto potevano estendersi le mie diligenze perchè fossero ben serviti ; che non fu poco nel numero di 25 convitati. Finito il pranzo, andammo ad imbarcarsi con le dovute distin-tioni nelle barge, accompagnati dal suono di molte trombette di Sua Altezza che ci servivano , non meno che dalla neve che cadeva in abbondanza. Arrivati alla Torre di Londra et sbarco, ivi vennero a ricevermi tre Consiglieri di Stato de’ più principali ; et postisi meco nella carrozza di Sua Altezza, che a questo effetto era venuta, accompagnata dal numero di altre 85, et fra esse da 15 in circa a sei cavalli dell’ istesso Signor Protettore, da quella del- - 220 - 1 Ambasciatori di Francia, Ollanda, Svetia et Danimarca; et con questo numeroso seguito (dicono non mai più veduto), fui con espressioni cortesissime per parte di Sua Altezza condotto in un alloggiamento a quest’ effetto preparatomi con quella maggior sontuosità che dir si possa. Ivi fui complimentato da quei Gentilhuomini et Segretarn de’ Ministri et Ambasciatori de’ Prencipi, che »1 havevano honorato con le loro carrozze. Il simile fecero un a tra quantità d’altri Signori, con dimostrazione d’ ogni maggior / . rma* Lincl cena lautissima, in quale non mi dà l’animo primere 1 abbondanza ossia prodigalità delle vivande, nume- • f} PÌattl a centinaia* Assistevano anche a questa cena li istessi Consiglieri et altri Signori già detti, con altri che vi si s itarono in appresso; et così seguì la mattina seguente, mutandosi tre Consiglieri di Stato mattina et sera a tenermi compagnia. R 'enute a starmi tutte le persone di qualità di questa epu ica, et niente è mancato di sontuosità, per esprimere la ma c e ha voluto fine Sua Altezza di Vostre Signorie Serenissime. Hen fu appontato il giorno dell’udienza; per la quale Sua Al-ezza con favore segnalato depose il lutto, che teneva di sua le nelle 1 i\ree, nelle carrozze et nella propria persona. Fece apparare la gran sala di bellissime tapezzerie; et a chi l’interrogò questa repentina mutatione fatta in due hore, disse che di questo modo voleva che conoscessi il gusto che aveva di ricevermi, havendo anche soggiorno qualche cosa in favore della mia propria persona, che non meritavo. Vennero al pranzo li tre primi onsiglieri di Stato , il Commissario Generale della Cancelleria et molti altri Signori di gran qualità, et che occupano le prime ca- • r|c^e ^ questa Republica, per accompagnarmi come fecero all’ u-dienza fornito il pranzo, che fu, come tutti gli altri pranzi et cene, sempre in pubblico, con folla di persone d’ ogni sesso et qualità, per appagare la curiosità di vedere l’Ambasciatore di Genova. Partii dunque con le carrozze di Sua Altezza, che vennero a a levarmi, et moltissime altre che seguivano; et smontai nel palazzo di Sua Altezza, che è l’istesso del Re defonto, dove trovai — 221 — la soldatesca et le guardie tutte con l’armi alla mano , et con ogni segno di reverenza fui condotto nella Sala del Consiglio di Stato, per ivi aspettare l’entrata nella Gran Sala, dove mi haveva a ricevere Sua Altezza. Sedei nella sedia istessa dove lui suol sedere et lo faceva il Re, stando in piedi i Consiglieri di Stato, che mai non volsero sedere. Avvisato che tutto era in ordine, fui introdotto nella Gran Sala piena di moltissime persone, et approssimatomi a Sua Altezza, che mi aspettava a quésto effetto, le esposi in quel modo che stimai più a proposito, secondo i sensi di Vostre Signorie Serenissime, la mia Ambasciata, tenor della quale le invio qui accluso, havendo anche conforme lo stile datone a Sua Altezza, la copia. L’Agente Bernardi fu l’interprete che ridisse la stessa in inglese, et ridusse a me in italiano la risposta di Sua Altezza, che in sostanza fu di gradir molto questo ufficio, stimare assai la Republica Serenissima, et che non vi sarà cosa che dipenda da lui o da questo Stato, che non sia in servitio di Vostre Signorie Serenissime. Si replicarono vicendevoli complimenti, con dimostrazione di stima ed affetto; et preso licenza con le dovute civiltà, ritornai con il medesimo seguito nell’ istesso alloggiamento, trattato sempre con splendida magnificenza più da Prencipe che da Ministro. Domani penso ritirarmi nel palazzo preparato dall’ Agente Bernardi; et perchè trovo essere lontano quattro miglia dalla Città et in campagna scoperta, poco a proposito per il mio bisogno , ho procurato di haverne un altro nell’ habitato di assai buone qualità, non prima però di questo giorno conosciute dal Signor Ambasciatore di Spagna, il quale con diligenze straordinarie, et con offerire mille lire sterline l’anno di pigione, voleva haverlo dopo esserne io in trattato ; chè molto più facilmente et con meno dispendio le sarebbe riuscito, se mi havesse fatto 1’ honore di farmene sapere il suo gusto. Dal tenore del mio discorso fatto a Sua Altezza, Vostre Signorie Serenissime vedranno essermi in quella maniera contenuto per dar materia a Sua Altezza, che dimostra tanta buona volontà, di qualche negotiato profittevole al ben pubblico, secondo l'instru-zione che ne tengo da Vostre Signorie Serenissime. Ho procu- — 222 - rato nei privati discorsi, che sono stati riferiti ad unguem a Sua Altezza, d imprimere la candidezza et affetto della nostra Natione a questa Republica, sperando che in qualche cosa debba essere giovevole la corrispondenza che vorranno mostrarci. Il successo sino adesso è d intiera soddisfattone ; et non solo nessuno Ministro di Pieiieipe o Monarca ha ricevuto in questa Corte maggior honore, ma in molte cose si è superato. Sono questi effetti della buona giustitia di Vostre Signorie Serenissime, conosciuta da chi bene intende ; et voglio sperare che servirà d’ esempio nell’ altre Coiti, a Dio piacendo. Et qui a Vostre Signorie Serenissime humil-mente ni’ inchino. Di Londra li 18 Gennaro 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Divotissimo Servitore Ugo Fiesco. LXXXV. Espostone deir Ambasciatore Fiesco al Protettor Cromwell. . '3 Serenissimo Principe, che di longa mano, et 0 empo ha sempre conservata con questi Potentissimi Regni n ma^ interr°tt:a corrispondenza et amistà, et che anche rinseche appai enze, per una certa naturale simpatia, si qua-con le stesse insegne; questa, dico, m’invia a Vostra Altezza enissima, per esprimerle a viva voce il singoiar contento che a ricevuto in vedere così altamente felicitata questa Gran Repub-ca, sotto il pi udente governo et protettione d’ un Prencipe così .1 oroso et saggio, quale è \ostra Altezza Serenissima, così dal mondo tutto conosciuto e approvato. Nè dubita punto, che questa espressione de’ suoi sentimenti non sia da Vostra Signoria Serenissima creduta per sincera et reale ; posciachè, misurandola anche al suo proprio interesse, conoscerà che non può mai renderle — 223 — nè sospetta , nè gelosa la sua grandezza ; anzi, quanto maggiore, tanto a lei più grata per il valido contrapeso che fa a molti Prencipi d Europa. Di qualched’un de’ quali sono note a Vostra Altezza Serenissima le ingiuste et ingrate oppressioni, che ne ha ultimamente patite (dico de’ Ministri del Re Cattolico); i quali violata indecentemente la fede del loro Prencipe, ne’ suoi privilegi religiosamente promessa, et posti in dimenticanza i grandi e numerosi servitii resi per secoli intieri a quella Corona, hanno, con modi inusitati et incivili , privato i nostri cittadini di quelle sostanze che ne’ suoi Stati possedevano ; nè ciò con altro pretesto, che per volere la mia Republica virilmente mantenere quel possesso del Mar Ligustico, che senza contradittione d’ alcun Prencipe ha per tante centinaia d’ anni legittimamente posseduto , et con il sangue de’ suoi maggiori contro i barbari Saraceni generosamente acquistato. Che se bene si stima a quest’ hora aggiustata tal faccenda in quella Corte, non lascia ad ogni modo di conoscere di quanto debile fondamento siano quelle amistà che si regolano da corrispondenze così ineguali. La Serenissima Republica di Genova, mercè sua, possede nel Mediterraneo per consenso universale la porta d’Italia, et con il Regno di Corsica ricca di molti porti ampii et sicuri, signora di numerosi popoli di valore et industria a nessuno inferiori, et di forze marittime da remo senza pari (siami lecito dirlo senza giat-tanza), rende le sue qualità non poco considerabili. Nè perciò di questi doni del Cielo (che pur anche conosce) ha mai abusato in pregiuditio d’alcuno, contentandosi di godere in pace quel che dal Sommo Iddio 1’ è stato benignamente concesso. Di questi la mia Republica fa a Vostra Altezza Serenissima di buon cuore una larga esibitione ; desiderando con ogni sincerità che di essi habbia molte occasioni di prevalersene, posciachè spinta dalla sua naturale inclinatione et simpatia, niente più stima forestieri ne’ suoi Stati questi popoli che i suoi propri cittadini ; et io , che in questa canuta età et stagione ho havuto 1’ onore di portarmi a riverire Vostra Altezza Serenissima , et esprimerle il vero della sua intentione, mi terrò felicissimo se haverò fortuna di eseguirla. — 224 — L XXXVI. Risposta di Sua Altezza all’Ambasciatore Fiesco (0- La particolar stima teniamo di quella Serenissima, nobilissima et antichissima Republica di Genova, è tale che in ogni tempo ci sono care e gradite le di essa applicationi ; le quali hora va lutiamo tanto più, venendoci fatte da Vostra Eccellenza, Ambascia tore Straordinario e Personaggio d’antica nobiltà e conosciuto honore, alla quale rendiamo molte gratie di questo buono e a vole ufficio fattoci. In quant’alla restante parte del rappt esentarne 1’ affare sendo di gran peso, sarà in futuro preso in matura con deratione, assicurando Vostra Eccellenza che cos’ alcuna non cherà in Noi, nè (in) questo Stato, che possa manifestare que^ rispetto et amistà portiamo verso la Serenissima ePu ^ Genova, et desiderio habbiamo di servirla in tutte occasioni Note a tergo. If>55, 15 Febbraro. Le«a alli Serenissimi C 11 ■ dirle la nuova e loda ° ^ ^ ^ avv*s* ricevuta, con aggrado; che non ecco 1 e.tUtto quello ha in questa occorrenza ope-i,. c^enao ìnrpQo ìi *.* nelli termini avieri-- j ncevimento fattole nella sostanza 1 • avii>au, doveri al relatione di tutte le • ritorno portare una distinta mente, e quello è stat-^ tlC0^ar^ di detto suo ricevimento esattaci trattamento di quelF^ ^ ^mkasc:iatori e Prencipi, acciò prime sue si sta atre ri T P°SSa arS0aientare il suo ; e che con calculos. ° avv*so di quello più sarà seguito : ad (0 Avendo dato il Crom 11 r-r-non °m~ 1 Fiesc° “ ,itoi°* ««» * • « Risposta di Sua Altezza Serenissima all’AT P°St,Ue ^ tÌ,0l° al,’Amb«ci.itore ; ed anno-rTT ''UdienZa ***«« a di l6 Gennaro 16 T-* ^ d’untissimo Signor Ugo 1 AmbaSCÌa*a « Sua Eccellenza ». ~ -posta di Sua aL» i — 225 — A r 6 detto. Si leggano al Consiglio dupplicato. Per Serenissima Collegia ad calculos. A 17 detto. Lette a detto Consiglio. Essendo stata data facoltà di poter parlare del ricevimento e trattamento, hanno ritenuta segreta l’espo-sitione fatta, e risposta riportatane..... Lxxxvir. Serenissimi Signori, Con ultima mia dissi a Vostre Signorie Serenissime eh’ io ero per ritirarmi alla mia casa di campagna, dopo di aver goduto il splendido alloggiamento di Sua Altezza. Lo feci; ed in essa pur anche mi trovo, mentre si vanno trasportando i mobili et le provvigioni nell’ altra casa che ho preso in città ; havendo con 1’ esperienza conosciuto, che per quanto in queste mutationi mi si accresca la spesa, era necessario per molti rispetti di così fare. Venne il Signor Ambasciatore di Francia, non ostante la lontananza ed il tempo perfidissimo, a visitarmi; fece l’istesso il giorno seguente quello di Ollanda; et parmi di havere conosciuto in ambedue quella premura di honorarmi, che suole nascere dall’esempio, che con tanta soprabbondanza hanno visto dal Superiore. E bene, Vostre Signorie Serenissime sanno con quanta facilità si seguitino gli esempi tanto del bene come del male. Io non aspetto le visite dalli Residenti di questi altri Prencipi, perchè non essendo per dargli la mano in mia casa, si astengono (per quello intendo) da queste cortesie , doppo di haverle fatte tutte (salvo il loro preteso pregiuditio) nel mandarmi le carrozze al-1’ entrata e altri complimenti. Presento che con qualche motivo della mia Ambasciata (e sarà secondo il mio progetto) debbano essere eletti due Consiglieri di Stato per trattar meco. Non sogliono però farsi prima di giorni otto , che si danno agli Amba- Società Ligure ài St, Patria* Voi. XVI. — 226 - sciatori per riposo; et questi per appunto havevo passato in questa casa. Io vado fra tanto meditando tutto quello che può somministrare il mio debole intelletto in servitio Pubblico, per produrlo secondo porteranno i discorsi con il maggior vantaggio della negotiatione , contenendomi sempre nell’ intentione dell’ instruttione datami da ^ ostre Signorie Serenissime ; et come che non me ne sia stata additata forma alcuna in particolare , et tutto ha da nascere in arena, non mi pare che simili embrioni siano per anche degni della notitia di Vostre Signorie Serenissime; et non scorgendo apparenza di cosa che lo meriti , procurerò di abbreviare al mio possibile i termini per ritornarmene quanto prima a riverire Vostre Signorie Serenissime. Posciachè và molto interessata la Camera Illustrissima nella dilatione di questo mio viaggio ; et io niente meno di essa , desiderandomi in questa occasione miglior borsa, et manco occasioni di esercitare quella liberalità che è poco propor-tionata alle mie forze. Da Ministro principale di questa Corte so essere stato detto ad un suo amico confidente , che questa ambasciata che Vostre Signorie Serenissime hanno qui inviata ha già prodotto due buoni effetti per la mia Republica : 1’ uno per anticipatione in Spagna , dove sono avvisati essere stata molto temuta la nostra stretta amista con 1 Inghilterra , sapendo li aperti sensi di Sua Altezza ; 1 altio in Francia, per ottenere gli onori regii. Quale ne sia la verità, io mi rimetto, et a noi basta vederne gli effetti pro-portionati aila buona giustitia della nostra causa ; et spero pure che, mediante il favor Divino, seguitando con passi bene ordinati il nostro cammino, non solo ridurranno Vostre Signorie Serenissime in punto di quiete il vascello , ma lo fortificheranno anco per poterlo in avvenire difendere da quelle tempeste che, o la nostra longa quiete, o l’invidia e mal talento altrui, ci hanno eccitate. Nostro Signore feliciti i santi pensieri di Vostre Signorie Serenissime ; alle quali per fine faccio humilissima riverenza. Di Londra li 24 Gennaro 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. — 227 — Note a tergo. 1655, 12 Febbraro. Letta alli Serenissimi Collegi. Si legga al Consiglio del numero dupplicato e dopo la lettura si facci la propositione a detto Consiglio sia deliberata. A 12 detto. Letta detta lettera al Consiglio del numero dupplicato, in tutto come è stato deliberato, et essendo stato posto in consideratione da uno de’ Magnifici Consiglieri, che le parole « sotto li modi e forme » possono havere molta latitudine nell’ intelligenza , e che per questo fosse accertato più chiaramente esprimer lusensi delli Serenissimi Collegi ; sopra di che è stato dalli Serenissimi Collegi dichiarato che dette parole solo si riferiscono alla dimora dell’ Ambasciatore in Londra, non a facoltà alcuna di negotiare di più di quello va z’’ espresso nelle.sue instrutioni, e sempre per inteso che ogni ordine che occorresse darle, in materia del negotio, debWfi darsi previa le necessarie deliberationi alla forma delle leggi, e che di questa conformità il Segretaro risponda al m . . . . fatto, e che dopo di questo si raccolgano li voti sopra la proposta; et havendo io Segretaro rappresentato quanto sopra a detto Consiglio, raccolti li voti, la proposta è stata approvata con voti cento sessantuno favorevoli e' 38 contrari, come subito si è in detto Consiglio pubblicato. A 23 detto. Si risponda a detto Ambasciatore con ordine che si fermi in Londra, perchè in appresso se le dirà la mente delli Serenissimi Collegi ; havendosi per accertata la sua maggior dimora in Londra in ordine a poter godere più compitamente d’ ogni trattato che potesse apportare la maggior dilatatione del commercio a quella parte, e d’ ogni altra buona congiuntura che si offerisse, stante le buone dispositioni del Protettor Cromwel : ad calculos. - 228 - LXXXVIII. Serenissimi Signori, In questa settimana solo devo dar conto a Vostre Signorie Serenissime, che dopo di essermi ritirato nella mia casa dentro sono andato rendendo le mie visite; e prima feci, tre giorni sono, que a dell Ambasciatore di Francia , il quale non solo cor-p e meco con le istesse forme di cerimonie, che io passai , ma se si può dire mi vantaggiò, essendomi venuto a rice-quasi alla porta della casa , mentre io non lo feci che in ona parte delle scale, con haver però affettato di voler passare P o tre nel modo di scenderla ; et così parmi che siano Vostre Onorie Serenissime in intiero possesso di trattarsi egualmente del P‘ i con le Corone Regie; et se mal non mi racordo , credo che q esto sia il piimo Ambasciatore di Francia, che primo habbi vi-ìtato quello della nostra Republica con le suddette parità. Fui in ^ pp esso a visitare quello d Olanda ; il quale come più dubbioso pregiudicarsi, si portò in tutto con le mie proprie misure. . °n° debitore di riferire a Vostre Signorie Serenissime quello scordai con altre : come Sua Altezza, parlandomi, mi diede per ue volte lui stesso il titolo di Eccellenza, cosa non più da lui p uata nè con 1 Ambasciatore di Francia, nè di Spagna, con-nendosi sempre in tutto in queste cerimonie come faceva il Re. on ha potuta digerire questo Ministro di Venetia, dolendosi sia dato all Ambasciatore di Vostre Signorie Serenissime il ti- i Eccellenza, quando la sua Republica non pretende farlo., del Vostra Signoria (sic). Possono essere relationi false, e ion me ne sono dato per inteso bastandomi per loro castigo, eie restino fritti nel loro proprio grasso, et che conoschino che que o che pietendevano renderci a contanti, ci viene senza negatione dato liberalmente dai Prencipi maggiori di loro. Credevo, secondo quello mi era stato riferto, che si dovessero eeggere due deputati per trattar meco; ma secondo la flemma settentrionale, trovo essere necessario che preceda prima una — 229 — udienza privata da Sua Altezza: questa ho appuntata per domani; in quale farò quella apertura del traffico , che mi suggerirà la mia debolezza, a fine, se è possibile, di cavare qualche beneficio da una tanta spesa. Nè vorrei haver obbligo di moltiplicare troppo queste udienze, posciachè ognuna di loro costa dei soli dritti al Mastro di cerimonie lire 30 sterline. Con il. venturo ragguaglierò Vostre Signorie Serenissime del seguito ; da’ quali sto attendendo con desiderio 1’ evento delli affari di Spagna, che a gran ragione devono tenerci tutti turbati. Che se bene questo Ambasciatore di Spagna, temendo come del fuoco quelle commissioni che io non ho in questa Corte, asserisce da ogni hora et a tutti essere affatto aggiustato, non devo però crederle tali sino che dà Vostre Signorie Serenissime non ne sono avvisato. Alle quali per fine humilmente m’inchino. Di Londra il primo Febbraro 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilis situo. et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Nota su foglio staccato. 1655, a dì 27 Febbraro. Si scriva all’Ambasciatore Fiesco, che per mezzo di terza persona confidente prenda quelle informationi che le saran richieste dalli Deputati della Compagnia Marittima di San Giorgio, non ostante qualsivoglia prohibitione che ne habbi in contrario. Per Serenissima Collegia ad calculos. LXXXIX. Serenissimi Signori, In conformità dell’ apputamento datomi, andai Martedì passato alla udienza privata di Sua Altezza, essendomi venuto a levar di — 230 — casa il Mastro delle cerimonie secondo lo stile , e nel smontare dalla carrozza incontratomi un Consigliere di Stato con qualch5 altri Gentil’ huomini. Stimai a proposito, per fare qualche apertura di trattato (dopo di passati qualche complimenti), darle lo scritto del quale va qui acclusa la copia, e pregatolo di permettere che l’Agente Bernardi, che 1 haveva tradotto in inglese, glielo leggesse, per non duplicarle, il tedio in sentirlo da me prima in italiano. Lo gradi molto, et così seguì. Fece con grande attentione riflesso a tutto, e mi rispose con parole di gran cortesia, che desiderava molto di servirmi; però, che essendo materia di gran peso, era necessario maturarla, et che a questo effetto eleggerebbe Commissarii per esserne meco. Si passarono poi replicati complimenti, ne’ quali mostrò sempre la sua cortese inclinatione. Presi licenza; e, contra lo stile da lui usato con altri Ambascia-tori, mi accompagnò sino alla porta della stanza. Non so hora se in trattar la materia prevaleranno le finezze de’ Consiglieri , secondo le loro inclinationi, alla sua buona volontà. Io non so se haverò accertato il gusto di Vostre Signorie Serenissime in questa pratica , che per haverla trovata arida affatto per parte de’ Mercadanti, e non sperabile per pyte del Protettore, che tutt altro ha per suo stile , che di promovere, mi sono parso debitore di farla nascere in quel modo che ho saputo ; parendomi che quando non ne segua 1’ effetto , non vi sia niente di perso, nè Vostre Signorie impegnate a cosa alcuna ; et per il contrario, se seguisse, io vi considero molto di bene. Non sarebbero i Genovesi compresi in quella legge, che sono tutti li altri forastieri, di pagare doppia dogana per le loro merci, e le sarebbe concesso di poter andare in tutti li loro paesi di conquista; et se (come il grido vuole) sono andati a pigliar posto nell’ Indie Occidentali, Vostre Signorie Serenissime considerino di che conseguenze sarebbe una simile libertà da potervi navigare da Genova per diritto camino , e cose somiglianti, che all’ accuratezza di Vostre Signorie Serenissime solo devono segnarsi. Non dubito che, oltre la materia utile, non dovesse il politico anche molto profittarsene. Sarebbe del pari considerata una simile — 231 — provvigione delle due Corone, et ci discorrerebbero forse più addentro di quello suona con nostro gran vantaggio, essendo temute le cose, quando non se ne sa intieramente 1’ intentione ; et nelle congiunture presenti, non caderebbe male a proposito il loro sospetto. Questa è una Potenza cosi temuta, et adulata da questi Re, che non glielo posso abbastanza esplicare. Dio sii quello che provvede al nostro bisogno , mentre io sono molto in dubbio quale debba esserne 1’ evento. Sua Altezza, Lunedi, diede fine al Parlamento, havendoli licen-tiati ognuno di loro per le loro case. Haverebbero forse voluto qualche proroga, ma non li è stata concessa; mentre nel termine prefisso et accordato non hanno saputo operare cosa di momento. Per andar qui supplendo alle mie spese, ho tratto al procuratore di Vostre Signorie Serenissime la valuta di lire cinquecento sterline nelli Signori Giovan Luigi e Giovan Med. Supplico Vostre Signorie Serenissime a suo tempo fargliele compire, et darmene debito al mio conto. In questo punto che stavo scrivendo, mi capita la benignissima lettera di Vostre Signorie Serenissime de’ 12 passato, in risposta della mia scrittale da Parigi; et posciacchè non contiene materia alla quale debba rispondere dilatandomi maggiormente, solo dirò che non mi sono nuovi gli artificii dei Ministri di Spagna in pubblicare 1’ aggiustamento delli interessi della nostra Repubblica, sapendo da ogni cosa cavare il loro profitto. Piaccia a Dio che ne segua il vero effetto, per levarci dalli imbarazzi che possono produrre simili dissentioni. Et a Vostre Signorie Serenissime conceda ogni maggior felicità, mentre humilmente Le riverisco. Di Londra li 6 Febbraro 16J5. Mi scordavo di dire a Vostre Signorie Serenissime, che non havendo havuto occasione opportuna in questa udienza con Sua Altezza di servire il Cardinale Mazzarini in quello desiderava, non ho avuto per bene di affettarla per più rispetti, e tanto meno ha-verò luoco di farlo in altra udienza più tardita; che servi a Vostre Signorie Serenissime, perchè resti .evacuato quanto gliene scrissi da Parigi in questa pratica. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. XC. Trattato proposto al Protettore. Serenissimo Signore, » ' ^ ,^aVer ^avut0 1 honore (riverendo Vostra Altezza Se-, 1 eseguile i comandamenti della mia Republica, sono • , ieL° stesso meditando se una così buona e reciproca cor-nspon enza possa ridursi in qualche frutto di beneficio comune. ai a^e. §enerose maniere con quali si è degnata Vostra erenissima di honorarmi, prendo l’ardire di riferirle senza T Tw C^° MÌnÌStr° UU semP^ce mi° sentimento. . C1^ e rìcchezze de nostri cittadini, impiegati per lunghi nei tati di quei Prencipi che il tempo ci ha fatto conoscere f , & 1 5 sono Stati finalmente a noi materia di disgusti , et a tione 1 sPesso di grandezza , et sempre della propria conserva- • PCr ^ene^c*° della mia Repubblica, fosse salutare consiglio d andare voltando altrove queste ricchezze e traffichi, P ccie ubi bonum ibi cor ; nè parte alcuna mi conviene più P posito, che questa d Inghilterra e paesi ad essa soggetti. e trafficando con Natione amica senza sospetto alcuno di ge osia , et con eguale corrispondenza , conserverebbe sè stessa e tortune dei suoi cittadini. „ . .,ere'T Par‘mente c^e reciproco ne dovesse sortire il bene-Natione Inglese, attraendo ne’ proprii Stati traffichi di / — 233 — molta consideratione, che il tempo anderà sempre via più augumen-tando ; con fermar del pari nel Mediterraneo e nell’ Oceano lo stabilimento de’ loro negotii. Supplico dunque Vostra Altezza Serenissima di riflettere se facendosi un decreto, che per 1’ avvenire la Natione Genovese sii trattata in tutti i Stati d’Inghilterra e provincie a lei soggette come Inglese, et con le istesse prerogative, in testimonio della reciproca affettione di queste due Nationi; se sì come io stimo che questo decreto inanimerà i cittadini Genovesi ad incamminare le loro facoltà per questa strada con beneficio della nostra Republica e sua libertà, così debba l’istesso decreto essere di utile e beneficio alla Natione Inglese, per le molte ed evidenti ragioni che non dubito soccorreranno all’ infinita prudenza di Vostra Altezza Serenissima. Io espongo questo mio pensiero in abbozzo alla generosa bontà di Vostra Signoria Serenissima, supplicandola a darle forma, se lo troverà di qualche sussistenza o cancellarlo, se non lo crederà tale ; mentre in me non vive altro desiderio, che del ben comune di queste due Nationi. Nota a tergo. 1655, 8 Marzo. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avvisi la ricevuta, con lodare et approvare quello ha operato, e che si starà attendendo quel più sarà seguito : ad calculos. XCI. Lettera sen^a indirizzo ne sottoscrizione. Crescono ogni giorno più l’inditii che l’Armata Inglese sii andata all’ Indie Occidentali, anzi non vi è più chi ne dubiti. Li — 234 — gran preparativi et attrezzi da guerra , che porta , non sono per paesi dishabitati et inermi. La spesa , che arriva ad un milione di lire sterline, non è fatta per una passeggiata di vanità , ne può haver per termine le Isole Barbades ; nè il frutto che si pretende di raccogliere da una semente cosi costosa , non può esser altro che un paese molto ricco , et per conseguenza possesso da Spagnoli. Si travaglia incessantemente nell’ applicatione del Governo. Si consumano le notti intiere nel Consiglio di Stato, et il Mappa è sempre in tavola. Si prepara una nuova armata, che (dicono) arriverà fino a 50 fregate ; nè a tante forze si vede chi possa contrastare. Il giuoco è male intavolato per la Monarchia, di Spagna (secondo il discorso presente); e forse che questa gran borrasca potrebbe e dovrebbe dar spinta ad una pace generale. L’ aggiustamento con Francia si tiene per concluso nelle cose essentiali; et il non terminarlo affatto deve cadere a proposito alle materie correnti. Questi Mercadanti Richant hanno ottenuto lettere di rappie-saglia contro i Spagnuoli, per un credito che hanno con il Re di scudi 180 mila in circa compresi li interessi. Non sono anco uscite dette lettere, ]!>er il trattato che hanno con questo Ambasciatore di Spagna per riceverne la soddisfatione ; et non seguendo, hanno fregate in pronto da guerra per mettersi in mare contro i vascelli de’ sudditi del Re. Nè è valsa 1’ oppositione dell’ Ambasciatore di Spagna, protestando essere una specie di rottura il consentire simili lettere per un debito civile ; e scorgisi dar poco fastidio al Protettore il gusto 0 disgusto di quella Corona. Non ostante il sopraddetto , se qualche malattia interna attacca questo corpo, si potrebbe variare il supposto ; nè mancano le occasioni di questo male, sentendosi da più parti male soddisfat-tioni e pensieri poco bene affetti a questo Governo. ^55, 12 Marzo — Letta alli Serenissimi Collegi. - 2J5 -XCII. Serenissimi Signori, Con ultima mia diedi conto a Vostre Signore Serenissime di quanto havevo operato nell’ ultima udienza, che ebbi dal Serenis-nissimo Protettore; et hora devo dirle come, in esecutione della sua risposta, vennero da me tre Consiglieri di Stato et Secretario Maggiore , non solendosi mandar che due et senza il Secretario : che tutto dimostra la stima che si fa di Vostre Signorie Serenissime. Mi esposero essere a me inviati da Sua Altezza, per sgravare più particolarmente la proposta da me fattale con pari desiderio della buona intelligenza di queste due Republiche, alla quale desiderava Sua Altezza cooperare quanto poteva, mentre si trovassero i mezzi proportionati. Durò la conferenza un’ora e mezza, et per mia parte procurai d’imprimerle la naturale inclinatione della nostra Natione all’ Inglese : doversi dalli Inglesi stimare proprio il bene che havessero i Genovesi, et per conseguenza loro vantaggio il procurarglielo mentre tutti li altri Stati possono esserle sospetti. Il decreto che io proponevo, che li Genovesi fossero per l’avvenire trattati cóme Inglesi, et con gli stessi privilegi, era veramente un adottarli nella loro Natione; però questo esserle di molta riputatione, et cosa da Prencipe grande, come haveva fatto la Repubblica Romana per crescere maggiormente la sua fortuna. Che vi riflettessero quanto grande fosse il traffico, che con le mercantie genovesi et con la loro industria si facevano nel-l’Indie Occidentali dal Redi Spagna; et se (secondo il detto del volgo) la Repubblica d’Inghilterra vi avesse apertura, quanto sarebbe di utile praticarla nell’ istesso modo per quella strada per beneficio comune. I grani che Genova prende in altri Stati, poteasi.farlo di buona .somma in Inghilterra con suo vantaggio. I panni, che sono il nervo del negotio di questi paesi, portati a Genova in un porto franco, potersi ivi fermare senza giattura di mercadanti, come nei proprii magazzeni, et potersi valere di buona parte del loro prezzo, < — 236 — sin che fossero trasportati altrove per fenderli con più riputatione suo comouo, menti e vi sarebbero borse de’ cittadini che le soc-correrebbeio il denaio a prezzo dolce, per potere con esso maniere più vivo il loio negotio ; et finalmente tutto quello che lL ^somministiando la buona et reciproca corrispondenza. Sianoli (che sono grandi huomini) andarono molte ri-ne parlate, et più pronti al comprare che al vendere. Che conobbi > ^olsi farlo liberalmente, perchè in questa C0S* stimai m*° vantaggio. Dissero essere questa una cosa 1 molta consideratione, contrariata dalle leggi d’Inghilterra. ,. . direbbe occasione di tirarsi addosso l’odio di tutte le altre Natiom. J 4ULSti ‘'inni addietro fatta altra legge dal Parlamento , ssuno possa poi tare in Inghilterra altre mercantie di quelle nascono nel pioprio paese, a fine di far sussistere maggior q < itita di vascelli in Inghilterra, con andarvi loro a trasportarle; Ct •• ex^0IfI quest0 decreto i Genovesi farebbero loro questi ne-f . ostare che adesso non habbino tanti vascelli , poiché allettati dall’utile li oderebbero facendo. li Olandesi havevano offerto millioni per essere esenti da ^ leooe > et finalmente che tutte queste cose obbligavano a , consideratione 1 una parte e l’altra, assicurandomi che lo cl° LOn desiderio di vincere le difficoltà et non proporle solamente. ^ Risposi di mano in mano alle loro propositioni quello mi sug-& a revità del tempo; et non mi parve restassero male im-P ssi non so se per cortesia o per appagarsene. Doveranno ora rivedersene con Sua Altezza et forse un’altra volta meco, debba poi essere la risolutione, io non ho bastanti coil- li ure per giudicarla, temendo massime le diverse inclinationi dei g ieri. Sono ben certo che il Protettore desidera di poterlo , mentre ne sii la soddisfatione del popolo; se questa non vi ntraria, lo eseguirà. Sono parimente certo che quello ne riuscirà, per il si o per il no, sarà il bene della nostra Republica; et se orationi , che si fanno giornalmente in questa cappella di casa un infinità di buoni Cattolici (che vengono come ad un ban- — 237 — chetto ad udire le Sante Messe), possono appresso di Nostro Signore qualche cosa, non dubito che non siano indirizzate a secondare la pia intentione di Vostre Signorie Serenissime, che le dà questa comodità tanto da loro bramata. Penso pure che la pratica non possa havere più dilatione , che di quindici giorni in circa, per potermi poi immediatamente mettere in cammino a cotesta volta, che (a salvo col Servitio Pubblico) molto desidero, trovandomi quest’ aria del tutto a me contraria. Di nuovo dissi con altra mia a Vostre Signorie Serenissime il discioglimento del Parlamento e l’autorità absoluta di Sua Altezza, che certo si vede incamminata a fini gloriosi; sì come più non si dubita che la flotta che partì questi giorni passati non sia per l’Indie Occidentali. I Spagnuoli dicesi che faccino grandi offerte per frastornare il colpo, che se bene non fosse ne’ posti da loro possessi, ad ogni modo le dà gran pena 1’ avere così buona compagnia. II trattato con la Francia si avanza, et credesi alla fine con buon esito. Sono però le cose in questa Corte così secrete, che non si possono assicurare solo quando sono perfetiionate. Et qui per fine a Vostre Signorie Serenissime faccio humilmente riverenza. Di Londra li 15 Febbraro 1655. Di vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. XCIII. Serenissimi Signori, Sino a quest’ hora non ho risposta alcuna da questi Signori Commissarii nella pratica con loro discorsa. So bene che si maneggia , et che per tale effetto qualche mercadanti sono stati chiamati , e dalle interrogationi fattile si scorge più desiderio di ti- — 238 — rarli nel nostro sentimento , che di cercare le difficultà ; et questo argomenta una. buona volontà di chi governa; et quando ciò non segua, non se ne sarà perso in tutto qualche profitto. Questo Ambasciatore di Spagna vive con gran gelosia di questi negotiati ; et sono avvisato che prima d’ hora ne ha fatto speditione in Corte, et i suoi sensi non sono avversi della buona cor • rispondenza con la Republica, che stima necessaria. I'eme le nuove amistà in contingenze così torbide; et se questa gelosia producesse un nuovo amore (quando ben fosse forzato , purché da noi tosse per tale conosciuto) non sarebbe gettata quest’opera, quando per altro riuscisse vana. Sto con deriderio aspettando lettere di Vostre Signorie Serenissime per essere accertato dell’ aggiustamento dei nostri interessi in Spagna , come da per tutto vien pubblicato , et piaccia alla bontà di Dio che così segua per il bene univeisale della nostra Republica, che, addottrinata da tutto il successo , spero ne caverà quella quiete vigorosa e soda che merita 1 oc-culata applicatione , con quale Vostre Signorie Serenissime invigilano al pubblico governo. Et qui le faccio humilissima riverenza. Di Londra li 22 Febbraro 1655. A’ quali io soggiungo essermi di nuovo venuto a visitare 1 Ambasciatore d’Olanda, con pretesto della mutatione che io feci di casa; se forse non fosse per cavare dalle mie parole qualche notitia di questi nostri trattati, che a tutti danno per il naso quando non ne sanno la sostanza. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Nota a tergo. 1655, 12 Marzo. Letta alli Serenissimi Collegi. Se ne dii copia a chi delle persone delli Serenissimi Collegi la vorrà; escluso l’ultimo capitolo, del quale non si potrà parlare nè dar copia : ad calculos. # — 239 — XCIV. Serenissimi Signori Con mia antecedente accennai a Vostre Signorie Serenissime qualche dubbio di rivoluzione interna in questi Regni, e non fu vano il mio sospetto ; perchè assai subito si sono viste provvisioni, che ne hanno denotato l'imminenza assai prossima. Sono entrate nella Città nuove truppe, et in tutto ascendono (compresi li borghi) alla somma di 15 mila fanti e 3 mila cavalli. Si munisce la Torre di Londra d’ogni provvigione da guerra e da bocca. Si è presa in una notte quantità di cavalli dalle stalle de’ cittadini, levandoli a chi havesse pensato di valersene per servirsene ad uso proprio, inviandoli in un subito con soldatesca montata dove hanno stimato il bisogno, che si vociferava a Voi, piazza di gran consideratione, dove poteva essere il randevous dei sollevati (però questo è stato semplice sospetto). Si fanno prigioni de ogni hora, et con gran diligenza s’invigila ad ogni accidente inopinato. La dissolutione del Parlamento, fatta da Sua Altezza questi giorni addietro, può haver dato il pretesto a questa- commotione del popolo per la loro pretesa libertà (così discorre il volgo); ma più probabilmente io credo, che il sospetto di questa habbi dato il moto alla pronta dissolutione del suddetto Parlamento, per levarle l'unico appoggio dove accostarsi con autorità legale, e senza dubbio con sua intelligenza. Sono questi semplici miei pensieri, non essendo prudenza il communicarli con altri; et in breve 0 si estinguerà questo fuoco, soffocato nel suo primo disegno, con maggior stabilimento dell’autorità del Protettore, 0 correrà gran rischio di avventurarla se si scorgesse qualche divisione nella sua armata (che non credo). Questo stante , Vostre Signorie Serenissime vedono come non è stato possibile che Sua Altezza, nè il suo Consiglio, habbino fra queste grandi occupationi potuto applicarsi nel nostro negotio; et per quanto le mie notitie siino che la volontà fosse benissimo disposta a nostro favore, ad ogni modo io dubito, che, trattandosi :— 24O — di provvigione con oppositione de’ mercadanti di Londra in tempo che non vogliono disgustarli, non si risolveranno di eseguirlo. Sicché, se uno accidente impensato haverà per hora sturbato questo negotio , sarà mera volontà di Dio, alla quale dobbiamo accomodarsi; mentre e nel tentarlo e nel proseguirlo non si è mancato alla buona condotta di esso ; et per quanto alla mia corta vista mi rassembri profittevole alli indecisi nostri interessi in Spagna , et a quelli che potessero in 1’ avvenire succedere in Francia , ad ogni modo io devo ingannarmi, et me ne rimetto alla Divina Provvidenza. Questo stante, dopo di vista fra brevissimi giorni la piega di questi accidenti, tratterò della mia ritirata, con licenziarmi da Sua Altezza, non stimando prudenza il farlo in prima per non dar segno di mala opinione in una dubbiosa fortuna ; anzi premerò di lasciare il presente Governo ben disposto verso di Vostre Signorie Serenissime (come spero), non solo per tutto quello possa essere di benefitio alla Serenissima Republica in genere, ma per questa provvigione in particolare, restandone il trattato aperto per sollecitarlo , se sarà stimato espediente, quand’io havessi errato in procurarlo, et per concluderlo edam dall’Agente Bernardi, mentre solo mi manca 1’ esecutione con la volontà di Sua Altezza cosi ben disposta. Fra gli avvisi che Vostre Signorie Serenissime mi hanno fatto 1’ honorè di parteciparmi con 1’ amorevolissima Loro delli 3 caduto , quella del modo di contenersi il Governatore di Milano nell’ esecutione dell’ apontato in Spagna per l’interessi del Finale, mi è stato di sommo disgusto ; e dubito che senza una gran necessità non se ne varierà il consiglio, se haveranno in Spagna appreso il gran vantaggio che ricevevano di sottomettere queste differenze alla discussione delli Consigli d’Italia , o Aulico, non per il vantaggio dell’ affetto di essi a loro propitio, ma per quello che noi stessi et il Mondo li approvarebbe per nostri Giudici nati. L’Ambasciatore di Francia non ha voluto restare indietro alle cortesie di quello di Olanda, et venne parimente ieri 1’ altro a visitarmi con ogni dimostratione di stima al solito. Le ho poi restituito anch’io la visita, per compire alle mie obbligationi; et questo — 241 — è quanto possa ragguagliare Vostre Signorie Serenissime dell’ occorsomi in questa presente settimana; et qui con ogni riverenza a Vostre Signorie Serenissime bacio le mani. Di Londra il primo Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Nota a tergo. 1655, 22 Marzo. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avvisi la ricevuta, e se le invii copia dell’ avviso venuto da Napoli in materia delli due Genovesi che furono all’Ambasciatore di Spagna in Londra, per esplorare quello va esso operando, acciò se ne voglia aggradirle li avvisi : ad calculos. xcv. Serenissimi Signori, Ha così bene preso il suo tempo il Ptotettore nel scoprire ed estinguere queste imponenti cospirationi, che con haverne prima d’ ora havuto notitia , non ne ha accelerata l’esecutione per meglio conoscere tutti gli invitati al festino ; et per 1’ altra parte ha così bene assicurato il tutto con le sue oculate provvisioni, che in luogo di dannp ne caverà il suo vantaggio. Si sono havuti avvisi di quiete da tutte le parti del Regno, non ostante che si siano fatti nell’ istesso tempo in diversi luoghi molti prigioni. L’armata tutta resta con intiera obbedienza (et questo era il punto principale). Si elegge una Camera di giustitia per il castigo de’ delinquenti, che sarà di beneficio al Fisco per più d’ un millione di lire sterline. Si fa una levata di 6 mila fanti Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. *6 — 242 — per guai dia di Londra, che pagherà la Città istessa come sua militia, al comando pero delli Ufficiali dipendenti da Sua Altezza; et m questa occasione si esige una tassa da tutto il Regno di un milione e 300 mila lire sterline, che vuole bavere il Protettore nel suo eraiio sempre per scorta delle sue imprese. E finalmente en v edesi che la foituna non è amica delli assopiti. Quanto al nostro negotio, che con qualche delicatezza ho solecitato dal Societario di Stato di Sua Altezza, per favorirmi si è compiaciuta di volerne parlare da solo a solo, et in confidenza, con 1 Agente Bernardi suo molto domestico per amicitia antica; et ha\erebbe tatto meco istesso, se in questo non havesse voluto evar 1 occasione de discorsi. In ristretto, egli resta persuaso dalle ragioni da me addotte, et approva il concetto, chè l’ingrandimento della nostra Republica non le può essere sospetto ; lo desidera et lo procureià quanto potrà; et stima che la nostra sia vera af-ettione all Inghilterra per il nostro proprio bene. Si mostra quasi deliberato di eseguire quanto si desidera, ma a suo tempo, et con le sue convenienze e rispetti; et da’ suoi discorsi conosco che all hora lo farà volontieri, quando sarà a noi di maggior profitto , et se haverà effetto l’impresa delle Indie, non conosco tempo più opportuno. Di accordo habbiamo con l’istessa confidenza aggiustato che io non solleciti risolutione alcuna della mia proposta, ma la lasci nella consideratione del Consiglio sino al- 1 opportunità del tempo ; ed havendole fatto significare che io penso in bieve di ripigliare il mio viaggio per costà, ne ha mostrato sentimento : ha però approvato che resti appoggiata questa pratica nel grado che si trova all’Agente Bernardi, quale si vede che ha gusto di accreditarlo come suo intrinseco. Da lutto ii seguito Vostre Signorie Serenissime faranno giuditio che mantenendosi ferma la volontà del Protettore et la sua for? tuna, la Republica potrà cavarne qualche vantaggio di consideratione; et intanto più maturamene delibereranno sopra la corrente piatic?, quello che alla giornata stimeranno più ispediente per il seivitio publico; mentre io, nel promoverla et proseguirla, non ho havuto nè forma nè tempo di consultarla che con la mia debolezza; quale supplico Vostre Signorie Serenissime per Loro — 243 — benignità di compatire. Con questo, non essendo più necessaria la mia dimora in questa Città, procurerò da Sua Altezza 1’ udienza per licentiarmi e per spedirmi a cotesta volta quanto più presto mi sarà possibile. Et per fine accuso a Vostre Signorie Serenissime la ricevuta delle humanissime Loro de’io e 15 Febbraro in un istesso tempo ; quali non mi arrecando alcun loro comandamento , non mi porgono altra materia che di accusargliene la suddetta ricevuta. Et qui a Vostre Signorie Serenissime faccio hu-milissima riverenza. Di Londra li 8 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Noie a tergo. 1655, 27 Marzo. Letta a’ Serenissimi Collegi ; et in palle deliberato si accusi a detto Ambasciatore la ricevuta delle sue , e si gradiscano gli avvisi. Del capitolo che tratta delle cose d’ Inghilterra si possa dar copia. Et se ne mandi anche copia a Roma, Napoli, ed agli altri Ministri al solito. A 30 detto. Si gradischino ancora a detto Illustrissimo Ambasciatore le diligenze et uffici sin hora fatti per la pratica del commercio, e se le incarichi che prosegua a promuovere al possibile, godendo delle buone dispositioni del Signor Protettore, e procurando di allargarle ovvero di lasciarle in quel migliore stato e speranza del buono esito che alla sua diligenza diretta con effetto sarà più possibile. —244 — XCVI. Serejiissimi Signori, Dopo di scritto un’ altra mia di questo giorno, ricevo una di Vostre Signorie Serenissime delli 20 passato, con quale mi ordinano che io trattenghi la mia partenza sino a Loro nuovo ordine , per deliberare circa di essa quello stavano praticando per servitio publico in qualche materia, della quale non me ne motivano cosa alcuna. Così dunque eseguisco, perchè alli comanda-menti di Vostre Signorie Serenissime vi sono tenuto. Non lascio però (con la debita reverenza) di supplicarle di haver consideratione allo stato della mia casa , lasciata per poco tempo in totale abbandono, et di conoscere che le riuscirebbe troppo dannosa una più lunga absenza, oltre una mala salute, che mi cagiona quest’ aria a me poco confacente. Accenno il mio bisogno alla prudente bontà di Vostre Signorie Serenissime, et son sicuro che, mentre possino egualmente provvedere al servitio publico et alla mia necessità, vi faranno quel riflesso che come padroni amorosi sogliono fare verso de’ suoi cittadini ; et avendo con altra suplito a Vostre Signorie Serenissime, per fine di questa faccio hu-milissima riverenza. Di Londra li 8 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. XCVIL Serenissimi Signori, Sospesi la mia partenza, in conformità delli ordini di Vostre Signorie Serenissime con Loro de’ 20 passato ; et sto con desiderio attendendo d’ intendere li Loro prudenti motivi con le lettere dell’ ordinario seguente non ancora comparso. — 245 — Le cose di qua (come tutte 1’ altre del Mondo) mutano spesso di faccia, o almeno lo paro a chi non ne sa le intentioni intrinseche. Così segue nella pace colla Francia, la quale siccome prima si stimava terminata, così hora si crede rotta o lasciata cadere. Però, quanto a me, credo che non le difficoltà che sopravvengono nel trattato siino causa della rottura, ma la volontà delle parti causi le difficoltà quando non le sta bene il concludere. I Spagnuoli hanno fatto grandissime offerte; et il punto sta se possono essere effettive ; il certo però è che non lasceranno cosa possibile per assicurarsi di questa amistà; et se bene la pratica delle Indie pare che la escluda, ad ogni modo credo habbino anche pensato per il suo rimedio. Io non ho abilità di penetrare 1’ avvenire; dico bene che il vedersi Vostre Signorie Serenissime alli piedi per qualche poco tempo nel trattar di risoluzioni fisse, lo stimo consiglio salutare, per quanto io conosca grande il pericolo di una febbre lenta. Il Protettore è un grandissimo huomo, et più di quello ognuno si possa immaginare. Nutrisce pensieri vasti, e sa valersi de’ tempi. Conosce 1’ una e l’altra Monarchia per sue poche amiche, et da ognuna di Loro caverà il suo maggior vantaggio, senza altra passione che del suo proprio bene ; et per il suo negotio di presente, il tempo è un gran mezzano. Non si lasciano di sentire sottovoce qualche altri moti ; de’ quali, non ostante le diligenze fatte, sin hora non se ne è visto il fondo. Il Marchese di Leiden, che doveva venire Ambasciatore straordinario del Re Cattolico, et che haveva sopraseduto il suo viaggio, hora con nuovi ordini di Spagna lo ripiglia, et si dice che sarà qua fra otto giorni; chè le sarà facile per essere Governatore di Doncherchen. Et questo è quanto posso dire a Vostre Signorie Serenissime per hora; alle quali per fine faccio humilissima riverenza. Ho fatto tratta al Provveditore di Vostre Signorie Serenissime la valuta lire mille sterline in due partite. Supplico Vostre Signorie Serenissime farle sodisfare, con darmene debito nel mio conto. Di Londra li 12 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. 9 — 24 6 — XCVIII. Serenissimi Signori, quale TconÌIZ l $J° ' SerenÌSSÌme de’ 23 CadUt°’ “» >“ P“to in gran dubieti di qnelio mi'habV V" P‘lrtenZ3’ nel]’ istesso tempo U vo.ontà di Vo” e St 7 ^ servitio publico tanto H Signorie Serenissime et il l’havere la presente eoa ^ L°"nesso' et alla che Pure dipende mente e no ^ P°C° gravi‘ Per ]’a^a> l’ubbidire cieca-Havendn A ^rpretare le intentioni, sarebbe colpo più sicuro. 1’ intentior, mUt° a tutt0 c°nsideratione, per meglio accertare F sZ n? d\V0Stre Si^°rie Serenissime, a quel modo che mi LToTo d0Vr — in risposta di questi miei dubii, mi "ente Re/ *lla mia ambigL^a di fare che r A‘ tezza in nar 1 allS Strette ('C°me suole taI vo,ta) con Sua AI_ rintracciare°nVerSatl°ne ^ SU° gUst0’ a s°l° a so,°> Per meglio Der j . S,U01 sentimenti; come è seguito fortunatissimamente cavatn ^ 1 tre llore> et con intiera libertà. In sostanza ne ho della S • .lrnrnaturo di poter per hora far cosa alcuna in servitio an"^!i q^nto vi habbi F inclinatione; ■ ini ' ,ede “ 1Ìbr° italia"° ^ernardi, nel qnale si di temo Pernreg IQdubitata di non volere trattare le cose fuora stre s£ f' P.artÌColariti di detti e, di libro denotano a Vo-lontà e an 1 Crei|lssime in un istesso tempo la sua buona vo-quando io partivo 'nt^lhSenza ,n queste pratiche. Domandò et soesiuncp i* i ° 1 Via^10 in questa buona stagione; s o sfn o parr0letah'?hlben dimo«--ano essere qneL il -nso. Passarono molti discorsi domestici, et da molte parole - 247 - parmi di haver compreso che molte cose le restano a fare, che non possono così di breve maturarsi ; et dubito che li Spagnuoli habbino seco giocato qualche gran colpo nell’ Indie, et che la sua armata possa ritornare ricca d’ argento, et Dio sa a spese di chi. Sono questi miei discorsi ricapezzati da parole interrotte, et da molti altri accidenti, che meglio si possono discorrere che scrivere : il tempo però di qualche mesi chiarirà gran cose; et Vostre Signorie Serenissime, godendone, haveranno comodità di fare le Loro risolutioni molto accertate. La mia partenza non può essere di nocumento alcuno imaginario al servitio publico , et il bene che potrebbe operare con rimandar l’Ambasciatore è cosa rimediabile, quando il bisogno lo portasse; all’ incontro il fermarsi dà mostra di molti inconvenienienti. Lo stare otioso senza operatione alcuna, dopo di essersi quasi licentiato, è un indebolire l’Atn-basciata, e renderla meno vigorosa in molti mesi d’ otio. Il partirsi adesso è farlo in un stato di perfetione in materia di honore e di stima, non vi essendo più che guadagnare; et il fermarsi è aventurarsi alla perdita per le altrui suggetioni, tralasciando gli accidenti d’una repentina mutatione di Governo, massime del Re, le cui speranze ripullulano (se ben credo invano); et all’hora potrebbe dubitarsi che si avventurassero quelli honori e preminenze, delle quali hora Vostre Signorie Serenissime si sono impossessate. Soggiungo se sii desiderabile di essere qui un Ministro della Serenissima Republica, al quale siano Vostre Signorie Serenissime forse tenuti per convenienza dar qualche ordine ad instanza di qualche gran Prencipe, che non le sia conveniente il farlo prima del suo tempo ; et per conclusione, io credo che il venire io di presenza a dar conto a Vostre Signorie Serenissime di questi affari sia il più accertato et più utile, non rifiutando (quando bisogni) il ritornarvi; chè non sarebbe mai se non in tempo di essere utile il viaggio et la spesa: quel che non segue adesso, se non m’inganno. Ho dunque per meglio (e spero che così Vostre Signorie Serenissime approveranno) di seguitare la risolutionc della mia partenza; poscia che non ho pretesto apparente per colorire con Sua Altezza la mia fermata. Non mi spedirò in fretta, perchè se con le lettere susseguenti di Vostre Si- — 2^8 — gnorie Serenissime vi fossero più precisi ordini, con altri motivi di negotiato, mi fermerò di nuovo , et sarà giustificata con Sua Altezza la variatione di questa risolutione; soggiungendo che hanno Vostre Signorie Serenissime un vantaggio, che non ha nessun altro Prencipe, di havere un altro suo Ministro, che è l’A-gente Bernardi , così intrinseco di Sua Altezza, che da ogni hora sarà informato della sua intentione; et potranno, senza 1’ apparenza d’un Ambasciatore, pigliar meglio la loro misura nelli negotii che si havessero a trattare, per eseguirli poi con le apparenze anche quando fosse necessario: il che segue con gran vantaggio, e con manco contramine delli adversarii. Se però in tutto questo ha-vessi preso qualche errore, che non sarà mai se non per il zelo del ben publico, così da me creduto, da ogni luogo dove mi trovi incontrando ordini contrarii di Vostre Signorie Serenissime , sarò pronto per l’istessa strada a ritornare. Et qui con ogni humiltà faccio a Vostre Signorie Serenissime humilissima riverenza. Di Londra 15 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Signore Ugo Fiesco. XCIX. Serenissimi Signori, Non ostante quanto scrissi a Vostre Signorie Serenissime con mia antecedente circa la mia partenza, desiderando di accertarmi più al sicuro della Loro volontà, mi ero risoluto di andarla dilatando sotto varii pretesti sino alla rispo’sta di detta mia ; et a quest’effetto ho tralasciato in questa settimana di domandare udienza a Sua Altezza per licentiarmi. Qualch’ altre considerationi però, et un timore che cadit in constantem virum, mi hanno fatto variar di pensiere. Questi Medici di Londra, con quali per mia disgrada tratto più di quello che vorrei, osservano preludii, secondo loro indubitati, di — 2^9 — una prossima peste, et dicono che mai non hanno errato ne’ tempi passati: un di loro mi ha consigliato di prevenire anticipatamente qualche casa in campagna, lontano 70 od 80 miglia dalla Città, posciachè il risico di fermarsi in essa è grandissimo et quasi inevitabile per il furore con il quale si accende in questo paese. Considero che quando questo pronostico non riuscisse vano, darebbe fuoco di primavera; nella quale di già entrando, et non appigliandomi al consiglio di salvarmi alla campagna, forestiere di lingua diversa , con molta gente , segregato dalla corrispondenza di fuora del Regno, ct esposto alli inconvenienti de’ tumulti, che con qualche apparenza possono succedere, sarebbe necessario ritirarsi per via di Francia: il che forse all’hora non mi riuscirebbe, perchè alle nuove prime di questo male, subito si serrano li passi. Questo motivo fa qualche impressione nella mia debolezza, non tanto per la mia persona, che poco più avventura, quanto per il restante della compagnia, parendomi di essere obligato a provvedervi in tempo, mentre si pagherebbe troppo caro il non haverlo fatto. Ma non lascia di farmelo maggiore il vedere preparata la materia di nuovi moti, nella decisione de’ quali non vi è che guadagnare per Vostre Signorie Serenissime il trovarvisi un loro Ministro ; e pendente questo tempo, credo superfluo, inutile e forse dannoso il trattar de’ negotii; si come vantaggioso il ripigliarli a suo tempo, mentre lasciando la volontà del Protettore così ben disposta, ogni alteratione le potrebbe in questo mentre essere pre-giuditiale. Stimo dunque che Vostre Signorie Serenissime approveranno quest’ ultima mia risolutione di partire più presto che io possa, mentre dalla mia partenza non ne riceve pregiuditio alcuno il servitio publico, anzi benefitio (se non m’inganno), convenendo di molte cose starne in riputatione ; quando il disinganno non è profittevole, massime non mi havendo le ultime lettere di Vostre Signorie Serenissime de’ 2 Marzo recato ordine alcuno di D agire, nè prossima occasione di doverlo fare, che è quello stavo attendendo per pigliarvi 1’ ultima risolutione. Et con esso avviso Vostre Signorie Serenissime la ricevuta del resoconto de’ trattati con la Spagna in materia del Finale, che corrisponde alle lettere di Vostre Signorie Serenissime in più tempi scrittemi, e notate in — 25° T essa, che tutte ho ricevuto, come sempre Vostre Signorie Serenissime haveranno visto per le mie; et solo infinitamente mi dispiace di vedere mal incaminata la volontà di quei Ministri a nostro danno, e dubito che vorranno fare l’ultima prova della nostra patienza; sì come spero che Vostre Signorie Serenissime, benché stuzzicati, non la cimenteranno che con il loro vaneggio > godendo solo come farebbero Loro delle congiunture opportune. La pace con la Francia resta ne’-termini avvisati; e pare che mentre il tutto restava per appuntato, il mancamento venga dalla Francia, che ha preteso qualche cosa di nuovo, che per quanto habbi del ragionevole non se ne era trattato. Ognuno sta sopra i suoi vantaggi : si negotia il tempo et si aspettano eventi, chi del-l’Indie e chi dell’Inghilterra. Sua Altezza fra due settimane uscirà o in campagna; et a quest’ effetto si preparano truppe volanti. Li suoi motivi non devono essere senza fondamento ; nè si fa cosa qua di leggiero. Si sentono varii sussurri da- tutte le parti, et è chi parla di qualche infedeltà ne’ suoi proprii, chi teme e chi spera , e finalmente vi è chi dubita che convenghi venire a qualche decisione finale; e tanto più se fosse vero che il Re si fosse portato in Inghilterra di nascosto, sentendolo partito da Colonia al-1’improviso. Io non lo credo però; et stimo che il desiderio della maggior parte faccia sognarle il loro gusto. Et qui a Vostre Signorie Serenissime con ogni humiltà bacio divotamente le mani. Di Londra li 23 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime L’ avviso della tratta fatta a Vostre Signorie Serenissime delli pezzi 2201 e 17, valuta di lire 500 sterline, ho conosciuto ha-verglielo dato nella lettera susseguente; et perchè non succeda altro errore, va qui sotto la nota delle altre tratte fattele dopo di esse; et sono: una delli 15 marzo di pezzi 2181 2/„, valuta di lire 500 sterline; un’altra delli 19 detto di pezzi 3889, valuta di lire 875; con altra di pezzi 1000, pure delli 19, valuta di lire 225 - 251 - sterline. A’ quali tutte Vostre Signorie Serenissime faranno dar ricapito, et darmene debito al mio contò. Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. C. Serenissimi Signori, Non era molto lontano il pronostico, che feci a Vostre Signorie Serenissime con mia ultima, di qualche nuova turbolenza in questo Regno; poiché assai subito si è scoperta una seditione nel paese di Salsberì con capo soldato di qualche estimatione (i), che entrato in quella Città fece acclamare il Re Carlo Stuardo. Il seguito non ha potuto essere di molta consideratione, per non essere scoppiata la mina a suo tempo in altri luoghi. Di qua si sono fatte diligentissime speditioni a quella volta, così d’Infanteria come di Cavalleria; et tutto si crede a quest’hora rimediato. Si custodisce questa Città di Londra con gran diligenza, come posto più importante di tutti; e le strade, così di notte come di giorno, non sono mai vuote di soldati. Hier 1’ altro fu preso un carro carico d’arme di più sorte, che entrava sotto nome d’altre merpantie ; et a misura delle male intentioni crescono le occulatissime diligenze di Sua Altezza e suo Consiglio ; e non disquida punto nella vigilanza dovuta in simili frangenti, con la quale è certo che si ridurrà finalmente in sicuro porto di quiete. Queste importantissime occupationi non mi hanno permesso sin hora l’udienza da Sua Altezza per licentiarmi; seguirà però domani, restando appuntata per questo giorno. La pace con la Francia sta ne’ termini avvisati; e dubito che non si avanzi nella reciproca buona volontà, massime per queste nuove rivolutioni, quali fanno osservare più d’ appresso le inclinationi e segnare le cause. All' incontro io mi parto con intiera sodisfatione del Pro- (i) In Salisburv i capi della sollevazione realista furono Penrudock e Giove. tettore suo amico, et in Vostre Signorie Serenissime Principe confidentissimo; et spero che a suo tempo ne goderanno gli effetti, confermandomi che non convenga aspettare questo tempo di qua, ma di costì, per godere in ogni cosa il suo vantaggio. L’Ambasciatore di Ollanda venne tre giorni sono a visitarmi, senza altra occasione che di buona corrispondenza. Le ho reso la cortesia senza pregiuditio d’un’altra visita, che le farò, per licentiarmi da lui dopo di farlo a Sua Altezza. Scrissi hieri il di sopra, et aggiungo queste due righe hoggi che è Lunedì, dopo di essere stato all’ultima udienza di Sua Altezza, havendo compito meco con ogni cortesia, con inviarmi le sue carrozze a levarmi di casa. Fu la visita, come è il solito, in publico sì, ma non nella Gran Sala, come si fa nell’ entrata. Rinnovai al meglio che io seppi il desiderio di Vostre Signorie Serenissime in servir lui et queste Nationi; lo pregai ad honorar questa mia partenza de’suoi comandi; et 1’assicurai che fra Prencipi d’ Europa non ve ne era alcuno, che più desiderasse la sua grandezza, che Vostre Signorie Serenissime ; et che per quello spetta alle propositioni da me fatte a Sua Altezza, per il ben commune di queste due Republiche, posciachè il presente tempo non permetteva di digerirle a fatto, lasciavo all’ Agente Bernardi le necessarie instruttioni per restringerle, quando Sua Altezza ha-vesse stimato il tempo opportuno; e diversi altri complimenti che qui non sono necessarii ad infastidiare Vostre Signorie Serenissime. Rispose il Protettore con modi di straordinario affetto verso Vostre Signorie Serenissime, havendomi anco più di quello doveva nella propria persona ; acettò di trattare a suo tempo con il Bernardi quello li havevo lasciato in instruttione delle suddette propositioni; et parvemi parlasse di cuore, secondo quello mi ha riferto il Bernardi, che ne è stato 1’ interprete, e domani doveri darmelo in scritto per mia memoria. Con questo mi spedirò più presto che sia possibile, per mettermi in viaggio a cotesta volta, per riferire a Vostre Signorie Serenissime di presenza più ampiamente lo stato di questi negotii ; et non dubito che da questo Vostre Signorie Serenissime non approvino detta mia partenza in questo tempo; et per non esser — 25 3 - venute in questo ordinario lettere d’Italia, manco di quelle di Vostre Signorie Serenissime a quali rispondere. Et humilmente per fine Le riverisco. Di Londra li 29 Marzo 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. CI. Risposta di Sua Altera nella ultima udienza data al Fiesco. Habbiamo stimato e stimiamo molto quelli reali et amorevoli ufficii, che così liberamente et sinceramente sono stati espressi di Vostra Eccellenza verso di Noi et queste Nationi, di parte di quella Serenissima et nobilissima Republica di Genova; li quali Ci hanno stabilito tal impressione d’ amistà, che assicuriamo Vostra Eccellenza che quando et dove potrà tener occasione, 0 di Noi 0 di quello possiede questo Stato,, che saremo sempre prontissimi di abbracciare qualsivoglia cosa per il bene di quella Serenissima Republica , et manifestare la particolar stima et amistà teniamo con essa ; et trovandosi Vostra Eccellenza di partenza verso la Patria, gli auguriamo felice et prospero viaggio, assicurandola che le sue nobili et galanti maniere con che s’è comportato sempre rimaneranno qua con Noi, duplicandola che se qual si voglia cosa qua possa essergli di servitio prima 0 nella sua partenza di volersi esser servita liberalmente di comandarlo. E per quello tocca le materie rapresentateci, et che restano appresso di Noi conforme al desiderio di Vostra Eccellenza, non solo in esse ma di quello di più potrà in futuro condurre al reciproco bene delle due Republiche, ne tratteremo a suo tempo con il Residente Signor Bernardi, che vediamo volontieri restar appresso di Noi con sufficiente potere ed instruttioni; al quale in tutti tempi dimonstraremo ogni respetto e favore. 254 — CII. Serenissimi Signori Le lettere di Vostre Signorie Serenissime delli 8 Marzo, che non hebbi Lunedì per non esservi stato lettere d’ Italia, le ìaevo adesso con altra speditione di Parigi. Per esse vedo come stre Signorie Serenissime havevano approvato il modo ^ dell a pertura che haveva fatto con questa Altezza e Ministri in ma teria del commercio; e sento gusto di havere incontrato la 010 sodisfattione, per quanto, come haveranno visto per le ^ etteie susseguenti, non ne possino per hora godere gli effetti. Sara peio, a Dio piacendo, a suo tempo ; et il partirmi senza altro negotio di presente, obliga maggiormente Sua Altezza di cortesia, sti^ mando per questo verso la mia Ambasciata intieramente per suo ossequio. Il giorno seguente, dopo di licentiatomi da Sua Altezza, ^ dosi fuora della Città in campagna aperta una mostra gcn<^ con altri esercitii militari di 6 mila fanti, levati dalla Citta Londra a sue spese et per sua guardia (così politicamente con cessali da Sua Altezza), hebbi curiosità di vederla. Nè la mia riosità fu inutile all’ estimatione di Vostre Signorie Serenissime, perehè essendo stata fatta una gran beltresca, in quale stavano ^ Governatore di Londra et li Senatori di essa secondo li^ or gradi per assistere a questa fontione, havendo mandato il ° 0 nello Anseimo mio scudiere per havere maggior commodita per vedere in detta beltresca quest’ attione, scese il Governatore et Senatori a ricevermi alla carrozza, et condurmi in essa, come con molta cortesia. Venne assai subito 1’ Ambasciatore di O an , quale, introdotto nell’ istesso modo, mi diede occasione di deci e alla presenza di tutta Londra la giusta precedenza che si ^ Vostre Signorie Serenissime in concorrenza della Republica di ^ landa. Mi riuscì felicemente, et seco mantenni la mano dritta per spatio di quattro hore, che durò la tontione, et solo compatii la bontà di questo Ministro, che nella sua agonia non ebbe pronti - 25) — espedienti da distrigarsene; et per sigillo di essa, havendo il Governatore, secondo lo stile, fatto portar del vino, fece brindisi al figlio del Protettore che vi si truovava, e lui lo portò a me, come il più degno, et io rispondendo lo portai all’ Ambasciatore di Ollanda ; et con questo si fece per terza mano la seconda decisione. Quest’ attione haverà sciolto un dubbio, che fece quest’ Ambasciatore di Francia al Padre Sanseverino, di chi haverebbe preceduto in luogo terzo delli due Ambasciatori di Genova et Ollanda. Mi è parso debito mio darne conto a Vostre Signorie Serenissime per quello possa essere di servitio publico in altre occorrenze; spiacendomi che sin hora non si estenda la mia attività solo nell’ estrinseco delle cerimonie. Di nuovo non ho che soggiungere a Vostre Signorie Serenissime del scrittole quattro giorni sono; mentre io sto solo attendendo li dispacci da Palazzo per poter fare la mia partenza, havendo hieri visitato 1’ Ambasciatore di Francia, et hoggi segue di quello di Ollanda; sperando che al più tardi seguirà Lunedi, a Dio piacendo. Et a Vostre Signorie Serenissime faccio humilis-sima riverenza. Di Londra il dì primo di Aprile 1555. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Nota a tergo. 1655, 26 Aprile. Letta alli Serenissimi Collegi. Si notino nel Cerimoniale le particolarità avvisate, circa la precedenza avuta in concorrenza dell’ Ambasciatore di Olanda ; ad calculos. 256 — cin. Serenissimi Signori, sibile cavarne le snedY C.anccliene è cosi grande, che non è pos-a loro servono di a" 1 S° n°n C°n d^at*one d* settimane, che non havere ancora’ wL li .Cfedevo di Partir ^ 5 ma Per lettere credentiali a V debltl passaporti, e la risposta delle -farlo che posdimani °StlC ^§norie Serenissime, non spero di Ambasciatori di Fra e.SSendom* intanto spedito dalle visite di questi t’hieri a nrecnrm- -TV3’ *“^anda> che tutti due vennero avan-Piegarmi il buon viaggio 11 trattato dell’aera' ne avvidi quando fu mant”^0 C°n ** Francia sì ripagherà, e me bile pretesto. L’.m ^ Jt° 3 Vuoto da quest’Ambasciatore con de-per licentiarsi ^liela amento de^ udienza, che haveva domandata quando sarà e^ual ^ e<^ISM" ’ c cosi segue, et allora si concluderà, colta resta in un soj C Ut^C ad ambi le parti, posciachè la diffi-tiniamente occupato d ,^Unt°5 Ct ^ ^a resfitutione del Canada ul-manente aggiustati - * 1 in ^ndla> essendo di tutto il ri- fini. Pare che vi s’' C|uesto serve ad ognuno di pretesto a loro e che g» sia parti“ XL'bUT" ddI’armata che andò in lndie’ non può più dubitarsi d * C°n essers* rinfrescata di gente: rirsi per li Spaanu r 6 ^ SU3 *ntentione ; e solo resterà a chia- Credo però che°non si*aKK°SÌ10n-° CSSerle compagni, o nemici, bussole da naviae d - ^ °nin° ^ ne&oti°> e che maneggino tato con la Francia ^ VCntÌ' ^uest0 Staccare però il trat-Marchese di Leiden dev ^ ni*.-Pare Sran buon segno per loro. Il rivare; e mi par strano ?Cn^e °^n* §i°rno, ma non si vede ar-tatione e complimento ° ^ % engbl ad una Ambasciata di osten-mata, perchè potrebbe'asPettare la riuscita di quella ar-Dei moti di questo ^ £ mutare ^ concetto del suo dircorso. essendo i complici stat^ ^ n°n ^ Sente cosa di consideratione, hieri, che fosse statoV ^restamente sorpresi; et se una voce sparsa sarebbe un gran cnl Prj'gione il Re Carlo Stuardo, fosse vera, 8 C0IP° PCr 11 Pro“«ore; n,a io no, lo c^do, paren! - 257 — domi troppo strano che questo Prencipe si possa essere avventurato con sì poco fondamento, e doveremo chiarirsene per tutto dimani. L’ haver scritto al Signor Giovan Battista Pallavicini in Parigi che trattenga le mie lettere, è causa che io non ho quelle di Vostre Signorie Serenissime in questa settimana, a quali io risponda. Non mi figuro però di havere per esse occasione alcuna di servire ; posciachè le precedenti non me ne additavano alcuna dispositione. Con questo penso, a Dio piacendo, partirmi posdiinani per li Duni, dove Sua Altezza mi farà 1’ honore di uno de’ suoi vascelli- per condurmi in Francia. Io ho dalla sua bontà tutti li segni di buona corrispondenza vesso Vostre Signorie Serenissime; e non dubito che, fermandosi la sua fortuna, e succedendole s 7 qualche cosa di quello ha progettato, non facci quanto io le proposi in servitio della nostra Republica. Et questo succedendo, con poche righe, spero, saremo in assai buona postura, per non soffrire dalla Spagna e dalla Francia così impunemente gli effetti de’ loro capricci, e forse direi del Turco, se a Vostre Signorie Serenissime non le paresse che io mi avvanzassi troppo nelle speranze. Però, a Dio piacendo, supplirò di viva voce a quanto manca la sterilità naturale della mia penna; et a Vostre Signorie Serenissime faccio humilissima riverenza. Di Londra li 5 Aprile 1855. Di Vostre Signorie Serenissime In questo punto mi vien riferto essere venuto avviso che siano stati arrestati nelle parti di Francia i vascelli inglesi, e quivi preso questo molto a male; sì che la nuova apertura di aggiustamento con la Francia se n’ anderà a vuoto. Nè si verifica la prigionia del Re con li nuovi avvisi. Quando Vostre Signorie Serenissime habbino per bene di inviarmi galea per levarmi a Marsiglia, stimo doyermici trovare (se il mio conto non erra) in 3 5 giorni ; e di nuovo a Vostre Signorie Serenissime bacio humilissimamente le mani. X Hmilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. >7 • 2 58 — CIV. Serenissimi Signori, renissime /dover ^tre)0"^ SCr'SS' a V°Stre SiSnorie Se‘ lettera per Vostre ’■ °P° r ,lavuta la risposta della dp4orto“;urorie.Serenissimeda queiLi c—« usato a«li altri Amh usuta> lobba e gente, in stile non più °^e :d un vieto rsÌ£ Z°n0remle™ * T°’ “ vicina rada) di cond„rm; n- ^ asPettando in a* 9uale tanto devo per la sua vendo desiderato Tconcl'1?0 ^ k. ed H fastidio; ha" | intera sodisfirrin U 616 ^uestcl mia dimora in Londra con d ^e di V^T0: “ *"*“ di fatto in modo, fra queste Nationi 'gnone Seienissime non resti oscuro Sigt“rSe0renLsi„°r Pi“ C°nferm0 Che debk> d* V-tre essere approvata questa mia partenza, in — 259 — tempo che resti il tutto in così buona dispositione, e che non le sia difficile ad ogni loro mossa di ottenere oportunamente qualunque cosa si desiderino; mi sono parso debitore di dare a Vostre Signorie Serenissime nuova di me et del successomi in questo poco tempo, perchè siino avvisati della tardanza del mio viaggio, causata dalla perversità di questo tempo, che tuttavia dura, nè si vede il fine, con molto mio disgusto e non minor dispendio. Et qui a Vostre Signorie Serenissime faccio humilissima riverenza. Di Gravesenda li 13 Aprile 1655. Di Vostre Signorie Serenissime é Hmilissimo et Devotissimo Servitore. Ugo Fiesco. CV. Serenissimi Signori, I cattivi tempi, che sono corsi peggiori assai dell’inverno, hanno ritardato il mio viaggio più di quello mi credevo sin qui a Parigi ; dove sono arrivato , per ripigliarlo a cotesta volta, a Dio piacendo. Sbarcai in Diepe, dopo di essere stato tre giorni in mare, havendo il Capitano della nave, secondo i suoi ordini, sparato 36 pezzi di cannone tutti con palla al detto mio sbarco: honore non più usato ad alcun altro Ambasciatore, con ammiratione di quella Città, che ne sentì il rumore. Il Governatore di essa, con cortesia propria della sua generosità, mi regalò di un pranzo molto hono-revole, in riguardo della stima che disse doversi fare alli Ministri di Vostre Signorie Serenissime. Ho qui trovato in Parigi le lettere di Vostre Signorìe Serenissime, de’ 16, 23, 30 Marzo e primo Aprile, qui ritenute parte di mio ordine dal Signor Giovan Battista Pallavicini, et altre inviatemi a Diepe dal detto Signore; 1 ultima delle quali poitandomi — 260 — ordine di procurare l’indennità delli interessati nella nave 5. Agostino, mi ha dato motivo di subito inviare all* Agente Bernardi in Londia la memoria che \ ostre Signorie Serenissime mi hanno mandato per Loio servitio in questo affare, acciò possa secondo Bli ordini di \ ostre Signorie Serenissime fare quello che haveria fatto io, se fossi stato presente, come mi assicuro non mancherà i eseguirlo in buon modo. Servendo a Vostre Signorie Serenissime di avviso, che questo interesse ha sentito più il mancamento e a sollecitatione di chi ne ha il pensiere , che di protetione, qua e io spontaneamente offersi, trattandosi d’interesse de’ Genovesi a Nicolò Ferrari, che non truovò mai tempo di prevalersene, com’ io più volte ne lo sollecitai. Io non ho in che dilatarmi a Vostre Signorie Serenissime delli affari d Inghilterra ; e solo le confermo che restano in buonissimo stato, quanto all ottima dispositione di Sua Altezza verso di Vostre Signorie Serenissime; et che fermandosi la sua fortuna (come spero con 1^ opportunità del tempo) potranno forse havere la sua amistà per 1 unico appoggio delli interessi della Serenissima Republica , i-o mandola in tanto per parte nostra con quei modi che sono pioprii della ptudenza di Vostre Signorie Serenissime; alle quali per ne humilmente m inchino, et le priego dal Signore ogni contento. Di Parigi li 24 Aprile 1655. Ho qua preso dal Signor Forni dopie 550 , et fattoline lettere per costi dilette al Piovveditore di Vostre Signorie Serenissime; quali suplico farle dare recapito et darmene debito nel mio conto. