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Memorie Digitali Liguri

tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale digitale a rischio
Scuola di Scienze Umane e Sociali. Quaderni, 5, Napoli, 2021
P. Guglielmotti
La scoperta dei notai liguri negli studi medievistici tra Otto e Novecento
I registri notarili liguri si segnalano nel panorama documentario non solo italiano per precocità e ricchezza e costituiscono potenzialmente una ricchissima palestra in cui la nascente storiografia medievistica può addestrarsi. La tendenza riscontrata è di procedere per filoni tematici paralleli, con l’erudizione genovese che si caratterizza soprattutto per la costruzione di grandi contesti documentari su specifici argomenti, attingendo in misura molto variabile ai registri notarili. Le direzioni di ricerca così dischiuse hanno in comune solo quanto è più immediatamente legato agli sviluppi economici e commerciali genovesi, senza che i poderosi investimenti d’archivio producano effettiva ricchezza di studi. Alla fine di quasi un secolo di affondi in questi registri, la medievistica propriamente ligure non riesce ancora a caratterizzarsi per il loro studio. L’articolo tratta il contesto della prima edizione (1853) in ambito subalpino del più antico cartolare, quello di Giovanni scriba (dal 1154), e le schedature effettuate dagli eruditi sei-settecenteschi; descrive le collezioni documentarie tematiche e gli studi sviluppati in ambito ligure fino alla fine dell’Ottocento; ripercorre come la storiografia tedesca della seconda metà dell’Ottocento abbia sfruttato queste fonti, vuoi in grandi sintesi vuoi in ricerche molto mirate; prosegue illustrando le edizioni condotte dagli studiosi liguri nei primi due decenni del Novecento. L’indagine conclude infine sugli sviluppi più serrati degli anni Venti-Trenta del Novecento, che vedono un netto ricambio negli esponenti della medievistica internazionale interessata a queste fonti e in campo italiano l’emergere di Roberto Lopez, che “vede” nuovi temi e sperimenta nuove soluzioni metodologiche. Nemmeno l’avvio di edizioni sistematiche dei cartolari può essere ascritto a orientamenti impressi “centralmente” dall’Istituto storico italiano per il medioevo.
Ligurian notarial registers are a unique historical source, in terms of both primacy and richness (both in Italy and internationally). These sources constituted a veritable testing ground into which scholars interested in the nascent medieval studies could delve. During this period scholars typically followed parallel themes: Genoese antiquarians, in particular, tended to construct vast documentary collections on specific themes, by drawing variable numbers of documents from different cartularies. ,e only common characteristic of these approaches was the attention towards Genoese commercial and economic developments, but this intense research activity in the archives did not yield a rich output of studies. So much so that at the end of almost a century of research on notarial registers, the study of these sources was still not a main feature of studies on medieval history produced in the Ligurian milieu. This paper explores the background of the first edition (1853), carried out by Piedmontese institutions, of Giovanni scriba’s cartulary (1154) and the catalogues drawn up by seventeenth- and eighteenth-century antiquarians. The article further describes the thematic documentary collections and studies produced by Ligurian scholars until the end of the nineteenth century, and retraces how nineteenth-century German historians exploited these sources, whether in extensive synopses or in more targeted studies. This is followed by an illustration of the editions prepared by Ligurian scholars during the first two decades of the twentieth century. The conclusive section of the article deals with the developments in international scholarship in medieval history during the 1920s and 30s, when new scholars started to turn their attention to these sources. In Italy, during the same period, Roberto Lopez emerged as a scholar able to identify new themes and test new methodological solutions. Finally, even the systematic publication of registers cannot be ascribed to a “centralized” program developed by the Istituto storico italiano per il medioevo.
Keywords: 19th-20th Century, Antiquarians, Genoa, historiography, Middle Ages, Notarial registers

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