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. — 261 — CVI. Serenissimi Signori, i Arrivo in questo .punto in Lione , per seguitare domani il mio viaggio alla volta di Marsiglia; dove stimo che Vostre Signorie Serenissime mi haveranno honorato di galea per costi. La sera innanzi della mia partenza da Parigi, il Signor Cardinale Mazzarini mi mandò a pregare di volerlo vedere senza pregiuditio di essere incognito: il che feci nella sua propria casa, dove si era quel giorno trasportato. Volse appagare la sua curiosità nelli affari d’Inghilterra, che non le danno poco quidado in questo tempo, e ben vidi che si erano imbarcati nella mutatione di quel Governo, e nel ristabilimento del Re: chè a questo effetto già si era posto in mare, et con cosi viva speranza havevano con vari pretesti dilatato il loro aggiustamento con il Protettore. Di che forse pentito, il Signor Cardinale ha voluto con il mio riscontro intendere se il loro Ambasciatore le ha rappresentata la faccenda più prossima e più sicura. La mia relatione non ha pregiudicato a quel Signore; e per verità, per quanto ne habbi scritto a Vostre Signorie Serenissime con gran circonspettione, solo segnando il pericolo, per dubbio che non mi fossero aperte le lettere, come si costuma di fare da quelli Ministri con gran destrezza, hora che scrivo fuori d’Inghiterra, la verità è che la congiura era grande , bene ordinata, et con l’universale consentimento de popoli; e solo ha potuto frastornarla la somma diligenza et accuratezza di Sua Altezza, congiunta con la sua buona fortuna, che vuole portarlo più innanzi. Io non le diminuii niente il buono stato in quale stimavo si fermasse di presente quel Governo, credendo essere di servitio a Vostre Signorie Serenissime questo Loro aggiustamento; e so che subito si è spedito, con allargare al possibile la commissione a quell’Ambasciatore. Il Signor Cardinale non vorrebbe che il Protettore si fosse accorto di questa ritirata; però al fatto non ^‘0,cssenJ° egli Jel tlltto a pien0 informato . e dubito che VolSe'’i|rfe"nn0r.”elle conditioni *11'Stesso aggiustamento. Lombardi , •S"°r , dlnale discorrermi delli presenti affari, di - otaJ;'n~°d^--.Signorie a non perdere di prudenz i To i ■ ^Uesta campagna con la salutare riserva vigilavano "con o - T** ** ^ S«“* Serenissime in-dovessero mii ^ ^ pubbhco bene. et che non dubitavo sero assicurarglielo ^lolTÌ!6 °CCaSÌ°nÌ che in- °§ni tempo potes* Sua Maestà et* di Su-T F ^ n° ^ C°SÌ generosa Protettione di alla sicurezza lell ' cce lenza, che ad altro non tendeva che durezza della nostra libertà e Stato fi) L ordinario di Lione rl-^ a- - -, rn portò lettere di Vostre Simtr” S “mV° q“eUa * ParÌgÌ’ "°n risposta delle mie de’ - & Serenissime, e dovevano essere in se altro mi have«e™ 2 *’ ^ aspettavo > Per intendere da esse vìagai0 • Wtr' • 01 Inat0 circa il proseguimento di questo mio d’VhiLrrfr86 ' V°Stre SÌgnorie Serenissime che il Re scorso che feceh ,Seppi daI conte di Arendelli), in un di- rettissima RenubhU °°nia’ mostrò di star poco bene con la Se-senza alm -- P&1 cluesta Ambasciata fatta al Protettore, sono le sne SIOne che di autenticare la sua tirannia (et queste Serenissime ^ paro^e)’ sì che restano anche Vostre Signorie interessate nella buona fortuna di Sua Altezza, che di Savoia e comandata dal Princ" 8‘US'10 del 1655 un armata in Italia, che unita a quella del Duca Essa doveva rintuzzare le arx^r’ ^ ommaso> ascendeva a dieciotto mila fanti e sette mila cavalli. Tale soccorso francese l’aveva ' ^ ^°'ernatore Spagnuolo di Milano, contro il Ducato di Modena, trimonio del suo primogenito Alfttenut0 !l Duca di Modena Francesio I, mediante il contratto ma-mata, che aveva poi felicemente 000 ^ de* Cardinale, Laura Martinozzi. A quell’ ar- di Milano, si congiunse il Duca ^lclno> e mcssa ia costernazione nel dominio Spagnuolo dopo varie scorrerie e pro^ett’ l°dena in persona con altri quattro mila fanti e mille cavalli ; c di Pavia. — Ecc0 1’ ottima ' . de"° stess° anno, il Principe Tommaso si accinse all’assedio Genovese, di risarcirsi e vendkfrT"^™ alludeva U Mazzarino insinuando al Fi esco, pel Governo suoi dominii dalle recenti e mal ' C' Patltl mSUlt‘ dalla SPagna, mentre questa era ancora scossa nei a ciò, arrideva la fortunata combiUt'^ S°llcVaZ'°m dl NaPoli c Sicilia. Alla Repubblica Genovese, oltre maturando di trovar pretesti^r de,'e amichevoIi disposizioni del Cromwell, il quale gii stava Blake padroneggiava il Mediterran ^ ®"Crra a**a Spagna, intanto che la sua flotta comandata dal di affetto del Protettore verso i r ^ b<"'' cvidente> clle le pubbliche e tanto ripetute dimostrazioni s“° recondito fine; e che ne’ ’ raPP.reSCntantÌ della G™°vcse Repubblica, non erano state fatte senza il la su. flotta, e precisamente 1.,'fiT1 .fÌUSCÌre gradÌto c vantaggioso l’acquistare porto amico e sicuro, donde Dote: a ^ p0jScSS‘ d<-1 suo nerQtco , una base di operazione cd un -de Potesse dar l’u,tim0 crollo alu marmj — 263 — per il contrario ne resta altrettanto soddisfatto. Di qua non ho che avvisare Vostre Signorie Serenissime; alle quali per fine faccio humilissima riverenza. Di Lione li 10 Maggio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Ugo Fiesco. Dopo de scritto, havendo saputo in Parigi il poco gusto che haveva ricevuto il Signor Ambasciatore Spinola qua in Lione da questa Dogana, procurai di havere un passaporto più ampio dell’ordinario ; et mi fu dato con ordine espresso non solo di non farmi pagare datii, ma anche di non aprire e visitare li miei bauli. Ad ogni modo questi ufficiali, sprezzando questo passaporto, hanno voluto con insolenze fare tutto il contrario, per sfogare la rabbia che avevano concepita per le doglianze di loro giustamente fatte dal Signor Lazzaro Spinola. Ho subito di tutto dato conto al Signor Giovan Battista Pallavicini in Parigi, perchè lo dica parimente al Signor Conte di Brienne, acciò sia questa gente castigata come merita ; e posciacchè detto Signor Conte disse che bisognava farli castigare per quello havevano fatto con il Signor Lazzaro , hora che hanno cresciuto la dose dell’ insolenza , vedremo quello vorranno fare per esempio degli altri. Non ho voluto mancare di darne conto a Vostre Signorie Serenissime, acciò siano di tutto avvisate ; et di nuovo Le faccio profondissima riverenza. CVII. Relatione di Ugo Fiesco Ambasciatore alla Republica d’Inghilterra. Serenissimi Signori, Eseguendo i comandamenti di Vostre Signorie Serenissime, partii da Genova alla volta d’Inghilterra li 12 Novembre 1654, con la — 264 — galera Santa Maria, salutato nel Porto da tutti gli vascelli inglesi col sparo del cannone ; et in quattro hore mi portai in Savona, dove il Signor Carlo Centurione, Governatore di quella Piazza, dopo di compito meco per mezzo del Sergente Maggiore in galera, venne ad incontrarmi allo sbarco, e volse le ricevessi in sua casa uno hospitio molto honorevole e proportionato alla generosità dell animo suo. Di colà partii il giorno seguente, dopo d aver reso il dovuto homaggio a Nostra Signora di Savona; diedi fondo in "\ ado, per essere molto tardi ; e passate qualche hore della notte, si sai pò, e con ogni possibile diligenza (non ostante il vento contrario) arrivai alle quattro hore in Monaco; dove avvisata quella fortezza della galera, e chi conduceva, con scusa di non haver salutato pei 1 hora tarda, conforme il solito mi fu assai presto inviato il Sergente Maggiore della Piazza da quel Prencipe, con favorevole invito di alloggiamento e scusa di non esser venuto in persona per ritrovarsi a letto col solito suo male di podagra. Rin-gratiai detto Signore in miglior modo, e mi scusai di non ricevere i suoi favori, per l’hora importuna e per il desiderio di proseguir il mio viaggio con ogni celerità. Si fece vela nello spuntar dell’ alba , e mentre voltata la prora si voleva salutar la fortezza secondo il solito, senza aspettar detto saluto, lo fece lui prima con 12 colpi di cannone, honorando in questo modo 1 Ambasciatole di Vostre Signorie Serenissime, in testimonio del suo ossequio. Si rispose con quattro ; e proseguendo il nostro viaggio con tempo più rubato che favorevole, approdammo a’ 17 di detto mese dopo mezzo giorno in Tolone. Quivi, salutata la terra et il stendardo regio, con le solite risposte, fui subito, prima di sbarcarmi , visitato dal Comandante et altri Officiali di quella squadra di galeie, dalli Ufficiali di guerra della Piazza, et al sbarco dalli Consoli della Città, che vennero ad incontrarmi, con lo sparo di tre cannoni che erano sopra quella calata, essendo stato da loro e da quelli altri Signori accompagnato a casa di Monsù Bidò dove presi alloggiamento. La penuria de’ cavalli in quel paese m' obbligò a spedire a Marsiglia per haverne il mio bisogno; e questa dilatatione ini trattenne tre giorni ; dopo quali mi partii alla volta di Lione, havendo prima reso la visita a quelli Signori Consoli. — 265 — Arrivai il primo Dicembre in Lione con non poca incomodità , per li mali tempi che corsero in quelli giorni. Fui in Vienna, cinque miglia discosto, incontrato dal Signor Pier Giuseppe Giovo con carrozza a sei, e condotto in sua casa con trattamento uguale alla sua generosità ; di dove, dopo due giorni, con tempi molto horridi, mi partii alla volta di Parigi, essendomi imbarcato a Ruano sopra il fiume Lovera sino ad Orleans. Di là mi portai al Borgo della Regina, due leghe discosto da Parigi, per ivi provvedermi di molte cose necessarie per la mia nuova dirutta verso Inghilterra ; ma una lettera del Cardinal Mazzarini, che mi portò il Signor Giovan Battista Pallavicino, che insieme il Signor Lazzaro Spinola, Ambasciatori di Vostre Signorie Serenissime, venne ivi ad incontrarmi , mi obbligò ad entrare in Parigi incognito per vedermi seco, come in detta lettera mi pregava. Lo feci dunque, per non mancare a questa civiltà, havendo accettato alloggiamento per la mia sola persona in casa del detto Signor Residente Pallavicino. Mi vidi con detto Signor Cardinale incognito, come si era aggiustato; stetti seco per il spatio di due hore, ricevendone molte cortesie non solo per la nostra amistà, ma per l’osservanza che professa a Vostre Signorie Serenissime; volse darmi distinto ragguaglio delle differenze che vertivano fra la Francia e l’Inghilterra , e dove si frapponevano le difficoltà per non aggiustarle et il dubbio in quale si stava di romper la guerra ; mostrò gusto che io fossi informato di questi emergenti, in qual si voglia caso che per accidente ne passasse discorso col Signor Protettore Cromwel, e potendo giovassi alla pace , e non meno a mostrarmi informato dell’ amistà che pretendeva detto Signor Cardinale in particolare col detto Signor Protettore. Io corrisposi alla sua confidenza , e 1’ assicurai che havrei havuto per fortuna particolare questa giustificata occasione di servirlo, sapendo che in essa havrei del pari incontrato il gusto di Vostre Signorie Serenissime, dai quali era necessario havessi loro ordine se più inanti mi ha-vesse comandato di servirla. Fatto poi qualche apparecchio necessario per il mio viaggio, mi partii da Parigi alla volta di Diepe li 24 Dicembre, e fatta in Pontuese la mattina del Santo Natale (pagando il dovuto tributo alla Chiesa), con tutto il mio seguito — 266 — » mi condussi in sei giorni in detto luogo del Diepe ; dove fermatomi sino al giorno seguente vicino al tardi, per allestire un vastcl o da condurmi in Inghilterra, fui visitato dal Signor de ontani, Governatore di quella Piazza, con termini di gran cor-’ e civiltà, e resagli la visita in sua fortezza, mi partii da lui pannato , e mi imbarcai nel vascello che per me stava apparecchiato a quella spiaggia. E fatto vela alla volta d* Inghilterra, PP ai il giorno seguente ad un porto di essa chiamato 1’ Arro ; i spe ii subito a Londra il mio Maggiord’ huomo all’Agente ì, per haver da lui il modo di passar innanzi e vedermi concertando quello era necessario per la mia entrata. Venne ernardi a ritrovarmi; e da lui seppi come il Signor Protet-instanza che n haveva fatta, della quale non ebbi notitia tempo, haveva subito ordinato che prontamente partisse un da guerra pei lavarmi in Diepe : il che essendo seguito, on trovatomi più in detto luogo, se n’era ritornato nelle Dune; , cieduto che io fossi sopra detto vascello, fu salutato da tutti g tri che vi erano in quel porto con più di 200 colpi di can-ìonore che fu stimato molto grande, e non mai più praticato per 1’ addietro con altri Mininistri de’ Prencipi. artitomi poi alla volta di Londra, arrivai in tre giorni ad un loco mato Grenuico, discosto 5 miglia da detta Città, dove si so-» no trattenere gli Ambasciatori innanzi che faccino la loro entrata secondo lo stile di quella Corte. Diedi conto al Secretario di Stato, con un biglietto, del mio no> per ivi aspettare il giorno che Sua Altezza mi havesse 3 tinato per riceverlo. Fu appuntato il giorno di G io vedi, nel quale havendo notitia che oltre al Maestro delle cerimonie do-cvano venir sei Gentilhuomini della Camera favoriti da Sua tezza, et in compagnia loro molte altre persone di conditione P ìonorarmi, feci, per quanto potè permettermi la brevità e tempo, apparecchiarli un pranzo assai copioso per riceverli. nero questi Signori sopra il fiume Tamigi con sei barche P mposamente adornate, et espostomi il Mastro di cerimonie per ine di Sua Altezza cortesissimi complimenti, corrisposi al do-e > e seco e con ognuno di quei Signori, che tutti a gara mi — 267 — diedero segno de* precisi ordini che havevano da Sua Altezza di honorarmi. Finito il pranzo, si imbarcarono tutti in dette barche, accompagnati così dal suono delle trombe come da una copiosa quantità di neve, che cascava in quel tempo : arrivammo al Ponte di Londra , et ivi nel scendere trovai tre de’ più principali Consiglieri di Stato, i quali, rinnovati meco i complimenti con particolare espressione di stima, entrorno in mia compagnia nella carrozza di Sua Altezza che mi stava aspettando, per condurmi al-1’ alloggiamento destinatomi secondo 1’ uso delli altri Ambasciatori Regii; et erano, seguendo questa, altre cento-in circa, compreso 20 di Sua Altezza a 6 cavalli; e perchè secondo lo stile di quella Corte havevo due giorni prima della mia entrata, per mezzo del Colonnello Anseimo mio scudiere, mandato a dar notitia del mio arrivo, e il giorno stesso, a tutti i Ministri de’ Prencipi che ivi si trovavano, vennero a favorirla l’Ambasciatore di Francia, d’Olanda, Residenti di Danimarca e Svetia, e Gentil’ huomini ; i quali, dopo d’ arrivato , vennero a complimentarmi per parte de’ loro Signori ; e solo restò l’Ambasciatore di Spagna di far dimostrazione alcuna di cortesia. Trovai alloggiamento molto ben preparato, et una cena in appresso così lauta che potevano contarsi i piatti a centinaia. Assistevano ad essa l’istessi tre Consiglieri, il Maestro delle cerimonie e qualche altri Cavalieri, i quali più volte mi replicarono havere espresso ordine da Sua Altezza di fare che io restassi ben servito al possibile, non tralasciando finezza alcuna per farmene conoscere gli effetti. La mattina seguente vennero tre altri Consiglieri di Stato a tenermi compagnia a tavola ; e così è seguito sempre mattina e sera nel tempo che sono stato alloggiato, che fu di 4 giorni, mentre agli altri Ambasciatori Regii non ve ne sono stati più di due. Venne a visitarmi la maggior parte di qualità di persone di quella Republica ; e niente è mancato di sontuosità, per esprimere la stima che ha voluto fare Sua Altezza di Vostre Signorie Serenissime. Fui aggiornato per la mia udienza, che seguì a’ 16 del mese di Gennaro, giorno di Sabato; per la quale Sua Altezza, con favore segnalato, depose il lutto che teneva di sua Madre, sì nella persona sua propria, come nelle livree, carrozze — 268 — e casa : fece apparecchiare tutta la Sala Grande di superbissime tappezzerie , et a chi l’interrogò di cosi repentina mutazione, rispose che non voleva ricevere il grande Ambasciatore d’Italia con lutto, e che in questo modo voleva farmi conoscere il gusto che haveva di ricevermi. Vennero l’istesso giorno a pranzo li tre Consiglieri di Stato, il Commissario generale della Cavalleria, e qualche altri Signori di qualità che occupano le prime cariche di quella Repu-bfica, per accompagnarmi, come fecero, all’udienza. Partii per essa di casa con le carrozze di Sua Altezza, che vennero ivi a levarmi, con molte altre che seguivano in buon numero ; e smontato nel Palazzo, che è lo stesso del Re defunto , ivi trovai la soldatesca e le guardie tutte in buon numero con le armi alla mano , e con gran segno di riverenza. Fui condotto nella Sala del Consiglio di Stato, per aspettar ivi che tutto fosse in ordine, per portarmi poi nella Gran Sala dove mi haveva a ricevere Sua Altezza. In questo mentre fui tatto sedere nella sedia stessa dove siede il Protettore e soleva far il Re, stando sempre li tre Consiglieri di Stato a me vicini in piedi : cosa non successa alFAmbasciator di Francia, che mi confessò essersi seco seduti. Avvisato che il tutto era in ordine fui introdotto nella Gran Sala, nella quale erano più di dieci mila peisone d ogni conditione e sesso. Approssimatomi a Sua Altezza, che in un soglio a capo di essa m’attendeva, incontian-domi al primo grado, e copertisi entrambi, 1’ esposi la mia ambasciata del tenor seguente (Doc. LXXXV). L Agente Bernardi, che fu 1’ interprete, la ridisse a Sua Altezza in inglese; et a me (disse) poi in italiano la risposta di Sua Altezza, con darmi il titolo di Eccellenza da lui non più usato, che in sostanza fu di gradir molto questo ufficio, stimar assai la Republica Seie-nissima, nòbilissima et antichissima, che non vi sarà cosa che dipenda da lui e da quello Stato che non sia in servitio di Vostre Signorie Serenissime. Si replicorno vicendevoli complimenti, con dimostratone di stima et affetto , dopo de’ quali mi licentiai con dovuta civiltà; et con l’istesso seguito ritornai all’istesso alloggiamento, trattato sempre con splendida magnificenza più da Prencipe che da Ministro. Mi partii il Lunedi dal suddetto hospitio, dopo d aver, con la dovuta distintione delle persone ch’avevano ser- — 269 — vito in numero più di 60, lasciare quelle ri munerationi che stimai decenti alla publica dignità ; e mi condussi al mio Palazzo con l’istesse carrozze di Sua Altezza, delle quali volle anche favorirmi contro 1’ usato. Il giorno seguente, non ostante un tempo horridissimo, il Signor Ambasciator di Francia., nominato Monsù Bordeos, venne a visitarmi. Lo ricevei con l’incontro de’ Gentil’ huomini alla carrozza, ct io scendendo molti scalini per soprabbondare in cortesia; e trattandosi vicendevolmente con il titolo dell”Eccellenza, passammo un’ hora di discorso delli affari del mondo. Dopo d’havermi significato la stima che Sua Maestà Cristianissima faceva della Serenissima Republica e de’ suoi Ministri, l’accompagnai al solito sino alla carrozza; e si partì alla volta della sua casa. Il Giovedì venne parimenti a visitarmi 1’ Ambasciatore d’O-landa, mostrando ne’ suoi discorsi, per parte de’ suoi Signori gran stima della Republica Serenissima, poco corrispondente agli officii che poco prima haveva passati unitamente con altri Ministri dei Prencipi, perchè io restassi pregiudicato nelli honori regii dovuti a Vostre Signorie Serenissime. L’incontrai a capo delle scale, l’accompagnai alla carrozza, ci trattammo reciprocamente d’ Eccellenza ed in tutto del pari. Mi passai il Lunedì in un altro Palazzo, che havevo preso in affìtto in mezzo della Città, che mi riuscì d’ havere, non ostante la concorrenza dell’ Ambasciator di Spagna per levarmelo. Andai in appresso a restituir la visita all’Ambasciatore di Francia, quale eccedendo la forma che haveva tenuto io in riceverlo, mi venne ad incontrare alla porta di piazza; e stimo che dalla prescia, con quale mi vide scender la scala quando io la ricevetti, argomentasse che havessi risoluto di fare l’istesso : nel resto ci trattammo in tutto del pari, e con reciproca soddisfattione. Resi parimenti la visita a quello d’Olanda; il quale più dubbioso di pregiudicarsi, mi ricevè a capo delle scale, come io feci a lui ; et in tutto s’ osservò 1’ uguaglianza. Desiderando in appresso di rendere in qualche modo utile la mia missione in Inghilterra, applicai l’animo di promuovere qualche trattato, per accrescere il traffico della nostra Natione, in conformità — 270 — dell’instrutione di Vostre Signorie Serenissime, e non ne havendo da parte alcuna motivo sufficiente, mi risolsi di farlo io a drittura con Sua Altezza; e così, richiesta da lui l'udienza privata, mi fu destinata per il Martedì, come seguì, essendo venuto a levarmi di casa il Maestro delle cerimonie et accompagnatomi a Palazzo , dove fui incontrato da un Consigliere di Stato e qualche Gentil’huomini nel scender di carrozza, e condotto nella Camera di Sua Altezza; il quale mi ricevè al solito con molta stima e cortesia , trattandomi sempre di Eccellenza. Passati seco qualche complimenti, li presentai il scritto qui sotto notato; e pregatolo a contentarsi che fosse letto dall Agente Bernardi in inglese, per minor suo fastidio, 10 gradì; e così fu fatto (Doc. XC). Sentì il tutto con attentione, e diede segno di ponderarlo. Rispose peiò che, per esser cosa di molta consideratione, era necessario di maturarla, e che a quest5 effetto eleggerebbe Commissari per esserne meco, come fece in conseguenza, perchè vennero da me Giovedì sera tre Consiglieri di Stato de’ più principali, eletti a questo effetto , et in loro compagnia il Secretario Maggiore , non solito mai d’andare in simili conferenze, siccome non è lo stile che va-dino più di due Consiglieri quando si trattano negotii con Ambasciatori. E per l’ una parte e per l’ altra furono esaminati i motivi della mia propositione: procurai per mia parte di imprimerle la naturale inclinatione della nostra Natione all’ Inglese , doversi dagli Inglesi stimar proprio il bene che havessino i Genovesi, e per conseguenza loro vantaggio il procurarlo, mentre tutti gli altri Stati possono esserle sospetti. 11 decreto che io proponevo, che gli Genovesi fossero per l avvenire trattati come Inglesi e con li stessi privilegi, era veramente un adottarli nella loro Natione, esserle però questo di molta riputatione, e cosa da Prencipe grande, come haveva fatto la Republica Romana per crescere maggiormente la sua fortuna ; che riflettessero quanto grande fosse il traffico , che con le mer-c'antie geno\esi e con la loro industria si facevano nelle Indie Occidentali dal Re di Spagna, e se secondo il detto del volgo la Republica d Inghilterra vi havesse apertura, quanto sarebbe utile praticarlo per quella strada a benefìcio comune. I grani che Ge- — 271 — nova prende in altri Stati, potersi fare di buona somma in Inghilterra con suo vantaggio. I panni, che sono il nervo nel negotio di quei paesi, portati a Genova in un porto franco, potersi ivi fermare senza gravura de’ mercadanti, come nei proprii magazzeni ; e potersi valere di buona parte del loro prezzo , sinché fossero trasportati altrove, per venderli con più riputatione a suo commodo; mentre vi sarebbero borse de’ cittadini, che vi soccorrerebbero il danaro a prezzo dolce , per potersi con esso mantener più vivo il loro negotio ; e finalmente tutto quello che anderebbe somministrando la buona e ricoproca corrispondenza. Andorno quelli Signori molto riservati nel parlare; e se bene io lo conobbi, volsi ad ogni modo farlo liberamente, perchè in questa occasione così lo stimai mio vantaggio. Dissero esser questa gratia di molta consideratione, e contrariata dalle leggi d’Inghilterra; che darebbe occasione di tirarsi addosso 1’ odio di tutte le altre Nationi. Essersi questi anni addietro fatta altra legge dal Parlamento, che nessuno con suoi vascelli possa portare in Inghilterra altre mer-cantie di quelle nascono nel proprio paese, a fine di far sussistere maggior quantità di vascelli in Inghilterra, con andarvi loro a trasportarle ; e che con questo decreto i Genovesi si farebbero loro questi negotii; nè ostare che adesso non habbino tanti vascelli, poiché allettati dall’ utile li anderebbero facendo. Che li Olandesi haverebbono offerto millioni, per essere esenti da questa legge; e finalmente che tutte queste cose obbligavano a nuova consideratione 1’ una parte e 1’ altra, assicurandomi che lo farebbero con desiderio di vincere le difficoltà e non solamente di proporle. Risposi di mano in mano alle loro oppositioni quello mi suggerì la brevità del tempo ; e non mi pare restassero male impressi, non so per cortesia 0 per appagarsene. Riffersero il tutto quelli Signori a Sua Altezza, il quale ha voluto vedersi da solo a solo con l’Agente Bernardi sopra questa pratica; e lo havrebbe volentieri fatto meco, se per la consideratione della secretezza colla quale desiderò restasse il negotio, non havesse creduto che pregiudicassero le mie spesse udienze. Seguì la conferenza con detto Bernardi; ed in ristretto mostrò di restar persuaso dalle ragioni da me addotte. Approvo il con- — 272 — etto che 1 ingrandimento della nostra Republica non possa esserli saetto, mostiò desiderarlo, e lo procurerà quanto potrà, che la nostra affettione all* Inghilterra sia sincera per il a Proprio bene et interesse. Si mostrò quasi risoluto di ese-rv . ’ ? a ^uo temP° j e con le sue convenienze e rispetti. . lsc°rsi conobbi, che all’hora lo farà più volentieri quando j>j ,! 1 1 maSS‘or profitto; e se haverà effetto l’impresa del- con 1’ ' °n L°n°,S,‘'0 temP° P*ù opportuno. D’ accordo habbiamo ajc , Sa con^denza aggiustato che io non solleciti risolutione siolin • a i!?'1 pi 0P0sta> ma la lasci nella consideratione del Concare 1 • 0PPortunita del tempo; et havendole fatto signifì-a 11 reve Pensavo di pigliare il mio viaggio per Genova, sonT 1 ^ ''°lt:ese sentimento della miaassenza dalla sua Persi trn - " 111° ^ restasse appoggiata questa pratica nel grado che credit^gCnte Bernardi » quaIe si vede che ha gusto di acci editare essendo suo amico. lettera^ Vost^ Partenza ’ mi. ?iunse di soprastar 'gnone Serenissime, con quale mi ordinavano inrhp a• c 1 part‘re s‘no a nuovo Loro ordine, ingiungendomi partito , T"”1 Ìn.°8nÌ 1U0§° Che i0 mi svassi! se fossi già SionnrL c e.esegll"> attendendo le susseguenti lettere di Vostre ineiunrir. enissime, per vedere da esse la causa di questa nuova studio eseguire, ^a^d .pÒterl° ^ ^ ^ Vostra •* £tte tere non cavai altra intentione di ProDostp ,gr°T Serenissime. che d> tirar innanzi e maturare le dello stato/Il "'"i &tt0 “ Sua Altem in materia de! traffico; per doveri ' 9 ^ S‘'ene haTCVa dat0 conto con aItre mie’ A ad ™e,,er ^ altr° KmP° P» oPPo«uno. «JL u;edersi soWe ^ nu™ie * avvisato ri5 • • ’ Signori amici ero di mano in mano 2 »??? ,q”‘Che gra"de esecut!o»e. Si era il Re d’In- fra’ suoi confidenti siasOTivaT" fTT ^ “ “ Segre'° preludii di 11 • ' Inghilterra. Si sentivano qualche dell istessa P 7?' “ “«» 3 Regno , e non meno guaci del Re per fars°"ff‘ Slpevan0 entrati qualche Signori se- *pi di dette sollevationi, e si vedevano — 273 — portarsi queste nuove con sentimento del gusto dell’.universale nelle secrete radunanze. Questi moti di consideratione, che con grande apparenza potevano sovvertire quel Governo a favore del Re Stuardo (i), mi fecero considerare che se ciò le fosse riuscito, sapendo da buona parte esser lui mal soddisfatto di Vostre Signorie Serenissime, per questa Ambasciata, non vi sarebbe stato Ambasciatore in Inghilterra più maltrattato di quello di Vostre Signorie Serenissime; e credei fosse debito mio di considerarlo, per non mettere in avventura tutto quello s’ era guadagnato in honori regii, senza profitto alcuno, e per ciò fosse espediente di continuar la mia partenza già da me pubblicata, senza dar nota alcuna del timore di queste novità. Ostava solo a questa mia risolutione l’ordine di Vostre Signoria Serenissime; al quale replicando, pareva che io fossi in obbligo d’ aspettar la Loro risolutione, dandoli di fatto la dovuta notitia ; ma poste in bilancio le considerationi hinc inde di questa risolutione, hebbi prima per bene di spiar quanto potevo più a dentro nella mente di Sua Altezza quello potesse essere d’ utile alla Republica la mia fermata in Londra, e riconoscere quanto potevo dalle sue parole la sua intentione. Fece questo l’Agente Bernardi di mia commissione molto bene, et a proposito ; e trattandole della propositione da me fattale in materia del traffico, lo riconobbe fermo nella sua risolutione per darle mano, ma nell’ istesso tempo chiaramente dimostrò non esserne addesso la congiuntura, dandole un libro che haveva alle mani, in un capitolo del quale diceva non esser ben fatto voler trattar i negotii fuori del suo tempo , mostrò di approvare che io partendomi 1’ havessi conosciuto tale, e disse qualche parole dalle (i) Qui, per dare un saggio di quanto siano poco attendibili le asserzioni di Villemain, mi piace di citare i seguenti brani della sua Hisloire de Cromwell (Paris, 1819): « La conspiration royaliste, dont le Proctecteur fit tant de bruit, ne le menala jamais d’un veritable danger ; aucun des noms illustres qui pouvaient soulever le peuple, ne s’y trouvait engagé, Rien ne se fit de concert...» (Liv. Vili, p. 108). » Oli peut remarquer au rest que la vie du Proctecteur, qui semblait si généralemcnt attaquèe, ne fut jamais menacée par un tentative réelle *. de tant de complot, de tant de projets d'assassinat, aucun ne ne vint jusqu’a un entreprisc directe sur sa personne ». (Liv. X, pag, 312). Ora si ponga mente a questa relazione del Fiesco , alle antecedenti lettere scritte dall Inghilterra e fuori, e quindi alle narrazioni, che ci darà il Bernardi, di tanti attentati e congiure, pure confermate da tutti gli scrittori di quoll’ epoca, e ci potremo convincere quanta sia 1 esattezza e 1 imparzialità dello storico francese. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. *8 — 274 — quali il Bernardi conobbe che non haveva l’animo sicuro da queste turbolenze minacciato. Dopo di che, riflettendo in tutto questo, credei che meglio fosse di continuar la mia partenza, uscendo d Inghilterra prima che scoppiassero queste mine , per aspettare in Francia e non in Inghilterra gli ordini di Vostre Signorie Serenissime sopra questi nuovi emergenti ; perchè se il male non tosse seguito, come non lo è , e Vostre Signorie Serenissime havessero havuto per bene d’ingiungermi a ritornarvi per qualche nuova negotiatione , della quale non hebbi mai dalle sue lettere odore alcuno, non era inconveniente il ritornare in Inghilterra per nuovo negotio, anzi obbligarsi maggiormente il Protettore , facendoli chiaramente conoscere che non con fine d’altro negotiato che del suo ossequio fu solo destinata la mia ambasciata, come sempre procurai d’ imprimerlo ; e così mi rendevo più certo di questo modo d ottenere da lui, come più obbligato , ogni altro desiderio di V ostre Signorie Serenissime ; dove che se per il contrario ha-vesse periclitato quel Governo a favore del Re Carlo Stuardo, sarebbe stata senza dubbio avversatissima la mia partenza, per non mettere in avventura tutto il guadagnato , non havendo havuto per bene di scrivere a Vostre Signorie Serenissime nella mia lettera, che potesse essere intercetta, la gran dubietà in che stimavo le cose del Protettore in quel tempo con 1’ occasioni d’ essa , per risalvarmi di tarlo di presenza , che sebbene per la sua molta diligenza hanno havuto buon esito , non dovendosi giudicare dalli eventi, non dubitavo dell’approvatione di Vostre Signorie Serenissime in simile contingenza, non replicando qualche altre considerationi di minor forza scritte a Vostre Signorie Serenissime con mie lettere. Con questi motivi dunque determinai di partire secondo havevo pubblicato di dover fare, non tralasciando di dire che qualche giorni prima li Ambasciatori di Francia et Olanda , senz’ altro motivo che di loro cortesia, m’ erano venuti a visitare , et io feci 1 istesso a loro con reciproca soddislattione. Chiesi udienza da Sua Altezza per licentiarmi, che mi fu assignata per li 29 del mese di Marzo : v’ andai conforme 1* appuntamento , essendomi venuto a levar di casa il Mastro delle cerimonie con le carrozze di Sua — 275 — Altezza fuori dell’ usato, con gli altri Ambasciatori ; ed introdotto da Sua Altezza, in una stanza a quest’ effetto destinata, esposi alla meglio che io seppi la continuazione dell’ affetto di Vostre Signorie Serenissime, il desiderio di servirlo, la sicurezza che io portavo meco della sua generosa inclinatione e pari affetto alla nostra Republica, per sortirne gli effetti a suo tempo, lasciando all’ Agente Bernardi bastanti instrutioni per rammemorarle a suo. tempo quello le havevo proposto per le reciproche soddisfattioni di queste Repubbliche, e riceverne i suoi comandamenti. A tutto rispose con straordinaria cortesia, in modo che dalli astanti furono queste dimostrationi affettuose assomigliate ad un affettuoso sposalitio fra queste due Republiche. Accettò a suo tempo di trattare col Bernardi quanto havevo proposto di negotiare ; e dandomi sempre dell’Eccellenza, nel licentiarmi, m’accompagnò buona parte di quella stanza, che non suole farlo alli altri Ambasciatori. Il giorno seguente, facendosi fuori della Città in campagna aperta una mostra generale con altri eserciti*! militari, hebbi curiosità di vederla. Nè la mia curiosità fu inutile alla estimatione di Vostre Signorie Serenissime, perchè essendo stata fatta una gran beltresca, in quale stavano il Governatore di Londra e tutti i Senatori di essa secondo i loro gradi, per assistere a questa fontione, havendo mandata per mezzo del mio scudiero un’ambasciata a quelli Signori, per poter in detta beltresca vedere questa attione, scesero il Governatore et altri Senatori a ricevermi alla carrozza, e mi condussero in essa con molta cortesia. Venne poco dopo l’Ambasciatore d’Olanda, quale introdotto nell’ istesso modo , mi diede occasione per decidere alla presenza di tutta la Città di Londra et Armata la giusta precedenza che si deve a "Vostre Signorie Serenissime in concorrenza della Republica d’ Olanda. Mi riuscì facilmente, e seco mantenni la mano dritta per lo spatio di 4 hore che durò la fontione, compatendo la bontà di quel Ministro , che nella sua agonia non ebbe pronti espedienti per distrigarsene. E per sigillo d’ essa, havendo il Governatore, secondo il stile, fatto portar vino, et indrizzato il brindesi al figlio del Protettore , che ivi si trovava, lui lo portò a me come il più degno; — 276 — et 10 rispondendo , lo portai all'Ambasciator d’Olanda ; e con questo si Ilcl pei terza mano la seconda decisione. Andai il giorno seguente .1 \isitare 1 Ambasciatore di Francia e licentiarmi da lui, a tio appresso quello d Olanda; e tutti e due in un istesso c'orno, in 0ic diffidenti, vennero a pregarmi il buon viaggio, ostante che quello d Olanda non tosse più in obbligo di , ’ ^ei essi-le stata la mia visita in rendimento di un’ altra che m haveva fitto prima per sua cortesia. ■timai a pioposito nella mia partenza di passar compimento .. 1 SeaeUrio Maggiore, persona di gran credito appresso Sua tezza, pei lasciarlo il più che si può ben affetto alla Republica. ìandai a quest effetto mio figlio , accompagnato .coll’Agente ernar i, et essendo da lui stato molto ben ricevuto detto com-ne, ^'e^e segno con dir anche ad alta voce, in presenza entil huomo dell Ambasciatore di Francia, che Sua Altezza e stimava P'u 1 Ambasciator di Vostre Signorie Serenis-C C lUtt* a^t!' Ambasciatori che si trovavano in Inghil- * on che restando spedito da compimenti , e da ogni altro r ‘ e’ mi Pait‘i da Londra li 7 Aprile, accompagnato da qualche ‘^leri Inglesi, che "\olsero condurmi sino in Gravescenda con e lietamente tappezzate e musica di violini e trombette, essendosi meco fermati in detto loco a cena e pranzo il giorno g " in detto loco , dove havevo mandato a questo effetto a ^ . ’ e S0^° a r4 di detto mese mi permise il tempo di po-f 11 arcare sopra un vascello da guerra che Sua Altezza ha-, ,/ ' ° PreParare pei portarmi a Diepe, essendo stato salutato , . rtezza di quel loco, nel passar che io feci da essa, con 14 ?! dl kCann0ne- M’ ^onorò Sua Altezza d’un passaporto così P ,ie senza esempio per l’addietro; mi condussi con detto ,, ,n tre. g'01ni a Diepe, dove al mio sbarco fu sparata u[a atagiana di detto vascello con balla , che non lasciò di dar ammiratone a quelli habitanti, per essere insolite .così larghe dimostrano™ d honore. Da detto luogo partii poi alla volta di Pa-g> p° essei stato regalato d’un lauto pranzo dal Governa-Vos r ^ ,P'aZZa‘ ^'unto in Parigi, e non ricevute lettere da iDnoiie Serenissime in risposta delle mie, nè ordine alcuno — 277 — in contrario al proseguimento del mio viaggio , presi risolutione di partirmi alla volta di Lione facendo la strada di Borgogna. Desiderò il Signor Cardinale Mazzarini la sera innanzi vedersi meco ; e segui nel suo palatio proprio, dove si trasferse quel giorno. Mi ricevè, per quanto incognito, con ogni dimostratione d’ honore ; et havendo desiderato d’haver una fedele relatione delli affari d’ Inghilterra , che molto le premeva per 1’ aggiustamento che si andava continuamente trattando fra l’Inghilterra e la Francia, con finezza di tutte le parti, per godere 1’ avvantaggi che ogniuno stimava poter cavare dalla debolezza del compagno ; appagai la sua curiosità in tutto , e da essa stimo ne formasse qualche più precisa risolutione di sollecitare il suddetto aggiustamento. Volle anche darmi parte della risolutione di Sua Maestà, di fare in questo anno rigorosamente la guerra in Italia, invitando Vostre Signorie Serenissime a goderne congiuntura per non restar in appresso soffocati da Spagnoli, e mettersi in stato di far un aggiustamento honorevole seguendo la pace universale. Mostrò di gradir molto, oltre 1’ nscrittione (i), la levata permessale della gente da guerra, che 1’ assicurai non esser prima d’ ora stata concessa a nessun altro. Presi da lui licenza, e seguii il mio* viaggio verso Lione; dove arrivato, passai poca soddisfatione con quelli doganieri , i quali piccati di quello che con gran ragione haveva procurato contro di loro il Signor Ambasciatore Spinola in Corte, volsero riconoscere le mie robbe, senza però loro profitto, per non havervi trovato cosa che dovesse pagamento. E perchè ciò seguì non ostante un passaporto amplissimo del Re, che glielo prohibiva, ne diedi parte al Sig. Gio. Battista Pallavicino in Parigi, perchè lo facesse sapere al Signor Conte di Brienna , acciò fosse ne’ detti ufficiali castigata l’insolenza usata al passaporto di Sua Maestà che restava offesa. Seguitai appresso il mio viaggio per il Rodano ; et essendo arrivato in Avignone, pretesi per mia maggior speditione entrarvi incognito, sotto pretesto che non io ma il mio treno vi fosse sbarcato. Non mi riuscì però , perchè la cortesia di Monsignor Franciotti Vicelegato non me lo volle permettere ; ed es- (i) Coll recente decreto della Signoria il Mazzarini era stato ascritto al Libro d’oro della uobiltì genovese. — 278 — sendomi venuto a levare dall Osteria, mi condusse in Palazzo, to\e violentato accettai 1 alloggiamento per la mia persona; e fu giorno, sin che si fosse dato ricapito alla mia nuova dirotta P erra a Marsiglia. Detto Monsignor Legato mi fece ogni di-mostratone d’honore, (acendo nell’entrare sparare il cannone e etti eie sono al Palazzo; e nell’uscire mi accompagnò qualche uori della Citta insieme con Monsignor Arcivescovo, che ^ ^aveva invitato ad alloggiar seco. Licentiato da loro, an ai in Marsiglia, dove da quelli Consoli fui visitato e re-g | rinfreschi secondo il loro stile; quali revisitai, et assicurai della reciproca buona corrispondenza. ai in quel porto arrivata la galera della quale Vostre Si-» erenissime mi hanno honorato, per condurmi a Genova ; P‘ a quale mi rimbarcai, godendo anche della compagnia di onsignor Vescovo di Caviglione, e qualche altri Cavaglieri Fran-> c e esiderarono imbarcarsi meco per passar in Italia. Il tempo mi arrestò un giorno in I olone, dove Monsignor d’O- o (non a\endo \oluto accettar il suo alloggio) m’invitò ad pianzo. ricevei la solita visita da quei Consoli, sì come da tutti quelh Ufficiali di guerra che vi si trovavano nella mia parili da detto Monsignor Vescovo et altri Cavalieri accom-p g ato per qualche miglia, e salutato con sei colpi di cannone • ort:ezza in capo al Golfo, nel passare che sotto di essa fece & era, e licentiatisi in appresso tutti quelli Signori, proseguii ^ia»gi° a questa volta, dove arrivai ai 25 del mese cor-, per riferire a Vostre Signorie Serenissime, come faccio, quanto utione de Loro comandamenti havevo operato. E sebbene 0 ezza di questa relatione, per essere del successo in sei > persuadeva di non dilatarmi maggiormente, ad ogni modo che la giunta di una breve e ristretta notitia di quel paese non debba molto fastidirli. Q. a Republica puramente militare, che non tiene di Republica ie il nome, e che per costituirla tale sarebbe di bisogno j 4 a ^ondaillenti tutte le constituzioni di quei Regni , viene P ente governata da Milort Cromwel col titolo di Protettore, autorità assoluta: 1 assiste un Consiglio di Stato di 17 per- — 279 — sone, che possono essere sino a 21 , c fra pochi di essi sono risolute le cose di maggior importanza; da lui dipendono immediatamente le armate tanto di terra quanto di mare, le piazze del Regno e governi di esse , et a lui danno anche il giuramento il Governatore di Londra et altri Ufficiali, per quanto siano annualmente eletti dal Popolo diviso in 70 Compagnie o sia Mestieri. Tutte le provvigioni tanto in civile come in criminale, che ricercano l’autorità del Prencipe supremo, si fanno sotto il suo nome, et ogni altra qualunque autorità si regola sotto la sua dipendenza ; nè senza violenza d’ una Potenza suscitata all’ improvviso , si può per strada alcuna regolata rompere o variare quella autorità suprema. Sciolto il Parlamento, quelle persone che lo con-stituivano non conservano più nè credito nè autorità alcuna; e per formarne un altro, non possono le Provincie giuntarsi per l’electione de’ Deputati senza ottenerne prima licentia dal Protettore; e senza di questa sarebbe seditiosa la giunta, e di subito punita dall’Armata che divisa in più corpi tiene tutto il paese in soggettione. Questa consiste in 30,000 fanti, e 10,000 cavalli ben pagati, e 100 vascelli da guerra bene corredati : da questa per verità dipende la conservatione del Protettore e sua autorità, e lei sola potrebbe variare la persona, ma non probabilmente la forma del Governo da sè hora dipendente, per portarlo in un Parlamento da eleggersi da’ Popoli a sua esclusione. Questa Armata che, per esser ben pagata et ottimamente disposta, non deve desiderar mutatione, e per esser cosi ben regolata dà mostra più d’. un esercito di religiosi che di soldati, che senza vitii di bestemmie, lussurie, ubriachezze e latrocinii, severamente castigati, non è abborrita da’ Paesani ; e in questa non cade il detto : nulla fides pietasque viris qui castra sequuntur. Con grande ragione maneggiata da una valoroso e prudente Capitano, è capace di operare cose grandi ne’ tempi presenti, dove i Prencipi per non poter pagare i loro eserciti sono astretti a soffrire tutti i vitii contrarii con danno infinito de’ sudditi, e disfacimento delle loro armate a capo di puochi mesi. E credo che in havere voluto la Republica d’Inghilterra imitare la Romana nel suo bell’ ordine deili eserciti, habbia in questo punto preteso di avanzarla. L affettione del Re non è per anco del tutto estinta ; e per quello si è ultimamente scoperto, haveva macchinata una gran congiura, (la quale) poteva, scoppiando ad un tempo la mina, rovinare il presente Governo ; ma non essendole riuscito , per quanto assai ben condotta, per 1 avvedutezza del Protettore, ha meglio fortificato il suo dominio , e con le fortune de’ congiurati a lui decadute inriechito il suo erario , accresciuti gli amici da rimunerarsi con esse, diminuiti gli nemici, parte da estinguersi e parte impoveriti, e spaventati li rimanenti non anche dichiarati; e se un’altra ne tentassero con pari fortuna, assicurerebbero il Protettore pacifico in tutto la sua grandezza, formando al corpo d’Inghilterra, con la renovatione d uno nuovo sangue, una nuova e più robusta complessione. Quanto alla religione, che è il vero centro de’ cuori, è così confusa nella multiplicità delle sette , che restano quei Popoli quasi incapaci d altra religione che dell’atheismo. La protestante , la presbiteriana , 1 annabista (sic) , I’ indipendente , la priotana , sono le principali ; e tra queste molte altre da esse dipendenti , e fra di loro contrarie. Ogniuno predica, e tutti ne sono stimati capaci mentre \i siano chiamati dal spirito. La Cattolica Romana è la sola esclusa dalle leggi; e questa finalmente, quando piacerà alla bontà d Iddio, ridurrà tutte le altre alla sua credenza, mentre inviluppati i popoli in tante dubbietà non troveranno altra fermezza. Il Protettore è giusto e pio , predica talvolta a’ suoi Colonnelli contro il peccato, non si dichiara però di qual setta egli sia, non è contrario ad alcuna, nè perseguita del proprio moto la Cattolica, che mai godè tanta pace ; e finalmente con finissima ragione di •Stato fa servire al proprio uso le molte disunioni che nascono dalla diversità delle religioni. Coltiva pensieri grandi, li pone in esecutione con gran prudenza, maneggia il tempo con gran destrezza , piofessa in segreto giustitia, e piglia così bene le sue "nisure ne suoi piogelti, che puochi le riescono vani; e per mezzo d’attioni grandi, se non si mette la disunione fra la sua Armata , la morte rompa il filo, metterà con gran ragione di merito protonde le radici alla sua grandezza ; della quale, se saranno coltivati li principiati trattati con quel Prencipe, spero che ne — 281 — saranno Vostre Signorie Serenissime col tempo ancor Loro in qualche modo partecipi, e con gusto, se, come desidero e non diffido, si ridurranno di nuovo quei Regni all’antico esercitio della Fede Cattolica. Et a Vostre Signorie Serenissime humilmente mi inchino. cvm. Ripiglia la Corrispondenza dell’ Agente Bernardi. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Non ho scritto a Vostre Signorie Serenìssime dopo quella dei 23 Gennaro, per la ragione all’ hora significatagli, che fu il non dargli doppio incomodo per una stessa cosa, per haver di settimana in settimana 1’ Eccellentissimo Signor Ambasciatore Fiesco compitamente supplito con tutti quelli avvisi della negotiatione sua a quelle occorrenze degne della Loro notitia, mentre lo andavo servendo con ogni studio, e conforme al mio poco talento, qualche tavore e potere tengo in questa Corte, che spero per il meno non havergli dato causa di lamentarsi di me, quando piacerà a Nostro Signore condurlo costì a salvamento. Quando si licentiò, Sua Altezza Serenissima fu servita mandar le sue carrozze a prenderlo alla udienza et ricondurlo a casa : favore non usato con altri, come l’accompagnarlo al partire dal loco della udienza sino alla metà della sala. Il modo col che il Signor Ambasciatore gli parlò per la reciproca convenienza di queste due Repubbliche Serenissime, fu così bello, che si vidde Sua Altezza con studio cercar parole per corrispondergli di tutto cuore, come saran serviti vedere dalla sua risposta e di essa traduttione che inclusa viene (Doc. LXXXVI). Tutti questi Consiglieri di Stato e circumstanti restorno molto soddisfatti, in modo che il Maestro delle cerimonie in fine del discorso disse per galanteria forte a Sua Altezza, eh’ oggi s’ era concluso il sponsalitio di queste due Republiche. - 282 - Sua Eccellenza fece partenza di qua a 7 stante, non solo con le ar»ie reali, musica e suon di trumpette , e accompagnato fino a ravestend da Signori prencipalissimi, anche con Ja maggior esti-« tione che ha mai stato Ambasciatore alcuno, amato et hono-* o a tutti, non sendoci persona in Londra che non ne dica ogni e, non solo pei il suo splendido trattamento, ma per le sue sin-c «ri qualità. Sua Altezza più ch’ogniuno T ha amato e stimato, . la L^t0 amP” segni, havendo di sua bocca detto in pubblico . .011 C ^ ma* stat0 in Inghilterra Ambasciatore più galante . > et nel negotiare ha stimato molto il destro modo e la fi-a colla quale lece quella prepositione per la reciproca conve-za di queste Nationi, senza impegnarsi in domandarla; et non nte eh habbi molto ben conosciuto detta finezza, e la gran-roportanza di quel negotio et l’impegno in che mette V Inghil-ra, ad ogni modo legato da quel bon termine so dire a Vostre Signorie Serenissime che lo vuol fare , e così lo spero. ua Altezza comandò che per condurlo a Diepe una bellissima hata di 50 pezze d artiglierie lo ricevesse nella riviera a 3 mito * da Gra\esend, per non incomodarlo a farne 50 per terra; et aveiebbe havut a caro l’havesse domandata sino a Genova, e questo ne son sicurissimo. Gli ufficiali in ogni loco, tanto mi-itari come civili et delle Dogane, sono rimasti alla larghezza del passapoito, per non haverne visto simile concesso a nessun per-sonaggìo che si sia da questo Governo; del quale incluso n’ haveran copia e la traduttione. Il giorno della sua partenza di Londra, mandò Sua Eccellenza suo figlio (che lo accompagnai) a far un compimento al Secretario di Stato, a seconda persona qua da starci bene: il che fu preso in bonissima parte, et dopo havergli ritornato larghissime espressioni della affet-tione e servitù sua a Vostre Signorie Serenissime, e detto « Signore Ambasciatore », disse forte che Io sentì un Agente di Francia, che stava aspettando parlargli, che Sua Altezza amava e stimava più Sua Eccellenza che tutti gli altri Ambasciatori in Inghilterra. Fu Sua Eccellenza ditenuta da venti contrarii 6 giorni a Gravesend, et solo a 14 stante s imbarcò ; et a 15 per tempo lo lasciai sotto vela con vento prospero, con che stimo che sia stato 2 giorni ad arrivare a Diepe. — 283 — Quando passò andando a bordo, li castelli a Gravesend sparorno molti pez/.i d’ artigliaria, il che mai s’ è fatto ad altri ; et montato a bordo, la fregatta sparò tutta la sua. Finalmente sarebbe tediargli, nè haverei penna per dirgli tutti quelli honori se gli sono mostrati: mi sono però un poco allargato nelli denotatigli, affinchè vedino che, conforme agli avvisi gli ho sempre dato in oppositione delle insinuationi de’ maligni e nemici nostri, non solo nella entrata e ricevimento , m’ anche sino 1’ ultimo ponto della partenza è stato trattato al pari di qualsivogl’ altro Ambasciatore di testa coronata, ma in tutto con molto più che mai prima si siano usati (sic), nè credo s’ useranno da questo Governo, a nessun altro, alla gran mortificatione e confusione di questo bon Ambasciatore di Spagna nemicissimo nostro et altri Ministri Publici qua, che fortemente opponevano non fossero Vostre Signorie Serenissime in uguaglianza coi Signori Prencipi loro. Diedi parte privatamente a Sua Altezza, anzi in confidenza gli mostrai la Loro de’ 16 Febbraro, toccante 1’ honorevole e generoso ricevimento decretato da farsi al suo Generale Blake : il che stimò molto, e disse la Republica di Genova non ne perderà cos’ alcuna. Il mio studio, come mi persuado haveran visto, è sempre stato di formar in Sua Altezza una buona impressione della sincera amistà delle Serenissime Signorie Loro verso di lui ; chè il verbo principale è fondamento delli boni successi in ogni negotiatione , la quale so esserci in modo tale, che non dubito ne vedran e sentiran in appresso la convenienza e vantaggio ne risulterà. Si va qua componendo un’ altra armata navale, che consisterà quanto meno di 100 vascelli grossi, la metà de’ quali sono già lesti in mare, et li restanti lo saranno fra un mese ; et sono per freno alla Francia, che contra il proprio interesse, e mentre sta-vasi trattando d’aggiustamento, ha cercato prender coniuntura per far ogni mal ufficio qua, come n’ha tenuto sempre avviso Sua Altezza , che non sta poco su ’l caso ; et credo che se vorrà la pace, seguirà le vestigia holandesi; e li arresti che si son fatti ivi cosi spropositatamente sopra li vascelli e beni di questa Natione , infiammeran il conto. L’istesso ha fatto far qua Sua Altezza, non solo con quelli vascelli de’ Francesi, ma ha anche prohibito 1’ uscire — 284 — soli qualsivoglia nave inglese mercantile , ma che si riduchino insieme per essei convolati da quest’armata contra ogni oppositione. Del Geneial Penn et armate sotto suo comando, nelle Indie Occidentali, non se n è sentito più altro, dopo 1’ avviso che haveva e Barbade imbarcato per rinforzo d’ essa numerosa gente , et patitosi in exeeutione delli ordini tiene; e se sarà di bisogno, se o rnanderà di qua un soccorso grandissimo, chè veramente con-al &iuditio humano si può credere che quest’ Altezza fari e ^randi, incaminandosi per la vera strada per conseguirle, a etta Altezza nominati Giudici per giudicare tutti quelli e^ utima congiura, nella quale si trova quasi tutta la partita pposita al presente Governo , et sono ricchi ; ma se gli taglieri lente le ale, eh appena potran saltare non che aspirar mai più ^00, giudicandosi che le confiscationi e compositioni valeranno a Sua Altezza quanto meno lire 150000 sterline l’anno. resto tutto cammina qua con ogni quiete e gusto di Sua tezza, tanto nell Armata come nel Consiglio di Stato. Sendosi giorni in qua degradati alcuni personaggi turbolenti nell’ una e *|,.tr0’ ^ se»u't0 con una faciliti grandissima, gusto e soddisfattione restanti. Di quant in appresso s’ innoveri, degno della saputa 0, si haveran alla giornata puntual’ avviso, in esecutione del de-ìtomio, set vendo questa per risposta delle Loro de’3 e 13 Febbraro, itre &li auguro del Somm’Iddio ogni feliciti, bene e contento. Londra a 19 Aprile 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. i635> 9 Maggio. Letta alli Serenissimi Collegi. — Se le avvisi la ricevuta, con ag-g &ere che Lor Signorie Serenissime restano soddisfattissime di quello ha operato nel corso deH’Ambascieria suddetta, et del — 285 — modo col quale si è contenuto nelle occorrenze a maggior servitio publico. Che si terrà conto della sua persona, e che continui con la medesima puntualità et accuratezza al proseguimento della sua carrica e di quelli negotii che le son stati incaricati dall’Ambasciatore suddetto, procurando di goder d’ ogni buona congiuntura per cavarne il desiato profitto ; e procuri anco l’indennità delli interessati nella nave S. Agostino, nella maniera che ne haverà ricevuto daU’Ambasciatore gli ordini : ad calculos. CIX. Traduttione del passaporto per il detto Ambasciatore. Olivero P. A tutti li nostri Admiragli e Capitani in mare, e nostri Officiali tanto civili come militari in terra, li Commissarii delle nostre Dogane et tutti altri a chi può spettare. Per quanto Sua Eccellenza il Signor Conte (Fiesco), Ambasciatore Straordinario della Serenissima Republica di Genova, residendo hora qua, sia per ritornarsi alla patria ; la volontà e gusto nostro sendo che il detto Signor Ambasciatore nel suo passaggio ivi cammini con ogni sicurezza et honore, non solo in questo Paese ma in mare ancora; perciò con queste vi comandiamo e richiediamo che permettiate et suffriate il detto Signor Ambasciatore di passare dall’ Inghilterra a Genova con il suo treno , seguaci e servitù , consistendo di circa trentacinque persone, com’ anche le sue robbe, bagaggio requisito e quattro cavalli, senza che cerchiate o che prendiate alcuna dogana, 0 che gli diate alcun impedimento 0 interruptione, et che usiate et trattate il detto Signor Ambasciatore con tutto quell’ honore et respetto dovuto a Personaggio del suo grado e qualità: di che avvertirete a non mancare. Et per il che questo sarà il commandamento vostro. Data a Whithall, a 24 di Marzo 1655. — 2 86 — CX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, della P^ttnL^ria. Si8n°rÌe Serenissime Fiesco con li i - Eccellentissimo Signor Ambasciatore di che con questa^0"6-^ qUelI° Je§n° deIIa L°r° notitia: questa ne viene copia. -La Francia ha lev-itr. ;i merci delli I„„lesi- n,., s^“estro che sopra li vascelli e mento e pace°vi * SS° C ° qUa’ et 11 trattato di aggiustarsi presto e ^na”21, Per° si può dubitare della conclusione nelle Indie* Occide° t^ ^f”na Veder ^ successo di questi interessi chese di Lede ^ ^artenza dalla Corte di Fiandra del Marcerà tardare a con^V^*101* ^ordinario, sicché poco credendo di quel verso n * ?“pIlmentar Sua Altezza ’ cosa delle Indie • ' qU ° (sud -mitlgar l’intento d’ essa nella Governo -1 ^ei"° 3 ^S'ta e yP°crisia delli Ministri di quel Don Alf’ lla™at° qua ^rannico, son assai bene conosciute. Questo Silfi! CardeMS ®rha l’istessa casa dove visse il in futuro n’ ^ at°re n0Str0, quello potrò penetrare che tratterà, naveran avviso. Sono diversi giorni rh* r n- • nell’ultima con*!.,™ * nominati per giudicare quelli sollevatone • & ^ S°n° g‘0nt' ne^e Provincie dove fecero la Processo ancori fra'\^esi' C°mplÌd’ die SÌ Stima n°n qud dine delle^Ltsimr^0 -1 r^ Ambasciatore Fiesco, d’or- -novesi nella nave 9 4 WoneLoro, un interesse de’ Signori Generino quello che g0SUn0: m che userò °gni diligenza, perchè glielo. Però senH glUStamente gh spetta ; nè dubito d’ ottener-parte • nerr'' °> ministro Pubblico, al stile di qua non posso far Procuratore di ve'nirm^ ^ ^ ÌntereSSatÌ diino ordine aI Jor° notitia del farm *• * trovare » aCQocchè, dopo havuta intiera tenere l’intento lnStradar^e ^ cammino dove tenere per ot- — 287 — Non ho voluto se non partito il Signor Ambasciatore parlar del mio intereresse, che tanto m’importa, sendo hormai circa 4 anni che servo Vostre Signorie Serenissime senza’haver visto un soldo nè di honorario nè del sborsato in mantenerne la dignità di Chi servo, ma anche nel proseguimento delli istessi negotii incaricatimi ; chè per quelli scudi 500, li volse mio Padre ricevere contra ogni mio gusto, per servirsene com’ha fatto, eh’appena erano bastanti per mantenermi un staffiero 4 anni. Supplico Vostre Signorie Serenissime di considerar la conditione mia, col carico di tanti figliuoli, consumandomi nel Loro servitio , e facendo credere a Sua Altezza per honor Loro che ricevo un honorario non inferiore a nessun Ministro di altro gran Prencipe nel grado mio. Ho speso, nel tempo gli servo, più di lire 2000 sterline senz’ haver guadagnato cos’alcuna, non accordando qua il mercante col Ministro Pubblico ; ho usato ogni sforzo per pacientare sino alla partenza del Signor Ambasciatore, il quale haverà conosciuto non solo il mio zelo nelle cose Loro, ma qualche entrata e potere considerevole con Sua Altezza ; et che questo non è paese da mantenersi con poco, chè solo in presenti di bagatelle mi vanno da lire 100 sterline l’anno, nè è poco esser in tanta gratia che siino accettate. Perciò humilmente gli supplico di considerar il rappresentatogli, et che la necessità mia non può humanamente admettere di maggior dilatione ; segnalandomi per il passato quel eh’ in honore e coscienza e conforme al speso troveran giusto, et che per il futuro habbi un honorario competente alla dignità Loro et carico mio : col che non dubito d’ executarlo in modo tale che ne sentiran ogni convenienza e vantaggio. Con che facendogli riverenza, gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a 3 Maggio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. 288 — Nota a tergo. o 1655, 24 Maggio. Letta alli Serenissimi Collegi. — Se le avvisi la ricevuta, e che si haveià consideratione a quanto scrive in materia del suo inte-ìesse, et aggradendoli li avvisi che continui: aJ calculos. CXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, I ^ 3 stante hebbero conto del degno della notizia Loro. Alli 11 ^ 111 ^over il Marchese de Lede, Ambasciatore Straordinario e atholico ; a 15 fece l’entrata in Greenewich, dove ^ mandorno dalla Corte che 5 bargie; et alla sbarcatone 01 re non tu incontrato che da un Consigliero di Stato, nè e che -,8 carrozze che lo condussero al pubblico alloggiamento: in^ tutto il Signoi Ambasciatore Fiesco hebbe il doppio. Domani era udienza pubblica, nella quale tratterà solo de’ compimenti. * casa prepai atagli è 1 istessa del detto Signor Ambasciatore sco, però posso assicurar Vostre Signorie Serenissime che, già si vede, verrà in tutto cario (sic) a quelli honori et vivi gni di sincera affettione coi quali fu intrattenuto detto Signore, intanto per intrattenerlo. • ^°|,0 4 »i°lni sono arrivorno qua due navi dalle Barbade (par- i là a 10 Marzo), con cert’ avviso che l’armata navale tto comando del General Penn era ivi tutta ben giunta, et ci ìaveva imbarcato 5000 di quella gente et 200 cavalli, et che 4 giorni all hora seguenti doveva far vela verso le Indie di iTor5 C^e S er<1 r’n^orzata 22 navi, prese in quei mari, cioè andesi (che contra li articoli della pace negotiavano ivi) et 4 Francesi. — 289 — Il trattato con Francia va inanti, nò si dubita di che presto ne segua 1’ aggiustamento. Restorno condannati a morte 65 delli prencipali nella passata sollevatione, però a 40 d’ essi Sua Altezza fece la gratia ; gl’ altri furno a 13 e 14 stante nelle città di Salisbury e Exciter, dove commisero il delitto, executati, e come traditori squartati. Nè s’è per anco finito quel processo : le confiscationi saranno grossissime. Li Giudici superiori di questa natione et legisti hanno supplicato Sua Altezza d’ accettare la corona et dignità regale, affinchè queste leggi possino caminar in forma et conforme la institutione d’ esse ; et rappresentatogli che sarà di generai bene e gusto di questi popoli disposti et affetti a Monarchia : l’Armata desiderava l’istesso. Però Sua Altezza non gl’ inclina, nè credo l’accetterà così presto, non ostante se ne tratta fortemente. Di quello ne seguirà haveran conto, con quanto sarà conveniente di fare in tal caso per conservare quella crescente bona inclinatione di Sua Altezza verso Vostre Signorie Serenissime. Havendo la partita presbiteriana et altri mal affetti a Sua Altezza sparso voce che in questa Corte non si stimava che papisti, e ciò per renderlo odioso al popolo eretico ; per antidoto a questo veneno et confondere la loro malitia, hebbe detta Altezza per bene nella presente coniuntura far proclamare che tutte le leggi e statuti contra religiosi e catholici siino posti in exeeutione. Supplico humilmente e quanto posso Vostre Signorie Serenissime di considerar il rappresentatogli con l’incluso duplicato ; perchè, oltre la necessità mia e grandissima, quel che mi spiacerà sin all’ animo sarà veder da maggior dilatione in quel particolare risultarne preiuditio al servitio pubblico et honore di Vostre Signorie Serenissime, non potendo humanamente più subsistere nè supplire alle eccessive spese che richiede il carico mio , et che forzosamente sono necessarie allo stile di questo paese per mantenere la dignità e stima di chi servo ; nè questo si può far con poca cosa, supplicandoli di comandare che quello saran serviti decretarmi per li 4 anni passati in carica sia pagato a cotesti Unget e Langorne a dispositione mia, che subito me lo faranno servire. Società Ligure di St. Patria, Voi. XVI. *9 — 290 — Ch’è quanto ni presente: per fine gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità, bene e contento. Londra a’ 17 Maggio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 17 stante fu mia ultima; poi la quale mi pervennero insieme le di Vostre Signorie Serenissime de’ 17 e 18 passato, col ristretto della negotiatione del Signor Ambasciatore Saoli nella o o Corte di Spagna: di che me ne son servito, et me ne servirò al-l’intento a che mi s’ è mandato. Et quant’ al particolare incaricatomi della nave Sant’ Agostino , contenendo l’istessa materia , hebbi da Parigi dal Signor Ambasciatore Fiesco, come già ne diedi conto a Vostre Signorie Serenissime con la de’ 5 stante, altro non m’occorre soggiongere più del detto: ch’alio stile di qua sendo Ministro Pubblico non potevo far parte, ma che gl’interessati ordinassero al lor Procuratore di venirmi a trovare, per poter disponer il modo da tenersi per conseguir la desiderata satisfatione; et così starò attendendo segua. A’ 18 stante quest’Ambasciatore Straordinario di Spagna hebbe Udienza Pubblica: però 1’accompagnamento, trattamento e ricevimento molt’ inferiore a quello del Signor Ambasciatore Fiesco : così da molti osservato, che furno presenti all’ una e 1’ altra. Il suo discorso in sustanza fu, che il suo Re (con tanti titoli nominandoli tutti) 1’ haveva comandato presentarsi di parte sua a Sua Altezza Serenissima per congratulare la dignità d’ essa , et manifestargli il suo ardente desiderio di tener con questa Republica quella inviolata amistà et bona corrispondenza che per tanti d’anni — 291 — passati s’ era di parte del suo Re osservata con questa Natione, e massime dopo la mutatione del Regale Governo, et che sperava l’istesso da questo, con altri complimenti a quest’ effetto. La risposta fu che stimava molto quest’ ufficio fattogli, massime venendo da un Personaggio della sua qualità e valore; et che lo pregava renderne al suo Re le dovute gratie ; et quanto al tener pace e bona corrispondenza, non solo con quella Corona ma generalmente con ognuno , non mirava ad altro ; et gli ne farebbero testimonianza quelli Prencipi Christiani con quali sin adesso s’ era trattavo e conclusa pace della prontezza sua in condescendere a tutto, acciocché seguisse et caminasse col dovut’ honore e bene di questa Natione, il che in parte era noto a questo bon Gentil’ huomo (pontando a Don Alfonso de Cardenas) nelle aperture sin hora fattegli ; et eh’ assicurasse il suo Re che di parte sua non si darebbe alcuna giusta causa al contrario. Tanto la risposta com’ il trattamento gli son stati di poca satisfattione ; et lo mostrò , dal non haver voluto ritornar dopo detta udienza al Palatio Pubblico alla cena preparatagli; ma di colpo se ne andò alla sua casa dove visse il Signor Ambasciatore Fiesco. O » A’ 2\ stante hebbe una udienza privata. 11 trattato è secretissimo; però s’ è penetrato che corteggiò molto Sua Altezza, et rappresentatagli minutamente la sincerità della affettione del suo Re a questo Governo e particolarmente alla di essa Persona, con le ingiurie ricevute dal passato Re nella violata fede del matrimonio concluso con quella Corte ; com’ haver iniquamente tradito nelle mani d’O-landesi 1’ armata navale di Spagna destinata per Fiandra nell’anno 42 all’ hora nelli Duni, et conseguentemente la giusta causa di odio a quella linea; al contrado la Francia impegnata per più versi et interessi a sopportarla, et cattivi ufficii procurava in ogni coniuntura fare a questa parte, com’ era notorio a Sua Altezza da certi maneggi scoperti da poco tempo in qua; e che perciò la convenienza e sicurezza della di essa Persona e questa Natione, sarebbe 1’ unirsi con un tant’amico contra un così potente nemico. Et a quest’ effetto fece due propositioni : 1’ una che se gli permettesse far leva qua di 4 reggimenti d’infanteria per servir in Fiandra , 1’ altra che se gli prestasse da 20 vascelli di guerra per 2 mesi pagandoli. Hebbe per risposta che sendo il proposto di &ra\e peso et richieder matura consideratione conferendone col suo Con siglio (sic), et che se gli deputerebbe Commissari^ Però dall hora in qua, sendo già passati io giorni, non n’ha sentito altro, abbenchè sollecitatolo molto; nè si crede otterrà cos’ alcuna, anzi che presto debba domandar udienza per licentiarsi. Di quello in appresso s in noveri n’ haveran conto. Delli vascelli andati nelle Indie, nè di quel particolare non fin hora detto Ambasciatore fatto mott’ alcuno ; col trovarsi a p sente altri 20 di grossa diffesa di tutto ponto lesti a far vela v quella volta; et avviso pervenuto qua di che 1 Admirante di que flotta s’era affondato con dentro sette milioni, et eh a leva la restante parte partir di li quest’ anno pei la SpaDna. di questi (sic) calmeran la superbia Spagnola. Il trattato con Francia resta in bonissimo stato, sen og ^ aggiustato. Nè si può dubitare della pace; ma pei ragion 1 si differiri qualche giorni il firmar gl’ articoli e rattificatio spedito di qua la settimana passata una fregata al enera > con ordine che con tutta 1’ armata si metta sopra poito < ^ voia a richieder da quel Duca la protettione delli Piotestc ^ suo Stato, et restitutione de’ beni presigli ; e non seguen , fargli ogni hostiliti (1). Altezza; Il Gran Duca di Toscana manda un presente a u però non credo debb’ accettarlo, havendolo rifiutato 1 jssjme Holanda e Portogallo. Raccomando a Vostre Signorie er con primo vascello fargliene uno ; del quale non dubito^ a Che sia cosa di leve valore , però composto di rare va*ie* ^_ di tutte sorti, delli più eccellenti, riposti in casse e 1 u’jcjie m’ anche qualche cosa d’ odore e francipana e hialse— formaggio panneggiano, e salsissoni di Bologna et altre ^ ^ gatelle; chè oltre gli saranno gratissime; et che forsi ne re al Sereiiissimo il contracambio, sari un seminare per racc g quando s’ offeriri 1’ occasione non mille ma diecimila mi a p del Puci di (1) I Valdesi insorti e disfatti nelle Valli di Bricherasio e d Angrogna, dal PP dalla in- vola Carlo Emanuele II, avevano chiesta l’intercessione del Cromwell, nulla tromissione dei Cantoni Evangelici Svizzeri. — 293 — sendo 1’ inclinatione sua et affetto verso Vostre Signorie Serenissime grand^ : il che con ogni studio ho procurato acquistare, et procurerò sostenere. E mandando il detto presente, che siino serviti scrivermi in tal modo che possa in confidenza legger la Lor lettera a Sua Altezza. Supplico Vostre Signorie Serenissime tener memoria del mio particolare, la cui spedita resolutione tant’ importa al Lor servitio, massime trovandosi Sua Altezza con la sua Corte a Hampton. Court, 15 miglia di qua; dove necessariamente con eccessiva spesa mi convien trovarmi; et che si degnino comandare che quello mi sovveniranno per li 4 anni passati in carica che gli servo sia pagato a cotesti Unguet e Langhorne, che subito me lo provvederanno. Ch’ è quanto al presente; humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità, bene e contento. Londra a’ 31 Maggio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. t Nota a tergo. 1655, 21 Giugno. Letta a’ Serenissimi Collegi; i quali hanno deliberato di far detto regalo, e che l’Illustrissimi della Mattina faccino il calcolo di quello che rilieverà detto regalo delle qualità avvisate, e riferiscano; et a detto Bernardi di avvisar-le la ricevuta di detta sua, che procuri accertarsi che lo debba il Protettore accettare : ad calculos. CXIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 5 del passato (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della saputa Loro ; e a’ 25 si licentiò da questa Corte (1) Mancano le lettere dal 51 Maggio sino a questa del 5 Luglio 1655. — 294 — il Marchese di Leda Ambasciatore Straordinario di Spagna, et a’ 28 fece partenza di qua poco soddisfatto , e men ottenuto nel proposto a Sua Altezza ; coll’ esser la nuov’ armata navale in numero di 20 vascelli partita verso le Indie con 2,000 fanti e del tutto carica con munitione e provvigioni. Due giorni sono arrivò qua avviso che l’altr’ armata , sotto il comando del Generale Penn, haveva sbarcato tutta la soldatesca nella isola Spagnuola , e preso posto ivi e fortificato. Se così è, presto n’ haveremo qua vascello espresso con la conferniatione. Tutti quelli che nella ultima congiura hebbero gratia della vita si sono mandati nelle Barbade, et da 15 giorni in qua si sono fatti prigioni in questa Città e provincie d’Inghilterra più di 200 persone di qualità, et ogni giorno si va facendo nuove scoperte et incarceramenti, et s’ anderanno imbarcando in seguito delli primi : il che farà star questa • buona gente a cadello. lì Prolettor si farà (1) grandissimo e senza rumore tirando innanti allo stabilimento della corona, e ciò con molte istanze delli principali capi dell’ Armata e Governo : però difficilmente 1’ accetterà, non facendosi monarca absoluto. Et è tanto il suo alto sapere, valore e politica, che indubitatamente conforme al giudicio humano gli riuscirà ; et si può giudicare che chi ha procurato star bene seco l’haverà accertato. Francia lo corteggia più che mai ; però fin’ hora non s’ è pubblicata la pace, abbenchè stimasi ogni cosa aggiustata. Ho ricevuto il foglio et papeli mandatimi toccanti il negotiato con Spagna; chè me ne sono servito et me ne servirò dove s’è rappresentato et si rappresenterà 1’ occasione ; sendo 1’ istesso che più di 20 giorni fa n’ ebbe Sua Altezza notitia, come con mia ultima gliene diedi conto. Si giudica da’ più intendenti in questa Corte, e con fondamento considerabile, che per trovarsi il Re di Spagna per ogni verso in stato così cadente, habbi per necessità e contra il primo suo intento intervenuto a quest’ honorevol e vantaggioso (1) Qui per la prima volta il Bernardi usa la cifra che si darà in fine ai documenti. Le parole in corsivo sono appunto quelle dal Bernardi date in cifra, e vennero per la maggior parte decifrate dai segretari di Stato. Alcune altre però si dovettero decifrare in servigio della presente pubblicazione. — 295 — aggiustamento, et che durerà finché gli par bene. Di che m’ è parso debito mio fargliene motto, acciocché se ne servino dove la prudenza Loro gli dirigerà. Ho visto la licenza concessa al Signor Ambasciatore Sauli nella Corte di Spagna per il suo ritorno alla patria, come 1’ elettione alla cura delle lor scritture e papeli in detta Corte dell’Illustrissimo Signor Ansaldo Imperiale. Sto con sommo desiderio attendendo che, in conformità della Regai Loro promessa, si siino degnati prender in consideratione non tanto il mio, ma veramente il loro interesse per più versi, et che si prenda in ciò quella spedita risolutione che richiede il servitio et dignità di chi servo, che a me preme molto più d’ ogni altro particolar profitto, per poter esser reso capace al pari vivere d’altri Ministri Pubblici qua nel mio grado, e tirar innanti la buona volontà di Sua Altezza e (di) questi Signori Consiglieri verso' Vostre Signorie Serenissime, per poter, in maturando il tempo, ottener quel negotio già proposto dal Signor Ambasciatore Fiesco, non perdendo 1’ occasione quando s’ offera di rinfrescarne la memoria a Sua Altezza ; nè posso dubitare non debba concederlo. E non restando soddisfatto di cotesti Unget e Langhorne, da cose ho inteso li giorni addietro , ho supplicato l’Illustrissimo Signor Ugo Fiesco di riscuotere il denaro saranno serviti segnalarmi per li quattro anni passati : al quale mando a quell’ effetto procura. Confermando che 1’ andar di quando in quando facendo a Sua Altera qualche presente delle bagatelle raccordategli, sarà molto a proposito, e servendo questa per risposta delle di Vostre Signorie Serenissime de’ 24 Maggio e 27 passato, humilmente facendogli riverenza gli auguro dal Sommo Iddio ogni felicità e contento. Londra a’ 5 Luglio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo- et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 296 — Nota a tergo. o 1655, 2§ Luglio. Letta alli Serenissimi Collegi. ^ avv'si ricevuta, e che continui con la medesima diligenza a rappoitar quello di nuovo anderà seguendo. Se le avvisi ancora il trattamento deliberatole per il tempo decorso e per l’avvenire in consideratione del suo buon servitio e sicurezza, che debba continuare conforme è suo debito : ad calculos. CXIV. . Serenissimi et Eccellentissimi Signori, ' pondendo alla di Vostre Signorie Serenissime de’ 21 passato, , , 1C ^Jant0 al Particolare di regalar il Protettore, in conformità " mandamento L010 , mi sono minutamente informato della P tione sua nell accettare ; et resto soddisfattissimo che non seguirà con la dovuta cortesia , ma che se ne farà- particolar stimattone. Il modo di proceder in questa Corte è molto diffe- i quanto si pratica altrove; nè serve qua la regola generale, se mi favoriranno della credenza dovuta alla fedel servitù et divo-evo e professo alla Patria e Vostre Signorie Serenissime , anno (come già haveran fatto) tutto che gli scrivo esser ben to. Quello che si rifiutò di Portogallo, da quanto ho inteso, n ornimento di camera, contenendo tavole, carreghe, canet altre utentie (sic), per essa tutte d’argento massisso et con cordone di diamanti, che tutto si giudicò valere 20 mila ster-, ^ue 1° d Holanda era scrittorii, o siano capinetti e specchi, ^ SC rarissime ’ di Francia erano sete lavorate , molte con < &ento, et \ini, però questi furono presentati di parte del ' onsignor De Bordeau Ambasciatore, ma rifiutati. Quel eh’ hora — 297 — ha mandato il Gran Duca di Firenze sono 25 casse di vini tutti inagriti, alcuni barili di olive, et una cassa di sete bellissime: il che è stato accettato, però una solo cassa che io gli presentai è stata più stimata che tutte quelle; et so che lo ha bevuto molto bene, nè gustato 1’ altro. Sua Altezza ha fatto far proclamatione di bandimento, sotto la pena capitale, a 20 miglia di distanza da questa Città, a tutti quelli che in qualsivoglia tempo passato sono stati in arme, (hanno) assistito o preso parte del passato Re o questo preteso di Scotia; e che li banditi, nel paese e loco dove si retireranno, diino subito li lor nomi e cognomi alli giudici della provincia, o contati, affinchè siano ivi registrati et ritornati a Sua Altezza. Quest’ è seguito, per essersi scoperto nuova trama; nè la finiranno con la turbolenta partita presbiteriana finché ambi restino del tutto estinti. Delle cose delle Indie Occidentali non s’ è innovato più del significato a Vostre Signorie Serenissime con la de’ 5 stante, ognuno con divotione attendendo 1’ evento : quale pervenendo, l’ha-veranno subito. L’Ambasciatore ordinario di Venetia (1), che si trova al presente nella Corte di Francia , è stato eletto Ambasciatore Straordinario a Sua Altezza ; et si tiene avviso che sia di partenza a questa volta. S’ attende anche altro di Denmarca. Ch’ è quanto al presente degno della saputa Loro, supplicandogli non scordarsi del scrittore Lor servo, che humilmente facendogli riverenza gli augura dal Sommo Iddio ogni felicità e contento. Londra a’ 26 Luglio 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore. Francesco Bernardi. (t) Giovanni Sagredo. — 298 — Nota a tergo. 1655, 28 Agosto. Letta alli Serenissimi Collegi. O Pel capitolo che tratta del regalo al Protettore Cromwel, l’Illustrissimi della Mattina proseguiscano le loro commissioni, e riferino quello le occorrirà : ad calculos. Se le avvisi la ricevuta con gradir gli avvisi, e che si averà con- OO ' sideratione a quello che scrive circa il detto regalo, poiché quanto al suo interesse di già haverà inteso la risolutione presa : ad calculos. cxv. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 26 del passato hebbero conto del degno della Loro saputa. , nl0rn* addietto, giunse qua una pinaccia dalle Barbade, con ceraso che 1 armata sotto comando del Generale Penn era cata nell isola di San Domingo , et preso ivi alcuni posti di sideratione, ma che una parte d’ essa consistendo di 500 i, awanzatasi più del conveniente, fu soprappresa da una im-cata de Spagnuoli, dove fu il negotio caldamente disputato, et molti ammazzati d ambe parti, tra’ quali il Sargente major Genera e Heans, che con alcuna cavallaria andò a soccorrerli; ma, ar-ivata inaggioi parte di quell’armata, si trovò l’inimico obbligato a ritirata con mortalità grande et molti prigioni: il che ha dato causa a molti di far varii ed affettati discorsi. Però quest’ è la realtà del fatto, nè si dubita punto del buon progresso in quel diserò , del che di là doveva presto venir avviso. Intanto ha risolto Sua Altezza che si mettano in ordine con ogni celerità 40 vacilli grossi, doppiamente rinforzati di gente militare et ogni altro b ere di piowigione et munitioni; et si può credere siino destinati verso quelle parti. — 299 — Alli 8 stante l’Ambasciatore di Svetia fece 1’ entrata con una sol carrozza di Sua Altezza et 30 altre de’ Signori e amici, fra i quali quelle de’ Ministri Pubblici. Fu condotto al palatio solito d’intrattenimento; ed alli n hebbe udienza pubblica, che fu solo un compimento congratulatorio. Hoggi haverà altra privata ; et da quello s’ è di già penetrato, viene a richieder licenza di far leve di gente et prender vascelli in prestito (1). Si attendono anche (gli) Ambasciatori Straordinarii di Denmarca e Venetia. La pace con Francia non resta ancora proclamata: si sono però richiamate le lettere di rappresaglia contra Francesi, col che cesserà ogni hostilità ‘marittima. Le cose con Spagna vanno qua di male in peggio; et dicesi che questo buon Don Alonso de Cardenas tratta di licentiarsi. Sua Altezza, Dio laudato, gode di perfetta salute e contento , sendo la sua Corte ridotta in forma splendida et ordinatamente; nè c’ è cosa in che non mira di proprio occhio. Fa spessi digiuni col suo Consiglio, implorando la gratia del Signore nelle cose al presente in agitatione per il bene di questi popoli, è goffo e destro e sarà molto se non fa il fatto suo. In quanto a quelli regali, confermo il raccordatogli con mia ultima. E questa servendo per avvisar Vostre Signorie Serenissime la ricevuta della Loro del 12 passato, altro non occorre in risposta, solo attendere con divotione quella nobil risolutione saranno stati degnati prendere circa la mia persona, la quale sarà sempre attenta, com’è stata, a servirle et la Patria con ogni fedeltà et industria; mentre humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Sommo Iddio ogni felicità e contento. Londra 13 Agosto 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. (i) Carlo X Gustavo Re di Svezia, succeduto a Cristina, stava intraprendendo la conquista della Polonia ; c stretta alleanza con Federico Guglielmo di Brandcburgo, gli avea pi omesso di sottrarre la Prussia al vassallaggio della Polonia medesima. — 300 Nota a tergo. 1655, 6 Settembre. Letta alli Serenissimi Collegi. Se le avvisi la ricevuta, con gradirli li avvisi e che continui con puntualità; poiché quanto al suo interesse, di già se le é scritto quello resta deliberato, et in materia de' regali in appresso se le dirà quello si risolverà : ad calculos. CXVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 13 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro. Dall’ ora in qua quest’ Ambasciatore di Svetia ha havuto diverse udienze private, trattandosi di lega offensiva e diffensiva, (e) potendosi creder si concluderà : il che dà non poco da pensare all’ Holanda, perchè rendendosi quel Re conqui statore della Polonia (in che ha fatto progresso consideratissimo), non potrà, prohibendole il commercio nel Mar Baltico, provvedersi nè di grani nè di materiali per la fabbrica de’ vascelli. col che non potrà humanamente subsistere. Il detto Ambasciatore ha fatta nella passata settimana dimostra tione grandissima d’allegrezza per le vittorie del suo Re, con fuochi artificiali e conviti et fontane, correndo per mezzo giorno vino , che imbriacò la maggior parte del popolaccio . il che causo qualche disordine, et sarebbe stato maggiore, se non rimediato 1 tempo con la soldatesca che non dorme. Viene a detto Ambasci tore dal suo Re un presente per Sua Altezza di animali non \is in queste parti, et in quelle rarissimi (con fornimenti con oro et pietre pretiose, di grandissimo valore) et ammaestrati a tiiar car — 301 — È venuto cert’avviso dall’ armata nelle Indie Occidentali, che la soldatesca resta nell’ Isola Jamaica, et resasi patrona absoluti d’essa, con risolutione d’habitarla. Sua Altezza ha ordinato che in arrivando 1’ ultima armata che parti di qua verso quella volta, che ritornino altrettanti vascelli della prima, per potersi provvedere et accomodare; et presto saranno lesti altri 40 per là, se il trattato con Svetia non causa mutatione di pensiero. Il General Blake continuerà in cotesti mari con sua armata, et se gli manderanno rinforzi se sarà di bisogno; perchè oltre la cosa con Spagna et l’attender quella flotta, c’ è disegno sopra qualche prencipe della Italia, potendosi giudicare caderà sopra la Savoia 0 Toscana (1), abbenchè V ultima corteggi molto il Protettore con presente di regali bellissimi et altri vini per esser inagriti li primi. La pace con Francia non resta per anche proclamata, abbenchè da quella parte fortemente desiderata. Intanto quest’ Ambasciatore tratta prender palatio grande, et ammobiliarlo con fornimenti nuovi, et augumentar il treno e livrea. Sua Altezza sa far il suo conto e prenderà quello gli sta meglio, sendo in man sua l’accettare o rifiutare. Li giorni addietro lu presentata a Sua Altezza una supplica firmata da molti delli principali legisti, ecclesiastici e secolari d’Inghilterra, perchè accettasse la corona e dignità regale ereditariamente , dimostrando in essa con fortissime ragioni la necessità di ciò in ordine alla sicurezza di questi popoli e bene della Natione ; però Sua Altezza, in loco d’ accettar l’offerta o almeno scusarsi et ringratiarli dell’ affetto, fece incarcerare li capi che la presentarono , dicendo era cosa tramata dalli nemici del presente Governo, per renderlo odioso, non aspirando esso a tal vanità; ma se pur il Governo et suo Consiglio stimassero necessario il mutar (1) Il Blake impose al Gran Duca di Toscana Ferdinando II lo sborso di 60,000 sterline, in compenso dei danni arrecati alle navi della Repubblica Inglese dalla squadriglia realista capitanata dal Principe Roberto. — « Il Gran Duca, per aver comprovata parzialità a favore degli Olandesi, in un combattimento tra le navi dell’ una e dell’ altra Nazione, nella imboccatura del porto di Livorno, convenne placare lo degno di Cromwell con 100,000 doppie » (Relazione dell’ Ambasciatore Sagredo, letta al Senato veneto in Aprile 1656; Berchet, pag. 81). --3°2 - forma, lo farrebbero a suo tempo senza che nessuno si prendesse fastidio di supplicarlo, per esser in esso la cura di governare et nei popoli d’ esser governati. Sua Altezza procede col piede di piombo , mira in tutto, sente ognuno, si fida di pochi et l’animo suo lo sa nessuno. E col mancar di lettere di Lor Signorie Serenissime, sendo la più fresca de’ 21 luglio, altro al presente non m’occorre, che (humilmente facendoli riverenza) augurargli dal Sommo Iddio ogni bene e contento. Londra a’ 7 Settembre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota in foglio staccato. 1655, 3 Ottobre. Letta a’ Serenissimi Collegi. Se le accusi la ricevuta e perchè non accusa di haver havuto la lettera de’ 21 , con la quale le si avvisa il trattamento deliberatoli, li si mandi dupplicato , con incaricarli che scriva ogni settimana, et aggradiscano gli avvisi : ad. calculos. CXVIL Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima de’ 7 stante, arrivò a Plemua dalle Indie Occidentali il General Penn; et a 15 si presentò dinanti a Sua Altezza, et datogli conto dello stato di quell’affare, in sostanza che è precisamente come segue. — 303 — li ritornato solamente con due delle navi di guerra, di quelle uscirono seco di qua, però con 20 altre ben provviste delle prese nelle Barbade dalli Holandesi e Francesi, che negoziavano ivi (come sin dall’hora ne diedi conto a Vostre Signorie Serenissime), ct lasciato tutte le altre in buonissimo ordine, dominando in quei mari. Che l’armata di terra, lasciata nell’ Isola Jamaica, consiste effettivamente di 8000 fanti e 300 cavalli, et resosi padroni di essa, fuori di alcune parti remote nelle montagne, dove sono fuggiti delli Spagnuoli et habitanti, et stimato meglio andarli vincendo con arte che proseguirli. Che di tutta 1’ armata che uscì di qua non si è perso che un vascello, nominato il Parandone, che accidentalmente si bruciò. Che la gente militare (che prima godeva di poca salute, causata da eccessi e disordini) comincia assuefarsi al paese, ognuno attendendo (oltre il carico) a travagliare et habitat' l’isola. Che il General Venables è morto d’infermità, et si può credere di disgusto per 1’ errore commesso nella condotta dell’armata sotto il suo comando in San Domingo, et pusillaminità sua; con che s’è scusato del debito castigo, che riceveran alcuni altri ufficiali, quali dal Consiglio di guerra tenuto ivi sono mandati prigioni col detto Penn. Che dell’ ultima armata navale, in numero 32 vascelli, che partì di qua verso quella volta, non c’è nuova alcuna; ma che si stima a quest’ hora ivi ben giunta. Che la lasciata nell’ Isola Jamaica ed in quei mari consiste di 48 vascelli. Il detto General Penn arrivò qua improvvisamente a dar conto a Sua Altezza di quel negotio et provveder al necessario inseguimento del disegno ; nè intese dell’ ultima speditione e soccorso mandatogli prima d’ (essere lui) arrivato qua, quali giudica più che fa di bisogno : sì che di questa nuov’ armata si disporrà altrove, potendosi credere che buona parte d’essa verrà a unirsi col General Blake in cotesti mari. Quest’Ambasciatore Straordinario di Svetia tratta con Sua Altezza strettamente e secretissimamente; e da quello ho potuto penetrare, puossi giudicare della conclusione della pace et liga offensiva e difensiva. 1 — 304 — Questo Residente di Portogallo ha dato conto a Sua Altezza della risoluzione di quel Re a mandargli Ambasciatore Straordinario, con la ratificazione di quelli articoli di pace conclusi qua . dall’ altro, de’ quali alcuni punti furono alterati in Portogallo contro all’accordato qua: chè sdegnò molto Sua Altezza et minacciò risentimento, sì che detto Ambasciatore viene a dar satisfatione in quel punto et fermamente stabilir quella pace. La pace con Francia non resta per anche proclamata, sebbene questo Monsignor di Bordeau si trovi al presente nel nuovo palatio nobilmente fornito et ammobiliato; et a’ 15 stante fece un banchetto sumptuosissimo, nel quale furono convitati tutti li Consiglieri di Stato e Ministri Pubblici, però delli primi non ce n’ andorno che dui. Sino dalla settimana passata si finì a stabilire la militia sedante in tutta 1 Inghilterra, cioè in ogni contado e provincia d’essa, commissioni concesse (da Sua Altezza) di Coronelli e Capitani alli principali habitanti conosciuti e approvati di intiera fedeltà et affetione al presente Governo, perchè faccino levate di gente a satisfatione loro per commoranti nelle loro provincie , et che dopo de datagli arme e fattane mostra, ognuno si ritiri ai suoi affari particolari, per essere pronti quando chiamati et che 1 occasione s offerisse alla difesa delle loro rispettive provincie contra ogni oppositione al presente Governo ; et questi non terranno paga alcuna, ma goderan delli honori e franchezze ; col che Sua Altezza manderà altrove, quanto meno, la metà dell armata hora in piedi ; et così con una pietra farà diversi colpi ; darà satisfattione a ognuna delle provincie, con la confidenza che mostra tener in loro di permetterli la militia degli istessi habitanti, senz’ esser gravati con soldatesca straniera ; netterà la sua armata de’ fattiosi et gente seditiosa ; alleggerirà il popolo dalle tasse, come già è seguito delli 3/s di quelle solean pagare prima che avesse la Protettione di queste Nationi: il che dà universal contento e vince l’affetto d’ognuno. In fin va disponendo quest affare con tanta prudenza, valore et alto sapere, che non c’ è da dubitare non venga più che supplicato all’ accettatione del Regai Governo, come di già è seguito; ma non gl’inclina punto. r — 305 - La settimana passata, e non prima, mi vennero a trovare questi Chaworth , Pardini e Ferrari, come procuratori delli interessati nella carica della nave Sant’ Agostino, che fu presa nell’anno 52 da vascelli di guerra di questo Parlamento ; et in esecutione del comandotami da Vostre Signorie Serenissime, gli ho assistiti il possibile, con ufEcii alli'Giudici e Fiscale di questa Corte d’ Almi-ralità miei amici, chè tutto è stato di bisogno per evitar una sententia contra. Gli interessati costi hanno giusta causa di dolersi di detti Procuratori, per haver voluto camminar di lor capriccio , sendo circa due anni, che la causa dipende in quella Corte, nè han mai voluto richiedere assistenza, nè dal Signor Ambasciatore Fiesco quando fu qua (che con una sol parola a Sua Altezza da esso haverebbero ottenuto restitutione d’ogni cosa), nè a me prima de apurati da pura necessità , et che li loro advocati gli avvisorno in confidenza della intentione de’ detti Giudici , di dar sentenza contra. E questo 1’ ho dall’ istesso Jhon Chaworth, quale si duole et dà la colpa al Pardini e Ferrari che lo assicurorno sempre della ricuperatione senz’ esser bisogno far adrezzi nè al detto Signor Ambasciatore nè a me : questi dui sendo consiglieri del buon Arn-basciatorè di Spagna. Spiacendomi molto habbino detti signori interessati intoppato con simili soggetti, la mia assistenza non gli sarà mai per mancare quando e dove me lo richiederanno; ma dove naviga 1’ imperito pilotto, si può fortemente dubitare di naufragio. Ch’ è quanto al presente degno della Loro saputa; a’ quali humilmente facendo riverenza, auguro dal Soprano ogni felicità e contento. Londra a’ 20 Settembre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Società Ligure ài St. Patria. \ol. X\l. 20 — 506 — CXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Havendo a’ 20 stante supplito al necessario, questa sei vira pei dar conto a Vostre Signorie Serenissime che solo avant lneii mi pervennero giunte le Loro de’ 27 Luglio e 13 del passato , sotto coperta del Signor Residente Pallavicino da Parigi; la tardanza nel ricapito di esse sendo proceduta (conforme esso Signor mi scine con sua delli 11 stante) per esser stato in seguito di Sua Maesta, nè stimava sicuro il mandarle prima del suo ritorno ton essa a Parigi. Di che, conforme al debito mio, ne do parte a \ ostie Si gnorie Serenissime, acciocché nella prudenza Loro restino com piacenti liberarmi del sindicato di negligenza, in che ho peccato e peccherò il meno che sia possibile. Ho visto la nobil risolutione Loro toccante la mia pretensione, col decretarmi in ordine a ciò per il passato e futuro in c mità dell’avvisatami con detta loro de’ 13 Luglio: a che in tutto mi sommetto, et gliene do ogni gratie, supplicando \ osti e 1 gnorie Serenissime honorarmi della credenza che la benevolenza, e generosità Loro non sono nè saran mal collocate , come spero 10 manifesterà il tempo , sendo tanta la mia devotione alla I atria che non aspiro a cosa in questo mondo con maggior fervoie con effetti vivi rendermi perfettamente Lor ufile servo. Hieri venne avviso dell’arrivo in Porchm.ua di 4 navi di 0uei di quelle lasciate dal General Penn nell’ Isola Jamaica, et con ess^ 11 General Venables, che si stimava morto; et da quel che o_,0i ho da buona parte penetrato, si può conietturare che con a tentione et inimicitia tra detti Generali n’ha patito il Pubblico, che sendo così un di loro , e forse tutti due saran puniti , sen stato stratagemma del Venables di fingersi gravemente ammalato, per p-, . *n comPagnia del Penn: presto si chiarirà ogni cosa. netia- UC j10rni SOno c'ie si trova qua 1’Ambasciatore di- Ve-va • ^ * es^era essei incognito, cosa non usata qua, mentre persona scroccando per livree , et apparecchi per 1’ entrata come per casa e mobili, sendo già conosciuto da molti : attione da che (conforme all’ humor di questo Paese) ne risulterà smacco e forse poca satisfatione a Chi serve. Ch’ è quanto al presente: hu-milmente facendogli reverenza, gli auguro dal Soprano ogni felicità. Londra a’ 23 Settembre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 23 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Lor saputa. D’ all’ hora in qua è venuto avviso del-1’ arrivo nell’ Isola Jamaica dell’ultima armata navale ; e sbarcato in salvo tutte le provvigioni, munitioni et altro soccorso andorno in essa, et che quell’ affare si ridurrà presto in' buon stato. Sua Altezza avendo minutamente examinato li dui Generali Penn e Venables , è restata malissimo soddisfatta del loro diporto e condotta nell’ Isola San Domingo, a segno tale che li maydò tutti dui in Torre, et ordinato di fargli processo contra, potendosi giudicare che la faranno male e particolarmente 1’ ultimo. A’ 2 stante usci l’inclusa proclamatione, la quale per esser dittatura propria di Sua Altezza e contener materia di fondo in ordine al fermo stabilimento di chi governa queste Nationi, gliela mando tradotta, escludendo con essa più delli quattro quinti della gente di conditione in Inghilterra di tener mano 0 ufficio alcuno nel presente Governo. È venuto qua avviso da più parti di Spagna, che quella Maestà haveva posto imbargo sopra tutte le navi Inglesi ne’ suoi porti, e sequestrato tutti li beni de’ mercanti et altri sudditi di quella Repubblica ne’ suoi dominii, et comandato alle lor persone il non — 3oS — uscir di casa* Hi 1 giusta causa 'apertura a *" più voite vist° esso ordine di comi’ ^ i° gatala sempre alla ritirata, tenendo La cosa con T in °B°i loco dove potrà. Sua Altezza D' ^l ' Stat° avvisatoSIi con mia ult>ma. trattando materie'0 JU Jt°! ®°de al Presente perfettissima salute, Potendosi debitamemPOr-an,t,SSIme ° C°n secretezza inimmaginabile, grande a favor suo 'Care che Presto si vedrà qua alteratione risposta della Io M ° quanto al presente, servendo questa di riveren7i L ^ 6 del passato, e humilmente facendogli Londra V Ottobre _^0rnmo Iddio ogni felicità. D‘ Vostre ^gnorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Dal Protettore. elettionl ‘ma Proh‘kendo ai delinquenti d’aver voce o voto nella elettione di qualsivoglia officiale pubblico. è fraMT^0 Jl T0 dd Parlament0 Pubblicato alli 8 Ottobre 1652, si sin rN 10° CCretat:o et ordinato, che nessuna persona che sua incarcerata ner 7V ^ ° ^ Sequestrace’ 0 ,a Persona Quella 1- ' . c kìu0nz'1> 0 che sottoscrisse o tenne parte in si i o i t0na nelP anno :647, o che aveva as- cistico 11 passato 1 • • • ad ellecraere ’ ° ** Jriimici del Parlamento , fosse capace o lnr>-^°i ° tenere 0 esercitare o essere eletto ad ufficio Altezza ‘1 C<;Un0 • ' ,COnfidenza » o potere in questa Republica ; Sua siero rn -rniS'Ìm0 ^rotettorc nel suo alto sapere et grave pen-necessari ^ ° 51 Suddetto et antivedendo li pericoli a* quali cess iame te questa Republ.ca ^ ^ res^ se ^ o potere in ettIOnate Persone dovessero esser in ufficio di fede 5 et chiamando a memoria 1’ ultimo horrido tra- — 309 — dimento e rebellione macchinato et ordinato dalla inveterata et inquieta malitia di quella partita per involvere queste Nationi in sangue e confusione; la q.ia',e partita giustificatamente e con faccia aperta protessò era et continuamente esser la sua fine (abbenchè con la intiera rovina e desolatione di queste Nationi) di alzar quel potere et interesse contr’ al quale l’Onnipotente Iddio è così eminentemente comparso ; perciò Sua Altezza, in ordine alla pace e bene di queste Nationi sotto il carico suo, et per prevenire le pericolose conseguenze che potriano nascere in permettere a tali persone di tenere o esercitare alcun luoco o ufficio di potere o confidenza in questa Republica, ha, coll’avviso e consentimento del suo Consiglio, stimato conveniente di pubblicare e dichiarare (significando questo esser il suo gusto e volontà) che particolar cura sia presa che li Magistrati, Officiali e Ministri di Giustizia eletti nelli luochi diversi di questa Republica siino tali come di più e bona conversatione et ben qualificati con discretione et abilità requisita al discarico della fede a essi commessa, e che niuna persona, o persone, di che conditione si sia, cui beni o terre sono state in qualsivoglia tempo passato dovutamente sequestrate, o le persone loro incarcerate per deliquenza, o chi sottoscrisse la sopraddetta tradittoria combinatione, o che sia stato in qualsivoglia modo assistente, o (abbia) havuto mano nella promotione del passato Re o di esso famiglia o razza, o qualsivoglia inimici dello Stato e Repubblica, sarà eletto, o darà voto nella elettione di chi si sia persona , o persone , di qualsivoglia luoco o ufficio di confidenza , potere o governo nella Republica, o terrà, eserciterà, o èsecu-terà per esso o essi, o lor deputati, tal officio o ufficii in essa, finché di comandamento di Sua Altezza sia significato altrimenti ; sotto pena della sua indignatione, e tali castighi e pene che potranno essere e saranno imposti in loro come disturbatori della pace pubblica e sprezzatoti delli giusti comandamenti di Sua Altezza. E per la miglior e più effettuale esecutione del suddetto, Sua Altezza con questo strettamente incarica e comanda tutti Officiali e Ministri, tanto civili che militari, ne’ luochi loro in questa Republica, di prender particolar cura che questa volontà et espresso comandamento suo sia di tempo in tempo in ogni punto dovuta- mente compito. Ogn’un di loro (clic) nell’ ufficio si tio\a ìispon-derà a ciò : del che Sua Altezza ne richiederà stretto conto. Data a Whitehall a’ 2 Ottobre ] 22 Settembre. CXX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 8 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro notitia; e nella passata settimana arrivò improvvisamente a Porchmua il General Blake, con tutta l’armata sotto il suo comando; a che si trovò necessitato per falta di provvigioni per li vascelli, stante che le 8 navi che se li spedirono di qua con essi, da due mesi sono (impediti da temporale), non li pervennero. Si vanno accomodando e provvedendo d’ogni necessario; et uscirà fra un mese verso cotesti mari, doppiamente rinforzato tanto i vascelli come di gente. Gli affari con Spagna vansi rendendo a maturità di guerra, ha vendo il Governatore di Fiandra sequestrato li pochi beni e va scelli di questa Natione in quelle provincie, e questo buon Am^ basciatore pubblicato tener espress’ ordine dal suo Re di passarsi a Spagna, et richiesto già cinque volte udienza per licentiarsi. Pero Sua Altezza ne fa pochissimo caso, nè tanto come di fargli sin hora dar risposta alcuna. Col che avant’ hieri scrisse a detta Altezza del tenore seguente : « Sia che li gravi affari di Stato non permet tano tempo a Vostra Altezza Serenissima di darmi udienza, e cevere 1’ honore di baciargli le mani prima della mia partenza verso la Patria, dove sono chiamato dal mio Re, La supplico a vorirmi del suo passaporto per la mia persona, treno e robe, ciocché possa liberamente e senza ditentione esecutar li coman damenti del mio Padrone ». La persona che portò la lettera, dopo d’ haver aspettato quattro hore alla porta della Secreteria, hebbe una risposta verbale da uno delli Sottosecretarii che la lettera fu data a Sua Altezza, ma che non dava ordine alcuno in quanto al desi — 3ii — derato, ma che suo Patrone (inferendo il Secretario di Stato) diceva non occorrer passaporto, presupponendo che nissuno lo de-tenirebbe. Puossi considerar nella maniera si ritroyo il buon amico con simil messaggio ; non lasciando però di credere che se li darà passaporto, tale come sarà ; et se parte senza, come tratta di fare (havendo già dismobiliato la casa) , forse gli succederà qualche considerabile affronto. Non c’ è mal che non meriti la sua conosciuta falsità et ipocrisia, e credo sinceramente essere il maggior inimico che possano Vostre Signorie Serenissime tenere. Quest’ Ambasciatore di Venetia fece l’entrata a’ 15 stante; a’ 17 ebbe pubblica udienza, nella quale complimentò molto Sua Altezza : però la sua persona, scrocco di porto, e modo di trattare, gli è poco gradito, a segno tale che disse al suo Secretario queste formali parole: «Vedi la differenza nella nobiltà di duecosì vicine Republiche (inferendo Genova e Venetia), l’Ambasciatore Fiesco uno perfetto gentil’huomo, questo un perfetto villano ». Posso assicurargli di questo passo ; perchè seguì nella udita di persona confidentissima. Ha poi havuto una udienza privata, trattando, da quanto ho penetrato, oltre uno stabilimento di commercio, l’assistenza di Sua Altezza contro il Turco. L’Ambasciatore di Svetia viene ogni giorno più favorito da Sua Altezza, havendo ottenuto licenza di far leva di 4000 Scozzesi ; e tratta 1’ esecutarla, potendosi giudicare della conclusione di lega offensiva e diffensiva. La pace con Francia si pubblicherà presto, essendo aggiustato ogni cosa. Vengo di nuovo a raccomandare a Vostre Signorie Serenissime di presentar Sua Altezza con qualche rarità di cotesti paesi, come di dolci, cose d’odore (che sia il tutto riposto in casse pulitissime), come anche il ritratto del Serenissimo Duce guarnito con qualche cornice curiosa, non occorrendo che tutto il presente ecceda di costo un migliaro di scuti d’argento. So che sarà cortesissimamente accettato, et che ne seguirà particolari segni di gradimento. Nè sarà necessario che Vostre Signorie Serenissime s’impegnino in cosa alcuna, ma che venga a me come dal Signor Ambasciatore per il Secretario di Stato, chè in effetto sarà 1' istesso — 512 — come da Vostre Signorie Serenissime a sua Altezza. E quanto più presto si farà, tanto meglio ; perchè ne potrà nascere cose inimmaginabili al Pubblico servitio. In ordine a che sarà similmente necessario, stante li presenti cimenti con Spagna, che resti avvisato di tempo in tempo dello stato di quei affari, et che il Lor Ministro Pubblico ivi lo sia di questi; perciò la settimana ventura ne, scriverò a quest’,effetto all’ Illustrissimo Signor Ansaldo Imperiale a Madrid, et che si serva corrisponder meco, chè sendo per gusto Loro (come lo spero) si degneranno confermarglielo. Ch’ è quanto al presente si offere ; facendogli riverenza, gli auguro dal Soprano felicità e contento. Londra a’ 26 Ottobre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1655, 22 Novembre. Letta alli Serenissimi Collegi. — Se le avvisi la ricevuta, con lodare la sua diligenza ; che il regalo per il Protettore si va apparecchiando, e che continui ogni settimana gli avvisi come se le è di già ordinato. Rispetto al mandarli il ritratto di Sua Serenità, che il Collegio Illustrissimo provveda come le parrà : ad calculos. CXXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 26 del passato ebbero conto del degno della Lor saputa. E a 5 stante, con molto sollecitare, ottenne il buon Don Alonso de Cardenas passaporto per trasportarsi a Fiandra , nominato in esso Don Alonso de Cardenas Ambasciatore che fu di Spagna ; con che il giorno seguente mandò il suo Secretario a supplicare che s’ accomodasse, nominandolo Ambasciatore come lo era sin d’ arri- — 313 — vato alla Corte di Spagna. Aspettò nella Secretaria sin alla notte tardi, quando se gli mandò a dire che dicesse a Don - Alonso di partirsi senza dilazione alcuna, et non facendolo saria peggio per lui. Non si parlò a sordo, perchè tutta quella notte impiegò in metter in ordine le sue robe; et due hore prima del far del giorno s’imbarcò per Gravesend et di là verso Dover , dove si trova al presente. Non può lasciar d’andar contento, levando, oltre la brutta coscienza, due buone nuove, 1’ una la guerra con Spagna, 1’ altra la pace tra l’Inghilterra e Francia. Per il che l’istesso 6 stante questi Signori Comessarii di Sua Altezza e Monsignor di Bordeaux Ambasciatore di Francia firmorno li articoli di pace già aggiustati mesi sono, come avvisai a Vostre Signorie Serenissime; et subito spedì il suo Secretario alla Corte di Francia per la ratificazione ; ch’ha d’esser qua 15 giorni. Si prepara un manifesto, nel quale si declarerà l’ingiusto procedere di Spagna, nell’ imbargo de’ beni e prigionia delli sudditi di questa Repubblica in quei dominii, et della rottura di quella parte della pace che darà motivo a questa di dichiararli guerra aperta. Sua Altezza ha certo avviso che la risolutione in Spagna per l’imbargo fu fondata con la notitia del mal successo di questa parte nell’ Isola di San Domingo, giudicando che tutto quel disegno era per terra, nè dato credito a quella venne poi della presa di Jamaica, riuscita più che vera, trovandosi effettivamente ivi 10 mila combattenti, et da 68 vascelli benissimo provvisti: col che quella Maestà desiderebbe esserne digiuno. So dir a Vostre Signorie Serenissime di certo che Sua Altezza disse : « Il Re di Spagna ci tratta come li Genovesi, col arrestarci li beni, credendo per quel verso obbligarci a mandargli Ambasciatore ; ma troverà tutto il contrario perchè vi manderemo il suo ». Quest’ Ambasciatore di Venetia si rende ogni giorno in maggior smacco, havendolo deserto tutta la servitù presa qua, stante la estrema penuria con che si tratta. Sono da 10 giorni che richiede udienza senza poterla havere : puossi da ciò coniecturare la dispositione che troverà in ottener il favor che desidera. So da buonissima parte che si lamentò fortemente del suo trattamento nella receptione, come inferiore a quella del Signor Ambasciatore Fiesco ; allegando — 3*4 — che tutti i Prencipi della Cristianità anteponevano la sua Republica a quella di Genova, e particolarmente che non gli veniva dato il titolo di Serenissima. Hebbe per riposta che Sua Altezza non rice-\<-\a iegola da chi si sia, nè seguiva le vestigie d’altri Prencipi nel trattamento de’ suoi amici, ma che lo faceva conforme ai meriti et bona inclinatione. Da pochi giorni in qua sono usciti dalli Duni di Porchmua e I limua più di 30 vascelli grossi benissimo provvisti, a uno e due per volta per non far rumore, ma secretissimamente: nè si sa il certo a che son destinati ; si giudica verso la costa di Spagna. Dall altro canto va allestendosi con ogni speditione una potente armata navale ; ma non si sa per anche chi ne baveri la condotta. ^ Il General Penn, per gratia di Sua Altezza, è stato liberato dalla Porre: però mai più sarà impiegato. Il Venables si crede la passerà male. ! Il bandimento da 20 miglia da questa Città della partita del passato Re e di tutti quelli sono stati in arme o assistitolo sendo spirato , fu la settimana passata rinnovato per altri tre mesi : con che s anderà consumando con fuoco lento. Il trattato con Svetia è strettissimo, non passando settimana che quell Ambasciatore non riceve le due o le tre udienze. Si tratta secrctamente, con Vassistenza di Svetia e Holanda, soccorrere lt ribellali contra Savoia ; potendosi credere che presto ne seguiià qualche considerabil risolutione. Di questo li supplico servirsene con ogni secretezza : è politica del Protettore e non ze^°- E servendo questa di risposta della Loro del 3 passato, pervenutami il 4 stante col duplicato della de’ 27 Luglio, il cui originale haveran poi visto essermi pervenuto con la causa della tardanza nel ricapito ; assicurandoli che non sarò mai per preterire occasione alcuna in dargli li debiti avvisi e secretamente servirli in conloi-mità dell’obbligo mio, mentre per fine gli auguro dal Sommo Id dio ogni felicità e contento. Londra a’ 9 Novembre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. - 3i5 — CXXII. Serenissimi ct Eccellentissimi Signori, Sendo dopo mia de’ 9 stante uscita la dichiaratone di Sua Altezza (1), deinostrando di parte di questa Republica la giusta causa che tiene di querelarsi contra Spagna, per le ingiurie e danni patiti da questa Natione da molt’ anni in qua da quella Corona, e particolarmente nelle Indie Occidentali ; con la giustificatione , non solo del possesso che tiene ivi questa Republica, ma della forte ragione che la muove a mandar ivi l’ultima armata navale; et l’ingiustitia manifesta, e violatione della pace da parte di Spagna, nell’ haver sopra tal pretesto sequestrato li beni et incarcerate le persone d’Inglesi ; che contenendo, a parere de’ giuditiosi, materia di fondo, et in rinnovare quel fuoco d’antipatia (da qualche età in qua occulto nelle ceneri) naturalmente brucciando (sic) ne’ cuori di questo popolo contra quella Corona e Governo ; ho stimato debito mio di tradurgliela, come ho fatto, et inclusa viene : a che mi rimetto, supplicandoli passar la rustica traduttione et errori in essa, degnandosi attribuirli alla brevità del tempo, et haver voluto seguire lo stile dell’originale in che sono stato fedelissimo interprete. A’ 13 stante uscì un’altra dichiarazione di detta Altezza, la cui sostanza fu il dimostrar le di essa ragioni nel procedere (per la pace della Republica) contra la obstinata partita del passato Re e suoi successori, come fomentatrice di ribellioni e nuove jsollevationi, mai per quietarsi eccetto con le libertà, beni e vite delli buoni popoli di queste tre Nationi. In ordine f che ha ordinato che tutta la spesa della nuova militia (ripartita come già avvisata a Vostre Signorie Serenissime in tutte le provincie d’Inghilterra) sia sostenuta da essa : con che presto si consumerà, con doppia satisfattione delli buoni popoli. E servendo questa di risposta della Loro del 19 pas- (1) Questa dichiarazione trovasi difatti annessa alla presente lettera ; ma essendo molto prolissa cd estranea allo scopo nostro, ne ho omessa la pubblicazione. — jl o — sato, pervenutami solamente avant’ hieri, altro al presente non m occorre dirgli, che con ogni humiltà facendogli riverenza gli auguro dal Supremo ogni colmo di contento. Londra a iS Novembre 1655. Di ^ ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 18 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime de gno della Lor saputa; et solo hoggi col corriere di Francia r pervennero, giunte sotto coperta del Signor Residente Pallavicin^ le Loro de’ 27 passato e 3 stante, 1’ una tardata otto giorni 1 a 15 più del solito; et in exeeutione del comandatomi, anderò av zando le diligenze requisite per muover et indurre il Serenis ^ Protettore, alla concessione delli desiderati, perchè li Ge e Comandanti delle sue armate navali faccino ogni buon passaDg ai loro sudditi, vascelli e merci di essi, che incontreranno gando, in qualsivoglia loco e modo ; sperando, mediante la g111-’ della domanda et bona dispositione sua alle cose Loro, i c guirli : in che vigilerò con ogni studio et attentione, per cani ^ con 1’ humore di Sua Altezza , introdottivo principale pei qualunque pretensione, come di tuyo haveran alla giornata conto. Blake Di nuovo: quest’armata dev’ esser comandata dal General ^ si va allestendo con ogni speditione, et dicesi consisterà vascelli, et che oltre il doppio rinforzo di marinai, muniti viveri, anderan in essa 10 reggimenti d’infanteria. 11 disegno p giudicare esser totalmente per le Indie Occidentali e contra gna, accendendosi di questa parte una guerra asprissima, et si p - 3*7 — creder non sarà meno noiosa a quella Corona, per esser questi Signori confidentissimi, perchè nel primo luoco gl’impediranno (se non 1' uscita) 1’ arrivo delle flotte a Spagna ; nè si scorderan della Fiandra così vicina. Nella passata settimana quest’Ambasciatore di Svetia hebbe una pubblica udienza (non ostante la riceva secretamente due o tre volte la settimana), et fu per dar parte a Sua Altezza dell’ inimmaginabile progresso che haveva fatto il suo Re. nelle conquiste della Polonia; et che con la fuga di quel Re et abbandonamento del suo regno, non solo la Cracovia s’era resa alla sua divotione, ma anche tutta la militia Polacca. L’Ambasciatore d’ Olanda fa grandissime istanze a Sua Altezza perchè includa quelle provincie nel trattato e lega con Svetia, evidentemente vedendo che d’ altra maniera non potran lungamente subsistere. Di quello seguirà in questo particolare lo sentiran in appresso. L’Ambasciatore di Venetia trova delle difficoltà non solo nel trattare, ma in ottener udienza. L’istesso sentirà ogni altro Ministro Pubblico qua che non sappi comminar con 1’ humore del Paese, o che non sia la conditione del Prencipe fuor di modo considerabile alle future convenienze di chi governa. Il Residente di Firenze ha di nuovo nella passata settimana presentato Sua Altezza, con cose rarissime e costose, come sete lavorate, capinetti d’ argento et altri bellissimi con pietre , et quantità di vini : il che ha fatto pubblicamente in nome del Gran Duca suo Patrone, il tutto sendo stato accettato con cortesia grande; et gli sarà reso contraccambio. Questo non lascierà di generar buon sangue per future pretensioni e convenienze di quel Prencipe. Dicesi di certo che Sabato passato 27 stante arrivò a casa di quest’Ambasciatore di Francia il suo Secretario, di ritorno da quella Corte, con la ratificatione delli conclusi articoli di pace; chè così sendo, presto ne seguirà la pubblicatione. Meglio considerato, non scrissi altrimenti all’ Illustrissimo Sig. Ansaldo Imperiale a Madrid che si compiacesse corrisponder meco, affinchè (informati dello stato degli affari di questa e quella Corte) si potesse meglio cooperare al servitio di Vostre Signorie Sere- — 5iS — > bruendolo sospeso, per voler prima tenere da Loro li- 1j ’ Scn ° di Lor gusto si degnerai! darmela. Che è quanto ai presente s offerì •* i i- mai.™ ilo ' dogli con ogni humiltà riverenza, gli Lo 4 °nm,° Udio °Sni è concento. Londra a’ 29 ____muiu iddio ogni teli Londra a’ 29 Novembre 1655- Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitote Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1655, a’ 22 Dicembre. Letta alli Serenissimi Collegi 1 • • 7 • 1 1 leciti l'ordine -| &1* — le avvisi la ricevura, e che sol- scelli, robbe - ° ^ ^ ^ ° incar‘cat0 di procurare a favore de’ va- calculos. mtrJ sudd'n> nelli termini di già ordinati : ad CXXIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 29 del passato diedi conto a Vostre Signorie Sere del degno della Loro notitia; e nella passata settimana si ^ qua la pace con Francia: il che seguì con gran so’ennità e. ticata ; perchè il Mercodì questo Monsignor de Bordeaux ^ sciatore di quella Corona fece un sontuosissimo banchetto, in ^ trovorno la maggior parte delli Signori Consiglieri di Stato, ciali dell’ armata e cittadini d’ ufficio. Il trattamento che ricevet ^ di rarità di cibi e vini, con musica d’ogni sorte, non fu PU inferiore alla qualità delli convitati ; da quello giorno sino a " ore di notte correva il vino in fontane erette a quell effetto 1 piazza dinanti la sua casa, dove tutto il popolo che n haveva — 319 — glia ne beveva ; e poi sin alla mezza notte si passò con sparate c bellissimi giuochi di fuoco. Quest’ intrattenimento diede tanto nel-1’ hurnore di questi Signori, e particolarmente di Sua Altezza, che comandò in un’ istante che in tutte le strade principali di Londra e Westminster si facessero fuochi, et che tutta l’artiglieria nella Torre sparasse: il che non lasciò d’empire detto Signor Ambasciatore di singoiar contento. Ma quel eh’ è più, il giorno seguente fu convitato alla Corte, condotto ivi dal Maestro delle cerimonie nella miglior carrozza di Sua Altezza, et regalmente trattato. In mezzo della tavola fu Sua Altezza, et alla man dritta (da 6 palmi distante) detto Signor Ambasciatore ; alla sinistra (alla stessa distanza) il General Lambert, et genero di Sua Altezza Governatore d’Irlanda. Ad altra tavola, nell’ istesso salone, tutti gli Consiglieri di Stato e principali ufficiali dell’ Armata. Sua Altezza et detto Signor Ambasciatore non si parlorno a tavola che di mezzo delli Maestri delle cerimonie. Di questa pace ne sente la generalità di questa Natione molto gusto; però con che termini sia seguita non si può penetrare, sendo le ca-pitolationi secretissime. Il tutto va facendo contra Spagna, con gionta dell’ avviso pervenuto con corriere d’ Anversa che il Principe Francesco di Lorena s’ era rivoltato dalla divotione di quella Corona e passatosi a Francia con molta nobiltà et da 4500 soldati : il che. non faciliterà punto la pace tra le due Corone, massime che so di bona parte che qua s’ è già fatto e si farà il possibile perchè non segua. L’armata navale è quasi di tutto punto lesta; e si preparano a furia e con ogni secreto 6000 para di pistolle, et arme per 20000 fanti, con pretexto siino per il disegno delle Indie Occidentali: però so altrimenti, e non alterando risolutione daran tutte queste for^e in parte mollo più vicina. Sua Altezza ha trattato materie gravissime, et presto ne seguiran notabili risolutioni. Col che, e col significatogli di sopra, non c’ è stato loco in questi giorni addietro da poter convenientemente muover nel comandatomi con Loro de’ 27 corrente ottobre. Non s’ è però perso tempo , sendo stato preparando la strada con quelli instrumenti a proposito per accertar Phumore del Protettore, valendo — 320 — più in simil materia un poco di# destrezza clic molta torza. Spero con altra dargliene non solo un compito ma soddisiatti\o conto, di’è quant’al presente; facendogli humilmente reverenza, gli auguro dal Soprano ogni bene e contento. T i _ v vc/illClilV. Londra a’ 13 Dicembre 1655. Di Vostre Signorie Serenissime Hnmiìissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo la de’ 13 stante, mi son visto con Persona eminentissima et amica, toccante l’incaricatomi con Loro de’ 27 Ottobre ; trovando in questo la solita bona disposizione di Sua Altezza nella concessione delli desiderati ordini. Però send’ un negotio publico, converrà farne rimostranza in udienza publica, la quale ho da richieder nella settimaua ventura, mentre vado preparando un tal discorso e compimento da farsi in nome Loro, che possa non solo esser a proposito in simil coniuntura, ma anche per indurre la concessione del desiderato, come a suo tempo riceveran distinto conto. Indus? vanno le capitolationi della pace tra l’Inghilterra e la Francia, uscite in questo punto dalla stampa. Però sono solo l’ombra dell’ accordato, la sostanza sendo secretissima : anzi si trattano con quella Corte materie rilevanti; et a quell’effetto l’Ambasciatore Monsignor de Bordeaux fece partenza di qua, quattro giorni sono, con pretexto di negotii propri, per ritornar fra un mese ; et presto lo seguirà, come intendo, un’Ambascistore Straordinario di Sua Altezza. Tutto è macchinar contra Spagna. L’armata navale si va allestendo con ogni possibil speditione; però a tanta macchina ci vuol del tempo. Le preparationi sono — 321 — grandissime, potendosi giudicare che con l’assistenza di Francia sia per dar sopra la Fiandra. Avant’ hieri fece 1’ entrata un Envoiè del Duca di Branderburgh, et l’istesso giorno hebbe udienza. Dicesi viene ad instanza dell’Ar-chiduca Leopoldo e Prencipe di Condé, a far apertura per un aggiustamento con Spagna, portando di credito sopra questa Piazza lire 2oo mila di sterline, per depositar dove Sua Altezza ordinerà per sigurtà che quella Maestà debba levare li sequestri da essa fatti sopra li beni de’ sudditi di questa Republica et che ricevino intiera satisfatione di tutti i danni et interessi risultatigli da ciò. Non è da credere possa si lieve offerta divertire una tant’ avanzata risolutione e congiuntura, così vantaggiosa a forzar l’intento di Sua Altezza, qual non è altro che d’ haver il commercio libero nelle Indie Occidentali, e che questi sudditi vivendo nelli dominii di Spagna non siino soggetti a quella Inquisitione. Madama Cleapole, figlia maggiore di Sua Altezza, si trova gravemente inferma; l’istésso il Secretario Thurloe, nepote di Sua Altezza: il che causa non poco discontento in questa Corte, e particolarmente in detta Altezza eh’ ama 1’ un e 1’ altro passionatamente. Ch’è quant’al presente; liumilmente gli fo riverenza, augurandogli dal Soprano ogni maggior bene e contento. Londra a’ 23 Dicembre 1655. Di- Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo la del 23 del passato a Vostre Signorie Serenissime, ricevei insieme le Loro de’ 22 e 29 Novembre, e per l’ultima di Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 21 esse visto In risolutione di non far altro in quant’ al regalar il Conte Proitetore; ma havend’ io compito al debito mio in ricordarglielo, mi sottometto in tutto alla Lor volontà e prudenza, non essendomi impegnato in cos’ alcuna, oservando in questo come in ogni altra cosa il comandatomi fin dal principio , di non ingerirmi in alcun negotio senza Lor espress’ ordine ; e di quella pòca introduttione per penetrare come sarebbe tal affare gradito, sendo fatta con persona confidentissima, restarà del tutto sepolta. Questi giorni passati è stata Sua Altezza fortemente occupata col Consiglio in un trattato con li Giudei venuti da Amsterdam a domandar admissione di viver ed ufficiar qua; et perchè segua, proponeano gran cose in materia di commercio et augumentatione delle Dogane et excisa, offrend’ anche lire 200 mila sterline in conto per la chiesa di San Paolo, essendo il Domo di Londra, però al pre sente molto rovinata , quale riparerebbero anche a lo.i spese pei habitarla et farne di parte Sinagoga, send’ una macchina di circa mezzo miglio di circuito et straordinaria altezza. Questa pratia non manca di trovar considerabil oppositione, non solo in a del Consiglio, ma più negli Ecclesiastici, li principali dequ rono da Sua Altezza chiamati nel Consiglio a dar in ciò a p^ nione loro; nella quale andorno talmente divisi, che non nè bene nè male, 1’ una parte allegando che li Giudei se bero questi buoni Cristiani, e l’altra che contrariamente convertirebbero li Giudei, et esser opera di misericordia a venire. L’inclinatione di Sua Altezza non s intende fin io ^ vendo sospeso- il negotio per alcuni giorni, menti e non di credere otterranno l’intento. . La continuazione dell’ indispositione del Signor ‘ • k-, rhfn li giorni Thurloe è causa che Sua Altezza non da ne <• ^ ^ _ passati udienza pubblica ad alcun Ministro , attendendo a » però sino a passate queste feste non seguirà, sendo doma , ^ forme a questo stile, il giorno di Natale. Io sono pronto ^ verla, in ordine al comandatomi, quando si compiacerà seg - ‘^ mela; com’ a suo tempo haveran particolar conto. Ch e qu< presente degno della Loro notitia; cui mani bacio humilmente, - 32J — gurandoli felicissimo capo d’anno con ogni maggior contento e felicità. Londra a’ 4 Gennaio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo la mia de’ 4 stante a Vostre Signorie Serenissime, mi pervennero le Loro del 7 e 22 dello scaduto, quali non contenendo che la notitia della ricevuta delle mie, altro non mi occorre a risposta d’ esse; non havendo sin hora, stante le feste et indisposi-tione del Signor Secretario Thurloe, havuto la pubblica udienza toccante quelli ordini che m’ hanno comandato procurare, se bene domandatala con l’accostumata formalità. E dubito sel’havrò questa settimana, sapendo di certo eh’ oltre le cause suddette Sua Altezza trovasi perpetuamente occupata in gravissimi affari, essendo le più volte 10 ore di notte, e qualche volta il far del giorno, prima che vada a riposarsi; nè convien in mod’ alcuno essere importuno, se bene destramente faccio quanto posso non solo in quest’ affare, ma in tutto ciò che mira al servizio Loro. Si trattano con Svezia materie importantissime e con secreto inimmaginabile, trovandosi spesso quell’Ambasciatore privatamente in camera di Sua Altezza; li progressi di conquiste del suo Re non solo nella Polonia ma anche nella Prussia sendo grandissimi, impadronendosi dapertutto dove và con poca oppositione. È horinai tempo che li Prencipi Cristiani Catolici pensino a’ casi loro, non machi-nandosi altro che la generai distruttione di quella vera fede e di chi la professa : questo lo so pur troppo certo. Si va ogni giorno augumentando il numero de’ vascelli per quest’ armata, send’ al presente lesti e di tutto punto provvisti — SH — da So vascelli, de’ quali 20 uscirono li giorni passati a visitar questi mari. Si travagliano fortemente armi tanto da cavallo come da piedi per questa spedizione. Questo Signor Ambasciatore di Venezia, malcontento, tratta licenziarsi; non potend’ intendere habbi potuto operar nè ottener cosa di momento. S’ ha qua aviso di che il Duca di Brandenburgh tratta aggiustarsi col Re di Svezia; e che dalla Città di Danzica vien domandato da detto Re I’ admissione della sua armata in Kleyden, di pagargli due milioni di lire sterline e giurargli fedeltà. Delle proposte delli Giudei non se n’ è più parlato in Publico; si negotia però sotto mano, et così saran per il presente admessi, et col tempo apertamente. Sua Altezza nella passata settimana ha scelto 300 della sua miglior Cavalleria a 3 d’ogni truppa, a’ quali ha ridoppiato la paga et fattone una Compagnia di Guardia della sua persona, oltre quella che teneva prima consistendo di 200. Questo s e fatto col-1’ essersi scoperta una congiura contro detta Altezza. Il primo giorno d’ anno nuovo conforme a questo stile, che fu a’ 11 del nostro, fui molto honorato da Sua Altezza; perch oltre li suoi trumpetta e tamburri, che mi vennero a sonare com a tutti Ministri Publici, mi mandò a presentare un par di cervi bellissimi galantemente adornati; de’ quali all’Ambasciator di Svezia ne pie-sentò sei. Però non intendo 1’ habbi fatto ad alcun altro, nè mai 1’ ha praticato prima. Ch’ è quant’ al presente : facendogli humil-mente reverenza, gli auguro dal Soprano ogni felicità e contento. Londra a’ 17 Gennaio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 325 — CXXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Doppo de scritto 1’ inclusa, mi vien dato avviso d’ un afron-toso accidente occorso a un Ministro Publico, di che non posso omettere dargliene parte; e fu che 1’Ambasciatore di Spagna, alla sua partenza de qua, raccomandò quelli Jesuitti e religiosi Inglesi che vivevano sotto le sue ale alla protettione di questo di Venezia, il quale non così cauto come il primo, gli permesse di predicare pubicamente in inglese quando volevano nella sua capella, dove si trovava sempre un concorso grande d’ ogni sorte di gente: il che pervenut’alla notizia di Sua Altezza, comandò all’improvviso che hieri (sendo Domenica) fosse la sua casa circondata da cavalleria, che presero tutti quelli uscirnó da essa, fra quali alcuni religiosi et molti cattolici, et incarceratili: il che non lascia di far in questa Corte e Città rumore; et si giudica ne risulterà poca convenienza a chi serve, facendo cattiva impressione dove c’ è tanta ad-versità alla Fede Romana, venendo interpretato un violar le leggi della Natione nel proteggere quelli vengono da esse dichiarali traditori. Ch’è quant’occorre in questo particolare: mentre sono ecc. Londra a 17 Genaro 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 17 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro notizia; e Mercordi passato 19 detto mi mandò Sua Altezza un Gentilhuomo della sua Camera a notificarmi — 326 — eh’a un hora di notte del giorno seguente m’assegnava udienza: al qual tempo mi venne a condurre il Cavaliero Flemings Principal Maestro delle cerimonie. Et arrivat’ a Palazzo, fui ricevuto con impraticato honore d’accompagnamento di persone di qualità, torcine e trattamento, prima e doppo della udienza: la quale mi fù data, (stando) Sua Altezza in piedi e scoperto dal tempo che li entrai sino alla partenza. Gli feci un poco di compimento nel mio discorso per introduttione del comandatomi da Vostre Signorie Serenissime, sendo sicuro gli diede nell’humore; et la sua risposta lo conferma. Qui incluso haveranno precisamente l’un e l’altro: a che mi rimetto, sperando haver accertato la Lor intenzione. 11 che con desiderio grande attenderò sentire, mentre vo’ usando le diligenze necessarie per cavarne dalla Secretaria li dispacci; et spero rimetterglieli con prossimo. Li gran affari in Corte tanto domestici [sic), l’uscita di quest armata navale, come il strettissimo et secretissimo trattato con Svezia, occupano di tal maniera detta Altezza e questi Ministri di Stato, che non si fa poco ad esser sentito ; però posso assicurargli (per non dir innanti) non esser indietro a chi se sia, trovandosi altri Ministri Publici di maggior carattére sollecitando udienza più di due mesi senza poterla per anch’ havere. Ho anche con l’occasione di quest’udienza preparato rimostranza a Sua Altezza toccante il negotio della nave Sant Agostino, che già mesi sono si servirono particolarmente d’incaricarmi, il che feci col Consiglio di Persona eminente et che desidera in tutto porgermi il suo favore; ma quando si venne al punto, li Signori Chaworth e Pardini, procuratori delli interessati, si scusarno non poter andar meco alla udienza; nè potev’ io, come Ministro Publico, far parte solo generalmente; di maniera che non se ne fece altro. Da che chiaramente si vede il fine loro esser prolungar la sentenza, perchè send’ essi in possesso delli effetti, con una si-gurtà data di pagare lire 5000 sterline (a pena la metà del valore d’ essi) in caso sentenza sarà prononciatagli contra ; et se in favore converrà si spoglino di quest’ interamente , sopra quale han già fatto sangue. Questo si conferma da che mentre si trovò qua il Signor Ambasciatore Fiesco, detti procuratori, abbenchè hebbero occasione di vederlo più volte, mai gli ne volsero far motto, — 327 — chè con una parola a Sua Altezza Inverebbe comandato restituzione di quanto s’ era provato spettar a Loro sudditi; et quello li obligò venir da me fu la necessità dalla notizia hebbero che quelli nuovi Giudici havevano determinato dargli sentenza contro, et sarebbe infallibilmente seguito se non havessi usato con essi mezzi straordinarii, com’è noto a detti procuratori, in qual caso bisognavan sborsare dette lire 5000. Ho perciò stimato debito mio dargliene parte, perchè se ne servino dove la prudenza Loro derigerà. Ch’ è quant’al presente; humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Soprano ogni bene e contento. Londra, a’ 27 Gennaro 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Dovoiissimo Servidore Francesco Bernardi. Discorso fatto a Sua Altera all’ udienza datami a’ 20 Gennaio 16/6. La continuazione delli comandamenti, che giornalmente ricevo, Serenissimo Prencipe, dalli miei Superiori, m’obbligano ora di assumere 1’ ardimento di baciar le mani a Vostra Altezza, per rinnovare in Lei quell’ardente e sincera affezione meritamente da Loro dovuta a così Gran Prencipe, al quale sento non poco disgusto che le mie debole forze non mi permettano sufficientemente d’ e-sprimere, come sono particolarmente comandato, i Loro vivi sentimenti d’ ogni grato riconoscimento per quelli supernumerarii favori et sempiterni segni d’ affezione coi quali si degnò honorargli nel loro passato Ambasciatore; assicurandola, Signore, che non c’ è cosa da’ miei Serenissimi Signori con maggior divozione aspettata che la felicità delli di Lei comandamenti, per manifestare che le opere non saran punt’ inferiori a queste loro parole. Et sendosi 1’ Onnipotent’ Iddio dalla immensa bontà sua e misericordia stata servita non solo di render queste Natltni al presente felici sotto il prudente Governo e Protettione d’ un Principe così valoroso e saggio, amato e temuto dall’ Universo tutto, ma anche d’erigere Vostra Altezza Serenissima un contrapeso a tutti Principi Christiani, — 328 — così sperano, non sendo li minori de’ suoi amici, di partecipare d’ una tanta bontà; acciò che li loro cittadini e sudditi possano in avenire con maggior animo applicarsi al traffico e commercio; humilmente suplicando Vostra Altezza esser servita, in ordine a ciò, strettamente di comandare li Almiragli e Comandanti delle sue armate e navi da guerra non solo d’ abstinersi in detenerli o molestargli le loro navi o merci in qualsivoglia luoco, in qualsivoglia maniera, o con chi si sia che saranno trovati negotiando o trafficando; ma di mostrargli e fargli ogni buon passaggio et ami-chevol ufficio, secondo richiederà 1’ occasione in conformità di giustizia, le leggi delle Nazioni et buona corrispondenza fra le due Republiche. Risposta di Sua Altezza- Riconosciamo gratissimamente la memoria che li Senerissimi Governatori di quella nobil et antica Republica di Genova conservano di Noi, da lei esplicataci in Lor nome con una così essenzial demostratione d’amicizia; a’ quali, in tutte occasioni potranno offerirsi di lor servizio e convenienza, sarà ampiamente manifestato il desiderio nostro di tutta reciproca affezione et egual corrispondenza. La buona volontà nostra esibita a quella degnissima Persona del detto Ambasciatore, non fu meno che il dovuto a Chi ce lo mandò et valor suo. E quanto al particolare rappresentatoci hora, in conformità del desiderato, daremo effettuali comandamenti a tutti nostri Ufficiali marittimi di trattar i Loro sudditi., vascelli et interessi, in qualunque parte li troveranno trafficando, con tutt’a-micizia e cortesia secondo la reai intenzione nostra (1); e di questo, oltre la memoria particolare ne tenemo, contenendo il papero hora datoci 1’ istesso che di già ha detto a bocca, lo raccomandiamo al Nostro Secretario, richiedendolo di prendersene cura et di raccomandarcelo corica prima opportunità, affinchè si faccino li ordini necessarii. E se in avvenire alcuna cagione di lamenta na- (1) Nel testo inglese: « to oure reali intention » — 329 — scesse da qualsivoglia azione de’ nostri detti Ufficiali, o altri sotto il poter nostro , contraria alla intenzione nostra (il che speriamo non debba seguire) assicurisi, Signore, che dandocene notizia troverà subito il dovuto rimedio. Nota a tergo. 1656 a 21 Febbraio. Letta alli Serenissimi Colleggi, et a palle deliberato se le avisi la ricevuta; lodando et approvando il rappresentato et operato da detto Bernardi e che continui li avvisi. Di ciò che scrive per gli interessati nella nave Sant’ Agostino, si diano degli avvisi, e gli Eccellentissimi di Palazzo faccino chiamare il Signor Ugo Fiesco et intendere i motivi che lasciò a detto Bernardi circa le pratiche publiche, e considerino se fosse hora luogo di ordinare.a detto Bernardi che le tenti e ripigli; e riferiscano. cxxx. Serenissimi el Eccellentissimi Signori, A’ 27 dello scaduto diedi conto a vostre Signorie Serenissime della Udienza Publica datami da Sua Altezza, et mandatagli copia del discorso fattogli con la di essa risposta; chè di tutto con quest’ ordinario vanno li duplicati. Non si sono per anche potuti cavare dalla Secreteria li dispacci, per le incessanti occupazioni del Consiglio e Secretario di Stato, il quale invero si deve compatire; gli so dir di certo che Sua Altezza nella passata settimana, quando diede le commissioni alli due Generali Blake e Montagli, gl’incaricò particolarmente a bocca di quell’affare et dettogli che mirava la Serenissima Republica di Genova per realissim’ amica. L’ armata resta di tutto punto lesta, non attendendo detti Generali altro che le instruttioni et ordini di partire: però dove darà non si può saper di certo, correndo la voce per le Indie Occidentali. Ma non c’è tal pensiero nè bisogno, potendosi giudicare con fon- — 330 — damento sia per tentar, offerendosi a proposito congiuntura, in parte della Fiandra, per venir poi in cotesti mari a qualche nuova et inaspettata intrapresa. Continua strettissimo il trattato con Svezia , in che si procede con ogni secreto; nè si può lasciar di credere che prevalendo prospere 1 armi di quella Maestà, coll’ aiuto di qua non debbano seguire inaudite rissolutioni nella Christianità, fondandosi ambi in maximi oppositi alla Fede Romana. Questo Signor Ambasciatore di Venezia non opera cos’alcuna, et è poco stimato in Corte: s’ è raffreddato al licentiarsi, et questo 1 ho da Ministri di Stato che se ne burlano. Sua Altezza tratta secretamente un aggiustamento tra il Re di Svezia et il Duca di Brandenburg, per mezzo de’ loro Ministri qua; et si crede prenderà buon effetto. Ch’ è quant’ al presente, servendo questa di risposta della di Vostre Signorie Serenissime de’ 11 passato ; a’ quali humilmente facendo riverenza, auguro dal Somm’ Iddio ogni felicità. Londra alli 8 Febbraro 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo dell 8 stante, giunse qua dall’isola Jamaica una pinaccia spe ita i là dall Almiraglio Golsonn, e portò a Sua Altezza in sostanza gli seguenti avvisi : arrivo nelli mesi di Luglio et Agosto passato di 23 navi ate i qua, cariche con gente, munitioni e viveri; che con ^ TI S1 trm‘Uano Fi™, consiste quell’armata di 64 vascelli. C1 una m°stra generale latta nel mese di Ottobre passato orno in essa effettivamente 11600 combattenti, godendo .^ . * perfetta salute, et aumentando ogni giorno le habitationi, ne mancar cos’ alcuna. - 33i — Che il General Golsonn con io vascelli passò in terra ferma nelli mesi d’ Agosto, Settembre e Ottobre, et che diede ivi sopra Santa Marta, luoco consistente di 200 case, con due fortezze guarnite con 200 Spagnoli e 22 pezze d’ artigliaria, de’ quali s’impa-troni in men d’un hora con perdita solamente di 6 huomini, et tatto molti prigioni, gli habitanti fuggendo nella terra dentro con quel che havevano di valuta; ma perseguitata da una partita che diede in essi, ritornò carica con ricche spoglie. Che doppo d’alcuni giorni di continuazione in detto luoco, li Spagnoli mandorno quattro a trattar d’un accordo; a’ quali il Generale offerse per una somma di pezzi da otto reali de render li prigioni et il luoco indannifìcato, disponendo però delle fortezze: a che mostrorno bona inclinatione. Ma avendo detto Generale penetrato esser questo trattato solo per guadagnar tempo, et ch’andavano li Spagnoli facendo forze nella terra dentro, si risolvette mandar una partita di 200, a dieci miglia di circuito del luoco, a bruciar quante case e chiese trovavano de’ Spagnuoli. Il che executato, imbarcato quanto si trovò di buono nel luoco, et 300 pezzi d’artiglieria, si pose fuoco alle case e tutto il restante. Quest’armata navale non uscirà anche di qualche giorno, abbenchè di tutto punto lesta, non havendo li Generali ancora ricevuto le lor instruttioni. Gli affari e trattati in questa Corte e Consiglio sono gravissimi mirando di là del mare. Se la Svezia tira inanti, com’ ha fatto sin hora, converrà che li Prencipi Cattolici provedino in tempo, sendoli minacciata rovina. Non s’ è potuto per anche cavare dalla Secretaria quelli dispacchi; nè convien usar importunità. E servendo questa di risposta alla di Vostre Signorie Serenissime de’ 18 passato, altro al presente non m’ occorre che humilmente facendogli riverenza gli auguro dal Somm’ Iddio ogni felicità. Londra a 17 Febbraro 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 332 CXXXII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 17 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno delk Loro notizia; e nella passata settimana si licentiò da Sua Altezza questo Signor Ambasciatore di Venezia, al presente, di partenza, non molto sodisfatto, lasciando qua il suo Secretario con carattere di Residente. Quello di Svezia ha havuto divers’ udienze private nelli giorni adietro, trattandosi per mezzo suo materie importanti; nè si può lasciar di credere che presto se ne vedran considerabili effetti. Una gran parte di quest’ armata navale (di quanto meno 40 vascelli grossi al presente lesti a Porchmua) si giudica verrà in cotesti mari, imbarcandosi molta gente militare e quantità grande di tutte sorte d’ armi e munitioni; ma non partirà ancora per 20 giorni. Sarà bene, ad abbondante cautela, provvedere in tempo alla sicurezza; non che habbi potuto penetrare un minimo intento di questo Protettore contra quella sincera amistà professa a Vostre Signorie Serenissime; (ma) chi ben liga ben trova, et è debito mio racccoman-darglielo. A’ 23 stante disgratiatamente bruciò una fregata nuova, che portava 4 pezzi di bronzo. Si va allestendo altra spedizione per Jamaica, nella quale si manderanno molte donne (et dicesi fino 4000), send’ il Governo di queste Nationi fermamente stabilito nel modo che al presente si trova, per esser in ogni provincia della Inghiltera un Governatore con titolo di Sargente Maggiore Generale, tutti affezionatissimi a Sua Altezza, quali exercitano la milizia levata per la difesa della loro rispettiva Provincia contra chi se sia vogli pretender alcun’ inovatione , sostentata intieramente alla spesa di quelli eh’ han servito o assistito in qualsivoglia maniera il passato Re 0 suoi adherenii. Si tratta hora fortemente il chiamar un nuovo Rapresentativo o Parlamento, quale sarà di tutto punto divoto al presente Governo; et si può giudicare sia per usar ogni forza, perchè Sua Altezza accetti la corona. Non c’ è fin hora stato verso d’ haver dalla Secretaria il con- - 333 - cesso da Sua Altezza alla mia ultim’udienza (circa) l’indennità de loro sudditi, merci, e vascelli, dicendomi hora il Signor Secretario di Stato non occorer altro, per aver detta Altezza dato a quell elFetto efficacissimi ordini alli suoi Generali. Gli risposi che havendomi lui promesso di temp’ in tempo ordini in scritto, et io datone conto a Vostre Signorie Serenissime et che glieli manderei, non parrebbe bene questa novità. A che mi pregò scusarlo stante la moltiplicità d’ emergenti affari, ma che li dispacciar-ebbe quanto prima. Non mi sarebb’ impossibile d’ haverli per altro verso ; ma non convien in mod’ alcuno disgustarlo, sperando che fra breve si stabilirà un più aggiustato modo di trattare. Intanto s’anderà destreggiando alla meglio, per ottener l’intento e contentar ognuno. E servendo questa di risposta alla di Vostre Signorie Serenissime del 30 passato, altro al presente non occorre, ch’humilmente facendogli reverenza gli auguro dal Soprano ogni felicità e bon contento. Londra a’ 28 Febbraro 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo ct Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1656 a’ 25 Marzo. Letta al Serenissimo Duce et Eccellentissimi Gio. Battista Gentile e Filippo Maria Garbarino; essendo indisposto 1 Eccellentissimo Gaspare Basadonne. Alli 27 Marzo letta a’ Serenissimi Collegi, et in palle deliberato' se gli acusi la ricevuta e se li consegli attentione agli ai ma-menti che si fanno et a’ loro fini per quanto potrà ritenere ; et con ogni diligenza tenga qua avvisati. CXXXIII. Serenissimi ct Eccellentissimi Signori, Dopo la de’ 28 passato a Vostre Signorie Serenissime, li Generali Blake e Montagù fecero partenza di qua verso Porehmua — 334 — dove si trovano al presente con l’armata, quale sarebbe per uscire se non fosse che l’Abiurante fregata nuova, che porta 80 pezzi di bronzo, non riesce bona veleggiera, sì che in luoco de essa an-derà il Soverano Reale, vascello che porta roo pezzi, non comprendendo possa questa gran macchina uscire di questo Canale ancora di venti giorni; e mi confermo ogni giorno più che verrà in cotesti mari, e principalmente a trovar 1’ armata Spagnola. S ha avviso della partenza da Parigi del Residente Monsignor de Bordeaux, di ritorno verso questa volta alla sua Ambasciata ; et >-he vengono seco Comissarii a trattar materie nuove et aggiustar li danni patiti da questa Natione da quelli vascelli di guerra. Li stretti trattati con Svezia apportano non poca gelosia alla Ho-landa, et molto discontento a questo Signor Ambasciatore. S e mandato a dire all’Agente del Principe di Condè che se ne vada di qua quanto prima : in ordine a che sta disponendo la partenza con molto suo dispiacere. Col corriero passato vien avvisata di Dunquerque la proclama-tione fatt ivi a suon di trompetta e tamburro di guerra con 1 Inghilterra; et giornalmente si van facendo prese di consideratione de 1 una e 1’ altra parte. Il Signor Ambasciatore di Venezia, dopo d’haver dismobiliato e disfattosi della casa e livrea, s’è ritirato in quella del Residente dove continua tuttavia incognito. Sono parecchi giorni che il Secretario di Stato si trova malato al letto, nè gode Sua Altezza che poca salute; sì che non s è potuto ancora cavar dalla Secretaria quelli ordini concessi a favore de Lor sudditi, vascelli e merci; nè si può dubitare eh’havendo gli Generali espress’ ordine di fargli ogni buon passaggio dove o chi che se sia li troveranno trafficando, che levand’ ogni vascello patente di Vostre Signorie Serenissime richiendendoli e pregando 1 istesso alli Generali e Comandanti di vascelli di guerra di questa Repubblica eh’ incontreranno, non debbino puntualmente osservarla, massime dicendo in esse richieder ciò in virtù del concesso da detta Altezza al lor Agente appresso questa Corte in un udienza a 20^10 Gennaro passato. Nè per questo mancherò con ogni destrezza e vigilanza di procurare quanto prima il necessario, com’alla — 335 - giornata riceveran particolar conto; mentre humilmente dicendogli riverenza, gli auguro dal Somm’ Iddio ogni feliciti. Londra a’ io Marzo 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXXIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 10 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro saputa; e Martedì passato il Serenissimo Protettore mandò a dir al Lord Maior, 0 sia Governatore di Londra, et Aldermani, _ che il giorno seguente dopo pranzo si trovassero alla Corte : il che fu eseguito, con l’accompagnamento delli Capi di tutte le Compagnie della Citta, persuadendosi ogniuno era per domandar in prestito qualche grossa somma. Ma s’ errò, poiché dopo de fattagli una lunga e bell’oratione in relatione alla quiete che godevan questi Popoli, con 1’ intiera pace domestica et extirpatione delli oppositori ad essa, et quant’havevano operato in ciò li nuovi Generali nelle rispettive provincie dell’ Inghilterra, et constando hora che un’ infinità di gente dissoluta si aggregava alle Città di Londra e Westminster fuggita dalle habitationi loro per non haver potuto dar buon conto alli vigilanti Generali nelli paesi dove vivevan del-1’ impiego et attion sua, nè soddisfargli della di essa buona inclinatione al Governo, credendosi al presente sicuramente imboscata in queste Città a commetter rubarie, assassinamenti et ogni male contro Iddio et la bona gente, come n’ era di già seguito diversi casi da poc’ in qua: il che per rimediare et liberargli d’ un tanto pericolo et inconveniente, et allegerirgli d’un gran fastidio, haveva diterminato, sott’ avviso del suo Consiglio, nominargli similmente due Generali, 1’ uno per la città di Londra 1’ altro per quella di Westminster, nell’ istessa maniera che s’erano già stabiliti in tutta 1’ Inghilterra. Che la causa d’ avergli ivi chiamati era — 33^ — per lasciarglielo sapere, et dimostrargli il vero intento di questa determinatione; nè esser una minima causa di diffidenza in loro; anzi F esperienza haver sufficientemente fatto constare tutt il contrario; assicurandogli che se gli conserverebbero tutti quelli privilegi et immunità eh’ havevano sin hora goduti, amando queste Città (per non dir più) quanto l’Inghilterra tutta; et eh haveva preso particolar cura, non solo che li Generali gli siano affetio-natissimi, ma anche cittadini, 1’ uno il Sargente Maggior Generale Skipton l’altro il Coronel Backster, al presente Governatore della Torre; et che non havevano da essergli di sopra, ma più piesto servirgli. Ne diedero molte grazie a Sua Altezza, et partirono (col freno in bocca) con tutta satisfattione, come non può lasciar di 11-ceverla ogn’ uno c’ hami il presente Governo ; ma sarà una total distruttone della partita adversa. Li giorni addietro una di queste fregate nominata 1 Orato)e, che pcrta 50 cannoni di bronzo, incontrò in questi mari con 7 vascelli di guerra di Donquerque et Ostende, la quale si lasciò da essi abordare; ma seguì con tant’impeto et risolutione , che si tro\o necessitata per liberarsi di volar la prima coperta, con mortalità di quasi tutti che erano di sopra, et poi a cannonate affondò tre d essi et altrettanti furono presi, chè solo uno scampò a portar la nuova. L’armata navale; al presente Porchmua , non uscirà ancora per qualche giorno. Si può credere che seguirà all improvviso, et trovando proposita coniuntura, tenterà qualche vicina intrapresa prima d’ entrar in cotesti mari. Il Residente di Denmarka hebbe 1’ altro giorno una udienza se creta con 1’Ambasciatore di Svezia, che durò circa due hoie. il ne gotio trattano non si può penetrare. Non havendo potuto spuntar dalla Secretaria 1 ordine per il concesso da Sua Altezza in favore de’ Loro sudditi, vascelli e merci, ma dilatato con varii pretexti di poca satisfattione, come 1 indispo sitione di detta Altezza e del Secretario, multiplicità de negotii, et finalmente non occorrer altro per tener li Generali particolaii ordini in quella materia; mi son risoluto valermi di mezzo straordinario, per indagare di dove procedeva questa dilatione; et chian tomi eh'’ alcuni del Consiglio ci hanno fortemente opposto, et — 337 - ordinato al Secretario di non presentarlo a Sua Altezza per la firma, ma andarmi dilatando; sì che mi convien usar di molto favore, et spero, non ostante una così tant’oppositione, di cavarlo prima eh’ esca 1’ armata, send’ assicuratissimo che la generosità di Sua Altezza non mancherà mai la parola. Però in questo punto bisogna camminar con destrezza grande quant’ haverebbe importato non solo a questo negotio, ma a tutto che potria alla giornata offerire il presente raccordatogli. Ch’è quanto hora s’offere; servendo questa per risposta delle Loro de’ 16 e 21 passato, pervenutemi insieme 4 giorni sono; mentre facendogli reverenza, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità e contento. Londra a’ 20 Marzo 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1656 a’ 10 Aprile. Letta a Serenissimi Collegi, i quali a palle hanno ordinato si accusi la ricevuta, sperando che debba mandare il dispaccio che accenna dover quanto prima procurare; et che continui li avvisi. cxxxv. Serenissimi ct Eccellentissimi Signori, Non havendo in questi giorni passati preterito un momento in usar ogni sorte di diligenza e destrezza per cavar dalla Secretaria li ordini concessi da Sua Altezza in favore de’ sudditi Loro, o almeno per penetrare qual causa mosse il Consiglio ad oponerli, come hoggi a otto gliene diedi conto, trovo con infinito mio cordoglio una cattivissima impressione fatta in Sua Altezza e questi Signori Consiglieri, come saran serviti vedere dalla seguente relatione. Società Ligure dì St. Patria. Voi. XVI. — 338 — Giovedì passato, 23 stante, il Signor Secretario Thurloe, in luoco di dare al mio giovane li dispacci, come haveva di giorno in giorno promesso, mi mandò a dire che- Sua Altezza desiderava parlarmi privatamente alle tre hore doppo mezzogiorno; dov’ andai, e condotto da persona m’ attendeva a quell’ effetto nell’ anticamera di detta Altezza, fui pregato sedere , e che anderebbe a dar conto della mia venuta ; quando che de lì un poco esce il detto Secretario, dicendomi che Sua Altezza sentiva molto d’ havermi causato 1 incomodo di venir ivi, et non potermi parlare per trovarsi soprapreso dal suo mal collico. Gli risposi che mi dispiaceva all’ anima della sua indispositione, ma non stimarlo incomodo, anzi debito mio e favor particolare di baciargli le mani, e ricever 1’ honore de’ suoi comandamenti ; e che ritornerei quando si compiacesse significarmelo, con altri compimenti a quest’effetto. A che soggiunse: « Signore, Sua Altezza non vuol in modo alcuno che prenda la pena, perciò m’ ha comandato comunicargli -quel che gli occorre ». E cominciò : « Alla sua ultima udienza, fu servita di parte della sua Republica presentar a Sua Altezza un papero , sendo la sostanza del discorso fittogli allora ; il quale in vero conteneva una continuata espressione di amistà, e desiderio di conservare ogni bona corrispondenza: l’istesso fu anche ampiamente significato dal Signor Ambasciatore Fiesco. Al che Sua Altezza in tutto ha corrisposto come se deve, et mostratone in parte vivi effetti della buona dispositione sua et affetione verso quella Republica al detto Signor Ambasciatore, come non si dubitava che ne farebbe testimonianza. Et havendo anche lei in detto papero richiesto a Sua Altezza un commercio libero per li sudditi di quella Republica, il che fu similmente prontamente concesso et in ordine a ciò dato efficaci comandamenti alli Generali (per esser la domanda giusta e ragio- • • • • • nevole, non intendendo in modo alcuno, che li suoi stimati amici ricevino pregiuditio, nè alcun impegno dalle sue querele con altri Principi) di che con instanza ne sollecita hora l’istesso in scritto, come parimente gl’interviene Sua Altezza con ogni buona volontà. Ma mentre vansi passando questi buoni uffìtii di questa parte, vien avvisato che quella Republica sta attualmente sotto mano trattando suplire la presente necessità di Spagna (nostro gran nemico) — 339 — con denari, il nervo della guerra, et conseguentemente di rimunerar la candida affetione sua con un tanto estremo mal ufficio. Ha perciò tenuto per bene dargliene parte, presupposto che lei doveri saper meglio d’ altri quel che passa in questo così noioso particolare ». Sendo di questo modo soprappreso, non potei che rimaner attonito ; però lo dissimulai assai bene, et leggiermente con un poco di risa gli risposi questa non esser la prima finezza di Spagna, et che forzosamente veniva fomentata dalle creature di essa o d’ altri nemici di Sua Altezza, per generar gelosia di chi 1’ ama, assicurandogli sopra la parola di Ministro Publico et servitù deve la persona mia a Sua Altezza, non essermi mai pervenuto notitia nè minima ombra di simil affare, anzi tutto il contrario, pienamente conoscendo la realtà e sincerità dell’ anima Loro a Sua Altezza e questa Natione, e che impegnerei la vita e quanto ho nel mondo, non esservi in agitatione tal pratica, nè poter ciò naturalmente nè rationalmente stare, considerato la differenza nel procedere da tempo in qua con Vostre Signorie Serenissime tra Sua Altezza e quel Governo. Mi soggiunse che ben poteva essere che il suddetto non fosse a cognitione mia, consigliandomi però il non avanzarmi tanto al-l’impegno, per venir 1’ avviso da più d’ una parte et da chi non suol scrivere che con bon fondamento, et non tenendolo, non ne sarei stato fastidito. Allora lo richiesi di pregar Sua Altezza favorirmi nel sospendere ogni giuditio serio fino de tenuto risposta dai miei Serenissimi Signori del conto gliene darei di ciò ; con la quale non dubitavo punto, ma che riceveria ogni giusta e completa satisfatione. Il che mi promesse di fare; et parve di restar con gusto. Accompagnandomi poi a basso, mi disse che questa era la causa della dilatione in darmi quell’ ordine, ma che lo riceverei a suo tempo per mano propria di Sua Altezza. Il suddetto è precisamente quanto passò; e credo non havermi scordato cosa alcuna, rimettendo alla grave prudenza Loro il considerar effettivamente modo di soddisfar Sua Altezza in una materia di tanto peso, come sarà facile a farlo, massime non sendo — 34° — \ ero il preteso, scrivendogli una lettera con qualche bel compimento, c di cammino accusargli la ricevuta di quella gli portò il Signor Ambasciatore Fiesco, riconoscendo li favori esibitigli, et «-he particolarmente comandorno, al lor Agente di far l’istesso; dal quale ricevendo hora notitia della lamenta suddetta, 1’assicurano non esserci tal pratica nè pensiero, et contro il Lor naturale ripagar mal per bene, il che si trovan obligati generalmente di significargli con Loro lettera, rimettendosi nelle particolarità di quanto gli sarà da me espresso a viva voce. Questo gli rappresento in conformità del debito mio, e come sommamente essentiale in questo particolare; non che presuma dettargli modo di contenersi, ben sapendo che all' alto Lor sapere non manca un così leg-geio consigliere, ma sopra quella base che, chi più sa si trova più intrigato nel modo che qua si procede, m’inanimo al persuade! mi di non esser del tutto ignorante della costitutione di chi governa, la mia mira non aspirando ad altro che al reale e fedele servitio delle Serenissime Signorie Loro e della Patria. S ha avviso dell’ arrivo a Calez, dalla Corte di Francia, del Residente iMonsignor di Bordeaux, di ritorno qua alla sua Ambasciata , et menar seco la moglie e famiglia; di modo che si può credere continuerà qualche tempo qua; penetrando che quest’armata navale non attenda altro per uscire che il suo arrivo, e che ci sia qualche disegno sopra la Fiandra con 1’ assistenza di quel-1’ armi. Si tratta mandar di qua Ambasciatore Straordinario alla detta Corte, come anche a Svetia; però sin hora non si sono nominati. Quello di Venetia continua tuttavia incognito in casa del Residente. Havendo, dopo di aver scritto la presente, havuto qualche discorso con persona eminente e confidente intorno la pratica suddetta, trovo che Sua Altezza è stata informata di ciò da due del Consiglio, e che 1 avviso venne a loro da mercanti di questa Borsa, che trattano costì et in Fiandra, et che il Consiglio lo crede ; ma Sua Altezza non può persuaderselo; et 1’ aver fatto questa de-mostratione meco, et ritener quell’ordine sin alla risposta di questa per satisfatione del detto Consiglio, comprendendo la generale opinione di questa Corte esser che chi suplisce in questa coniuntura — 341 — Spagna con denari fa una nemica opera al presente Governo, et che per tale si stimerà. Di che mi è anche parso obbligo mio dargliene conto, affinchè se ne servino dove la prudenza Loro dirigerà; mentre per fine humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Soprano ogni colmo di felicità e contento. Londra 27 Marzo 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1656 a 15 Aprile. Letta ai Serenissimi Collegi e discorsa la pratica, a palle deliberato : Si leggano martedì mattino prossimo al Consiglio del Numero Duplicato queste lettere e si dica a detto Consiglio essere senso di loro Signorie Serenissime che ad ogni modo partino il dì seguente li vascelli destinati per Spagna, e se li legga anche la lettera cre-dentiale da inviarsi a detto Agente pel signor Protettore, e la risposta a suddette sue : da minutarsi dette lettere dal Secretano, et approvate prima le suddette lettere da Loro Signorie Serenissime. Martedì mattino al Consiglio del Numero Duplicato si proponga primieramente la pratica delle monete e suoi ordini, e che i Magnifici Consiglieri venghino pronti Giovedì mattina per discorrere con loro biglietti in scritto, consultare e raccordare i rimedii e provi-gioni che le verranno più acconcie e convenienti a questo malore. Differita la partenza de’ vascelli di Spagna sino a Mercoledì mattina. La Giunta Marittima dica al Magistrato del nuovo armamento che se il tempo non sarà atto a navigare, pubblichisi che questa si è la cagione della dimora ; altrimenti che si è fatto per convenienza e comodità de’ mercadanti che abbisognano di detto tempo per caricar le loro merci : ad calculos. — 342 — CXXXVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con la de’ 27 passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro cognitione, e particolarmente della gran lamenta statami fatta di parte di Sua Altezza dal principal Secretario di Stato ; chè con havergliene anche oggi a otto rimesso di tutto il dupplicato, altro non m’ occorre hora in ciò aggiungere, solo attendere con divotione la risposta, per poter soddisfar questa Corte della sincerità dell’ anime Loro e continuata buona dispositione verso di quella: il che non è il mio solo parere, ma de’ buoni e sicuri amici, perchè presuponendo non esser stato in Loro un peccato simile, uientedimeno soddisfacendo Sua Altezza in quel modo, so che radicherà maggiormente 1’ affettione sua per il loro futuro servitio e convenienza de’ sudditi, in confusione delli inventatori, importando più la buona impressione che 1’ amicitia, perchè sminuendo 1’ una presto si consuma 1’ altra. Ai 28 del passato uscì all’ improvvisa da Porchuma quest’ armata navale , et sendo stata cinque giorni in mare , entrò a’ 3 stante in una piaggia vicino Plimua discosta di qua da 250 miglia per terra, e per mare il doppio ; dove si stima tuttavia, et che per la Fiandra non se farà altro , avvicinandosi troppo il tempo per l’arrivo della flotta di Spagna dalle Indie Occidentali; di modo che si può credere, che infallibilmente con ogni possibile speditione navigherà verso quella costa, tanto più non sendo per anche arrivato qua Monsignor de Bordeaux che più giorni sono s’aspettava. Questo Signor Ambasciatore di Svetia hebbe nella passata settimana una pubblica udienza, non ostante la riceva privatamente quando vuole, e fu per dar parte a Sua Altezza d’una gran vittoria ultimamente ottenuta dall’ armi del suo Re sopra quelle di Polonia: di che questa Corte n’ha sentito non poco gusto; il contrario dell’accordo e pace conclusa tra li Cantoni Svizzeri. Quello d’Hollanda male contento tratta licentiarsi, ma non si giudica debba farlo così presto; non può ottener cos’alcuna di quanto — 343 — pretende toccante il libero commercio nel Mar Baltico, sendo con la liga e pace tra questo Governo e la Svetia, quasi del tutto esclusa dalla navigatione; sì che puossi rationalmente giudicare che la oUerra li starà meglio della pace, morendo l’affamato di morte crudele. Venerdì passato 8 stante s’osservò in tutta l’Inghilterra un grande digiuno et humiliatione, di particolar comandamento di Sua Altezza, sendo dopo un lungo preambolo (che tralascio per non tediarli) queste le sue formali parole: «r Ch’ il Signor Iddio vogli degnarsi d’accettar quest’humiliatione nostra, e riconoscimento delli peccati nostri, e popoli di queste terre; humilmente suplicandolo di perdonar tutte le ingiurie et iniquità, tanto nostre come del magistrato e popoli, e benedirci con bon successo alle nostre armi nella guerra intrapresa contra Spagna, con la quale non habbiam havuto pace nè mai osservata-con questa natione solo e quando e dove li piaceva; nè poterla in avenire sperare senz’ un manifesto pericolo delle vite, libertà e beni di questi popoli trattanti ivi; procedendo dalla sanguinolenta Inquisitione et altre Papali determinationi; e senza rimetter di parte nostra qualunque pretentione, per le ingiurie fatteci, nel spargimento dell’ innocente sangue di questo popolo, et depredatione dei beni e terre che giustamente possedeva in Isole diverse, nell’Indie Occidentali; che vogli benedire li nostri poveri amici ivi; uscire con Tarmate nostre; prosperar com’ha fatto le nostre intraprese con la beata sua presenza ; unirci in amore, facendo la verità e misericordia incontrarsi; la pace e rettitudine di baciarsi, alzando con ciò il gran Nome suo; render la terra nostra gloriosa; benedire la sua causa e popol suo in tutt’il mondo; affrettar la demolitione d’Antechristo, e scacciar da queste terre lo spirito immondo ». E facendo questa in risposta della di Vostre Signorie Serenissime de’ 6 Marzo, pervenutami la settimana passata, per fine humilmente gli fo reverenza, augurandogli dal Cielo ogni colmo di bene e .felicità. Londra a’ n Aprile 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Devotissimo et Affezionatissimo Servitore Francesco Bernardi. — 344 — CXXXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, O 7 Hoggi a5 8 hebbero da me conto del degno della saputa Loro; e 1 istessa notte, dopo di essere partito il Corriero, venne avviso, del- 1 uscita, a otto stante, dalla piaggia significatagli dell’armata navale, consistendo in tutto di 6o vascelli, tra quali 8 da fuoco e 8 pi-nasse, gli altri tutti di 50 in 100 cannoni l’uno, straordinariamente provvisti e rinforzati. Nè s’è d’allora in qua sentito altro; ma con lavorevol vento navigati verso cotesti mari, giudicandoli al presente sopra la costa di Spagna. S ha anche qua T ingrato avviso dell’ arrivo in Cadiz della flotta di nuova Spagna, et che porta di registrati 14 millioni; però in Corte si stenta a crederlo. Con lettere di Danzica de’ 10 stante vien avvisato d’ una gran rotta ricevette il Re Swedo dal Polacco, et che rimase mortalmente ferito nella battaglia, et Tarmata sua totalmente disfatta; al che ■rien dato poco o niun credito, venendo da quella parte, nè tener di ciò questo Signor Ambasciatore alcuna notizia. Non lascia però di penarlo, et far rumore in questa Corte della stretta liga che tiene con quel Principe, per servitio del quale si vanno giornalmente facendo levate di gente concessagli. Nella passata settimana arrivò qua di ritorno Monsignor di Bordeaux, Ambasciatore di Francia, in favore della quale si è parimenti concesso il levar qua dieci reggimenti d’ Infanteria : il che executa con ogni celerità. Il detto Ambasciatore non ha per anche havuta udienza publica, stante l’indispositione sua : intendo però da bona parte sia seguita privatamente. Sto con molta divotione attendendo risposta dalle Vostre Signorie Serenissime alla mia de’ 27 passato, toccante quella gran lamenta statami fatta da parte di Sua Altezza, e che si siino serviti sove-niimi quel modo di soddisfarnelo che la somma prudenza Loro derigerà, non potendo lasciar di confermar che il raccordatogli sarà il più accertato. E servendo questa di risposta della Loro de 20 — 345 — passato, pervenutami hoggi, altro al presente non m’occorre; solo humilmente facendogli riverenza, augurandogli dal Signor Iddio ogni felicità e contento. Londra 18 Aprile 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXXVIII. . Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 18 passato, mi si è offerta coniuntura privatamente di veder Sua Altezza, con opportunità di lungo et intimo discorso seco in più materie, et principalmente della gran lamenta statami fatta come già appieno gliene diedi conto. Hebbi all’hora per bene et reai servitio di Vostre Signorie Serenissime mostrargli et leggergli una lettera scrittami dal Signor Residente Pallavicino di Parigi, in risposta di quello che io scrissi a lui sopra ciò : della qual lettera incluso n’ ha-veranno copia (1). La sentì con attentione e gusto, e disse queste formate parole: « Siamo confidenti nè che lei nè questo Gentilhuomo (inferendo detto Signor Pallavicino) ne sanno cos’alcuna se pur tal materia sia in agitatione, et vogliamo anche sperare altrimenti, con la confidenza che habbiamo di meritar così da quella Republica ; ma creda che l’avviso datoci è stato confermato; ma soprastiamo alla credenza sino riceva la risposta da Chi serve ». Col che finì quel discorso ; attendendo con devotione grande detta risposta et che gli scrivino una lettera come già raccordatogli, la quale è sommamente necessaria (et s’ aspetta), se pur l’interesse e ben Publico mira alla conservatione di vera amistà e buona corrispondenza con questo Governo. (1) Questa lettera manca nel carteggio. — S46 — una i attat° COn Svetia sendo di tutto punto aggiustato, et stabilito l • strettissima con Sua Altezza, tratta hora quel Signor Am-n- _ perniarsi ; et si può credere che presto ne seguirà lo penetraci6 ^art*C0^ar^^ dell’accordo sendo impossibile per hora ' _e’ ma a suo tempo non dispero esser delli primi a sa- iltrn * 0nif tUtt° n laveranno particolar conto. Non sentesi p i , con ermatione della pretesa rotta data a quell’armi dalle DN*16' *3ua^e si giudica vana et tramata, alnri'- ‘ mata navale, dopo d’uscita, non se n’ è sentito cos’ alcuna; & Neìr °S1 Che ^ Pdm° avviso verra da coteste parti, ur Passata settimana uscirno da diversi punti di questa Re- prima1 VaSC6^ §rossi di guerra, che con altri 20 lo fecero prese ^er dominare in questi mari; giornalmente facendosi 1 ^ue^e nax i e scialuppe di poca consideratione uscite da O^querque, Ostende e Biscaia. L’ arrivo della flotta dall' Indie 1 enta i a Spagna resta tuttavia dubbiosa in questa Corte, la Par ‘7 °“ “ende Sentime U Cert0-. * ' ^Ua P’1^ gi°rni sono 1’Ambasciatore di Venetia, et s’ha so e suo esser in Amsterdam. E servendo questa per accusargli • e U|a ^oro de’ 27 Marzo e 3 passato, pervenutemi inface d °r a.^aSSata settimana, altro per hora non m’ occorre, solo 0 i riverenza augurandogli dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a’ 2 maggio 1656. Di \ ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXXXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Non sendosi dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissim de’ 2 stante (della quale incluso gli ne rimetto copia) innovato cosa di momento nè degna della cognitione Loro, questa solo serv irà p ! — 347 — accertargli la ricevuta della loro de’ io passato pervenutami quattro giorni sono ; mentre con humiltà gli riverisco, augurandogli dal Cielo ogni felicità. Londra a’ 8 Maggio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilis simo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXL. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 8 stante, giunse a Plimua una pinaccia spedita dall’armata navale con avviso che a’ 25 | 15 del passato arrivò sopra Lisbona, e che di là s’incamminava verso Cadiz a trovar la Spagnuola et obbligarla (se fie possibile) a combattere. Però questa Corte non crede ne seguirà 1’ effetto, per la poca voglia si persuade abbia ad impegnarsi, ma di star sopra la difesa e tirar alla larga, credendosi di quel verso consumar 1’ inimica. Ma potrà essere che si errerà, perchè da quant’ ho indagato comprendo che in tal caso ci siano ordini in detti Generali di tentar 1’ executione di qualche importante disegno nel Mar Mediterraneo, non ostante la prima notitia qua che tutti quei porti siino assai ben provvisti. Venerdì passato 12 stante Monsignor Coyet, che fu qua Residente di Svetia prima che venne qua il Signor Ambasciatore, si licentiò da Sua Altezza, la quaie. 1’honorò molto, creandolo Cavaliere et presentandolo con un gioiello con la sua effigie di considerabil valore : cosa che mai è stata praticata prima con niun Ministro Publico. Va spedito dal detto Signor Ambasciatore al suo Re; di modo che lui si detenirà qua ancora qualche tempo, ricevendo continuamente udienze private. Nella passata settimana parti di qua un Coronello dell’Armata, con titolo d’Inviato da Sua Altezza a quella Corona; non potendo — 34§ — penetrare da’ Ministri di questa Corte, se non che le armi Svede continuano tuttavia prospere contro le Polacche , sebbene da più parti vengano varii avvisi. Il Signor Ambasciatore di Francia si rende ogni giorno più in maggior stima, potendosi credere eh’ oltre le leve concesse gli otterrà presto aiuti maritimi contra la Fiandra ; preparandosi con ogni celerità 25 vascelli grossi, però con pretexto per le Indie Occidentali. Con 1’ Holanda non passa 1’ affare troppo bene, a segno tale da potersi giudicare eh5 abbracciarebbe occasione di rottura, pur che gli riuscisse con vantaggio o ombra di sicurezza. La guerra con Spagna va ogni giorno maggiormente accendendosi ; chè con la notizia della proclamatione di quella Maestà contra li vascelli, sudditi e manifatture di questa Republica, resta talmente iritato questo Governo et disobligato il popolo, eh’oltre presto ne sentirà il controccambio, applicherà ogn’un l'animo nel- 1 impiegar lor vascelli, talenti e fortune contra d’ essa. Sì che la generale opinione di persone giuditiose et neutrali è che quella ri-solutione fu temeraria et una vera rodomontata. Qua si gode d’ una perfetta quiete, se bene (e con ragione) non manca la Spagna di fomentar nuove discordie, tenendo Sua Altezza certa notizia d’un stretto trattato tra li Ministri di quella Corona in Fiandra et il Prencipe Carlo figlio del passato Re; sendo ciò giudicato un altro punto di politica, per resuscitar con un simil Capo la sepolta partita realista. Però sarà opera difficoltosissima, per trovarsi tutta sorte di gente di quella divozione col freno e capestro. In un discorso havuto li giorni passati col Secretario di, Stato, presenti alcuni amici del Consiglio, fui domandato se 1’ Illustrissimo Signor Conte Ugo Fiesco fosse da Vostre Signorie Serenissime eletto Generale della lor armata navale, che diceva consister di 8 navi grossi e 12 galere. Gli risposi non tenerne di ciò Lor aviso, ma che non dubitavo haverlo, se pur gli fusse tal risolutione : il che, se così è e sarà accertato, si compiaccino significarmelo et ordinarmi di passar qualch’ufficio compimentorio con Sua Altezza; il che aggradirà molto, con la giunta di quella stima tiene della persona di detto Signore. — 349 — S’ ha avviso che la Signora Consorte del Cont’Henrico Cromwell, Governatore d’ Irlanda, habbia partorito un figliuolo; quale sarà battezzato con grand’ ostentazione col nome di Sua Altezza. E servendo questa di risposta della di Vostre Signorie Serenissime de’ 19 passato, altro al presente non m’occorre; mentr’ humil-mente riverendoli, gli auguro dal Soprano ogni felicità e contento. Londra a 15 Maggio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Umilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1656 a 13 Giugno. Letta a Serenissimi Collegi, et in palle deliberato se le accusi la ricevuta, che continui gli avvisi; e se li dia notizia della elezione in Generale delle Galee della Republica nella persona del nobile Ugo Fiesco (1). CXLI. Serenissimi ei Eccellentissimi Signori, A 15 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro saputa; et questo giorno ricevo le due de’ 26 passato, et altra del 2 detto con le copie d’ esse, insieme con le credenziali per il Serenissimo Protettore; consolandomi molto che quell’avviso con tanta confidenza et credenza di questa parte comunicatami non fusse vero, ma inventione de’ maligni, come sin dal-1’ hora resposi al Signor Secretario Thurloe. Quel che mi rest’ a fare, è di ponderar il miglior modo in contenermi nella presen- (1) La Repubblica Genovese, per questioni d’onori e di saluti avute con Malta, armò 12 galee e 4 galeoni, dandone il comando al Fiesco, ed eleggendo Commissario generale Nicolò Ferretto. — Nello stesso anno 1656, ai 12 di Ottobre, ebbe le ducali insegne Giulio Sauli del fu Bendinelli. — 350 — tatione di dette credentiali et espressione a viva voce del di Lor sentimento intorno a ciò, in conformità del comandatomi con sudette Loro: il che spero di fire in modo tale, che Sua Altezza e suoi Ministri ne rimaneran con ogni satisfattione, et di ricever gl’ ordini già concessi in favore delli vascelli e merci de’ Signori Cittadini e sudditi Loro, cerne con altra n’ haveran distinto conto. Dall altro canto ho sentito molto la riprensione fattami per haver comunicato gl’ affari publici al Signor Residente Pallavicino di Parigi: il che confesso et d’ haver fitto 1’ istesso all’ Illustrissimo Signor Ugo Fiesco, e mio Signor Padrone, et ne suplico humilmente il perdon Loro, assicurandogli che mai più in avenire terran causa di simil lamenta; non potendo lasciar, con licenza di \ ostre Signorie Illustrissime, schiettamente di dire che seguì solo spinto dall’ ardore del Reai servitio Loro, nè mi persuasi d’ haver errato, anz’ il contrario, nè con ciò violato punt’il dovuto secreto, per esser stati et esser li primi Loro Ministri et mio Signor Padrone in modo di dire me stesso, per credenza del quale appresso Vostre Signorie Serenissime hebbi 1’honore del carico con-fertomi, tutti conosciuti e professati servi di Loro et della Patria. Il Coronello Lockhart, che si divolgò partire alla Maesta Sveda et così con mia ultima avvisatogli, s’è secretamente trasportato alla Corte di Francia; dove s’ ha con quest’ordinario avviso del suo arrivo. Porta carattere d’inviato a quella Maestà; et da quanto posso ritraen dal gran secreto di questi Ministri, e di fare certe propositioni per l assedio di Dunquerque, che accordandosi nelli termini ne riuscirà certo effetto. S’attendono giornalmente Comissarii di detta Corona per aggiustar le differenze e pretensioni di questi mercanti per li danni patiti da quelli vascelli nella passata guerra tra quell’ e questa Natione, in conformità delle aggiustate Capitolationi della pace. Ch’è quant al presente se m’ ofìere ; mentre per fine con ogni humiltà gli fo reverenza, augurandogli dal SomnT Iddio ogni felicità e contento. Londra a 22 Maggio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi — 351 — CXLII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, In questo punto mi perviene la de Vostre Signorie Serenissime dell’ 8 passato, con la quale m’accusano la ricevuta della mia de’ 18 Aprile, ma che quella dell’u detto non gl’ era stata resa; perciò con questa gliene rimetto il duplicato , coni’ anche di un’ ultima de’ 22 passato, et cosi secondo mi comandano continuerò offerendosi occasione di cosa di momento. Ho preparato il discorso da far a Sua Altezza in ordine al comandatomi toccante quella maligna inventione stata qua trasmessa, et domandata udienza; ma stante dui giorni di digiuno et importanti affari che si trattan in questa Corte, non credo la riceverò questa settimana. Seguirà come spero nella prossima, et col esser il tutto disposto ad intiera sodisfattione di Sua Altezza che riceverò quelli ordini già concessi. Chi tratta qua bisogna che camini con circospettione straordinaria, et armarsi ben con pazienza; che a spuntar un negotio ci vuol altro che burle-; oltre (che) tutta la carica rest’ appoggiata et deve passar per mano d’ un sol Secretario, qual è impossibil possa guidar bene una tanta macchina e soddisfar ognuno. Però io non ho causa di lamentare, per haver questo Residente di Venetia più di due mesi sono domandat’udienza per presentare le sue credentiali et sollecitatone giornalmente in persona il Signor Secretario senza poterla per anche bavere (i). Sua Altezza si fonda in maximi alti, et vuol eh’ ogn’ uno segua 1’ humor suo, persuadendosi non haver bisogno di chi se sia, come ben lo vedono tutti i Ministri Publici qua. Li suoi veri amici desidererebbero altrimcnte per ben suo; et forsi l’intenderà meglio in avvenire, col stabilire un più aggiustato modo nel trattare e di maggior sotisfattione a Prencipi stranieri; intanto convien andar destreggiando e prender quello si può per essere guadagnato. (i) Partitosi 1’ ambasciatore di Venezia Giovanni Sagredo il 18 di Febbraio 1656, lasciò 1 ufficio al Segretario suo Francesco Giavarina, in qualità di Residente ordinario. Il Sagredo aveva durato in missione cinque mesi ; il GiavarinaQvi rimase anche dopo la restaurazione dello Stuart (Berchet). — 35 2 — S ha qua avviso clie il Coronel Lockhart, mandato da Sua Altezza a a Coite di Francia, habbia havuto la prima e seconda udienza, et icevuto con molt honore et intiera satisfattione. Mi confermo C ie ^ Principal suo negotio sia l’avvisato a Vostre Signorie Se-enissime con mia ultima, allestendosi ogni giorno nuove fregate et navi da guerra; et presto uscirà un altra armata. . Altezza non sta troppo bene con Portogallo, per non compii e quella Maestà 1 aggiustato qua col passato Ambasciatore toccante la libertà di coscienza; in che mostra il Conte Protettore di caminar con gran %elo, facendosi pilastro della Religione Protestante conti a la Cattolica. E non rimediandosi, si potrà dubitar di rottura. Sarebbe stato accertato 1’ havermi Vostre Signorie Serenissime ordinato di passar un compimento in nome Loro, in dar parte a Sua Altezza dell armamento che van facendo contra Malta, et la causa 1 * g i muovono a ciò : il che sarà anche a tempo in risposta di questa, e verrà preso in bonissima parte; et forsi di somma convenienza Loro per quello potrà ottenersi in futuro. Gliel’ avviso in conformità del debito mio, perchè faccino quel che la prudenza Loro derigerà. Ch’è quanto al presente m’occorre; mentre hu-milmente riverendoli, gli auguro dal Signor Iddio ogni colmo di felicità. Londra a’ primo Giugno 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXLIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia a Vostre Signorie Serenissime del primo stante, Sua Altezza ha fatto chiamare da tutte le Provincie d’ Inghilterra li Generali di esse a conferir seco e suo Consiglio; ma sopra che — 353 ~ è impossibile per hora penetrare, trattandosi materie importantissime con 1 interventione di Francia e Svezia. E presto ne dovrà seguir qualche notabil risolutione, come a suo luoco ne riceveran distinto Conto. Il Re di Francia si è reso caro il Re di Danimarca et il Conte Protettore, per non aver adherilo alle ammonitioni papali in relatione alla pace, et d’ haver fatto cosi poco caso d’ esse et del Nunzio in quella Corte. Del Coronel Lockhart, Inviato da Sua Altezza alla Maestà Christianissima, ne vien fatto stima grandissima: il che s’ è visto con segni manifesti, come l’haver detta Maestà fattogli dar parte dal Cardinal Masserini della sua uscita in campagna, comandato levare di sopra la sedia delli Ambasciatori Inglesi nella Chiesa Luterana in Parigi il motto che diceva per gli Ambasciatori della Gran Bretagna, et fatto mettere per gli Ambasciatori della Gran Bretagna (sic), proclamato che niuno di che conditione se sia a qualunque pretesto ardisca affrontar o ingiurar detto Coronello o suoi seguaci sotto pena capitale, con altre demostrazioni d’ affetto grande verso Sua Altezza, come non dubito ne riceveran distinto conto dall’ Illustrissimo Signor Pallavicino ivi. Il Signor Ambasciatore di Svezia nelli giorni addietro, in udienza publica, diede parte a Sua Altezza d’ un altra vittoria ottenuta dalle armi del suo Re sotto il comando del grave Magnus, che usci dalla Riga con tre reggimenti di cavalleria et uno d’infanteria, che tagliato il passo all’ inimico diedero improvvisamente sopra esso con tanto impeto, che di 5000 che si trovarono incampati vicino un luoco chiamato Krakenon non ne scampò 300. Dieci vascelli Inglesi chiamati carbonari (de’ quali ve ne sono quando meno 2000 che non fanno altro negotio che portar carbone di terra dalla Scozia a questa et altre città), essendo navigati con la carica ad Amsterdam, e ricaricati ivi per venir qua, presero per convolarli una nave di guerra Holandese; quali incontrati con da 20 navi di Donquerque et Ostende, furono tutte fatte prese et col convolo portate a detto Donquerque. Questo non ha mancato di fare in questa Città qualche rumore tra li mercanti, per esser state cariche in essi merci di considerabil valore, però proibite qua: il Società Ligure dì St, Patria. Voi. XVI. — 354 — «.he fu causa non richiesero convoio Inglese, chè se 1’ ha vesserò tatto se gli sarebbe mandato subito. Sua Altezza ha nuovamente eretta una Corte di Giudicatura consistente di sette persone di qualità, sendo per discoprir e levar a giu-ditio tutti quelli che in qualunque modo hanno per il passato defi audato la Republica, o chi non ha pagato in tutto o in parte pei la delinquenza sua nell’ haver assistito il passato Re o suoi adherenti, coni’ anche tutti quelli che professati la Religione Catholica , e non pagata la compositione loro che fie li 2/3 di quanto possedono; chè tali sendo discoperti e provati, che tutti li lor beni personali et hereditari saranno confiscati a Sua Altezza, et a chi li discoprirà un quinto d’ essi; et chi verrà volontariamente a discoprir sè stesso e sottomettersi alla gratia della Corte haverà 2/s et perdono generale. Si giudica che questa cosa porterà nel tesoro di Sua Altezza due milioni di lire sterline. Dubito che sarà la settimana ventura prima che poss’ haver l’udienza publica toccante l’incaricatomi, non sendo potuto seguir nella passata (nè temo in questa) stante la multiplicità de’ negotii in questa Corte, com’anche per essersi Sua Altezza nelli giorni passati et feste, trovata alla Corte di Hampton, dove mai suol dar udienze publiche. L’ ho intanto per altro camino disingannata toccante quella inventione , et so che ne resta sodisfattissima, come spero vederan dalla risulta di detta udienza. Ch’ è quanto per hoia se m offere, servendo questa per accusargli la ricevuta in questo punto della Loro de’ 22 passato; mentre per fine huniilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità e contento Londra a’ 15 Giugno 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. - 355 — CXLV. Serenissimi ct Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 15 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro. Et nelli giorni addietro questa Corte è andata occupatissima, come tuttavia lo continua, in ridur il presente Governo al supremo grado di stabilimento. Le particolarità non posso per hora dirgli, solo che sendosi radunati più volte li Generali delle Provincie d’ Inghilterra con Sua Altezza e suo Consiglio, puossi creder ci sia forte dispositione di convocar un compito Parlamento da consistere de’ Signori titolati e comuni, e che li primi saranno elevati da Sua Altezza al grado de’ Conti della rispettiva loro Provincia, con potere ogn’un d’essi di chiamar ad elettione nella sua Provincia persone di conosciuta integrità et affettione al presente Governo, per ufficiar nella Casa Bassa di detto Parlamento et rappresentar il popolo. Se questo prende effetto , presto si vedrà una mutatione grande in . quanto spetta la Persona di Sua Altezza; la quale se bene non potrà esser substantialmente maggiore di quel eh’ è, niente di meno sarà per ricevere d’universal consentimento, anzi all* humile suplicamento di ^questa Natione, quella Corona dovuta al suo valore e virtù. Si tratt’ anche fortemente 1’ assister a Francia nell’ assedio di qualche porto nella Fiandra; et puossi giudicare seguirà sopra Don-querque, se pur s’ aggiusterà modo e forma, sendo quasi di tutto punto lesta la nuova armata navale; nella quale si vanno caricando quantità grande di munitioni e provvigioni di guerra, pretendendosi però sia destinata per Jamaica, come in ogni caso si sarà parte (sic), non menopretiandosi punto quell’intrapresa, anzi si proseguirà con maggior fervore che mai. Di dove s’ ha fresco avviso trovarsi quest’ armata e gente ivi in bonissima^conditone e salute, et eretti diversi castelli e forti in quell’ isola. Due di queste fregate incontratesi pochi giorni sono con 5 vascelli di guerra di Spagna, tra quali T Almirante e Vice-Almirante di Donquerque, dopo d’ essersi battuti 9 hore continue con indicibil valore de l’una e l’altra — 35 6 — pai te, fu forzata detta Almirante rendersi, sendo morti in essa 60 huomini, e 150 fatti prigioni. Il vascello andò subito a fondo; gli altri scapporno. L uscito un decreto di Sua Altezza e Consiglio per riscuotere la solita tassa sopra tutta l’Inghilterra per 6 mesi venturi, la quale ascendeva prima a lire 120 mila sterline il mese, et in due volte fu ridotta da Sua Altezza solo a lire 60000; et se non fusse per la guerra con Spagna, 1’ haverebbe a quest’ hora levata di tutto punto con non poca sodisfatrione di questi popoli ; entrando nel suo tesoro oltre detta tassa tra le Dogane, excisa, rendite della passata Corona, beni ecclesiastici e delinquenti confiscateli, quanto meno due milioni di lire sterline ogni anno. S è per cosa certa mandato espress’ ordine a questo Agente nella Corte di Portogallo di domandar subito da quella Maestà la ratificatone delle aggiustate Capitolationi della pace, et eh’in caso di rifiuto, dilatione o qualunque alteratione da quello furono stabilite qua col passato Ambasciatore, di romperla seco. Il che si crede seguirà, non potendo quel Re consentir a certi punti in relatione a libertà di coscienza, senza disgustar la Sedia Ponte-ficaie. L udienza publica non occorre pensarci sino passata questa furia di faccende in Corte, non ricevendola niun Ministro di che qualità se sia, a benché domandatala più volte, eccetto privata-niente 1’ Ambasciatore di Francia. Non dubito d’ haverla a suo tempo delli primi, come di tutto haveran alla giornata da me conto. Ch è quanto al presente se m’offere; mentre per fine humilmente facendogli reverenza, gli auguro dal Sommo Iddio ogni prosperità e contento Londra a’ 22 Giugno 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore % Francesco Bernardi. - 357 — CXLVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, In questo punto, già serrata l’inclusa e per mandarla alla Posta (sendo le hore 5 doppo mezzo giorno), mi manda Sua Altezza un Gentilhuomo a significarmi che per il rispetto et affetto che porta alla Serenissima Republica di Genova, non ostante le incessanti occupationi che tiene, d’ haver posto a parte un’intiera hora per darmi udienza, che sarà alle 9, et al conto di costì un’ hora di notte; nè dubito punto d’haverla. Però prima possi esser sbrigato et di ritorno a casa, sarà partito il corriero; però ho stimato debito mio dargliene conto hora, et col prossimo 1’ haveran distintamente di quanto sarà passato. Questa è una delle finezze di Sua Altezza, in quale si prende gusto con chi ama, credendo di sopraprendermi; ma credo si troverà ingannata. Questo è quanto la brevità del tempo mi permette dirgli; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Sommo Iddio ogni desiderato bene. Londra a’ 22 Giugno 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXLVII. Serenissimi et Eccellentissim Signori, Come con mie de’ 22 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime, ricevei al tempo segnalatomi qqella sera l’udienza da Sua Altezza: il che seguì con ogni solennità et honore, come di farmi aprire le porte grandi di Palazzo, perchè entrassi con la mia ca-rozza, di ricevimenti et accompagnamenti, et altre demostrationi di particolar stima et rispetto alle Serenissime Signorie Loro, — 558 — chè in vero se tlissi stato Ambasciatore non potriano esser state maggiori. Inclusa haveran la traduttione del mio discorso fatto a Sua Altezza, come della sua risposta: a che in tutto mi rimetto, havendo giudicato a proposito il contenermi in quel modo, facendo capo e piede d esso discorso quelli ordini in scritto per obligarla a darmeli, quali vedo venir con qualche rigretto et vorrebbe esserne scusata. Spero pure di far tanto che alla fine li haverò, usando perche segua diligenze non ordinarie; et con altra sapran quello haverò potuto operare. Le faccende in questa Corte continuano rilevanti et secretissime : non potendo penetrare che alcuna risolutione si sia presa in quello si tratta, puossi credere seguirà di colpo, et ciò fra pochi giorni. L altro hieri tu sepolto nella cappella del Re Henrico Settimo a \\ estminster (dove si solevano interrar tutti li Re) il corpo del Luogotenente General Worsley, quale fu accompagnato da tutti li Luogotenenti Generali delle Provincie dell’ Inghilterra, insieme con o ' quattro reggimenti di cavalleria et io d’infanteria, tutti portando li muschetti riversati, et le picche rastrando per terra, le trumpette sonando et li tamburri battendo a duolo: il che seguì di particolare co-mandamento di Sua Altezza. Ch’è quanto al presente s’offere; mentre con humilta riverendoli, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicita. Londra a’ 29 Giugno 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitole Francesco Bernardi. In questo punto ricevo dall’ Illustrissimo Signor Pallavicino di Parigi la breve Loro de’ 7 stante ; la quale non richiede altra risposta solo dargliene la ricevuta. TraduHione del discorso fatto a Sita Altera in udienza a’ 22/12 Giugno i6j6. Nella mia ultima udienza, Serenissimo Prencipe, supplicai Vostra Altezza in nome de’ miei Signori Serenissimi di essere servita — 359 — comandare li suoi Generali et Comandanti marittimi non solo d’astinersi di molestare o ditenere qual si voglia delli vascelli o merci spettanti a Loro cittadini o sudditi, dove, in che maniera o con chi fossero trovati trafficando, ma di fargli ogni buon passaggio et amichevol ufficio secondo richiedesse l’occasione, in conformità di giustizia, le leggi di Nationi et buona corrispondenza fra le due Republiche. Il che Vostra Altezza fu all’ hora servita di concedere, et richiese il Signor Secretario di preparare gli ordini requisiti a quell’ effetto, et a me di raccordarglielo, come feci, et ricever diverse promesse di tempo in tempo d’ haverli. Quando eh’ ultimamente, in luoco d’ essi, una gran lamenta mi fu da lui fatta in nome di Vostra Altezza, d’ una cattiva ed ineguale corrispondenza della mia Republica, che, conforme veniva avvisato per cosa certa, essere (sic) all’ hora attualmente sotto mano soccorrendo le presenti necessità di Spagna con danari, il nervo di guerra, et conseguentemente (come con ragione potevasi dire, se vero quello avviso) di ripagare quella candida affettione di Vostra Altezza verso d’ essa con effetti contrarii. Confesso d’ esser stato non poco rimasto a tal inaspettata lamenta rifertarmi con tanta confidenza; ma conoscendo bene la const-itutione et inclinatione della mia Republica, et ragione dicendomi altrimente, procurai all’hora quanto potei di soddisfare il Signor Secretario della insussistenza del detto avviso, et promessogli di darne pieno conto a’ miei Superiori, com’ho fatto nelli termini più aggiustati all’obligo che devo alla carica mia et zelo al bene d’ ambi Nationi. Ho ricevuta hora, Serenissimo Prencipe, la Loro risposta; dalla quale vengo strettamente comandato di presentarmi dinanzi a Vostra Altezza, et a pieno rimostrargli l’insussistenza et malignità del dett’ avviso, et assicurarla che la mia Republica è ed è stata così lontana dal supplire la Corona di Spagna con danari, che nè meno fattone minimo trattato: il che se fosse, sarebbe molto difficile tenerne secreti gli effetti, oltre la conditione de’ tempi passati d’ haverla obligata a tutte altre considerationi et applicationi. Che il sudetto avviso sendo così mal fondato et opposito al vero, puossi temere esser stato trasmesso qua da persone non solo ma- — 36 0 — J — 1 affette alla mia Republica, ma anche al bon governo e servitio di \ostra Altezza, cercando se fosse possibile di divertire o almeno di rendere sospetta quella buona et sincera amistà e corrispondenza che hoggidi passa tra quest’ e quella 'Natione ; la quale essendosi sempre dal lato d’ essa procurato d’ avanzare et rendere maggiore, cosi non sarà mai in avenire per tralasciare occasione alcuna che se li rapresenti per far l’istesso, et particolarmente di servire \ ostra Altezza; dalla quale riceverla a sodisfattione par-ticolare che venissero dati gli ordini più opportuni per rinvenire gli autori del sudetto, trovati per dargli la dovuta retributione. E pei chè possa pienamente constare l’ardente desiderio de’miei Su-pei iori di continuare in Vostra Altezza una perfetta buona im-pressione del candido Loro procedere, in relatione di quanto ho detto, et intiero credito dato alle mie parole, han deliberato sericei gli queste et comandatomi di presentargliele. Et havend hora Vostra Altezza visto con quanto zelo la mia Republica ha proceduto in sodisfarla in questo particolare, come m assicuro sarà sempre prontissima in avenire a far l’istesso in ogni occasione di servitio di Vostra Altezza e bene di queste Nationi, cosi non dubito che la di Lei gran bontà corrispondei à 1 eciprocalmente, comandando in tanto che quelli ordini già men-tionati et concessi da Vostra Altezza mi siino resi affinchè possa mandarli a miei Superiori conforme sono comandato. Tradnttione della risposta di Sua Altera al discorso fattogli in udienza 22/12 Giugno 16^6. Habbiamo sentito e veduto quanto ci rappresenta in nome dei suoi Superiori ; et per quanto ne restiamo intieramente sodisfatti della reale affettione et buona volontà che quella nobil Republica ci porta, et a questa Natione, et che cos’ alcuna non fu da essa praticata contra di Noi o in pregiuditio Nostro, come fu avvisato, cosi speriamo debba in ogni tempo in avvenire continuare; et sia confidente che non solo faremo 1’ istesso, ma cercaremo occasione pienamente di manifestare la stima ne teniamo et il desiderio che abbiamo di servirla. — 3^i — E per quanto è un molto amichevole ufficio, quando tali e simili lamente pervengono a 1’una o l’altra parte, liberamente di comunicarle per mezzo delli lor Ministri Publici, com’ habbiamo fatto a Lei in questo particolare; così assicurarsi che se trovaremo alcuno seminando la semenza di discordia tra Noi, non solo lo discopriremo ma lo castegaremo. E toccante il rimanente di quanto desidera, ne riceverà dal Signor Secretario uno spedito conto; et assicuri li suoi Superiori, che sì come habbiamo di già havuto particolar cura in dar piene instruttioni a’ nostri Generali di far ogni buon passaggio a’ nostri amici (di che non dubitiamo la sua Republica et sudditi d’ essa ne haveranno già provati gli effetti senz’ alcuna causa di lamenta), così può rimaner confidente si continuerà sempre in avvenire. CXLVIIL Sermissimi et Eccellentissimi Signori, Con molto sollecitare et diligenze di più sorti usate, Dio laudato , ho finalmente spontato quelli ordini in scritto a favore dei vascelli e merci de’ sudditi Loro, quali haveranno con questa insieme con la traduttione d’essi ; chè veramente considerato il modo e stile con che Sua Altezza tratta, non puossi negare che son ampii e significanti in ordine al rispetto et affettione che porta alle Serenissime Signorie Loro; et spero saranno d’intiera Lor satisfattione, et che crederanno d’ haver io compito al debito mio. Gli raccordo che, per servirsene come si deve, sarà conveniente far spedire persona con essi alli Generali Blake e Montagù, et con un compimento di parte Loro pregarli prenderne notitia et dar li ordini necessarii a tutti li Capitani nell’ armata sotto suo comando. Due cose convien avvertire, che nelli vascelli de’ cittadini e sudditi loro, che leveranno le patenti o passaporti di Vostre — 362 — Signorie Serenissime, non si carichino in modo alcuno pei Spagna munitioni nè provigioni di guerra, sotto che pretesto se sia, pei chè non si farà così secretamente che di costì non ne venga dato qua avviso, et sarebbe preso in malissima parte; l’altra che si tenghino secreti quanto si può detti ordini, per non farne precedente et che altri Prencipi pretendino l’istesso : il che Sua Altezza non ha dato nè darà mai a chi se sia, volendo che le istruttioni genciali ser-vino py tutti. Et queste due considerationi sono state principal causa che con tanta difficoltà si siino ottenuti. Gli affari in questa Corte e Consiglio continuano tuttavia secre tissime , non potendosi penetrare risolutione alcuna. Fra pochi giorni uscirà la nuov’ armata navale, che difesi desti nata per Jamaica ; et si può creder che sia, per essere imbarcate m essa quantità grande di munitioni e provvigioni per lungo Maggio* et continuamente vansi imbarcando gente militare. Questo Signor Ambasciatore di Svetia riceve continuamente udienze private ; il quale aboccatosi con quello d’ Olanda, gli ^se che in caso quelle Provincie mandino vascelli di guerra nel Baltico senza il consentimento del suo Re, 0 che in modo alcun trattino di soccorso Danzica, che nell’ istesso punto entrarebbe in esse con potente armata, e lo richiese darne avviso a suoi Supe riori. Quello di Francia vien oltre modo stimato in questa Corte quale 1’ altro hieri presentò Sua Altezza con quattro cavalli c a Barbaria bellissimi. Il Residente di Venetia non ha potuto sin hora ottener udienza nè esser ricevuto, sebbene lo sollecita caldamente; al quale giorni sono successe un disastro notabile, che per aver dato d un calci a una servente, che gli disse qualche villania nella strada, la gen^ ordinaria gli fece parte contra di tal modo, che ricevette parere bastonate et molte pugnate; la sua carrozza et esso denti0 gettata per terra ; et se la giustitia non li avesse intervenuto, gli sare^ successo di peggio. Per questo gran affronto stimo sarà pei rice vero poca satisfattone; se bene per più mezzi ne fa le sue lament a Sua Altezza. Che è quanto per hora se me offere, sermento questa per risposta alla Loro de’ 13 passato; mentre per fine u - 3^3 - milmente facendogli riverenza, gl* auguro dal Signor Iddio ogni felicità. Londra a’ io Luglio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nella suddetta lettera sta incluso il biglietto seguente in cifra: Ho penetrato che il Conte Protettore habbia dato secretamele expresso ordine alli suoi Generali di attendere V arrivo in quei mari della flotta di Portogallo, e prenderla se potranno. Di questo se ne servino con ogni secrele%(a. ■ CXLIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 10 stante, della quale incluso va la copia, trasmessi a Vostre Signorie Serenissime gli ordini di Sua Altezza a favore de’loro cittadini e sudditi, et raccordatogli il modo de servirsene: il che confermo, ordinando che la persona anderà con essi alli Generali di riportarglieli dopo de lasciatane cavar copia. Richiesi al Signor Secretario altre copie per mandarle con questa; però mi dice non farne di bisogno, eccetto li primi si smarriscano, in qual caso me li darà, convenendo in tanto far a modo suo Nè può ciò importar punto, per tener avviso di Parigi dall’ Illustrissimo Signor Giovan Battista Pallavicino della ricevuta del piego con suddetta mia de’ 10 stante, et che l’haveva spinta inanti. Sua Altezza e il gran Consiglio di essa hanno finalmente risoluto chiamar il Parlamento, da radunarsi in Settembre venturo ; et fra pochi giorni usciran li mandati a quell’ effetto a tutti li Generali per convocar il popolo, ognuno nella sua Provincia dove governa, acciocché conforme alle antiche leggi e constitutioni di questo — 564 — aese ne segua una elletion libera. Però han da esser presenti detti e a i et r.on altrimenti, potendosi con buon fondamento credere che sarà totalmente alla divotione di Sua Altezza. tro hieri arrivò a questa Corte persona spedita di Portugallo, . ot'fìèazione della pace nel modo che restò aggiustata qua P sato Ambasciatore ; et subito con pinaccia espressa si mandò • ,. a"'so a^* Generali Blake e Montagù, affinchè non diino mpe 'mento alcuno a quelle flotte che s’ attendono dal Brasile. esidente di \ enetia ha ricevuto da Sua Altezza la prima mes^p5 Ct PieSentat0 le sue lettere credentiali vecchie quattro 1 t Ser'ent^° cluesta di risposta delle Loro de’ 17 e 26 passato, ‘ presente non m occorre; solo humilmente facendogli rive- «®, gli auguro dal Signor Iddio ogni colmo di felicità. Londra a 20 Luglio 1656. Dl Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. *656, 18 Agosto. ri C f SerenÌSSÌmÌ Co11^ et con Pa^e deliberato se le accusi *ente.^a dcevuta delle lettere, gradiscano le diligenze, emoni e riflessioni sue, e che la Giunta marittima consideri a 010 C^e ^ Possa occorrere e stima si debba fare per si 1 °u6 \ da^ Cromwell inviati. E che queste lettere egg ino Martedì mattina al Consiglio del Numero Dupplicato. CL. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’20 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro saputa. E a’ 25 si firmarono li mandati a tutti 3^5 — li Governatori delle Provincie d’Inghilterra, perchè fra 20 giorni dopo la data d’ essi convochino il popolo, ognuno nella sua Provincia, a far elletione di membri da servire in Parlamento: il quale ha da cominciare a’ 17 di Settembre venturo. Quest’ armata navale non è per anche uscita, se bene del tutto lesta ; potendosi credere che la rotta data a Francia sopra Valen-tien , come la presa di Varsovia del Re Polacco (ambedue nuove poco gradite qua) possino alterare il disegno. Questo Agente di Portugallo nella pessata settimana fece portare nel tesoro di Sua Altezza le lire 50000 sterline, mandate da quel Re in conformità delle Capitolationi aggiustate col passato Ambasciatore. L’altro hieri fu esaminata una Gentildonna, che dicesi chiamar Luce Barlowe, alcun tempo prigione nella Torre, che fu presa con alcuni Signori di qualità a sospetto, quale confessò schiettamente a Sua x\ltezza esser moglie del Principe Carlo Stewart figlio del passato Re (et lo conferma un figliuolino che tiene risomigliandolo molto); e quando fu presa, fra altri papeli fu trovato uno per il pagamento durante vita di lire 5000 moneta di Francia annualmente , del quale incluso n’ haveran la traduttione. Sua Altezza, di particolar gratia, ordinò che fusse liberata ; però eh’ esca col figliuolo tra 15 giorni d’Inghilterra, et datogli a quell’ effetto passaporto e vascello per sbarcarla nella Fiandra. Li vascellotti e scialuppe di Donquerque et Ostende non mancano d’ andar prendendo alcune di queste navi , che vanno con pochissima gente e difesa, però la pagano di quando in quando, sendo venuto qua avviso della presa di dui d’essi da una di queste fregate , Y uno con 14 pezzi d’ artiglieria et 80 huomini, 1’ altro con pezzi 6, ambi portati nel porto di Plimua. Questo giorno arrivò avviso dall’ armata navale sopra Cadiz che una squadra d’ essa che navigò alla costa di Biscaia diede ivi in alcuni di quelli vascelli di guerra, et presone e brugiatone 5 d’ essi. Viene anche avvisato 1’ accidente occorso in Lisbona allo Agente di quest’ Altezza, che mentre passava in Citta nella sua litiera fu assaltato da dui che ,si chiamano Realisti, quali gli spararono due pistolettate, l’una al corpo, 1’ altra alla testa ; pei o la prima si errò, 1’ altra li passò tra la mano e testa, mentre 1 appog- — 366 — 0iava sopì a essa, et feritolo leggermente; e che di espresso comandamento di quella Maestà si van usando gran diligenze per rinvesti assassini. Che è quanto al presente; mentre humilmente facendogli riverenza, gli auguro del Signor Iddio ogni felicità. Londra a’ 30 Luglio 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Carlo Re. Concediamo e doniamo, con le presenti, di nostra particolar ^ratia alla Signora Lucy Barlow, un annuità 0 pensione annuale ^ li\re cinque mila, d’essergli pagate o a chi ordinerà nella Città Amersa, o in qualsivoglia altro luoco conveniente conforme 1 Chiederà, in quattro uguali pagamenti: il primo da cominciare al primo di Luglio 1654, e così da continuare da tre a tre mesi du-ante vita, con assicuratone di miglioramento quando piacerà a Dio restituirci i Regni nostri. Data sotto nostro sigillo marcato nella nostra Corte a Colonia, questo _i di Gennaro 1655, e nel sexto anno del nostro Regno. Per mandamento di Sua Maestà Eduard Nicolas. CLI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 30 passato, arrivarono nelli Duni 10 fregate dell’armata delli Generali Blake e Montagli insieme con una ricca nave Holandese, che presero uscendo di Cadiz; che oltre la carica di considerabile valore si sono ritiovate in essa tra contanti et barre d'argento del valore di lire — 3<>7 - 30000 sterline. Questo Signor Ambasciatore d’ Holanda n’ ha fatte le sue pretensioni a Sua Altezza, dicendo spettar la maggior parte alli sudditi di quei Stati. Nella passata settimana uscirono 24 fregate grosse della nuova armata, 12 de’ quali si sono poste sopra Donquerque, le altre (con quelle che erano già in mare) servono per nettar questa costa. A’ 4 stante questo Signor Ambasciatore di Svetia si licentiò da Sua Altezza, e a’ 6 fu convitato alla Corte di Hampton, dov’hebbe un splendidissimo banchetto et in tutto trattato regalmente. Alla prima tavola solo Sua Altezza in mezzo d’ essa, col detto Ambasciatore al lato destro, et alla sinistra il Governatore d’Irlanda , et il General Lambert. Le particolarità dell’aggiustato sono impenetrabili; ma è certissimo che consta stabilita una firma pace e liga offensiva e -defensiva; giudicandosi che presto ne risulterranno risolutioni considerabili. Detto Signor Ambasciatore partirà fra pochi giorni, lasciando qua il suo Secretario con carattere di Residente ; et trattasi di mandar di qua Ambasciatore a quella Maestà. La gran faccenda che va agitandosi al presente nell’Inghilterra si è l’elletione delli membri da servire in Parlamento; et si può creder che sarà intieramente alla devotione di Sua Altezza, che produrrà grandi innovationi a favor d’ essa ; la quale, se bene non può es-sentialmente esser resa maggiore di quel che è, niente di meno la confermatone nello stato si trova, 0 1’ elevatione a maggior titolo di dignità da un intiero Parlamento, che rappresenta non solo la nobiltà ma il popolo dell’ Inghilterra tutta , non lascierà di stabilirla con somma quietudine e riposo. Detta Altezza s’ è trovata nelli giorni addietro fortemente travagliata da mali colici e di pietra, a segno tale che si trovò necessità , coll’ avviso de’ suoi medici e chirurghi, a far chiamare un certo medico Mollinns famosissimo in dette cure, però del tutto opposito al presente Governo et che parla stravaganze quando e dove le piace, et stante la virtù che possiede si lascia passar per lunatico ; il quale con non poca finezza di Sua Altezza fu persuaso intraprender la cura, che con una bevanda gli diede si trovò in meno d’un hora del tutto alleggerito dalla estremità del dolore , — 368 — cominciò a daigli le gratie et trattar di rimunerarlo. Ma questo *■ to q!ì disse. « Aspetti un poco, non ho finito ancora, perchè gli ii, fUeia ma^e se non m' dà licenza di trattarla come ha fatto n hiltcua tutta, di voltarla tre volte sotto sopra ». E così fece, el tutto sanata, nè sin a quest’hora n’ha sentito altro. Per crai lo gli disse: « Domanda quel che vuoi, che te lo darò ». Ri-P «Non \ oglio havere cos’ alcuna , non havendola curata per ^ °^e *1’ porto, ma per non haver potuto a meno; nè desi-o c ie be\ere». Fu subito comandato che alcuni signori giovani conducessero a gustare di tutti li vini nella cantina, dove co-'“O una salute al Re Carlo; et mentre stavasi bevendo uno a darne conto a Sua Altezza, la quale disse : « Lascialo fare, atto, e ni ha fatto bene, et io non voglio fargli male ». Il oiorno seguente gli mandò lire mille sterline in oro , et fattogli e che il Re Carlo gliele mandava; et le pigliò. Ho ardito fa- ] V e)>L°n ^UeSt0 Ie»g‘er passo, per esser in esso alcune cosette ^ °ne osservatione. E servendo questo a risposta delle Loro de’io 7 passato, altro al presente non ni’ occorre, solo humilmente ^OqIì? gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità. i Londra li io Agosto 1656. Di \ ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CUI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 10 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del g o della cognitione Loro. Et d’ali’hora in qua sono stati elletti . ^o^incie d Inghilterra la maggior parte delli membri da nel \enturo Parlamento, tutti divotissimi al presente Go-erno^ et di intiera satisfatione di Sua Altezza. Fra pochi giorni del tutto finita 1 ellettione, da radunarsi al tempo determinato de’ i7 del mese venturo. — 369 — Sua Altezza nella passata settimana mandò a domandar in prestito dalla Camera di Londra lire 50000 sterline, per certa importante occasione circa le armate, che richiedeva ogni speditione : col che il Governatore et Aldermani d’essa si radunorno subito, et in un istante presero risolutione di mandargliele, come seguì il giorno seguente. Questa è stata una finezza di Sua Altezza per toccar il polso alla Città, non che ha nè può in modo alcuno aver di bisogno di tal somma, quando di cosa certissima gli entrali ogni anno dui millioni e mezzo di lire sterline. Non solo continuano li vascelli di guerra di questa Republica sopra Donquerque, ma anche altri sopra Ostende ; che con quelli corrono quella costa, hanno di già del tutto cacciato da questi mari l’inimico che tanto T infestava. Intendo da buona parte che Sua Altezza abbi mandato secreta-mente al General Blake perchè venga qua con 1’ armata, fuori d’ otto vascelli che hanno da continuar nel Mar Mediterraneo sotto il General Montagù; potendosi con fondamento giudicare che questa risolutione sia stata fondata a favore della Svetia , nell’ assedio di Danzica, tanto più venendo avvisato un accordo e liga tra detta Città et Olanda, et che di già quell’ armata navale in numero di 40 vascelli habbi dato fondo d’inaliti d’essa Città: il che è scusato dalli Ambasciatori della detta Holanda appresso la Maestà Sveda, et d’esser ciò seguito senza la saputa loro, et assicurandola ciò non ostante non esserli una minima intentione d’hostilità. Questa ha cagionato che il Signor Ambasciatore di Swetia non se sia per anche partito di qua : dicesi però seguirà nella ventura settimana. Sua Altezza, Dio laudato, gode al presente di perfettissima salute, et così ha continuato doppo quella cura statagli administrata come con altra gliene diedi conto. Che è quanto al presente si offere ; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Sommo Iddio ogn: felicità, bene e contento. Londra 20 Agosto 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Società Ligure <ìi Si Palliti. Voi. XVI. 2'1 - 370 — CLUI. Serenissimi el Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 20 stante, questo Signor Ambasciatore di Svetia, non ostante si sia licentiato da questa Corte, et in punto di partenza, ha havuto udienza secreta, sendo stata per dar parte a Sua Altezza della gran vittoria ottenuta dalle armi del suo Re sopra quelle di Polonia nel modo seguente : Che a’ 28 del passato le due armate s’incontrarono, quella di Svetia consistendo (con li 12000 del Duca di Brandenburg) di 38000 combattenti, quella di Polonia innumerabile di 120 in 150000. Che l’incontro durò con scaramuzza sin a mezzogiorno senza venire a battaglia formata; la quale cominciò il giorno seguente, al far del giorno, e continuò sin a mezza notte. Che per molte hore fu la disputa dubiosa, non tanto stante il vantaggioso posto che teneva l’armata Polacca, come il numero di essa; ma che coll’aiuto del Signor Iddio, il quale non solo fortificò il suo Re et Duca di Brandenburg con indicibile valore, ma anche 1’ armata tutta, guadagnò intieramente la battaglia, rotto e dissipato l’inimico; l’istesso Re et Regina con difficoltà grande scappati verso Somoyske, ma perseguitati dal General Vrangel. Che la città di Varsavia è di nuovo nelle mani del suo Re, et che aspetta ricever le particolarità di questa gran vittoria con altre prime lettere. Questa nuova vien sommamente gradita in questa Corte; e detto Signor Ambasciatore partirà di qua domani per Gravesend, dove s’imbarcherà verso la patria ; intendendo che in questo punto gli è stato presentato di parte di Sua Altezza gioie e lavori in oro al valore di lire 6000 sterline. S’ ha anche avviso qua che l’Imperatore habbi determinato di goder della presente coniuntura e debiltà di Francia in fargli guerra, con pretexto che il pagamento delli 3 milioni di sterline non è seguito per l’Alsatia in ordine all’aggiustato a Munster. Si giudica qua ciò seguir per obbligar quella Corte alla pace con Spagna, intendendosi di buona parte che alcuni Signori Francesi siino arri- — 37i — vati et benissimo trattati a Madrid, et che secretamente trattano con Don Lovis d’ Aro, toccante essa pratica. S’ha anche avviso qua che gli Ambasciatori d’Olanda habbino domandato dalla Città di Danzica, per satisfattione della lor armata navale ivi, che tutte merci d’ Olanda siino libere, et gli istessi Olandesi dichiarati cittadini di detta Città: il che gli dà da pensare. Et intanto detti Ambasciatori trattano aggiustarsi con la Svetia ; et si giudica ne seguirà presto 1’ effetto. Con lettere delli Generali Blake e Montagli de’ 3 1 passato, dalla bocca di Cadiz, vien avvisato a Sua Altezza eh' avendo mandato una squadra di navi nel Porto di Malaga, che bruciò et affondò 9 vascelli dell’inimico ivi, et che scacciarono gli Spagnuoli dall’artiglieria sopra il molo, et la chiodorno. Avvisano che tra detti vascelli esservi stata una galera spettante a Vostre Signorie Serenissime, però nel servitio di Spagna, la quale un mese prima aveya di notte sbarcato in Cadiz la carica di polvere: il che mi ha dato non poca pena, massime sendo stato domandato, da persona intima et eminente, che ne sapeva di ciò. L’ho difesa alla meglio, come non poter ciò stare ; ma col mancar di lettere di Vostre Signorie Serenissime da tre settimane in qua, sendo la più fresca de’ 17 del passato, non ho potuto dir cos’ alcuna con fondamento. Hieri s’ è totalmente finita 1’ ellettione nell’ Inghilterra, Scotia et Irlanda, delli membri da servire nel venturo Parlamento; il quale si può con fondamento giudicare debba produrre innovationi considerabili qua, come di tutto haveran a suo tempo distinto conto. Che è quanto al presente; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Sommo Iddio ogni felicità. Londra a’ 31 Agosto 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 26 Settembre. Letta a’ Serenissimi Collegi; et a palle deliberato se le accusi la ricevuta’e dia avviso della concessione della galera fatta al Viceré - 372 — di Sicilia per levare il figlio Duca....., non per portare polvere nè altro. CLIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 31 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della saputa Loro, nè se è dall’ hora in qua innovato cosa di momento; solo il tirarsi inaliti le cose in ordine per il venturo Parlamento da giuntare fra 13 giorni, in che Sua Altezza e Consiglio vanno occupatissimi ; chè se bene la nominatione et elettione restano già terminate dal popolo nelle Provincie tutte della Gran Brettagna et Irlanda, niente di meno non è da credere resteran tutti confirmati et approvati da Sua Altezza, la quale cammina con estremo riguardo per escludere ogni scintilla di mala inclinatione al presente Governo ; in ordine a che liavendo discoperto alcuni di contraria opinione, li fece chiamar uno a uno et cercato di convincerli dell’ error loro, come si può creder seguito sia della maggior parte; però li capi, che furono sei, si sono secre-tamente mandati prigioni in parte remota et lontana l’un dall’altro. La nuova della rotta data dal Re di Svetia a quello di Polonia resta confermata con sommo contento di questa Corte, sendo partito al tempo avvisatogli il Signor Ambasciatore di Svetia. Quello d’Olanda si va ogni giorno più rendendo in maggior opinione appresso Sua Altezza ; et intendo di buona parte che tratta in nome de’ suoi Superiori di far liga con l’Inghilterra e Svetia. Sono cinque settimane che non ricevo lettere dalle Serenisritne Signorie Loro, il che mi dà pena grande et qualche disordine, et sarebbe maggiore se non intendessi d’ altra parte il trovarsi cotesta Città e Dominii della Serenissima Republica del tutto netti d’ogni mal contaggioso; chè cosi prego il Signore devotamente di conservare sempre et conceder a Vostre Signorie Serenissime ogni colmo di felicità e desiato bene. Londra 14 Settembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilis rimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 373 — CLY. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 14 stante, ricevei la breve Loro de’ 17 del passato, coll’avviso della ricevuta delle mie de’ 29 Giugno, 10 e 20 Luglio, con li passaporti transmessigli a favore de’ sudditi Loro; che con divotione sto attendendo sentire gli sinno stati a gusto et d’intiera satisfattione, et conformi all’ intento di chi li concesse et di chi li procurò. Gli affari qua camminano vivamente per il venturo Parlamento, non sapendosi altro se non che debba radunarsi al tempo determinato de’ 27117 stante. Sua Altezza ha travagliato et travaglia fortemente, perchè non entri in esso gente seditiosa et disturbatrice della quiete publica; la quale ha scoperta una grandissima congiura; ma quel eh’ è non si può fin hora penetrare. Intanto va facendo le necessarie precautioni, col rinforzar doppiamente le forze et guardie nella Città et luochi alla marina, et particolarmente dove guarda verso la Fiandra, con la notizia s’ha che Sua Maestà Catholica darà un esercito et armata potente al Prencipe Carlo, figlio di questo passato Re, per venir qua: il che si stenta a credere, et meno si teme. Da otto giorni in qua si sono fatti prigioni nella Inghilterra più di 200 persone di qualità, fra quali alcuni delli eletti da servire in Parlamento: il principale si è il Presidente Bradshawe (che condannò a morte il Re), quale si trova hora nella Torre di Londra. Il General Blake non è per anche giunto qua, se bene s’attende. S’ ha avviso che Spagna gli ha fatt’ offerte consideratissime, perchè tradisca la fede sua. Questi mari restano assai ben nettati dalli vascelli di Donquerque, Ostende e Biscaia ; chè le navi mercantili vanno e vengono da per tutto sicuramente. Nella passata settimana gli Ambasciatori di Francia et Olanda hebbero udienza da Sua Altezza in un istesso giorno. — 374 — La Republica di Venetia, ad instanza di Sua Altezza, ha liberato cinque navi inglesi che furono prese servendo il Turco nell’ultimo combattimento di Candia: il che ha obligato molto detta Altezza. Il Residente di Firenze ha nella passata settimana fatto un bel presente a Sua Altezza di parte sua : il che intendo sia seguito per ingratiarsi con questa Corte et introdurre nel suo luoco il figlio. Nelli giorni addietro uscì l’incluso proclama, il quale ho tradotto in italiano verbalmente, perchè vedino il modo e cautela con che Sua Altezza procede in ordine alla quiete della Republica et stabilimento del Governo. Non ostante il detto di sopra, comprendo che il Conte Protettore haveria 1111 travaglioso colpo da fare col Parlamento, che superandolo gli haveria fatto il fatto suo per sempre et quanto a me non dubito, mentre terrà ferme la spada e la borsa, che presto si vedrà in che parerà questa che non si può a meno di chiamare horasca : che di tutto alla giornata riceveran da me distinto conto ; mentre per fine humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Cielo ogni prosperità e bon contento. Londra li 25 Settembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Dal Protettore. Una proclamatone comandando (a) tutte persone che sono state in armi, o (hanno) assistito nelle guerre contro lo Stato, di partire (se non prima) alli 12 del presente Settembre dalle Città di Londra e Westminster, e linee di comunicatone ; Sua Altezza antevedendo le pericolose conseguenze, che potriano nascere al Publico (com’ in altri tempi, tanto più hora che s’ approssima il Parlamento) dalla libertà di accesso nelle Città di Londra e Westminster, e luochi vicini, di quelle maligne et mal — 375 - affette persone che sono state in aperta hostilità contro la Republica, o altrimenti adherito o tenuto parte coll’inimico comune, il cui malicioso inquieto spirito (non ostante li tanti disapontamenti mediante 1’admirabile misericordia di Dio, il quale ha fin hora infatuato li loro consigli, e anche non ostante 1’ abondante gratia e favore mostratigli) sta tuttavia travagliando con tutti mezzi et camini perniciosi che gli soviene di seminare le semenze della seditione, secretamente di contraminare lo stabilito Governo della Republica, et di fomentare nuove molestie nelle viscere di queste Nationi, et involverle di nuovo in sangue e confusione, coni’ evidentemente consta dalli lor libri traditorii e gazzette che continua-mente presumono di distribuire et publicare, persuadendosi con essi di velenare li cuori delli ben affetti popoli, et divertirli dalla obe-dienza loro; Perciò Sua Altezza, coll’ avviso del suo Consiglio, stimando necessario di ristringere 1’ accesso di quella partita alle dette Città di Londra e Westminster e luochi vicini, publica e comanda con queste che tutte persone (che) habitano e che si trovano nelle Città di Londra e Westminster, e linee di comunicatione (ecce-tuate le carcerate) , che sono state in qualsivoglia tempo contra lo Stato, o adherito, o volontariamente assistito, inanimato o tenuto parte con gl’ inimici d’ esso, partino (se non prima) alli 22] 12 del presente Settembre, 0 se qualche d’una di esse sia incarcerata, fra cinque giorni dopo deliberata, dalle dette Città di Londra e Westminster e linee di comunicatione, e tutt’ altri luochi a 20 miglia da esse, com’hanno da risponder al contrario al pericolo loro; e che niuna tal persona presuma dopo il detto 12 di Settembre di venire alle dette Città di Londra e Westminster o linee di comunicatione nel tempo che in appresso si limiterà. Sua Altezza comanda il Signor Governatore et Aldermani della Città di Londra, e Giudici della Pace nelle dette Città di Londra e Westminster, li' forborbi (sic), libertà e precinti d’ esse, com’ anche nelli Contadi di Middlesex, Herlford, Essex, Kent e Surrey, et gli respettivi ufficiali della militia, tanto nelle dette Città e pre-condi (sic), com’ anche nel borgo di Sowthavarke e iurisdittione della Torre di Londra, ne’ loro limiti di causar (sic) siino a que- — 516 — st’ effetto tenute buone guardie, spesso et diligentemente, di ceicare e prendere ogni persona o persone, come su (è) detto, che saran trovate nelle dette città o distanza suddetta, doppo il detto 12 del presente Settembre, et immediatamente di certificare li loro nomi, qualità et altre circumstanze a Sua Altezza o Consiglio, affinchè tali offensori siino trattati et proceduti contra come disturbatoli della pace publica, et contemnatori d’autorità; e tutti Giustitiam della Pace, capitani di guardie, ufficiali e soldati, et oltra il buon popolo di questa Republica, sono richiesti d’ aiutare et assistere li detti Giustitiarii della Pace, ufficiali e ministri, nella esecutione dei-suddetto. E perchè li fini e disegni della detta partita malignante venghino meglio discoperti et impediti, Sua Altezza strettamente incarica e comanda tutte ed ognuna le persone in tal modo apon-tate di partire (eccettuato tali che si trovano incarcerati, o travagliati di simil infermità da non poter viaggiare senz’ evidente pencolo di vita) , che immediatamente si retirono alli loro luoghi di comune dimora ^t habitatione; 0 non tenendo habitatione (.erta, che vadino nei luochi di nascita, e dove li loro parenti all hora vivevano, et che non ritornino de spirato sei mesi dopo la data di questa. E Sua Altezza admonisce tutti quelli a quali questa Pioclama tione può toccare di camminar con tal cautione, che non possi ha vere giusta causa di fargli esempii (sic) della loro contumacia, il che gli preme fare et farà, se doppo del tempo limitato come (è) su detto di partire, qual si voglia di loro saran trovati conti 0 al te nore di questa. Data a Whitehall a i6\6 'Settembre 1656. CLVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 25 passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e solo quattro giorni sono mi — 377 ~ pervenne la delle Serenissime Signorie Loro de’ 21 Agosto, vedendo da essa con gran contento che la somma prudenza e bontà Loro han havuto per bene 1’ aggradire la debil opera mia in servizio Loro: il che m’ inanima non poco a studiare come maggiormente meritarlo. Mi son valso in buona maniera dell’ avviso datomi del proceduto contro dello stampatore, che furtivamente stampò costì quella relatione milanese del successo di Valencienne; et venne a tempo e proposito, con l’opportunità che hebbi Sabato passato privatamente di visitare una persona eminente et amica, la quale me ne parlò in modo di lamenta, et mi disse tenerla; ma non la viddi, et compresi dal suo parlare toccava con mali termini questo Governo. Al tempo determinato del 27 passato si radunò il Parlamento, dove gl’ andò Sua Altezza nella maniera seguente. Li primi che uscirono di Palazzo erano alcuni ufficiali, con bacchette bianche, a far strada tra 1’ infinito concorso del Popolo; poi seguitorno le due compagnie di guardie della Persona di Sua Altezza, scoperte; poi tutti li Coronelli et primi Ufficiali dell’ armata, eh’ erano da 300 in circa, tutti benissimo vestiti e a piedi; poi la principal carrozza di Sua Altezza a sei cavalli, con entro detta Altezza da un lato e dall’ altro il General Lambert; d’ ambi parti della carrozza andavan a piedi scoperti i camerieri, paggi et altri gentilhuomini di famiglia, da 50 in numero ; poi seguivano dui bellissimi cavalli, menati da quattro paggi, con ricchissimi adressi d’ oro et gioie; poi seguì in altra carrozza il Signor Secretario Thurloe, li Gran Cancellieri col gran sigillo d’ Inghilterra, e li dui principali Giustitiarii; poi in un altra carrozza andava solo il Presidente Laurenz del Consiglio di Stato, et dietro essa altre quattro carrozze con li Consiglieri di Stato; et poi le guardie in ordinario, et altri ufficiali di livrea di Sua Altezza. Di questo modo fu portata alla Chiesa di Westminster, dove si trovarono a riceverla tutti li Parlamentarii; et finito la predica et orationi proprie per quel giorno (Sua Altezza orando sempre in ginocchio), andò a piedi con tutt’ il seguito sudetto alla Camera dove solevano giuntarsi li Signori Titolari della Casa Alta di Parlamento. Li Parlamentarii, dopo di aver condotto detta Altezza, passorno per altro camino alla Camera chiamata la Depinta, alla porta della quale — 573 — sta\an dui Coronelli, che non lasciavano entrare nessun che si sia senz’il biglietto di Sua Altezza; di modo che 140 di Parlamentarli restorno all’ hora esclusi. Quando tutti quelli che tenevano biglietti erano tutti dentro, la poit.i chiusa, et tutto quieto, entrò Sua Altezza; et postosi in parte alta apparecchiatali a quell’effetto, fece un oratione che durò ue hore e mezza (li Parlamentarii sempre scoperti}, la quale fu in sostanza come segue t ■D ha\er il Signor Iddio dinanti gli occhi, e nei cuori loro, et &ra\ emente di ponderare che le cause che gli havevan ivi radunati eran di far 1 opera del Signore, et per il fermo stabilimento di quel Go\erno che s era benignamente compiaciuto eriggere in queste Natiom per il bene, quiete et honore d’ esse. i considerar bene le tante congiure che s’erano trattate contr’esso quella torbolente et infaticabile partita malignante (et le nominò tutte) , et miracolosamente discoperte quand’ erano nel punto di mettersi la eseaitione; et Sua Persona che stimava il meno quanto cercaxa di distruggerla, e sino d’avergli fatto metter polvere sotto letto per volarlo, et corrotto le sue guardie per ucciderlo (questo mai discopri prima d allhora); ma che quel Dio, che l’aveva eretto alla protettione di questi popoli, 1’ haveva conservato, nè dubitava punto lo farebbe sino alla fine. . ^ sua certa saputa s’andavano facendo levate nelli dominii di Spagna per formare armata al preteso Re di Scozia, nei quali Papa et quella Chiesa contribuivano, et che presto se ne vedrebbe gli effetti, et che considerino in quanta rovina, sangue e distruttane nuoterebbero questi buoni popoli, se un tanto nemico gli mettesse piede, li nostri nemici, ch’abbondano qua sotto pelle di pecora, si mostrerebbero all’ hora nelle loro forme. Che tutto questo considerato gli premeva, in esecutione del gran «.arico che teneva, di vigilare con attentione sopra un tanto male; in ordine a che, non trovandosi intieramente soddisfatto delle sincere intentioni d aLuni chiamati dal Popolo al presente Parlamento, gì have\a sospeso 1 entrata sino a veder più inanti le loro qua-hficationi. Poi fece un lungo discorso delle particolari attioni sue nel Go- - 379 - verno, et particolarmente delle entrate publiche, delle quali il Tesoriere gliene darebbe distinto conto. ht poi finì con una benedittione che Dio gli illuminasse con carità, sapienza e prudenza, perchè s’uniscano in amore 1’ un verso l’altro, et che esercitino l’ufficio loro come devono et che son chiamati. Col che si ritirò; et essi andorno alla lor Camera, dove in conformità della institutioni di questi Parlamenti fecero elettione del Presidente. Fra gli esclusi dal Parlamento non mancò chi facesse qualche rumore nelle sale di Westminster; ma alla fine ebbero per bene ritirarsi e considerare a fatti loro; et il giorno seguente s’appli-corno a Sua Altezza, et sodisfattala di modo tale che 60 ricevettero biglietti per entrare. Il Parlamento si raduna solo la mattina, nè ha deliberato in questi sei giorni passati cosa di momento; solo ordinato certi tempi di digiuno et oratione in tutte queste Nationi, per implorar l’aiuto del Signore nelle attioni loro, e la nominatione di persone tra essi di giontarsi ogni giorno dopo pranzo pei; sentire tutti aggravii che gli saranno presentati dal popolo in relatione dei seguenti punti: del privilegio del Popolo nell’elettione de’ Parlamentarii, della Religione, del Commercio, e delli Tribunali di Giustizia. Si sta ora trattando, il rinuntiare et annullare il titolo del Prencipe Carlo figlio del passato Re, con 1’ estirpatone della sua razza da questo Governo, nè che possa mai tener ufficio in esso. In fine si può con buon fondamento credere che il Parlamento sarà totalmente alla devotione del Conte Protettore, et che farà più di quant’ ha fin hora operato, giustificandolo nella guerra con Spagna, come molto gli preme procurare. Di quello s’ anderà innovando haveran da me distinto conto ; mentre accusandogli la ricevuta della breve Loro de’ 31 passato, pervenutami in questo punto, humilmente riverendogli, gli auguro dal Sommo Iddio ogni felicità. Londra a’ 5 .Ottobre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 380 — CLVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo d’ haver il Parlamento dui giorni trattato toccante la rottura con Spagna, risolvette il terzo, che fu Mercordi passato 11 stante, nemine contraddente, di dichiarar che quella guerra fu intrapresa sopra giusti et necessari fondamenti, et per il bene del Popolo di questa Republica, et che l’approva; et di voler coll aiuto del Signore assister in ciò Sua Altezza; et prima di tutto ponderar il modo d’ assistenza per mantenerla, com’al presente sta trattando, di che presto se ne sentirà la risulta. Quel eh’è degno d’osservar è (che) quell’istessa sera de 11 stante arrivò alla Corte un Capitano dell’ armata delli Generali Blake e Montagù col seguent’ avviso: Ch’ a 19 del passato incontratosi con 7 navi grosse di Spagna, che venivano dalle Indie Occidentali insieme con una presa 1 01 to ghese, dopo d’ haverle combattute sei hore continue con gran re sistenza, si trovorno talmente apurati che l’una con la presa fuggi» due diedero in terra in parìe tale che sperano gl’ Inglesi ricuperar il tesoro in esse, una restò affondata et un’altra bruciata, e due prese, nelle quali dice essere in argento e conciniglia il valore d’ un miglione di lire sterline. In quella s’ abbruciò veniva (come questo Capitano riferisce) un gran Personaggio, ch era stato molti anni Governatore di Lima, con la moglie e due figliole, il qua c volontariamente con la moglie si gettò nelle fiamme, e si consu morno ambi insieme con un figliolo e figlia. In una delle due prese si sono trovati, col figlio maggioie i detto Personaggio et sua sorella, molti passaggieri di qualità, tutti al presente prigioni in Lisbona; dove sta 1 armata mettendosi in ordine per convolarli qua insieme col tesoro. Alcuni d essi pri gioni han riferto alli Generali che pochi giorni prima della loro partenza dal Perù seguirono terramoti così horribili e mai più sentiti in Lima, che inghiottirono tutto il tesoro in detta Città, — 38i — et la consumò (sic) totalmente con la morte di quasi tutti gli Spagnuoli da circa 12000 in numero. Questi successi non lasciano di cader in buona congiuntura, per tirar manti I’ affare del Conte Protettore. Il Parlamento ha con pieni voti annullato et renontiato il preteso titolo di Re o Prencipe al figlio del passato Re, dichiarando tradimento a chi in questa Republica lo riconoscerà altrimenti per Carlo Stewart, nè che lui nè la sua Casa possa nè debba mai in avvenire esser capace di tener ufficio in essa. Ha similmente votato che quelli Parlamentari che restorno esclusi dal Parlamento , per non tener biglietto da Sua Altezza, non entrino senza 1’ approvazione sua e del suo Consiglio. Ha parimenti passato con diversi voti toccante certi particolari che mirano al buon governo della Republica e comodo de’ sudditi di essa, et offertogli al Signor Protettore per suo consentimento, che per haverli riconosciuti per tali, gli ha intervenuto et fattone leggi. S’ ha cert’ avviso di Fiandra dell’ incarceramento ivi del Conte Bristoll, a pretexto d’ haver tenuto intelligenza con questa Corte et discoperto il disegno del suo Re et tutti quelli tenevano mano seco qua ; et dicesi essersi già provato et fattolo morire. Questo Signor Ambasciatore d’Olanda, in udienza, ebbe l’altro hieri complimento molto da Sua Altezza, et gli diede di parte dei suoi Superiori le gratie per la cooperatione sua nell’ aggiustamento seguito tra Svezia et quelle Provincie. Si vanno qua continuamente fabbricando et allestendosi nuovi vascelli di guerra, et facendosi levate di gente militare in tutta l’Inghilterra : però il disegno non si può intendere, la maggior parte dell’ armata trovandosi intorno a questa Città; domani si farà una mostra generale non solo di detta armata, ma anche della milizia et nuove leve della Città, che in tutto saranno da 16000 cavalli e 28000 fanti. Il Parlamento ha comandato che Mercordi venturo sia giorno di digiuno et oratione in tutta la Città di Londra e Westminster, e che si osservi con ogni puntualità e solennità, tutte le botteghe chiuse, nè trattarsi qualunque negotio per questa gran vittoria ottenuta contra Spagna. Ch’ è quanto per hora s’ offre degno della cognitione Loro; mentre accusandogli la ricevuta della di ^ ostrc — 382 — Signorie Serenissime deJ 7 passato, humilmente facendogli rive renza, gli auguro dal Cielo ogni felicità. _ _ -.**1 v>1C1U 0211 O o Londra a’ 16 Ottobre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime O Humiìisissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de5 16 stante (della quale inclusa va la copia) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro ; e Mercordì della passata settimana s’ osservò con gran pun tualità in questa Città il giorno di digiuno, oratione et predici in tutte le parrocchie, per la gran vittoria conseguita da quest mata navale contra quelli galeoni e merci di Spagna che venivan dall’ Indie Occidentali, come con detta mia gli feci distinta re a tione; et in fin della predica fu letta al Popolo in ogni C nes non solo la relatione di essa vittoria, ma anche il miracoloso cesso et distruttione di mano divina della Città di Lima, tutto il tesoro ivi, al valore (come si dice) di cento milioni li 51 sterline, con la morte di quasi tutti li Spagnoli; et a a no fecero moltissimi fuochi artificiali nelle strade. _ Il Parlamento ha poi votato il formar nuova compagni* guardie (oltre quelle già in piedi) per la sicurezza della Peis di Sua Altezza, et che siino mantenute a spese publiche. A’ 20 stante Sua Altezza scrisse al Presidente del Parlament che per quanto in conformità dell’ articolo 34 del Governo r previsto, il Gran Cancelliere e Comissarii del Gian Sigi Inghilterra, Tesauriero, Almiraglio , Governatori d Irlan a Scozia, e li Supremi Giustiziali, siino eletti con 1 approvattioi del Parlamento, e nelli intervalli d’ esso con quella della maggi parte del Consiglio, per esser poi confermati dal Parlamento, - 383 — ch havendo detta Altezza, prima che si radunasse il Parlamento, appuntato con 1’ approvatone del Consiglio li Conti Fiennes et Lille Commissari del Gran Sigillo, et il Barone Glinn uno delli Supremi Giustitiarii d’Inghilterra, glielo notificava affinchè risolvesse quello li pareva bene toccante 1’ approvatone d’ essi. Col che il Parlamento subito votò approvarli et confermarli ne’ lor rispettivi ufficii; et così anderà di tempo in tempo facendo di tutti gli altri posti da Sua Altezza in ufficio, quando glielo richiederà. Continua tuttavia il Parlamento occupatissimo, considerando il modo e forma di proseguire con ogni vigore la guerra contro Spagna, attendendosi giornalmente la risolutione. S’ ha avviso d’ Irlanda dell’ imbarco ivi di 1200 soldati vecchi con ufficiali in quattro vascelli grossi, et che stavano di partenza per Jamaica,'dove quest’armata non manca d’andar facendo buon progresso, col dar non poca noia a Spagna. Ch’è quanto per hora si offere: humilmente facendogli riverenza, gli auguro dal Cielo ogni felicità. Londra a’ 28 Ottobre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 26 passato, questo Parlamento ha sempre continuato occuparsi nell’ affare della guerra con Spagna, et decretato che sin a tanto che non ne segua 1’ intiera resolutione, non si muova in esso verun altro O * negotio. Nè si può lasciar con buon fondamento di credere debba la cosa ridursi a un asprissima guerra, col generale impegno di tutta la Natone : procedendosi però fin hora con sommo secreto, , ma presto si saprà la risoluzione, preparandosi, come da buona parte ;"tenJ». «n manifesto ; • ~ Ter* proelamata a suo" g‘“'feaz,one di JetM gllem _ h ^ or2ei nè mancherai) •' ■ ro,n’wt'1> da esecutarsi con ogni "7* P« terra e p«^“ ^ P°‘4 ttù ^ar^niento In ■ T°SS^o in tutta V In!n nte,deCretat0 a’ r; stante ’giuno et oratione, neii» ■ ° ” ^ ’ Sc°2‘a et IrJanda giorno di ^U?te Citta di Londra che seSuì il mese passato in ,0r‘a COnseguita contra LStniInster, e per l’istessa causa e vit-!*' COnto> et ordinato i dÌ SPaff» coni’allora gliene a opolo il niiracoJoc ^ ^ j ° °§n* c,5,esa ^nita h predica si legga Ne,,a P^ta settim m°d° * —so mata a Jamaica cariche ^ arn''orno ne^J Duni tre fregate dall’ar-et difesi argento c a,' • U!0l'e’ indico, tabacco et altre merci, ™are in quelJe parti& ) ir * m°^t0 va^ore, tutto preso in terra e uona conditione in i ' ^1,*nuo^‘ Con esse vien avvisato Ja isola, ij qUa|e ja ^ SI t,0^a dett’armata e popolo in queJ-Si sono imbarcati °^teraente habitando e coltivando. nuo\e leve concess > n S* ',1nno tuttavia imbarcando gente delle fonti, per d0ver|Q ‘ a -Swetia; et (è) di già seguito di circa 4000 m ^ len avvisato di Cq ^ ^ comPin:iento di /0,000. di «.oteste navi mer- ^ Generale Blake habbia visitato due esse molte casse di ^ * ^estlnate Per Spagna, et fatto levare da diti L°ro, a pretesto J' ^ ^ J^re nierci de’ signori cittadini e sud-Pr?ndo 0 che sarà s S^Utar a Spagnoli: il che, se pur cosi è, com-d* Sua Altezza 0vv °Ult0 Pn'raa che gli mandai quelli passaporti Cimenti, che in obìTV^ ^ SC ne SOn serv,ti> persuadendomi duto et doverà pro-eJ ^nZa 3 essi laverà detto Generale proce-S'nsta causa di lam / ^ C°n °*m caute^a e risguardo. Se vi sarà nienti di Vostre Sì-m1^ ’ ^°Ver° ln appresso haver li comanda-^te2za; dalla qualc°-°r''' ^Lren'ss‘rne > per rappresentarlo a detta tUtti tempi Oonj . °n^do, anzi m assicuro, saran per ricevere in Hieri mnttìnà "ti.Sf?tt,one e g^stitia. nerale Montagù con à ^°rte UD Espresso, spedito dal Ge-Con otto fregatte dell’ ar ^ j f- SU° arnvo a Porchmua insieme LI1Ute a convoiare qùel 1 *" ^ ^enera^ Blake e detto Montagù, 4uei galeone et altri •< cra nave già come avvisato a - 385 - Vostre Signorie Serenissime, presi sopra Cadiz venendo dalle Indie; trovandosi al presente detto galeone et tutta la piata consistente , si dice, in peso di circa libbre trecento mila da once 12, et in coci-niglia et altre merci del valore di lire 150000 sterline. Hoggt sono partiti di quìi Comissarii mandati da Sua Altezza a ricever questo tesoro, et farlo qua condurre. Il General Blake con 24 fregatte continua tuttavia sopra la costa di Spagna, dove par cosa certa invernerà ; et presto se gli spediranno di qua altri 10 grossi vascelli. Et accusandogli la ricevuta delle di Vostre Signorie Serenissime de’ 26 Settembre e 11 passato, pervenutemi la settimana passata, altro al presente non se m’offere ; solo humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità, Londra a 7 Novembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Htmilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1656, 10 Dicembre. Letta a Serenissimi Collegi. Si accusi la ricevuta, e che rispetto alla notizia in fatto alle navi si avviserà......col venturo; e che circa il Sinib.ildo Fieschi, essendo bandito, non si debba ingerire nei suoi desiderii nè..... CLX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori. L’inclusa è copia di mia ultima scritta hoggi a 8 a Vostre Signorie Serenissime ; dopo la quale li Comissari mandati da Sua Altezza a Porchmua, a ricever ivi il tesoro preso da Spagna, 1 hanno tutto Società Ligure di Si. Patria. Voi. XVI. — 586 — star- ~ once 12 per ]ihh-°"l'C aVV,san0 trovatoio >" peso libbre 336870’di «ssa con perle eTàltrl’ v™* "• ** P*S,lr l’s,'S‘nt0* ol"e um sterlina- 1 11 . SI0Ie> stimata del valore di un milione di lire voluto in perso111 Genera.le Montagù> dopo il suo arrivo qua, ha giorni sono s a]’ ^H0 ^art’co'ar conto a Sua Altezza. Et quattro d’infanterh & * mandorno reggimenti, uno di cavalleria l’altro se ne fir\ ' ^ ** COm°*ar^° a questa Città e Torre; dove dell’argento ne tarà moneta subito. in tutta la NatioiT^0 so^enne giorno di digiuno e festa il Pari un ■ 10 ^°r ^uest0 miracoloso successo ; non ostante non si “ gl°rnaln3ente tratti V affare della guerra con Spagna, dubbio si ' 0 10ra Penetrare alcuna risoluzione; la quale senza denza e h ''°me PUl grac*‘ri a ^ua Altezza, al cui valore e pru-l’Inoh,'ir &overno è forza che non solo il Parlamento, ma S’ha T* tUtt> SÌ SOtt0metta' neral Braisne^ ^ ^anda ^e^a partenza da Carirk Fergus del Ge-oenrp -L°n ^ ^regatte e 6 navi grosse, tutte cariche con s'offere deano' ] f!1’0'’™011' Per-Ionica. Ch’è quant’ a! presente quali humilmente'fr. HPUtl d‘ Sig"°rie Serenissime ; a’ di felicità Cnd° nverenza» auguro del Cielo ogni colmo Londra a’ 15 Novembre U‘ '■ Signorie Serenissime Hutnilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXI. Serenissimi et Eccelle,uisrimi Spuri, Con * 9 sime deUeeno ^ C°nt° 3 V°Stre Signorie Serenis- arrivnm a r> 6 a C0Sniti°ne Loro ; e nella passata settimana e a ffiorn'(I'ff0rChmUa a qUCSta Corte di Whitehall, in due volte * 1 ifferenti, 56 carri da 6 cavalli l’uno, con libbre 4000 - 3B7 - d argento per carro, insieme con quella ricca cassa con gioie, parte del preso nelli dui vascelli di Spagna venendo dalle Indie Occidentali ; il quale fu subito portato alla Torre di Londra, per farne moneta. S’attende il resto, che sarà quasi altrettanto. Il Marchese di Badex, suo fratello e sorella, con molti Cavalieri e Signori principali che passavano in vascelli a Spagna, si trovano tutti qua prigioni; però bene civilmente trattati, alcuni permessi d’uscire sopra la parola. La gente più ordinaria resta tutta nell* istessa prigione, dove si solevano mettere gli Holandesi durante la guerra. Si vanno allestendo con ogni speditione io vascelli grossi, con armi, provvigioni e munitioni, per mandar al General Blake sopra la costa di Spagna, dove invernerà quell’armata; la quale, o quella nelle Indie Occidentali, spera fortemente questa Corte debbano trovar la restante parte della flotta della Nuova Spagna per tener di là cert’avviso che ivi si trovava sino dal mese d’ Agosto passato (in numero 8 vascelli) pronta a far vela. Continua tuttavia questo Parlamento occupatissimo, toccante la guerra con Spagna, e modo di mantenerla et executarla con ogni forza e vigore ; al qual effetto, da quant’ ho penetrato, usciran presto ordini per formar un banco di 3 milioni di lire sterline. Detto Parlamento similmente tratta d’aggregar la Scotia alla Gran Bretagna, perchè sia governata conforme alle leggi d’ essa, et che tenga gli istessi privilegi e franchigie che godono gli Inglesi, dove che in tutti i tempi passati s’ è proceduto altamente. Si vanno giornalmente facendo prese di quelli vascelli di guerra di poca consideratione di Donquerque, Ostenda e Biscaia, a segno tale che questi mari si trovano al presente assai ben netti d’ essi, con non poco comodo al tratto. Questa Corte tiene avviso certo che le armi Swede continuano nella solita prosperità, coll’ haver rotto diverse partite considerabili delle Polacche, et obbligato quel numeroso esercito Mosco ad alzar 1’ assedio dinanti la Città di Riga, con la perdita di moltissima gente, cannoni e bagaglio. La buona corrispondenza tra questo Governo e la Francia va aumentando; l’istesso segue con la Olanda, se bene molti lo de- — 3ss — siderano altrimente ; e conforme al giuditio humano, si può ci c dere debban queste Nationi in poco tempo ridurre la Spagna a grand’estremità. Ch’è quanto per hora s’offere; mentre p<-r fine humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità. Londra a’26 Novembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 26 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime di quanto all’hora s’offeriva degno della saputa Loro; e per non havei la trascorsa settimana partorito cosa di momento, poco se me of-fere al presente di dire, solo l’essersi l’altr’ hieri due volte mosso nel Parlamento di stabilire 1’ hereditarietà della Protettione di queste Nationi nella famiglia di Sua Altezza: '1 che pervenuto alla sua notitia, come sdegnata, comandò il desistere di ogni simil trattato. Però, secondo il parere dei speculativi et periti nelle costitutioni di queste leggi et inclinatione del popolo, si può presumere che debba non solo questo prender effetto, ma anche la promotione sua a maggior titolo di dignità. Nelli giorni addietro, con vascello dalle Indie Occidentali, venne avisato la prosperità di questa armata navale et gente in quelle parti; et d’aver fatto presa di ] vascelli di Spagna sopra la costa dell’ Havana e Santo Domingo, cariche con indico, cuoie, cocciniglia et qualche poco d’argento; et che sperava incontrarsi con quella flotta della piata. S’ è fatto un intiero pagamento a tutta la soldatesca e marinari dell’ armata venuta col General Montagli a convoiare quel galeone di Spagna et altra nave presi sopra Cadiz ; a’ quali oltre la paga — 389 — s’è dato ad ogni uno lire 4 sterline, per ricompensa del buon servitio. Et accusandogli la ricevuta della di Vostre Signorie Serenissime del primo del passato, humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità bene e contento. Londra a 4 Dicembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divolissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime del 4 stante, questo Parlamento ha più volte trattato (come tuttavia si continua) la promotione di Sua Altezza alla dignità regale et hereditaria; et ne sarebbe di già seguito l’effetto, se non fosse ciò fortemente opposto da intimi amici di dett’ Altezza in esso Parlamento : il che non ostante, si può giudicare debbasi concludere, sendo l’altra parte più in numero che lo desidera, et generalmente riconosciuto necessario in ordine al fermo stabilimento del Governo, nè poter senza ciò le antiche leggi dell’ Inghilterra camminar nel dovuto corso e secondo la constitutione di questi popoli. La politica e l’alto sapere del Conte Protettore farà quel colpo, al quale so di certo che vi aspira ; e si farà ben pregare prima di accettare. Il trattato toccante la guerra con Spagna et modo di proseguirla si tiene tuttavia secretissimo, non ostante ne siano seguite gravi risolutioni ; intendendo da buona parte che si farà un banco a quell’effetto di 3 milioni di lire sterline l’anno, et che si formeranno potenti armate di mare e di terra, et che la Francia presterà ogni assistenza, sendo nella passata settimana ritornato da quella Corte il Colonello Lockhart inviatoli da Sua Altezza con somma sodisfattione, et per doverli - tra breve ritornare con maggior carattere se la risolutione non muta. — 39° — La Holanda fa un armamento di io vascelli grossi per venir in cotesti mari, a pretesto contra li Barbari et per convolare le navi mercantili; ma Sua Altezza ha penetrato altro disegno, et che principalmente sono per andar a trovar la flotta della nuova Spagna, et incontrandola ricever in essi la piata per trasportarla in Amsterdam, come seguì l’anno passato di grossa somma, et che quel Generale leverà instruttioni di far ogni hostilità a tutti i vascelli Francesi che incontrerà, per danni ricevuti in tempi passati da quella Natione, nè di permetter Tesser visitato in niun modo dalle armate d3 Inghilterra. Quel che questo partorirà, il tempo lo do-verà manifestare. Questo Residente di Swetia pochi giorni sono, in udienza privata, diede parte a Sua Altezza del prospero stato delli affari del suo Re e di diversi incontri con partite delle armi Polacche, et disfattole, e di come si trovava quel Re nella Città di Danzica. Qua si continuano tuttavia le leve e transportatione di gente a favore di detta Swetia, nella quale il Conte Protettore si fonda grandemente ne suoi disegni. Ch’ è quanto per hora s’ offere; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità. Londra a’ 18 Dicembre 1656. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXIV. Serenissimi et Eccellmtissnni Signori, A’ 18 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro ; nè posso hora ometter il fargli una breve relatione d’una congiura sottilmente praticata sotto pelle pecorina dalla disaffetta partita al presente Governo, la quale cammina sotto nome di Tremolante. Questo Scisma si forma in massima parte — 39i — di povertà, humiltà e silentio; pretendendo che con l’ultimo lo Spirito Divino gli entri nel corpo; et nelle loro congregationi si fingono in agonia per hore continue, sempre tremando, etalP hora dicono tener detto Spirito ; non vogliono portar armi per chi se sia, nè tenerle in casa, nè dar titolo d’ honore ad alcuno, ma nel parlare sempre trattano di tu. È più d’un anno che principiò questa setta, hora numerosa et arrivata a tal grado di blasphema di aver suscitato un Capo, che chiamasi il secondo Christo, il quale ha qualche jnese camminato in diverse di queste Provincie con seguito grande, con una Maria e Magdalena, et in tutto nell’istesso modo come per la Scrittura Sacra faceva il nostro Redentore. Sua Altezza, che vigila a tutto, non ha mancato in ogni tempo d’ haver piena informatione del progresso di questa gente, et datogli corda per vedere a che mirava; constandogli hora chiaramente non tendere ad altro che alla totale distruttione della Christianità et ogni buon governo. Perciò fece prendere questo preteso Christo, eh’ è nominato Giacomo Nayler, figlio d’un chiapuzzo (i); et esaminatolo privatamente, presenti però alcuni delli principali del Consiglio, et domandatolo se si chiamava Christo, non volle rispondere cos’ alcuna. Poi gli disse: « Tu sei un seduttore del popolo ». All’hora rispose : « Olivero, tu sei un falso accusatore, io non seduco, abbraccio chi mi seguita; non devi acusarmi con quello eh’ altri dicono ». Nè volse mai più dir altro; col che fu mandato in carcere, djvj con:o rrivano molti de’ suoi discepoli e seguaci. Sua Altezza rimesse prudentemente quest’ affare alla publica examinatione e giuditio del Parlamento ; la quale durò quattro giorni, non mancando in esso di quella setta, conte anco tra aleniti nelV armata tutti discoperti con questa occasione.; et doppo d’ haversi trattato il negotio più volte, dichiarò detto Giacomo Nayler reo di horribil blasphema e d’esser un grandissimo impostore, et seduttore del popolo ; e a’ 27 stante lo sententiò di star 4 giorni nelle berline in 4 tempi e luochi differenti, et ogni volta d’ esser pubblicamente assotato (2) dal boia per le strade, et tagliargli le orecchie e con (1) Chiapputo : parola del dialetto genovese, che significa calderaio. (j) Bastonato. — — un ferro caldo passarli la lingua, et stigmatizato nella fi onte con un B, et poi incarcerato in secreto durante vita a pan et acqua, la qual sententia è stata in parte executata in questo giorno. Due giorni sono partirno dalli Duni 8 fregatte di guerra, con molta gente, provigioni e munitioni, verso 1’ armata del enera Blake ; allestendosene altre per T istesso effetto. ^ ^ La passata settimana ha partorito poco di novità toccante i trattato della guerra con Spagna; procedendosi non solo m uo, ma anche nella promotione di Sua Altezza a maggior dignità, t.on sommo secreto. Questo Signor Ambasciatore di Francia e Residente di ricevono spesse udienze e secrete : tutt’ è per unirsi con r Spagna e la Religione Cattolica. . S’ ha qua certo avviso della morte del Re di Portugallo ( , della coronatione del figlio; et che la Regina madre governe durante la minorità sua. . ^ Sua Altezza nella passata settimana conferì T honorc di^ * ^ liero Baronetto al Coronello Lockhart, che fu Agente a"‘l.^01tjra Francia, come anche al passato Governatore della Citta di o Ch’è quanto per hora s’offere; mentre accusando a \ ostrc &n0 ^ Serenissime la ricevuta della Loro de’ 22 passato, gii auguro^ Sommo Iddio felicissime le Feste e Cappo d’ anno con oem mato bene. Londra a 27 Dicembre 1656. ' Di Vostre Signorie Serenissime Hutnilissimo et Divotissimo Servitor Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 31 Gennaro. Letta a’ Serenissimi Collegi; età palle deliberato se le accusi ricevuta, e se li scriva in conformità della relazione del 1 reste di Maria (1) Giovanni IV di Braganza, al quale succedette il figlio Alfonso VI sotto la reggenz Guzraan. - 393 — tissimo Magistrato del nuovo armamento, con particolar descritione del preteso soccorso..... delle galee de’particolari. CLXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 27 passato, havendo alcune persone di qualità rappresentato al Parlamento l’inferma sua conditione e debolezza di corpo di questo Giacomo Nayler capo de’ Tremolanti, et humilmente supplicatolo il rimettergli la restante parte del castigo, ha havuto per bene ordinare il differirlo sino a’ 7 stante, ed in tanto che alcuni ministri dotti in questa dottrina vadino a comunicar seco e suo seguito, a procurar de convincerli dei loro errori : il che troveran opera difficoltosa, sendo sopportato da una numerosa fattione, alla quale necessariamente converrà tagliar le ale, per evitare il caso di Massaniello. Sua Altezza al presente gode di poca salute, travagliato dal suo inveterato mal di collica. Sebbene si giudica di poco pericolo, et si tiene quanto si puoi secreto, non manca però questo di dilatare alcune gravi risolutioni in ordine alli affari publici. Che con la Francia si sia conclusa e con 1’ interventione della Swetia una strettissima lega è più che certo; e questi Signori se ne fanno così sicuri, che si ridono d’ ogni apertura di pace tra'le due gran Corone. Di quelli vascelli usciti dalli Duni verso l’armata del Blake non se n’è più sentito altro, vivendo questa Corte con non poca speranza debba ritrovare la flotta della nuova Spagna, che a quest’ hora si giudica avvicinarsi alla costa di Spagna. Nella passata settimana usci il certificato del Governatore di Londra a Sua Altezza, conforme alla minuta annuale che diligentemente si prende dalli Ufficiali delle 120 Parrocchie di questa Città e soborbi ; dalla quale consta esser morti in esse nell’ ultim’ anno passato di tutte infermità et accidenti 16625 persone, delle quali — 394 — solo 6 di peste. Ch’ è quanto per hora trovo degno della cognitione Loro; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina •Misericordia concedergli ogni colmo di bene e contento. Londra a 5 Gennaio' 1657. Di \ ostre Signorie Serenissime Humilissimo ct Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXVI. Strettissimi „ Emìlentissimi Silmi, ** e *3 spirato, eoi ^ ^ ^ ostre Signorie Serenissime delli iesLO> non fù altra , ° a^a LOrtesia estesa al Signor Sinibaldo stante Ja nascita et quaJit- C^e &iudicai obbligo mio di fargli, Residente di Parjaj J ^ Ct essenni raccomandato dal Signor loro bandito: il cu ■ ° 6 S^ stat0 a notitia mia prima J’esser proteggerlo et aiutarlo nten^en^° bora, non solo m’asterrò in trattar più secQ ne^e sue pretentioni qua, ma anche di A questo Già* Passata settimana Ja ‘-er’ caP° dei Tremolanti, s’esecutò nella c°ntra dal Parlamento ^3 sentenza prononziatagli cationi usate da più 3 °n tostante infinite diligenze, et appli-‘Jnal fu di star nelJe b I'0^ ^osse rimessa Ja pena. La c,:i,e> forarli Ja Jino-Ua 100 U° ^°ra e mezza, tagliarli le orec-fronte con Ja Jertera B 00 Ca^° e stigmatizzarlo nella fattione distrutta. ^ ^as^ernatione ; e presto resterà questa . S’ ha qua cert’avviso eh • In P'ù parti della Spia S ^ V'*n a^ester)do con ogni speditezza ritro\are, per formar u ’ ^ 'ascelli a proposito che si ponno Cenerai Blake et n0i *rmata 4° navi e combattere quella del credere che detto Blak ^ ^n^le Accidentali; ma si può arrivo; et quando In f enent^one notitia, vigilerà per impedir ossero, poco la temerà. - 395 - Nelli giorni addietro il Parlamento s’ è radunato poco, stante le feste, et meno innovato nelli presenti affari tanto domestici che stranieri. Dovranno però tirarsi presto a qualche risolutione, come a suo tempo n’ avranno distinto conto. Sua Altezza, Dio laudato, si va riavendo, e si spera che presto sarà del tutto libero del suo male. Nella passata settimana parti di qua per Olanda l’Illustrissimo Signor Carlo Lomellino, figlio dell’Eccellentissimo Signor Giovanni Battista di costì ; il quale mi venne parimente raccomandato dal Signor Residente Pallavicino. Ho procurato a tutto potere di servirlo ; però va con qualche rigretto di non haver potuto baciar le mani al Serenissimo Protettore; di che n’è stata causa la brevità della sua dimora et indispositione di Sua Altezza. Ch’ è quanto per hora se m’ offere ; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità. Di Londra a’ 15 Gennaro 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Doppo la mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’15 stante, il Cavalliero Lokhart, che già fu Residente di quest’Altezza in Francia, fece di qua partenza verso quella Corte, con carattere d'Ambasciatore; havendo penetrato il principal suo negotio, che si è di unirsi col Conte Tot, parimente hora Ambasciatore della Maestà Sveda in essa Corte, in un trattato di stretta lega offensiva e difensiva con la Maestà Cristianissima. Dalla qualle si giudica dovranno nascere gravi risolutioni contra Spagna et adherenti d’essa, tanto più continuando le armi Svede nella solita prosperità, coll’ esser 1’ al- — 396 — tr’ ieri arrivato qua un Espresso inviato da quel Re a quest Altezza, dandogli parte dell* ultima vittoria ottenuta contra il Re Polacco, coll’haver passato sopra il gelo il fiume Veissell con tutta la sua armata et artiglieria et totalmente disfatta la Polacca, lattando impedire ogni soccorso alla Città di Danzica. Con questi successi si persuadono qua debba 1’ Olanda trovarsi intrigata per haver dilatato tanto la ratificatane della pace conclusa con la Svetia, e ciò (com’essa l’intende) con speranza che li suoi ailari muterebbero fortuna, e che forse si valerà dell occasione col-l’annullare quel trattato: in qual caso non mancheranno pretexti al Conte Protettore di far l’istesso. S’è scoperto qua una grandissima congiura contra la persona del Signor Protettore, tentata per più versi: 1’ uno fu di sparargli due archibugiate con 30 balle quadrate, l’una al cocchio pas sando in esso alla Corte di Hampton, al qual effetto havevan li congiurati preso una casa a cinque passi dal cammino dove sempie passava; et nel punto, quando se gli offerse 1’ occasione d eseguirlo, gli mancò a tutti e due il cuore, et risolvettero farlo al ritorno, però all’hora seguì l’istesso, et l’uno quella sera dimandò impunità, et confessò ogni cosa et li complici, et particolarmente uno che haveva interpreso di amazzarlo con una pistolettata mentre leggeva una suplica che gli doveva presentare, et fu trovato cosi, con la suplica e pistola carica con diverse balle ; il che si tenne all’ hora secreto, per discoprire le radici di questa congiura e tutti quelli li tenevan mano; li quali hora si sono scoperti, componendo fuochi artificiali et altre materie combustibili, per metter fuoco (com’accidentalmente) alla Capella di questa Corte, il che doveva prender effetto Sabato notte passato, 20 stante. Et questa lu la più sottile; perchè, presupposto sempre che Sua Altezza che vigila et mira in tutto, dovesse trovarsi a dett’ accidente pei inquisii la causa, quando che nella contusione uccidendola pote\a con qual ch’ombra di speranza salvarsi l’assassino, questo non fu scoperto d’esserlo, solo nel punto che dovevasi executare; et all hoia e dopo si sono presi diversi et mandati in Torre, et presto ne riceveran^ il meritato castigo. Tutto questo vien tramato dall inquieta partita Realista sopportata da Spagna nella persona del figlio del passato - 397 - Re; al quale s’ ha qua avviso di che la Corte di Fiandra gli ha dato una somma di danari per pagar quella inconsiderabil gente che tiene raccolta di più Nationi, a’ quali di già va ripartendo l’Inghilterra; di che qua se ne ridono et di quanto può far Spagna, perchè l’interesse di tutti questi Popoli che hanno da perdere non può in mod’alcuno admetter altro ch’il presente Governo, il quale resta disposto in modo tale, che se Sua Altezza (che Dio non permetta) morisse subito, non per questo migliorerebbe quella fattione, nè ci sarà qua la minima confusione nè alteratione. Si vanno qua con ogni speditione allestendo grosso numero di vascelli; et continuamente ne vanno alcuni facendo vela verso il General Blake, coll’ avviso che si tiene delle grandi preparationi che va facendo la Spagna per convolare la flotta che attende dalle Indie Occidentali. Il Parlamento, stante l’indisposizione del Presidente d’esso, non si convocherà per io giorni; in tanto li deputati d’esso vanno ti-rand’ inanti in modo preparativo gli affari a loro commessi, in ordine al governo et guerra con Spagna. E servendo questa per accusargli la ricevuta della di Vostre Signorie Serenissime del 29 passato, altro al presente non se m’offere, che humilmente riverirgli et augurargli da Sua Divina Maestà ogni salute, felicità e contento. Londra a’ 25 Gennaio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 10 stante (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e nella passata settimana il (1) Questa lettera manca. Pimento ha decret ^ ~~ ”*ni »lese l-/nglli|te;’‘OC',e 0kre <* «« «0,000 sterline, che p», *£•"£: m;rn di ,ire onto della guerr "4 1 G,“gno venturo, da servire ,,De"° Variamento ^ e2Za ad accettare J-i p 1 • ^trertamente il modo d’ obbligar Sua ^«ntato come K 'gmtà Regale; et si può credere, sendogii . P°P°I° di queste JJ,/'.’ Ct C°"VÌnM sia 1' universal desiderio C£‘leri> » bene sin ^ *« « ^ne e quiete d' esso, che ft* Tu““ Me p„f 01 ne vuol sentir parlare. eì'tr "nm° come P‘ù volit i’ "',Jj qMSt0 1uel colP° al 1naìe l,d * 1 riuscirà farlo. ° SCritto a Vostre Signorie Serenissime; __ A r9 stante fu ]ev P atore contra Ja per 3 &1'u^tJ0 Sindercom, principale con °ga haliti confor "1 ' S“ ^ -ausa sentita con , "*„tiat0 d- esser dove fu trovato reo, et 0,3 Aliarli la corJ ',at0 »«» forca , et subito d’impiccato il ca'’arli il °r?a « «vo smemlinfL ......../____ L • v-‘-'ÒCr P 1U UUVaiW XtU. t °°'* *aglìarli la corda” ^ ^ d’impiccato i! ar 1 d cuore et ]lir ,IV° smembrarlo, aprendogli il corpo e d Un Editore», et no ° P0',0,°’ di«ndo «quest’è il cuore “r>:° far,'é quarti da get'lri° C0“ *' interiori nel fuoco, et del a et la testa sopra J0 1 SOpra 4 principali porte della . 1 s°no poi scoperti ^°ine’ et presto ne seguirà 1’esecutione. a piesa da due d'essi ° ^ ^ ^Ue^a congiura con Vimpu-la instrumento Don ai ^ ^ trarnata in Fiandra et il prin- Spagna. °nsu Cardenas che fu qui Ambascia- unedi passato, jg Jca udienza; doVe v; ^uest Ag&nte di Portogallo hebbe pub- tlr! qUÌ ?er esser‘-r, Sp,endÌdo treno, com’ è necessario a è secretissimo- m ^rat,'a et negotiar come se deve. Quello ere sia per far > a a quant’ho penetrato, si può comprendanone § offensiva e d-e • n ■ defensjva tra questa e quella ^Ua n°n s’attend ùngono dalle f„j” 1 “l"0 che l’avviso della preda delli viscelli “n non poca sperai1™'1" ‘ S^»a “n la piata; et si vive Che inella Corona ' con la certa notitia lesa contribuendo ientamen^ rnancameuto di denari (la fot mai armata competente per - 399 - incoriti are quella del General Blake. C1T ò quanto per hora se m’of-fere; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a’ 22 Febbraio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime f Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime del 22 passato , questo Parlamento ha continuato strettamente trattando il trovar modo d’obligar il Signor Protettore ad accettar la dignità Regale: in ordine a che molte supliche et rimostranze sono state esibite al detto Parlamento, tanto dalli principali di diverse Provincie, accompagnate dalli legisti che sono qua numerosi et consideratissimi, rappresentando in esse la necessità che c’ è di haver un Re in queste iNationi, senza il quale non ponno le leggi tener il dovuto corso, nè il popolo esser sicuro di quello che possiede. Con che si pone risolutione di preparare il biglietto intorno a questo grand’affare; et Lunedì passato, 5 stante, fu con l’accostumata solennità presentato al detto Parlamento dall’ Alderman ossia Senatore Pack di questa Città, et che fu Governatore d’ essa dui anni sono , il quale serve nel presente Parlamento per detta Città. Quando fu letto dal Presidente il biglietto, tutti li Parlamentarii rimasero in silentio; attendendo li affettionati veder 1’oppositione prima di dichiararsi, et li disaffetti chi doveva esser il primo ad opponerlo. Finalmente andò in debate ed a voti, dove passò subito a tre per uno. - - Quello che resta hora, si è di rapresentarlo a Sua Altezza in nome di queste Nationi et come 1’ universal desiderio del popolo d’ esse et supplicarla di volerlo accettare. Il Conte Protettore ha proceduto et procederà in questo affare et si faià bene pregare prima di accettarlo, come più volte Ito significato a ^ ostie Signorie Serenissime, per evitare di tutto punto il sindacato d usurpatore ; come di tutto a suo tempo averan distinto conto. ^ enerdì passato, 2 stante, fu osservato in questa Città et nella Inghilterra tutta giorno di festa et ringratiamento a Dio, per la felice liberatione di Sua Altezza da quella gran congiura machina-tagli contra; la quale fu accompagnata con solennità grande da tutti li Parlamentarii alla Chiesa di Westminster, dove senti la predica, et poi lo condussero di ritorno alla sua Corte di Whitehall, do\e hebbero un splendidissimo desinare e banchetto, con ogni sorta di musica, nel salone grande ricchissimamente preparato a quell effetto, dove si soglion dare le prime udienze alli Ambasciatori; posto a cinque mense, l’una per Sua Altezza e Consiglio, tre per li Parlamentarii, et una per li principali ufficiali dell’ armata. Il Sindercom, principale conspiratore, che fu sententiato a morte nel modo significatogli' con mia ultima, s’attossicò nella Torre la notte inanti dovesse esser giustitiato, et gli fu trovato adosso un b ghetto scritto di sua mano havendolo visto, et dice: « Dio conosce il coi mio; feci questo per evitare l’aperta vergogna del mondo d esecutarsi sopra il mio corpo; richiedo tutto il buon popolo a giudicar bene di me, et che non temo il morire, ma confido 1 a-nima mia in Dio ; ho fatto questo senza saputa di qualsivoglia persona nel mondo, et dinanti a Dio e del mondo dichiaro innocenti di questo fatto li miei guardiani della carcere, sorelle, madre e Catello, et ogni altro mio parente; ma questo fu esecutato da me solo, dico da me Miles Sindercom ». Due giorni dopo fu il corpo trascinato alla coda d’ un cavallo dalla carcere alla forca, dove sotto essa fu interrato nudo dal boia et un gran legno passatogli il corpo, con uno scritto nella parte fuori della terra, che dice : « Miles Sindercom traditore et se homicida ». — 40i — Havendo alcuni delli favoriti del Signor Protettore supplicatogli il riscatto del Marchese di Badex et altri Cavalieri di qualità presi in quel galeone della piata, Sua Altezza, mosso dalla sua generosità, in loco di concederli gli ha dato a tutti la libertà con una fregatta per condurli a Spagna ; et hieri partirno di qua. Nella passata settimana giunsero qua due vascelli grossi di Spagna, presi da alcune di queste fregatte venendo dall’isola di San Domingo, carichi con cuoie, indico, tabacco e zenzano: si stimano di valore da lire 30,000 sterline. Ch’ è quanto per hora se 111’ offere ; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità. Londra li 8 Marzo 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Hoggi a 8 fu mia ultima a Vostre Signorie Serenissime, della quale incluso va la copia; et quattro giorni della spirata settimana si sono passati in digiuni, prediche et orationi, privatamente nella istessa Camera del Parlamento, per implorare la Divina assistenza nel grave affare al presente in agitatione; et solo hieri e hoggi s’ è proceduto in esso in modo preparatorio, per rappresentarlo a Sua Altezza da esser tale che possa obbligarla ad accettare la dignità Regale con sicurezza, et contento suo et del popolo di queste Nationi; et com’ho da buona parte insinuato, il punto principale si è la successione, se hereditaria 0 successiva, et si può credere sarà 1’ ultima, et che essa Altezza possa nominare il successore; altamente.non l’accetterà; poi, toccante li Parlamenti, privilegi di Società Ligure di Si. Patria. Voi. XVI. — 402 — essi et del popolo, che siano composti conforme alle antiche con stitutioni di due Camere, 1’ una de’ Signori Titolati 0-he s' ‘-biamano qua Pari del Regno) e l’altra de’ Comuni: che il tLltt0 ^ia Pocie settimane dovtrà esser accordato et posto in forma, pei rappreseli tarlo al Signor Protettore et insieme supplicarlo d accettare Corona. . . . Non posso tacer di dirgli che , sì come in tutte le propositio (siino delle miglior fondate) non mancano oppositori, come sono in questa, et di consideratione; ma il valore et alto saP^ di Sua Altezza supererà ogni cosa; non sendo da ere persona così destra et naturalmente politica 1’ habbi voluta pei i ^ a questi cimenti, senza essere sicura di far quel colpo al qu sempre aspirato. . ^ra Di quello andrassi innovando intorno questa pratica et^ ^ degna della Loro cognitione, non mancheran, in conformità . . . . • ■ et accusandogli bito mio, di riceverne continuati et sinceri avvisi, ei i • m onere la ricevuta della Loro de’ 9 passato, altro per hora non => ^ che humilmente’ riverirgli et pregar Sua Divina Maestà dergli ogni felicità. Londra a’ 15 Marzo 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXI. SSlm Cl Eccellentissimi Signori, ^°P° mia ultima de’r- tuttavia continua, pre stante il Parlamento ha continuato, come Untata al Signor Pro^e^'^0 ^ CSS° nmostninza ^a esser pre-ad accettare la coron • ^ ^3rte c5lieste Nationi, per indurlo settimana due num-; ' ^ °rdine a c^e ha votato nella passata P ‘ PrmC'Pali: ''“no che il Re possa et debba — 403 — nominare il successore, l’altro che li Parlamenti siino composti come per il passato di due Camere, 1’una de’ Signori Titolati et Pari del Regno, da esser creati dal Re, l’altra de’Comuni; e che delli 72 Pari sia anche nella elettione del Re il nominarne 25 del suo Consiglio privato. Si tratta, come da buona parte ho penetrato, et presto ne seguirà l’effetto, di mandar armata polente, parie di quella al presente in piedi qua, in Fiandra per via di Francia, con certa intelligenza tra il Conte Protettore e quella Corte ; con che il Conte Proiettore netterà la sua milizia della seditiosa partita dei Levellers in lutto opposita ai suoi disegni. Di questo Li supplico servirsene con ogni secreto. Havendomi l’Illustrissimo Signor Stefano Pallavicino, Signor Nicolò e Giovan Giuseppe Maria Grimaldi raccomandato la ricu-peratione delle loro merci, che il -General Blake fece cavare dalle navi San Giuseppe e Sansone T anno passato navigando di costi verso Cadiz , a pretesto che spettavano a sudditi di Spagna , et mandatomi bastanti chiarezze per far constatare la proprietà loro in esse, sono andato per più versi privatamente facendo le diligenze necessarie a una cosi giusta pretensione. Ma trattandosi d’ adversario potente e di tanta stima appresso questa Corte, com’ è il Generali Blake (il quale, come da buona parte ho inteso, ha venduto et dato via parte delle robbe a Lisbona), perciò sono stato consigliato da gran personaggio et amico il farlo negotio publico; et a’ 18 stante domandai udienza, et a 28 mi fu assegnata per quel giorno, chè non fu poco in questa congiuntura di moltiplicità di gravi affari; et l’ebbi con ogni honore, come l’hanno visto e sentito quelli che furono meco presenti, alcuni dei quali han detto, e particolarmente questo Giovan Levis venuto di costì, credere haver io dettato a Sua Altezza la risposta che doveva darmi, per accordare tanto col discorso fattogli; che incluso haveran di tutto copia. Ho fatto due colpi in una volta: il congratulatorio era molto necessario seguisse in ordine al carico, et fattolo il principal negotio; et Sua Altezza n’ha avuto gusto particolare, et parve cercar modi di.mostrarlo, perchè oltre la buona risposta si pose in sembiante tant’ allegro, che niuno l’ha visto in publico di così buon humore, nè manifestare una tanta sincera af- — 404 — ’one a Jij se sja^ com’all’hora fece a Vostre Signorie Sere-ime , che in parte saranno serviti vederlo dalla detta risposta, speio ne seguirai! li desiderati effetti, et che agradiranno le mie j' clua^ 11011 mirano ad altro che sinceramente di servirli jejl'1 _'Ur^a' ^ scrv«do questa per accusarli la ricevuta delle Loro ’ n-) C' 22 ^assat0’ pervenutemi insieme; altro al presente non se ere, solo humilmente riverendogli, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità e contento. Londra a’ 29 Marzo 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humiìissìmo et Devotissimo Servitore FraiNCesco Bernardi. Sostanza dei compimento e discorso fatto al Serenissimo Protettore nella ma publica udienza de 23/13 Mario. Sono comandato, Serenissimo Prencipe, da’ miei Superiori di pi esentarmi dinanzi Vostra Altezza Serenissima, et in nome Loro congratulare la di essa felice liberatione da quella esecrabile et detestabile conspiratione tramata contra la sua Persona et bene di queste famose Nationi sotto la sua Protettione, et d’ assicurarla ‘-he mai cesseranno di pregare il Signor Iddio non solo di guardai la e conservarla d’ogni simil atroce et inhumano disegno, ma di benedirla con quant’ è sotto il suo carico con ogni prosperità e felicità. Sono parimente comandato, con così buon occasione, di rappresentare a \ostra Altezza Serenissima un gran torto d’ingiuria sofferto da due principalissimi Signori et degnissimi membri della mia Republica: 1 uno l’illustrissimo Signor Stefano Pallavicino, di quella nobil et stimata famiglia del Signor Oratio Pallavicino; 1 altro 1 Illustrissimo Signor Giuseppe Maria Grimaldo, causato (come Diudieoj da sinistra informatione, nel di Vostra Altezza General Blake, come brevemente vien dimostrato in questo papero, eh’humilmente presento a Vostra Altezza per rimedio di un tanto male. — 40)' — Copia della rimostranza presentata a Sua Altezza in udien^a publica de 2 j Marzo toccante il negotio delle navi San Giuseppe e Sansone. Al Serenissimo Olivero Protettore d’Inghilterra, Scotia et Irlanda. Il Signor Francesco Bernardi, Agente in Inghilterra, per la Serenissima Republica di Genova, rappresenta a Vostra Altezza Serenissima : Che in Aprile passato l’Illustrissimo Signor Stefano Pallavicino, nobile di Genova, fece caricare nella nave San Giuseppe, pure genovese, per suo conto e risico, sei casse di panni di seta et 120 balloni di carta da scrivere, da esser consignati in Siviglia a’ suoi fattori e corrispondenti ivi ; e più fatto caricare in Agosto seguente dall’ Illustrissimo Signor Giuseppe Maria Grimaldo, anche nobile di Genova, due casse detti panni di seta, parimenti per consegnare in Siviglia per suo conto et risico. Che li detti vascelli nel loro viaggio furono visitati dal di Vostra Altezza General Blake, il quale comandò levare tutte le suddette casse e balloni da detti vascelli, et fittele mettere in una delle sue fregatte, a pretesto che spettavan a sudditi di Spagna. Che detti Illustrissimi Signori Pallavicino e Grimaldo fecero fare di parte loro applicationi al detto Generale di Vostra Altezza, con bastanti prove per fargli evidentemente constare la lor proprietà in esse merci et restitutione dimandata; però non s’ è potuto conseguire altra risposta, solo che debbano incamminarsi qua per giustitia. Che questa depredatione sendo stata rappresentata a’ miei Serenissimi Signori, et da essi riconosciuta non s >lo contra ogni equità, ma anche contra quelli precisi ordini che Vostra Altezza fu servita concederli a Livore delli vascelli, merci e commercio de’ Loro cit -tadini et sudditi, et pienamente assicurati che quest’ atto d’ hostilità, che tanto mira alla distrutione del tratto, totalmente discrepare dalle reali et candide intentioni di Vostra Altezza ; m’ hanno perciò strettamente comandato di presentarmi dinanti a Essa con questi papeli, essendo piene et aparenti le prove della proprietà di detti Illustrissimi Signori nelle dette merci ; et in Lor nome di richie- — 406 — dere e domandare (come fo), che tali efficaci et spediti ordini siino dati per la liberatione et restitutione d’ esse a me, che ho poteie di riceverle, et quelle provvigioni fatte per prevenire simili abusi et ingiurie in futuro, come nella somma prudenza di Vostra Altezza sarà giudicato conveniente, in conformità della giustitia, le leggi di Nationi, et inviolata amistà e buona corrispondenza tra 'V osti a Altezza e la mia Republica Serenissima. A 23/13 Marzo 1656/57. Di Ynctri A 1» 1056/57- Di Vostra Altezza Serenissima Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Risposta di Sua Altera. Signor, siamo molto sensitivi, et particolarmente stimiamo le amorevoli dimostrationi d’affetto che quella nobil et antica Republica di Genova ci ha espresso in tutte le occasioni, et particolarmente in quest ufficio congratulatorio che ci fa hora in nome Loro, per il che lo preghiamo di rendergli nel nostro molte gratie, et insieme assicurarli che mai ammetteremo occasione alcuna di servirli et manifestare la stima che teniamo di così sincera e coi diale amicitia. E toccante la lamenta ci fa di parte di quelle degne persone (1 una mi convien chiamarla parente, derivando dalla famiglia del Ca\aliero Oratio Pallavicino il quale maritò una figlia nostra, et sua figlia poi marito un figlio nostro) le cui particolarità suppon-ghiamo contenersi in questo papero (1), assicurisi che Noi stessi lo ) ozio Pallavicino, stabilitosi in Inghilterra, fino dal 1588 equipaggiò ed armò navi a sue spese della Regina Elisabetta, contribuendo alle vittorie inglesi contro la Spagna. Mori in Babraham j , p ^ *n mogl*e Anna d’Egidio Hootman d’Anversa, rimaritata nel 1601 in Oliviero Cromwell marit d' ^ ^nr^C0> P^1010©^^ d* Orazio, sposò Caterina figlia d’Oliviero Cromwell, secondo no c , mac*re- Tobia, fratello minore d’ Enrico, ebbe in moglie Giovanna %lia del sudetto pa Orazio s‘ ^ 'sa^etta di Brombey, sua prima moglie. Infine Bettina Pallavicino, quarta figlia del suddetto aritò con Enrico Cromwell figlio d’ Oliviero, di lei padrigno. (Litta, Famiglia Pallavicini). — 407 — rivedremo particolarmente et gli faremo tutta giustitia; di che ne riceverà presto conto; perchè oltre la relatione et qualità delle persone,!’ aftettione et buon animo che portiamo a quella Republica è tale, che il minimo de’ sudditi di essa riceverà sempre da Noi ogni favore e giustitia. Nota a tergo della lettera del 29 Mar^o 1657. A’ 9 Maggio. — Lette le lettere alli Serenissimi Collegi del-T Agente Bernardi, et a palle deliberato se li scriva che non doveva ottenere udienza alcuna publica o protettone (come scrive) di personaggio amico, nè di chi sesia, ma solamente con espresso ordine de’ Serenissimi Collegi; e che nell’ avvenire vada molto avvertito a non farlo senza precedenza di ordine in iscritto di Loro Signorie Serenissime, e non altrimenti ; approvandoli però il complimento passato col Signor Protettore come innanzi. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con mia de’ 29 passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro cognitione, insieme con quello passò nella mia ultima udienza pubblica, che col rimettergliene con questa di tutto copia altro non m’ occorre soggiungere intorno essa materia, solo che dall’ hora in qua non è stato luoco nè anche di pensare non che trattar negotio particolare, stante 1’ essersi quel gravissimo, per la sollevatione del Serenissimo Protettore alla dignità Regale come ridotto a una total conclusione, in quanto tocca k parte del Parlamento, havendo (come lo so di sicuro) hier sera del tutto perfettionata la loro rimostranza, consistendo di 12 articoli da presentarsi a Sua Altezza, et fra pochissimi giorni ne seguirà 1’ effetto. Resta solo se 1’ accetterà 0 no ; et come già significatogli, troveran si farà ben pregare prima di farlo, coni’ a suo luoco ne riceveran da me distinto conto, con quello di più giudicherò necessario si facci in tal caso di parte Loro in ordine alla augumentatione dell’affetto e stima che tiene Sua Altezza verso Vo- — 40S — stre Signorie Serenissime, et future convenienze della Serenissima Republica. CIT è quanto per hora se nT offere; mentre riverendogli, gli auguro dal Cielo felicità e contento. Londra a’6 Aprile 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humiìissimo et Divalissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Havendo il Parlamento sino dal 5 stante perfettionata la di esso rimostranza, come con mia de’6 diedi conto a Vostre Signorie renissime, alli 8 detto mandò Deputati al Serenissimo Protet lasciargli intendere che l’intiera Camera desiderava comunicar se supplicandolo d’ esser servito di segnalar luoco e tempo a q fetto ; come fece per il Martedì all’hora venturOj, 10 ^ gran salone dove soglionsi dare le prime udienze alli ^ ^ sciatori. Et sendo tutti li Parlamentarii, radunati gli entr0 tezza , quand’ il Presidente gli fece una bella et eloquent ora Le parti sostantiali sono le seguenti : _ ^ i.° Laudò molto il titolo et ufficio Regale in queste Nationi, e la Christianità fu introdotta e stabilita in quest’ isola da un 2.0 Che tal dignità era stata conservata et approvata pei n _ corri- secoli da lor antecessori. quali per esperienza la trovorno spondere con la loro libertà. cjie 3.0 Ch’era titolo benissimo conosciuto dalle leggi ^or0’^. si conformava più ad esse et institutione di questi popoli 1 9 si vogli altro. _ . Questi tre punti fece evidentemente constare con copiosi ^ gravi argomenti. Poi proseguì in lasciargli intendere il senso — 409 — Parlamento nelli particolari contenuti nella scrittura che gli veniva a presentare in ordine allo stabilimento delle tre Nationi; et la nominò « 1’ humil suplica et avviso del Parlamento d’Inghilterra, Scotia et Irlanda a Sua Altezza Serenissima » ; consistendo, come già dettogli, di 12 articoli, de’quali a suo tempo gliene rimetterò la traduttione. Et finito eh’ ebbe il Presidente 1’ oration sua, si lessero la suplica et avviso a Sua Altezza. Alle quali rispose con pietose et gravi espressioni, et somm’ affettione al Parlamento et popoli di queste Nationi in sostanza come segue: Ch’ osservava che nello stabilimento del bene, pace e quiete di queste Nationi includersi tutto il tesoro della miglior gente del mondo: il che causava in lui quel timore et riverenza a Dio, che mai huomo possedeva tanto, con molt’ altre espressioni simili in così grande et solenne occasione. Che sotto tutti li gravi pesi con li quali lo haveva il Signor caricato trovava sempre con molto conforto la sua buona et santa mano nell’ assisterlo, quando non sapeva come reggersi, ma col-l’osservare la condotta et volontà divina, che sin hora haveva trovato di molto suo gusto; che perciò, prima di risolver a co-s’ alcuna, 1’ intentione sua essere di cercar quel Dio che fin hora 1’ ha guidato acciò inspiri nel cor suo la risposta. Che se interprendesse una simil opera inconsideratamente, per dar gusto alli appetiti mondani, senza cercar quella risposta da Dio, che non solo possa esser di benedittione alla persona impiegata, ma anche per compiere li nobili, degni et honorati intenti di chi ha preparato et effettuato l’opera, parerebbe procedere da sensualità et disegni proprii; et che se li motivi suoi fussero tali, 1’ evento risulterebbe di cattiva conseguenza a loro et le tre Nationi, li quali si persuade haver camminato et camminar con buoni, honorati et sinceri fini in quest’affare, mirando alla gloria di Dio, il bene del Popolo, et i dritti di queste Nationi. Perciò già eh’havevano fatt’ intanto progresso nell’opera, gli richiedeva un poco di tempo d’implorar il divino consiglio, et che sperava che nè gli humori di qualsivoglia debil et ignorante popolo, nè desiderii d’ altri che possino aspirare a cose prave, sarebbero per divertirlo da quello che fosse sincero et reale per il — 410 — bene di quelli che lui et essi servono et hanno da servire, et che come la Losa ben meritava gravissima deliberatione, così si sti-ma\a obbligato a così spedita risposta come poteva. Questa è solo la sostanza della detta risposta, et alla meglio s’è potuta litenere; la quale veramente fu copiosissima et eloquente, e con gran maestà et autorità. E finalmente ^ enerdì 13 stante mandò con alcuni deputati del suo Consiglio e principal Secretario di Stato la risolutione, che in sostanza tu d haver ben considerato la rimonstranza presentatagli, et cercato in ciò 1 avviso et direttione del Signore, il quale sin iora non gli haveva messo nel cuore 1’ accettar, nè interprender una così grave opera ; et che ringratiava il Parlamento et Popolo / cluost:e Nationi della buona volontà loro ; et che siccome haveva fin hora travagliato nella conditione si trova a conservarli et li dritti loio, così farebbe sin alla fine senz’ alteratone alcuna. Il Parlamento con una così inaspettata risposta ha continuato dal-hora in qua preparando nuova rimostranza, e tutti li Pai lamentarii Regali, che sono hora sei per uno, hanno spedito espressamente °nuno nella sua Provincia per la quale serve, di convocar il Po polo a venir qua, con suppliche a Sua Altezza perchè accetti la co^ ona, la quale non rimediandolo presto, ne seguirà l’effetto, et si può creder questa Città sarà la prima a cominciare, et che alla fine sarà forzata d accettarla contro la voglia sua. Il Conte Protettore se ne ride con ragione, con haver cosi liscici mente aggiunto al colino de’ suoi disegni; et lascerà un poco immatire (Jiusta gente prima di accettare la corona, in qual caso converrà che il Parlamento accomodi alcuni punti nelli articoli che non sono di intera sua sodisfattione. Ho visto il comandatomi con la di Vostre Signorie Serenissime del 15 passato, toccante l’interesse delli Signori Cittadini e sudditi Loro nelle navi Sant’ Agostino e Sansone. Per la prima mi r* metto al conto già datogliene con altre mie, restando quel negotio in cattivo stato per la mala condotta sino dal principio, et p^11* co ari disegni di quelli a’quali restò appoggiato Vaffare; nè sta ene 1 ublico impegnarsi in cosa dove non è apparenza d u-nc con bon costrutto; e seguendo non saper dove trovar 1 ef- — 4ii — fetto, havendo già consumato la maggior parte questo Chaworth ridotto ili cattivo stato da non poter, quando bene si spingesse una favorevol sentenza, fargli vomitare quello eli’ ha inghiottito, in che par habbi impiegato et fatto partecipi alcuni in potere; perchè con 1’ avviso diedi a questo Pardini, che tiene hora la procura delli Signori interessati, l’obbligò dar conto delle lire 5000 in più sterline che gli sono entrate del detto interesse, il quale esorbitata-mente ha bilanciato il conto con spese e donativi extravaganti come pretende, a chi lire 600, altri lire 500 et 200; et per suo travaglio, per haverli defraudati, conta lire 1000. Io farò quanto hu-manamente potrò, senza però offender chi ci potrà valere in altre occasioni di maggior conseguenza. E quanto alla nave Sansone, come anche San Giuseppe, haveran visto con le ultime mie 1’ operato in quell’ interesse, con la remostranza che ne feci a Sua Altezza nel-l’ultima udienza di congratularla di parte Loro; nella quale m’allargai un poco, dicendo 1’ atto del General Blake esser hostile, come d’effetto lo era, per esser stato cosi consigliato da chi ha volere e potere di sopportarci nelle cose giuste, et per evitar simili in giurie nel futuro, tanto contro il sentimento di Sua Altezza. Et questo so dir a Vostre Signorie Serenissime di sicuro et certa scienza, non esser Prencipe nella Christianità li cui interessi et convenienze saran trattati da essa con maggior affetto , honore et giustitia delli Loro; nè dubito punto non debbino a luoco et occasione vederne vivi effetti. Et per l’interesse di quelli Signori nelle due denotate navi, al quale ho preteso, spero, terminato che sarà quel cosi importante negotio al presente in agitatione, di dargliene un satisfattorio conto et vicino assicuramento, non havendomi Nostro Signore dotato di così debil giudicio di impegnar la Publica convenienza per qual si voglia privata. Ch’ è quanto per hora se m’ofìere; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Signor Iddio ogni felicità e contento. Londra a 16 Aprile 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo ct Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con la del 16 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro ; della quale incluso gliene r imetto copia. Dall5 hora in qua il Parlamento ha proceduto con vigore, supplicando e persuadendo il Serenissimo Protettore ad accettare il Regai ufficio, e con gravi argumenti (è) andato cercando soddisfarlo di molti scrupoli eh’ ha preteso possedergli, tanto in ponto di coscienza come di sicurezza; ma fin hora non s’è lasciato convincere, non ostante arrivò il Parlamento al cimento di dirgli «significar il ri fiuto voler governare con la hachetta e non conforme alle leggi ». E, come di buona parte intendo, fra pochi giorni darà 1 sua risolutione, trovandosi al presente indisposto. Dal Gener al a et primi capi dell’ armata in nome de’ essa tutta e gente marittima gli è stato mandato supplica perchè accettila corona: 1 istesso^ rebbero queste Città e Provincie tutte della Inghilterra, se non^‘^ vesse Sua Altezza con la notitia che teneva di ciò atto espressi ordini al contrario. . . A’ 20 stante s’ è scoperta la maggior congiura che mai sia tramata, non solo contro il Signor Protettore, ma tutti clie^e” gono mano nel presente Governo, e particolarmente questa > con un massacro generale. Li Principali congiurati sono 24^, ^ della partita dei Levellers e gente di conditione; fra’ quali 1 * li Prntdt" gente Maggiore e Generale Harison, che pretendeva a a ^ tione et Governo, il Vice-Almiraglio Lawson, il Coronello della present’armata, et il Sargente Maggior Damers. tutti presi et ripartiti nella Torre et altre prigioni. ^ f 10 La maniera di proseguire il disegno fu ognuno di loro ^ ^ della sua partita, et quelli 10 altri 10 ,com’ havevan fitto, si c congiurati sariano in tutto 2684. Il modo di esecutarlo era li primi 24 di metter stendar 0 cino la Città, e nell’istesso punto a suon di tamburro e trompe - 4r3 — dovevan ricorrere tutti li altri; e cosi agregati tutti quelli voleva riesser della lor banda, uccider li neutri et. oppositi. Questo doveva seguire l’istessa notte del 20, perchè i suddetti presi furono trovati in arma da montar a cavallo, e con stendardo, ch’era un lione a basso in campo bianco, con un motto che diceva: « Chi lo solleverà? » Si sono poi trovate in più parti gran quantità di tutte sorte d’ armi e munitioni. Unita che fosse questa gente, doveva assumersi il titolo de Mil-lanarii per la quinta Monarchia, composta però di Levellers, Tremolanti, Annabaptisti, Presbiteriani e Realisti, tutti contra il presente Governo e sollevatione di Sua Altezza alla Regai dignità, dei quali 1’ armata ha la parti (sua). E con questa occasione si farà in essa quella reformatione che merita un affare di cosi grave conseguenza, e da’ giuditiosi creduto tutto mirar al perfetionare li disegni del Conte Protettore. Il Signor Thurloe, principal Secretario di Stato, fu il primo a discoprire suddetta congiura; et ne ha ricevuto le grafie publiche non solo da Sua Altezza, ma dall’intiero Parlamento, per la sua gran cura et vigilanza in quest’ affare e servitio Publico. Delle nuove leve non è fin hora seguita alcuna innovatione, continuando tuttavia di esser aggregate alla vecchia militia, la maggior parte della quale, massime li ufficiali, si può credere sarà mandata fuori della Inghilterra. Onesto è uno delli duri punti da superare dal Conte Protettore. Nella passata settimana arrivorno nelli Duni 7 vascelli da guerra dalla Jamaica: portan avviso della buona conditione nella quale si trovava non solo la restante parte di quell’ armata, ma anche della gente in terra, et d’ haver fatto progresso grande nel coltivar et habitar l’isola; et credesi che la flotta della piata di Spagna non ardirà uscire, nè giudicar lo farebbe quest’ anno. Detta squadra, con 10 vascelli di più, si vanno mettendo in ordine per ritornar ivi con gente nuova, provvigioni e munitioni. Hieri arrivò a questa Corte avviso della morte dell’imperatore (1); la quale si presuade debba tornar a conto a’ suoi intetessi con la (1) Ferdinando III- uscirà dllh Cm” jTC'a-e SVe'Ìa’ " d'e 'a COr°n:1 imperiale UllJW '-asa d Austria. compre^ IJ°sePH oT’t f ^ di '’ f‘ P"4 stretta fnr i’ •. 1 blanda *a romperà con Francia wà co- Toc- ' C°//fe Profe«"* *' Agostini „'nteresse Signori Cittadini Loro nelle navi 5 nè d’ alcun dello stabilirne,!, °, T* Sm° d‘ eSSer terminat;' questa Sran faccenda di Vostre S' • - verno- E servendo questa a risposta delle sente non m^-16 Serenissime de’ 16 e 22 passato, altro al pregna Maestà 0CL°r,le> C,le humilmente riverendogli prego Sua Di-Londn ,C°IKe cr§^ °gn* colmo di felicità e contento. n " a 3 26 Aprile 1657. ostie Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Le nuove leve, consistenti di 15,000 fanti di gente V°^Vj.ne sono di tutto ponto perfettionate, et armati in bollissimo ^ et aggregati alla vecchia militia; ogni reggimento tenendo la sua portione d’ ufficiali, non se n’è fatto nissuno. Il certo disegno si può intendere : chi dice una cosa et chi un’ altra. 0tettorc Il più verisimile si è (che) con certa intelligenza tra il Conte ^ ^ ^ et il Cardinale, possino servire in questa prossima campagna * teressi de l’un e l’altro contro la Fiandra; et con essi si man^ delli vecchi ufficiali che non concorrono con li disegni Protettore, et in lor luogo sustituirà altri che lo saranno. ■ Londra 26 Aprile 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitoli Francesco Bernardi. I M - 415 - CLXXVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, o ' Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato di mia ultima; dopo la quale il Parlamento ha continuato instantemente, facendo per più versi nuove diligenze, per indurre et invitar il Signor Protettore ad accettar il Regai ufficio. Il quale, stante la sua indispositione, non li ha fin hora dato quella satisfattoria risposta che giornalmente ha aspettato et aspetta. La generai opinione è che lo rifiuterà di tutto punto ; però chi sa più giudica altrimente, se gli riuscirà, come senza dubbio si può credere, superare certe importanti difficoltà; senza il che non si stimerà sicuro, nè ben montato. Chi ha pervenuto a questo segno et grado non può lasciare, secondo la ragione et giudicio humano, di conseguire il meno : il suo sapere è grande, et il secreto col quale ha sempre proceduto et procede maggiore; e credo certo che tre persone nella Inghilterra tutta non arrivino ad intenderlo, nè l’intento suo ; il tempo chiarirà ogni cosa et brevemente , con lo stretto trattato (però secretissimo) tra il Conte Protettore et il Cardinale Margarini; (il quale sua se prende effetto, sarebbe un gran colpo di affrettar la miraeoi Re di Francia. Si sono poi scoperti molti altri nella passata congiura, et tutti incarcerati. Se Sua Altezza accetta la corona, potrà essere che la benignità sua darà un perdono generale. Ch’ è quanto posso per hora dire a Vostre Signorie Serenissime ; ai quali humilmente facendo riverenza, auguro dal Cielo ogni colmo di felicità. Londra a’ 7 Maggio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 416 CLXXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, o * A 7 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notitia Loro. Nè s’ è dall’ hora in qua innovato poco, toccante il grand affare dello stabilimento del Governo, abbenchè il Parlamento ha continuato et continua in ciò occupatissimo. La causa ha proceduto parte dalla indispositione di Sua Altezza, però abboccatasi due volte con esso, gli sono sovvenute nuove difficolta, le quali hanno da esser rimosse prima di voler accettare il Regai ufficio che così ardentemente gli vien supplicato, come veramente è il generai desiderio dell’ Inghilterra tutta. Con ragione vuol farsi Re absoluto (imparando a spese d’ altri), nè esser tenuto a condizioni come li passati, nè sottoposto a quelle leggi dalle quali nacque la rovina del Re Carlo; mentre maggiormente per fortificarsi tratta anche quell’ affare con la Francia, come con detta mia ultima datogliene conto ; il quale sino de maturato, o pervenuto al segno che desidera, si può giudicare che anderà dando corda al Parlamento, mentre intanto va levandosi d’intorno la gente fastidiosa. A 12 stante marciarono 3000 fanti delle nuove leve, comandati dal cavaliere Giovanni Reynolds, verso Dover, al presente imbarcati per la Francia ; et altrettanti sono pronti a far l’istesso subito dopo pervenuto avviso siino partiti, per doverli pei seguire di mano in mano sino a 12000. Nella passata settimana questo Residente di Firenze presentò al Signor Protettore, da parte di quel Gran Duca, gran quantità di vini squisitissimi et altre rarità del suo paese: il tutto pervenuto in perfettione non ordinaria, nè mai prima veduta qua. È stato anche presentato da parte del Re di Marocco, con due leoni et due leopardi. A 14 stante diede udienza all’Agente del Dey di Tunisi, che viene a trattar di pace et commercio con l’Inghilterra. E con accusargli la ricevuta della di Vostre Signorie Serenissime de’ 12 spi- ~ 417 - rato, altro per hora non se 111’ offere che humilmente riverendogli, augurargli dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra a* 17 Maggio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima de’ 17 stante, cioè il giorno seguente de’ 18, il Serenissimo Protettore s’ abboccò un’ altra volta col Parlamento intiero; al quale lece un breve discorso a’haver ben cercato il Signor Iddio nel grand’ affare rappresentatogli nella di esso supplica et avviso, però non veniva in modo alcuno inspirato d’interprender il Governo con nuovo titolo di Re, et che prendesse questo per risposta a detta supplica et risolutione sua, instantemente richiedendolo di desistere in avvenire ogni tentativo in quest’ affare. Et si può credere sia per hora da dovero, per haver scoperto miglior gioco come il tempo chiarirà, nè parergli bene al presente disgustar alcuni ufficiali potenti nell’ armata, che amano il Conte Protettore ma non il disegno per altro verso. A’ 19 stante fecero vela da Dover li vascelli con le nuove leve per la Francia, et s’ ha avviso siino tutti ben arrivati e sbarcati nella Baia di Santo Giovanni a 7 miglia da Boulogne, dove furno ricevuti da personaggio di qualità mandatoli da quella Maestà, come anche dal Governatore di detto Boulogne et altre persone di qualità, et assicurati in nome di detta Maestà che l’accordato sarà fedelmente osservato, et che in arrivando li altri 3000 in compimento delli 6000 per la prima brigata, riceveran subito tre paghe avanti mano; quali 3000 marciarono di qua sino d’avant’hieri all’imbarco, et fra essi 1000 della vecchia militia; et se l’occasione lo richiederà, seguiteranno altrettanti di mano in mano. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVII. 27 — 4*8 — S’ha qua avviso che alcune di queste fregate habbino fatto presa d’un ricco vascello Holandese, venendo dalle Canarie pei Amsterdam, a pretesto di levar argento e merci di Spagnuoli, e che sia arrivato nel porto di Milton nella Wallia: nel quale di cesi essere un Genovese di conditione. Il General Blake et capi delle armate marittime hanno ordini precisi di visitar tutti i vascelli delle Unite Provincie, quali rom pendola con la Francia converrà facci l’istesso qua; et penetro da questi Ministri che facilmente ne potrà seguir 1’ effetto. Di questo Li supplico servirsene con secreto. Ch’è quanto per hoia se m offere, mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà conce dergli ogni felicità e contento. Londra a’ 24 Maggio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXIX. Sermissimi et Eccellentissimi Signori, «ero rifiuto'1 f j'rl™en‘0 strettamellte consultato la risposta et in-avviso che f ereniss'mo Protettore alla di esso supplica et > come co ' n°n ^°ter 'nterPrender il Governo col titolo di Serenissima °D "T ^ 24 stante diedi conto a Vostre Signorie ,2Sstame passò "*■* che Wndo rioni Sua Altezza 1 ' * * ^ SUpphcare da Parte dl ^ueste Na" soddisfarla in alcuni"1 ^ ReSale’ com’anche di il che nnn • SCrup in Punto di coscienza intorno a ciò, tezza datoli P°tUt° ConseSuire et Per essa causa detta Al- «ore stri il "thob^d’1*0 rifi“t0’ PCrCÌÒ ri“,re C°- Pr0'et-'• IMI titolo leverà rT '“T ^ S"1’plÌ“ “ a™S0’ prerogative di dett A , ° fr0ntesPicio alle et che primi G/Za COme se *°sse vestita col Regale, et trattar qualsivoglia altr’affare si consideri quello di — 419 — più sarà conveniente di risolvere in questa materia, come lo tratta ; et presto ne seguirà qualche risolutione. Questo giorno vien avviso del salvo arrivo in Francia delli altri 3000 fanti, compimento delli 6000, mandati in assistenza di quella Corona; chè coll’ allestirsi 20 fregate grosse oltre 44 si trovano già in questi mari dà da credere ci sia qualche disegno d’ assedio a porto di Fiandra come il tempo chiarirà. Vien da costì avvisato credersi che il General Blake debba ritornar presto qua con 1’ armata sotto il suo-comando, per non poter competere con le gran preparationi che ha fatto la Spagna, et particolarmente 36 vascelli grossi che s’armano in Cadiz, tutto per convolare il tesoro dalle Canarie. Assicuro Vostre Signorie Serenissime che trovo in questa Corte una dispositione tanto contraria a questo, chè se giudicasse non fosse bastante a signoreggiare in quei mari contro Spagna et Olanda ancora, che più presto di richiamar un solo vascello, ne manderebbe tre volte tanti, et potrebbe tarlo con facilità tenendo quelli mezzi che (ad) esse mancano. Mi allargo in dir 1’ Olanda, perchè si tiene qua sospetta non ostante le protestationi di sincera amistà di questo Signor Ambasciatore , et assicurationi dà al Signor Protettore che le armate già fuori et per uscire dalle Unite Provincie non tenteranno cosa alcuna in pregiudicio suo, nè tener intento di convoiar dalle Canarie a Spagna l’argento che venne dalle Indie; tna pare che poco credito venga dato a questo, perchè il General Blake tiene ordini precisi di visitar tutti detti vascelli che incontrerà (come già fece con 6 sole fregate a una squadra di 12 d’Olanda) et di ripartirsi in 3 squadre, T una di star continuamente sopra le Canarie, l’altra sopra Cadiz e la terza in alto mare, penetrando trattarsi al presente il mandar di qua altra squadra con un nuovo Generale. Ch’è quanto per hora se m’ofìere; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni colmo di felicità. Londra a’ 31 Maggio 1657.' Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 420 — CLXXX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, o ' Lunedì passato 4 stante il Signor Protettore andò con pompa grande et accompagnamenti della nobiltà e capi dell’ armata al Parlamento, dove con solennità ricevette l’instrumento del Go-' ei no, che si chiama 1’ humil supplica et avviso del Parlamento d Inghilterra al Serenissimo Protettore, col quale resta stabilito e confermato nella Protettione di queste Nationi, con autorità più absoluta, maggior dignità et prerogativa di quello che hanno provveduto li passati Re, et che possa et debba nominare il successore. Tira manti il disegno con alta politica et destrezza immaginabile, non solo di farsi Re ma Imperatore ; et secondo il giudizio humano, si può credere gli riuscirà con la rovina di chi lo oppone. Si trattano gravi affari tra questa Corte e la Francia, con la secreta corrispondenza del Cardinale Manarim, come con altra datogliene conto. Mercordì passato 6 stante arrivò qua un Capitano, mandato espressamente dal General Blake a dar conto al Serenissimo Protettore della miracolosa et inudita vittoria ottenuta contro li galeoni et navi di Spagna nell’istesso Porto di Santa Cruz, come saranno serviti vedere dalla medesima relatione ricevuta da Sua Altezza dal detto Generale, della quale incluso gliene rimetto la traduzione verbalmente : da che si potrà comprendere quanto lontana era questa Corte in richiamar detto Blake, come di costì veniva scritto; di che con mia de’ 31 passato gliene diedi conto. Ai 20)30 del corrente si prorogherà il Parlamento, nè si radunerà più sino Ottobre venturo; ogni membro d’esso si retirerà nella sua Provincia, per la quale serve, a preparare nuova materia per la ventura giunta in ordine al disegno del Conte Protettore; et esso farà la sua parte qua, con armata da reprimere gli inquieti et fastidiosi. Nella passata settimana uscirno da diversi porti dell’Inghilterra 12 grosse fregatte della nuov’armata; le altre 8 seguiterai! presto, et continueranno in questi mari a qualche rilevante disegno: 1 intiera armata consisterà di 62 vascelli. — 421 — / Ho penetrato che questa Corte vien avvisata di certo trattato tra Spagna et alcuni Signori Genovesi, per trasportar l’argento delle Canarie a Spagna : però a questo vien dato poco credito, nè - mi è stata fatta alcuna lamenta. Io stimo però obbligo mio, secondo il carico che sostengo et sincera servitù et affettione devo alla Patria et a Vostre Signorie Serenissime, di dargliene conto , affinchè se ne servino dove la somma prudenza Loro li derigerà ; perchè se bene non è da credere che il Pubblico darà luoco a simii negotio, niente di meno se alcuni particolari de’ sudditi Loro l’intraprendessero, ne seguirebbe indubitatamente conseguenze in pregiuditio di Chi servo; et fatta la mala impressione è difficile rimuoverla. Li giorni addietro mi venne a trovare un certo Agostino Rossetti , preso a pretexto d’ esser suddito di Spagna in quella nave Holandese che veniva dalle Canarie, come con mia de’ 24 passato gliene diedi conto, il quale dice esser Genovese, e come tale (ha) richiesto la mia assistenza e protettione per il rilascio de’ suoi beni, quali dice valere da pezze 20000 da 8 reali. Con discorso avuto seco et più circostanze, c’ è causa di dubitare non sia tale quale si professa; et sendolo, l’effetto non sia suo ma de’ Spa-gnuoli, perchè prima di partir dalle Canarie lo trasportò tutto in testa d’ Olandesi ; la sua mina tutta spagnuola, accompagnandosi solo con quella fattione qua; nè tiene-garbo di huomo da possedere simil hazienda ; chè se tutto questo non fosse, nè anche mi sarei mosso senza i Loro precisi ordini, massime con la reprensione mi fanno hora nell’ operato toccante la nave San Giuseppe, la quale ho sentito molto et mi sarà di norma in futuro. Ch’è quanto per hora se m’ offere ; mentre accusandoli la ricevuta delle Loro dei 9 e 15 passato, pervenutemi pur hoggi insieme , humilmente riverendoli, gli auguro dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra a’ 10 Giugno 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 422 — La relatione ricevuta da Sua Altera dal Generale Blake, toccante il successo a Santa Cruz tradotta in italiano. Dopo di aver ricevuto le provvigioni mandatemi in finè di Marzo passato , siamo stati due o tre giorni dinanti Cadiz; e non trovando 1 armata dell’inimico così pronta ad uscire come si giudicava, ai 15 Aprile 1657 il Generale chiamò insieme li Capi della sua, ai quali comunicò li suoi pensieri d’andare a Santa Cruz, nell’isola di Teneriffe, dimostrandoli le ragioni lo inducevano a ciò; il che fu da tutti approvato; quando nell’istesso punto si presentò il vento favorevole a trasportarci ivi; il 18 detto verso la sera si discoperse terra, ma sendo il tempo scuro e brinoso non potessimo accostarci fino il seguente mezzogiorno ; col che l’inimico hebbe maggior notitia del nostro essere nella costa di quello ave-ressimo voluto. Il Lunedì 20 Aprile 1657 nel far del giorno ci trovassimo nel-l’offino (sic) di Santa Cruz ; et sendo chiaro si discoprì, con certo segno nella poppa d’ una delle nostre fregatte, che si mandò inanti, che la flotta dell’india Occidentale, era nella Baia; col che, dopo una breve conferenza tenuta in ordine all’attacco, et cordialmente implorando la presenza Divina, cascassimo tra essa, et alle 8 hore tutti li nostri vascelli havevano dato fondo, alcuni sotto il Castello et forti, altri alla banda delle navi nel miglior modo potessimo, per offender l’inimico et non impedire l’un l’altro. Ci erano ivi cinque o sei galeoni (tra’ quali 1’ Almiraglio, Vice-Almiraglio et Rer Almiraglio, con le bandiere et stendardi montati) et altre navi grosse, tutte facendo il numero di 16, alcune con l’istessa carica portata dalle Indie, altre con merci e provvigioni per il ritorno, la maggior parte guarnite con cannoni di bronzo; et secondo 1’ informatione ricevuta poi, si trovarono in esse tutta la gente marittima e soldatesca portata dalle Indie, la quale haveva sempre continuato a bordo , l’istesso Generale non havendo che una notte dormito in terra dopo del suo arrivo, che fu nel principio di Febbraro. Questi vascelli erano attaccati insieme vicino terra , in forma di semicircolo, comandati dal Castello e sei fortezze ben guernite , oltre la maggior parte della gente dell’ Isola, e sino — 423 — li Irati in anni sopra la spiaggia, da’ quali veniva un continuato giuoco di muschetteria ; et eravamo forzati avvicinarci tanto, per executar il disegno, che il pregiudicio che ricevessimo da essa era molto maggiore di quello del cannone. Il che non ostante, piacque a Dio che in quattro hore tutta la lor gente fu battuta e scacciata dalli vascelli, et essi a terra; solo 1’ Almiraglio et Vice-Almiraglio, quali fecero la più consideraci resistenza. Circa le due hore dopo mezzo giorno il detto Vice-Almiraglio restò bruciato, et 1' Almiraglio con molta gente in esso da qualche felice canonata o altro accidente volato in aria ; et prima di notte brugiassimo tutti li altri, fuori di due affondati. Resta hora, per compire questo misericordioso successo, che le nostre navi si sieno cosi bene ritirate, in che consisteva la maggiore difficoltà e pericolo; perchè alcune trovandosi vicino terra et assai battute fu necessario ormeggiarle, tra le quali la migliore diede in terra, mentre l’inimico provveduto gente nuova in luogo della battuta e scacciata, ricevessimo continuamente canonate et moschettate sino alle 7 della sera, quand’ alPhora ogni nave e vascello della nostra armata si trovò dalla buona mano di Dio in salvo fuori di comando. In questa intrapresa non sono stati ammazzati più di 50 della nostra gente e 120 feriti, e il danno a nostri vascelli fu tanto leggiero che in due giorni s’ accomodorno bene, il che non fu così presto eseguito (sic)-, ma voltatosi il vento da ponente a mezzo giorno (raro a vedersi in quelle isole), ci durò giustamente sino all’arrivo della nostra prima statione vicino il Capo Santa Maria, dove siamo giunti a’ 2 Maggio seguente. Per la qual misericordiosa apparizione del Signore sempre con noi , desideriamo chJ a esso sia dato tutta la lode e gloria come dovuta a lui solo, e che tutti quelli udranno questo fatto si voltino a dire che fra li Dei non ce n’è altro come lui, nè trovansi opere assomigliarsi alle sue. Li nomi delli Comandanti della flotta della Nuova Spagna et altre navi bruciate nel Porto Santa Crux, 20 Aprile 1657. Don Diego Diagues Generale. Don Giuseppe Sentenno, Vice Almiraglio. — 424 — Roque Gailindo, Rer Almiraglio. Gasper Gotenas, del gran Campeacham. Martin de la Zondo, del piccolo Campeacham. Li seguenti vennero con lor vascelli dalla Lavela (La Vera) Crux in Nuova Spagna. Juan Quintero, Francisco de Esneta, Pedro Fegoroa, Don Francisco Velasquez, Pedro Oreguel. Li seguenti sono l’Almiraglio e Vice Almiraglio della Hondura. Don Francisco Martinez, Francisco de Avana, Pedro Sevilla comandante della nave che venne da San Domingo. Li seguenti si trovorno con lor navi in Santa Crux prima del-1’ arrivo della flotta delle Indie. Gregorio Gomez, Francisco Mer-cadel, Fernando Lopez. CLXXXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ io stante, della quale incluso gliene rimetto copia, il Parlamento s è totalmente occupato nel metter in forma le lor risulte durante la presente giunta, per poter secondo lo stile presentar le biglia a Sua Altezza prima della prorogazione, perchè le firmi, e-così divengono leggi irrvocabili; tra’ quali, oltre molte che mirano al crescimento del traffico et affari particolari, la più importante fu una nuova tassa sopra l’Inghilterra, Scozia et Irlanda per altri tre mesi, a ragione di lire novantacinque mila sterline il mese, da cominciare secondo questo stile sino li 25 del passato Marzo et finire a 25 del presente. Martedì passato il Parlamento le presentò a Sua Altezza, dalla quale restorno firmate ; et hora si tratta (e come da buona parte intendo si terminerà prima della detta prorogatione del Parlamento) altra tassa lunga da durare tre anni all’istessa rata di lire 95000 il mese, la quale si dichiarò debba servire per mantenere la guerra contra Spagna. - 425 — Questo Signor Ambasciatore d’ Olanda nella passata settimana, in udienza pubblica, disse al Signor Protettore che per quanto si minorava tanto qua com’altrove d’apparenza di rottura tra quelle Provincie et l’Inghilterra a favore di Spagna, d’aver ricevuto espressi ordini di presentategli dinanti et assicurarlo in nome dei suoi Superiori non esser in loro il minimo pensiero di simil affare, ma al contrario che non studiavano altro che la conservatione d’una sincera amistà e buona corrispondenza secondo la pace ultimamente conclusa, e che nè direttamente nè indirettamente si darrebbe a Spagna assistenza alcuna con lor vascelli nè altrimenti contro al presente Governo. Alcuni di questi Signori Ministri di Stato giudicano che questa sia finezza per addormentarli, mentre 1’ altra parte vada mettendo insieme forze competenti da poter cantare alla canzone, conoscendo che l’interesse è la Dieta delli Olandesi; perciò si sta qua con occhi aperti, mirando da per tutto. Detto Signor Ambasciatore in essa udienza si lamentò della presa di quel vascello Olandese nominato la Stella Mattutina, nel quale veniva dalle Canarie Agostino Rossetti, come con altra datagliene conto, et domandò che fosse subito rilasciata per appartenere non solo il vascello ma tutto il carico ai sudditi di Olanda. Hebbe per risposta che non sendo quest’ affare pervenuto a notizia di Sua Altezza prima dall’ hora, che darebbe precisi ordini a’ suoi Giudici dell’Almiralità d’ esaminarlo subito et fargliene rapporto ; sopra che riceverebbe la dovuta satisfattione. Ma, come mi vien riferito, non trovano detti Giudici chiarezze di spettar alcuna parte della carica ad Holanda; ma al contrario essersi trovato, tra altri papeli presi in detta nave, il trasporto che fece detto Agostino Rossetti delle sue merci in testa di Olandesi, le quali haveva portato dalle Indie, et che in essa nave c’ è per il valore di lire 25 in 50 mila sterline in argento e merci, dove che il Rossetti come Genovese ha preteso solo a lire 4000; di modo che sendosi odorata la magagna, in vece di restituzione s’ è ordinato di scaricar la nave et di procedere giuridicameme contr’ essa e la carica, con non poco smacco di detto Ambasciatore in haver padrinato cosa contraria. Detto Rossetti di più versi s applica a me, perchè lo — 426 — aiuti per quella parte gli tocca et che ha preteso: il che non farei per tutta la carica, senza Loro comandamenti. Perciò gli ho fatto dire, che sendo tale quale si professa (il che dubito molto) non potergli mancare parenti o amici costi, che rappresentino la giustizia della sua causa a Vostre Signorie Serenissime; a’ quali constando d’ esser suddito Loro , et 1’ effetto suo , non può dubitare che la benignità Loro lo proteggerà col darmi quelli ordini che saranno in esso negotio requisiti. Ch’ è quanto per hora se m’ of- fere; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà di concedergli ogni felicità. Londra a’ 25 Giugno 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CLXXXII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Havendo con mia de’ 25 passato dato conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro cognitione, e coll’ esser da all hora in qua seguita poca innovatione, questa sola servirà per rappresentargli che sento scoperto da persona di qualità un raro secreto per far salnitro e sale in qualsivoglia luoco del mondo in abbondanza grande col terzo della spesa solita ; come a dire se lire cento in peso di salnitro costa il perfettionarlo ordinatamente scudi 30, essa con questo secreto non solo farà l’istesso con scudi 10, ma sarà 30 per cento più forte. Detta persona è parente del Serenissimo Protettore , dal quale ha ottenuto patente che per 14 anni solo essa o chi impiegherà nè facci in queste Nationi, usando quel secreto; la quale sendo intima meco, me n’ha trattato affinchè gliene dii parte con fargliene la prima offerta; chè trovandolo di convenienza et utile della Serenissima Republica gli darà il secreto con quelle conditioni che s’accorderanno, e se non uopo aver tenuto la risposta Loro non s’aggiusterà con alcun altro — 427 — Prencipe della Italia, se bene ne sta in trattato cón Venetia e Firenze , com’ anche con Francia e Svetia. E con haverlo io compito in questo particolare non solo al debito che devo al carico che sostengo , ma anche alla reai servitù et sincera affettione che professo alla Patria et a Vostre Signorie Serenissime, lo rimetto alla Lor somma prudenza, affinchè ne segua quella risolutione che giudicheranno più opportuna; chè quando non si facesse altro, stimerei bene si compiacessero ordinarmi di passar un compimento d' aggradimento della buona volontà di detta persona, la quale è molto philosopha e favorita. Gli’è quanto per hora se m’offere ; coll’ accusarli la ricevuta della di Vostre Signorie Serenissime dei 29 spirato, humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni colmo di contento. Londra a’ 2 Luglio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 17 Agosto. Letta a" Serenissimi Collegi. — Se li accusi la ricevuta; passi ufficio di ringraziamento con la persona che ha offerto il secreto del salnitro ; e che quando vanno in quelle parti sudditi e natio-nali della Serenissima Republica, le dia ogni aiuto e favore senza impegno pubblico, nel modo che fanno li Consoli delle Nationi in tutte le parti del mondo : ad calculos. CLXXXIII. Serenissimi ed Eccellentissimi Signori, Havendo il Parlamento del tutto- perfettionato la di esso supplica et avviso in ordine al sollevamento del Serenissimo Protet- — 42S — toie a maggior dignità, et fermamente stabilito nella Protettione c Go\(.rno di queste Nationi, prima di prorogarsi risolvette col suo consentimento che ai 6 stante si facesse questa gran solenniz-zatione, la quale fu eseguita con dignità e pompa inaudita, et quel c p'11 l'cn un §eneral contento et applauso d’ogni sorte di popolo, come saran serviti vedere dalla puntuale et sincera relatione ^he gliene ho tatto. E perchè sieno anche pienamente informati dello - tato di questi affari sino al giorno d’ oggi, 1’ ho stimato debito mio ranslatar la detta supplica et avviso (i), per esser il fondamento z presente Governo et introduttivo all’ intiero compimento disegni del Conte Protettore; che l’uno e l’altro gli rimetto con questa. Nella quale supplica non s’è alterato altro che il titolo di Re in luoco di Protettore, tenendo però l’istessa dignità, maggior prerogativa, immunità e potere più absoluto delli Re passati. Il Tesoro che gli entrerà ogni anno sarà circa tre milioni di ire sterline, durando la guerra con Spagna; resta a lui il nominare . su,“cessoie) et di chiamare per li 20 di Genaro prossimo, quando si radunerà di nuovo il Parlamento, un altro dei titolati che lo coiranno . intanto si leverà d’intorno e d’officio quelli che l’hanno opposto. v 1 ^ A questa solennizzatione furono invitati di espress’ ordine del Parlamento tutti li Ministri Pubblici, tra’ quali hebbi 1’ honore esser uno ; però certa indispostone non mi permise di trovarci. Et 1 accettai, perchè quelli di Portugallo, Svetia, Brandente0 > ^ enètia, Denmarka (per esser arrivati un poco tardi, caudali bre\e notitia hebbero di solo 3 ore inaliti) furono concetti a star in piedi in disordine grande; et entrati non poterono più uscire se non finito ogni cosa. Detti Signori Ambasciatori et 3 tri Ministri trattano congratular Sua Altezza in nome de’lor Principi, in qual caso sarà bene si servino darmi ordine di far l’istesso, il quale non posso muovermi, tenendo Loro comandamenti al contrario. Nella passata settimana passò di questa a miglior vita il Signor merigo Salvietti. Residente di Firenze, intendendo che suo figlio (O Questa non parve di sufficiente interesse per pubblicarla. — 429 — aspetta credentiali per supplire il luoco. Ch’ è quanto per hora se m’offere; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni colmo di felicità. Londra a’ 12 Luglio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 28 Agosto. Letta a’ Serenissimi Collegi. — Se le accusi la ricevuta, e che faccia da sè il complimento come fanno gli altri Ministri ; e che queste dimostrationi pubbliche le facci sempie, non includendosi nella proibitione fattali per gli altri affari pubblici, per i quali si deve accordare particolare ordine. Vera relatione del modo della solenne vestitura di Sua Altera Serenissima nella Protettione e Governo di queste Nationi. Venerdì 6 stante essendo il giorno accordato per questo grande affare, in un luoco ampio elevato e preparato in capo della Sala di Westminster con ricchissimo baldachino e sedia regale, dinanti de’ quali stavano una tavola et sedia per il Presidente del Parlamento, et intorno la sala vicino detto luoco furono 'erette sedie tutte coperte con tapeti per li Parlamentarii, et sotto esse da una parte altre per gli Giudici della Inghilterra, et dall’ altra per li Aldermani della città di Londra. Circa le due hore dopo mezzogiorno, Sua Altezza andò per acqua dalla sua Corte di Witehall alla Casa del Parlamento, et montata nella Camera chiamata de’ Titolati (dove là stavan attendendo il suo Consiglio, Ufficiali di Stato et Giudici), passo (con essi) alla Dipinta, dove li incontrò il Presidente et Parlamentarii, et all’ hora diede il suo consentimento all’ additionale explanatoria suplica et avviso del Parlamento, et a tutte le altre biglie che gli furono al-1’ hora presentate. — 43° — Di là il detto Presidente et Parlamentarii andorno nella gran sala di Westminster ; et seduti nei luochi preparatigli, Sua Altezza dopo un poco di ritiramento gli venne nel modo seguente. Nel primo luoco andorno li Gentilhuomini di Sua Altezza, ufficiali dell’ armata, et molt’ altre persone di qualità ; dopo essi un ufficiale d’armi dinanti il Fiscale, et Aldermani di Londra, tutti con robbe lunghe di scarlatto ; dopo un altr’ufficiale d’armi ch’andò dinanti al Signor Attornato Generale et Giudici, tutti nelle loro robbe; dopo un Re d’armi, con quattro sargenti d’armi, andando dinanti li Signori Commissarii del Tesoro et del gran sigillo d’Inghilterra, portato dal Signor Commissario Finnes Presidente del Consiglio di Stato; poi segui il principal Re d’armi, dinanti il Conte di Warvyk che portò la spada di Sua Altezza, a cui banda sinistra per favore particolare andò il Signor Governatore di Londra portando la spada della Città; dopo i quali segui Sua Altezza accompagnata dal suo Consiglio, principal Secretario di Stato e molta Nobiltà. Entrata che fu nel luoco preparatogli, stando in piedi sotto il baldachino, il Presidente del Parlamento in nome d’esso la presento di quattro cose ch’erano pronte sopra la tavola, cioè una robba di veluto porpora fodrata con pelle d’ ermini (sendo 1’ habito anticamente usato nelle solenni vestiture de’ Prencipi), una gran Bibbia, una spada, et un sceptro d’oro massisso. Poi detto Signor Presidente, assistito dalli Signori Conti di Warvyk et Whittlock, prese la robba et ne vestì Sua Altezza, e gli diede in mano la Bibbia; poi la cinse con la spada, et ultimamente gli diede il sceptro. Il che eseguito, il Presidente ritornatosi alla sua sedia administro a Sua Altezza il giuramento preparatogli dal Parlamento nella seguente forma: « Nella presenza et per il Nome dell’iddio Onnipotente, prometto et giuro che con ogni poter mio et intelletto preserverò et manterrò la vera reformatu Protestante Christiana Religione nella sua 4 purità, com’ è contenuta nelle Scritture sacre del vecchio e nuovo lestamento; et come principal Magistrato di queste tre Nationi, di mantenere e conservare la pace, sicurezza, e giusti diritti e privilegi del Popolo d’ esse, et in tutto col mio migliore sapere governerò il Popolo di queste Nationi conforme alle leggi ». - 431 — Il che finito, stando tuttavia in piedi in questo Regai modo meritamente adornata, alzati gli occhi al Cielo il Capellano del Parlamento fece una brev’oratione, nella quale la raccomandò col suo Consiglio, forze marittime et di terra, et l'intiero Governo alla protettione di Sua Divina Maestà: con che il popolo diede in grandi acclamationi et segni d’allegrezza, et tutte le trumpette suo-norno. Sua Altezza s’assentò nella sedia Regale, tenendo il sceptro in mano; alla cui destra era il Signor Ambasciatore di Francia et alla sinistra quello d’ Olanda; da una parte stavano in piedi scoperti il Signor Conte di Warvyk et dall’ altra il Governatore di Londra, con le spade nude et alzate, com’anche 1’ Eccellentissimo Signor Conte Flectewood Governatore d’Irlanda et il Conte Cleypoole Cavallerizzo Maggiore di Sua Altezza, col Consiglio di Stato et Ufficiali; et un grado sott’essi, il General Montagli e li Conti Lille e Whittlock con le spade nude. Trovandosi il tutto disposto in quest’ordine, un Heraldo montò in luoco alto et diede segno tre volte alli trumpette a sonare ; dopo di che, di authorità et ordine del Parlamento, pubblicò et proclamò Sua Altezza Conte Protettore della Republica d’Inghilterra, Scotia et Irlanda, suoi domimi e terre, richiedendo tutte persone di rendergli ubedienza. Questo finito, le trumpette toccorno un’altra volta; et il Popolo fece nuove acclamationi, gridando: « Dio conservi il Conte Protettore ». Poi un altro ufficiale d’ armi fece l’istesso proclama in grado più basso. La cerimonia finita, Sua Altezza salutando gli Ambasciatori passò di là in quel Regai habito (il di lui trono fu trasportato da quattro Conti) alla porta del salone, accompagnato con li Ufficiali di Stato, Aldermani e Giudici, nell’istesso modo come eran venuti; dov’entrò in carrozza, in fondo della quale andorno li Signori Conti Crom-well e Warvyk, e da ambi i lati li Signori Conti Whittlock e Lille, et General Montagù con le spade nude. Il Conte Cleypoole, Cavallerizzo Maggiore, menò il cavallo d’ honore richissimamente adornato con oro e gioie; sendo il cocchio accompagnato sino al Palazzo dalle Guardie di vita di Sua Altezza, ufficiali d’ armi a cavallo, Ministri di Stato, Giudici, Governatori et Aldermani di Londra nelle loro carrozze. — 432 — Alli ri stante fu fatto l’istesso proclama nelli tre luoghi principali della Città di Londra, con tutta la suddetta solennità et accompagnamenti. CLXXXIIII. Serenissimi ci Eccellentissimi Signori, Costretto dalla urgente necessità, non posso più differire il ra-presentar humilmente a Vostre Signorie Serenissime che sono spirati sei anni che li servo , et spogliatomi del tutto d ogni alti o negotio, così richiedendo il costume di questo Paese ; ma quel eh e più, speso grossa somma di denari (considerato la mia povera borsa et tanti figliuoli) in mantenermi in quel decoro che richiede il carico che sostengo et dignità di Chi servo, com’ anche in proseguile gl’istessi negotii mi sono stati alla giornata incaricati, donativi, inviti et molte altre eccessive spese, che necessariamente mi son convenute fare con Signori Ministri et Ufficiali di Stato et armata , per honore e crescimento di stima et riputatione appresso d essi della mia Serenissima Repubblica: in che, per non vantarmi, posso modestamente dire non esser stato indietro a chi se sia. Per il che, e per ricompensa de’ miei servitii, non ho fin hora ricevuto in tutto che scudi 3500 d’.argento; anzi, in luogo di augumenta-tione, intendo se m’ è defalcato la decima del poco stipendio che furno serviti segnalarmi anni sono, nè posso fin hora ricever il resto. Che quel poco favore et entrata che tengo col Serenissimo P10-tettore (sendo di qualche consideratione, com’ in parte può testimoniare et lo trovò l’Illustrissimo Signor Ugo Fiesco quando fu qua, del quale ogni altro se ne sarìa valso et se ne valerebbe ad proprii fini) gli ho totalmente impiegati, insieme con tutto il mio studio et attentione , in realmente et sinceramente servirli, sendo stato tanto lontano nel praticar altrimenti, che per non lasciargli sapere la mia necessità et debil stipendio, d’havergli -(quando domandatomene in famigliare discorso) significato due - 433 - volte altrettanto più di quel che è, sendo confidente che la generosità Loro non mi lascierà mentire; il quale trovandosi hora stabilito nel Governo con tanta ricchezza e grandezza, com’havranno visto dal conto datogliene, necessariamente mi converrà, com’anche a tutti gl’altri Ministri Publici, aumentar la spesa: il che m’è impossibile di fare, nè tampoco subsistere col debito riguardo al- 1’ honore et stima Loro, se non mi soccorrono. Perciò supplico Vostre Signorie Serenissime con ogni humiltà d’esser serviti di prender il suddetto nella grave e prudente Loro consideratione, acciocché venghi soccorso con una competente aiuta di costa per il tempo passato, et quella augumentatione d’ honorario segnalatomi per il venturo, che possa rendermi capace non solo a continuar il far il dovut’ honore et servitio alla Serenissima Repubblica et pari vivere d’ altri Ministri nel mio grado, ma anche ad alzarmi lo spirito (al presente abbattuto) alla promotione di cose nuove in ordine alla augumentatione della dignità e grandezza Loro e convenienza de’ sudditi ; raccordandogli esser anche necessario, con 1’ occasione de’ comandamenti Loro che mi dovevano dare di congratular Sua Altezza, di mandarmi nuove lettere di credenza, com’intendo faranno tutt’ altri Prencipi a lor Ministri qua, nella quale se facessero la novità di nominarmi Residente ne farebbe particolar stima, et ne potrebbe seguire effetti di dimostratione ; che a Loro è tutt’ uno, nè sarebbe per questo la spesa maggiore. Ch’ è quanto per hora se m’ offere intorno questa materia; mentre humilmente riverendogli,. prego Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità e contento. Londra a’ 23 Luglio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 11 Settembre. Se li risponda con parole dolci, ma negative dell augumento del soldo e del titolo : ad calculos. 28 \ Soeiet} Ligure di Si. Pairia, Voi. XVI. — 434 — Se li mandi lettera di credenza per il Protettore, per congratularsi con esso in nome della Republica Serenissima, nel modo che faranno li Ministri di altri Principi: ad calculos. Proposto di deliberarli scuti cento di augumento per aiuto di costa: sumptis calculis, nìl actum. CLXXXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con la de 12 stante transmessi a Vostre Signorie Serenissime il modo della solenne vestitura e stabilimento di Sua Altezza nella Protettione e Governo di queste Nationi, com’anche l’humile suplica et a\ \ iso tradotto in italiano, sendo quella grand’ opera che totalmente occupò il passato Parlamento. Con questa haveran 1’ oratione fatta dal Presidente di detto Parlamento a essa solemnizzatione, la quale non potei mandare all’ hora. A 19 stante fece partenza di qua il General Montagù verso li Duni, per comandare la nuov’ armata navale (consistendo di 30 fregale grosse) che si trova ivi lesta, attendendosi per momento 1 av viso della uscita in mare. Il certo disegno non si sa, potendosi però giudicare sia per qualche intrapresa sopr’ alcun porto della Fiandra, con l assistenza di Francia. Con suddette 30 fregatte si troveranno in questi mari 65 vascelli. Nella passata"settimana s’è fatto leva di 2000 fanti, la quale resta del tutto perfettionata, et la gente in ordine per marciar all’ imbarco in servitio della Corona di Portogallo. Et a quest’ hora se ne fa un altra di 3000 più per quella di Svetia; havendo Sua Altezza ad instanza del Re Svedo interposto (con persona inviata) col Gran Duca di Moscovia per un aggiustamento tra essi dui Pren-cipi; et si può credere, con le convenienze se gli sapran rappresentare da questa parte, debba prender buon effetto. S ha qua avviso per via di Spagna che quest’ armata nelle Indie - 435 - Occidentali babbi preso da Spagnoli Pisola'Santa Caterina, o sia Piovidenza, goduta in tempi passati da questa Natione. Se è vero, sarà un freno a quanti vascelli anderanno per Piata : però questa Corte ne sospende la credenza sino venga di là confermato. Si sente generai cordoglio qua che il conraggio vada accendendosi costì, come vien avvisato; et Sua Altezza, in cert’occasione trattandosene, alzò gli occhi al Cielo et disse queste formali parole: « Ti suplico, Signor Iddio buono, di divertire il tuo flagello da quella famosa Città e Popolo (inferendo Genova) non sendo dubbio che tieni in essa molti servi fedeli che t’amano et temono ». Sto attendendo quello saranno serviti risolvere toccante la propositione statami fatta del salnitro e sale, per poter dare la risposta che si conviene alla persona cui spetta, sendo di qualità grande et parente del Protettore. Supplico Vostre Signorie Serenissime di prender in consideratione l’incluso memoriale che per mano mia gli presenta questo Signor Tomaso Skenner, suddito deH’Imperio, ma vissuto qua molti anni in buon modo, et hora disposto con due navi sue a un viaggio nelle Indie Orientali, dove tiene un fratello com’ intendo ricchissimo , col cui avviso interprende il disegno, come saran servite vedere dal papero anexo a detta supplica ; et se giudicheranno conveniente proteggerlo, et di concedergli patente nella forma desidera, Le suplico comandare mi sia mandata subito, havendolo (dal zelo che porto alla Serenissima Repubblica) fatto divertire duplicarsi a Venetia sino alla risposta di questa (i). Ch’è quanto per hora se m’ offere dire a Vostre Signorie Serenissime; e humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli salute con ogni felicità e contento. Londra a’ 25 Luglio 1657. Di Vostre Signorie Serenissime # Humilissimo et Datissimo Servitore Francesco Bernardi. 1) Sdlle proposte dello Skenner, o Skynncr, vedisi un articolo del prof. Belgrano nel Giorni!; Li-viatico, a. 1S75. pag. 121 tegg. ; riprodotto dal eh. De Gubernatis nella Storia dei viaggiatori italiani tulle Indie Orientali, pag. S2 segj. — 436 — Oratione fatta dai Signor Conte IVridnington Presidente del Parlamento alla vestitura di Sua Altera. ^ osti Altezza Serenissima si ritrova hora sopra un gran Theatro , in ampio coro di Popolo: il Parlamento d’Inghilterra, Scotia et I.landa alla sua destra: li supremi Giudici, Governatore et Aldermani di Londra (quella nobilissima et popolatissima Città d Inghilterra) alla sinistra, il Parlamento con 1’ interpositione del suffragio di \ ostra Altezza fa le leggi ; et li Giudici et Governatori di Londra sono li gran dispensatori di esse al Popolo. a cagione di questa gran conventione et concorso è di vestire \ ostra Altezza nell eminent’ ufficio di Conte Protettore, il cui nome hebbe prima, ma hora gli resta statuito con l’intiero et unanimo consentimento del Popolo di queste Nationi radunato in Parlamento, nè se gli dà nuovo nome, ma se gli aggiunse nuovo stile nome vecchio li 16| 26 di Dicembre, e cambiato adesso alli 26(6 di Giugno e Luglio. Sono comandato dal Parlamento di far oblatione a Vostra Altezza di quattro cose in ordine a questa inauguratione. La prima è una robba porpora, segno di Magistrato; et significa rettitudine e giustitia ; sendo di color mischio con bianco per insegnare la mistura della Giustitia et Misericordia, quali sono eccellentissime quando ben temperate. Giustitia senza Misericordia amaritudine et fiele; Misericordia senza Giustitia è di troppo tenero temperamento per il Governo, convenendo che il Magistrato habbia due mani : plectentem et amplectentem. La seconda è una Bibbia, libro che contiene Sacre Scritture, nel quale \ ostia Altezza ha la felicità et honore d’esser ben erudita. Quest è il libro di vita, consistendo del nuovo e vecchio Testamento: nel primo abbiamo Christum relatum, nell’ ultimo Christum revelatum. Questo libro porta li fondamenti della vera Cristiana Protestante Religione; è il libro de’ libri; et oltr’altre cose, contiene precetti et exempi in ordine al buon governo. Alexandro teneva cosi alta stima delli libri, del suo precettore Aristotile, et altri gran rencipi d altri libri, che li mettevano ogni notte sotto lor capez- - 437 — zale. Queste sono tutte leggende et romanze : questo è d’ aver sempre nella memoria, trovando in esso un detto che desidero leggere, sendo questo : « Sarà quando siede nel trono del Regno suo et scriverà una copia di questa legge in un libro fuor di quello eh’ è dinanti li sacerdoti Aleviti, et rimarrà con lui, et leggerà in esso tutti li giorni della vita sua, acciochè imprenda il Signor Iddio suo et d’ osservare tutte le parole della legge sua. Ch’ il cor suo non s’innalzi sopra de’ suoi fratelli, e che nè alla destra nè alla sinistra non s’ apparti dal comandamento, affinchè possa prolungare li giorni del suo Regno, lui e figli suoi in mezzo d’Israel ». La seguente cosa ch’ho da offerire a Vostra Altezza è un sceptro, non insimile ad un bastone. Vostra Altezza ha d’esserlo, per sopportare li deboli et poveri. È di uso antico in quest’ affare ; dicesi nella Scrittura Sacra in relatione di Judah, la Tribù Reale, che il sceptro non partirà da Judah. È stato anche dell’ istessi uso in altri Regni e Governi; Homero, prencipe delli Poeti Greci, chiamava li Re et Prencipi laioni sceptri. L’ultima cosa è una spada; non militare, ma civile, più presto per difendere che offendere, e non solamente per difender sè stessa, ma altri ancora: questa spada infiere giustitia. Il nobile Conte Talbot, nel tempo del Re Henrico sexto, scrisse sopra la sua spada: Ego sum Talboti propter occidendum inimicos meos. Questo galante Conte era miglior soldato che critico; s’io potessi presumere d’inserir un motto sopra questa, saria: Ego sum Domini Proctectoris ad protegendum populum meum. Torno a dire che questa spada è un segno di giustitia, e da esser usata come il Re Salomone usò la sua per discoprire la verità. Potrei dire di questa spada come il Re David disse di quella di Goliah : « Non trovarsi pari a questa ». La Giustitia è la virtù propria del Trono imperiale, et una virtù Regale, la quale impiega nel suo servitio altre tre virtù cardinali. La prima Sapienza da discernere il nocente dall’innocente; la seconda, Fortitudine di prosecutare et executare; la terza, Temperanza di admi-nistrar la Giustitia di modo tale, che la passione non gli entri, e che sia senza confusione o precipitazione. Vostra Altezza ha dato ampio testimonio in tutti questi particolari, si che questa in man sua sarà la vera spada della Giustitia accorn- 4j8 — Altezza hora tutte a"’ tUdme * temPerana. E possedendo Vostra è il vedere un ContTp '’T ^ bell° C Slorioso spettacolo in mano , cinto con 1- 10tettore ln una robba porpora, il sceptro Lungamente e feP ^ ^ ^ °CCll‘ fixi Sopra Ja Bibbia ? suo conforto et del ’p l”e"te possa ^ ostra Altezza goderle tutte, col opolo di queste Nationi ! CLXXXVI. Serenissimi e, Eccellentissimi Signori, del degno delh cognitive'L COn‘° ? V°S're Si8”0™ S«™issime a chiamar il Generi 1 r £ * 5° 11 Sl§nor Protettore mandò senti però soln il q- am ert et s abbocò seco privatamente, pre-et il Signor Ser (~0nte ^leypole genero di Sua Altezza Et come da buoni foL ‘ll Pre$™te del Consi«Iio di S,1,t0- il modo nel „ i pm Penetrato, gli disse: « Vedete hora '4«o« Pot ",SBbilÌS“ u coll- univers a consen- Preso, statomi ° • * qUeste Natl0ni > et il giuramento che ho la forma di Quellmi,niStrat0 dal Palamento; dovendo haver visto sidero sapere l * Prulders* da °gni uno in ufficio, perciò despose che -mn ^ lente restate soddisfatto in esso affare ». Gli re-*«> prenderl°-per csere c~ a J « Se cosi è ' * Gli soggiunse Sua Altezza sdegnata: patente vostri lncaPai-e di tener ufficio; e sarà bene rendiate la caso, si voltò eq““ ,n,anderò Per essa ». Col che facendo di lui poco un Gentiluomo ddlaV,” r'” “ qUe"’istessa se* !":,ndò patente, al quale f,, u-* amera °0n lettera Sua formale Per detta senza rumore, per esser 7 "T Ò grandissimo colp° fatt° disegni del Conte ProtettlTH ^ ^ U maKior °bslaCOl° Mi Et il CTìnnin . * gran seSuito et potere nell’ armata. nerale& et fece ristesso a tre Coronelli sott* esso Ge- sin a un soldo ’ ^ in° pagare tutta l’armata quanto se li doveva Ig-ono a tutuTZ^adh ''Tr C,1Ì T’ UffidalÌ (qU3lÌ 10 dÌV0_' ) <- ie il Generale Lambert fu causa non — 459 — ricevettero le solite lor paghe, ma che in avvenire Sua Altezza gli mirarebbe meglio di propr’ occhio; il che rallegrò tanto la soldatesca, che fecero gridi ad alta voce: « Dio benedica Sua Altezza ». Quelli favori et intime cortesie coi quali Sua Altezza ha cor-teggiato la dama di detto Generale (non ostante la bellezza sua et buone parti lo potesse meritare) si può presumere esser seguito solo per intender li disegni del marito; il quale exibì la moglie a tanta domestichezza, per penetrare quelli di Sua Altezza, aspirando esso sempre al Governo dopo la morte di dett’ Altezza. Ma non solo lui, si tutt’altri si troveranno ingannati; perchè sendo una volta coronalo, come seguirà conforme al giudicio di quelli intendono le intime cose già prima della Pasqua ventura, se nostro Signore gli concederà vita, si canterà un’ altra canzone. Vien avvisata dal General Blake della presa d’una nave Olandese, che dalle Canarie passava a Spagna con quelli ufficiali delli vascelli abbrugiò ivi et molti altri personaggi, di qualità, da 350 in numero: et dicesi esserli in gran quantità di pezzi da otto (reali). Non s’ ha finora avviso di che il General Montagli sia uscito dalli Duni. Supplico humilmente Vostre Signorie Serenissime di prender in consideratione il rappresentatogli con mia de’ 13 passato; la necessità sendo grande, in ordine al Publico servitio, che si prenda in ciò qualche spedita resolutione. Sono già passati 16 mesi che non ho ricevuto di costi subsistenza alcuna, nè comporta ali’ honor Publico in questo Paese far debiti, quali rendono smacco non solo al Ministro, ma a Chi serve. Mentre n’ ebbi del mio, non gli ho voluti fastidire; nè lo farei in questa congiuntura se potessi a meno, confidentissimo che la begninità e generosità Loro non permetteranno mi consumi nel Lor servitio, coni’ haverò fatto, se il dovuto rimedio non mi vien administrato. Ch’è quanto per hora se m’offere; mentre accusandoli la ricevuta della Loro de’ 26 Giugno, humilmente gli faccio riverenza, e pregherò sempre Sua Divina Maestà concedergli salute con ogni felicità e contento. Londra a’ 9 Agosto 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 44° — CLXXXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima de’ 9 stante, sono pervenuti qua avvisi da Livorno e Milano che la furia della peste habbi causato tanta confusione nelle cose costi, che sino le porte della Città stanno aperte di giorno e di notte, et il tutto lasciato in abbandono. Sopra che sono passati in questa Corte vari discorsi in sustanza delli mali vicini che tengono, et come se il Gran Duca di Toscana già facesse leve di gente suponendoli con disegno in sitnil congiuntura a qualche intrapresa sopra la Serenissima Ripubblica ; poi la pretensione che tiene la Trancia et T opportunità d’ un esercito vittorioso cosi vicino. Ne fui domandato da persona eminentissima come realmente si passava costi. Gli risposi che con ultima lettera de’ 26 Giugno le Vostre Signorie Serenissime non me ne dicevano cos’alcuna; et con altre poi da particolari de’ 6 Luglio dicevan esser il male grande fra il popolo; però fra la nobiltà non haveva inteso fosse seguito accidente alcuno. Di questo mi stimo obbligato dalla fedel servitù devo a Vostre Signorie Serenissime di dargliene conto, affinchè se si trovassero in qualche stretto (che Dio non voglia) ricorrendo qua per soccorso, non dubito, anzi con buon fondamento gli assicuro, trovar in Sua Altezza ogni prontezza a difender et protegger la Serenissima Repubblica da chi si sia : il che potrà seguire con facilità con un ordine al General Blake. Il General Montagù si trova tuttavia nelli Duni, presupponendosi proceder la causa di che il disegno con la Francia non sia per anche maturo, ovvero ch’attende 1’armata Holandese del Ruter, la quale si crede debba portar il tesoro dalle Canarie. S’è proclamato il Signor Protettore, con l’istessa solemnità che seguì qua, in tutte le Provincie dell’Inghilterra, com’anche nella Scozia et Irlanda, con generale applauso del Popolo. Tira inanti il disegno di farsi Re, et infallibilmente gli riuscirà, perchè dopo 1’ haver levato d’ ufficio il General Lambert et altri Capi dell’ armata della - 441 — sua fattione, tutti li altri hanno mostrato una prontezza immaginabile in prender com’ han fatto il giuramento di fedeltà. Li Aldermani della Città di Londra hanno preso affitto da Sua Altezza per sette anni tutte le gabelle et excise dell’ Inghilterra, Scozia, et Irlanda, fuori quelle della birra, pane et sale; per il che pagano lire seicento mila sterline 1’ anno, avanzando sempre tre mesi anticipati. Humilmente supplico Vostre Signorie Serenissime di comandare che qualche spedita risolutione sia presa nel rappresentatagli con la de’ 23 passato, la necessità essendo più che grande segua in ordini al Publico Servizio. Ch’è quanto per hora se m’offere; mentre con ogni humiltà rcverendogli, pregherò sempre Sua Divina Maestà concedergli salute con ogni colmo di felicità e contento. Londra a’ 20 Agosto 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. In quest’ istante, sendo un hora di notte, dicesi esser venuto avviso da Plemua che il General Blake arrivato ivi con alcune fregatte, doppo d’ esser stato 4 hore in terra, morisse della sua vecchia infermità. Se così è, presto si divulgherà. CLXXXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A' 20 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della notizia Loro. La nuova della morte del General Blake riuscì vera, ma non che fosse stato in terra a Plemua; perchè più giorni prima trovandosi gravemente oppresso da’suoi mali, risolse con sei vascelli di trasportarsi qua; ma arrivato in vista dell’ In- — 442 — ghilterra, se ne mori. Detti sei vascelli col suo coipo si trovano al presente nelli Duni col General Montagù; et si sono or 1 grandissime preparationi per 1’ interro nella Chiesa di Westminster, dove si solevan interrare li Re. S’ attende qualche considerabil intrapresa dell’ armata General Montagù sopra qualche porto della Fiandra, con stenza di Francia. ’ Amba Si trova al presente a Gravesend, 20 miglia di qua > 1111 ^ sciatore Straordinario della Corona di Portogallo, Per nome ^ Francisco di Mello. Viene con grosso treno; et dicesi far trata questa settimana. ^ Sua Altezza nella passata settimana fece tre nuovi Consig 1 ^ ^ Stato, in loco del General Lambert et altri della sua fattio ne furono esclusi. . Qui si gode di poca salute: la maggior parte delle famigli Cs0 ^ infette d’ una malattia non conosciuta prima. Viene con re ^ ^ caldo, come febbre maligna, poi vomiti et dolori interni, t-nl0 pochissimi giorni se ne muoiono; et quelli che passano il la scampano, però col riducersi il male in quartana doppiò A . • 1- 1 , , . . r.--.- et hunuda giudicano che se non fosse stata la stagione cosi tresca., furiosa peste* tutti questi giorni canicolari, si saria accesa una w tur0 Sua Altezza ha comandato per quest’ effetto che Veneidì sia osservato in questa Città giorno di digiuno et oratione. ^ Sono hoggi 28 giorni che mi trovo aggravato per • mità ; ma si spera fuor di pericolo, se bene ridotto a gran ie nella quale ho ricevuto particolari favori da Sua Altezza, ^ da’ suoi medici chirurghi, e visite di parte sua. Che è qUi . hora se m’ offere; mentre humilmente riverendogli, e SUPP ‘ ricordarsi di me, prego Sua Divina Maestà concedergli sai ogni felicità e contento. Londra a’ 27 Agosto 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi — 443 - CLXXXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima de’ 28 passato poco s’ è innovato degno della Loro cognitione, coll’ haversi trovato il Signor Protettore dall’ hora in qua alla Corte di campagna, dove a causa della mia continuata indispositione non son potuto andare. Sarà qua domani. Il General Montagù con tutta 1’ armata continua sin’ hora nelli Duni. L’ Ambasciatore Straordinario di Portogallo fece l’entrata questo giorno, con splendido seguito di circa 100 persone; et intendo ha-verà udienza Mercordi venturo, havendo insinuato che viene a richieder 1’ interpositione di Sua Altezza tra quella Corona e 1’ Holanda. Sono di partenza da questa Corte dui Ministri Pubblici, ambi con caratteri d’inviati, l’uno alla Maestà Sveda, l’altro a quella di Danimarca. Si giudica dover esser la lor negotiatione in ordine a un accomodamento tra essi dui Prencipi. Sono 8 settimane che sto penando per lettere di costi, delle quali sin hora me ne trovo privo; se bene con sommo contento n’ ho visto in altri de’ 12 del passato, col felice avviso di che stante una continuata pioggia per tre giorni s’era il contaggio di tal modo abbattuto, che non ne moriva che da 50 il giorno, et che dei Signori di qualità pochissimi n’ erano morti. Prego a Sua Divina Maestà per la conservatione, et che nella sua misericordia possa cotesta famosissima Città restarne del tutto priva, et a Vostre Signorie Serenissime conceder lunga salute con ogni colmo di felicità e contento. Londra a’ 10 Settembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore- Francesco Bernardi. — 444 — cxc. Serenissimi e, Eccellentissimi Signori, della Loro saputi- e a ^ostre Signorie Serenissime del degno Straordinario di Porr ^ qi,eSt° Si§nor Ambasciatore Sua Altezza venne ^ ° ud*enza pubblica; chè per dargliela, tornò l’istessa sera SUa ^orte di campagna, dove ri- che il congelareSmaÌT “ T n°" ^ ^ s’è odorato ten ' Altezza> et lo complimentò altamente. Però l’Olanda; quali fa\ pretens‘on‘ toccanti le differenze con sando qua con ^ mente Potranno tener buon successo, non pastella passata ^ corrisPondenza. Svezia e Dw Sctt,mana Partirno di qua li dui Inviati alli Re di • c Danimarca. quella d’ Ola ^ USCÌ a> 10 stante dalli Duni ad incontrare fatto la dovuta ub cT haVCndogli rimirante et Vice-Almirante questa, dopo d’havSenz> altro aI destinato viaggio; et ritornò alU <- Contlnuato quattro giorni in questi mari, ‘lila sua prima statione. — ruu4 statione. A Oetto l4 sfinì-* dove si snU • interro il General Blake a Westminster. oi òoievan interrirp i; d r> lennità et magnifi Ct Prencipi; et seguì con gran so- Altezza fece m Cenza • et Per honorario maggiormente, Sua Corte di Whith ^ P3rte ^a rivÌLTa> in contra la sua tanti pezzi d' 3 ' ^Sendo un tiro d’ archebugio da Westminster) rano éo nu |Can°nne (luant‘ haveva detto Generale anni, eh’e- ^ "ornine PaSSaVa' N°n ^ anCh£ rÌS°' sua Corte d^P ^ AIteZZa diede un sumptuoso banchetto nella CaPÌ dell’ armatamPiI§na 1 “ C°nsiglieri di Stat0 et ^ delli nii’i ’ qua fu ““Posto di tanti piatti (con cibi Mi trovo °0me g'0rnÌ del1’ ann°' ma non son '° |audat0’ assa* ben rihavuto della infìrmità mia; a ma a pena libero d’ un male, quando mi sopraviene — 44) — un maggiore: 1’ avviso della morte di mio Signor Padre con sua moglie e mio figliolo maggiore, che siano in Cielo. Mi trovo tuttavia senza lettere di costi da chi se sia, se bene da cotesti Inglesi ce ne sono de’ 19 passato con avviso che la peste restava come estinta, non morendone 10 il giorno. Supplico Vostre Signorie Serenissime humilmente di considerare il rappresentatogli con mia de’ 23 Luglio, della quale incluso ne viene il duplicato, et prender in ciò quella spedita risolutione che richiede la necessità estrema in ordine al carico sostengo et honor Loro, sendo già un anno e mezzo che non mi si è pagato cosa alcuna; nè saprò più dove voltarmi, se la generosità Loro non mi soccorre presto. Attendo Lor comandamenti, come già raccordatogli, di congratular in pubblica udienza Sua Altezza, havendolo fatto tutti i Ministri ( d’ altri Prencipi. Sin hora mantengo buona la scusa di non tener lettere a causa del contaggio. Sarà necessario si servino mandarmi con essa occasione nuove credentiali, ne’ quali se mi nomineranno Residente gli assicuro ridonderà in maggior servitio Loro; et Sua Altezza ne farà stima. Ch’è quanto per hora se m’ offere; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli salute con ogni felicità e contento Londra a’ 20 Settembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXCI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con la de’ 20 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro : della quale incluso anderà il duplicato. Nella passata settimana questi Signori Ambasciatori di Francia e Portogallo han havuto da Sua Altezza più udienze private, il — 44 6 — i', * quali t secretissimo ; penetrando però tender il primo p- ecUZ*one Ji qualche intrapresa sopra alcun porto della ,, ’ tro^ndosi al presente tutta quest’annata navale sopra coll’ àr C°Sta Lt ^ ^ c^e v’en maggiormente confermato, un> | °,<ìua d un espresso dal Marescial Tureine a domandare . yta ^ infanteria; la quale se gli è concessa di questa vecchia, « presto marnerà all’ imbarco. landa- ° •' ^°lt0^a^° Per cosa certa tratta soccorso contra 1’0-5 et si può creder debba ottenerlo, per la poca buona inclinarne tra questa e quella Natione. ar . _ a\\isato a questa Corte la continuatione delle prospere e non solo contra le Polacche, ma d’ haver quasi total-,j^e 'sfatte quelle di Danimarca, con la presa di più luochi; et quella Corona comincia a pensar il modo d’ accomodamento. ^ ia anche avviso della buona speranza che tiene l’inviato di Sua ^ zza al Gran Duca di Moscovia per un aggiustamento tra quel ^ ncipe e la S\ezia. Dett' Altezza gode di perfetta salute, comin-« ^ osi a disponer fortemente le cose in ordine al venturo Parlamento, ^ esisterà di due Camere, cioè di Signori Titolati e Comuni, Ch’ jXl^et'0nei 1 con intera sicurezza dei disegni del Conte Protettore. quanto per hora s offere; mentre humilmente riverendogli, Pre&° Sua Divina Maestà concedergli salute con ogni colmo di felicità. Londra al i.° Ottobre 1657. Di V ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernarde CXCII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime del i.° stante, le unite foize d Inghilterra e Francia esecutorno il disegno sopra — 447 — il porto di Mardike in Fiandra con la presa d’ esso, et reso a discretione; del quale fu subito dato possesso al General Morgan inglese, a divotione del Signor Protettore. Nella passata settimana marciorno di qua verso li Duni 2000 fanti della vecchia militia; che con altri dovevano ivi incontrarsi da più Provincie, faranno il numero di 4000 da esser trasportati in Francia; et si può creder che presto caderà Donquerque. Parte di questa armata navale si trova al presente vicina a detto Mardike, il resto nelli Duni imbarcando la gente. Questo Signor Ambasciatore di Francia riceve giornalmente udienze private. A’ 3 stante arrivò qua da quella Corte il Signor Ambasciatore Lockhart, et. l’istesso giorno parti di qua il General Renolds all’ armata inglese sotto suo comando nella Francia; da che si può congetturare trattarsi macchine tra l’una e 1’ altra parte, havendo da buona parte insinuato che tra altre cose resta aggiustato che tutti li porti che si prenderanno dalla Spagna nella Fiandra si daranno in mano di Sua Altezza, per il che dett’ Altezza continuerà alla Francia ogni necessaria assistenza di gente. Il Conte Protettore con questo farà quanto desidera, et con una pietra dui colpi: 1’ uno nettar le sue armate da fattioni, l’altro tener buon piede nella Terra ferma, sapendo per cosa certa sono questi li suoi disegni. Di questo supplico servirsene con ogni secreto. Mi ritrovo in una continuata angustia per mancamento delle lettere di Vostre Signorie Serenissime, con 1’ ordine di complimentar in nome Loro Sua Altezza, come con altre mie raccordatogli : il che sarà sommamente necessario si facci in ordine a quella buona volontà che porta detta Altezza alla Serenissima Republica, rimettendo alla somma prudenza Loro la consideratione dell’importanza d’una così potente e posso sicuramente dire vera amicitia. Non posso omettere la continuatione della mia humil supplica , perchè si degnino considerar il rappresentatogli con mie de’ 23 Luglio, acciochè si prenda in ciò quella spedita risolutione che richiede la necessità mia, honor et servitio Loro; le quali più presto di lasciar patire impegnerei fino la vita. Ch’ è quanto per hora se TO’ offere- ^ ~~ UJ Divina Maestà con'^°°nl,>Umì,L'1 tacendogli riverenza, pre per dove si sono imbarcati Mando del Generale M CaV^^ sce^>- Quest’ armata navale, sotto ,. p. st2ute questo S’o 51"trova al presente nelli Duni. j irenze, presentò al 0r ^a^Vett,> figlio del passato Residente TOesso (come J0 è) ;n i^01" ^rorett°re credentiali perchè fosse ’ nc>n hanno mancarn r°C° ^ Padre> a che alcuni de’ princi-solo l8 ann. ««,0 dl straaiare per Ja e(i ^ d. Quello di Venez' ‘ntI gli entrarono in tCOer u<^!enza Sabato passato, la notte teneva in essa aèi- che non solo lo deprivarono di appena può regcrer<:; °re ’ ma maltrattorono di maniera olfattori- a > bb sono usitp n,'1 ri- ’ quali non ' diligenze per rinvenire endo i]ora ci sia alcuna notitia. - 449 — Le cose tra questo Governo et l’Olanda restano dubbiose, sendo stata negata a questo Signor Ambasciatore 1’ udienza. Si tratta matrimonio, et resta come concluso, fra la Signora Figlia minore di Sua Altezza et un Signore dell’ antica Nobità d’Inghilterra: il che cagiona ammiratione a molti. Il vero è che niuno intende il Signor Protettore, che quando vuol fare una cosa mira per altra via. Tuttavia sono senza lettere di Vostre Signorie Serenissime, se bene d’ altra parte vien avvisato esser il contaggio di tutto punto estinto. Spero pure col prossimo ordinario tenerne, con l’ordine di congratular Sua Altezza, come con più mie accordatogli, et che si servino provveder all’ estrema necessità mia in ordine al-1’ honore et Publico servitio, comandando che l’honorario dovutomi per li 18 mesi in più passati, con quell’ aiuto di costa si degneranno soccorrermi, sia pagato all’Illustrissimo Signor Ugo Fiesco al quale ho pregato di rimetterlo subito. Li supplico humilmente di perdonar 1’ importunità mia, tanto contra il mio genio; perchè oltre 1’ urgenza del bisogno, con la morte del Signor mio Padre non so di chi fidarmi; nè lo stimo molestia, anzi inciviltà grande sarebbe il pregare detto Signore di sollecitarmi 1’ affare. Perciò sono forzato addirittura invocare Nostro Signore, mancandomi il Santo che lo facci per me. Che è quanto per hora se m’ offere ; mentre con ogni humiltà facendogli riverenza, gli auguro dal Cielo salute con ogni colmo di felicità e contento. Londra a’ 22 Ottobre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 4 Dicembre. Letta a’ Serenissimi Collegi, et a palle deliberato se li accusi la ricevuta; e che dal Collegio Eccellentissimo si paghi in esecutione di suo ordine al Conte Ugo Fiesco tutto ciò di che va fin hora creditore detto Agente Bernardi. Società Ligure lii St. Patria. Voi. XVI. 29 - 450 — CXCIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Pervenne ' Ult'™a 22 Passat0, >1 Signor Ambasciatore Lockbart Pe«onalm^e?straArlta ^ ^ * C°mUnÌCar fu Spejjt0 • ‘ Altezza negotio importantissimo; dalla quale ritorno II 1 ^ *10rn'’ et Pnmo stante fece di qua partenza di j- tr‘mat0 c secretissimo, potendosi però con fondamento »'ud.care ,e„Jer contra ,a „ ^ a ^ temente ' ^ ^nS^cse in Mardike ha travagliato et travaglia for-rlior s -11 °rt^Ur^0’ ^avendolo al presente ridotto in molto mi-, ° 1 t5llL^° era prima, continuando aneli’ una squadra jj * mata navale dinanti quel porto: il restante nelli Duni. il Si'Cl1 S* L°nsumera ^a breve; et sendo stato non poco Catione ^a®are ^a causa d> quell’affare cosi contro ogni espec-tinto POtU°*'ne dar conto, trovo che detta Signora s’invaghì del P / t',0vane alla prima vista, che fu all’accompagnamento che \ ip j1 ^ estm'nster> quando il Parlamento lo vestì nel Governo, ar , 101,1 ln clua ha sempre passato tra essi intrinsichezza Uest0 Pervenuto alla notitia di Sua Altezza, lo sentì molto, il che j11 ^*a ^ acce- con l’innamorato, er esso alla Corte: postas'6 aPP°rt° t3nta pass'0ne’ c^ie non vietava giorno nè notte; et . m ^utt0 > andò poi secretamante a visitarlo et Iicentiarsi jj ‘ morire- ^ua Altezza, visto non restarli altro rimedio, o ej la %lia che tanto ama, o maritarla, volse di due mali 00 1 ‘™nore Scendo della necessità virtù, col dire non voler 1 'i divina volontà. Questo si discorre in Corte come sereno grandissimo; peri dall’altro canto s’ode certo esser una avinzc ^ ^°"te ^roIettoreì il locarla con detto Signore per . SU0'_ (disegni, et principalmente con obligare come cerca di //Utt' nyZZl 1 aUtlCa Nobiltà d’Inghilterra, sendo il Signor Conte finzim a /pUn° P^mi d essa) avo dello sposo che sarà , et la * dell innamoramento tramata per scusa con la Francia, dove - 45i - s’è più tempo trattato questa lega di parentela (i). Di questo Le suplico servirsene con secreto. L’ affare con 1’ Olanda resta tuttavia dubbioso ; però quest’ Ambasciatore non è ancora partito di qua, e da quel che ho penetrato dipende la guerra o pace secondo 1’ accordo tra Portogallo e quei Stati, in che Sua Altezza s’ è interposta con la Francia; di modo che, non aggiustandosi, si troveran li Signori Olandesi a mal partito, con la guerra alle.coste contra tre così potenti Nationi. Mi ritrovo tuttavia senza lettere di Vostre Signorie Serenissime: il xhe m’apporta non poco affanno , per le ragioni significategli con più mie, vivendo con la speranza che hora, Dio laudato, restando il contagio totalmente estinto, la somma prudenza Loro le considererà, et darà a tutto il dovuto rimedio. Di che con devotione grande ne attendo 1’ effetto, non tanto per mio particolare quanto per il zelo porto all’ honor et stima Loro, et Pubblico servitio^ In questo punto vien avviso a questa Corte da Mardike, che Giovedì notte passato Carlo Stewart, figlio del passato Re, con suo fratello il Duca di Jorche, Marques Sarasena, et General Marsin, con 4000 fanti e 1000 cavalli assaltorno detta piazza con valore et impeto grande, ma che gli Inglesi li scacciorno con perdita. Che è quanto per hora s’offere; mentre humilmente facendoli riverenza, gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra ai 5 Novembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1657, 18 Dicembre. Letta a’ Serenissimi Collegi, et a palle deliberato se le accusi la ricevuta; e che in Camera Eccellentissima li siano prontamente pagati li honorarii. (1) 11 Cromwell, oltre i figli Riccardo ed Enrico, ebbe quattro figlie: lady Briget, maritata coll’Ireton e poi col FlcetwooJ ; lady Elisabetta, maritata a lord Cleypoole; lady Maria, che poi sposò lord Fal-conbridge ; lady Franco fidanzata a Roberto Ridi. cxcv. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Nella passata settimana mi pervenne la di Vostre Signorie Serenissime de’ 19 Agosto, quasi tre mesi vecchia; et in conformità de comandamenti Loro, ho passato compimento di gradimento con la persona che offere il secreto del sale e salnitro. Non ho mancato nè mancherò di proteggere e servire ogni suddito Loro, come son obbligato, se pure mi consterà esser tale quale si professa: in che con vien andar molto circospetto, per non impegnar il Publico, nè dar giusta causa di gelosia, nè sospetto a quella sincera amistà e buona corrispondenza che passano hoggi di tra Vostre Signorie Serenissime e Sua Altezza, col padrinare, a pretesto de’nationali Loro, sudditi di Spagna, come s’è scoperto haver altri praticato, e particolarmente l’Olanda, ridotta con questa Corte che la sua lira li vale appena soldi 5. Attendo giornalmente 1’ ordine di congratulare in nome Loro il Signor Protettore, come con molte mie antecedenti raccordatogli; e col non esser dopo mia ultima de’ 5 stante (della quale incluso troveran il duplicato) innovato cosa alcuna degna di momento, altro al presente non se mi offere; solo humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni colmo di contento. Londra a’ 15 Novembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Huinilissitno et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. .CXCVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 15 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e Mercoledi passato 9 detto si con- — 453 ~ sumò il matrimonio tra Madama Crumwell figlia di Sua Altezza et il Baron Ridi, le cui nozze si celebrorno con splendidezza e magnificenza grande, havendo havuto 1’ honore d’ esser uno delli convitati. Delli lucidi vestiti e livree non occorre trattarne , quando solo le camicie della Signora Sposa erano 12 dozzene de Holanda da prezzo 30 in 40 sterline l’ala (che sono 5 di cotesti palmi), guarnite con pizzetti da lire 10 sino 30 la verga. Queste, dopo di portate un giorno, le distribuisce a sue più care amiche. Resta anche concluso il matrimonio d’un’ altra figlia di Sua Altezza, maggiore di questa, col Baron Falconberge, parimente dell’ antica Nobiltà; e tra breve si consumerà. Una persona famigliare con detta Altezza, che mostrò con essa maravigliarsi perchè maritava le figlie di questo modo quando poteva farlo con Principi grandi, gli disse ridendo : « Io lascio fare alli miei figliuoli nel maritarsi quel che vogliono, bastandomi se fanno elettione di Gentilhuomini, potendo io a placito ingrandirli quanto mi piace ». Nella passata settimana alcune di queste fregatte fecero presa di un grosso vascello Holandese destinato, col valore di lire 30000 sterline in contanti, alle Indie Orientali; et lo portorno a Plemua, dove al presente resta sequestrato a pretesto di danni patiti in tempi passati in quei porti da questa Compagnia d’India dalli vascelli di quella d’ Amsterdam. Questo Signor Ambasciatore d’ O-landa salta; ma lo lascian saltare. Si crede debba presto partirsi di qua mal contento. La verità è, che sendosi formata una nuova Compagnia d’India, che terrà di tondo un milione e «mezzo di lire sterline, e Sua Altezza entrata per fargli honore uno delli partecipi, si cercherà a tutto potere l’aggregare a questa Natione, tutto il negotio escludendo ogni altra, allestendosi all’effetto suddetto più vascelli. Si vanno disponendo caldamente li affari in ordine al venturo Parlamento, quando si vedranno maraviglie. Continuo nella solita sospensione et affanno per mancamento di lettere delle Serenisime Signorie Loro in risposta di tante mie; delle quali voglio presto sperarne, sendone da cotesti Inglesi de’ 20 passato j quali avvisano non esser morto uno di peste nella Città in tre giorni: di che ne sia Nostro Signore laudato. Che è quanto — 454 — per hora se m’offere; mentre humilmente gli riverisco e-gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a 25 Novembre 1657. Di \ ostre Signorie Serenissime * Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXCVJI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 25 del passato hebbero da me conto del degno della L01 saputa; et solo hoggi ricevo insieme le di Vostre Signorie Seienis-sime del 3 e 13 Ottobre, due mesi vecchie, quando capitano in altri ogni tre settimane , convenendo credere che alcuni ci facuno mal ufficio; ma non posso con certezza dirlo, si ben dubitarlo. E perchè con esse non se m’ è accusato che la ricevuta delle mie dei 27 Agosto e 10 Settembre, et con la penultima di \ osti e Signonc Serenissime de’ 17 Agosto (ricevuta solo alli 11 Novembre, anche quasi tre mesi vecchia), solo di quelle dei 10, 25 Giugno e -Luglio, li trovo mancare quelle de’ 12, 23, 25 Luglio 90-0 di Agosto , alcune de’ quali contenenti materia di molto 1 ilievo, Le suplico, p^r levarmi d’ansietà che non siano cadute altrove, di co mandare resti avvisato se gli saranno poi comparse, come convien sperare seguito sia, per esser state tutte ben pervenute mano dell’ Illustrissimo Signor Giovan Battista Pallavicino a Parigi. A’ 29 del passato si celebrarono le nozze tra la_ Serenissim. Signora Maria Crumwell terza figlia del Serenissimo Protettori et il Baron Falconberge, alla Corte d’Hampton, presenti Sue A-tezze et molta nobiltà , non però con tanta magnificenza conK seguì in quelle della minore. Nella passata settimana fece di qua partenza Monsignoi New port, Ambasciatore Straordinario delle Unite Provincie, spargen dosi voce sia per ritornare ; ma quelli che meglio 1 intendono — 455 ~ sono d altra opinione, che si troverà 1’ Olanda obbligata a romperla cori l’Inghilterra, come troppo interessata col Portogallo. Il che non ostante, Sua Altezza, prima della partenza di detto Signor Ambasciatore, per manifestare la generosità sua, lo fece presentare con argenterie del valore di lire iooo sterline; ma fumo rifiutate, con scusa d’ essere contro un giuramento che haveva preso. Con detto Ambasciatore andò il Maggiordomo di quello di Francia, che poco prima haveva ucciso il cuoco di casa sua. E da far stupire il vedere le provvigioni che si mandano giornalmente di qua a Mardike , non solo di tutte sorti d’ armi e munitioni, ma delli varii instrumenti per fortificarlo, sino a molte navi cariche con terra ; giudicandosi che il Signor Don Giovanni d’Austria tenterà con ogni possibil forza un’ altra volta il ricuperarlo , il che poco si teme qua e meno quelli di dentro che sono risolutissimi. Questa Corte riceve continuate notitie delli grandi e prosperi successi delle armi Svede contra quelle di Danimarca; la quale, conforme alli più freschi avvisi, ha ricevuto ultimamente una rotta consideratissima tanto per terra come per mare, e che oltre la presa della piazza Fredericks Ode con 30 insegne e 6 stendardi, ammazzati e fotti prigioni da 150 ufficiali di conditione , e 3000 della gente ordinaria, che il General Svedo Wrangel haveva preso l’isola Fuenen et sbarcato della sua gente in Zelanda dove risiede la Corte , e che proseguiva li suoi prosperi successi ; coni’ anche che 1’ armata navale Sweda, nella uscita di Wismar, haveva dato in una squadra della Danimarca et distruttala tutta. Ma di questo non s’ han lettere ; solo vien avvisato da uii vascello che arrivò qua l’altro ieri da quei porti. Sospendesi la credenza sino al venturo corriero, come con altra haveran conto del vero. *Già che non ho risposta alcuna, nè anche avviso della ricevuta della mia del 23 Luglio, che trattava del necessario in ordine al carico tengo, incluso anderà un altro duplicato, il quale con ogni humiltà Li supplico di considerare, acciò che ne segua quella spedita risolutione che richiedono la giustizia e necessita; de quali non saprei dirgli qual sia la maggiore. Della prima non dirò altro, solo che sta in Loro, e l’ultima meco ; giurandogli da cristiano e fedele ^6 servitore che gli sono, clic mai in vita mia mi sono trovato in queste angustie, per conservare intatto l’onore e la stima di Chi sono appresso questa Corte ; per sostento di che sono più di 20 mesi che non ho ricevuto di costi cosa alcuna, nè anche dello istesso honorario furono degnati segnalarmi, attribuendo il man- OO » camento alle calamità hanno costi regnato; chè se la pura necessita non m avesse a ciò costretto, sarei arrossito d’ avergliene fatto motto in quella congiuntura, riconoscendo impertinente lo stimolare la generosità de’ Principi grandi, tanto più la Loro che va accompagnata con tanta carità e bontà, a’ quali mi sottometto e dipendo : pero la necessità non ha legge. Che è quanto per hora s>- 111 oliere; mentre humilmente gli fo5 riverenza, gli auguro dal Cielo salute con ogni colmo di contento. Londra a’ 5 Dicembre 1657. Di \ostre Signorie Serenissime Humilissimo e Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CXCVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, » Dopo mia ulama a Vostre Signorie Serenissime de’ 5 stante (della q a e incluso gliene rimetto il duplicato), poco s’è innovato degno e -a Lor saputa, passandosi la Corte in continui festini e banchetti per k nozze delle due Serenissime Signore Maria e Francesta rumwell, come già datogliene conto; ne’ quali Sua Altezza s’è tro\ata più volte molt allegra e di buon humore, sapendo di ceito ne sente gusto grande; et che le figlie non haverebbono ardito nè anche pensarli, meno executarle, senza l’espresso ordine del Padre , il quale con ciò complirà il suo disegno di farsi Monarca con più facilità e quiete, perchè tenendo 1’ amica nobiltà o - 457 - la maggior parte d'essa a divotione sua non resterà chi possa oponerli. Il Parlamento che si radunerà a 30520 del mese venturo , consisterà di detta nobiltà unita con questa nuova, e finirà l’affare; come di tutto a suo tempo haveran distinto conto. Già che non ho fin hora avviso alcuno della ricevuta delle mie de’ i2, 25 Luglio, 9 e 20 Agosto passati, quali contenendo materie di rilievo e degne della Lor saputa, e per non incorrer nel giusto sindicato di disquido in haver negligentato il dargliene a suo tempo avviso, m’ obbliga rimettergliene copie con questa , supplicandoli la notizia se le originali gli pervennero, come lo spero. Ch’è quanto per hora se m’ offere; mentre humilmente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità e contento. Londra a’ 16 Dicembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime « Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. Dopo di aver scritta questa, vien avviso che il General Reynolds che comandava 1’ armata Inglese in Francia, passando da Mardike qua, d’esser stato annegato coll’ haver la barca nella quale venia dato nelli areni nella bocca del fiume Tamigi. Doverà questa Corte sentire assai 1’accidente, per la stima che meritamente si faceva della sua persona : non mancheranno però soggetti degni per supplire 1’ ufficio. CXCIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 16 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della Loro saputa ; dopo la quale questa Corte s’ è occupata fortemente per la giunta del venturo Parlamento, che doverà es- — 458 — sere a’ 20)30 del mese venturo; in ordine a che Sua Altezza ha spedito mandati di citatione a 60 persone (delle 70 che devonsi nominare) conformi all’ instrumento del Governo, del quale già gliene mandai copia, perchè si radunino al detto tempo Pel foimaie la Camera Alta de’ Pari del Regno, la quale fin h°ra Sl c^'ama solo 1* Altra Casa del Parlamento, ritenendo detta Altezza in pectore 10. Li suddetti sono a tatui divotione del Protettore, ne può lasciar di assicurarsi in ogni colino de’ suoi disegni. Questo Signor Ambasciatore di Portugallo usa continuate in stanze a Sua Altezza perchè s’interponga nell’ aggiustamento con 1’ Holanda; ma si può credere che differirà ogni risolu tione in torno questa materia sino alla giunta del Parlamento così vicino. Due giorni sono arrivò qua un Espresso da Mardike, a dar conto al Signor Protettore che s’era del tutto finito di fortificare, che con le buone provvigioni tenevano, et gente risoluta, c’era minima causa di temere il conservarlo a sua divotione, ^ ostante le gran minaccie e preparationi dell’inimico, il qua e < ... .,•••„ rr-ivelin^es, ne veva due giorni prima convoiato alcuni viveri a =< poter sperare far altro quest’ inverno. . ^ Nella passata settimana pervenne qua avviso della nas ^ ^ Principe di Spagna, il che ha cagionato in questa Corte scorsi. . , Il Consiglio di Stato ha decretato die le leste di ^ Pasqua, Pentecoste, e tutti gli altri giorni chiamati festiu , annullati nè riconosciuti per tali, et raccomandatolo Par mente al Governatore et Aldermani d' Londra et Westr ^ perchè prendino buona cura non siino in modo alcuno zate nè osservate. ^ l’inter- Si sono incarcerati diversi Sacerdoti e Gesuiti, tra- qua 1 ^ prete del Residente di Venetia, procedendosi al presente c ® rigore contro Cattolici : in che ci è misterio nel Conte, per esser troppo contro la sua natura. ^ . L’armata navale sotto comando del General Montagù tuttavia in questi mari e sopra la costa di Fiandra. ^ Nella passata settimana ricevei la di Vostie Serenissime Ottobre vecchia sei settimane, quando ordinariamente sogliono - 459 — nire in 20 giorni ; colla quale devono ha vermi mandato le credentiali desiderate, le quali non ho finora visto, e dubito molto siino smarrite; perciò doveran farmi mandar il duplicato, importando molto in ordine alla buona corrispondenza con Sua Altezza si passi seco un Pubblico ufficio congratulatorio, come con più mie raccordatogli, havendolo fin hora di tempo in tempo nelle private occasioni (quali per più rispetti ho procurato fuggire quanto ho potuto) scusato con quelli migliori termini che mi sono sovvenuti, per il reai servitio Loro, in che so d’ haver accertato 1’ humore. Vedo come havevano rimesso il duplicato della mia dei 23 Luglio alla Eccellentissima Camera, et che mi direbbero in appresso la deliberatione: il che sto con divotione attendendo dalla begninità e generosità Loro, supplicandoli che (se già seguito non sarà) comandino che senza maggior indugio sia pagato all Illustrissimo Signor Ugo Fiesco (0 a chi gli gradirai! più perchè me ne faccia qua la rimessa) lo stipendio dovutomi per due anni, che finiranno nel mese di Marzo venturo, con quello di più si degneranno soccorrermi per le eccessive spese straordinarie mi sono convenute et convenerami fare n*aggiormente in avvenire ; chè venendo insieme darà lustro ali’ honore et stima della Serenissima Republica, et in falta ne seguirà contrario effetto ; perchè non ho più del mio a spendere, et se 1’ havessi lo lascierei andare col resto non una ma 20 volte, più presto di fastidirgliene con tanta importunità. Ch’ è quanto per hora se m’ offere ; mentre con ogni hu-miltà riverendogli, gli auguro dal Signor Iddio felicissime le Feste di Natale con ogni colmo di contento. Londra a’ 26 Dicembre 1657. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo ct Devotissimo Servitore Francesco Bernard. 460 — cc. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con infinito gusto ho inteso dalla di Vostre Signorie Seietns-sime de’ 15 Novembre, pervenutami a’ 3 stante, che il male contagioso restasse del tutto estinto ; sperando nel favor Divino sia di tutto punto passata quella gran burrasca con ogni mala costel-latione. In cert’ occasione se m’ offerse hieri diedi parte di questo a un gran Personaggio, che discorrendo famigliarmente mi domandò come passavano costì le cose; di che mostrò sentire molto contento, et so che fu da dovero per l’affettione che porta alla Seie-nissima' Republica et desiderio tiene resti conservata pura et intacta. Le credentiali dicono havermi mandato non ho fin hora visto , nè li spero più; attendendone il dupplicato, per esser più che ie-quisito si passi il pubblico compimento con Sua Altezza che gli porta ogni buona inclinazione. La Corte non tratta altro che l’affare in ordine al ventino Par-lamento, che lotosamente produrrà gran novità in favore di Sua Altezza ; come di tutto a suo tempo haveran distinto conto. L’armata navale continua sopra la costa di Fiandra et in questi mari; nè hanno fin hora li Spagnuoli tentato cosa alcuna conti a Mardike. Dove questa gente mette una volta piede, con difficolta si rimuove. Ho visto la deliberatione passatami delli scudi 100 1’ anno, a tintolo di spese straordinarie : di che humilmente gliene rendo le dovute gratie. Non posso però lasciar di dire, che sento un estremo cordoglio non sii stato ben inteso, sendo molto contra la mia natura il fastidire chi se sia, tanto meno un così gran Principe, al quale porto tanta veneratione, con materie inconsiderate. Spei o che il tempo et i miei fedeli servitii faranno in Loro maggior impressione, per raccogliere quel costrutto che meritano i miei intenti, che non aspirano a cosa humana con maggior fervore che di servir — 461 — In Patria et Vostre Signorie Serenissime; supplicandoli intanto, se già seguito non sarà, che si degnino passar il mandato che, collo stipendio dovutomi per 1’ anno passato del 1656, che non si riscosse a causa del contagio, se mi paghi anche lo di questo , che scaderà in fine di Marzo venturo; perchè oltre la necessità che è grande , sarà maggiore quando il Conte Protettore sarà Re; che facilmente potria essere prima che riceva risposta di questa. Ho penetrato per cosa certa che il Conte Protettore con 1’ interventione di Francia tratta sotto mano amichevolmente di ridurre l’Olanda a un accordo con PorhigaUo: il che non prendendo effetto, si procederà con vigorosi modi per costringerla. Ch’ è quanto per hora se 111’offere; augurandogli dal Cielo felicissimo principio d’ anno, con ogni colmo di contento. Londra a’ 7 Gennaro 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCI. Serenissimi et Eccellentissimi Sigfrori, Oggi a’ 8 diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro, come saranno serviti vedere dall’incluso duplicato; havendo la passata settimana partorito poca novità, solo che intendo per cosa certa, che sua Altezza ha determinato far missione del Nobile Georgio Downing alli Stati Generali delle Unite Provincie, con carattere di Residente; et fra breve doverà fare di qua partenza, potendosi con buon fondamento giudicare tender ad un aggiustamento tra Portogallo e quei Stati; quali, rifiutando le cose del dovere, potriano facilmente tirarsi addosso due potenti Nationi per obligarglielo, premendo alli interessi tanto dell’ Inghilterra come della Francia il conservare quel Regno nel presente Governo. — 462 — Alli 11 stante l’Eccellentissimo Conte Richardo Crunuvel fu creato Consigliero di Stato del Consiglio privato di Sua Altezza, et prese il solito giuramento. Ch’è quanto per hora se m’offere; burnii-mente riverendogli, prego Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità. Londra a’ 14 Gennaro 1658. Di Vostre Signorie Serenissime HUmilissimo ct Devotissimo Servitoli Francesco Bernardi. CCII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Con la de’ 14 stante hebbero da me conto del degno della sa puta Loro, insieme col duplicato della de’ 7. E Giovedì passato fece di qui partenza verso Gravesend il Signor Residente Downing alla residenza sua alli Stati delle Unite Provincie. Le preparationi sono grandi per la giunta del Parlamento, eie deve essere fra 10 giorni, allestendosi la Casa dei Titolati (ce si chiama per hora 1’ Altra Casa) nell’istesso modopar e imenti come in tempi passati dei Re. Nè si può lasciar di credei e debba pai torire novità consideratissime, tanto contra la Spagna come pei fermo stabilimento del Governo. Le cose di Fiandra camminano assai bene per questa parte pa rendo che gli Spagnuoli si contenteranno del riposo pei quest in verno, senza tentare più oltre la ripresa di Mardike e Borbor^o. Dinanti del primo et in questi mari continua tuttavia quest annata del generale Montagù. Resta del tutto aggiustata questa nuova Coni pagnia d’ India Orientale, allestendosi 6 fregatte per quella \olta. Nella passata settimana venne avviso da Dondee nella Scozia questo Signor Secretario di Stato d’ uno strano accidente occoiso in quelle parti, che per esser inaudito non posso omettete il fa sudargliene. — 463 — Un certo Monsignor Mail della Università di Sant’ Andrea in detta Scozia, theologo, passeggiando alla marina vide con vento di mare venire una cosa nuotando verso quella spiaggia, et accostandosi discoperse un huomo sopra: arrivato a terra, vedendolo vivo e col stimarlo in debole condizione, lo aiutò a uscire; ma quando fu fuori, lo trovò robusto e vivace, con un fiasco mezzo pieno d’ un liquore non conosciuto, et alcuni instrumenti da pescare. Il legno sopra il quale venne era un grosso albero di nave, diventato verde con erba dal lungo esser in mare: 1’huomo dai mezzo in giù vestito con pelle durissima di pesce, et il resto nudo, solo una sottana di tela che lo copriva tutto. Ma di dove o come così venne, non si sa; perchè non può esser inteso da chi se sia, non ostante li più periti interpreti nella Scozia delle lingue hoggidì note nel Mondo 1’ abbino tentato. Il che apporta ammiratione non ordinaria, che un huomo di libera loquela e dal tuono elegante non possi esser inteso una sol parola. È di statura alta, capelli molto biondi, civile et complimentista, et che sa imitare quanto vede et sente; e nel correr così veloce, che per un miglio niun cavallo nella Scozia può arrivarlo , essendone di quelli che corri-vano 20 miglie in un hora. Sua Altezzn ha comandato farlo qua condurre. Supplico di nuovo humilmente Vostre Signorie Serenissime degnarsi ordinare (se già seguito non sarà) che siano subito pagati all’ Illustrissimo Signor Ugo Fiesco li scuti 2,200 argento, per il mio stipendio et spese straordinarie dovutemi alla rata sono stati serviti segnalarmi, sendo per dui anni che finiranno in Marzo venturo; perchè il bisogno è urgentissimo , per sostener quella stima et honore che tiene la Serenissima Republica appresso questa Corte; et questo glielo dico sopra 1’ anima mia e da fedele servitore che gli sono. Con che humilmenie gli fo riverenza, augurandogli dal Cielo ogni colmo di contento. Londra a’ 21 Gennaro 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 464 — CC1II. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Intendo che questi mercanti, conforme al lor stile, hanno fatto elettione d’un nuovo Console, per nome M. Pinchman (1), ,-!ie ha venuto costì per supplicarne l’approvatone di Sua Altezza, come già fecero anni sono vivendo mio Signor Padre, felice me moria, a pretesto ch’era vecchio decrepito da non poter assistete all’ ufficio. Però all’ hora con qualche ragione e favore gl impedii la confermatione: et forsi mi sarebbe riuscito haver fatto 1 istesso hora, se mio cognato Ellam me n’ havesse scritto un sol motto. 1 che stimo debito mio di dargliene conto. Di Vostre Signorie Seienissime Humilissimo et Devotissimo Servitole Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1658, 25 Febbraio. Letta a Serenissimi Collegi, et in palle deliberato se le accusi la ricevuta ; e che il Collegio Eccellentissimo paghi all’ Illustrissimo Ugo Fiesco 1’ honorario dell’ anno. CCIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, 1 Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato della mia ultima de’ 21 passato; e a’ 30 si radunò il Parlamento, consistendo (1) Hi nella we (scrive nel duplicato). — 465 — di due Case, Tuna de’Comuni l’altra fin hora imbattezzata, chè solo si dice 1’ altra Casa. Si può però giudicare debba ricever nome de Titolati e Pari del Regno, tanto più considerato il diporto del Serenissimo Protettore in essa con detti Signori, che fu come nelli tempi passati de’ Re, e nella maniera seguente. Radunati detti Signori e seduti ne’ luochi loro, Sua Altezza gli fu introdotto dalli Conti Fiennes e Lille, Cancellieri, ossiano Commissari! del gran sigillo d’Inghilterra, con tutti li Sargentrd’armi nelle lor robe, il Generale Desbrowe portando la spada (non militare ma civile) come si soleva sempre portare dinanti li Re. Sua Altezza ascendendo il trono et postasi sotto il baldacchino, dopo alquanta consideratione, s’asentò nella sedia regale; et mandò il Grande Ufficiale della Vara negra a far sapere alli Parlamentarii della Casa del Comune che li aspettava; quali venuti col lor Presidente et entrati (la Camera in silentio), Sua Altezza cominciò li capi d’ una oratione, la sostanza mirando a cose divine; et poi concesse il resto alla explicatione del suddetto Cancelliere, che lo eseguì eloquentemente; et finito, li Parlamentarii comuni ritornorono alla lor Camera. Detto Parlamento non ha fin hora trattato cosa di momento, sendo questi quattro giorni passati solo nell’ aggiustarsi, et ordinar digiuni et preghiere, per cercare il Signore per suo aiuto nella grand’ opera in mano. Questa settimana doverà partorire qualche novità, come con ahra troveran conto. Delli affari con Holanda non si può dir cosa con certezza, per non esserci ancora avviso dello sbarco del Signor Residente Downing mandato a quelli Stati da Sua Altezza: dalla cui negotiatione dipendono cose rilevanti, come il tempo chiarirà. Solo due giorni sono ricevei la di Vostre Signorie Serenissime de’ 13 Dicembre, parendomi strano non fossero all’ora comparse le mie de’ 5 e 15 Novembre, comportando il tempo fosse anche seguito di quella de’ 25 detto. Ringratio humilmente Vostre Signorie Serenissime della deliberatione passatami, di far pagare all’illustrissimo Signor Ugo Fiesco quanto andava creditore in conformità di che spero con prime sue sentirne l’effetto. Ch’è quanto per hora se m’offere; mentre Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 3° — 466 — con humiltà riverendogli, prego Sua Divina Maesti concedergli ogni colmo di felicità e contento. Londra 4 Febraro 1658. Di Vostre Signorie Serenissime * Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima del 4 stante (della quale incluso anderà il duppli-cato), il Parlamento s’ è occupato totalmente nella nominatione del-l’altra Casa: il che apporta tant’ entrigo alla de’ Comuni, clie sin a quest’ hora non s’ è venuto ad alcuna aggiustata determinatione, non ostante siano già passati 10 giorni che si tratta questo punto, et decretato il non intervenire altra materia sino che questa si risolva. L’altra Casa con facilità grande inghiotteria il nome di Titolati et Pares Regni, anzi lo vuole; però questa de’ Comuni difficoltosamente gli darà il boccone, attribuendo a menopretio loro il tener Casa superiore, quando ci è precedente d’aver non solo cacciato detta Casa, ma portato 1’ istesso Re a giuditio , sententiatolo et pubblicamente fattolo morire. La filiera del Conte Protettore in risuscitare la Casa dei Pari si può credere esser stata per tener causa più giustificata di mandar V una e V altra a spasso, quando non interveniranno a’ suoi disegni, come farà presto non accordandosi, dicendo «pesso in privato: « Vorrò far le cose al possibile così aggiustate ali’humore del popolo et contentar ognuno, ma quella gran bestia senza testa mai sarà capace della ragione, et ci vuol altri mezzi, confidando che quel Dio che mi ha posto in mano la spada e la borsa mi darà l’intendimento di eseguire la volontà sua». Si doverà presto'vedere in che parerà; et ne haveranno distinto conto. S’ ha avviso dell’ arrivo del Residente Downing in Olanda, et buon ricevimeno da quei Stati, et alto trattamento, con sodisfattione — 467 — grande di questa Corte; al che corrispondendo il sostantiale, ne nasceranno effetti di reciproca convenienza. Vien continuato l’avviso della buona postura delli affari di Mardike e Borborgo, e che li Spagnoli non ardiscono tentar cos’alcuna contro essi, non ostante l’opportunità delli gran geli, sendo stato il freddo da un mese in qua, et così continua, non sentito da molt’ anni in queste parti. Ch’ è quanto per hora se m’ offere ; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento.' Londra n Febraro 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Giovedì passato, 14 stante, il Serenissimo Protettore visto il cre-scimento di disordia tra le due Case di Parlamento, toccante 1’ appellatione de l’una, come hoggi a otto gliene diedi distinto conto ; entrata in quella de’ Titolati, ossia 1’ altra Casa, mandò a far sapere alla de’ Comuni che desiderava parlargli. Dove vennero subito col lor Presidente : a’ quali dopo de fattagli una breve reprensoria et minacciata oratione per la lor discordia et corrispondenza d’alcuni di loro col preteso Re , gli diede 1’absolutione con la mano sinistra, con un « vi dissolvo »; et mandò subito a prender li libri et chiavi di detta Casa; et così partirono con non poco disgusto e mortificatione d’ alcuni, che potranno forsi fra breve haver causa di pentirsi. Sua Altezza ha comandato la maggior parte della militia nella Città e sobborghi ; e proseguirà con altri me{{i il suo disegno, come alla giornata haveran da me conto. E col mancar più ordinarii di lettere delle Serenissime Signorie Loro, altro al presente non se m’ offere che con humiltà — 468 — ndo0li pregai Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità e contento. Londra 18 Febraro 1658. Di \ ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCVIL Serenissimi et Eccellentissimi Signori, o ' Alli 11 e 18 del passato diedi conto a Vostre Signo1'*6 Sei diissime del degno della cognitione Loro ; e a’ 26 il Signor Conte Ridi, marito della Serenissima Francesca Crumwell figlia minore di Sua Altezza, passo ad altra vita: il che questa Corte sente molto, e si vestirà di lutto, facendosi preparationi per un glorioso interi 0. Si discorre variamente della causa della sua morte; e dalli mali affetti si è sparso voce ha seguito di mal francese : il che non è vero, ma ben di etico, chè ne pati anni prima si maritasse. Nella passata settimana si è fatto presa d’ un vascello Olandese, che , eniva dalle Canarie con 60 casse de reali da 8 ; et si tratta sbarcarle et farne moneta; non ostante la buona corrispondenza che tuttavia passa tra il Signor Protettore e quei Stati. E cosi si continuerà di questa parte: l’altra farà quello li starà meglio, non ha\endo il Signor Residente Downing ricevuto fin hora risposta a certe propositione presentate a quei Signori Altissimi. Si vanno allestendo molte fregate e vascelli grossi per una nuova armata: però il disegno non si sa, giudicandosi per il Mar Medi-terraneo con certa intelligenza con Francia, trovandosi già in questi mari e dinanti Mardike quanto meno 40 vascelli grossi, dove hanno continuato tutto quest’ inverno, et alcuni stati in gran pe' ricolo di perdersi in causa delli inauditi geli. Li Spagnoli, non ostante detti geli, non hanno tentato cosa a cuna contro Mardike e Borborgo ; anzi dicesi d’ haver gli In" a — 469 — glesi allargato li quartèri loro di modo tale che ricevono contributioni sino a Donquerque, persuadendosi nella ventura state di esserne padroni. L’altro hieri arrivò d’Olanda un espresso a questa Corte a dar conto di dui vittoriosi successi conseguiti dalle armi Swede : 1’ uno che il Conte Magnus de la Gardie haveva nella Provenza di Scis-land totalmente disfatto il Generale Genziewski Polacco ; 1’ altro di haver preso con l’opportunità delli gran geli l’isola Fucnes dalla Corona di Danimarca, e prigionia dello istesso Governatore. Nella passata settimana Sua Altezza ha creato di merito dui Cavalieri. S’è scoperto una gran congiura, et diversi di qualità mandati in Torre, et molti più seguiranno. Il Signor Protettore ha dato il comando di Generalissimo a suo figlio ; et l’altro hieri in una mostra che fece gli fu sparata una pistolettata (ma lo errò) da un traditore, che haveva da niente alzato al grado di Coro-nello. Si trova parimente in Torre, et ne riceverà il dovuto castigo. Solo cinque giorni sono ricevei dal Signor Residente Pallavicino le di Vostre Signorie Serenissime delli 11. Settembre e 18 Dicembre, 1’ una quasi sei mesi vecchia, 1’ altra due: il che mi dice detto Signor procedere dalli Prencipi vicini, che per anche non davano libero passaggio alle lettere. Nella prima ho trovato la credentiale per Sua Altezza et 1’ ordine di complimentarla. Però' la presente coniuntura non admette il chieder udienza pubblica, perchè dopo la dissolutione del Parlamento Sua Altezza e Consiglio sono stati, come tuttavia continuano, occupatissimi, trattando gravi materie; et segue con impenetrabile secreto, e sin a tanto si venga a qualche determinata ri-solutione non si daran udienze pubbliche a niun Ministro. Quel discordio seminato non solo nel passato Parlamento, ma anche nell’ armata, fomentalo da Spagna, obbliga il Conte Protettore a star più che mai sul caso; perchè se la prudenza e valor suo non lo deprimesse nella gioventù (di che non se ne dubita punto), ne po-trian nascer effetti di pessima conseguenza, non solo conira la sua Persona ma la Natione tutta. — 470 - Ho ricevuto dall’ Illustrissimo Signor Ugo Fiesco la rimessa delli scuti 1500 pagatili della Camera Eccellentissima per tre semestri del mio honorario : di che humilmente rendo a Vostre Signorie Serenissime le dovute gratie. Però 1’ augumentatione che furono serviti segnalarmi a titolo di spese straordinarie, non riscossa, do veri seguire con altra occasione. S’ è finita di riscuoter una tassa, che ha portato nel tesoro di ua Altezza da lire 460 mila sterline; et segui con faciliti grande et in brevissimo tempo. Avanti hieri notte fu mandato in Torre il Coronello Wute della presente armata, accusato di supremo tradimento. ^ Mentre stava per serrar questa, mi perviene un piego Parigi dal Signor Residente Pallavicino con otto lettere di \ ostr Signorie Serenissime, cioè de’ 24, 28 Agosto, 7, I9> Settem re, 3, 9 e 15 Gennaro; le quali non richiedono per hora altra r|sP°s ’ solo accusargliene la ricevuta. Ch’ è quanto per hora se m 0 er con ogni humiltà riverendogli, gl’ auguro dal Cielo ogni e ic e contento. Londra 4 Marzo 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato di mia ultima; dopo la quale è uscito una proclama di Sua Altezza e Consiglio, prohibendo sotto pena di morte, non solo a tutti quelli che hanno in qual si voglia tempo assistito il passato Re 0 Stati in armi contro il presente Governo, come anche tutti i Catholici, - 471 — il non passare cinque miglie dalle case o habitationi loro sin al fine di Maggio venturo. Si vanno giornalmente mandando in Torre et altre prigioni molta gente di qualità grande: alcuni discoperti et altri a sospetto di tener mano nella congiura contra Sua Altezza. Hoggi si fecero le solennità per l’interro del Conte Rich, genero di Sua Altezza : il che segui con grandissima pompa. Ho penetrato per cosa certa che il Cavaliero Downing, Residente del Signor Protettore nella Hollanda, sia di là passato alla isola di Fucnes, presa ultimamente delle armi Swede dalla Corona di Danimarca, per intercedere un aggiustamento fra quelle due Corone ad istanza della prima, et che la Francia habbi anche fatto l’istesso ufficio ; si che non si può lasciar di credere, che, stante la ottima corrispondenza et forte lega tra questi Prencipi, non debba il Re Swedo, abbenchè così vittorioso, far la pace ; et seguirà con ogni suo vantaggio, et come vorrà; trovandosi quello di Danimarca, conforme a freschissimi avvisi pervenuti a questa Corte, grandemente astretto, con la perdita della maggior parte de’ suoi Stati, e trattandosi anche la pace tra la Swetia e la Polonia; chè prendendo effetto, si può fortemente presumere daran tutte le forze Swede contra la Casa d’ Austria. Li giorni addietro arrivarono nelli Duni alcuni vascelli di guerra di Sua Altezza a dar carena, venuti da cotesti mari;sendoli stato negato il porto a quell’effetto dal Gran Duca di Toscana. A suo tempo se ne raccorderà. S’ ha avviso che alcuna di queste fregate di guerra habbino incontrato cinque vascelli Olandesi, carichi con gente destinata per Ostende al servitio di Spagna, et fattone presa di tre di essi : li altri due entrorono nel porto. Questo non avanzerà punto la buona corrispondenza tra questo e quei Stati, come il tempo chiarirà. Non s’ è fin hora venuto a risolutione alcuna in ordine alli stretti trattati del Consiglio privato et armata, havendo però penetrato che l’un e l’altro habbino accordato di conferir in Sua Altezza la dignità Regale : non so però se le cose siino ben mature per 1’ accettatione. Di quello s’innoverà haveranno da me, secondo il debito mio, distinto conto. Ch’ è quanto per hora se m’ offere ; mentre — 472 — humilmente riverendogli, gl’auguro dal Cielo salute con ogni feliciti e contento. Londra 14 Marzo 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo el Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Hoggi a’ 8 diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; et hier sera arrivò a questa Corte un Espresso, spedito dal Signor Residente Downing, a dar conto a Sua Altezza della pace conclusa a mediatione sua, in 24 hore di trattato, tra la Swetia e Danimarca , non ostante havessero] le armi della prima tatto un total acquisto del Regno dell’altra, con la di-strutione della sua armata : il che riuscì a causa delli gran geli con quali passo il Re Swedo con le sue forze dove voleva. La sostanza dell accordato è come segue : Che il Re di Danimarca dà alla Swetia le Provincie di Schonen, Elsinberg, Blachin, Holland; il Castello di Bahouse, e l’isola di Barthelme, ne’ quali s’include la metà del Comando del Sound. Di dargli 10 navi di guerra e un milione di dollari; di mantenere 4000 tra cavalleria et infanteria per il servitio Swedo ; di dar libero quartiere alle armi Swede sin a Maggio; di dar al Duca di Holstein , suocero della Maestà Sweda, il luoco e signoria di Dikekin con le terre e sovranità di Sleswick. Si giudica qua che questi successi causeranno alteratione nelli affari della Christianità, et che debban rendere il Re Swedo formidabile ne’ suoi intenti contra la Casa d’ Austria. Questa passata settimana non ha partorito novità alcuna nelle cose qua più del significatogli con mia ultima; della quale incluso gliene rimetto il duplicato. i - 473 - L altro hieri venne a trovarmi un certo Signor Isola, a chieder l’assistenza mia per la liberatione d’alcune pistole et armi che gli furono prese a sospetto d’ esser persona del Principe di Condé: fu portato da Nolchester qua prigione, et esaminato dall’istesso Secretario di Stato; et col dire esser Genovese et Lor Agente nei Stati d’Olanda, hebbe subito la libertà, ma non le armi. Mi dice esser stato qua già cinque settimane, et che non me lo lasciò sapere prima per non incomodarmi: il che dà qualche ombra di gelosia, tanto più trovandolo affettato con le cose di Spagna et Olanda, et 1’ inclinatione sua alienata dalli interessi del Signor Protettore, et lo dichiara troppo apertamente, Riavendogliene detto in ciò li miei sentimenti perchè se ne abslenga, persuadendomi non comportar il servitio di Vostre Signorie Serenissime il dar la minima causa di mala impressione in questa Corte, con quale passa una tanta sincera corrispondenza, massime in tempo quando si vive in gelosie inesprimibili. L’ho servito quanto ho potuto, et sto procurandogli (però senz’ impegno) la restitutione di quanto desidera: in che ci trovo qualche difficoltà, per haver havuto un rifiuto dal detto Signor Secretario prima che venisse da me. Nella passata settimana ricevei la di Vostre Signorie Serenissime de’ 6 del passato, col duplicato delli il Settembre et lettera per Sua Altezza; chè considerato l’antiquità d’essa, et d’ haver già nell’ essentiale compito privatamente a quanto in essa si richiede, mi par accertato nella presente congiuntura il desister a far in ciò ufficio pubblico, sin a veder più innanti ; chè accettando la corona, converrà farlo d’altro modo: et spero approveranno questo. Rendo humilmente a Vostre Signorie Serenissime le dovute gratie per il deliberato in ordine alla rimanente parte del stipendio dovutomi, che presto ne doverò intender l’effetto. Ch’è quanto per ora se m’offere ; mentre riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra 21 Marzo 1658. Di Vostre Signore Serenissime Humilissimo ci Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 474 — Nota a tergo. 1658, 30 Aprile. Letta a Serenissimi Collegi, et a palle deliberato se le avvisi la ricevuta; et che l’Isola non è altrimenti Agente nè ha ministerio o cura alcuna pubblica ; e che così per esso come per qualsiasi altro non s’impegni mai, con il suo aiuto 0 patrocinio, nel dir in quelle cose che possono portare ombra 0 gelosia alcuna. Cii ea il tralasciato complimento, si approva per le ragioni addotte 1 operato. ccx. Serenissimi et Eccellissiini Signori, A 21 del passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro: della quale incluso gliene rimetto il duplicato. A 23 detto Sua Altezza mandò a chiamare il Governatore et Aldermani, et Consiglio della Città di Londra, a’quali in presenza delli principali ufficiali dell’armata fece una lunga oratione, rappresentandogli il pericolo in che si trovava non solo detta Città ma la Natione tutta, cagionato da’ nuovi disegni del vecchio inimico Carlo Stewart (figlio del passato Re) e suoi confederati, quali procuravano a tutto potere involverla un’ altra volta in sangue, col trasportar qua una potente armata; e che questo sapeva di certo non solo da buone intelligenze et lettere intercette, ma da bocca di alcuni di quelli che erano impiegati nel disegno. Gli disse di più che il Duca d’ Ormond era stato qua incognito più giorni, venendo a posta di Fiandra per avanzare il disegno, inanimando et impegnando in esso tutti quelli poteva nella Città e contorni, e che partì di qua solo Martedì passato; et che in 01 dine a ciò, il detto Carlo Stewart si trovava in Fiandra con 8000 huomini in luochi diversi alla marina, e che teneva 22 va- - 475 - scelli pronti per trasportarli, attendendo solo 1’ opportunità di notte scura perchè quest’ armata non li vedesse : il che gli potrebbe riuscire con men difficoltà, per esser le fregate d’essa di gran portata, et da non poter navigare che nelle acque fonde. Perciò antivedendo un evidente pericolo cosi vicino, che tanto toccava non solo la pace e sicurezza della Città, ma della intiera Natione, richiedeva li Cittadini di prenderne la dovuta notitia quanto gl’importava provvedere all’indennità loro; in ordine a che raccomandò all’ intiero Corpo della Città di stabilire subito la militia in mano di gente pia, sobria et ben affetta al presente Governo , et libera da fattioni et discontenti, acciocché 1’ opera camminasse con alacrità e discretione nel componer la Città in quella postura di difesa di poterla render capace a suprimere li moti et insur-rettioni designati delli inimici della prosperità d’essa, con molto più di questa sostanza che per brevità tralascio. Il che finito, Sua Altezza con un « Dio vi benedica » si ritirò; et essi ritornorno alla Città; e dopo tre giorni di consulta, cioè a’ 27 detto, presentorno a detta Altezza una supplica in risposta, della quale incluso anderà la traduttione, rimettendo in sostanza ogni cosa alla sua condotta e buon governo. Per il che Sua Altezza gli significò brevemente l’alta stima che teneva della fedeltà et affettione delli supplicanti. Tutte finire del Conti Prolittore, per toccar il polso della Città e poter con destrezza metter freno in essa a una gente rovinosa et insatiata, chè vorrebbe ognuno governare; et riuscendogli questo, non li resterà differenza alcuna per la corona. Intanto non gli manca da pensare, usando quella fattione me{{i inuditi per distruggerlo, spargendo nella Città et amata et dove può papeli li più terribili si siano mai visti, composti, come ne tiene il Conte Protettore certa intelligenza, da Jesuitti inglesi in Fiandra: il che ha reso appresso di esso, et maggiormente lo sarà, la Religione Catholica odiosissima. Feci restituire al Signor Isola le armi et altro gli fumo presi ; et non si fece poco. Hoggi parte verso costì. Con la di Vostre Signorie Serenissime de’ 13 Febraro , pervenutami la settimana passata, ho ricevuto la patente concessa a favore del Signor Tomaso Skinner con data de’ 20 Dicembre, quale — 476 — dicono esser copia : ]’ originale dev’ esser smarrito. Detto Signor Skinner già partì con due navi al destinato viaggio, con aggiustamento di mandargli con altra nave, che lo seguirà fra pochi mesi, detta patente, ottenendola, come si farà; et non dubito punto che riuscendogli il disegno, non debba venir costì; chè Dio sa quanto potria importar alla Pubblica convenienza, promettendosene gran cose. In questa settimana più reggimenti dell’ armata hanno supplicato Sua Altezza, in sostanza come quella (supplica) della Città, ìpa dichiarato più chiaramente il desiderio loro perchè ufficii con dignità Regale. Quello risolverà credo certo che al giorno d’ hoggi niuno 10 sa : quanto a me non credo siano per anche le cose ben mature a mode suo. Le armate navali centinuano tuttavia in questi mari, o dinanti 11 porti di Ostende e Mardike. S’ ha la confermatione della pace conclusa tra Swetia et Danimarca, con le conditioni come con altra gliene diedi conto; et si spera debba anche seguire con la Polonia. In questo punto mi perviene la di Vostre Signorie Serenissime de’ 27 passato, la quale non richiede altra risposta che accusargliene la ricevuta. Ch’è quanto per hora se m’offere: humilmente riverendogli, prego sua Divina Maestà concedergli salute con ogni colmo di contento. Londra 31 Marzo 1658. Di Vostre Signore Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato di mia ultima de’ 31 passato; dopo la quale tutti li Capi dell’ armata si - 477 — sono uniti in supplicar Sua Altezza a procedere con alacrità nello stabilimento del Governo, per la quiete di queste Nationi; et che in ordine a ciò (non ostante le calunnie e bugie d’inimici che sono divisi) si dichiarorno esser come un istesso corpo, e pronti a sparger l’ultima gotta del lor sangue nella sua assistenza, con molte altre espressioni di somma fedeltà. Detta supplica fu firmata da 27 Coronelii e 200 Ufficiali inferiori, però ninno men di Capitano. La#Città ha presentato a Sua Altezza dodici nomi per Coronelii da comandare la nuova militia de’ Cittadini per la difesa d’ essa, e sono stati aprovati ; et fra breve saranno le leve perfettionate. Le cose con 1’ Olanda pare caminano con sembiante più lieto , havendo quei Stati decretato che tutti vascelli di particolari diino sicurtà, prima d’ uscire in mare, di non impiegarsi nel servitio delli inimici della Inghilterra; et che a mediatione di questo Residente ivi, è buon apparenza se non d’ un aggiustamento di cessatione d’armi con Portogallo. Sua Altezza tiene avvisò che più Principi dell’ Italia, come Venetia, Parma, Fiorenza, sono entrati in liga offensiva e defen-siva col Papa e la Casa d’Austria. S’ è vero, converrà la rompino con l’Inghilterra e Francia. Ch’ è quanto per hora se m’ offere ; mentre humilmente riverendogli, gl’ auguro dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra a’ 10 Aprile 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Franceso Bernardi. CCXII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 10 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro ; et hier sera arrivò alla Corte un Capitano, — 478 — che viene espressamente da Jamaica a dar avviso di dui notabili successi conseguiti da quelParmi contro quelle di Spagna : 1’ uno in dett Isola, l’altro in quella di Cuba e Charenas, con la morte e prigionia di più di 500 Spagnoli, et presa del magazeno di Charenas con entro tutti li prigioni, armi e munitioni; il Maestro di campo Don Francisco de Prencia et alcuni altri Ufficiali portati qua prigioni nel vascello nel quale venne detto Capitano , con le insegne et sino alle instruttioni et ordini del Re. Di più parti è avviso che li vascelli della Piata, che partiremo da Cartagenia verso Spagna, navigando un corso nuovo e non praticato per schivar le armate Inglesi, furono soprapresi da un uragano, che li naufragò tutti ; e per confermatone dice che mentre si trovò nella Bermude (vicino del quale seguì il naufragio), s’ erano ricuperate con schialuppe d’ess’ Isola da pezzi 20,000 da otto reali, con speranza dovesse seguire di molto maggior somma. Questi successi non lasciano di cader in ottima congiuntura per li disegni del Conte Protettore, il quale ha superato difficolta consideratissime ; nè si può creder altrimente che debba perfettio-nare li suoi intenti per la corona, ma non così presto come si giudicava. Tira inanti con segreto impenetrabile, trovandosi più giorni avvisando circa quest’ affare sino a passato mezza notte. In Jamaica, conforme all’ avviso del suddetto, si ritrovano effettivamente 6,000 combattenti Inglesi, benissimo armati et in buon ordine; nè mancanli che scarpe, che si consumano nel perseguitar l’inimico. Le cose di Mardike e Borborgo sono in miglior fortuna che mai, havendo ultimamente gl’ Inglesi e Francesi ottenuti dei buoni successi contra li Spagnoli, amazzatili e cacciatili dalli posti che pretendevano fortificare, per dover poi con ingegni d’ acqua annegare Borborgo. Però hoggi vien avviso del proseguimento in altra parte, per impedire l’assedio di Donquerque. Alcuni vascelli di guerra Biscaini hanno fatto presa di quattro navi mercantili Inglesi ; le due destinate per cotesti mari, stimate con la carica valere da lire 40 mila sterline. Ho penetrato eh’ alcuni di questi mercanti di qualità, che solevano trattar in Spagna, habbino d’ ordine di essa Corona fatt’ a- - 479 - pertura per sapere se Sua Altezza tiene dispositione di ricevere Ambasciatore, caso ci sia intento di mandarlo. Questo si tiene secretissimo, nò si può intendere che risposta habbino avuto. Li più intendenti in questi affari si persuadono che lo riceverà; ma quant’a far pace sarà opera difficullosa, eccetto li entri la Francia ; e così divenirebbe generale : il che so di certo, chè il Conte Protettore non intende usarli bene in modo alcuno. Havendo li Lutherani delli Regni di Polonia e Bohemia, e delle Valli «di Piemonte presentato suppliche a Sua Altezza da dar lor Agenti qua, rappresentando in esse che più di 20,000 famiglie si ritrovano ridotte a grandissima estremità, causata (come dicono) dalle crudeltà della fattione Romana, e che moriranno di fame se la benignità sua non li soccorre ; ha per ciò dichiarato, coll' avviso del suo Consiglio, et comandato che si facci una generai raccolta in tutte queste Nationi per questa opera pia (come la chiama), et che ogni Domenica per li venturi sei mesi si faccino le raccolte in tutte le chiese della Inghilterra, le quali da tempo in tempo hanno da esser trasmesse qua a sei Aldermani di questa Città e cinque Predicanti, deputati tesaurieri ; stimandosi che questo stratagemma produrrà quanto meno lire 200 mila sterline. Nella passata settimana si sono imbarcati 2000 fanti al servitio Swedo. Quel Signor Isola, al quale feci rilasciare le pistolle et altro che gli furono prese da Ufficiali di quest’ armata, come con altra datogliene conto, pare habbi lasciato in Amsterdam debiti di consideratione, per esser dopo della sua partenza di qua pervenutemi procure contra di lui. Ch’ è quanto per hora se m’ offere: accusandogli la ricevuta della dì Vostre Signorie Serenissime de’ 14 del passato, mentre con humiltà riverendogli, gl’auguro dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra a 22 Aprile 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 4S0 — CCX1II. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Dopo mia ultima a Vostre Signorie Serenissime de’ 22 degassato, li Capi delli sei nuovi Reggimenti della Città di Londra hanno presentato supplica a Sua Altezza del tenore come già fecero tutti gli altri delle Sue Armate : in sostanza che spenderanno le vite et beni loro nella conservatione della sua Persona et Governo; sì che hora con soave accordanza suona l’istrumento di questi affari, et li disegni di Spagna, e del Carlo Stewart non solo scoperti ma svaniti. Però alcuni non lascieranno di pagarla cara, trovandosi al . presente prigioni molte persone di qualità, che tenevano patenti del detto Carlo Stewart per far gente al tempo dell’ arrivo suo in Inghilterra ed erigendosi una Corte Suprema di Giustitia come quella che condennò a morte il passato Re, dove si leveranno a giudicio detti prigioni. Nella passata settimana si sono imbarcati 1000 fanti, con molte provvigioni e munitioni per Mardike; et si vanno giornalmente facendo nuove leve tanto per la Francia come per la Swetia: la liga tra il Serenissimo Protettore et esse due Corone sendo strettissima (e) tutto mirando contro la Casa d’ Austria. Con 1’ Olanda c’ è aparenza d’ ogni buona corrispondenza et che a mediatione di questo Signor Residente ivi debba venir ad accomodamento con Portogallo. Le preparationi marittime sono grandi, allestendosi altri 30 vascelli grossi, oltre quelli già in mare che si giudicano passar il numero di 100. Sua Altezza gode di perfettissima salute, tirando inanti con somma prudenza il stabilimento del Governo per la pace e quiete di queste Nationi. Ch’ è quanto per hora se m’ offere degno della cognitione delle Serenissime Signorie Loro; a’ quali humilmente riverendo, auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a’ 2 Maggio 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. t — 481 — CCXIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 16 stante (1) diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro ; et hieri la Suprema Corte di Giustitia si raduni), consistendo di 90 persone di qualità grande, dove si leveranno a giuditio tutti quelli che sono stati 0 saranno da Sua Altezza e Consiglio trovati rei di tradimento contro la sua Persona e governo; perchè ognun che vien preso a sospetto , riceve la prima examinatione da dett’Altezza e Consiglio. Tutte le carceri sono piene di gente di consideratione, et giornalmente si fanno nuove discoperte, non sendo da dubitare che effettivamente non ci sia stato congiura grande: di ché Sua Altezza se ne è valso et se ne valerà a suoi intenti, com’ il tempo chiarirà, havendo alla Città posto il freno di buona maniera, et ridotte le armate totalmente alla sua divotione. Vien confermata la rotta del Maresciallo Aumont nella sua intrapresa sopra Ostende, riducendosi, conforme al miglior avviso, la perdita di Francia a 1200 huomini, tra prigioni e morti, inclusi da 200 Inglesi; sapendosi hora di certo eh’il disegno fu scoperto mesi sono dal Governatore d’ Ostende. Nelli giorni addietro è pervenuto qua avviso che alcune di queste fregatte havendo incontrato con vascelli del Duca di Firenze gl’ habbino battuti, et presone uno. Si sospende però la credenza sino venga da miglior mano confermato. Tutto consiste che si siano incontrati, chè il batterli sarà il meno, penetrando che questi Generali e Comandanti marittimi habbino ordini di far il dovuto risentimento (come già segui a Livorno) per la discortesia et poc’ affetto mostrato al Signor Protettore in haver rifiutato la permissione di dar carena alle sue navi di guerra, coni’ all’ hora gli ne diedi conto. Ne haveranno luoco (anzi Sua Altezza se ne ride) delle scuse, eh’ ha procurato dar in ciò questo Residentino. Ho (1) Manca la lettera qui accennata del 16 Maggio. Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. -t~~ amici appresso il Conte Protettore che soffiano il fuoco che sia rottura Ira esso e Firenze tirerà tutto negotio costì (sic). So dir a \ ostre Signorie Serenissime di certo che c’è gelosia in questa Corte di che si tratta costi sotto mano supplire la Spagna con una somma consideratissima, et che la cosa resta di modo tale avanzata, ch’altro non manca per 1’ esecutione che sigorti a soddisfattone. Ho cercato, con quelle più forti ragioni mi sono so-venute, di disingannar quelli Ministri di Stato amici, che m hanno privatamente in confidenza domandato, sapendo quant’importa al ser\ itio di \ ostre Signorie Serenissime l’allontanare da Sua Altezza (come m assicuro tesserlo da Loro) un simil pensiero ; anzi ho insinuato esser questa una sottigliezza delli inimici della nostra buona corrispondenza, per renderla sospetta; essi sapendo bene che tal cosa non può umanamente stare, ma bensì per attribuire poi il mancamento non a talta di volontà, ma di cautione, e così formar una disconfidenza e mala impressione. E credo certo esser questa una delle finezze del Don Alonso de Cardenas, fomentata qua dalli suoi instrumenti, Nicolò Ferrari e Giacomo Anfosso, inimicissimi della Serenissima Republica et Governo d’essa : V ultimo dei quali fece di qua partenza Lunedì passato insieme col nuovo Console, il quale doveri esser riconosciuto secondo le credentiali porta ; non potendo lasciar d’informarli che qua non si contano li Consoli Ministri Pubblici, nè si ricevono con alcuna forma, et le udienze se li danno differentemente. In questo punto arriva un Espresso del Cavaliero Lockhart (Ambasciatore appresso sua Maesti Cristianissima et che comanda hora le forze Inglesi in Francia) , a dar conto a Sua Altezza d’ aver con sua gente preso un passo sopra la riviera che va a Donquerque, et li Francesi un altro, ambi di grande importanza per aprir cammino all assedio di Donquerque. Che è quanto per hora se mi offere, mentre accusandogli la ricevuta delle di Vostre Signorie Serenissime de 12 e 26 passato, con humilti riverendogli, prego Sua Divina Maesti concedergli salute con ogni feliciti e contento. Londra a’ 23 Luglio 1658. Di. Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divalissimo Servitore Francesco Bernardi - 483 — Nota a tergo. 1658, 1 Luglio. Letta a’ Serenissimi Collegi. — Se le accusi la ricevuta; e che della somma da contribuirsi alla Spagna non vi è stato trattato alcuno, e sono inventioni altrui : ad calculos. CCXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, In questi giorni passati la Suprema Corte di Giustitia ha proceduto con solennità grande, e nell’istesso modo come segui col passato Re, nel levar a giuditio il Cavaliero Slingsby et cinque altri Signori di qualità. Il processo del primo ha durato fin oggi: si è provato con più testimoni la corrispondenza che teneva col Carlo Stewart, et le diligenze andava per più versi usando per divertire il Governatore di Hull (il più forte porto della Inghilterra) dalla ubidienza e fedeltà sua al Serenissimo Protettore et presente Governo, et abbracciare l’interesse del detto Stewart, et tradire detto porto e guarnigione in man sua, dove intendeva sbarcare con l'armata che teneva pronta in Fiandra : per il che resta sen-tentiato a morte. Et li altri seguiteranno, come anche moli cittadini, perchè s era aggiustato, al tempo di metter piede il detto Stewart nella Inghilterra, l’attaccar fuoco in più parti della Città di Londra, per causar confusione et facilitare l’intrapresa nel ridurla alla divotione sua : il che ha obbligato detta Città, per difendersi , a far quelle nuove leve di sei Reggimenti d’Infanteria, ogni Reggimento consistendo di 1500 combattenti, quali nella passata settimana fecero una mostra generale famosa, presenti il Signor Protettore, Consiglio di Stato, Governatore et Aldermani di detta Città. - 4S4 - Cnnfp r|ie partenza verso Calez in Francia il Signor da mnJ “ • V amat° gener° di Sua Altezza, accompagnato viato d , 1&n°^, d' 1^‘ti con splendidissimo treno; essendo in-nissim^ ftU * a comPlimentar ivi Sua Maesti Christia-fari della6 materia dl somma importanza in ordine alli af- l'armata Francese Venendo in ^uest0 Punt0 avviso che 40,000 huomini et che! 7 D°^uer(lue consiste di circa mandosi alla Citt' - S0I1° Intieramente finite> approssi- col trovarsi al ^ L°n P°Ca apparenza Possa Ja Spagna soccorerla, dinanti 1 i ^lesente ^a maggior parte di questa^armata navale! LuL qU POrt° £ ndk costa di diandra “ Aprile et rat° nCeVei la de> V°Stre Sign°i‘ie^Serenissime de’ 30 ■ione altra rfe^^’,’1'? ^ 5 ^ SC“h"0’ qUali n°" 'icWe’ haverò ’ m osservanza del comandamento Loro gnar il PubbUco^ch'0 ^ rÌSgUardo di n0n impe' nendomi esser t/, i ^ Sla S£DZa Espresso Lor ordine, convenendo et ° ° °ntano a dar ombra di gelosia, che lo trovo è seguito di r n °C0 l] procurar di tempo in tempo levarla, come quale incluso va con mia u,tima de’ 23 del passato della tito altro intorni ?,PP 5 non havendo d’allora in qua sen- humilmente riverenT ^ è qUant0 p6r h°ra SÌ °ffere: c-entento * ’ auguro dal Cielo ogni felicità e Londra a’ 6 Giugno 1658. °Stre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. Nota a tergo. 1 ^5 8, 3o|Luglio. Letta alli Serenissimi r 11 la ricevuta pi- • 0^egi; et a palle deliberato se le accusi propria diligen^ir ^ aVV1S1’ C che si attende dalla sua §enza la continuazione. — 485 - CCXVI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, 0 A’ 6 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e a 12 detto la Suprema Corte di Giustitia sententiò a morte il Dottor Hewett, come segui prima del Cavaliero Henrico Slingsby; ambi d’esser trascinati alla forca, e appiccati e squartati vivi; le teste e quarti poste sopra le porte della Città. Il che dovevasi executare lunedi passato ; ma per gratia di Sua Altezza si differirà sino a domani, et se gli rimetterà gl’ ignominio di detta sentenza, cioè d’ esser solamente decollati conforme è stile coi Nobili : il che seguì per esser il primo zio del Signor Conte Falconbrige genero del Serenissimo Protettore, et l’altro Dottore di Divinità che ufficia functione ecclesiastica e che maritò detto Conte con la figlia di Sua Altezza. E sebbene c’ è credenza generale che per le suddette cause otteneranno il perdono, nien- ... tedimeno quelli che sono più intimi in Corte si persuadono, anzi s’assicurano altrimenti, come il tempo chiarirà. Il Cavalliero Mordent fratello, del Conte di Peeterborrough, fu anche levato a giudicio con li suddetti ; et facilmente sarebbe stato trovato reo, se la Corte di Giustitia non havesse havuto ordine espresso d’ assolverlo, causato, come da buona parte ho penetrato, da pura contritione e che discoprirà molti altri nella congiura : di che già si può credere ne siano seguiti qualche effetti, per essersi l’altro hieri mandati in Torre più Signori di qualità. Detró Corte di Giustitia si riposerà sino a Giovedì venturo ; et all’ hora procederà contro altri prigioni capi in essa congiura, quale fu, come con altra datogliene conto; di tradire il Porto et Città di Hull al Carlo Stewart, proclamarlo Re della Gran Brettagna, et metter fuoco in più punti della Città per causar confusione; in ordine a che si sono trovati più patenti del preteso Re, per far Coronelii e Governatori. Tutta la difesa fece il Cavaliero Slingsby dinanti il Tribunale fu redi-cola, col dire che era in burla; il dottor Hewett non volse mai riconoscere detto Tribunale, nè risponder a cosa alcuna. — 486 — Sua Altezza, per obbligare maggiormente la Città, ha autorizzato il Governatore, Aldermani et Coronelii della nuova militia pei diffesa di essa, di giuntarsi nella gran sala di Guildhall in modo di Inquisitione di Stato, per rinvenire chi ha havuto mano de Cittadini nella suddetta congiura, giudicandosi che si scopriranno milliaia di essi ai quali si purgheranno le borse. Avant’ hier sera arrivò di ritorno da Calez V Eccellentissimo Signor Conte Falconbrige dalla Corte Christianissima, mandatogli dal Serenissimo Protettore a complimentar quella Maestà; da quale è stato trattato con honori alti et non praticati con Ambasciatori, con somma soddisfattione di Sua Altezza II certo e, che il suo ne gotio e stato il trattar a bocca cose secretissime col Cardinal Malanno ■, che per gravi ragioni non ha voluto il Conte Protettoie metter in scritto nè fidar in altra mano. Hieri pervenne alla Corte un Espresso dall assedio di Don querque, coll’ avviso di una segnalata vittoria conseguita con le unite armi d’Inghilterra e Francia contro quelle di Spagna, con le seguenti particolarità : Che a’ 13 stante, verso sera, Don Giovanni d Austria, il Principe di Condé, il Marchese Caracena et il preteso Duca di Jorch, con altri ufficiali di Spagna, si posero in vista delli assediami con un ar mata di circa 15,000 combattenti. Che il Maresciallo Tureine s’occupò tutta quella notte nell or dinar la sua militia per dargli battaglia, come fece la mattina se guente, con una totale dirotta tanto della Cavalleria come della Infanteria nemica, che perseguitò 9 miglia con gran mortalità e prigionia; e che questa atione fu eseguita con tanto vigoie et risolutione, che 1’ armata si ritirò da Donquerque, lasciando gente bastante per mantener le trincere et assedio; diede et ritornò di nuovo al posto, et tutto questo in 16 hore di tempo. Questa nuova è grandemente grata qua ; e con raggione si persuadono che Don querque caderà presto et che le unite armi faranno in questa state gran progresso nella Fiandra, provvedendosi continuamente di qua gente, armi et tutto fa di bisogno. Nella passata settimana s’è preso in questa riviera a quattro, miglia dalla Città, una balena longa 59 piedi di questi, che saranno palmi — 487 — 80 di costi, di straordinaria grossezza, che il sol olio renderà il valore di lire 200 sterline in più Non solo la Corte, ina la maggior parte della Inghilterra sono stati a vederla, per esser inaudito che simil mostro si sia visto in questa riviera, massime in acqua dolce: il che da molti vien giudicato prodigioso. Ch’è quanto per hora s’ offere; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo salute, felicità e contento. J Londra a’ 17 Giugno 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXVII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Incluso anderà il duplicato di mia ultima de’ 17 stante; et a 18 furono decollati il Cavaliero Slingsby et il Dottor Hewett, non ostante più suppliche presentate da Personaggi al Signor Protettore perchè li facesse gratia della vita. Rispose non poterlo fare senza preiuditio del buon Popolo sotto la protettion sua. A’ 20 si radunò di nuovo la Suprema Corte di Giustitia,, dove furono levati a giuditio il Cavalliero Bennet, il Capitan Mallery et M. Woodeock; però non intendo sia per anche terminata la lor causa, sebbene c’ è poco da dubitare non debbano instradarsi in seguito delli primi. S’hebbe hieri avviso dell’arrivo a Gravesend del nipote del Cardinal Mazzarin et del Duca di Crequi, mandati da Sua Maestà Christianissima a render il compimento fattoli nella missione del Conte di Falconbrige. Furono subito dalla Corte spediti più Signori di qualità, con il Maestro delle cerimonie, a riceverli; et saranno trattati splendidissimamente. Monsignor di Bordeau, Ambasciatore di Francia, hebbe in questa passata settimana più udienze private. — 4SS — Si conferma la gran vittoria conseguita in Fiandra dalle unite forze d’Inghilterra e Francia, con la morte e prigionia di più di 4,000 Spagnoli, la presa di 6 pezzi d’artiglieria, 17 insegne e tutto il bagaglio; e che il Marechall d’Hocquencourt, che causò la rivolta della Città di Hesden, fu anche ammazzato. S’ attende pero una più particolar relatione del suddetto successo. Ch è quanto per hora se m’offere; mentre humilmente riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni colmo di feliciti e contento. Londra a’ 24 Giugno 1658. L)i Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXVIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A 24 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime dell’arrivo a Gravesend del Duca di Crequi e Monsignor Mancini nepote del Cardinal Mazzarin; e a 25 fecero l’entrata, et hieri hebbero udienza pubblica, la quale in sustanza conteneva un compimento congratulatorio toccante li buoni successi delle unite forze in Fiandra, con alte espressioni della gran stima tiene la Maestà Christianissima dell’amistà del Signor Protettore, et desiderio di manifestarla in tutta occasione: questa essendo sola la parte esteriore, chè l’interiore si tratterà nelle udienze private in risposta della missione del Signor Conte Falconbrige. Sono trattati con splendidezza et honori non praticati, tutto a spese pubbliche ; et così intendo si continuerà mentre staranno qua, con 12 della guardia d’Alabardieri di Sua Altezza nelle livree che attendono continuamente le lor Persone. In questa Corte è certo avviso che Donquerque trattò il rendersi; anzi oggi si vocifera la resa. Però se ne sospende la credenza sino che venga di là con Espresso confermata. — 489 — S’e condannato a morte un altro nella passata congiura ; et domani dovrà esser impiccato. Si procede con grande arte e rigore contro gli altri complici; de’ quali segue giornalmente nuove discoperte, l’uno accusando l’altro. Ch’ è quanto p’er hora se m’offere : accusandogli la ricevuta delle Loro de' 29 Maggio e 5 stante, pervenutemi questo giorno giunte, con ogni humiltà gli riverisco augurandoli dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a’ 27 Giugno 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXIX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 27 dei passato diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e a i.° stante il Duca de Crequi e Monsignor Mancini, dopo d’haversi licentiati da Sua Altezza, fecero di qua partenza verso Dover, di ritorno dall’ Ambasciata loro, con somma soddisfatione per il splendido modo con quale furono trattati. Si conferma la nuova della resa di Donquerque a’ 25 del passato; et quell’istesso giorno li entrò Sua Maestà Christianissima, la quale ne diede subito possesso al Generale Lockhart, che comanda l’armata Inglese in Francia et (è) Ambasciatore del Serenissimo Protettore appresso detta Maestà; il quale la fortifica a tutto potere, provvedendosi di qua ogni sorte di provvigioni a quello effetto; et fra pochi giorni si transporteranno dui reggimenti, 1’ uno de 1000 cavalli et 1’ altro aitanti fanti. Nella passata settimana pervenne a questa Corte la lista delli Ufficiali di Spagna che furono presi, et ammazzati nell’ ultima battaglia vicino Donquerque, come all’ hora gliene diedi conto : della quale incluso gliene rimetto la traduttione. — 490 — A’ r i stante procederà la Suprema Corte di Giustitia contra più prigioni nella passata congiura, discoprendosi giornalmente gente nuova. Ch’ è quanto per hora se m’offere : con humiltà riverendogli, gli auguro dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra 7 Luglio 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. S’ ha anche qua avviso della resa di Bergen in Fiandra alle armi di Francia, con la prigionia di tutti quelli erano dentro armati, eccettuato il Governatore et tre altri. Li prigioni, conforme a detto avviso, sono da 4000 fanti e 300 cavalli. Li nomi delli principali ufficiali di Spagna et del Principe di Condé, che furono ammazzati et presi nella battaglia vicino Donquerque. Delli Spagnoli. Il Marchese di Serran, ferito — Don Antonio de Cordova — Don Joseppe Mandria — Don Luis de Surriglia Don Antonio Colonna — Don Emanuel Luna Don Esguna Zoa, ferito — Il Conte Salazar — Don Fras, ferito. Ceralba, Governatore del Castello d’ Anversa —% Il Principe di Robeck — Il Marchese di Richebourg - Il Baron di Derkem - Il Baron di timbeck — Il Baron di Petersan — 11 Marchese di Constans — Il Conte di Lussen, ferito — Il Baron di Mountmo-rancy — Il Conte di Ville, morto - Il Conte di Versin, ferito — Il Conte di Mellerie, ferito — Il Conte Dordigni, ferito — Il Conte di Bergues — Coronello Mickel, morto. Capi Francesi nell’ armata del Principe di Condè. Conte Bou teville , luocotenente Generale del Principe II Conte di Col ligni — Il Conte di Mielle, mortalmente ferito — Il Baron di Sant Mars, principal armerero del Principe — Il Conte Ri- - 491 — cousse II Conte Chamilly, Maresciallo — Il Conte di Marevillc — Il Conto de Frochas, Capitan della guardia del Principe, morto — Il Clievalier de Guitant, morto — 11 Baron de Riviere, morto — Il Conte de Romainville — Il Baron de Marville — Due Luocotenenti Coronelii del Principe — Due Capitani di Cavalleria del Principe — 16 Coronelii et Maggiori. In tutto li Ufficiali Spagnoli e Francesi e Fiamenghi, tanto superiori quanto inferiori, che furono circa 800, et da 3500 fanti; et aitanti amazzati. CCXX. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Venerdì passato 12 stante il Generale Montagù, che comanda 1’ armata navale in questi mari, arrestò due navi di guerra d’Olanda che convolavano cinque altre de mercanti, cariche con merci di valore, tutte destinate per Amsterdam: il che seguì, per non haver voluto quei Stati restituire certi vascelli Inglesi, che lor navi presero a Bantam nella India Orientale. Questo non ha lasciato di cagionare qua gran timore di rottura, massime nelli negotianti in Olanda. Intendo però che hier sera Sua Altezza ha comandato tutti rilasciati , sopra la promessa di quest’ Agente eh’ intiera satisfattione sarà data alli suddetti depredati Inglesi. Tutta filiera del Conte Protettore, perchè so di certo che furono prese di espresso suo ordine. Il rilascio segue sopra una promessa, che si presuade non si compirà; e così haverà maggior fondamento il romperla, lo che alcuni giuditiosi stimano inevitabile. Le nuove leve di Cavalleria et Infanteria per Fiandra sono ridotte in stato di poter marciar all’ imbarco nella ventura settimana, non sentendosi che prosperi successi delle unite forze d’Inghilterra e Francia contra Spagnoli in quelle parti, con la presa di Bergen e Dixmua ; e se non fusse stata l’indispositione della Maestà Christianissima, si promettevano di vantaggio. L’unione a 4no ole jl."'‘ °f”! 8'°r,"° "la8«iore e Più ft-rma> dike e Donrmp Maesti dato 1J intero possesso di Mar- . 4 que 3 Sua Altezza, ttieri si cscciifA il CoroneJlo Aston ^J123 Suprema Corte di Giustitia contra contra Sua Altezza ^*°Vann* ^attely, trovati rei nella congiura possa, cioè impiccati" ' segui co1 maggior rigore che dir si che morti smembrati ^ ,lu°clli PrinciPali della Città, et prima fuori et gettati nel f 1pert°^ ^ corPÌ> il cuore et interiori stracciati le teste sonr, u 1 ^ * Poi *«one ^arti per esser posti con dove™ LPrT Je,,a GttÌ- 11 terZ0' ‘he >h°n Fr'>r’ ”d attribuito et rirnn ^ettat0 daHa *orca hebbe la gratia: il che fu ci nconoscintn -j• generosità e pietà del S * generali del Popolo alla somma morire nello istess ° *?renissimo Protettore. Domani doreranno tezza non eccederì 1™° ° tre’ Se *a misericordia di Sua Al-credere. 3 Slu-stitia verso alcun di loro, come si può Ricevo llOggi la tr sato, con una per il c °Stre Sl»noria Serenissime de’ iS del pas-glJ toccante la depred ereniSSlmo Protettore in risposta della scritta-di Diano, et sendo ^ que^a nave Inglese vicino alla spiaggia rimetter a me il mod^ ^ °Stre ^nor*e Serenissime compiaciute più degno et di ma ° ° Presentatione d’essa, ho stimato il della buona intellicTj^f10r^ servitl° in ordine alla conservatione compimento cono°at i ^ ^ presentargliela in udienza pubblica con dàlia passata contar at°n° 10 n°me L°r° per Ja sua liberatione In ordine a che Luned' C°nforme han gia fatt° Francia e Swetia. multiplicìtà de’ ^ 1 Venturo domanderò detta udienza; et se la con altra dir il Suc 1 n°n P impediscono, spero potergliene con humiltà rivere d ° .^ ^ guanto per hora se m’offere; mentre licità. °&lij gl auguro dal Cielo ogni colmo di te- £»*» i* Luglio .658. 1 ostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco BerNardi. — 493 — CCXXI. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato di mia ultima de’ 18 stante; e a’ 19 fu impiccato il Stacy, uno delli tre che dovevano morire quel giorno: li altri due hebbero la grada , il che ha causato in questo popolo impressione grande della pietà di Sua Altezza. S’ha avviso dell’arrivo a Dover de Monsignor De la Milliarè, Gran Maestro della artigliaria della Maestà Christanissima. Si vocifera venir a congratular Sua Altezza per la liberatione della passata congiura; ma havendolo già fatto questo Signor Ambasciatore Monsignor de Bordeau, si può creder sia ad altro effetto e per dar spressa alla transportatione di queste nuove leve ; tanto più sendo venuto seco il Generale Lockhart, che comanda I’ armata Inglese in Mardike e Donquerque, la quale ha fatto incursione sino alle porte di Bruges et preso gran bottino. Sono cinque giorni che il Signor Protettore si ritrova alla ri-creatione alla Corte di campagna; et sino al ritorno non convien pensare a udienza, non trattandosi ivi alcun negotio pubblico. S’ha avviso della partenza da Amsterdam di Monsignor Newport, che viene dalli Stati d’Olanda con carattere di Ambasciatore. Ch’è quanto per hora se m’offere; mentre con humiltà Li riverisco e prego sua Divina Maestà concedergli ogni felicità. Londra a’ 25 Luglio 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. — 494 CCXXII. Serenissimi e, Ecce,Untissimi Signor,, A5 (J J degno della cognitione V' C°nt° a ^ ostre Signorie Serenissime del 1 aPprovatione di Sua Al3r°> ^ ^ ^ons,g^° di Stato, con administrato alli inhabi '• ' ^* ^°rmat0 un iu ramento d’ esser conoscere ubbidienza n^f^ ^°n^Uert^ue: In sostanza di non ristrato che al Serenissim ^ ^ SU COme suPremo Magi_ Prire tutte macchine e d° rotett01e et Presente Governo, e di sco-notitia loro contr i e ' ISe*n' ^ tradimento che perveneranno alla ,0ro sta di difenderlo 1 ° ^ IU°C° Doncluenlue, e quanto in Monsignor de la Miiliarè et il r , r partenza, l’ultimo hav - Generale Lockhart fecero di qua alla sicurezza di Don ^ ° ^m° pu^^'care P]ù decreti in ordine ii prezzo delle monete *" COnvenienza delli inhabitanti, come §lie; et qUa sj tjra . ’ 'I110’ bina> pane, carne et altre vittova- sendosi già imbarcate l^ ^ tenCr PI^e fermo in que^e Parti> cavalleria; quest’armati ^ d infanteria et Più truPPe di tagù trovandosi il na'ae sotto comando del Generale Mon- * Duni a queir mormorare della tant - ' U"H °randl 1,1 Francia comincino a quei che fa n seano j - y ne^a Inghilterra : il gran Ministro sa inamente provvedere all C°nd°tta deì CaP‘^no, che è oppor-gran cose. r 11 irata. Un poco di tempo produrrà S* ha gallo, nia non ch’abb- i° ^ de^ Ambasciatore di Portocene qua, non è n a'ut0 udienza. Monsignor Newport, che Sua Altezza si r C°mparsa « tempo certo del sno tUtta'*a a^a Corte di campagna, nè si sa Pubblica in ordine al t0lno- Quando seguirà procurerò udienza COme a suo tempo ^ V°Stre S'gnorie Serenissime’ del I-° del passato altro 1' C° aCCUSarS]i la ricevuta della Loro al presente non se m’offere, che.humil- - 495 ~ m.nte riverendogli, pregar Sua Divina Maestà concedergli ogni felicità e contento. Londra a’ i.° Agosto 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXXIII. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Mercordl passato 7 stante arrivò qua Monsignor Newport. Ambasciatore d’ Olanda ; et a 9 andò senza ceremonie alla Corte di Hampton, dove privatamente hebbe udienza ; nella quale si comportò con humiltà grande et riverenza non ordinaria a Sua Altezza. Porta grave negotio, et si procede con gran secreto. Si giudica sia per far lega offensiva e difensiva e d’ unirsi con Francia e Swetia; et che a mediatione della Inghilterra debbansi presto accomodar le cose con Portogallo. Già si ritrovano a Donquerque la maggior parte delle nuove leve, età 5 stante il Generale Lockhart andò ad incontrare il Cardiaale Mazzarini all’ assedio di Gravelinge, con splendide truppe d’essa cavalleria. Si crede debba fra breve rendersi, non tanto per P impossibilità del soccorso, come per trovarsi li Francesi padroni del forte che comanda le acque. Li inhabitanti di Donquerque, sino alli Religiosi, hanno unanimamente preso il giuramento di fedeltà al Serenissimo Protettore; il quale ha chiamato il suo Consiglio alla Corte di Hampton, dove si trattano materie importantissime per l’intiero stabilimento del Governo, sendo quasi maturo il disegno per la Corona; et presto se ne vedrà l’effetto. In Corte si discorre variamente della elettione dell’imperatore (1), e del gran affronto afferto in pubblico nel Conclave all Ambascia- ci) Leopoldo I, quartogenito di Ferdinando III. — 496 — tore del Duca di Bavaria dal Principe Palatino , che gli gettò un calamaro d’inchiostro in faccia, come se questo potesse accendere una guerra tra li Principi dell’ Imperio : almeno si desidera qua; ma che il Duca di Brandenburgo si sia dichiarato contra la Swetia, non si sente con troppo gusto. Si sono dati precisi ordini di rinforzare le armate navali, et particolarmente quella nel Mar Mediterraneo. Quella sotto comando del Generale Montagù si trova nella costa di Fiandra. C'n’ è quanto per hora se m’offere: humilmente riverendoli, gl’auguro dal Cielo ogni colmo di felicità e contento. Londra a: 12 Agosto 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXXIV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, A’ 12 stante diedi conto a Vostre Signorie Serenissime del degno della cognitione Loro; e al 16 la Serenissima Signora Elisabetta, figlia seconda di Sua Altezza e moglie del Conte Cleypoole, passò ad altra vita: il che aporta tristezza e duolo in Corte, e particolarmente a detta Altezza, che svisceratamente l’amava per le singolari sue qualità, a segno tale che dal disgusto gli è sopravvenuta l’antica sua infermità di colica con la giunta di podraga; e se bene si tiene segretissimo, non sen^a pericolo della vita. Sono già 12 giorni che il Consiglio di Stato sì ritrova con detta Altezza alla Corte dt Haftipton occupatissimo, più volte radunato sino a passata mezza notte. Quel che tratta non si può intendere: si giudica però sia in ordine alla Corona, et che l’infermità del Conte Protettore li obbligherà a qualche pronta risolutione, per evitare nuovi disturbi nella Inghilterra in caso morisse prima che restasse tutto perfettionato. — 497 — Avanti hier sera il Corpo della Signora Elisabetta fu condotto per acqua, con gran seguito di bargie piene della Nobiltà, dalla Corte di Hampton a Westminster : dove fu interrato nella Capella d’Henrico Settimo. S’ha avviso che l’assedio di Gravelinge va prosperamente inanti; nè dubitano gl’assedianti d’esserne presto padroni, non ostante faccino gli assediati buona difesa col canone et salite, col che restorno morti più Capi Francesi di qualità, e 1 istesso Gene rale De la Ferté leggermente ferito. Si trasportano giornalmente gente a Francia, et a continuo suon di tamburro si fanno nella Città e sobborghi nove leve a detto effetto. Questo Signor Ambasciatore di Olanda non ha fin hora nego^ tiato cosa alcuna, stante l’idisposizione di Sua Altezza, quanto per hora se m’offere; mentre humilmente riveren og 1, g auguro dal Cielo ogni felicità e contento. Londra a 22 Agosto 1658. Di Vostre Signorie Serenissime Humilissimo et Divotissimo Servitore Francesco Bernardi. CCXXV. Serenissimi et Eccellentissimi Signori, Incluso rimetto a Vostre Signorie Serenissime il duplicato di mia ultima scrittali oggi otto; poi la quale, laudato ne sia Nostro Signore, il Serenissimo Protettore è andato sempre migliorando; et avant’ hieri cominciò a levarsi dal letto, et si spera debba fra breve ridursi in pristina salute; non havendo questi pochi giorni passati partorito altra novità di consideratione, e continuando tuttavia il Consiglio di Stato con Sua Altezza alla Corte di Hampton, presto doverassi intendere qualche rilevante risolutone. E servendo questa per accusargli la ricevuta delle Loro de’ 30 del pas- Socittì Ligure di Si. Patria. Voi. XVI. 31 J " tore, che seguì Venerdì passato 13 | 3 stante, tre hore dopo mezzo giorno. Sino del Mercoledì avanti presagò al Consiglio privato P hora della sua morte; et secondo il potere teneva in virtù del a humil petitione et avviso sopra quale è fondato il presente Go verno, nominò all’ hora per successore il Signor Conte Richardo suo primogenito. Lasciò il mondo con inimaginabil valore, prudenza e carità, e più come un religioso, che quello che haveva agitato una tanta macchina in così pochi anni. E per non tediarli con le sue au 1 tanto notorie, dirò solamente che sino alli suoi nemici hanno giusta causa di lamentare sia il mondo deprivato d un »-osi ma gnanimo et generoso spirito. Il corpo fu quell’ istessa sera aperto, et poi imbalsamato, n se li è trovato pietra alcuna, come tutti li medici e chirurghi giù ^ cavano, solo qualche arena et difetto nelli rognoni: non che ci 1’ abbia morto, ma la febbre continua sopravenutali da disgusto e malinconia per la morte della figlia Madama Cleypoole. Merita osservatione che quell’ istesso giorno de’ 13 | 3 setten 1650 e 1651 ottenne le due signalate vittorie contra il Re 1 Scotia: l’una a Dunbar, l’altra a Worchester. Subito de spirato, il Consiglio si radunò, et secondo la volont del Defunto declarò successore il Signor Conte Richardo suo pri mogenito, nemine contradicente: il che fu con sommo contento satisfattone delli principali Capi dell’ armata, come anche del Go vernatore et Aldermani della Città di Londra, che si trovarono all’ hora radunati in altra camera vicina. Col che il Consiglio passo la proclamatone, et tutti la firmorno. Questo finito, mandò tre Deputati al detto Signor Conte Richardo a dirgli che l’intiero Consiglio veniva a fargli riverenza; et sendo admesso, il Signor Presidente gli fece un oratione, significandogli in sostanza il dolore sentiva per la morte del Padre, et insieme fargli sapere che avendolo in vifa dichiarato et appontato succes sore nel Governo di quest# Nationi, secondo 1’ humil petitione et avviso, che il detto Consiglio l’haveva preso in consideratione, et risolutolo con generale consenso dell’ armata et Città di Lon dra, et che la mattina seguente se ne faria la pubblicatone. - 5oi - A che Sua Altezza ritornò quella risposta si conveniva (sendo d’acuto ingegno, generosissimo et la vera immagine del Padre), significando li dovuti sentimenti di dolore per una così gran perdita, come li riconoscimenti al Consiglio per il singoiar affetto manifestato al Defunto et a lui, et il grave peso del Governo che la Divina Provvidenza haveva hora adossatogli, quale non sperava di poter in modo alcuno sostenere che con le lor preghiere e del popolo di Dio, cui pace et prosperità procurerebbe a tutto potere nel governo di queste Nationi. In conformità di questo, il giorno seguente, dopo d’administra-toli il giuramento (l’istesso'che prese il Padre), fu proclamato nelle quattro più eminenti parti della Città di Londra e Westminster, con le maggiori solennità che dir si possa, presenti tutti li Consiglieri di Stato, Capi dell’ armata, Governatore et Aldermani della Città di Londra, et un infinità d’altre persone di qualità: il che fu dappertutto accompagnato con gran acclamationi del numerosissimo popolo, dicendo e gridando: « Dio benedica Sua Altezza Richardo Conte Protettore ». Et verso la sera fu sparata tutta l’artiglieria della Torre di Londra. Non dico questo come cosa rifertami, ma per esserne stato testimonio; non potendo che concludere trovarsi questo Principe elevato alla dignità, nella quale hora si ritrova, con una generale concorrenza et amore d’ogni sorte di popolo: et saprà conservarsi. Resta hora che siano serviti farmi subito mandare nuove credentiali a lui dirette, cioè: « al Serenissimo Richardo Protettore della Repubblica d’Inghilterra, Scotia et Irlanda ecc. », congratulando con qualche alte espressioni 1’ elevatione sua, rimettendo il resto all’ e-spressione di mia viva voce; chè seguirà conforme si rappresenterà all’ hora 1’ occasione et che giudicherò più a proposito di Vostre Signorie Serenissime, sperando, anzi assicurandomi doveran la stima et convenienza Loro appresso il presente Signor Protettore esser l’istesse et maggiori che furono col passato, per esser questo di natura candida, et tener più libera entrata da potergli dir le nostre ragioni. Se nelle credentiali saranno serviti nominarmi Residente, gli assicuro che Sua Altezza lo stimerà, et lo attribuirà a maggior ri- — 502 - spetto alla sua Persona, sendo io l’unico di tanti Ministri Pubblici appreso questa Corte che porta il carattere d’Agente. E perchè tutti li Ministri Pubblici si porranno di duolo con le famiglie e treno, sarà anche necessario faccia io lo stesso: il che segue sempre a spese del Prencipe servono. Perciò Li supplico decretarmi quello stimeran conveniente a detto effetto, raccordandogli che sin a quest’ hora non mi sono stati pagati li scuti 100 d’ argento 1’ anno decretatimi per li due anni passati et venturi a titolo di spese straordinarie, abbenchè dette spese sono state et saranno molto più: il che tutto rimetto alla somma Lor prudenza et generosità. Nelli presenti Ministri di Stato, Giudici, et altri Ufficiali non seguirà altra alteratione, sendo in questo punto uscita una proclamatone di Sua Altezza a detto effetto. Incluso haveran la traduzione di quella del Protettore. Ch’ è quanto per hora se m’offere ; mentre humilmente riverendogli, prego sua Divina Maestà concedergli ogni colmo di contento. Londra 16 Settembre 1658. Di Vostre Signore Serenissime Humilissimo et Devotissimo Servitore Francesco Bernardi. ccxxvm. Brani di lettere del Bernardi circa i preparativi pei funerali del Cromwell. A’ 25 Settembre 1658. — Si vanno facendo sontuosissime pre-parationi per l’interro, et come se fosse stato Re. Nè seguirà ancora di sei settimane, come intendo, per dar tempo alli Ministri Pubblici d’haver le loro credentiali per condolere, et poi saran, conforme al stile del Paese, convitati all’interro, convenendo va-dino di lutto col treno e carrozze... A’ io Ottobre 1658. — Il corpo del già Protettore si ritrova al presente nel Palato di Somerset (per il passato la Corte delle - 503 - Regine d’Inghilterra) esposto a vista pubblica; dove continuerà in maestà e contorme s’accostumava con li passati Re, sino all’interro che non sarà ancora de 20 giorni. CCXXIX. Breve relatione delle solennità funerali del Serenissimo Olivario già Protettore. Li Signori convitati a dette solennità eccedevan il numero di 1500; a’ quali Sua Altezza haveva fatto mandare panno tanto per essi, come per il treno e servitù, eh’ eran più d’ altri tanti. Tutta questa gente si trovò precisamente tre hore prima di mezzogiorno al Palatio di Somersett, dove ognuno fu ricevuto et conforme al grado suo condotto in stanza preparata a quell’ effetto, tutt’ aparata con nero, et intorno adornata con le armi del Defunto. La strada da detto Palatio sino Westminster (eh’ è più d’ un miglio) fu divisa con legni, guarniti con soldati in tal ordine che nessuno poteva entrar in mezzo che li convitati, le insigne delle compagnie fasciate in velo nero et li tamburi in panno. L’ effigie 0 sia statua del Defunto, fatto al vivo, che sin all’hora era stata distesa in letto, era quel giorno eretta in piedi sotto baldachino, con vestimenti regali, corona in testa, in una mano il sceptro nell’ altra il globo. Un hora dopo mezzo giorno fu riposta in un strale riccamente adornato, et portata a basso sotto baldacchino da dodici personaggi (dove la), attendeva (un) cocchio fatto apposta, aperto da tutte parti che di sopra, nel quale fu riposta. Il tetto del cocchio era adomato con molte piume e bandiere, coperto di veluto nero tanto di fuori come di dentro, e tutto intorno veluto che pendeva da 10 palmi d’ogni parte in terra, sopportato da Signori di qualità; et dui delli camerieri sedevano, un al capo l’altro a’ piedi dell’ effigie. Detto cocchio fu tirato da sei cavalli parimenti adornati con molti piumacci e tutti coperti, eccetto — 504 — gli occhi, con veluto nero clic pendeva quasi in terra: il cocchiero e postiglione con robbe lunghe dell’ istesso. Questo essendo in ordine, il Re d’ armi mandò suoi heraldi a far discender a basso le persone nelle diverse stanze, et cominciò con li inferiori. La prima divisione erano 60 poveri, tanti quanti teneva il Defunto anni, tutti nuovamente vestiti con robbe lunghe di panno nero, seguendoli due bandiere. Seconda divisone. — La servitù inferiore delli convitati, et ufficiali bassi della Corte, seguendoli altre due bandiere. Terza. — Li Ufficiali della Corte di mezzana qualità, et la miglior gente del treno delli convitati, con altre due bandiere. Quarta. — Li poveri Cavalieri di Winsor, vestiti appunto come li sacerdoti alla messa grande, essendo un costume antichissimo alli funerali delli Re d’Inghilterra: il che causò tanta risa e ru-more tra l’infinito popolo, da esso non visti mai prima, che li soldati non hebbero poco da fare a quettarlo; con due bandiere. Quinta. — Li sott’ufficiali del Secretario di Stato, delle armate, Almiralità e Tesoro, e Gentil’ huomini delli Ambasciatori e Ministri Pubblici. Sesta. — Li Ufficiali superiori del Consiglio privato et Case del. Parlamento, con li Medici et Avvocati del Serenissimo Protettore, seguendoli un cavallo menato tra due, tutto coperto con panno nero e piumacci. Settima. — Li Maestri della Cancelleria e delle Requeste, con li Aldermani et principali Ufficiali della Città di Londra, seguendoli un cavallo come sopra. Ottava. — Li Giudici della Suprema Corte della Almiralità e della Wallia, seguendoli un cavallo come sopra. Nona. — Li Giudici Supremi dell’ Inghilterrra, seguendoli un cavallo come sopra. Decima. — Li Supremi Ufficiali delle armate, seguendoli un cavallo menato tra due, tutti coperti con veluto fino in terra, et detto cavallo adornato con molti piumacci. Undecima. —Li Conti Comissarii del Gran Sigillo, seguendoli un cavallo come sopra. - S°5 — Duodecima. — Li Conti Comissarii del Tesoro, seguendoli un cavallo come sopra. Decimaterza. — Li Residenti e Ministri Pubblici de’ Prencipi, seguendoli un cavallo menato tra due, tutti coperti di veluto come sopra. Decimaquarta. — Li Titolati, ossia Pares Regni, seguitandoli un cavallo come sopra. Decimaquinta. — Li Ambasciatori, seguendoli un cavallo come sopra. Decimasesta. — Li Signori del Consiglio privato, seguendoli un cavallo come sopra. Decimasettima. — La Parentela del Defunto, seguendola un cavallo coperto di veluto nero sino in terra, et sopra armato con armi nere con piumaccio et gioie di molto valore, menato tra sei in veluto nero, che portavano ogn’ uno parte dell’ armatura del defunto. Decimottava. — L’ effigie del Defunto nella carrozza suddetta, accompagnata da tutte le parti con heraldi d’ armi, et moltissime insegne, et dieci trombettieri a cavallo, in nero, che suonavano dolorosissimamente ; essendo il veluto, che pendeva da tutte le parti più vare in terra, sopportato da Signori di qualità. Poi seguì il Governatore della Città di Londra, nel luoco del-1’hora Serenissimo Protettore: in che si mostrò gratia singolare a detta Città. Poi seguirno le Guardie della vita di Sua Altezza, et Albardieri. Arrivata la carrozza alla porta della Chiesa di Westminster, li Nobili et Ministri Pubblici posti nei luoghi preparatigli, l’istessi dieci Signori che portarono l’effigie in carrozza, ne la levorno et la portorno sotto baldacchino nel Coro della Chiesa, dove fu distesa in letto regale sotto un edificio fatto a posta, a modo di padiglione, che costa più di lire 4000 sterline, dove continuarà per tre mesi esposta a vista pubblica, et poi sarà risposta in altr’ edifìcio nella Capella d’ Henrico Settimo Re, sopra il monumento dove si ritrova 1’ istesso corpo del Defunto; nell’istesso modo si usò per il passato con li Re et Prencipi di queste Nationi. Tutta la gente suddetta andorno a due a due, vestiti li Signori di panno finissimo, li cui feraioli il più corto rastrava un palmo — 506 — in terra, alcuni otto palmi, alcuni 12 et alcuni 16, sopportati da lor Gentilhuomini. Il più corto feraiolo della gente ordinaria toccava terra. Si giudica che il panno solo, dato da Sua Altezza a questa solennità, non poteva importare meno di lire 30000 sterline (1). (1) L’ invito al Bernardi d’ intervenire ai funerali del Cromwell porta la data del 20 Novemhre 1658, ed è firmato: « André Marvell pel Cavalier Fleming ». Soggiungo due brani di lettere dello stesso Bernardi, scritte dopo la ristorazione degli Stuardi, le quali riguardano i cadaveri dei più odiati nemici di quella Monarchia. A’ 31 Gennaro 1661. — « Si stanno cercando li cadaveri dell’0.... Crunnvell c Signor Bradshawe, Presidente della Corte che condannò il passato Re, come anche quelli dell* Ireton e Pride, perchè siano disinterrati et ignominati quanto dir si possa ». A’ 14 Febbraio 1661. — « Si ritrovorono li cadaveri dell* 0.... Crumwell, Bradshawe, Ireton e Pride, li quali furono impiccati un giorno intiero alla forca comune (quello del Crumwell fresco, come se fosse morto pochi giorni prima), et poi interrati sotto essa, et le teste poste sopra la sala di Westminster». Fine. CIFRA MANDATA DA GENOVA ALL’ AGENTE BERNARDI IL 17 MAGGIO 1655. A. B. c. d: E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. S. T. V. X. Y. 8. 11. 20. 7- 2. *3- 18. 1. !7- 3- IO. r5- 12. 21. 25. 4- 16. 23. 9- 14. 24. 19- n. P- X. 26. V. 0. f. 29. q- a. e. 27. b. h. g- i. y- 28. m. t. r. 5- c. + d. 3r- 30. 34- z. 33- 32. Vane da 34 esclusivamente in 50 incitisivamente. Z. 22. 60 Re di Spagna 61 Re di Francia 62 Conte Protettore 63 Re di Portogallo . 64 . Re di Danimarca. 65 ' Re di Svetial 66 Imperatore _ 67 68 69 1 70 71 72 Generale Armata Black | Genova Firenze Napoli 73 Provenza 74 Ribellion ESEMPIO DI SCRITTURA IN CIFRA DESUNTO DALLA LETTERA DELL* II FEBBRAIO 165 8 La finezza del Conte Protettore in risuscitare la 38 13176212230 759 366248 015 429Ì9i6pzy30g26 3 r C a sa dei Pari 2019168 7529 b30gc si può creder esser stata per tener causa più di mandar 1’ una e 1’ altra a spasso giustificata 729 a30i5xr4 3’91519 2 q’r3y430 8 Ì2iri6ii2 quando noninterveniranno dis e g ni 25930e7+ 15276 zI52334g2834i5294re 1512 a suoi 7C1634181529, a ccordandosi come farà presto non 3020P I2g730i5712i 17 ; dicendo spesso i n privato: vorrò far cosi 1715 b429d3oy33 9i24g27 13rg le cose al possibile p+i6c aggiustate al i’hum ore del popolo et con- 30i8oc32i6yi9232 83q 12810+426 7344 2133b+327 2y 20i2e- tentar bestia testa 235T5y8g ognuno; ma quella gran 1134163*1730 senza 2334i6y30 mai sarà capace ragione 10829 i3ogr pi92i8p2 della g30i8i7i2i534 et ci vuol altri Dio che m’ha posto mezzi, confidando che quel 3971712 2of26 10^30 2ii2i6yi2 in mano la spada borsa mi darà 1715 10301527 330 1621 r730 e la 11 i2g 1630 1017 x30gr l’in- d’e seguirne la volontà sua. tendimento 734 i626odI7g 152 230 28i2q27i5y30 i6dr. SOMMARIO DELLE MATERIE Alcune notizie sulla rivoluzione inglese, ed antecedenti del Cromwell..........Pag. 25 16^1, S Settembre. Il Bernardi non può presentare le sue credenziali, stante l’incertezza dell’ esito della guerra tra il Parlamento ed il Re di Scozia........» 49 Disfatta del Re a Worcester, e sua fuga - Il Generale Mas- sey si è nascosto.........» 50 Sono arrestati in Iscozia Lesley, Cranfort, ed Ogleby . » ivi Relazione della battaglia di Worcester. Traduzione della lettera originale del Cromwell.......» 51 » 2/ Settembre. Il Cromwell è ricevuto in Londra . . » 52 Massey si è arreso ed è morto......* 53 » 29 Settembre. Richieste del Cromwell al Parlamento. » 54 » 9 Ottobre. Voci di scioglimento e di rielezione di un nuovo Parlamento ..........» 5 5 » 16 Ottobre. Intrighi per protrarre l’udienza al Bernardi . » 56 » 2; Ottobre. Il Parlamento proibisce l’entrata ed il commercio alle navi estere ne’ suoi porti, e la pesca ne’ suoi mari. L’Olanda, sopra tutte le altre nazioni, è la più danneggiata » 57 » 7 Novembre. L' udienza al Bernardi resta sempre sospesa. Intrighi dell’ambasciatore spagnuolo Don Alonso de Cardenas » 58 - Ambasciata della Maestà Cattolica.....» ivi Una nave da guerra olandese, ricusando di abbassare la sua bandiera, viene da due fregate inglesi combattuta ed affondata ..........® S9 Il Conte Derby è decapitato......» 60 - 5io - Il Bernardi cena privatamente col Cromwell, sua móglie e la figlia maritata all’Ireton...... . Pag. 6o i6;i, 20 Novembre. Le isole Gharsey e Man sono occupate dalle truppe parlamentari. Carlo II, nella sua fuga, era rimasto 20 giorni a Bristol, 4 a Londra e 3 a Gravesend ... . . » ivi i6f2, i.° Gennaio. Arrivo in Londra di due Ambasciatori Olandesi e di uno di Zelanda........ . » 62 Giunge anche un Ambasciatore Svedese. Sei commissari inglesi sono mandati in Iscozia......» ivi Morte del Generale Ireton, genero del Cromwell. Torbidi in Irlanda...........»63 Malcontento in Londra, pei danni risultati dalle prime ostilità coll’ Olanda.........» 64 » 21 Ottobre. Il Portogallo viene contrariato dalla Spagna nella sua tendenza a collegarsi coll’Inghilterra.....» 65 Svela il Bernardi le maligne insinuazioni, che si andavano facendo, per disturbare l’invio di un Ambasciatore Genovese in predicato nella persona del Conte Ugo Fiesco . » 66 Visita del Bernardi al Cromwell. - Una ricca nave amburghese ed altre olandesi sono catturate. Si fanno molti preparativi per accrescere la flotta inglese.....» 67 Molte navi olandesi vengono predate, cinque delle quali in servizio della Repubblica Veneta......» ivi » 1.0 Dicembre. Arrivo dell’ Ambasciatore Francese M. Bordeaux. » 68 Scontro avvenuto di 45 grossi vascelli inglesi con 80 olandesi presso Dover. Il combattimento è durato due giorni, colla perdita di 13 vascelli inglesi......» 69 » 24 Dicembre. Il Portogallo conchiuse la pace col Governo Inglese. » 71 1Gennaio. Gli allestimenti marittimi non potranno esser pronti prima di due mesi.........» ivi L’Ambasciatore Francese, il quale fu obbligato a cambiar formola nella intestazione delle sue credenziali, ebbe finalmente udienza.........» ivi Il Parlamento chiede lire 500 mila sterline in prestito alla città di Londra, per le spese della guerra . . . » 74 Il partito Presbiteriano fa bandire tutti i preti cattolici . » ivi 11 Parlamento e l’armata sono divisi in tre partiti: Indipendenti, Levellers e Presbiteriani......» ivi » i Febbraio. I Levellers pretendono che il Cromwell si dimetta da Generalissimo. L’armata ritorna in vista della città . * ivi » 17 Febbraio. Il Bernardi fa pratiche per ottenere i passaporti di due vascelli in costruzione pel suo governo ad Amsterdam. » 75 8o — 511 — i6f], 10 Mar\o. Scontro delle flotte inglese ed olandese a Portland. Combattimento durato tutto il giorno con esito incerto . Pag. 77 » 10 Aprile. Il Re di Danimarca sequestra tutte le navi e merci inglesi nei suoi porti. Bradshave spedito ivi, si salva a mala pena........... » 21 Aprile. Il Bernardi ottiene il passaporto pei due vascelli della sua Repubblica, senza la cauzione dei mercanti, ma solo sulla sua parola; e ciò per favore particolare del Cromwell . » 84 -» S Maggio. Scioglimento del Lungo Parlamento operato dal Cromwell..........» 85 » 10 Giugno. Stratagemma degli Olandesi, per salvare dalla caccia dei vascelli inglesi 300 legni mercantili . ...» 9° » /9 Giugno. Battaglia navale, con la peggio degli Olandesi e la morte del vice ammiraglio inglese Deane . . • » 91 Le navi costrutte in Amsterdam, per conto della Repubblica di Genova, sono sequestrate dall’ Olanda . . • . » 92 Il Bernardi fa pratiche per ottenere la liberazione delle merci di sudditi genovesi, che sulla nave olandese S. Giovanni Evangelista furono sequestrate dalla flotta inglese . • » 93 -» 7 Luglio. Ministri Olandesi venuti a Londra dimessamente, dopo la perduta battaglia navale, per trattar della pace . » 94 Chiamata di un nuovo Parlamento, e sua riunione a Whi- tehall...........» 95 Il Bernardi esorta il suo Governo a mandare un Ambasciatore al Cromwell, ed a rinnovargli le credenziali col titolo di Residente..........» ivi » 28 Luglio. Nuovo combattimento navale, con la perdita di 14 vascelli olandesi.........* 9^ . Il Bernardi segnala ai Serenissimi 1’ occasione favorevole per acquistare dei vascelli. Per la sua intrinsichezza col Cromwell, ottiene un passaporto al Residente di Parigi » 4 Agosto. Il Bernardi fa pratiche onde ottenere giustizia contro il capitano inglese Edoardo Stanton, che presso Algeri \en » Q7 •«— dette al Turco 12 giovani genovesi > » 14 Agosto. Altro combattimento navale presso il Texel, tra Olan- , • • » 99 desi ed Inglesi...... Relazione della stessa battaglia da (onte olandese . . » 100 Il Bernardi raccomanda al suo Governo il reclamo dell’ inglese Alessandro Bens, per riavere certe merci prese e ven- 1 • . . • » I05 - dute dagli Olandesi » 2S Agosto. Congiura scoperta contro il Generalissimo, e nomina ^ di una Corte di giustizia - S12 — L’Ambasciatore Spagnuolo, che aveva noleggiato sei navi per soccorrere Bordeaux, perde il denaro anticipato, essendo avvenuta la resa di detta città, due soli giorni dopo stipulato il contratto..........Pag. 104 Relazione sopra varii casi di navi estere sequestrate nei possedimenti della Repubblica.......» 107 Altra relazione, che rammenta i titoli in uso nelle corrispondenze diplomatiche della Repubblica . . . . » ni — 16)} , 6 Ottobre. Il Colonnello Ioice, capo d’una congiura contro il Generalissimo, è mandato nella Torre di Londra . . . » 115 Il Barone Witelhoch è nominato ambasciatore in Svezia. » ivi Per l’istanza del Bernardi, viene detenuto un certo Stanton, ma non già il colpevole dei ragazzi venduti, il quale trovasi alle Isole Barbade. Giacomo Booman sostiene la difesa dello Stanton...........»116-18 » 4 Novembre. Si tratta segretamente la pace coll’Olanda . » 119 » 77 id. Il Consiglio di Stato è in realtà composto di cinque 0 sei-persone; il resto del Consiglio e del Parlamento è tenuto dal Cromwell prò forma.......»120^. Gli ambasciatori olandesi, tornati con pieni poteri, ottennero udienza; e credesi con esito favorevole . . . » 121 » 2 Dicembre. Il rilascio dei passaporti chiesti dal Bernardi per quattro navi ad Amsterdam, non ha risultato . . . » 123 Le trattative di pace coll’ Olanda vengono ritardate, per la notizia di un naufragio di 14 e più navi da guerra olandesi...........» ivi Il Witelhok è partito per la Svezia.....» ivi ^ j Novembre. Lettera della Repubblica di Genova a quella d’Inghilterra ......... . » 124 » 9 Dicembre. Tragica avventura del fratello del Console di Portogallo ..........»125 Quegli ed un Cavaliere di Malta dalla Torre di Londra sono trasferiti a Newgale....... * rjo » 1; Dicembre. Il Consiglio di Stato rifiuta i chiesti passaporti per le navi del Governo Genovese costrutte in Amburgo . . » ivi -» 25 Dicembre. Scioglimento del Parlamento, detto di Barebone, pel ritiro de’ suoi membri............ Il Cromwell assume il titolo di Supremo Protettore della Gran Brettagna ed Irlanda.......» 132 Insistenza del Bernardi per l’invio di un Ambasciatore Genovese al Cromwell, e per la nomina sua a Residente col titolo di Conte dell’ Impero..........» ivi - S13 - Il Cromwell governa con un Consiglio privato, composto di venti persone; nò si dimette da Generalissimo . . Pag. 132 1654, 6 Gennaio. Il Generale Harisson viene degradato e relegato in sua casa..........» Il Protettore è invitato dal Governatore e degli Aldermani di Londra ad un solenne banchetto.....» ivi Proteste del Bernardi sulle cause del rifiuto dei passaporti. Fa privatamente le congratulazioni al Cromwell pel suo innalzamento ..........»i?4 » 1/ Gennaio. Il Governo del Cromwell è ritenuto dal Bernardi stabile e duraturo.......•. .»13$ Gli Ambasciatori di Spagna e,.di Portogallo complimentano il Protettore. Il Bernardi domanda una cifra per riferire cose segrete...........» 136 Resta aggiustata la pace coll’ Olanda. L’ Ambasciatore Olandese non 1’ ha tosto firmata, come voleva il Cromwell, e parte pei suoi Stati..........» ivi Memoriale del Bernardi, per avere nuove credenziali ed un compenso a’ suoi servigi.......» J37 » j Febbraio. Il Protettore viene confermato nella sua dignità con una petizione sottoscritta da tutti gli ufficiali dell’ armata e con un’altra mandata dalle Contee e dalle Provincie . . » 138 Gli Ambasciatori di Spagna, Francia, Olanda, Portogallo ed Amburgo, i Residenti di Svezia, Firenze e Svizzera, gli Agenti del Cardinale Mazzarino e del Principe di Condé pubblicamente si congratulano col Protettore. Fa lo stesso il Bernardi, sebbene non autorizzato dal suo Governo.....» ivi Descrizione del suo ricevimento.....» 139 Risposta del Protettore alla orazione del Bernardi . . » 142 Ordinanza del Protettore sulle offese di alto tratradimento ...........» 143 11 Bernardi è rimproverato dal suo Governo per la fatta congratulazione ..........» ivi » 12 Febbraio. La nave genovese Ruota di Fortuna, destinata per Amburgo, presa dagli Inglesi e condotta a Plemua, è liberata col carico..........» 145 _ Il Protettore, dopo replicate istanze, accetta pel 18 corrente un banchetto nel palazzo di Whitehall, che regalmente si allestisce per sua dimora.......» 146 28 Febbraio. Edoardo Stanton, quegli che vendette i ragazzi, è naufragato alle Barbade.......» 147 - Testo del processo intentato contro lo Stanton . . » 148 Società Ligure ài St. Patria. Voi. XVI. >3 - 5*4 - Il convito al Protettore ebbe un esito splendidissimo. Il Cromwell conferì il titolo di Baronetto al Governatore di Londra. Pag. 148 Scoperta di una congiura contro il Protettore . • » 149 i6f4, 2 Mar^o. Grandi armamenti nella Marina Inglese . . . » 150 Gli ambasciatori olandesi sono ricevuti in udienza. Resta •> accordata la pace, salvo la difficoltà della garanzia pel pagamento stabilito.........» 151 » 16 Mar^o. L’ arciduca Leopoldo manda a Londra un Agente per congratularsi col Protettore. Insinuazioni sue sospette . » ivi » Aprile. Monsignor di Bordeaux è arrivato dalla Francia, per congratiilarsi col Protettore.......» ivi L’ armata inglese, composta di 150 vascelli da 30 in 80 pezzi di artiglieria, viene contìnuamente rinforzata. - Il Bernardi potè penetrare che quella flotta sia destinata pel Mediterraneo. » 154 Ha comperato, d’ ordine dei signori Gio. Battista e Stefano Pallavicini, una nave di 500 tonellate con 32 pezzi d’artiglieria ...........» ivi Ridomanda con nuove ragioni le credenziali, e giustifica il suo atto di congratulazione al Cromwell . . . » ivi Provvedimenti del Governo Genovese all’ annunzio della destinazione della flotta inglese nel Mediterraneo . . . » 15 5 __ > 5 Maggio. La pace tra 1’ Olanda e l’Inghilterra è prossima a pubblicarsi..........» ivi Sei fregate inglesi obbligano alla fuga 48 vascelli francesi , avviati a Borneuf. Quattro di questi rimangono affondati con 1’ Ammiraglio e Vice Ammiraglio ; cinque sono catturati...........»156 Monsignor De Grand, Residente del Duca di Gueldria, è venuto a complimentare il Protettore.....» ivi Le nuove fregate inglesi sono 200 in mare e 40 destinate pel Mediterraneo, sotto il comando del Generale Bodiloe . » ivi ■ Il Cromwell si è stabilito nel palazzo di Whitehall . » ivi Proclamazione della pace coll’ Olanda . . . » ivi » 16 Maggio. L’armata navale inglese, sospende la partenza . »15f » 18 là. Articoli della pace tra l’Inghilterra e l’Olanda . » 158 » 18 Giugno. Il Vice-Ammiraglio Bodiloe ha ordine di non uscire dal canale, fino a nuovo avviso. I vascelli grossi già pronti sono 120 nei porti inglesi; da 70 in 80 in Olanda . . >160 La congiura scoperta contro la persona del Protettore, fu ordita in Francia, ed avea a capo il colonnello Fitt Iames. » ivi Il Barone Whiteloch ritorna dalla Svezia, avendo conchiusa la pace e l’alleanza........» ivi — 5*5 - Maneggi dell’ Ambasciatore Francese, per una confederazione coll’ Inghilterra........Pag. 160 Il Bernardi riceve le credenziali ; ed è munito di istruzioni a proposito dei sequestri operati dalla Spagna sui beni dei Genovesi a Milano e Napoli. Domanda ed ottiene un udienza dal Protettore. Descrizione del ricevimento . . . » 163 1654, 29 Giugno. Domande confidenziali che fa il Protettore al Bernardi, sopra i denari prestati dai Genovesi al Re di Spagna . . » 164. Offerta del Bernardi al suo Governo, di levare un reggimento di infanteria in Inghilterra, con licenza, che spera facilmente ottenere dal Protettore.......» 166 Istituzione della Suprema Corte di Giustizia, per giudicare i congiurati contro il Protettore......» ivi Testo della rimostranza del Bernardi al Cromwell . . » 167 Risposta del Protettore.......» 169 » 20 Luglio. 11 Generale Pridiaux è nominato ambasciatore presso la Corte di Russia........» 170 11 fratello del Console di Portogallo, i suoi complici, ed i rei nella congiura contro il Protettore, sono condannati a morte...........»171 Viene differita 1’ esecuzione della sentenza, per cagione della pace e lega conchiusa col Portogallo.....» ivi Tentata fuga del fratello del Console di Portogallo. È fatto decapitare insieme al Gerard, capo della congiura suddetta. » ivi Il padre del Bernardi supplica il Governo di Genova, per ottenere al figlio un compenso pecuniario . . . » 172 Dalla Camera Eccellentissima gli vengono deliberati 200 scudi d’argento per una sola volta.....» 175 Si aumenta il compenso al Bernardi fino a scudi 500 . » 176 » 24 Agosto. Il Cromwell manda 1’ armata comandata dal Blak nel Mediterraneo.........» 178 Cinque vascelli inglesi, avendo incontrate 30 navi francesi cariche di sale, ne affondano due di convoglio e conducono il resto a Plemua.........» ivi L’Ambasciatore di Portogallo è partito ; le sue robe restano sequestrate per debiti........» 179 Don Alonso de Cardenas tratta col Protettore di far venire dalla Spagna un ambasciatore straordinario per onorarlo. Il Cromwell non gli tace i motivi del proprio disgusto col Re Cattolico..........» ivi » 77 Settembre. Il Bernardi prende in affitto il palazzo che fu del Duca Hamilton, pel Conte Ugo Fiesco . . . » 180 1 - 516 - Giacomo Anfosso è mandato a Genova dall’ Ambasciatore Spagnuolo a spiarne l’intenzioni......180 - Adunasi il nuovo Parlamento convocato dal Cromwell . » ivi Orazione del Cromwell...... . » ivi Nomina del Presidente, che è lo stesso degli antecedenti Parlamenti..........» 181 1654, 2S Sett. I Presbiteriani, con a capo Bradshawe, propongono in Parlamento che 1’ armata si allontani 40 miglia dalla città e che il comando-sia dato a persona delegata dal Parlamento stesso. » 184 Il Cromwell fa chiudere la Camera, e nel giorno successivo obbliga tutti coloro che vogliono far parte del Parlamento, a sottoscrivere una dichiarazione da lui dettata . . . » 185 Il Bernardi s spende i preparativi pel ricevimento del Fiesco, dietro ordine del suo Governo, che s’illude di ottenere soddisfazione dalla Spagna........» 186 - Conferma il Bernardi, con una lettera scritta al padre, la sua convinzione sulla stabilità del Governo del Cromwell ; e ne enumera le forze di terra e di mare.....» 189 » 12 Ottobre. Non ha indizi per dubitare di una rottura coll’ Olanda: tutto crede terminato col pagamento di 100 mila sterline alla Compagnia delle Indie Orientali......» 191 Pessima impressione, passo il Cromwell, prodotta dalla notizia della sospensione dell’ invio dell’ Ambasciatore Genovese Pretesti che trova il Bernardi per dissiparla . . » 192 -La dichiarazione di riconoscimento del Governo di Cromwell è firmata da 350 membri del Parlamento sopra 400 . » 193 L’ Ambasciatore di Spagna chiede se la flotta inglese sia destinata ai danni della Monarchia Cattolica. Risposta evasiva del Protettore..........ivi Sedici grossi vascelli francesi, provenienti da Terra Nuova, catturati dalle fregate inglesi.......» ivi Accidente occorso al Cromwell, guidando al Parco sei cavalli di Barberia.........» 194 » 16 Ott. Il Conte Ugo Fiesco è compreso nei 15 soggetti proposti per l’elezione del Doge.......» ivi - Il Conte Pennaranda è destinato dalla Spagna ambasciatore al Cromwell..........» ivi Anche Venezia pensa di mandare un Ambasciatore. . » ivi La flotta comandata dal Blak, composta di 40 grossi vascelli, parte pel Mediterraneo......» ivi _ » 2] Novembre. Il Parlamento Inglese procede d’ accordo col Protettore. Metà delle tasse vengono abolite. . . . . » 196 - 5*7 - Il Bernardi visita privatamente il Protettore . . . Pag. 195 Il Protettore ha notizie che la Signoria di Genova ode con piacere le voci di divisioni c della mal ferma stabilità e durata del suo Governo.......» ivi Provvedimenti della Repubblica per l’arrivo del Blake nel Mediterraneo.........» 198 1654,14 Dicembre. Morte della madre del Protettore. Condoglianze fattegli dal Bernardi a nome del suo Governo . . » 199 L’armata navale, rinforzata d’uomini, è prossima ad uscire dalle Dune..........» ivi Invece del Pennaranda la Spagna destina il Marchese di Lede. » ivi Il Cromwell, assicurato dal Bernardi della venuta dell’Ambasciatore Genovese, gli promette il miglior ricevimento . » 200 » 31 Die. Il Bernardi chiede al Protettore una nave di sicurezza, pel trasporto del Fiesco ; e subito l’ottiene, ad onta degli intrighi di Don Alonso de Cardenas.......» ivi jé/5, 2) Gennaio. Ordine del Cromwell, pel vascello da guerra conceduto al Fiesco.........» 202 Il Bernardi va ad incontrare il Fiesco a Greenwich . » 203 Ricevimento dell’ Ambasciatore Fiesco .... » 204 Il Protettore sopprime il lutto, per festeggiare l’arrivo « del- l’Ambasciatore d’Italia ».......» 205 Commendatizia del Cromwell pel Generale Blake alla Repubblica Genovese. .......» 207 Corrispondenza dell' Ambasciatore Ugo Fiesco. 1654, iS Novembre. Alcuni Francesi, prigionieri della Repubblica di Genova, sono liberati dal Fiesco nel suo arrivo a Tolone . » 210 » ) Die. Giunge il Fiesco a Lione, accolto da Pier Giuseppe Giovo ; passa per Vienna del Delfinato, e dà notizia della resa di Clermont...........» 211 » 22 Die. Il Fiesco trovasi in Parigi, coll’ Ambasciatore Lazzaro Spinola ed il Residente Gio. Battista Pallavicino. Non può evitare un colloquio col Cardinale Mazzarino . . . » 214 Avvisa d’una tratta di denaro. Suo consiglio circa dono da farsi alla Contessa di Brienne, per conseguire gli onori regii alla Repubblica dal Re di Francia.....» 215 5, 10 Gennaio. Scrive da Dieppe al Bernardi, per ottenere un vascello di trasporto dal Protettore.......» 216 A Ry s’incontra col Bernardi....... » ivi A Greenwich il Fiesco ha notizie d’inquietudini in Londra - 5i8 - e della partenza d’una flotta di 40 vascelli, con otto mila combattenti, per le Indie Occidentali......Pdg- Gcn. Stabilito il giorno del ricevimento, il Fiesco parte da Greenwich per Londra........ Decrizione della sua entrata in Londra, e del suo alloggio. Suo ricevimento all’ udienza, e suo discorso . Cambia di abitazione. Intrighi dell’ Ambasciatore Spa- gnuolo Testo della orazione del Fiesco..... Risposta del Cromwell....... I Serenissimi di Palazzo ordinano che l’orazione del Fiesco e la risposta del Cromwell rimangano secrete . 24 Gin. Il Fiesco è visitato dall’Ambasciatore di Francia Buoni effetti che il Fiesco stima già prodotti dalla sua ambasciata ........... i.° Febbraio. Il Fiesco rileva come il Cromwell lo chiamasse ripetutamente col titolo di Eccellenza: cosa che non potè digerire il Ministro di Venezia...... 6 Febb. Va all’ udienza privata del Cromwell, ed è accolto cortesissimamente .......... II Cromwell dà fine al Parlamento Inglese Sono noti al Fiesco gli artifidi dei Ministri di Spagna, che divulgano aggiustati gli interessi con Genova Non potè e non volle dir nulla al Cromwell della commissione che ebbe dal Cardinal Mazzarino .... Testo del trattato di commercio proposto dal Fiesco al Protettore.......... Preparativi di guerra. Si sospettano contro la Spagna . jj Febb. Tre Consiglieri di Stato sono mandati dal Cromwell al Fiesco, per intavolare il trattato di commercio. Proposte loro fatte dal Fiesco......... 22 Febb. L’Ambasciatore Spagnolo diviene ognor più sospettoso dell’indole dei trattati proposti dal Fiesco .... L'Ambasciatore dell’Olanda rende visita al Fiesco, forse per indagare l’esito del trattato stesso..... 1° Mar^o. Indizi d’interne turbolenze, e provvedimenti del Cromwell Le notìzie che ricevette il Fiesco, circa il modo di contenersi del Governatore di Milano, gli procurano molto disgusto . L’Ambasciator Francese gli fa un’ altra visita : il Fiesco gliela restituisce......... S Mar^o. H Protettore ha prevenuti e sventati tutti i tentativi di rivoluzione.......... 217 219 ivi 220 ivi 222 224 225 ivi 226 228 230 231 ivi ivi 232 253 235 238 ivi 240 ivi ivi 241 - 5r9 ~ La città di Londra assolda, per sua guardia, sei mila mila fanti comandati da ufficiali scelti dal Cromwell . . • . Pag. 241 In tutto il Regno d’ Inghilterra si esige una tassa di ■ 300 mila lire sterline........» 242 Procura il Fiesco un colloquio tra il Bernardi ed il Protettore ; il quale approva le idee del Fiesco . . . » ivi Il Protettore aderisce a che il negozio intavolato venga a suo tempo ripreso dal Bernardi. Il Fiesco decide licenziarsi e partire...........» ivi i6jj, 12 Mario. Invece riceve dal suo Governo l’ordine di rimanere. » 244 Sospende infatti la partenza......* 245 Le trattative di pace colla Francia vengono interrotte . * ivi La Spagna fa grandi offerte al Protettore . . » ivi Il Marchese di Lede è di nuovo in moto per Londra . * ivi Tratta di lire 1000 fatta dal Fiesco per le sue spese . » ivi » 7; Mario. Dubbi del Fiesco sull’esecuzione dell’ordine avuto di rimanere. Si toglie dalla perplessità, col procurare un colloquio intimo fra il Bernardi ed il Protettore. Questi presenta un libro italiano, che insegna non doversi trattar cose fuori tempo; ed approva la determinazione del Fiesco . . . » 246 Ragioni del Fiesco per giustificarla.....» 247 Vantaggio di lasciare in Londra, nella persona del Bernardi , un Agente cosi amico ed intimo del Cromwell . » 248 > 2) Mario. Aspetta espressi ordini, prima di partire e domandare 1’ udienza di congedo........» ivi I medici di Londra pronosticano una prossima peste . » ivi Per questo pericolo e per altre considerazioni, il Fiesco ritorna nell’idea di sollecitare la partenza .... » 249 Conosce la mala volontà de’ Ministri Spagnuoli , nel-l’aggiustamento delle differenze pel Finale . . . * ivi La Francia mette fuori nuove pretese, per guadagnar tempo nelle trattative di pace.......» 250 II Cromwell prepara truppe volanti, per uscire in campagna. Nuovi timori di torbidi. Voci che Carlo Stuart sia partito per Colonia...........» ivi Il Fiesco enumera le tratte di denaro spiccate. > ivi » 2<) Mario. Turbolenze in Salisbury......» 251 L’ Ambasciatore Olandese fa una terza visita al Fiesco, che glie la rende. . . • • • • • • .*252 Ottiene il Fiesco 1’ ultima udienza dal Cromwell ; e con lui rimane in perfetto accordo di reciproca affezione e cordiale amicizia..........» ivi — 520 — Risposta del Cromwell al Fiesco ..... Pag- 253 16;/ , 1° Aprile. Presenziando il Fiesco una rivista di truppe della guardia di Londra, è onorevolmente ricevuto nel padiglione del Governatore ..................» 254 Siede alla destra del Governatore, anche dopo intervenuto l’Ambasciatore Olandese. Nel brindisi fatto al figlio del Protettore, gli è offerta pel primo la tazza dal Governatore di Londra, ch’egli passa dipoi all'Olandese; e così conferma per la seconda volta la precedenza di Genova su quella Nazione . » 255 — » j Aprile. La flemma inglese ritarda al Fiesco i passaporti. . » 256 L’aggiustamento con Francia si ripiglia. La restituzione del Canadà è il solo punto di controversia . . » ivi Il Marchese di Lede ritarda il suo arrivo. Si vocifera che lo Stuart sia stato preso in Inghilterra. . . » ivi Il Protettore concede un vascello da guerra al Fiesco, pel suo trasporto in Francia............» 257^__ La notizia di vascelli inglesi sequestrati in Francia , disgusta il Protettore e sospende la pace avviata . . » ivi Chiede il Fiesco al proprio Governo una galea pel suo ritorno da Marsiglia.........» ivi » ij Aprile. Il Fiesco è partito da Londra con passaporto amplissimo. Attende a Gravesend il tempo favorevole per l’imbarco. Viene accompagnato da Cavalieri di Corte e dal Conte Arundel. Ha molta gente seco, che approfitta del suo passaporto. Teme con ciò di dispiacere al Protettore, che molto lo ha festeggiato . » 258 » 24 Aprile. Partito da Gravesend, sbarca a Dieppe, dove il vascello sul quale è venuto lo saluta con 36 cannonate. È convitato dal Governatore..............» 259 Si occupa delle lettere intorno alla nave S. Agostino . » ivi Giunge a Parigi; e leva 550 doppie dal Sig. Forni. . » 260 » 10 Maggio. Intervista del Fiesco col Mazzarino. Questi lo esorta a consigliare alla sua Repubblica di profittare dell’invio delle truppe francesi in Italia.......» 261 Benché il Fiesco sia munito di un passaporto amplissimo dal Governo Francese, i doganieri aprono e visitano i suoi bauli. Egli reclama al Residente Pallavicino in Parigi. . » 263 Compita relazione del viaggio e deH'Ambasciata del Fiesco. » ivi Custituzione del Governo del Cromwell e della sua armata. » 278 Si ripiglia la Corrispondenza del Bernardi. » /9 Aprile. Il Bernardi fa noti privatamente al Protettore gli onori decretati dal suo Governo al Generale Blake . . . » 283 - \ - 521 - Un’altra armata di 100 grossi vascelli è preparata in Inghilterra, per imporre alla Francia, le cui mene per far riuscire le trame dello Stuart non restarono ignote. Le navi francesi, nei porti dell’ Inghilterra, vengono sequestrate . . . Pag. Sono nominati dal Protettore dei Giudici, per condannare i compromessi nell’ultima congiura. La confisca, sopra i loro averi, ammonta al valore di 150,000 sterline di rendita annuale ...........» Testo del passaporto dato dal Protettore al Fiesco. . » La Francia leva il sequestro sulle navi inglesi: lo stesso si fa in Inghilterra per le francesi. Speranze di aggiustamento. » 11 Marchese di Lede, partito dalla Fiandra, viene a complimentare il Cromwell........» I Giudici nominati per la condanna dei congiurati, si sono adunati nelle Provincie compromesse.....» Nuova supplica ed amara doglianza del Bernardi, circa al compenso per la sua carica......» II Marchese di Lede è arrivato a Dover, ed il 15 è entrato in Greenwhich.........» 17 Maggio. Due navi, arrivate dalle Barbade, danno certo avviso che l’armata navale, comandata dal Geneal Penn, giunse ivi con molte prede.........» Sessantacinque dei principali compromessi nella sventata congiura sono condannati a morte: quaranta d’essi graziati dal Protettore, il resto giustiziati il 13 e 14 Maggio. . . » I Giudici Superiori e Legisti supplicano il Cromwell ad accettare la corona. Gli antichi statuti contro i Cattolici vengono di nuovo messi in vigore......» » )i Maggio. Il Bernardi ha ricevuto il riassunto dell i negoziazione con Spagna, intrapresa dall’ Ambasciatore Sauli ...» L’Ambasciatore straordinario Spagnuolo ebbe il 18 una udienza, non paragonabile per trattamento e ricevimento con quella del Fiesco.........» La nave Almirante della flotta spagnuola è stata affondata con sette milioni.........» Ordine alla flotta del Blake di recarsi sopra un porto del Duca di Savoia, per proteggere i Valdesi .... » II Granduca di Toscana manda un regalo al Protettore. Questi rifiuta i doni offertigli dalla Francia, Olanda e Portogallo. Esorta il Bernardi il suo Governo a spedire un regalo al Protettore, con dolci ed altre rarità, che ritiene saranno bene accette..........» 283 284 285 — 286 ivi 287 ivi — ivi 288 - 289 ivi 290 — 291 — 292 ivi — ivi — J22 - Il Protettore tiene la sua Corte ad Hampton . . • Pag. 293 /6//, j Luglio. Il Marchese di Lede, licenziatosi il 25 Giugno, parti poco soddisfatto e senza aver nulla ottenuto ...» 294 Il Generale Penn ha sbarcata la soldatesca all’ isol.i Spa- gnuola, ed ivi si è fortificato......» ivi I graziati nell’ultima congiura sono mandati alle Barbade. » ivi Più di 200 persone furono incarcerate, per la scoperta di nuove congiure.........» ivi I Serenissimi Collegi deliberano un trattamento al Bernardi ...........» 296 » 26 Luglio. Il Bernardi assicura il suo Governo, che un loro dono al Protettore sarà accettato con particolare estimazione. Enumera e descrive i doni rifiutati del Portogallo, Olanda e Francia, e quello invece accettato del Granduca di Toscana, oltre un suo particolare. - Bando del Cromwell contro coloro che servirono gli Stuardi........ ivi L’Ambasciatore di Venezia in Francia viene destinato a Londra. Attendesi quello di Danimarca . . . . » ivi L’armata del Penn, sbarcata a San Domingo, è colta in un imboscata dagli Spagnuoli...... • » 298 L’Ambasciatore di Svezia entra in Londra, ed ha udienza. » ivi Splendida Corte del Protettore, e sua perfetta salute . » ivi » 1) Agosto. L’Ambasciatore di Svezia ebbe diverse udienze private; trattasi di lega offensiva e difensiva tra i due paesi, e della conquista della Polonia......» 300 Le vittorie svedesi sono festeggiate con fuochi, conviti e fontane di vino, dall’Ambasciatore. Questi presenta al Cromwell, a nome del suo Re, animali non più visti a Londra con fornimenti preziosi........» 301 L’isola di Giamaica è stabilmente occupata dagli Inglesi. » ivi II Blake minaccia colla sua flotta la Toscana, od altro Principe d’Italia..........» ivi La supplica presentata dai Legisti ed Ecclesiastici e secolari al Cromwell, per indurlo ad accettar la corona, non è bene accolta: anzi i principali autori sono incarcerati . . » 301 » 7 Settembre. Il Generale Penn è arrivato a Plemua. Conferma la presa di possesso della Giamaica, e l’insuccesso nell’ìsola di S. Domingo.........»30} Il Re di Portogallo annunzia l’invio d’un Ambasciatore straordinario, per la ratifica della pace. . » 304 Milizia instituita dal Cromwell in tutta l’Inghilterra . » ivi I procuratori degli interessati nella nave • S. Agostino , - 523 - Chawort, Pardini e Ferrari, per non aver latto in tempo i loro reclami, non ottengono la restituzione della merce sequestrata ai sudditi genovesi.......Pag i6sf, 20 Sett. Ricevette il Bernardi da Parigi le lettere in ritardo dei Serenissimi, colle quali gli viene accordato lo stipendio ed il compenso.......... In Porchmua arrivarono quattro navi dalla Giamaica, e con esse il Generale Venables, del quale erasi vociferata la morte. L'Ambasciatore di Venezia trovasi da due giorni incognito in Londra......... » S Ottobre. L’ ultima armata navale è arrivata alla Giamaica . Penn e Venables, esaminati dal Cromwell, sono fatti tradurre in Torre.......... Proclamazione del Protettore, per la quale restano esclusi i quattro quinti della gente di condizione dall’aver parte nel suo Governo.......... La Spagna, secondo dicesi, avrebbe sequestrato tutte le navi e gli averi degli Inglesi nei suoi dominii. Con ciò il Protettore giustificherebbe meglio la guerra dichiaratale . Il Blake insegue la flotta spagnuola, che evita di combattere. Testo della suddetta proclamazione del Cromwell . » 26 Ott. Il Blake è giunto improvvisamente a Porchmua, per fornire la flotta......... La guerra colla Spagna vieppiù si accende. Il Governatore di Fiandra sequestrò i vascelli e le merci degli Inglesi Don Alonso de Cardenas chiede licenza d’ andarsene, e non l’ottiene che dopo varie umiliazioni..... L’ Ambasciatore Veneto, qualificato dal Bernardi scrocco di porlo, ebbe udienza. Parole del Protettore al suo Segretario. L’Ambasciatore di Svezia ottiene di far leva di 4000 Scozzesi........... Il Bernardi insiste pel regalo al Protettore. I Serenissimi 1’ apparecchiano......... » Uni fregata nuova con quattro pezzi di bronzo si è bruciata. » ivi Si persa di mandare alla Giamaica 4000 donne . » ivi In tutte le provincie d’Inghilterra risiede un Governatore, con titolo di Sergente Maggiore Generale, al comando della milizia levata di recente. Si tratta di formare un nuovo Parlamento ..........» ivi i6j6, 10 Mario. La fregata Ammiraglia, poco veleggéra, è sostituita dal- P altra detta il Soverano Reale, con 100 pezzi di cannone. » 334 Monsignor di Bordeaux è di ritorno da Parigi. L’ Agente del Principe di Condé a suo malincuore fu licenziato . . » ivi A Dunkerque sono dichiarate le ostilità. L’Ambasciator Veneto rimane a Londra incognito. Il Thurloe seguita ancora ad essere ammalato ; il Cromwell gode poca salute . . » ivi — » 20 Mario. Il Cromwell, convoca il Lord Major e gli Aldermani della Città, per decretare che Londra e Westminster, abbiano anch’ esse due Generali Governatori, nelle persone di Skipton e Backster..........»336 Una fregata inglese, nominata 1’ Oratore, di 50 cannoni, batte sette vascelli di guerra a Dunkerque, affondandone tre e catturandone altri tre. Il Residente di Danimarca ebbe una lunga udienza...........» ivi » 27 Mario. È chiamato il Bernardi dal Segretario Thurloe, a nome del Cromwell, indisposto, e gli viene rimproverato 1’ ingrato procedere dei Serenissimi, qualora losse vero (come ne ha attendibile relazione) che Genova sovvenga di denaro la Spagna...........» 338 Monsignor di Bordeaux è giunto a Calais con la famiglia. » 340 Trattasi di mandare da Londra ambasciatori straordinari alle Corti di Francia e Svezia......» ivi Nota Genovese, dalla quale trapela essere fondata la notizia, pervenuta al Cromwell, dei prestiti alla Spagna. . . » 341 » 11 Aprile. La flotta inglese si è fermata a Plimua ...» 342 Vittoria del Re di Svezia in Polonia. Pace tra i Cantoni Svizzeri..........» ivi' Digiuno generale imposto dal Cromwell ...» 343 » ;8 Aprile. La flotta inglese, già forte di 60 vascelli, dei quali 8 da fuoco ed 8 pinaccie, gli altri armati di 50 in 100 cannoni , è straordinariamente provvista e rinforzata . . * 344 Giunge avviso, ingrato agli inglesi, che la flotta spagnuola sia pervenuta a salvamento in Cadice, con 18 milioni registrati. » ivi - 527 - Incerta notizia di una rotta toccata al Re di Svezia dal Polacco..........pag. J44 Monsignor di Bordeaux, tornato in Londra , ha facoltà di far leva di io reggimenti d’infanteria inglese per la Francia. » ivi i6f6, 2 Maggio. Ha il Bernardi una favorevole occasione di tenere un lungo colloquio col Protettore, per iscusare il suo Governo. Egli presenta una lettera del Pallavicino in prova. Il Cromwell dichiara di ritenere, tanto il Bernardi che il Pallavicino, inconsci della cosa; ma sostiene che le sue informazioni sono esatte ...........» 345 La lega tra il Protettore e la Svezia è conchiusa . » ivi La flotta inglese sopra Dunkerque, Ostenda e Biscaglia, continua a far prede, benché di poca considerazione. Il Veneto Ambasciatore Sagredo è giunto ad Amsterdam ...» 346 » S Maggio. La flotta inglese da Lisbona si è diretta a Cadice, in caccia della spagnuola........» 347 Monsignor Coyet, Residente di Svezia, è regalato dal Ciom-well di un prezioso gioiello col suo ritratto. Un Colonnello Inglese è inviato dal Protettore in Svezia . . . » ivi Si preparano 25 grossi vascelli per la guerra in Fiandra. » 348 L’ Olanda è inquieta pel progresso delle armi svedesi. La guerra con la Spagna ognora più si inasprisce. Maneggi della Corte Spagnuola, per favorire gli Stuardi ...» ivi Al Conte Enrico Cromwell, Governatore d’Irlanda, nacque un figliuolo che si battezzerà col nome del Protettore . » 349 Il Conte Ugo Fiesco è nominato Comandante delle galere genovesi..........» ivi r> 22 Maggio. Il Bernardi ha ricevute lettere, con le quali può giustificare il suo Governo presso il Protettore dell’ accusa fat-• tagli, e studia il miglior modo di conseguirlo '. . . » 3 50 Non crede meritare il Bernardi il rimprovero dei Serenissimi, per aver comunicato al Pallavicino ed al Fiesco quel segreto...........» ivi Il Colonnello Lokhart, che si disse partito Ambasciatore in Isvezia, si è recato secretamente in Francia per combinar l’assedio di Dunkerque........» 35° » 1° Giugno. Si è preparato il Bernardi per l’udienza domandata al Protettore .........»35I Il Lokhart è accolto in Francia con molto onore. Il Portogallo, non aderendo a tutto l’accordato col precedente Ambasciatore, in ciò che spetta a libertà di coscienza, scontenta il Protettore..........» 352 - S2S - /6j6, ij G ugno. II Cromwell ha radunato a consiglio tutti i Generali Governatori delle Provincie.......^ai' 352 Il Re di Francia, non avendo fatto caso delle ammonizioni Papali e del Nunzio, si rese più caro al Re di Danimarca ed al Protettore.........» ivi Il Lokhart viene molto accarezzato a Parigi. Vittoria del Re di Svezia a Krakenon.......» ivi Dieci vascelli inglesi, detti carbonari, scortati da una nave olandese, furono depredati dalle navi di Dunkerque . • » >vi Corte di Giudicatura eretta dal Cromwell, consistente in sette persone..........»354 Il Cromwell ad Hampton Court non riceve udienze . » ivi » 22 Gìujhj. Si sta pensando di radunare un nuovo Parlamento. » 355 Due fregate inglesi, scontratesi con cinque vascelli di guerra spagnuoli, con 1’ Ammiraglia e Vice-Ammiraglia di Dunkerque, dopo nove ore di combattimento, affondarono l’Ammiraglia e fecero 150 prigionieri.......» 35^ Decreto del Protettore, per la tassa su tutta l’Inghilterra, da 200 mila sterline ridotta a 60,000 ... . » ivi Il Bernardi è invitato da un gentiluomo all’ udienza del Protettore..........»357 » 29 Giugno. L’ udienza ha fruttato al Bernardi ogni dimostrazione di onore..........» 3 58 Il Generale Worsley è seppellito nella cappella del Re Enrico VII a Westminster.......» ivi Testo del discorso fatto al Cromwell, dal Bernardi, per giustificare il suo Governo dell’ aver prestato denaro alla Spagna. Nello stesso tempo chiede le franchigie per le merci dei Genovesi..........»359 Risposta del Protettore, e concessione a voce delle dette franchigie..........» 360 » 10 Luglio. Il Bernardi ha ottenuto finalmente gli ordini in iscritto per le franchigie, e spiega il modo di servirsene . » 361 L’ Ambasciatore Svedese avverte quello d’Olanda, che ove questa soccorresse la città di Danzica , la Svezia ne farebbe un caso di guerra.........» 362 Il Residente di Venezia , avendo dato un calcio ad una servente nella pubblica via, è dal popolaccio maltrattato e percosso ...........» ivi Avverte il Bernardi il suo Governo, che gli Ammiragli Inglesi hanno l’ordine di cominciare le ostilità contro le navi portoghesi.........»363 — 529 — if>SÓ, 20 Luglio. Il Protettore ed il suo Consiglio hanno decretata la convocazione del nuòvo Parlamento per il prossimo Settembre. Pag. 363 Avendo il Cromwell ratificata la pace col Portogallo, contramanda gli ordini a’ suoi Ammiragli .... » 564 Il Residente di Venezia presentò finalmente le sue credenziali. » ivi » }0' Luglio. Gli ordini mandati ai Governatori delle Provincie per convocare il popolo alle elezioni dei membri del nuovo Parlamento, furono firmati il 25 Luglio.....» 365 La rotta toccata alla Francia a Valenciennes, e la ripresa di Varsavia per parte del Re di Polonia, possono far mutare destinazione alla flotta inglese.......» ivi Una gentildonna chiamata Lucy Barlowe, sedicente moglie di Carlo II Stuart, viene imprigionata con un suo figliuolo nella Torre di Londra. È liberata dal Cromwell e mandata in Fiandra . . . . ,.....» ivi Una squadra inglese, in rotta da Cadice verso la Biscaglia, fa preda di cinque vascelli spagnuoli.....* ivi L’ Agente del Protettore a Lisbona è assalito e ferito da Realisti Inglesi .......... 366 Testo di un ordine di pagamento, per Lucy Barlowe, firmato da Carlo II ivi » 10 Agosto. Arrivo alle Dune di 10 fregate della flotta del Blake e del Montagù, con la preda di una nave olandese carica di 30,000 sterline in barre d’argento.....» ivi Ventiquattro grosse navi inglesi sono uscite dalle Dune: 12 di queste per guardare le coste, le altre per dirigersi a Dunkerque. » 367 L’ Ambasciatore di Svezia, licenziatosi dal Cromwell, è invitato ad Hampton Court, e siede a banchetto tra il Protettore ed il Lambert........» ivi Il Protettore fa chiamare il medico Mollins realista. Suo brindisi allo Stuart : ricompensa che riceve dal Cromwell per averlo guarito.........» 368 » 20 Agosto. La maggior parte dei membri del nuovo Parlamento sono già "eletti............. L’apertura del Parlamento, viene fissata pel 17 Settembre. » ivi Il Protettore, si fa prestare 500,000 sterline dalla Città di Londra...........» 369 » p Agosto. Vittoria del Re di Svezia contro quello di Polonia. » 370 L’ Ambasciatore Svedese è regalato dal Cromwell, con ori e gioie del valore di 6,000 sterline.....» ivi L’Imperatore d’Alemagna, col pretesto del mancato pagamento dei 3 milioni di sterline, convenuto per l’Alsazia nel trattato Soeietd Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 34 T IVI - - 53° - di Munster, dà a temere che valendosi della attuale debolezza della Francia, le dichiari la guerra . Pag- 371 Blake e Montagù, nel porto di Malaga, presero ed affondarono nove grossi vascelli spagnuoli, tra essi una galera genovese al servizio di Spagna....... » ivi Le elezioni del Parlamento sono compite. . . » 1V1 16$6, 2} Settembre. Il Protettore si premunisce verso la Fiandra. Muova congiura scoperta........»373 Il Presidente Bradshawe ed altri cospiratori imprigionati. » ivi La Spagna tenta di corrompere il Blake . . . » 374 La Repubblica di Venezia restituisce al Cromwell cinque navi inglesi, catturate nel combattimento di Candia contro il Turco. » Il Residente di Firenze fa un novello presente al Protettore » ivi Difficoltà del Cromwell col nuovo Parlamento. Suo proclama, e bando contro il partito Realista . . . » 37S » 5 Ottobre. Il Parlamento si è radunato il 27 Settembre. Descrizione della cerimonia, nell’andata del Cromwell a Westminster . ........ » 377 Orazione del Cromwell, nella quale enumera tutti gli attentati commessi contro di lui......» 378 Sessanta membri del Parlamento, stati prima esclusi, ricevono nel giorno seguente i biglietti d’entrata . . » 379 » 16 Ottobre. Il Parlamento approva la guerra dichiarata alla Spagna, e prepara provvedimenti per seguitarla vigorosamente . » 380 Sette grosse navi spagnuole, con una portoghese di preda, sono incontrate dal Blake : resistono per sei ore di lotta, ma due di esse sono cacciate sulla costa ed arenate, un altra abbruciata, la quarta affondata; altre due prese col valsente di un milione di sterline in argento e merci ; l’ultima è riuscita a fuggire colla portoghese............» ivi — Il Governatore di Lima, che si trovava in una delle suddette navi, si caccia nelle fiamme con la moglie e due figlie . » 380 Il Perù è devastato dai terremoti . . . . » 381 11 Conte di Bristol in Fiandra viene imprigionato e muore. » ivi L’ Ambasciatore d’Olanda ringrazia il Protettore per aver contribuito alla pace colla Svezia.....» ivi Seguitano a Londra i preparativi di navi e di gente. È decretata una rivista di 16,000 cavalli e 28 mil^ fanti . » ivi » 38 Ottobre. Il Parlamento decreta un digiuno e rendimenti di grazie al Signore, per le ottenute vittorie contro le navi spagnuole. » 382 Si forma una nuova compagnia di guardia alla persona del Protettore..........» ivi T - 531 — Il Parlamento conferma le nomine del Gran Cancelliere e delle altre principali cariche, fatte dal Cromwell . . Pag. 383 Nell’Irlanda si sono imbarcali 1200 soldati veterani, coi rispettivi ufficiali, destinati alla Giamaica . . . » ivi 1656 , 7 Novembre. Dalla Giamaica sono arrivate tre fregate cariche di preda..............» 384 Le leve imbarcate per la Svezia ammontano a 4000 ; con altre 6000 si compirà il totale concesso . . . » ivi Il Generale Blake ha sequestrato molte casse di seta, appartenenti a cittadini genovesi......» ivi Della preda fatta sui galeoni spagnuoli arrivò a Porchmua l’argento, in peso di 300 mila libbre da 12 once. Le altre merci sono valutate in 150,000 sterline . . . - » 385 Il Blake con 24 fregate svernerà sulla costa spagnuola. Altri 10 grossi vascelli gli saranno spediti . . . » ivi È vietato al Bernardi di occuparsi Sinibaldo Fiesco, bandito da Genova...............» ivi » ij Nov. Il tesoro preso agli Spagnuoli si è verificato essere del del peso di 336,890 libbre da 12 once. Una cassa di gioie e perle è stimata un milione di lire sterline .... » 386 Il Generale Braisner è partito dall’ Irlanda con quattro fregate e sei navi cariche di munizioni e gente per la Giamaica . » ivi » 26 Nov. Sono arrivati a Whiteha'l 56 carri, con 4000 libbre d’argento per carro, più le gioie. L’ argento venne consegnato alla zecca per farne moneta........» ivi Il Marchese di Badex ed altri prigionieri Spagnoli sono trattati cortesemente dal Protettore.....» 387 Si danno ordini per formare un Banco di tre milioni di sterline, onde far fronte alle spese della guerra colla Spagna . » ivi Il Parlamento tratta di aggregare la Scozia alla Gran Bretagna, uniformandola alle leggi e franchigie inglesi . . » 387 Continua la fortuna delle armi svedesi. L‘ esercito moscovita è obbligato a levar l'assedio di Riga .... » 388 » 4 Dicembre. Il Parlamento vuole dichiarare il diritto d’eredità nella famiglia del Protettore; questi di ciò mostrasi quasi sdegnato. » ivi Altre prede fatte sugli Spagnuoli all’ Avana e a San Domingo ...........» 389 I soldati venuti col Montagù a Londra, per scorta del tesoro preso agli Spagnuoli, hanno quattro lire sterline di premio a testa............» ivi » 18 Dic. V elevazione alla dignità reale del Protettore, è contrariata da suoi intimi amici . ...... ivi « 532 ~ L’ Olanda, che arma io grossi vascelli, mette in sospetto il Protettore. Ordini, per visitare i legni francesi, dati al Blake. Pag. 390 — Il Residente di Svezia, in una udienza privata, conferma il prospero successo delle armate del suo Re. . . . » 1VI 27 Die. È scoperta la congiura della setta dei Tremolanti, che ha per capo Giacomo Nayler. Questi è arrestato e lasciato giudicare dal Parlamento, che lo condanna alla pena dei bestemmiatori. » 391 Anche nell’armata furono scoperti alcuni di quella setta. » 292 Sono partite altre otto fregate per unirsi alla flotta del Blake. » ivi — Morte del Re Giovanni IV di Portogallo. • . . . » ivi Il Lockhart e 1’ ex Governatore di Londra vengono creati Cavalieri e Baronetti........» ivi J6j7 , 5 Gennaio. Si sospende l’esecuzione della sentenza del Nayler. » 393 ^ Il Protettore soffre di colica......» ivi Statistica di Londra ; dove di 16,625 persone morte, sei solamente furono colpite di peste......» 394 Supplizio del Nayler........» ivi » ij Gemi. La Spagna fa ogni sforzo per radunare 40 navi, onde combattere il Blake .1.......» ivi — Carlo Lomellino, raccomandato dal Residente Pallavicino di Parigi, è partito da Londra per l’Olanda ...» £95 ** » 2j Gemi. Il Lokhart è incaricato di combinare coll’ Ambasciatore di Svezia una triplice alleanza..........» 39^ Souo scoperti altri attentati contro la vita del Protettore. » ivi » 22 Febb. 11 Parlamento decreta una nuova tassa di 400 mila sterline, da riscuotersi pel 24 Giugno venturo, affinchè oltre le 60,000 pagate ogni mese dall’ Inghilterra, abbiano a servire per sostenere le spese della guerra . . . . » 398 Il Sindercom, principal congiurato nell’ attentato contro il Protettore, è sentenziato a morte colla pena dei traditori . » ivi Altri complici sono scoperti ed arrestati. Don Alonso de Car-denas è creduto instigatore della congiura . . . • » 399 » S Mario. Il Parlamento avendo ricevute varie suppliche anche dalle Provincie, per indurre il Protettore ad accettare la dignità regale, vota il bill che riesce approvato ... » ivi Il 2 Febbraio è festeggiato con ringraziameli a Dio, per la sventata congiura.........» ivi Il Sindercom, condannato a morte, si avvelena in prigione. » 401 Sua dichiarazione scritta : il suo corpo è squartato . . » ivi Il Marchese di Badex e gli altri prigionieri Spagnuoli, sono messi in libertà dal Cromwell, e mandati in Spagna con vascello inglese.........» ivi I ------ 1 . - 533 “ Due grossi vascelli provenienti da San Domingo, con carico del valore di 30,000 sterline, vengono dalle fregate inglesi catturati...........Pag. 401 — /6/7,1/ Mar^o. Il Parlamento Inglese si prepara, con digiuni, orazioni e prediche, implorando il divino aiuto, per meglio riuscire nella supplica al Protettore........» 402 Votazione di due articoli sui diritti di successione e sulla nomina dei membri delle due Camere già di spettanza del Re » 403 Prossima spedizione di un esercito in Fiandra, per la via di Franca. Occasione propizia pel Protettore di allontanare i f Levellers..........» ivi Stefano Pallavicino e Gio. Giuseppe Maria Grimaldi, i quali sv sono raccomandati al Bernardi per ottenere il ricupero delle loro merci sequestrate dal Blake, lo inducono a chiedere una pubblica udienza. Questa gli è concessa per il 13 Marzo . » ivi •» Nella stessa udienza il Bernardi, a nome del suo Governo, si congratula col Protettore per lo scampato pericolo, e perora a favore dei suoi raccomandati ....... 405 Risposta soddisfacente del Cromwell .... » 406 Rammenta, il Cromwell, la sua doppia parentela colla famiglia Pallavicino........» 407 - I Serenissimi rimproverano al Bernardi di aver fatto mo-^ tivo di pubblica udienza la raccomandazione del Pallavicino e del#Grimaldo. . . . . . . . . » ivi — » 6 Aprile. La supplica del Parlamento al Protettore è formulata in 12 articoli.........» 407 II Protettore riceve, il 10 Aprile, la sudetta supplica. Orazione del Presidente........» 408 Il Cromwell, con una copiosa ed eloquente risposta, chiede tempo a riflettere........» 409 Non ancora, nel giorno 13, il Cromwell si decide a rispondere. » ivi Al rimprovero dei Serenissimi, il Bernardi fa una debita risposta..........» 411 » 26 Aprile. Seguita il Cromwell indisposto e renitente ad accettare la corona . .........» 412 Scoperta fatta, il 20 Aprile, della maggior congiura fin qui tramata contro il Protettore ed i suoi aderenti. Il Generale Harrison, il Vice-Ammiraglio Lawson, il Colonnello Rich ed altri, in numero di 24, sono arrestati e chiusi nella Torre. » 415 I congiurati, supposti in numero di 2,684, appartengono alle varie sette dei Millenari, Levellers, Tremolanti,~Anabattisti e Presbiteriani......- • » ivi i ♦ I J — 534 - Ordine della congiura. Il Segretario Thurloe fu il primo ad averne sentore......... Pag. 4!3 I vascelli arrivati dalla Giamaica recano buone nuove di quella guarnigione........ . » ivi Morte dell’ Imperatore....... » ivi Nessuna speranza di buon esito si ha per gli interessati della nave S. Agostino................» ivi — Le nuove leve consistono di 15 mila fanti, che sono pronti ad aggregarsi alla vecchia milizia. Gli ufficiali saranno scelti tra quelli che non secondano i disegni del Protettore . . » 414 , 7 Maggio. Il Protettore non ha ancora manifestato il suo pensiero circa l’offerta della corona......» 415 Trattato fra il Cromwell ed il Mazzarino . . » ivi Altri complici della congiura scoperti ed incarcerati. • » ivi II 12 Maggio partirono 3 mila fanti, comandati da Giovanni Regnolds, per Dover; e furono imbarcati per la Francia. Altri sono pronti, fino a compiere i 12 mila ivi destinati . . » 416 Il Residente di Firenze, a nome del Granduca, presentò un nuovo regalo al Protettore.......» ivi — Il Re di Marocco mandò in dono al Protettore due leoni ed un leopardo.........» ivi Arrivo di un Agente del Dey di Tunisi, per trattar di pace e commercio col Protettore.......» ivi » 24 Maggio. Il Cromwell ricusa formalmente il titolo di Re, nè vuole che il Parlamento più insista in proposito . . » 417 Le nuove leve per la Francia sono sbarcate a Boulogne. » ivi Un ricco vascello olandese, proveniente dalle Canarie, è predato dagli Inglesi . . ......» ivi — Il Generale Blake ha l’ordine di visitare tutte le navi olandesi. » 418 » ji Maggio. Il Parlamento decide di confermare al Cromwell solennemente il titolo vii Conte di Protettore. ...» ivi Altri 3000 fanti sono arrivati in Francia , a compimento del numero stabilito. Altre venti grosse fregate si dispongono .per la Fiandra.........» 419 Il Blake non può temere i preparativi della Spagna, anche se a questa si unisse 1’ Olanda......» ivi » 10 Giugno. Il Protettore ha ricevuto con grande solennità l’istru-mento del Governo, in virtù del quale egli resta stabilito con assoluta autorità.........» 420 Un Generale, mandato dal Blake, annunzia una grande vittoria sopra i galeoni spagnuoli, nel porto di Santa Cruz a Teneriffe.......... » ivi - "T 535 — Il Parlamento è prorogato fino all’ Ottobre . . . Pag. 420 Sono uscite dai vari porti inglesi 12 fregate: altre 8 le seguiranno. L’intiera armata è di 62 vascelli. . . » ivi Avvisa il Bernardi il suo Governo, come a Londra si vociferi di un trattato che alcuni privati Genovesi avrebbero conchiuso con la Spagna, per fornire navi di trasporto onde trafugare 1’ argento proveniente dalle Canarie . . » 421 Agostino Rossetti, sedicente cittadino genovese, chiede al-l’Agente Bernardi assistenza e protezione . . . » ivi Relazione del Generale Blake, risguardante la vittoria a Santa Cruz contro gli Spagnuoli......» 422 Nomi dei morti e dei prigionieri, in cotesto fatto . . » 423 /6/7,2/ Giugno. Il Parlamento decreta una nuova tassa, di 95,000 lire al mese. ...... ... » 424 Le assicurazioni dell’ Ambasciatore Olandese, fatte al Protettore, circa leale amistà del suo Governo, non sono da tutti credute sincere.........» 425 La nave olandese Stella Mattutina, è fatta scaricare e sottoposta a processo giuridico......» ivi » 2 Luglio. Un parente del Protettore fa offrire al Governo Genovese , per mezzo del Bernardi, un suo secreto per la fabbricazione del sale e del salnitro....... » 426 — » 12 Luglio. Solenne vestizione del Cromwell, col titolo di Conte Protettore..........» 428 Morte del Residente di Firenze, Amerigo Salvietti . » ivi Relazione della solenne vestitura del Cromwell . . » 439 » 2} Luglio. Il Bernardi rammenta al suo Governo essere trascorsi sei anni, da che tiene la carica di Agente, e non aver ricevuto altro compenso che 3,500 scudi d’ argento . . . » 432 -Chiede il Bernardi nuove lettere credenziali, stante l’innalzamento del Cromwell, e di essere nominato Residente . » 433 I Serenissimi ordinano di rispondere al Bernardi con parole dolci, ma negative.........» 43 4 » 2/ Luglio. Il Generale Montagù è partito per prendere il comando della flotta, consistente in 30 grosse fregate che unite alle altre sommano a 65........» ivi — Le leve per il Portogallo sono compiute. Altre leve si fanno per la Svezia di 3000 uomini.....» ivi L’isola di Santa Caterina, o Provvidenza, dicesi tolta agli Spagnuoli..........» ivi II Cromwell esprime il suo cordoglio per l’infierire della peste a Genova; e fa voti perchè Iddio la risparmi! . . » 435 _ I 5,6 - Testo dell’orazione fatta dal Presidente del Parlamento, •«> Conte Wridnington, in occasione della solenne vestitura del Cromwell..........Pag. 435 I^S7 > 9 Agosto. Il Generale Lambert, per essersi rifiutato a prestare il nuovo giuramento, è destituito dal Cromwell. Secreti motivi della dimestichezza di questi colla moglie del Lambert . » 438 Il Blake fa preda di una nave olandese, proveniente dalle Canarie...........» 439 _ Altre sue prede e prigionieri spagnuoli ... » ivi Rinnova il Bernardi le sue lagnanze ai Serenissimi, per non ricevere compenso, nè risposte alle sue lettere . . » ivi . » 20 Agosto. Offre il Bernardi al suo Governo il potente appoggio del Protettore, se mai fosse vero che la Toscana, 0 qualunque altro vicino, approfittando della desolazione cagionata dalla peste, minacciasse il territorio genovese .... » 440 -Il Generale Montagù attende l’armata olandese del Ruter, che si suppone rechi il tesoro dalle Canarie . . » ivi La proclamazione del Protettore è ripetuta colle stesse solennità nelle Provincie Inglesi, nella Scozia e nell’ Irlanda. » ivi Gli Aldermani di Londra prendono in affitto per sette anni le entrate di tutta la Gran Brettagna, pagando al Protettore 6oq mila sterline all’ anno, con due mesi di anticipazione . » 441 Annunzio della morte del Generale Blake. ...» ivi - ^ » 27 Agosto. Don Francesco di Mello, ambasciatore straordinario di Portogallo, è arrivato con un gran treno a Gravesend . » 442 -Il Protettore nomina tre Consiglieri di Stato, al posto del Lambert e d’altri faziosi............» ivi Grave infermità dominante in Londra, dalla quale il Bernardi è pur colto. Favori particolari che egli riceve dal Cromwell e da’ suoi medici........» ivi » 10 Settembre. Splendida entrata in Londra dell’ Ambasciatore di Portogallo..........» 443 Sono inviati due Ministri del Cromwell alle Corti di Svezia e Danimarca......... » ivi Non ha lettere il Bernardi, da otto settimane; però è contento di sentire per altra via, la cessazione del contagio in Genova..........» ivi - » 20 Sett. Il Protettore è venuto a posta da Hampton Court, per ricevere 1' Ambasciatore di Portogallo. Pretese di questo per l’aggiustamento coll’ Olanda......» 444 La flotta olandese è visitata dall’ inglese, e lasciata proseguire nel suo viaggio........» ivi — 537 — Funerali del Generale Blake a Westminster. Grandi onori resigli dal Protettore ........Pag. 444 Suntuoso banchetto dato a tutti i Consiglieri di Stato , ad Hampton Court dal Protettore, nel quale s’imbandirono tanti piatti quanti sono i giorni dell’ anno . . . . » ivi Nuove istanze e querele del Bernardi, pel ritardo di lettere e denaro .................» ivi 16/7, 1.0 Ottobre. Udienze private date dal Cromwell agli Ambasciatori di Francia e Portogallo.......» 445 Il Maresciallo Tureine ha spedito un espresso, per chiedere il rinforzo di un’ altra brigata d’infanteria inglese, che fu subito conceduto.........» 446 Seguita il prospero successo delle armi svedesi, anche contro la Danimarca.........» ivi Si dispone il Protettore alla convocazione delle due Camere, cioè dei Pari e dei Comuni.....» ivi » 8 Olt. Le forze unite di Francia ed Inghilterra s’impadronirono di Mardike in Fiandra ; e ne fu dato il possesso al -Generale Morgan per il Protettore........» 447 Quattro mila fanti di vecchia milizia, sono pronti per l’imbarco verso la Fiandra........» ivi Il Generale Reynolds, comandante le truppe inglesi, è partito per la Francia . . . ' . . » 447 Si lamenta il Bernardi delle ritardategli le credenziali per congratularsi col Protettore, e di non vedere ancora esaudite le“sue suppliche...... . . » ivi » 22 Ott. Cento cavalli scelti sono imbarcati per la Francia . » 448 Il figlio del defunto Salvietti, nella fresca età di 18 anni, viene accettato nella carica di Residente Toscano. . . » ivi I ladri spogliano la casa del Residente di Venezia, e lo lasciano quasi morto........» ivi Trattative di matrimonio della figlia minore del Cromwell con un Signore della antica nobiltà inglese. ...» 449 Nuove suppliche del Bernardi. Ordine dato dai Serenissimi di pagare al Fiesco tutti i crediti del Bernardi . » ivi » / Novembre. Il Lockhart è ritornato, e partito entro tre giorni per la Francia..........» 450 Mardike è fortificata dagli Inglesi.....» ivi Circostanziata relazione del Bernardi sugli amori della figlia del Protettore col Barone Rich......» ivi Attacco degli Spagnuoli, capitanati dallo Stuart e dal Marchese di Carasena sopra Mardike, ributtato dagli Inglesi . » 451 — 538 — ì6/7, 15 Nov. Il Bernardi, a nome del suo Governo, rende grazie alla persona che offerse il secreto del sale e del salnitro. Sue cautele nel patrocinare pei sudditi genovesi .... Pag. 452 » 2/ Nov. Magnificenza e splendidezza nello sposalizio della figlia del Cromwell col Rich. Matrimonio conchiuso di un’ altra figlia del Protettore con Lord Falconbridge. Detto del Cromwell, a proposito del matrimonio de’ suoi figli . . . » 453 Presa d’un vascello olandese, con carico del valore di 30,000 sterline, sequestrato col pretesto d'indennizzare i danni antecedentemente patiti dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali. » ivi Il Protettore partecipa nella formazione di una nuova Compagnia delle Indie, costituitasi col fondo di un milione e mezzo di sterline..........» ivi » j Dicembre. Riceve il Bernardi le lettere da Genova, col ritardo di tre mesi. Suoi sospetti di malignità; teme che anche le sue lettere siano andate perdute......» 454 Nozze di Maria Cromwell col Barone Falconbridge, cele- brate ad Hamptont Court.......» ivi Monsignor Newport, Ambasciatore Olandese, è partito ; ed ha rifiutato un dono del valore di mille sterline, offertogli dal Protettore..........»455 Un Maggiordomo dell’ Ambasciator Francese, che uccise il cuoco di casa, fugge col Newport.....»3 55 Grandi provvigioni sono mandate dall’ Inghilterra per fortificare Mardike.........» ^ ivi La Danimarca subisce continue rotte. Ha perduto la piazza Frederischs-Ode e l’isola di Fionia occupata dal Generale Wrangel..........» ivi » 16 Die. Allegrezze e feste alla Corte del Protettore, per le duplici nozze..........» 456 Il Generale Reynolds è naufragato e morto alle bocche del Tamigi..........» 457 » 26 Die. Sono invitati dal Protettore 60 membri, dei 70 che de- vono comporre le nuove Camere. I dieci membri, riservati dal Cromwell, sono suoi fedelissimi.....» 458 L’Ambasciatore Portoghese insiste presso il Protettore, per l’aggiustamento coll’ Olanda . . . » ivi Mardike è del tutto assicurata agli Inglesi, con le compiute fortificazioni.........» ivi Nascita del Principe di Spagna annunziata a Londra. Dicerie in proposito.........» ivi Le feste di Natale, Pasqua e Pentecoste sono abolite dal - 539 — Consiglio di Stato. L’interprete del Residente di Venezia ed altri sacerdoti cattolici vengono arrestati .... Pag. 459 Teme il Bernardi siano andate smarrite le credenziali speditegli: nulla ha ricevuto del richiesto .... 1658, 7 Gennaio. Si rallegra il Bernardi nel sapere che la peste in Genova è cessata ......... Gli Spagnuoli nulla tentarono sopra Mardike, per toglierla agli Inglesi.......... Conosce finalmente il Bernardi la deliberazione dei Serenissimi, nell' avergli fissata la somma di cento scudi all’ anno per le spese straordinarie; e li ringrazia .... Il Protettore, coll’intervento della Francia, tratta d’obbligare 1’ Olanda ad un accordo col Portogallo » 14 Gemi. Giorgio Downing è destinato dal Cromwell per suo Residente in Olanda........ Ricardo Cromwell, figlio del Protettore, è nominato membro del Consiglio privato....... » 21 Gemi. La nuova Compagnia delle Indie Orientali ha sei fregate disponibili Strana comparsa, sulla spiaggia della Scozia a Dondee, di un uomo di ignota nazione, ivi giunto sopra un tronco d’albero scavato.....« .v . t> . Elezione di un nuovo Console pei G«ìpresi in fcpnara . » 4 Febbraio. Il Protettore inaugura, nel giorno 30 Gennaio, il nuovo Parlamento, per costituire la Camera dei Pari fino allora detta « 1’ Altra Casa »....... I primi quattro giorni di seduta del nuovo Parlamento sono passati nel costituirsi, decretar digiuni ed orazioni » 11 Febb. La nomina dei membri della nuova Camera dei Pari occupa, per dieci giorni, la Camera dei Comuni in dispute ed intrighi........... Reconditi pensieri del Cromwell, supposti dal Bernardi . Detto del Cromwell in un colloquio privato . II Downing è accolto in Olanda con grandi onoranze Gli Spagnuoli, ad onta dell’ opportunità de’ grandi geli, nulla osarono tentare in Fiandra....... » 18 Febb. Il Protettore, entrato nella Camera dei Pari, fa chiamare i membri della Camera dei Comuni ; e dopo una breve riprensione li discioglie......... » 4 Mario. Morte del Conte Ricb, marito della figlia minore del Cromwell.......... Una nave olandese, proveniente dalle Canarie, è presa dagli ivi 460 ivi ivi 461 462 ivi 463 464 465 ivi 466 ivi ivi ivi ivi 467 468 * — 54° — inglesi con 60 casse di reali da 8. Oltre i 40 vascelli che sono nel mare di Fiandra, se ne allestiscono degli altri . Pag. 468 - Il Conte Magnus de la Gardie (Generale del Re di Svezia in Livonia ) riporta una vittoria sul Generale polacco Gcn- ziewski..................» ivi L’ìsola di Fionia è già in possesso della Svezia . • » 469 Creazione di due nuovi Cavalieri, pel Cromwell . . » ivi Nuova congiura scoperta. Riccardo Cromwell è nominato Generalissimo.........» ivi I Principi confinanti con Genova non lasciano libero passo alle corrispondenze della Repubblica.....» ivi - Discordie seminate nel Parlamento e nell’ armata dai nemici del Cromwell....... . » ivi Ha ricevuto il Bernardi dal Fiesco la rimessa di scudi 1500, per tre semestri d’ onorario ; non però la somma decretatagli a titolo di spese straordinarie......» 47° ~ 16j8,14 Mario. Nuovo proclama del Cromwell contro i Realisti ed i Cattolici..................» iv* Altri arresti. Funerali del Conte di Rich. . . . » ivi II Downing è passato dall’ Olanda all’ isola di Fionia. Sue trattative per combinare la pace tra la Svezia e la Danimarca...........» 471 Il Granduca di Toscana ha vietato ad alcuni vascelli inglesi di prendere carena ne’ suoi porti . . . » 471 -» 21 Mar\o. Il Downing, in sole 24 ore di trattato, ha conchiusa la pace tra la Svezia e la Danimarca. Capitoli dell’ accordo. » 472 Un certo Isola chiede 1’ assistenza del Bernardi, per ottenere gli sia levato il sequestro sopra una sua paccottiglia d’armi. » 473 ~ I Serenissimi ammoniscono il Bernardi, pel suo troppo zelo nel proteggere private persone. L’Isola non era Agente loro, nè incaricato di alcuna missione......» 474 — » 31 Mario. Il Protettore, chiamati il Governatore di Londra ed Aldermani, fa loro una requisitoria sui pericoli minacciati dai Realisti, ordina di reclutare la milizia della Città e di assicurarla sotto capi affezionati e fedeli. Supplica della Città, presentata in risposta al Cromwell.....» 475 II Bernardi ha ottenuta la restituzione delle armi sequestrate all’ Isola. Partenza di Tommaso Schinner per un viaggio di scoperta..........» 476 - Supplica degli ufficiali di più reggimenti dell’armata, perchè il Cromwell governi con dignità regale . . . » ivi » 10 Aprile. La supplica al Cromwell e la dichiarazione di fedeltà è » — 5-)[ — firmata da 27 colonnelli e 200 ufficiali, non inferiori al grado di capitano..........Pag. 477 La Città di Londra propone al Protettore la nomina di 12 Colonnelli per la sua Milizia. Detta nomina è approvata . » ivi I rapporti coll’ Olanda sono migliorati. Nuova sicurtà e garanzia, nell’ impiego dei suoi vascelli, data all’ Inghilterra . » ivi II Protettore ha notizia che Venezia, Firenze e Parma fecero lega offensiva e difensiva col Papa e coll’ Imperatore ....... ... » ivi iójS, 22 Aprile. Notabili successi delle armi inglesi, nelle isole di Giamaica e di Cuba. Cinquanta e più Spagnuoli sono rimasti prigionieri 0 morti. Il Maestro di campo Don Francisco di Prenda è condotto prigioniero in Inghilterra . . » 478 Naufragio dei vascelli spagnuoli col tesoro alle Bermude. Ventimila pezzi d.i 8 reali sono ricuperati da quegli isolani. » ivi A sei mila ascendono le truppe inglesi nella Giamaica . » ivi Seguita prospera la fortuna delle armi francesi ed inglesi in Fiandra . . . . . . • • » ivi Quattro navi mercantili inglesi, con carico di 40,000 sterline in valore, sono predate da alcuni vascelli biscaini . » ivi 1 negozianti inglesi, che facevano traffico colla Spagna, indagano se il Protettore sia disposto alla pace. Il Bernardi non lo crede..........» 479 Gli agenti luterani di Polonia, di Boemia e dei Valdesi ottengono dal Protettore il permesso di fare una colletta per sollevare le loro miserie. Questa colletta produrrebbe almeno 200,000 sterline, ,e potrebbe servire a doppio fine .... » 479 Duemila fanti sono stati imbarcati per la Svezia . » ivi L’Isola, genovese, ha lasciato in Amsterdam debiti di considerazione ........ » ivi » 2 Maggio. I Comandanti dei nuovi sei reggimenti della Milizia della Città di Londra hanno presentata una supplica di devozione e fedeltà al Protettore. Molti compromessi, che già tenevano le patenti dello Stuart, sono imprigionati . . » 480 Mille fanti inglesi sono approvigionati e spediti a Mardike. La lega tra la Francia, la Svezia ed il Protettore, può essere una minaccia all’ Austria.......» ivi L’ Olanda dà a sperare che presto si accomoderà col Portogallo ...........» ivi Trenta grossi vascelli inglesi si stanno preparando. La flotta intera non conterrà meno di cento vascelli. . . » ivi Il Protettore gode perfettissima salute . . , » ivi — 542 — i6}S, 2) Luglio. La Suprema Corte di Giustizia, composta dì 90 persone di qualità, è convocata per giudicare i rei di alto tradimento ..........Pag. 481 Si conferma la rotta del Maresciallo d’ Aumont sopra Osteuda, con perdita di 1200 uomini tra morti e prigioni, inclusi 200 Inglesi..................» ivi Diceria di scontro e disfatta delle navi del Granduca di Toscana, non confermata........ » ivi Risentimento del Protettore, per il negato accesso a’ suoi vascelli nei porti toscani. Si ride delle scuse del Residentino di Firenze..................» ivi Inquietudini del Bernardi per la voce,-di nuovo sparsa in Londra, di prestiti di denaro che si tratterebbero a Genova per soccorrere la Spagna .......» 482 I Francesi da una parte e gli Inglesi dall’altra, prendono due punti importanti sulla riviera di Dunkerque, vieppiù stringendo l'assedio di quella piazza ..... . » ivi I Serenissimi di Genova smentiscono che ci sia stata alcuna trattativa di prestiti alla Spagna..........» 483 » 6 Giugno. Il Cavaliere Slingsby, trovato colpevole d’intelligenze collo Stuart, nello scopo di consegnargli a tradimento il porto di Hull, è condannato alla morte.....» ivi Rivista dei sei reggimenti della Milizia di Londra, passata dal Protettore. Ogni reggimento era composto di 1500 uomini. » 483 II Conte di Falconbridge, genero del Cromwell, è partito ■ per Parigi, inviato al Re Cristianesimo ... » 484 L’armata anglo-francese all’assedio di Dunkerque, ascende a 40,000 combattenti........» ivi » 77 Giugno. Al Cav. Slingsby ed al Dott. Hevett, condannati alla morte col supplizio dei traditori, viene dal Protettore limitata la pena alla decapitazione............» 485 Il Mordent, altro congiurato, è assolto per le sue rivelazioni. » ivi Il Cromwell dà facoltà al Governatore di Londra ed ai Colonnelli della Milizia di riunirsi in Consiglio di Stato, per isco- prire i complici dell’ ultima congiura.....» 486 Il Falconbridge è ritornato dalla sua missione, molto soddisfatto dell’esito e delle onorificenze avute . . . » ivi Segnalata vittoria ottenuta dalle armi unite d’Inghilterra e di Francia, contro D. Giovanni d’Austria e gli Spagnuoli. Il Maresciallo Tureine consegue tanto successo in sole 16 ore di di tempo..........» ivi Balena di straordinaria grossezza presa nel Tamigi. . » ivi — 543 — 1658, 24 Giugno. Slingsby ed il Dottore Hevett sono decollati . . Pag. 487 I congiurati Bennet, Mallery e Woodeock sottoposti a giudizio ...........» ivi II nipote del Cardinale Mazzarino è arrivato dalla Corte di Francia, per corrispondere alla missione del Falconbridge . » 488 La vittoria in Fiandra delle armi unite è confermata, colla notizia della prigionia e morte di più di 4000 Spagnuoli e la presa di sei pezzi d’artiglieria e 17 insegne . . » ivi » 27 Giugno. Il Mancini e il Duca di Crequl sono ricevuti in pubblica udienza e trattati con onori straordinari . . » ivi Si vocifera la resa di Dunkerque.....» ivi Un altro congiurato è condannato a morte. Si fanno nuove scoperte ed arresti........» 489 » 7 Luglio. Il Mancini ed il Crequi tornano in Francia . » ivi È confermata la resa di Dunkerque. Il Re d^ Francia, entratovi, ne diede possesso al Generale Lockhart. Due reggimenti, uno di mille cavalli e 1’ altro di altrettanti fanti, sono pronti per essere spediti in quella piazza . . . . » ivi Notizia della resa di Bergen in Fiandra, con 4300 prigioni. » 490 Nomi di prigionieri e morti Spagnuoli , Francesi e Fiamminghi, presso Dunkerque.......» ivi » 18 Luglio. Il Generale Montagù s’impadronisce di due navi da guerra olandesi con cinque navi mercantili ; ma sono fatte rilasciare dal Cromwell........» 492 Il Colonnello Aston e Giovanni Battely sono condannati a morte, e giustiziati coll’ atroce supplizio dei traditori. Jhon Fier è graziato dal Cromwell......» ivi La risposta dei Serenissimi, spedita al Bernardi, circa la preda di una nave inglese alla spiaggia di Diano, sarà presentata in pubblica udienza . . . . . . . . » ivi — » 2y Luglio. Stacy, altro congiurato, è impiccato: due suoi complici sono graziati..........» 493 Monsignor de la Milliaré, Gran Maestro d’artiglieria del Re di Francia, è giunto in Londra con secreta missione . » ivi Il Bernardi non può chiedere udienza al Protettore, che trovasi ad Hampton Court . . . . . . » ivi Il Newport è mandato dall’Olanda Ambasciatore al Cromwell. » ivi » i.° Agosto. Giuramento di fedeltà, prestato dagli abitanti di Dunkerque al Cromwell...... » 494 Il Milliaré ed il Lockhart ritornano a Dunkerque . » ivi I Grandi della Corte di Francia cominciano a mormorare, per la troppa amicizia e lega col Cromwell . . » ivi - 544 “ i6$8, 12 Agosto. L’ Ambasciatore Olandese Newport ù arrivato , e fu ricevuto ad Hampton Court....... PaS- 494 Il Lockhart è andato ad incontrare il Cardinale Mazzarino all’assedio di Gravelinges.......* 495 Nell’ elezione dell’ Imperatore if Alemagna, in pubblico conclave, il Principe Palatino gettò un calamaio d’ inchiostro sulla faccia del Duca di Baviera......* 49^ » 22 Agosto. Morte della figlia del Cromwell, Elisabetta Cleypole. » ivi Questa perdita è causa di somma afflizione al padre, e della ricaduta di lui nella antica sua infermità ... . » Ivi Il corpo della defunta Cleypole, trasferito da Hampton a Westminster, è accompagnato da barche piene della Nobiltà e sepolto nella cappella di Enrico VII. ... » 497 Continua l’assedio di Gravelinges; in una sortita del presidio rimane ferito il Generale De la Ferté. » iv* » 29 Agosto. 11 Protettore sembra migliorato in salute. Il Consiglio di Stato rimane sempre adunato presso di lui . » ivi » 8 Settembre. Il Cromwell è tornato a Whitehall ; la malattia si aggrava................» 49^ Dicerie sui probabili eredi del suo potere. . 9 49^ Gravelinges è caduta nelle mani degli assediami . . » ivi Il Duca di Buchingam, marito della unica figlia del Generale Fairfax, è arrestato e tradotto nella Torre di Londra. » 499 La Svezia ripiglia la guerra contro la Danimarca, per le mancate capitolazioni............» ivi » 10 Settembre. Morte di Oliviero Cromwell. Autopsia del suo cadavere ............» 500 Il Consiglio dichiara successore d’Oliviero il primogenito di lui Riccardo. Orazione del Presidente e risposta di Riccardo. » 501 L’ elezione di Riccardo Cromwell è proclamata nelle quattro più eminenti parti di Londra......» ivi Chiede il Bernardi nuove credenziali, ed assicura i Serenissimi, che il nuovo Protettore non sarà loro meno amico del defunto...........» 502 » 23 Settembre. Preparativi pei funerali di Oliviero Cromwell . » ivi » 10 Ottobre. Il suo corpo imbalsamato, è esposto alla pubblica vista nel Palazzo di Sommerset.......» ivi » 20 Novembre. Descrizione dei funerali......» 503 1661, 31 Gennaio. Ricerca dei cadaveri di Oliviero Cromwell, Brad- shawe, Ireton e Pride . . .......» 506 » 14 Febbraio. Loro rinvenimento.....• . » ivi DI -v " UN TEGOLO SEPOLCRALE DELL' EPOCA LONGOBARDA PER VITTORIO POGGI Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 3S DI UN TEGOLO SEPOLCRALE dell’epoca LONGOBARDA >lui che uscendo da Lodi per porta d’ Adda si faccia a rimontare la riva sinistra del fiume sulla via che mena a Boffalora,' raggiunge, a poco più di due chilometri dal ponte, le falde di una piccola altura protendentesi a guisa di sprone in senso perpendicolare al corso d’ acqua. Fu in questo punto che nella famosa giornata del io maggio 1796 un reparto francese composto di alcuni squadroni di cavalleria con sei pezzi di artiglieria, sotto gli ordini del generale Beaumont, guadò l’Adda per piombare sul fianco destro dell’ esercito imperiale di Beaulieu, schierato dinanzi a Lodi, mentre Bonaparte forzava il passaggio del ponte di fronte al nemico, — 548 — lanciando all’ attacco una colonna di quattro mila granatieri (i). Quella prominenza coronata di caseggiati colonici, alcuni dei quali conservano quasi intatto il carattere medioevale, é conosciuta ab antico sotto la denominazione di Portadore (2). Rimontando col pensiero ai tempi quando le acque del fiume e dei suoi affluenti mareggiavano su tutta la Geradadda, formando il così detto lago Gerondo, di cui vivo è il ricordo nella tradizione popolare (3), si ca- (1) G. B. Rampoldi, Corografia dell’ Italia. — Milano, 1832. (2) Portatorium o Portadurium è voce della bassa latinità colla quale indica-vasi quel punto della riva di un fiume ove era attivata una comunicazione colla riva opposta mediante un porto, o barca da tragitto, e più particolarmente il posto ove si pagavano i pedaggi del fiume. Con tal nome troviamo, infatti, designata 1’ odierna Ca Rossa frazione del Comune di S. Rocco al Porto, sulla sinistra del Po dirimpetto a Piacenza, in diploma dell’ anno 852 , addi 19 gennaio, Indizione XV, con cui Ludovico II imperatore, fra altre elargizioni concede metà dei proventi del porto di detta stazione « medietatem de portu qui dicitur Portadurio », alla Chiesa di S. Stefano Protomartire in Ripa Alta , ora S. Stefano al Corno (C. Vignati, Laus Pompeia, Codice diplomatico, 3, p. 8). (3) I confini della Geradadda sono determinati, nel territorio lodigiano-cremasco, da una costiera, il cui andamento generale si può segnare mediante una linea che congiunga i seguenti punti, cioè : a sinistra dell’ Adda , Cascine Gandine, Palazzo Pignano, Monte, Vaiano Cremasco, Chieve, Pivoli, Rubbiano, Crederà, Rovereto, Moscazzano ; a destra, Lavagna, Comazzo, Marzano, Bisnate, Mi-gnete, Villa Pompeana, Galgagnano , Arcagna , Montanaso, Torretta, Calca, Lodi, Soltarico , Cavenago , Castione , Cavacurta , Maleo. Questo quadrilatero, la cui parte superiore oltrepassa il confine lodigiano e si estende fino a f reviglio , ha una larghezza superiore in certi punti a otto miglia lombarde, ed occupa oltre ad un settimo del territorio lodigiano. Lo sviluppo del suo perimetro , per quanto concerne i Circondari di Lodi e di Crema, vedesi chiaramente delineato nella carta topografica per la parte antica delle Storie lodigiane dell’ illustre Cesare Vignati, Milano, 1847. Il Lago o Mare Gerondo , la cui realtà storica è comprovata da indubbie testimonianze, non esistette soltanto nell’ alta antichità, anteriormente al primo inalveamento dell’ Adda e affluenti. La Geradadda fu invasa dalle acque, e più 0 - 549 — pisce come la collina di Portadore, per la posizione che occupa rispetto al circostante terreno, sia stata il rifugio (i), e a dir meglio, il posto avanzato di quelle eroiche generazioni di lavoratori, che con pertinacia pari all’ ardimento proseguirono, di padre in figlio, l’immane compito di inalveare l’Adda e il Tormo nell’odierno loro letto, prosciugando , livellando e rendendo atto alla coltivazione il suolo palmo a palmo conquistato. Portadore, Vigadore e Fulcheria (tra il Serio e il Tormo) furono le antichissime isole del lago Gerondo (2) ; da esse quindi , come da altrettanti centri, mosse , e ad esse per lungo tempo fece capo il processo di bonificazione della Geradadda. Del pari s’intende come in tali circostanze dai piedi appunto di questa altura siasi ben presto stabilita una comunicazione colla riva destra del fiume, dapprima per mezzo d’ un porto, o barca da tragitto , donde il nome di Portadore, più tardi mediante un ponte , di cui si constatarono, non é molto, gli avanzi. Questo meno allagata, in diversi periodi; gli ultimi dei quali datano dal secolo VI (a. 586. Cf. Archivio storico per la città e comuni del Circondario di Lodi, II, Disp. 2.“, p.* 18) e dall’XI dell’èra volgare. Pare, anzi, che il nome di Gerondo dato a tale colluvie di acque sia soltanto riferibile a quest’ ultimo periodo, e non rimonti al di là del principio del secolo XIII, incontrandosene per la prima volta menzione in un istrumento del 1203. Un episodio dell’ ultimo periodo di allagamento forma il soggetto di una leggenda popolare pubblicata col titolo J1 Mare Gerondo e il drago di S. Cristoforo dal eh. Pier Ambrogio Curti nelle sue Tradizioni e Leggende di Lombardia, Milano 1857, IV. (1) Col nome, appunto, di rifugio vien designato Portadore nella raccolta dei Monumenta Laudensium episcoporum che conservasi nell’ Archivio Vescovile di Lodi « Refugium dicitur contrada in territorio de Portatorio » (voi. I, p. 258; II, P- 279)- (2) C. Vignati, Storie lodigiane, p. 162. — 550 — ponte, a cui facea capo la linea più breve da Laus Pompeia all’ Adda, continuò per qualche tempo ad essere frequentato, anche dopo che, per 1’eccidio dell’antica e la fondazione della nuova Lodi in riva all’ Adda, alcuni chilometri a valle dal passo di Portadore (a. 1158), doveva di necessità modificarsi il sistema delle comunicazioni fra 1’una e l’altra riva del fiume (1): infatti, ancora in documenti notarili del secolo XV, la via di Lodi più prossima al corso dell’Adda, oggi via dell’Indipendenza, risulta denominata via di Portadore. Per quanto concerne la giurisdizione amministrativa, nell’abolita Provincia di Lodi e Crema, Portadore costituiva una frazione del comune di Vigadore; ora, in seguito alla recente aggregazione dei cosidetti Chiosi a Lodi, fa parte di quest’ultimo comune. (1) La nuova Lodi fu costrutta a circa chilometri 7 -i\2 a levante dall’ antica sul colle Eghezzone, specie di promontorio sporgente nella corrente dell’Adda. Nell’ istrumento di privilegio (a. 1158, 3 dicembre) con cui l’imperatore Federico Barbarossa concede ai profughi Lodigiani la ricostituzione della nuova patria sul luogo e nell’ ambito da essolui tracciato « imperiali auctoritate et vexillo », fra gli altri , accorda alla nuova città il privilegio di poter costruire sul-1’Adda quei porti di cui abbisognasse, nonché di avere il Porto generale, ossia 1’ unica stazione delle barche per tutto il corso del fiume « ... ad majorem quoque nostrae Urbis utilitatem eis indulgemus ut super flumen Abduae et super alias aquas in Episcopatu Laudensi decurrentes, ad commoditatem transeuntium pontes Jaciendi liberam habeant potestatem , sed eorumdem pontium pensitationes, tolonea, pedagia, Regali Fisco reservamus ; statuentes etiam praecipimus, ut praedicta Civitas Portum Generale et communem navium stationem, remota omnia coutradictione, semper habeat et mercatorum naves per Abduam superius ascendentes, vel inferius descendentes, ad eumdem Portum secure confluant, vendendi vel emendi libera facultate ; nec aliquis alius Portus ad naves arrivandas in toto flumine Abduae ordinetur sine nostro Imperiali praecepto, nec minus ipsi Laudenses per omnes aquas Lombardiae navigabiles liberum habeant navigaiidi arbitrium, soluti ab omni teloneo, illo tamen excepto quod ad Fiscum Imperiale pertinere dignoscitur ». — 551 — Sulla vetta del colle di Portadore sorgeva . ab immemorabili, e rimase fino a questi ultimi tempi, una chiesetta, o cappella; sia che preesistesse ai casolari della borgata e ne abbia costituito il nucleo, sia che la sua erezione debba piuttosto ripetersi dalla pietà dei primi coloni stanziatisi colassù al riparo dalle inondazioni del-l’Adda, e dai perniciosi influssi della malaria onde era intestata la bassura. Di vero, le bassure dell’ Insubria erano in generale acquitrinose, e come tali, fonte di miasmi, anche nel periodo della maggiore floridezza agraria di questa regione, ossia sullo scorcio dell’ epoca gallica, allorquando mercé la retta e costante applicazione d’ un saggio sistema di agricoltura, il territorio insubre avea raggiunto quel-1’ apogeo di ubertà di cui Polibio ci ha lasciato una descrizione entusiastica (i). Di ciò non manca una testimonianza storica per bocca dello stesso Polibio, da cui sappiamo che 1’ esercito romano sotto Q. Fulvio e T. Manlio (a. 530 di. Roma), mentre stava per iniziare le operazioni nell’ Insubria, sorpreso da morbi esiziali dovette ritirarsi e rifar la via di Roma (2). Riguardo all’agro lodigiano, in particolare, rimane un documento eloquente nella seguente lapide di Laus Pompeia, la quale attesta del culto ivi professato, nella seconda metà del secolo i.° dell’èra volgare, alla dea Mefite: MEFITI II L ■ CAESIVS II ASIATICVS || VI • VIR • FLAVIALIS || ARAM • ET • MENSA[S • llll] || DEDIT • L • D • D • D (3). (1) Historiar., II, 15. Anche Strabone (V, p. 218) celebra la fertilità della Gallia Cisalpina. (2) Ib., II, 31. (3) Tutti gli editori di questa lapide, ad eccezione del Momrasen (Corp. inscript, lat., V, 6353) — e sì che molti di essi, come Defendente Lodi, il Silva (in — 552 — Questo culto sembra essere stato assai diffuso in quel-l’epoca nella pianura padana, narrandoci Tacito che nella distruzione di Cremona (a. 69 d. Cr.), il solo tempio di Mefite avanti alle mura rimase in piedi, difeso dal sito o dalla dea (1). Più tardi, quando ad ostacolare l’invasione dei Longobardi le popolazioni del Lodigiano allagarono, come pare, la parte più bassa del loro territorio, deviando il corso del-F Adda e dei suoi affluenti; di che vaste pianure furono convertite in paludi ; e così nei successivi periodi del lago Gerondo, fra cui va famoso quello del secolo XI, gli esiziali influssi della malaria si fecero a lungo sentire. Al culto di Mefite sottentrò allora la divozione a S. Cristoforo; successione e varietà di fenomeni, a cui risponde identità di essenza. Altri già ha avvertito come la tradizione, accettata dagli antichi storici locali e viva tuttavia nella bocca del popolo (2), di ms. della Laudense), il Zaccaria, il Molossi, e più recentemente il Vignati e il Martani, 1’ aveano sotto gli occhi — lessero la 5.* riga ARAM ET MENSAM; e tale intatti apparisce a primo aspetto, essendo stata alquanto raffazzonata da mano moderna, secondo il pericoloso sistema, non del tutto smesso oggidì, di ripassare in rosso le lettere delle antiche iscrizioni per renderle più apprensibili all* occhio. Basta però osservarla con qualche attenzione per convincersi che la M finale non è altrimenti incisa come le altre lettere, bensì semplicemente dipinta , e che dopo tale lettera esiste uno spazio non compatibile colla euritmia generale dell’ epigrafe, al quale convengono nel modo più preciso le quattro aste verticali della suddetta cifra. (1) « Cum 0umili sacra profanaque in igne considerent, solum Mejitis templum stetit ante moenia, loco seu numine defensum o Hist., III, 33. Questo tempio sembra essere stato nel luogo ove fino aL secolo scorso fu il Monastero detto della Pipia, nel sobborgo, vicino al già convento dei Cappuccini ai SS. Apostoli. Cs. la già più sopra citata leggenda pubblicata da P. Ambrogio Curti nelle Tradizioni e leggende di Lombardia, IV. — 553 — un drago immane sceso colla piena dell’ Adda, il quale attossicava l’aere col pestifero suo alito « Gutture sulphureas lente exhalanle mephites ». (Pers., Sat. Ili, v. 99) finché non giacque atterrato da S. Cristoforo, simboleggi le putride esalazioni delle acque impaludate nella Geradadda, e la successiva bonificazione di questa dovuta ai miracoli dell’ idraulica e dell’ agricoltura (i). Per contro, Portadore, grazie alla sua posizione elevata ed aprica, fu sempre a buon dritto in voce di stazione saluberrima : tantoché, anche dal punto di vista igienico, potè convenire a questa collina 1’ appellazione di refugium, sotto cui viene designata, come si é detto, nei Monumenta Laudensium episcoporum ; né troppo esagerati a suo riguardo, per quanto enfatici , potrebbero dirsi gli elogi che un elegante latinista dei cinquecento, Giangiacomo Gabiano autore del carme Laudiados (Mediolani, 1596), prodiga al clima dolce e salutare dei dintorni di Lodi (2). In tempi a noi più vicini (1) De Angeli e Timolati, Lodi, monografia storico-artistica, Milano 1878, pagina 24, Dota 1. Una costola di cetaceo fossile lunga 7 piedi, raccolta presso Lodi in seguito ad una grande inondazione dell’ Adda, e descritta dal Brocchi nella sua Con-cliiologia Fossile, fu tenuta lungo tempo per una reliquia di quel Drago. Conservata dapprima nell’Ospedale di Santo Spirito in Lodi, fu nel 1669 dai PP. Olivetani appesa alla vòlta della Chiesa di S. Cristoforo , ove rimase finché questa Chiesa fu da essi officiata. Cs. Vignati, op. cit. p. 159. (2) « Non hic ulla palus intempestaeque Graviscae, Angustae fauces, stagnum graveolentis Averni, Non densis nebulis, minus et caligine cocca Haec obscurantur loca vivida plurima sylva , — 554 — (1522-1535)5 fece dimora per motivi di salute il duca Francesco II Sforza, al quale i medici prescrissero 1’ aria di questa collina morbos curasque levantem (1) : infatti, si conservano negli archivi parecchie missive di questo duca datate dalla sua villeggiatura di Portadore. Checchenessia di ciò, i più antichi documenti in cui trovisi menzione della cappella in discorso, ce la additano come dedicata all’arcangelo S. Raffaele; però i materiali ond’ era costrutta essendo in parte dell’ epoca romana, del che io stesso ho potuto accertarmi, sarà lecito congetturare che la cappella cristiana sia stata impiantata sui ruderi d’un più vetusto edificio, anteriore fors’ anche allo stabilimento del cristianesimo nella Cisalpina. Morbosam non hic exalat opaca mephitim : Nullas vitales locus hic super injicit auras, Nec nimis est aer tenuis, ceu montibus altis Nec nimium crassus, velut est in vallibus imis, Temperie vero purus moderamine aequo, Edita sunt loca, sunt colles, clivique feraces, Et quae frugifero passim replentur odore : Canitie patres, et avos atavosque decora, Annos et anus Jlavoque colore venustas Spectabis, cunctis surgit numerosa propago , Fortis haeredes spectatur et ipse nepotes, Rupis hyperboreae trans alta cacumina dices Esse locos, ubi non est vitae innoxius aer ». I, vv. 798-814. Il ms. autografo della Laudiade conservasi nella Biblioteca comunale. (0 « Hanc urbem medici iusserunt esse colendam Sfortiadae extremo, morbos curasque levantem ». Gabiano, Lciui,, v. 81 J, 816. — 555 — Le memorie che ci rimangono intorno alle vicende di questa cappella si possono riassumere in poche linee. Un diploma dell’ imperatore Carlo il Grosso, dell’anno 855, citato dal monaco Anseimo da Vairano cronista del secolo XII (1), dà e concede la cappella di S. Raffaele di Portadore « cum multa terra ac suis ancillis et honoribus » all’ Abbazia de’ Benedettini di S. Pietro di Lodi Vecchio (2). Con atto del 972, 18 di novembre, indizione i.a, Andrea Vescovo di Lodi concede ai monaci del predetto Monastero di S. Pietro presso le mura l’esenzione dalle decime sui beni che essi possedevano nella diocesi lodigiana, fra i quali sono nominati quelli consistenti in « cellam Sancti Raphaelis sito super fluvio A due (3) ». Ignorasi per quale trafila di vicende la tenuta di Portadore sia poi passata nella famiglia dei Villanova di Lodi: certo é bensi che in forza di testamento del no- (1) De rebus memorabilibus Ecclesiae Laudensis, Ms. dell’ Ambrosiana di Milano. Nella Laudense ne esiste una copia di mano del can. Defendente Lodi, e questa sola ho avuto fra mani. (2) « Anno Domini nostri Jesu Xpi 885, indictione III, tempore Slephani p. p. et Gerardi epi., Carolus imper. laudavit et confirmavit omnia privilegia suprascrip-torum dominorum imperatorum, et dedit et concessit capellam S. Raphaelis de Portatorio cum multa terra ac suis ancillis et honoribus, et fecit hoc, presente et con-sentiente iam dicto Episcopo et suo capitulo pro amore Dei et animae suae remedio, et ad petitionem Leonis abbatis, sicut legitur in privilegio suo quod sic incipit: In nomine sanctae individuae Trinitatis, Carolus, divina favente clementia, imperator Augustus etc. ». Op. cit., cap. X. Cs. Vignati, Laus Pompeia, p. 12, nota 1. (3) Vignati, Laus Pompeia, Codice diplomatico, 16, p. 26. Questo documento di cui 1’ originale è oggi perduto, trovasi trascritto da Defendente Lodi nella Storia dei monasteri, conventi, collegi religiosi della città e diocesi di Lodi, ms. della Laudense, d’ onde fu riprodotto dal Vignati. Un’ altra copia ne fu pubblicata nella Series Laudensium Episcoporum dal Zaccaria, che dice averla avuta dal Vescovo di Lodi Mons. Pietro Vidoni. — 55 6 — bile Pietro Camillo Villanova, rogato da Gian Paolo Corrado, notaio collegiato di Lodi addì 13 di dicembre 1707, la tenuta stessa compresovi l’annesso Oratorio, passato, non si sa quando nè come, sotto il patrocinio di S. Michele, pervenne finalmente in eredità all’ Ospedale Maggiore di detta città, il quale ne prese il possesso, che tuttora conserva, con rogito del prefato notaio in data dei 28 febbraio del successivo 1708 (1). La vetusta cappella di cui parliamo era in questi ultimi tempi pressoché in ruina; quando l’Amministrazione dell’ Ospedale preoccupandosi del miglioramento di quelle terre e del più decente assetto non pur dei caseggiati ad uso dei fittabili e dei contadini, ma ben anco dello storico diruto Oratorio che da tanti secoli fa parte integrale dei beni stessi, venne nella deliberazione di riedificarlo , col concorso del zelante Parroco di Boffalora, in un sito più opportuno; al quale effetto si procedette, nei primi mesi del corrente anno, alla demolizione dalle fondamenta delle antiche mura ; dovendosi, prima di costrurre la nuova cappella, spianare il poggetto sulla cui vetta ergevasi I’ antica. Fu appunto dalle macerie della demolita cappella che emerse l’interessante monumento che forma il soggetto della presente memoria. Ne debbo la conoscenza all’ esimia gentilezza del mio-chiarissimo amico Prof. D. Andrea Timolati, il quale ha pur voluto favorirmi i relativi dati storici e altri particolari, che a me profano alla diplomatica locale, (1) I citati documenti trovatisi nell’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Lodi, segnati mazzo D6 — E6 — F6. — 557 — senza il soccorso di lui versatissimo in ogni ramo di patria erudizione, sarebbe invero riuscito troppo malagevole , per non dire impossibile, rintracciare qua e là e coordinare. Il monumento consiste in 'un tegolo rettangolare di terra cotta, o embrice che dir si voglia (tegula) , alto 0,57, largo 0,44, i cui lati maggiori sono rinforzati da un risalto a sponda; simile, quindi, per materia, forma e dimensioni ai noti tegoloni etruschi di Montepulciano, Sarteano, Chianciano, Cetona e in generale dell’antico territorio Chiusino, coi quali ha inoltre comune la destinazione significata dal titolo sepolcrale, che al par di quelli porta inscritto a graffito sulla facciata anteriore, ossia sul piano compreso fra le due sponde. Una particolarità caratteristica di questo tegolo é, anzitutto, di esser crucigero, vale a dire che sulla sua superfìcie campeggia una croce lavorata rozzamente colla stecca a bassorilievo, e le cui aste vanno - allargandosi a ventaglio dal punto di intersezione alle estremità. Per questo rispetto il titolo laudense rappresenta nel processo storico delle forme epigrafiche un grado di sviluppo immediatamente anteriore a quello delle iscrizioni stauroidi o cruciformi, nelle quali il testo epigrafico è racchiuso entro una croce o disposto .a figura di croce (axaupy]5óv), forma questa che si appalesa quasi esclusiva-mente propria delle iscrizioni cristiane dell’ Italia Superiore, e della quale non abbondano gli esempi (1). La (1) I più conosciuti fra questi sono citati dal chiar. P. L. Bruzza, che ne pubblicò due di Vercelli (Iscrizioni Vercellesi, p. 284 e 394). Fuori d’Italia è nota quella di Marsiglia edita dal Le Blant (Inscripiions chrètiennes de la Gaule, II, p. 309, pi. 73, n. 442). — 558 — figura della croce è il simbolo consueto degli antichi sepolcri cristiani : però il sistema di impiegarla come schema principale, assegnando al testo epigrafico un posto accessorio nel campo monumentale, é proprio di alcune provincie dell’Italia Settentrionale, e si connette ad un ordine di idee e di pratiche religiose vigenti in questa regione. Tale sistema venne in seguito trasformato mediante il connubio dell’ elemento scritto col figuiato, donde nacque il titolo cruciforme, che esibisce riuniti in un sol corpo la leggenda epigrafica e lo schema figurativo del simbolo cristiano. Nell area, a sinistra e a destra dell’ asta superiore della croce e in modo che le singole linee vengono da questa tramezzate, é grafita a caratteri romani l’iscrizione del seguente tenore: ADELBERTVS PRB HIC REQVIEXIT DIABOLVS IN EO NON HA BEA POTESTATEM PER EV QVI VIVIS IN SECLA AM Adelbertus Pr(es)b(iter) hic requiexit. Diabolus in co non habea(t)' potestatem per eu(m) qui vivis in sec(u)la am(en). Avuto riguardo alla provenienza del titolo, il nome del titolare Adelberto (da Edel nobile, e Berth splendido — splendidamente nobile), e più ancora la forma peculiare della croce accennano in genere all’ epoca longobarda ; mentre un termine ad quem si può desumere —— T"" -- L - 559 — più particolarmente dalla grafia delle lettere, il cui stile accusa una data per fermo non posteriore ai primordi del secolo Vili. Del titolare Adelberto prete nessuna altra notizia si ha nella storia ecclesiastica di Lodi : di che maggior pregio ridonda al monumento in esame, in quanto si viene per esso a risuscitare la memoria d’ un non ignobile membro della Chiesa laudense, vissuto in un’ epoca cosi scarsa di documenti storici come è la longobarda. L’ atto sopra citato, con cui Andrea vescovo di Lodi concede ai monaci dell’ Abbazia di S. Pietro presso le mura l’esenzione dalle decime sui beni da essi posseduti , nella diocesi lodigiana, porta bensì fra le altre firme quella di un Adelberto prete, espressa colla formola Adel-bertus presbiter in hac petitione seu concessione scripsi. Se non che questo istrumento essendo rogato sotto la data dell’ anno 972, l’Adelberto che lo sottoscrisse non potrà a verun patto identificarsi coll’omonimo sepolto quasi tre secoli prima sotto il tegolo di Portadore. E lecito arguire che questi abbia goduto in vita di una peculiare considerazione, se fu onorato in morte d’ un monumento scritto , in un’ epoca nella quale • si scriveva assai poco ; mentre di tanti suoi contemporanei « pur di faina degnissimi e d’istoria » si può dire ciò che Orazio dei forti vissuti prima di Agamennone Multi, sed omnes ilìacrym dbiles Urgentur, igno tigne longa Nocte .... e di coloro stessi, il cui nome è legato ai più memorabili avvenimenti politici e militari di quel tempo, la — 56° — ma»e>i°r Parte giace senza un epigrafe che ne additi ai posteri la tomba. . ProPn'° delle epoche barbare attribuire agli uomini p e^i e le prerogative dell idea che essi rappresentano. acer ozio rappresentava la religione ; quindi i suoi 3 i ri riscuotevano dalle moltitudini 1’ ossequio dovuto alla santità di questa. Noto è, del resto, come nella gerarchia sociale d’al- a,.1 ei° °LLUpasse un grado assai più elevato di ^ o c ie gli competa nella odierna. Del pari é noto . me’ a Prescindere dal maggior prestigio che al Clero generale derivava dal monopolio della istruzione, e ri^L^lezze, e più ancora dalla santità del ministero, lenità presbiteriale, in ispecie, per ragioni di indole t>anica avesse un carattere più augusto e più autore-^ ole che non al presente. Vi&e\a allora 1 antica disciplina della Chiesa, secondo a quale la progressione dei gradi ecclesiastici inferiori resbiteiato, cioè di acolito, di suddiacono e di diacono non si riduceva come al presente ad un breve tirocinio prò forma, bensì costituiva una lunga e laboriosa carriera da percorrersi effettivamente sotto determinate condizioni di merito e di età. 11 suddiacono non poteva esser promosso all’ ordine maggiore del Diaconato prima dei 3o, nè il diacono consacrato prete se non a 40 anni (1). Oltreché non tutti i rivestiti di gradi subalterni pervenivano al Presbiterato : molti, 0 per libera elezione, o per mancanza dei requisiti ad ulteriore avan- ci) Facevano eccezione le Chiese di Affrica, dove, atteso lo sviluppo fisico più precoce, questi termini erano anticipati. — s6i — zamento, perduravano nel grado di suddiacono o di diacono, nonostante che avessero raggiunta o superata l’età prescritta per aspirare al grado superiore ; non pochi, anzi, vi rimanevano per tutta la vita, come ne fanno fede parecchie iscrizioni (i). Il conseguimento della dignità presbiteriale era, pertanto, subordinato al concorso di due requisiti, del merito, cioè, e dell’ anzianità insieme accoppiati nello stesso soggetto, ciò che conferiva a chi ne era investito una grande autorità morale, la cui azione era tanto più legittima e sensibile, in quanto che si svolgeva in un ambiente d’ignoranza e di superstizione, quale era quello determinato dalle condizioni storiche dei tempi e dei luoghi a cui si riferisce il monumento in esame. Arrogi che il quantitativo dei sacerdoti si proporzionava al numero delle chiese da officiarsi, e questo era allora assai scarso nel territorio laudense, come consta dalle memorie locali. Inoltre è da considerarsi che una parte degli uffici e delle attribuzioni che sono ora di spettanza del Presbiterato, veniva in que’ tempi esercitata dai chierici di grado subalterno ; il cui quantitativo stava con quello dei preti in un rapporto che non è ora possibile di determinare per mancanza di dati, ma che é lecito argomentare da alcuni indizi tale da dare maggior risalto e importanza alla dignità presbiteriale. L’atto testé citato, posteriore di quasi tre secoli jii tempi di cui si tratta, é sottoscritto dal vescovo Andrea, da setti preti, uno de’ quali Sacerdos cardinalis, da un arcidiacono, cinque diaconi, quattro suddiaconi e due acoliti. (i) Cf. P. L. Bruzza, lscrtQom Vercellesi, p. 280 Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. — 562 — Un altro documento sotto la data dell’ anno 951, addì 10 di febbraio, indizione IX, consistente in un frammento di petizione del vescovo Aldegrauso, del Clcio e del popolo di Lodi (1), porta la firma del Vescovo, di un arciprete, nove preti, un arcidiacono, cinque diaconi e quattro suddiaconi. Singolare pregio del tegolo di Portadore è quello di esibire la memoria più antica che si conosca di un prete che, fuori della città episcopale, vivesse nella diocesi di Lodi. Ciò posto, a chi guardi come la collina di Portadore sia stata per la sua posizione una delle località più anticamente abitate dell’ agro lodigiano, e come la demolita chiesetta che ancor testé ne coronava la cima fosse costrutta di materiali dell’ epoca romana, non parrà di allontanarsi dai termini d’ una razionale induzione supponendo che fosse quivi un cardine, come allora dicevano , o di una pieve o parrocchia, come si chiamo dappoi ; del che rimane, fra altri, esempio nel comune dello stesso circondario che ancor ritiene l’antica denominazione di Pieve Fissiraga. In tal caso il prete Adelberto della nostra epigrafe sarebbe stato un Sacerdos cardinalis, titolo che ricorre parecchie volte nel codice diplomatico dell’ antica Chiesa laudense (2). (1) Apografo del secolo XIII, nell’ Archivio vescovile di Lodi. C. Vignati , Laus Pompeia, Cod. Diplom., 12, p. 18. (2) Questo titolo è dato ad un Landeverto prete, che rogò il più volte c atto del 972 con cui il Vescovo Andrea esenta i monaci di S. Pietro in L Vecchio dalle decime sui beni da essi posseduti nella sua diocesi, e par’ ricorre nell’atto (951-962), col quale il Vescovo Aldegrauso condona allo stess Monastero di S. Pietro parte di ciò che annualmente dovea pagare a.la Chi cattedrale di Santa Maria ed al suo clero (apografo nell Archivio vescovile — 563 — 11 presupposto ora enunciato ne trae seco un altro : imperocché ammettendo che Portadore sia stato anticamente il capoluogo di una pieve, é giuocoforza conchiudere che circostanze ora ignote, fra cui son probabilmente da annoverarsi le erosioni dell’ Adda, abbiano in seguito determinata una nuova circoscrizione ecclesiastica del territorio, e la conseguente traslocazione della pieve stessa in sito più opportuno. È infatti accertato dal sopra menzionato atto di Carlo il Grosso che la cappella di Portadore venne, nell’anno 885, che é quanto dire in un’ epoca posteriore di oltre un secolo e mezzo alla morte di prete Adelberto, concessa all’ Abbazia dei Benedettini di S. Pietro in Lodi Vecchio. La circostanza che il suddetto atto di concessione comprende non soltanto la cappella di S. Raffaele, ma i suoi annessi e connessi « cum multa terra et suis' ancillis et honoribus », militerebbe in favore dell’ enunciata ipotesi ; essendo poco probabile che un semplice oratorio possedesse tali proprietà immobiliari, personale di ser- Lodi, Monumenta Historiae Patriae, XIII, col. 1271 ; Vignati, Laus Pompeia, Cod. diplom., 13. p. 18); atto rogato analogamente da un Radberto « presbiter de cardine sancte Laudensis ecclesie ». Il Zaccaria pubblicando pel primo questo istrumento nella sua Landensium episcoporum series (Mediolani, MDCCLXIII, p. 109), lo correda della seguente nota: Heine discimus suos Laudensi quoque Ecclesiae Cardinales fuisse. Nempe uti scite monuit cl. Maioclrius in Dissertatione historica de Cathedrali Neapolitana semper unicat p. 253, « hoc Tituli antiquis erant, quod aevo posteriore Plebes (unde Italis Pieve, et Pievano), quodque hodie Parochias dicimus. Harum singulis suus Presbyter praeerat : atque is demum unus, si recte accipimus , vetus ille Cardinalis erat n, At cur hi dumtaxat Titulorum presbyteri Cardinales vocabantur? Respondet idein Maxochius « Titulos hosce alio nomine Cardines fuisse vocatos....... Ob eaiii igitur caussam qui alicui hórum Cardinum affixiis erat, ts dicebatur Presbyter Cardinalis, sive (ut aliter loquebantur) sui Cardinis presbyter ». — 564 — vizio e sopratutto honores, da formare oggetto di una solenne concessione imperiale vivamente sollecitata dalla potente Abbazia; giacché sappiamo dal monaco Vairano, il quale ebbe sottocchio il privilegio originale, che l’impelatole addivenne a tale concessione « prò amore Dei et animae suae remedio et ad petitionem Leonis abbatis ». Per me, 1 umile chiesuola di Portadore rende imagine, ra&oua0liata ogni cosa, di una vetustà maggiore che la supeiba Abbazia a cui essa e i suoi beni vennero in-corpoiati, e mentre la sua decadenza dal primitivo sp endore si appalesa come un effetto di quelle vicissi-im della sorte a cui soggiaciono negli ordini del ^o e losl come le persone, gli enti individuali non neno c ìe i collettivi, non sarà senza utilità e interesse co^, iere tutte le notizie che la riguardano, anche per ri . e ,C1j r^er^erano sulla storia dell’antichissima 1Sa ^ ense’ ^ cui ^a pieve di Portadore fu probamente a figlia primogenita. Di vero, il periodo a cui ?^lUa lscr*z*one & Portadore è uno dei più oscuri <- a c nesa ^ laudense ; in esso è interrotta la serie de’ cslo\i , la quale dal vescovo Donato, che morì 1 pontificato di Papa Sergio (a. 683), presenta una soluzione di continuità di oltre un secolo, fino al Vescovo Ippolito che viveva nel 759 (1). Anche sotto il rispetto politico e civile, il periodo di tratta \a annoverato fra i più tristi e meno documentati della storia lodigiana. Fu in quel turno che 1 Lodi, già caduta in dominio di Rotari duca (1) Di questo vescovo non fanno però menzione nè 1’ Ughelli, nò il catalog dei vescovi del Sinodo VII lodigiano. — 565 — di Bergamo, per ribellione di costui venne conquistata da re Ariperto (1). Tornando al testo epigrafico, da cui mi sono alquanto allontanato per esaminare le condizioni del titolare verso i tempi ed i luoghi in cui visse , si osserverà che al nome e alla qualifica del medesimo segue la formola HIC REQVIEXIT (sic), contrariamente allo stile di comune osservanza nelle iscrizioni cristiane dell’ Italia superiore, dove detta formola 0 altra analoga precede quasi sempre il nome del defunto (2). Nè men degno di nota è che tale locuzione si scosta da quella usitata per più secoli, e sto per dire di prammatica nelle lapidi cristiane laudensi, le quali offrono costantemente la formola REQVIESCIT IN PACE (3), comune pure all’ epigrafia cristiana di Aosta e di Acqui ; a differenza di quelle di Ivrea e di Vercelli, alle quali è propria, invece, la formola REQVIESCIT IN SOMNO PACIS (4). L’idiotismo di REQVIEXIT per rcquiescit si deve probabilmente alla pronuncia ed al dialetto popolare allora in uso : e di analoghe storpiature di questa stessa voce non mancano esempi in altre note lapidi, anche lodigiane (5). (1) Paolo Diacono, Hist. Lotigob., VII, 20. (2) Un esempio di simile inversione viene esibito dalla lapide cristiana di Proietta, proveniente da Laus Pompeia e oggi nel Museo archeologico di Milano. Mommsen, Corp. inscr. lat., V, 6402. Vignati, Laus Pompeia, p. XXXVIII, x. (3) Vignati, op. cit., p. XXXVIII, u, v, x, 43, p. XL , 44, 45, p. XLI, 47, p. XLII. Tale formola trovasi perfino nella lapide di Marciliano sincrona del titolo di Portadore. (4) Cf. P. L. Bruzza, Iscrizioni Vercellesi. Raramente vi si trova anche quella REQVIESCIT IN PACE in lapidi del VI secolo. (5) Cs. req\]\ KIT nella lapide lodigiana di Fortunato (Corp. iscr. lat., 6397). Quanto al REQVIESCIT dell’iscrizione riportata dal Vignati, op. cit. p. XL, 45, è un errore di stampa per REQVIESCIT. — 5 66 — Singolarissima, per contro, e per quanto mi consta, non letta finora nell’ epigrafia cristiana, è la formola DIABOLVS IN EO NON HABEA(0 POTESTATEM PER EVM QVI VIVIS IN SECLA AM. Non tenendo conto della soppressione della t finale in HABEA, aneli’essa effetto dello influsso dialettale che già andava preparando il cambiamento delle desinenze di alcune forme dei verbi, e né tampoco della sgrammaticatura di vi VIS per vivit, che riterrei piuttosto errore del quadratario, la formola, così nel concetto come nell’ espressione, ha 1’ aria di esser desunta dalle preci della liturgia pei defunti. Chi avesse agio ed opportunità di svolgere i codici ' liturgici di quell’ età troverebbe certamente precisi riscontri ; ma anche il vigente Rituale romano conserva in altre preci alcune locuzioni che presentano molta analogia con quelle della formola in esame. Anche oggi nelle cosidette benedizioni dell’ acqua che si fanno alla vigilia dell’ Epifania, si canta : « Nec consistendi aut resistendi habeat potestatem..... sed victus et destructus discedat diabolus cum omni pompa sua ». E così nelle orazioni de exorcizandis obsessis a daemonio, il sacerdote recita : Oramus te, Deus omnipotens, ut spiritus iniquitatis non habeat potestatem in hoc famulo tuo, etc. ». Rimane ora ad esaminare il titolo di Portadore nelle sue attinenze coll’epigrafia locale, e a determinare il posto che gli compete nella serie delie antiche iscrizioni laudensi. I monumenti epigrafici di Laus Pompeia, sebbene non siano ora che una parte di quelli che in altri tempi perirono o andarono qua e là smarriti, formano pur tuttavolta un corpo assai ragguardevole così pel numero come per l’importanza delle iscrizioni. Di questa la — 567 — maggior parte trovasi oggi nel Museo Civico di Lodi, dove fanno numero con esse parecchie altre lapidi appartenenti a Milano, Padova, Verona e Parma. Alcune sono disseminate fuori del Museo, in Lodi stessa o altrove; di altre finalmente conservossi la memoria più 0 meno esatta in antichi codici. In complesso, questo corpo epigrafico consta di un centinaio di iscrizioni ; numero che potrebbe essere di alquanto accresciuto, conservando io stesso fra le mie schede diversi apografi di antiche iscrizioni lodigiane inedite, cui non tralascerò in altra occasione di pubblicare. Senonché delle quattro classi in cui possono per ragion di materia dividersi le iscrizioni laudensi, cioè sacre, storiche, sepolcrali e cristiane, non è qui il caso di occuparci che di quella soltanto a cui spetta il tegolo di Portadore, ossia dell’ ultima, e a questa pertanto limiteremo la nostra rassegna. L’ epigrafia cristiana di Lodi consta di 22 iscrizioni ; numero, invero, non scarso, se si ragguaglia a quello che possono vantare altre non meno illustri chiese di Italia. Di 16 di esse esistono i marmi ; le altre ci furono conservate da codici. Ben quattro di queste epigrafi appartengono al novero delle metriche (1); circostanza che non è senza peso, chi guardi come nessuna ne ostentino le chiese di Aosta, di Torino, di Alba, di Asti e di Tortona, una sola quelle d’Ivrea e di Novara, e non più di tre quella di Pavia (2). Nove sono (1) Il eh. P. L. Bruzza, Iscr. vercell., p. 261, annoverando le iscrizioni cristiane metriche delle Chiese di una parte del Piemonte e della Lombardia, una soltanto ne riconosce a Lodi ed è quella di S. Tiziano riportata dal Zaccaria. (2) Bruzza. id., ib. — 568 — fornite di data certa ; la più antica delle quali risale al-1’anno 415, e le tengono dietro altre quattro del pari anteriori alla fine del secolo V; tre spettano al secolo VI; la più recente che sia dotata di nota cronica è del 699. Di altre finalmente, che ne sono sprovviste, riesce possibile, col sussidio di indizi storici, additare con molta approssimazione e anche precisare 1’ età a cui rispettivamente appartengono. Prendendo per punto di partenza la più antica fra quelle di data certa, che è la seguente, ecco la serie delle iscrizioni in discorso. B f M HIC ETIAM REQVIESCIT GALLICANVS V-C - QVI VIXIT IN SECVLO PL « M ANN • LX DEP • VI- IDVS OCT DD • NN • HONORIO • X • ET • THEODOSIO V* AVCG CON SS Fu trovata nell’ antica chiesa di S. Pietro in Lodi Vecchio. L’ archetipo andò perduto, e ne tramandò copia il Bononi (codice Ottoboni, 2967). Mommsen, C. i. V, 6398. Vignati, Laus Pompeia, p. XXXVIII, u, la cui lezione però differisce tanto da quella del Mommsen quanto da quella da lui anteriormente proferta nelle Storie lodigiane, p. 258, 2. Correggendo il consolato di Teodosio indicato erroneamente nell’ apografo del Bononi colla cifra V, mentre al X consolato di Onorio corrisponde indubbiamente il VI del nipote, si ha la data del 415. — 569 — 2. b 6) M req\lIISCIT IN pace /orTVNATVS vixij AN XXVII dece SS IT S D XVI isT. augusjAS COSS M mariniamo ASCLI PIO doto CONSS Trovata a Lodi Vecchio vicino alla chiesa parrocchiale. È riportata in scheda inserta nel codice ms. che fu già di Ottaviano Vignati, e dall’Allegranza, al quale ne spedì copia mons. Ant. Berretta vescovo di Lodi. Mommsen C. i. L, V, 6397. Vignati, op. cit., p. XXXVIII, v, designa questa lapide come esistente nel Museo archeologico di Milano. Il consolato di Mariniano e Asclepiodoto assegna al-1’epigrafe la data del 423. 3- B f M PROIECTA • QVE • VIXIT an-p-m-xxi REQ-IN PACE i|li K ìVNIAS SERVIVIT DMo SVO AN • llll M • 1| DEM ISIT DE DOMINO SVO FILIVM ET REQ - CONS- DIOSCVRI V C • colomba P colomba. Proviene da Lodi Vecchio, e trovasi ora nel Museo archeologico di Brera a Milano. La punteggiatura è a foglioline, eccetto che nella seconda linea. Mommsen, ibid., 6402. Vignati, loc. cit. #, con qualche variante. La nota consolare é quella dell’anno 442. — 57° — 4- Fra le iscrizioni di data incerta il primo posto spetta di diritto all’ epitaffio di S. Giuliano terzo vescovo di Lodi. La morte di S. Giuliano si fa risalire al terzo lustro del secolo IV, ma forse 1’ epitaffio, a giudicarne dallo stile, è meno antico di tale epoca VADENTE ME AD XPM OBITE MIHI IN ESTV CVM SECVLO A VOBIS HEC QVESIVI IPSVM PROBE QD VIDERE GES TIVI QVOD AD MINVS NON INCAVTVS RITE PONTIFICATVS ANNOS DECEM ET OCTO MENSES ET DIES DECEM ANNORVM VITE PLVS ILLIVS OCTVA GINTA DVO VSQVE DIE IX KAL- OCTVBRIVM Ci fu conservato da un antico ms., quale fu ritrovato nel secolo XII sotto 1’ altare ove ebbe tomba il santo. C. Vignati, Storie lodigiane p. 257, 1; Laus Pompeia, p. XXXIV. È qui il luogo di registrare 1’ epigrafe metrica, o almeno ritmica, che i lodigiani fecero incidere sul sepolcro del loro settimo vescovo S. Ciriaco, coetaneo di S. Eusebio Vescovo di Milano e uno degli intervenuti al Concilio di Calcedonia : 5- SI QVERIS LECTOR TANTO QVIS DIGNETVR HONORE HIC IACET CYRIACVS VATES XPI MORVM CLARVS DOCTVS HONORIFICVS CASTVS PIVS BONVS HONESTVS — 571 — Ne fu conservata memoria in antichi mss., d’ onde la pubblicò il Vignati, Laus Pompeia, p. XXXVI. L’illustre erudito nelle sue Storie lodigiane, edite fin dal 1847, riportava, a p. 258, 3, di questa stessa epigrafe anche un’ altra lezione eh’ egli afferma desunta da più antico apografo (1). 6. Seguono gli epitaffi di S. Tiziano ottavo vescovo di Lodi, la cui data è fissata dalla nota ipatica del 476 : TICIANVS VATES_XPI DOCTRINA PERITVS EMERITIS MILES XPI DVM CRVCEM REQVIRIT MEMBRA SOLO POSVIT CELI PEREXIT AD ASTRA ECCELET CONGREGAVIT OPES VNDIQVE SACERDOS BzENnlO REXIT POPVLOS POST ANNOS NVMERO VITAE LV QVIEVIT IN PACE SVB • D • KL MAIAS • D • N • BASILICO • P • P • AVC BES • ET • ARMATE • VIC • CONSVLIB Era scritto sul muro contiguo al sepolcro di S. Tiziano, già nella cattedrale di Lodi Vecchio. Ho riprodotto la lezione del Mommsen (C. i. /., V, 6404), che é quella del codice pavese da lui soltanto ritocca nella divisione dei versi. Il chiar. Vignati, Laus Pompeia, p. XXXVII, s, riporta a lato di questa una altra lezione dal codice di. Ottaviano Vignati. Una terza lezione ne ha egli pubblicata nelle Storie lodigiane, pagina 259, 4, di cui non è citata la fonte. » 7- HAC REDOLENT CAPSA TITIANI MEMBRA BEATI PASTOREM GENVIT TITIANELLVS EVM (1) Il codice così detto di Pavia, attribuito ad Ottaviano Vignati (morto nel 1573), cosi riporta questa iscrizione (f. 28') : hic iacet ciriaclms uates [| )(p| morum clarus fuit || doctus honorificus castus || pius bonus honestus. — 572 — Questo titolo era scritto sulla cassa che racchiudeva il corpo di S. Tiziano. Edito^ dal Vignati Storie lodig., p. 259, 4, Laus Pomp., P- XXXVII. 3. Il seguente frammento esibisce probabilmente la nota consolare dell’ anno 497 III ET ANASTASIV Me Inedito. Il marmo originale esiste presso il sig. Avv. Cav. Zanoncelli in Lodi, e trovasi murato nella parete esterna del lato posteriore della sua casa in via San Francesco. . ^PPartengono allo scorcio del V secolo , o tutt’ al più alla prima metà del susseguente, per quanto può arguirsi dallo stile e dalla paleografia, anche le quattro infrascritte lapidi, sebbene sfornite di data. 9’ t HIC REQVIESC IT IN PACE OL IMPIA QVAE VIXIT ANN PM LX DP- SD VI FEBRVARIVS AC REQVIESCIT ACEMAS QV! VIXIT ANNOS P • M • LXVIII //// VII IDVS //// RIAS Già presso il eh. Vignati che la pubblicò nelle Storie lod•> P- 259, 5, e nella Laus Pomp., p. XL, 45. Ora é - 573 — nel Museo civico di Lodi. Mommsen, C. i. /., V, 6400, non del tutto identica. b I* M requiescij IN PACE GAVDE ntia quae VIXIT AN XXXV m X MARITVS CON ira vot\JM POSVIT ramoscello di palma. Nel Museo civico di Lodi. Mommsen, C. i. /., V, 6399. Vignati, L. P. p. XXXVIII, 43. ii- B £ m CERVI A-QVAE • IDEM • VIXIT-ABVNDANTIA-SAECLO TER • DENOS • AEVO • BINOSQVE • QV ATER- ATTVLIT • A N NOS A LAETA-DOLI-EXPERS-CVLPA-PROCVL-INSONS-HONESTA XI ASTRIGERAM -SCANDIT* ALMA • VI AM • COELOQVE-RECEPTA HIC-VITAE-METAS-HIC-INANIA-MEMBRA-RELIQVIT DPD- PRIDIE- NONAS- IANAVRIAS A sinistra del monogramma, in prima linea, una colomba. L’alfa e l’omega sono incise sui fianchi dell’ urna, Iscrizione su grande urna a bassorilievi illustrata dal-l’Alciato che la vide nella chiesa di S. Vittore Martire in Milano, donde passò nel monastero degli Olivetani a Villanova Laudense. Presentemente trovasi presso i sigg. Cortesi a S. Angelo Lodigiano. Vignati, St. lod., p. 260, 8; Làus Pomp., p. XXXVIII, 12. P//////AMANTIA INOX VIXIT P M AN Illi M V D PARENTES CON tra votum Trovasi in casa Zanoncelli insieme al n. 8. — 574 — Mommsen, a cui ne mandò copia il eh. cav. M. Caffi, C. i. /., V, 6396. L’iscrizione che segue, disgraziatamente acefala, porta la data dell’anno 546: *3- ////////////////////////////// 0NNOS VII MENSES VI DIES//// VI K- SEPTEMBRIS XII PC - PAVLINl// NIORIS V C • IND • NONA AVVS ET PARENT • CON TRA VOTO POSVERVNT Sullo stesso marmo e un po’ al disotto dell’ antecedente, leggesi quest’ altra iscrizione colla data consolare del 552: T4- HIC REQVIESCIT IN PACE B M • STEFANA H P QVAE VIXIT IN SECOLO ANN • PL • M • Xlill ET DIES XII DP • SVB DIAE XI111 KAL ■ NOVcMB; X- Il P C • PAVLINl IVN • V C IND • PRIMA QVEM AVVS VEL PARENTES ET SPOSVS CONTRA VOTVM POSVET//////// Tanto nella prima quanto nelle seconda, l’interpunzione affetta la forma di piccoli s. Un’ altra particolarità grafica consiste negli 0 piriformi coll’ estremità superiore a punta. Mommsen, C. i. /., V, 6403. La lapide giacque per lungo tempo sotto la pietra sacra dell’ altare nell’ oratorio di S. Leone in Bargano , ora trovasi nel Museo civico di Lodi, ove la vidi e trascrissi. È singolare che tanto il Vignati, quanto 1’ avvocato B. Martani pubblicando questa lapide, il primo nelle Storie- lodigiane. p. 260, n. 6, e il secondo nella pregiata monografia Lodi nelle poche sue antichità e cose d’ arte — 575 — (S. Angelo Lodigiano, 1874), p. 257, n. 48, trascrissero unicamente la seconda delle ora dette iscrizioni, non facendo alcun caso della prima. La lezione da noi qui proferta ha il vantaggio di una maggiore esattezza, anche in confronto a quella del Mommsen (1). B • M ALAMA NA/CRVS VIXIT AN PL • M • T Frammento trovato in Lodi Vecchio e già nell’ antica Abbazia di S. Pietro, ora perduto. Il Vignati che l’avea pubblicato nelle St. lod., p, 260, n. 7, proponendo il supplemento Nà^arus nella terza riga, non so il perché non ne fa altrimeuti cenno nella Ldus Pompeid. 16. IND X Miserrimo frammento edito dal Mommsen, C. i. /., V, 6405 a. Si conserva nel Museo di Lodi. Delle iscrizioni con data certa spettanti al secolo VI, la più interessante dal punto di vista della storia locale è senza dubbio l’epitaffio del Vescovo di Lodi Proietto, morto e sepolto nella cattedrale 1’ anno 575. (1) Per esempio, nell’iscrizione n. 13 il Mommsen legge CONTRA VOTVMi mentre la lapide offre CONTRA VOTO- - 576 - f 17- b M A (i) hic REQVIESCIT IN PACE NANCTE MEMORIAE PRO i'ECTVS EPS QV| VIXIT IN SE cVLO ANNOS PLAM* Lxxxlm REXlT ep\SQopatum annos duodecim et dies octo depositus sub die VIIs idus martias PC iustini imp. anno VII indictione octava felicit. Ciò che rimane della lapide conservasi nel xMuseo civico. 1 supplimenti sono forniti dal codice di Pavia f. 43' (i). La paleografìa, in ispecie per quanto riguarda la forma caratteristica degli o, arieggia quella delle iscrizioni nn. 13 e 14. Sono parimenti degni di osservazione gli à colla linea trasversale obliqua. Per analogia di forme grafiche colle precedenti, registro in questo luogo il seguente frammento di lapide, copiato in condizioni poco favorevoli ad una esatta trascrizione, per essere l’originale collocato nel Museo ad (1) Duoimi constatare che questo insigne monumento, già tanto mutilato, ha sofferto nuove avarie pel recente trasporto alla nuova sede del Museo nel-1’ ex-convento di S. Filippo. Infatti consultando nelle mie schede la copia che trassi dall’ epigrafe alcuni mesi addietro, quando 1’ archetipo trovavasi ancora nel locale delle Scuole in Corso Milano, e confrontandola col marmo, quale oggi si trova, rilevo in quella delle lettere che mancano attualmente in questo. Così tanto la sigla B della prima linea, quanto le due lettere iniziali della voce HIC nella seconda, che nella nuova trascrizione da me eseguita sul marmo attuale e qui proferta ho segnato in corsivo perchè più non esistenti, non mancavano altrimenti nel primo apografo. - 577 - una altezza che ne rende il testo poco apprensibile al- 1 occhio, per quanto esercitato, del visitatore : l8- /////QVI vixa /////XXXI REC asti DIE VI F » e quest’ altro che per inavvertenza o ignoranza dell’ artefice che l’ha murato, trovasi ora capovolto , nello stesso Museo : ////V S QVI VX IT /// sic c\J M VXSOre Illi D IX contra voi\J M POsuit Mommsen, C. i. /., V, 6405. Non sarà sfuggito al lettore come l’epitaffio del vescovo Proietto, sebbene già dell’epoca longobarda (575), non conti tuttavia gli anni del dominio longobardo, bensì quelli dell’imperatore greco Giustiniano, secondo l’uso invalso nell’ epoca della dominazione greca che precedette quella dei Longobardi. All’ epoca greca appella parimenti questa lapide del Museo, il cui titolare è un Cirillo costantinopolitano: 6N0AA6K €IT € KYPIAOCK co STAN KATA//I TINO nwN il/II nov KTHT npoccx €ITHC ÉINTCOTOn 6) Società Ligure di St. Patria. Voi. XVI. 57 — 578 — L’Alciato il quale afferma di aver veduto questa iscrizione , che è in pietra arenaria bigia, nell’ atrio della chiesa di S. Celso in Milano, ne pubblicò ai suoi tempi un apografo, ed a questo si attenne ultimamente il eh. Vignati che lo riprodusse nella Laus Pompeia, p. XL, n. 46. Ma la lezione dell’ Alciato è alquanto arbitraria, e mentre ha da un lato il vantaggio di riuscire ad un costrutto logico, non va scevra d’altra parte del difetto di scostarsi sensibilmente dal testo epigrafico, quale è proferto dalla pietra archetipa, a cui, per contro, fedelmente s’ informa la trascrizione da noi qui esibita. Dei tempi longobardi é preziosissimo monumento il titolo sepolcrale di Marciliano regio Notaro, morto in Lodi il 6 novembre dell’anno XI, Indizione XII, del regno di Cuniperto, ossia deiranno 699: 2I- t HIC REQVIESCIT IN PACE B - M • MARCI LI ANVS V- C-NOTARIS REG • P • QVI VIXIT IN HOC SECVLO ANNOS PL- M LXVII DEP • SVB • D • Vi MENSIS NOVEMBRIS REGNI DNI CVNIPERTI ANNO XI IND • XII F-L Questo titolo fu esumato dalle ruine di Làus Pompeia, e venne pubblicato dal Vignati (Laus. Pomp., p. XLII), il quale per altro non indica la fonte a cui attinse 1’ a-pografo da lui edito. Al titolo di Marciliano è sincrono, 0 quasi, quello di prete Adelberto, oggetto della presente memoria, il quale, siccome abbiamo dimostrato, dee appunto riferirsi agli ultimi anni del secolo VII, 0 ai primi dell’ Vili. Il titolo da noi edito trova pertanto il suo posto immediatamente dopo quello del regio Notario Marci-liano ; e viene con essó a chiudersi la serie dei monumenti epigrafici laudensi spettanti alla classe cristiana, serie di cui siam venuti svolgendo ad uno ad uno i testi per dare al lettore una adeguata idea così del suo insieme come dei singoli elementi onde consta. Vero é bensì che nel recente ordinamento di cui fu oggetto il materiale epigrafico del Museo di Lodi, vennero assegnate alla classe cristiana non poche altre lapidi oltre quelle da me descritte. Ignoro quali criteri abbiano servito di base a tale classificazione; ma è certissimo che le lapidi a cui alludo nulla hanno che vedere colla classe così caratteristica a cui furono impropriamente ascritte (i). Con ciò porrò fine a questa ormai lunga dissertazione, non senza augurarmi che l’inedito monumento su cui ho richiamato l’attenzione dei cultori delle patrie memorie sia studiato da altri più di me competente nella soggetta materia, e contribuisca intanto a render più vivo l’interesse del pubblico colto per i venerandi avanzi dell’ antica epigrafìa, d’ onde tanta luce si diffonde sulla storia locale ; e in pari tempo a destare in questo un maggior desiderio di dare opera efficace non pure alla conservazione, ma e all’ incremento del materiale epigrafico, coll’ istituire nuove e sistematiche indagini nelle viscere d’ un suolo tanto ferace di monumenti archeologici quale si dimostrò in altri tempi il territorio del-1’ antica Lcius Pompeia. Lodi, Ottobre 1882. (1) Una di queste porta la data dell’anno 753 di Roma, indicata dal nome dei consoli Cosso Cornelio Lentulo e L. Pisone Augure. ERRATA-CORRIGE 551 linea 26, invece di MEFITI leggasi MEFITI 565 » 31, )) r^VIICIT » rcyVIISCIT 565 » 32, » REQVIESCIT » REQVIECIT 573 » 16, )) 'ANAVRIAS » IANVARIAS 576 » 6, )) PLAM* » PLM s 577 » 9, )) sic » (sic) 577 » 25, )) nov » noA oc » 18, A) NOTARIS REG- » NOTA RI VS REG INDICE DEL VOLUME DECIMOSESTO DEGLI ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Oliviero Cromwell dalla battaglia di Worcester alla sua morte. — Corrispondenza dei Rappresentanti Genovesi a Londra, pubblicata dal socio Carlo Prayer . . . Pag. j Introduzione.........» 7 Alcune notizie sulla Rivoluzione Inglese, ed antecedenti del Cromwell.........»2/ Corrispondenza, dell’ Agente Francesco Bernardi, dall’ 8 Settembre i6ji al 2j Gennaio 1655 . . . . » 49 Corrispondenza dell’Ambasciatore Ugo Fiesco, dal 18 Novembre 1654 al 10 Maggio 1655 . . . . » 209 Relazione del Fiesco al suo Governo.....» 26) Corrispondenza del Bernardi, dal 19 Aprile 1655 al 10 Ottobre 1658........n 281 Cifra mandata da Genova all’ Agente Bernardi il 17 Maggio 1655........» /07 — 582 — Esempio di scrittura in cifra, desunto dalla lettera deir 11 Febbraio i6;S........Pag. 508 Sommario delle materie............» joy Di un tegolo sepolcrale delV epoca longobarda, per Vittorio Poggi.........» 547 « - . I . - ■ i INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME m. Prayer, Oliviero Cromwell dalla battaglia di Worcester alla sua morte. — Corrispondenza dei Rappresentanti Genovesi a Londra Pag- 5 Poggi, Di un tegolo sepolcrale dell'epoca longobarda ...» 547 ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA APPENDICE AL VOLUME XVI. GENOVA TIPOGRAFIA DEL R. I. DE1 SORDO-MUTI MDCCCLXXXV _ INDICE ANALITICO DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI ATTI Genova, 1858-1884. voi. I-XVI. in-8.° B. — I volumi II [parte I] e XII [parte I e II] non sono ancora compiuti. STORIA DELLA SOCIETÀ 1. Statuto — Voi. I, pp. lxxiii-lxxxiv. 2. Norme regolamentari per la nomina dei Soci onorari e corrispondenti — I. 687-88. 3. Cataloghi dei Soci e degli Ufficiali — I. lxiii; 652-82 — III. v-xxxiv; cxlv — IV. xxxiii-xlv. 4. Doni fatti alla Società — I. 689-98 — III. xliii-liv — IV. LIII-LXX. 5. Nella prima adunanza dei Promotori della Società [22 nov. 1857], parole del Presidente provvisorio Vincenzo Ricci — I. xiii-xxxvi. 6. Per la inaugurazione della Società, Discorso letto il 21 febbraio 1858 dal Presidente Vincenzo Marchese — I. xxxvii-lxi. 7. Discorso pronunciato nell’adunanza della Società, il dì 3 dicembre 1871, dal Presidente Antonio Crocco — X. 121-32. 8. Necrologie dei Soci — I. 683-86 — III. xxxv-xli — IV. xlvi-lii. 9. Commemorazione del Senatore Antonio Caveri, di Giuseppe Morro — II, par. I, vii-xxvm. 10. Alla memoria di S. A. R. il Principe Odone di Savoia. Relazione del Segretario generale Luigi Tommaso Belgrano — IV. i-xiv. — j88 — ii Elogio di S. A. R. il Principe Odone di Savoia, del Presidente Pasquale Tola — IV. xv-xxix. 12. Commemorazione di Vincenzo Ricci, di Antonio Crocco — Vili, v-xxi. 13* Commemorazione di Giuseppe Morro, di Ant. Crocco — X. 271-285. 14* Rendiconto dei lavori fatti dalla Società, negli anni accademici 1858-61, del Segr. gen. Agostino Olivieri — I. 627-51. 15* Rendiconto dei lavori fatti dalla Società negli anni accademici 1862-64, del Segr. gen. L. T. Belgrano — III. lv-cxliii. 16. Rendiconto dei lavori fatti dalla Società negli anni accademici 1865-66, del Segr. gen. L. T. Belgrano — IV. lxxi-cclviii; 491-96. N.B. — Vi stanno fra gli altri allegati : G. Carmen in victoriam Pisanorum, Genuensium aliorumque Italiensium de Timino Saracenorum rege, ducibus Benedicto, Sismundo, Lamberto, Gandulpho, de expugnatione urbium SibUia et Madia die S. Xisti. I. Catalogo di carte ed atlanti nautici di autori genovesi, ovvero fatti ed esistenti in Genova, di C. Desimoni. — [Più completo nella seconda edizione, in Giornale Ligustico di archeologici, storia ecc., anno 1875, Pag- 41-71J. J. Relazione del sesto Centenario di Dante, celebrato in Firenze nel 186j, fatta alla Società... dal Presidente Pasquale Tola. 17. Estratto dal verbale dell’adunanza generale della Società, il giorno 21 dicembre 1884. — Benemerenze del socio Cornelio Desimoni — XIII. 1077-78. ARCHEOLOGIA [A] ISCRIZIONI ED ALTRE ANTICHITÀ 18. Iscrizioni romane della Liguria, raccolte e illustrate da Angelo Sanguineti — III. cxlv-lxxi; 1-356; 747-49; 767-802. 19. Correzioni ed aggiunte alla raccolta delle iscrizioni romane, di A. Sanguineti. — Appendice al voi. III. 1-34. 20. Lettera sopra le Iscrizioni romane della Liguria, e specialmente di alcune lapidi tortonesi e cheraschesi, di 'Giovanni Francesco Muratori. — Appendice al voi III. 35-48. 21. Seconda Appendice alle Iscrizioni romane, di A. Sanguineti. Indici — XI. v-xxvi; 1-128; 275-84. 22. Della Tavola di Polcevera, Dissertazione di A. Sanguineti — III. 357-90. 23. Della sentenza inscritta nella Tavola di Porcevera, Trattazione di Luigi Grassi — III. 391-528; 803-04. 24. Sulla Tavola di Bronzo della Polcevera, e sul modo di studiare le antichità ligustiche, Lettere tre di Cornelio Deslmoni — III. 529-744. Ved. anche decreto del 29 maggio 1507, riguardante la scoperta dell’insigne monumento — XI. 17-18. 25. Iscrizioni Greche [due] in Rapallo ed in Genova, illustrate da A. Sanguineti — III. 750-56. 26. Iscrizioni Greche della Liguria, raccolte ed illustrate da A. Sanguineti — XI. 289-352. 27. Le iscrizioni bisantine del Santo Sudario, pubblicate e dichiarate da Pier Costantino Remondini — XI. 363-75. Trattasi della celebre Immagine Edessena, custodita in Genova nella chiesa di S. Bartolomeo degli Armeni. In fine : Carmina... de Sudario posilo in Sancto Bartholomeo de Erminniis, modo ut captum fuit et ut capitavit in dieta Eccìexia. Da un cod. sec. XV. — 590 - 28. Iscrizioni Cristiane della Liguria dai primi tempi fino al Mille, raccolte e illustrate da Angelo Sanguineti. — Indici — XI. 129-240; 285-88 29. Della lapide di Ferrania, Dissertazione di A. Sanguineti — XI. 241-74. È la pietra sepolcrale di Agnese figlia di Guglielmo conte del Poitou, e moglie di Pietro marchese d’Italia, figlio di Adelaide contessa di Torino. 30. Iscrizioni medio-evali della Liguria, raccolte e postillate da Marcello Remondini. — Testi e Fac-simili — XII, par. I. v-xi, 1-32; par. II, tavole I-XII. 31. Di un tegolo sepolcrale dell’epoca longobarda per Vittorio Poggi — XVI. 545-79. È la pietra sepolcrale di Adelbertus presbiter, a Portadore [Lodi]. 32. La Gemma di Eutiche, per V. Poggi — XIII. 5-53. 33. Su vari oggetti d’antichità scavati in Tortona, Cenni di L. T. Belgrano — III. 757-66 — IV. cxcm-vi. [B] NUMISMATICA 34. Medaglie dei Liguri e della Liguria, descritte da Gaetano Avignone — Vili. 417-729. 35. Di un medaglione di Bona di Savoia, di G. Avignone. —- Vili. 731-34- II. / STORIA [A] STORIA CIVILE ED ECCLESIASTICA a) Documenti illustrati. 36. Cartario Genovese [a. 700-1100], raccolto e pubblicato da L. T. Belgrano — II, par. I. 1-243. — 591 — 37- Il Registro della Curia Arcivescovile di Genova, pubblicato da L. T. Belgrano — Testo. Appendice di documenti riguardanti le proprietà e i diritti della Curia [a. 969?-!241]. — Indice cronologico dei documenti. — Indice delle famiglie e delle persone. — Indice delle cose. — Dizionario geografico. Glossario — II, par. II. 1-789. j8. Illustrazione del Registro Arcivescovile di Genova, di L. T. Belgrano — II, par. I. 245-600. Con appendice di Tavole Genealogiche: Conti di Lavagna ed altri Signori esterni; cioè: I-II. Conti di Lavagna. in. Ramo dei Ravaschieri. — Della Torre e Penelli. IV. Conti di Lavagna [seguito]. V. Ramo dei Bianchi. VI. Ramo dei Signori di Cogorno. VII. Ramo dei Signori di Levaggi, Leivi e Zerli. Vili. Ramo dei Cavaronchi. IX. Ramo degli Scorda. X-XI. Ramo dei Fieschi. XII. Signori di Ver^i. XIII-XIV. Signori di Passano. XV. Signori di Lagneto. XVI. Signori di Nasci. XVII. Signori di Salino. XVIII. Signori di Vedano. Visconti e loro consorti, 0 Signori interni; cioè: XIX. Visconti. XX-XXI. Ramo di Carmandino. XXII. Avvocali. Lusii. Pevere. XXIII. Avvocati [seguito]. XXIV. Ramo di Carmandino [seguito]. XXV. De Mari e Serra. XXVI. Usodimare. xxvii-viii. Ramo delle Isole. XXIX. Ramo di Manesseno. — Spinola. Medici. XXX. Castello. — 592 — xxxi. Brusco. xxxii. Embriaci. xxxiii. Alinerii. xxxiv. Marabotti e Della Porta. xxxv. Della Porta c De Marini. xxxvi. Signori di Caschifellone. — Caffaro. xxxvii. Caffaro e Peculio. xxxviii. Signori Della Volta. xxxix. Fresia e Burono. xl. Guarachi. xli. Guerci. xlii. Bulgari, avvocati della Chiesa di Genova. xliii. Porci o Porcelli. xliv. Rodolfo. XLV. Rufo. xlvi. Grimaldi. xlvii. Pedicola. xLvni. Sardena. xlix. Avvocati di S. Stefano. 39. Nuovi ricordi arabici per la storia di Genova, di Michele Amari. — Testi arabici e fac-simili — V. 549-680. 40. Documenti ispano-genovesi delTArchivio di Simancas [a. 1528-49], ordinati e pubblicati da Massimiliano Spinola, L. T. Belgrano, Francesco Podestà. — Vili. 1-291. 41. Relazione sui documenti ispano-genovesi dell’Arch. di Simancas, di M. Spinola — Vili. 365-402. 42. Interrogatori ed allegazioni spettanti alla causa promossa da Scipione Fieschiperla rivendicazione dei beni paterni, pubblicati da L. T. Belgrano — Vili. 295-364. 43. Libro degli anniversari del convento di S. Francesco di Castelletto’di Genova, pubblicato da Vincenzo Promis. — X. 385-453. 44. Arredi ed armi di Sinibaldo Fieschi, da un Inventario del 1532, con avvertenza e glossario di Antonio Manno. — X. 705-71. 45. Glossario delle voci militari che si incontrano nell’Inventario Fieschino del 1532, di Angelo Angelucci. — X. 773-803. — 593 — 46. Oliviero Cr omwell dalla battaglia di Worcester alla sua morte. Corrispondenza dei rappresentanti genovesi a Londra [trancesco Bernardi e Ugo Fieschi], pubblicata da Carlo Prayer — XVI. 5-544. b) Cronache e Leggende. 47. Cronaca della prima Crociata scritta da Caffaro, ed altra dei Re di Gerusalemme da un anonimo, pubblicate da Francesco Ansaldo. — I. 1-75. 48. La Cronaca di Genova pubblicata in Parigi nei primi anni-^del sec. XVI, riprodotta da V. Promis. — X. 175-270. 49. Leggenda e Inni di S. Siro, vescovo di Genova, pubblicati da V. Promis. — X. 355-83. 50. Due opuscoli di Jacopo da Varagine, per la prima volta pubblicati da Amedeo Vigna, con prefazione di L. T. Belgrano — X. 455-91. Sono : 1. Historia reliquiarum que sunt in monasterio sororum SS. Philippi et Jacobi [Januae]. 2. Legenda translationis beatissimi Johannis Baptistae ... ex Mirrea . . . in ecclesia maiori S. Laurentii [Januae]. 51. Continuazione della Cronaca di Jacopo da Varagine, dal 1297 al 1332, pubblicata da V. Promis. — X. 493-511. 52. Cronaca di Gio. Antonio di Faie, per la prima volta pubblicata da Jacopo Bicchierai — X. 513-618. 53. Cronaca di Genova scritta in francese da Alessandro Saivago, e pubblicata da C. Desimoni — [Croniques de Gennes, faictes et composéeen francois par Alexandre Sauhaige, de nacion gennevoise, a la requeste du sire de Champdenier pour leur gouverneur du dit Gennes, soub tres-hault, tres-puissant et tres-excellent prince, Loys dou^iesme, Roy de France]. — XIII. 363-486. c) Monografie. 54. Serie dei Consoli del Comune di Genova, illustrata da A. Olivieri. — I. 155-626. 55. Della vita privata dei Genovesi, Dissertazione di L. T. Bel- — 594 - grano — [Se ne ha a parte la 2.'1 ediz. accresciuta; Genova, Sordo-muti, 1875. Un voi. in-8 •°] - IV- 79-273- 56. Considerazioni su vari giudizi di alcuni recenti scrittori riguardanti la storia di Genova, di M. Spinola — IV. 285-433. 57. Sul Martirologio della Chiesa di Ventimiglia, esistente in Genova nella Bibl. Municipale, Ragionamenti di L. Grassi. — IV. 435-53* 58. Sul luogo del martirio di S. Secondo, di L. Grassi. — IV. 454-^^’ 59. Importante frammento di Polibio, conservatoci in lezione alterata da S u i d a, corretto e mostrato relativo a Genova, ed illustrato da L. Grassi. — IV. 469-90. 60. Raffronti storici sui provvedimenti sanitari antichi e nuovi nel Porto di Brindisi, Lettera di Angelo Bo. — VIII. 735-52. 61. Relazione sulla recente scoperta delle ossa di Cristoforo Colombo in S. Domingo, di L. T. Belgrano — IX. 583-617. 62. Della conquista di Costantinopoli per Maometto II nel 1453? Opuscolo [latino] di Adamo di Montaldo, ripubblicato con introduzione ed avvertenze da C. Desimoni — X. 287-354. 63. Descrizione sincrona del terremoto di Genova, seguito il 10 aprile 1536, ripubblicata da V. Promis — X. 805-11. 64. Un’ impresa contro Genova, sotto il regno del duca Lodovico di Savoia, narrata da Gaudenzio Claretta — X. 337-61. 65. Intorno al doge Paolo da Novi e alla sua famiglia, Nota di Marcello Staglieno — XIII. 487-94. 66. Lettera [latina] di Bartolomeo Senarega a Giovanni Pontano, intorno alla impresa di Megollo Lercari in Tre-bisonda, pubblicato da C. Desimoni. — Segue il testo di due trattati fra Genova e Trebisonda, del 1314 e 1316, e di una lettera del duca di Genova a quello di Venezia, pro novitatibus factis cum Januensibus in Cipro, del 19 febbraio 1344. — XIII. 495-536. 67. Gabriele Saivago, patrizio genovese — Sue lettere — Notizie e documenti, raccolti da Antonio Ceruti. — XIII. 701-905. 68. La venuta di Luigi XII a Genova nel 1502, descritta da — 595 — Benedetto da Porto, nuovamente edita per cura di Achille Neri. — XIII. 907-29. d) Poesie. 69. Canzone sopra il sacco di Genova del 1522, stampata da Pier I aolo Porro, ed ora nuovamente tratta da un esemplare della R. Bibl. di Torino. — IX. 413-22. 70. Tre Cantari dei secoli XV e XVI‘, concernenti fatti di storia genovese, ripubblicati da C. Desimoni. — X. 619-704. Cioè: 1. Poesia in dialetto genovese, senza titolo, segnata : Ex mense majo 1877. 2. Il Lamento di Genoa, et il doloroso pianto d’Italia per le grandi afflictioni ch’ha havuta [sic], et ha agionto il Lamento e suspiri del sig. Gio. Paulo Baglione. 3. Operetta novamente composta, qual tratta come il conte Fili-pino [D’Oria] con otto galere ...ha rotta l’armata di Napoli___ 71. Relazione dell’attacco e presa di Bonifazio [a. 1553] di Leonardo Balbo, ristampata sull’ edizione del sec. XVI da V. Promis. — X. 683-704. 72. Poesie storiche genovesi, edite per cura di Achille Neri. — X. 54-96; 1045-75. Cioè : 1. Lamento di Genova, intitolato: III.m0 princimo [sic] et ex.mo d. Duci Mediolani; a. 1464. 2. Lamento, a Galeazzo Maria Sforza; a. 1473. — Segue un Cartello [forse di Gerolamo Gentile], che invita i Genovesi alla rivolta; a. 1475. 3. Navigatione facta per mi pre[te] Frane.» Grasseto de Leonico Vicentino ... pe... mare thirenum ligusticum; a. 1511. 4. Sopra i lochi ricuperati nel Genovesato, di Francesco Begni Orbipolitano; a. 1625. — Si riferisce alla guerra di Genova contro Carlo Emanuele I duca di Savoia. 5. Sonetto contro il detto Duca; a. 1625. 6. Canzonetta alla Corda, composta l’anno 1747, del asidio di Genova. — 59 6 — [BJ LEGGI E STATUTI 73. Frammento di Breve genovese del Consolato de’ Placiti [principi del sec. XIII], scoperto a Nizza e comunicato alla Società dal cav. Pietro Datta. Testo, e Relazione di C. Desimoni. — I. 77-154- 74. Gli Statuti della Liguria, per Gerolamo Rossi — Parte Prima: Cenni Bibliografici — XIV. N. B. L’art. Genova è di L. T. Belgrano. Per lo Statuto di Caffa, ved. num. 79. [C] CARTOGRAFIA — COLONIE — COMMERCIO GEOGRAFIA — NAVIGAZIONE — VIAGGI 75. Atlante idrografico del medio evo, posseduto dal prof. Tanimar Luxoro, pubblicato a fac-simile ed annotato da C. Desi-moni e L. T. Belgrano. — V. 1-168. 76. Nuovi Studi Sull’Atlante Luxoro, di C. Desimoni. — V. 169-271. 77. Due opuscoli di Benedetto Scotto, circa un progetto di navigazione pel Settentrione alla China ed alle Indie orientali, editi nel principio del sec. XVII, e ripubblicati da L. T. Belgrano. — V. 273-353. 78. Documenti riguardanti le relazioni di Genova colle Fiandre [a. 1315-1667], raccolti ed ordinati da C. Desimoni e L. T. Belgrano. — V. 361-547. 79. Codice Diplomatico delle Colonie tauro-liguri, durante la Signoria dell’Ufficio di S. Giorgio [1453-75], ordinato ed illustrato da A. Vigna. — VI e VII, parte I e II. Contiene 1148 documenti distribuiti per anno, con istretto ordine cronologico. — Ai documenti di ciascun anno precede la Esposizione Storica degli avvenimenti. — 597 — Succedono : 1. Quistioni private — Documenti. 2. Supplemento al Codice Diplomatico. 3. Discorso Storico sulle quistioni private. 4. Statuto di Caffa \a. 1448]. 5. Cose Ecclesiastiche. — I vescovi di Caffa. — I vescovi di Soldaia, Cembalo, ecc. — I vescovi greci ed armeni. Gli ordini religiosi in Crimea. — Le chiese di Caffa. 6. Serie generale e ragionata dei consoli di Caffa, Soldaia, Cembalo, ecc., e dei minori ufficiali Taurici. 80. Prima serie di documenti [e lapidi], riguardanti la colonia di Pera [a. 1265-1610], adunati da L. T. Belgrano. — XIII. 97_33^- 81. Seconda serie di documenti riguardanti la colonia di Pera, adunati da L. T. Belgrano [a. 1297-16..]. — XIII. 931-1003. 82. I conti dell’ambasciata [inglese] al Chan di Persia, nel 1292, pubblicati da C. Desimoni. — XIII. 537-698. Con appendici: 1. Sulle monete nominate nei conti dell’ ambasciata, e loro ragguaglio in metallo e in moneta odierna. 2. Glossario. 83* L’isola di Tabarca *e le pescherie di corallo nel mare circostante, per F. Podestà. — XIII. 1005-44. 84* Giornale di viaggio di un Pilota genovese [Juan Bautista di S e s t r i] addetto alla spedizione di Ferdinando Magellano, pubblicato da Luigi Hugues. Traduzione e testo. — XV. 3-104. Concerne il viaggio da Siviglia alle Molucche nel 1519. 85. Intorno al fiorentino Giovanni Verrazzano, scopritore in nome della Francia di regioni nell’ America Settentrionale , Studio Secondo di C. Desimoni. — XV. 10/-78. [Lo Studio Primo comparve nell’ Archivio Storico Italiano di Firenze, serie III, voi. XXVI, pp. 48-68]. Seguono due appendici: i- Della nomenclatura della carta di Giovanni Ferravano, riveduta e corretta. 2. Due documenti dell’11 e 12 maggio 1526. 86. Intorno a Giovanni Caboto, genovese, scopritore del La- — 598 — brador e di altre regioni dell’ alta America Settentrionale, Documenti pubblicati e illustrati da C. Desimoni, — XV. 179-239. 87. Documenti e Genealogia dei Pessagno genovesi, ammiragli del Portogallo [a. 1303-1610 circa], per L. T. Belgrano. — XV. 241-316. Precedono due brani della Historia Compostellana, concernenti l’aiuto arrecato dai Pisani e Genovesi ai Galliziani contro i Saraceni [a. 1113], ed il soccorso prestato egualmente contro i Saraceni agli abitanti di Iria Flavia dagli uomini di Arles, Genova e Pisa [a. 1120]. 88. Sulla spedizione dei fratelli Vivaldi nel 1291, Nota di L. T. Belgrano. — XV. 317-27. 89. Pero Tafur, i suoi viaggi e il suo incontro col veneziano Nicolò de’ Conti, per C. Desimoni. — XV. 329-52. 90. Appendice III allo Studio Secondo intorno a Giovanni Verrazzano, di C. Desimoni. — XV. 353-78. Esamina e paragona le carte del M a g g i 010, del Verrazzano, dell’Ulpio e del Gas tal do, in relazione ai Viaggi di esso Verrazzano. E di quella del Maggiolo [Genova, 1524] produce il fac-simile. « [D] TIPOGRAFIA 91. Notizie sulla Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI, raccolte da Nicolò Giuliani. — IX. 5-321. 92. Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI, per N. Giuliani e L. T. Belgrano. — IX. 325-414. 93. Sui primordi dell’arte della stampa in Genova, Appunti e documenti raccolti da M. Staglieno. — IX. 423-60. 94. Secondo Supplemento alle Notizie della Tipografia Ligure sino a tutto il secolo XVI, per N. Giuliani. — IX. 461-582. 95. Nuove correzioni ed aggiunte alle Notizie sulla Tipografia Ligure, di N. Giuliani. — IX. 619-25. — 599 — m. BELLE ARTI 96. Delle opere di Matteo Ci vitali, scultore ed architetto lucchese, Commentario di Santo Varni. — IV. 1-31. Tratta specialmente delle opere che decorano la cappella del Precursore nella cattedrale di Genova. 97. Delle opere di Gian Giacomo e Guglielmo della Porta e Nicolò da Corte in Genova, Memoria di S. Varni. — IV. 32-78. 98. Di una tavola del sec. XV, rappresentante la B. V. Annunziata [in S. Maria di Castello in Genova], Lettera di L. T. Belgrano. — IV. 275-84. 99. Di suor Tommasina Fieschi, pittrice e ricamatrice, Lettera di Federigo Alizeri. — Vili. 403-15. 100. Il Palazzo del Principe d’Oria a Fassolo, in Genova, Illustra-strazioni di Antonio Merli continuate da L. T. Belgrano. — X. 1-118. Con atlante di XI tavole. 101. La chiesa di S. Sebastiano in Genova, Necrologia di F. Ali-zeri. — X. 133-74. INDICE ALFABETICO N.B. — Sono distinti con varietà di caratteri i nomi locali, personal e di cose. I numeri rinviano agli articoli. Auzeri Federigo, 99, 101. Amari Michele, 39. Ambasciata al Chan di Persia, 82. America Settentrionale, 85» 86. Angelucci Angelo, 45. Ansaldo Francesco, 47. Arles, 87. Assedio di Genova nel 1747, 72. Atlante Luxoro, 75, 76. Avignone Gaetano, 34, 35. Baglione Gio. Paolo, 70. Balbo Leonardo, 71. Bicchierai Jacopo, 52. Begni Francesco, 72. Belgrano Luigi Tommaso, io, i5> l6> 36> 37> 38,40. 42, 50, 55, 61, 74, 75, 77, 78, 80, 81, 87, 88, 92, 98, 100. Bernardi Francesco, 46. Bo Angelo, 60, Bonifazio, 71. Brindisi, 60. Caboto Giovanni, 86. Caffa, 79. Caffaro, 47. Carlo Emanuele I di Savoia, 72. Castelletto [Genova]. Convento di S. Francesco, 43. Caveri Antonio, 9. Cembalo, 79. Ceruti Antonio, 67. Champdenier [di] Sire, 53. Chan di Persia, 82. China, 77. Cipro, 66. Civitali Matteo, 96. Claretta Gaudenzio, 64. Colombo Cristoforo, 61. Colonie Tauro-Liguri, 79. — éoi — Consolato Genovese: del Comune, 54; dei Placiti, 73. Conti [de’] Nicolò, 89. Corallo, 83. Corte [da] Nicolò, 97. Costantinopoli, 62. Crimea, 79. Crocco Antonio, 7, 12, 13. Crociata [Prima], 47. Cromwell Oliviero, 46. Dante, 16. Datta Pietro, 73. Desimoni Cornelio, 16, 17, 24, 53, 62, 66, 70, 73, 75, 76, 78, 82, 85, 86, 89, 90. D’Oria Filippino, 70. Duchi di Milano, 72, Eutiche, 32. Faie [di] G10. Antonio, 52. Ferrania, 29. Fiandre, 78. Fieschi Scipione, 42. — Sinibaldo, 44, 45. — Tommasina, 99. — Ugo, 46. Galliziani, 87. Gastaldo [Jacopo], 90. Gemma di Eutiche, 32. Genova, 54, 59, 63, 64, 66, 68, 69, 70, 72, 73, 78, 87, 96, 97, 98, 100, 101. Genovesi, 55, 87. Gentile Gerolamo, 72. Gerusalemme, 47. Giuliani Nicolò, 91,92, 94, 95. Glossari, 37, 44, 45- Grasseto Francesco, 72. Grassi Luigi, 23, 57, 58, 59. Hugues Luigi, 84. Immagine Edessena, 27. Indie Orientali, 77. Inientario di Fieschino, 44, 45. Iria Flavia, 87. Lercari Megollo, 66. Luigi XII, re di Francia, 53, 68. Luxoro Tammar, 75, 76. Magellano Fernando, 84. Maggiolo [Visconte], 90. Manno Antonio, 44. Maometto II, 62. Marchese Vincenzo, 6. Martirologio di Ventimiglia, 57. Merli Antonio, 100. Milano, 72. Molucche, 84. Monete, 82. Montaldo [di] Adamo, 62. Morro Giuseppe, 9, 13. Muratori Gio. Francesco, 20. Napoli, 70. Neri Achille, 68, 72. Novi [da] Paolo, 65. Olivieri Agostino, 14, 54. Palazzo del Principe D’Oria, in Genova, 100. Pera, 80, 81. Persia, 82. Pescherie di corallo, 83. Pessagno, ammiragli, 87. Pisani, 87. Podestà Francesco, 40, 83. Poggi Vittorio, 31 32. — 602 — Polcevera, 22, 23, 24. Polibio , 59. Pont ano Giovanni, 66. Porro Pier Paolo, 69. Porta [della] Gian Giacomo, 97. — Guglielmo, 97. Portadore, 31. Porto [da] Benedetto, 68. Portogallo, 87. Prayer Carlo, 46. Promis Vincenzo, 43, 48, 49, 5J> 63, 7i-Re di Gerusalemme , 47. Remondini Marcello, 30. — Pier Costantino, 27. Ricci Vincenzo, 5, 12. Rossi Gerolamo, 74. Sacco di Genova, 69. Salvago Alessandro, 53. — Gabriele, 67. Sanguineti Angelo, 18, 19, 21, 22, 25, 26, 28, 29. S. Domingo, 61. S. Francesco, 43. S. Giorgio [Ufficio di], 79. S. Giovanni Battista, 50. S. Sebastiano [Chiesa di], 101. S. Secondo, 58. S. Siro, 49* 5. Sudario, 27. SS. Filippo e Giacomo, 50. Saraceni, 87. Savoia [di] Bona, 35. — Carlo Emanuele 1, 72. — Lodovico, 64. — Odone, io, ii. Scotto Benedetto, 77. Senarega Bartolomeo, 66. Sestri [di] Gio. Battista, 84. Sforza Galeazzo Maria, 72. Simancas [Archivio di], 40. Siviglia, 84. Soldaia, 59. Spinola Massimiliano, 40,41,56. Staglieno Marcello, 65, 93. SuiDA, 59. Tabarea, 83. Tafur Pero, 89. Terremoto di Genova, 63. Timino, saraceno, 15. Tola Pasquale, ii, 16. Tortona, 33. Trebisonda, 66. Ulpio [Eufrosino] , 90. Varagine [da] Jacopo, 50, 51. Varni Santo, 96, 97. Venezia, 66. Ventimiglia, 57. Verrazzano Giovanni, 85, 90. Vigna Amedeo, 50, 79. Vivaldi, fratelli, 88. .